Mons. Van Looy, SDB: “Accompagnare significa essere presenti, ascoltare con porte e cuore aperti”

16 ottobre 2018, al Sinodo dei Vescovi in corso in Vaticano partecipa anche mons. Luc Van Looy, SDB, vescovo di Gent/Gand (Belgio). Per 20 anni missionario in Corea del Sud e per altri 20 membro del Consiglio Generale della Congregazione Salesiana, al Sinodo ha presentato un intervento sul tema, prettamente salesiano, dell’arte di accompagnare i giovani.

 

Buon pomeriggio, caro Santo Padre, fratelli e sorelle, ragazzi e ragazze.

Vorrei parlare dell’arte di accompagnare. Si tratta di un’attività quotidiana. Grandi e santi educatori ci dicono che la regola fondamentale per accompagnare i giovani è esser presenti nella loro vita in ogni momento. Piuttosto che ritenerlo una forma di controllo, è la via dell’amicizia e della fiducia, per condividere la vita dei bambini e dei giovani. Può sembrare un controllo sul loro comportamento; invece è la via dell’amicizia e della fiducia, per farli sentire liberi e a casa con noi.

In quale altro modo potremmo scoprire chi sono e di cosa hanno bisogno? In quale altro modo potremmo sapere come si relazionano agli adulti, ai loro coetanei e alle istituzioni? Come potremmo evitare che siano attirati in quegli ambienti che gli farebbero più danno che beneficio? Come potremmo insegnare loro a stare lontani dal male? Come potremmo scoprire ciò che lo Spirito di Dio sta dicendo loro? Come potrebbero imparare a pregare da noi?

 

Penso a Gesù, che passava tutto il tempo con i suoi discepoli. Egli sapeva come si relazionavano fra di loro. Quando avevano bisogno di aiuto, li prendeva un momento in disparte, come fece con Pietro. Per lui i discepoli e il popolo erano la sua terra santa.

Per avere una comprensione profonda su una persona sarà importante coinvolgere la comunità. Nel guidare i giovani non siamo soli. Tutti in una comunità, sia una scuola, un istituto o parrocchia, hanno una loro idea su di un giovane. Pertanto, se ad esempio abbiamo bisogno di una decisione sulla vocazione, non è importante solo l’opinione dei professori del seminario o del superiore; dovrebbero essere ascoltati anche il parroco, i catechisti, i cuochi, gli uomini e le donne della comunità del candidato.

In Belgio ammiro quegli educatori delle scuole che ogni mattina accolgono gli studenti al cancello degli istituti. Li vedo nel cortile che parlano con gli studenti e sono di nuovo al cancello quando i ragazzi tornano a casa. Semplicemente, sono presenti in ogni momento. Conoscono le loro pecore e le pecore conoscono loro, proprio come faceva Gesù. Vedo sacerdoti che continuamente escono fuori, verso la gente; la domenica sono all’ingresso della chiesa prima e dopo l’Eucaristia, ascoltano i fedeli e condividono le loro gioie e i loro dolori. In quel momento il loro posto non è in sagrestia.

Accompagnare significa essere presenti, ascoltare con porte e cuore aperti, con un interesse profondo e concreto, dando sempre coraggio e speranza. Un educatore che accompagna i giovani non è solo un professionista in una stanza di consulenza, o uno psicologo che esamina tipi di comportamento; è un amico nella vita di una persona, pronto a camminare insieme…

Alla fine Gesù divenne così intimo con i suoi discepoli che lavò loro i piedi, condivise con loro il suo corpo e il suo sangue e li invitò a pregare con lui quando stava soffrendo.

 

 

 

«Dateci una liturgia più bella e partecipata»

Si pubblica, qui di seguito, l’articolo a cura di Mimmo Muolo di Martedì 9 Ottobre 2018 del quotidiano Avvenire circa l’andamento dei lavori del Sinodo in corso.

Il cardinale Gracias ha riferito che la domanda
dei ragazzi «è stata una vera sorpresa» per lui:
«Affinché attraverso la liturgia possiamo fare esperienza di Dio»

Emergono dal Sinodo due richieste alla Chiesa di tutto il mondo. Da una parte quella di offrire al clero, ai religiosi e alle religiose, ma anche ai formatori in genere, “una nuova educazione sul corpo, sull’affettività e sulla sessualità”. Dall’altro lato, e sono gli stessi giovani presenti nell’Assise sinodale ad averla formulata durante i lavori, quella di una liturgia migliore. “Dateci una liturgia più bella e partecipata – ha riferito così il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay, la domanda dei ragazzi, aggiungendo che “è stata una vera sorpresa” per lui -, affinché attraverso la liturgia possiamo fare esperienza di Dio”.

