La Terza LES del “Don Bosco” di Borgomanero in visita a Praga e al campo di concentramento di Terenzin

Il viaggio d’istruzione è stato organizzato in collaborazione con l’associazione Deina di Torino

Lo scorso Marzo gli studenti della Terza Liceo Economico Sociale del “Don Bosco” di Borgomanero sono andati a Praga per il viaggio d’istruzione. Durante il viaggio i ragazzi hanno visitato la città antica, i monumenti principali, le bellezze
architettoniche del centro. Ma non si è trattato soltanto di un’esperienza turistico-culturale. Il viaggio è stato parte di un progetto più ampio e innovativo, nato grazie alla collaborazione tra il Don Bosco di Borgomanero e l’associazione culturale Deina di Torino che, per mezzo di un educatore, ha preparato la classe alla trasferta.

Il percorso di preparazione ha infatti permesso agli studenti di approfondire i complessi aspetti sociali e storici legati al territorio di Praga. Durante il viaggio gli studenti hanno anche visitato il campo di concentramento di Terenzin, poco distante dalla città di Praga. Un tempo gloriosa fortezza e presidio militare, la città di Terezin si trasformò in un luogo di dolore durante i sanguinosi anni della Seconda Guerra Mondiale quando i nazisti crearono un ghetto ed un campo di transito per più di 150.000 ebrei.

Non sono inoltre mancate esperienze di esplorazione interculturale e gli studenti sono stati protagonisti di ricerche enogastromiche, linguistiche e sociali direttamente sul campo. I ragazzi hanno infatti intervistato ed incontrato dei cittadini di Praga, ricercato ricette tipiche e scoperto curiosità legate alla città.
Questo progetto è inoltre servito come occasione di “alternanza scuola-lavoro” ed ha permesso agli studenti di vivere in prima persona un’esperienza interculturale e antropologica a 360°, dove il viaggio è stato uno strumento di conoscenza e di
scoperta. I ragazzi hanno così vissuto un’esperienza unica, ricca di arte, cultura, musica immersi in una città indescrivibile che è in grado di creare una sinfonia unica. Citando Wolfgang Amadeus Mozart: «La mia orchestra è Praga».

(Articolo a cura di Tommaso Erbetta)

Cara scuola non ti lascio «Provaci ancora, Sam»

Si segnala e pubblica, ringraziando la testata ed il giornalista Paolo Foschini, un articolo apparso su “Corriere della Sera – Buone Notizie” del 10/04/2018 che racconta il progetto “Provaci ancora Sam”.

Si chiama così il progetto in corso a Torino contro la dispersione che a livello nazionale è ancora superiore al 13 per cento Il recupero di David, Simra e Mattia dimostra che la risposta è la «rete integrata» tra insegnanti, operatori sociali, Terzo settore.

David Oseye arriva in Italia dalla Nigeria quando è ancora piccolo con la mamma, una sorella e un fratellino. Il padre è rimasto là. Non è una infanzia facile. Bocciato due volte in prima media per i suoi atteggiamenti provocatori, entra finalmente in un progetto di tutela che si occupa di lui. Morale: nel 2015 ha preso la licenza media, poi ha fatto il biennio di qualifica professionale al Ciofs Mazzarello come operatore ai servizi di vendita, l’estate scorsa ha studiato per l’esame di passaggio al quarto anno dell’Istituto statale Bosso Monti: che ora sta frequentando con buon profitto.

Simra Noreen nasce e fa le elementari in Pakistan, in dicembre compirà 18 anni. Padre, madre, un fratello più grande, un altro fratello e una sorella più piccoli. Con loro arriva in Italia nel 2012, parte con le medie e la faccenda è durissima. La lingua, la cultura familiare che dire rigida è poco, eppure anche su quest’ultimo fronte le cose un po’ alla volta migliorano grazie al lavoro di integrazione con l’oratorio salesiano della Crocetta: però due bocciature arrivano lo stesso. Finché pure lei nel 2015 entra nel progetto di Tutela Integrata, e Simra ci si butta a capofitto. Morale: finisce la terza media, si inserisce al Centro professionale di trasformazione agroalimentare Virginia Agnelli, ottiene una borsa di studio e un percorso di accompagnamento da Fondazione per la Scuola e Rotary. Sta facendo il secondo anno, nel 2019 si diplomerà.

Anche Mattia Orlando ha avuto una storia (molto) difficile. Però anche lui nel 2015 riesce a finire le medie. E poi anche la scuola del Cnos Valdocco come operatore elettrico, ora fa il quarto anno all’istituto professionale Rebaudengo. Ma soprattutto non ha mai smesso di coltivare la sua passione per la ginnastica artistica, che lo ha portato tra i primi in Piemonte, né di occuparsi di suo fratello più piccolo. Sono queste alcune delle storie legate a «Provaci ancora, Sam!», un progetto integrato e interistituzionale volto a promuovere il successo scolastico e a contrastare la dispersione: un fenomeno che pur essendo in fase di miglioramento (tra 2006 e 2016 la percentuale nazionale di chi a 18 anni risulta avere solo la licenza media è passata dal 20,8 al 13,8 per cento) non ha ancora raggiunto l’obiettivo del 10 per cento fissato dall’Europa e soprattutto mostra ancora un grande divario tra nord e sud, dove la percentuale è comunque assai più alta. Per dare un altro riferimento: dei 556.598 tra ragazze e ragazzi che nel 2016 hanno finito le medie 34.286 sono usciti dal sistema scolastico.

Contro tutto questo l’idea di «Provaci ancora, Sam!» è stata quella di mettere insieme le forze dei Servizi educativi e sociali di Torino, Ufficio scolastico del Piemonte, Compagnia di San Paolo, Ufficio Pio e Fondazione per la Scuola più una rete organizzazioni locali, per sperimentare un nuovo modello di prevenzione. La chiave è in teoria semplice e consiste nell’utilizzare il «tessuto connettivo» di associazioni non a scopo di lucro, oratori, parrocchie e altre realtà simili affinché possano lavorare insieme con le scuole per dare a ciascun ragazzo quel che gli manca: a volte ripetizioni, a volte anche solo un luogo per studiare, a volte aiuto per problemi più gravi. Rafforzamento dell’autostima e delle proprie motivazioni, come principio generale. Ma anche potenziamento delle «competenze di cittadinanza», del concetto di «comunità educante», della collaborazione tra scuola, educatori, volontari. da una parte sul fronte delle elementari (in orario scolastico) e medie, dall’altra su quello delle superiori e delle scuole professionali. In entrambi i casi con il fine di completare il percorso. E farne un punto di partenza solido per la propria vita.

Destinazione Sinodo/1. Giovani in movimento una scoperta per tutti

Si segnala la partenza, dal 4 aprile in poi, del nuovo percorso di approfondimento con il quale, ogni mercoledì fino al Sinodo dei vescovi sui giovani di ottobre, “Avvenire” propone un viaggio attraverso la condizione giovanile oggi. Ecco l’articolo a cura di Mimmo Muolo che delinea le caratteristiche di questo speciale:

Destinazione Sinodo/1.

Giovani in movimento una scoperta per tutti

Se sinodo vuol dire «cammino fatto insieme», mai come nel caso della prossima Assemblea sinodale dedicata ai giovani questo significato travalica l’ambito simbolico per diventare un dato di fatto anche concreto. Il XV Sinodo ordinario, in programma a Roma dal 3 al 28 ottobre sul tema «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», viene infatti preparato e accompagnato da almeno tre tipi di itinerari fatti in comune. Il primo è, potremmo dire, di carattere storico, dal momento che l’assise voluta da Francesco si inserisce nel grande alveo postconciliare del rapporto tra i giovani e la Chiesa, sbocciato con Paolo VI, esploso poi con Giovanni Paolo II e le Gmg e proseguito con convinzione da Benedetto XVI. Il secondo cammino è di tipo contenutistico e rimanda direttamente al tema dell’assemblea, al rapporto con le due Gmg di papa Bergoglio (Rio de Janeiro 2013 e Cracovia 2016) e a quella che i giovani e il Pontefice si apprestano a vivere qualche mese dopo il Sinodo, cioè nel gennaio del 2019 a Panama (è stato del resto proprio Francesco a mettere in diretta connessione i due eventi). Il terzo è infine un vero e proprio pellegrinaggio di eventi e appuntamenti preparatori (come in occasione della recente Riunione presinodale, cui ha preso parte anche il Papa), che nel caso dei giovani italiani diventerà, in agosto, un itinerario anche fisico lungo i cammini della Penisola e con destinazione finale Roma.

Parlare del prossimo Sinodo significa dunque analizzare queste tre componenti dinamiche e complementari nella consapevolezza che tutto l’impianto sinodale è stato costruito, come più volte affermato da Francesco, sul movimento, e movimento in uscita in particolare. Emblematico è, da questo punto di vista, quanto scrisse il Papa nella Lettera ai giovani, in occasione della presentazione del documento preparatorio (i cosiddetti Lineamenta) il 13 gennaio 2017. «Queste sono parole di un Padre che vi invita a ‘uscire’ per lanciarvi verso un futuro non conosciuto ma portatore di sicure realizzazioni, incontro al quale Egli stesso vi accompagna». Il tema della vocazione, dunque, al centro dei lavori sinodali, che implica sempre un osare, un lasciare la propria ‘terra’ per andare verso un orizzonte sconosciuto da esplorare. Questo dinamismo è del resto nel Dna del rapporto Chiesa-giovani così come si è venuto configurando negli ultimi 40-50 anni. Fin da quando Paolo VI (che non a caso sarà proclamato santo durante il Sinodo di ottobre) volle inserire un appuntamento a loro riservato nell’Anno Santo del 1975. Appuntamento replicato nove anni dopo da Giovanni Paolo II al culmine del Giubileo straordinario della redenzione, e dal quale sarebbero nate le Giornate mondiali della Gioventù. Anche in quel caso papa Wojtyla ubbidì alla ‘vocazione’ che lo chiamava fuori da un rapporto solo convenzionale con le nuove generazioni, per cominciare a navigare in mare aperto. E anche in quel caso dovette sfidare i venti contrari di chi, pure all’interno della Chiesa, lo sconsigliava temendo il flop.

La storia successiva ha dimostrato che l’intuizione del pontefice polacco era giusta, che ai giovani si poteva e si doveva parlare di Gesù, che lo si poteva fare in sintonia con l’intero corpo ecclesiale (uno degli slogan di quegli anni era «Cristo sì, la Chiesa no») e che anzi i giovani erano alla ricerca proprio di qualcuno che indicasse loro un’altra strada rispetto alle illusorie promesse di felicità a base di ‘sesso, droga e rock and roll’. Da allora si sono succedute 33 Gmg e tre generazioni: quella iniziale del ’68 ha ceduto il passo alla generazione del dopo Muro di Berlino e ora alla prima generazione digitale. Eppure il dialogo continua, anche se è cambiato l’’interlocutore’ principale. A Giovanni Paolo II è subentrato prima Benedetto XVI – che ne aveva convintamente rilevato il testimone, al punto di intraprendere «non senza timore» il viaggio più lungo del suo pontificato (Gmg di Sydney 2008) e da rinunciare alla Cattedra di Pietro anche per non far mancare la presenza papale alla Giornata di Rio de Janeiro –; e adesso Jorge Mario Bergoglio che sta reinterpretando lo spartito a modo suo. Il Sinodo, cammino fatto insieme, è proprio la cartina di tornasole del valore aggiunto di papa Francesco alla pastorale giovanile del terzo millennio. Per il pontefice, infatti, non esiste la gioventù, intesa come categoria astratta, ma i singoli, concreti giovani. E per questo egli intona spesso e volentieri il suo inno preferito, tratto dal profeta Gioele e riportato anche negli Atti degli Apostoli: «I vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno dei sogni». Fuor di metafora, è il paradigma di un rapporto intergenerazionale che non isola i ragazzi in un mondo a sé, non li considera quasi come la ‘primavera’ rispetto alla prima squadra, ma li vuole titolari in campo fin da oggi.

Il secondo cammino del Sinodo, quello che abbiamo chiamato contenutistico è fatto insieme proprio in questo senso. La voce dei giovani, che il Papa ha dichiarato programmaticamente di voler ascoltare senza filtri («parlate con faccia tosta», ha detto aprendo la Riunione presinodale, lo scorso 19 marzo) si intreccia così a quella dei vescovi e della Chiesa. Visioni e sogni, appunto, in uno scambio fecondo di creatività ed esperienza. Il 21 dicembre 2017, nel discorso alla Curia romana, Francesco sottolineò: «Chiamare la Curia, i vescovi e tutta la Chiesa a portare una speciale attenzione alle persone dei giovani, non vuol dire guardare soltanto a loro, ma anche mettere a fuoco un tema nodale per un complesso di relazioni e urgenze: i rapporti intergenerazionali, la famiglia (non a caso tema dei due Sinodi precedenti, ndr), gli ambiti della pastorale, la vita sociale».

Così l’ascolto si sta nutrendo in questi mesi di tutti gli strumenti a disposizione, anche quelli tipicamente giovanili, come Internet e i social network. Questionario via Web e partecipazione social all’incontro presinodale (erano in 15mila collegati da tutto il mondo, oltre ai 340 fisicamente presenti) ne sono la dimostrazione più lampante. La voce dei giovani così raccolta, hanno promesso il Pontefice e il segretario generale del Sinodo, cardinale Lorenzo Baldisseri, sarà portata all’interno dell’assise di ottobre. A riprova che non di un’operazione di facciata si è trattato, ma di un vero cammino insieme.

Intanto nel documento finale di quella riunione i partecipanti si sono espressi all’unanimità per «una Chiesa autentica», cioè per «una comunità trasparente, accogliente, onesta, invitante, comunicativa, accessibile, gioiosa e interattiva. Una Chiesa credibile» che «non ha paura di mostrarsi vulnerabile» e che «dovrebbe esser solerte e sincera nell’ammettere i propri errori passati e presenti, presentandosi come formata da persone capaci di sbagli e incomprensioni», ma anche di perdono dato e ricevuto. Da questi primi approcci si può dunque dire che i giovani e il Papa parlano la stessa lingua. Ancora una volta viene in primo piano l’immagine del cammino insieme (il terzo tipo che abbiamo evocato).

Francesco, infatti, ne ha disegnato uno che dalla Gmg di Rio 2013 a quella di Panama 2019, passando per Cracovia 2016, intercetta proprio il tema del Sinodo, e soprattutto la vocazione di ogni giovane, attraverso i messaggi per le Giornate mondiali dedicati prima alle Beatitudini (la magna charta del cristiano), quindi al Magnificat (cioè alle beatitudini messe in pratica da Maria). «Proprio a incarnare questo percorso siete chiamati», sembra dire il Pontefice. E c’è chi lo ha preso già sul serio, ricalcando su quel percorso un vero e proprio pellegrinaggio che nella prima decade di agosto porterà i giovani italiani, coordinati dal Servizio nazionale di pastorale giovanile, a scoprire ‘santuari’ non solo di pietra ma di carne. Un pellegrinaggio ‘insieme’, nel più puro stile di papa Francesco. Come tutto l’itinerario che conduce al Sinodo, e oltre.

(Articolo tratto da Avvenire.it)

A Pinerolo: crescere i cittadini di domani con “Teatrivamente”

Un’iniziativa gratuita e creativa lanciata dalla Parrocchia Santo Spirito di Pinerolo che, con il sostegno del progetto “KIT – Montiamo insieme il tuo futuro” teso alla ricerca di soluzioni per contrastare la dispersione scolastica di bambini e adolescenti da 6 a 14 anni, propone un ciclo di incontri per tutti i venerdì pomeriggio di aprile 2018 dal titolo: “Teatrivamente”.

Attraverso alcune attività ludico-teatrali, si cercherà di insegnare ai ragazzi – il progetto si rivolge a chi frequenta la scuola media – a crescere nello spirito della cittadinanza attiva.

I cittadini hanno un ruolo importante nel costruire un mondo migliore, e sviluppare le competenze e gli atteggiamenti della cittadinanza attiva è essenziale. I cittadini attivi non solo conoscono i loro diritti e le loro responsabilità, ma mostrano anche solidarietà con le altre persone e sono pronti a dare qualcosa alla società. Quindi, cittadini di domani, all’opera!

Questo il volantino su cui trovare tutte le informazioni del laboratorio a carattere teatrale per i ragazzi delle medie.

Scuola Media Valdocco: Apericena con le famiglie

La Commissione Famiglia  della scuola Secondaria di primo grado “DON BOSCO” invita al terzo appuntamento formativo dell’anno, dedicato a tutti i genitori. Un apericena gratuito condiviso, che si terrà Venerdì 13 aprile 2018 dalle ore 19.00, con al centro il tema “We are family”: relazionerà il direttore della Comunità salesiana e della Scuola media, don Alberto Martelli.

 

 

 

Anima MGS: si conclude la #SecondaTappa

Si è tenuto, durante lo scorso 6 e 7 aprile 2018, il secondo appuntamento targato “Anima MGS“, il percorso formativo, con professionisti della comunicazione e delle arti performative, teso a valorizzare ciascun talento e a promuovere il protagonismo giovanile negli oratori.

Ecco un video-racconto della due giorni:

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