Le due richieste sono emerse nel corso della conferenza stampa sull’andamento dei lavori, in una giornata in cui sono state distribuite anche le relazioni dei 14 circoli minori (quattro di lingua inglese, tre di lingua francese, uno tedesco, due spagnoli, tre italiani e uno portoghese).

Secondo il cardinale Désiré Tsarahazana, presidente della Conferenza episcopale del Madagascar, dal Sinodo viene innanzitutto “un appello alla conversione personale”. “In sostanza l’appello a tutti i battezzati affinché abbiano una vita più coerente con la fede”.
Questa è anche la chiave per affrontare in maniera decisiva la questione degli abusi e in generale della sessualità, un tema che è stato affrontato largamente nel corso dei lavori. Il cardinale africano ha poi annunciato, rispondendo a una domanda, che il Papa si recherà in Madagascar nel 2019, possibilità che il portavoce vaticano Greg Burke, presente alla conferenza stampa non ha confermato, anche se, ha detto, “viene studiata con cura”.

Allo stesso modo Burke non ha confermato un eventuale viaggio in Nord Corea, su invito del presidente nord coreano. “Aspettiamo che l’invito arrivi, poi si vedrà”, ha detto.

Per il resto i lavori del Sinodo stanno confermando il clima gioioso in cui si svolgono e il fatto che i giovani amano la Chiesa (lo ha detto il cardinale canadese Gérald Cyprien Lacroix). Una Chiesa “plurale, inclusiva e capace di camminare insieme con loro”, ha aggiunto l’uditrice suor Nathalie Becquart.

Tutte indicazioni che si ritrovano anche nelle relazioni dei circoli minori, insieme all’invito ad accompagnare le nuove generazioni sull’esempio di Gesù nei confronti dei discepoli di Emmaus (Circolo italiano A). Nella relazione del circolo italiano C questo invito diventa anche appello “a usare il web senza farsi usare”, o “rifiuto della cultura dell’omologazione, definita spesso cultura del faraone”.

Temi come quello della famiglia (tradizionale, allargata, convivenze, nuove forme di unione) si affacciano spesso nelle relazioni, insieme alla domanda su come porsi pastoralmente di fronte a queste realtà. Anche le migrazioni ricorrono spesso nei resoconti del dibattito, come fenomeno epocale da affrontare sotto diversi profili, non ultimo quello dell’integrazione delle seconde generazioni, spesso relegate alla marginalità della “cultura dello scarto”.

La parola ai giovani uditori del Sinodo: Viktòria Žolnovà e Silvia Retamales

Si pubblicano, qui di seguito, le testimonianze di due giovani ragazze – a cura della redazione del SIR –  Servizio di Informazione Religiosa – che hanno espresso le proprie riflessioni e proposte in occasione dell’assemblea sinodale di questi giorni.

Sinodo 2018: Zolnova (uditrice),
“i giovani hanno bisogno di qualcuno che
li accompagni e li sostenga nel discernimento”

“Mi chiamo Viktoria e vengo dalla Slovacchia, dall’archi-eparchia di Prešov, dove i giovani sperimentano l’amore e la cura della nostra Madre Chiesa, e dove mi occupo di pastorale giovanile da oltre 10 anni”. Nel corso della 6a Congregazione generale del Sinodo, oggi pomeriggio ha preso la parola Viktòria Žolnovà, uditrice e membro del “Group leader and voluntier for youth”, esperienza attraverso cui ha sperimentato “di essere viva ed essere una parte importante della Chiesa”. La giovane ha raccontato la sua esperienza personale, passata attraverso lo studio del management aziendale e il lavoro in una piccola azienda, ma in cui poi è emersa insoddisfazione e il bisogno di cercare “nuove opportunità”. Quindi lo studio “dell’inglese e del catechismo all’estero”, uniti all’accompagnamento spirituale di un sacerdote hanno nutrito e la percezione che “Dio mi stava chiamando a qualcosa di nuovo”. Per Viktòria è nata così la consapevolezza di una “vocazione o chiamata a fare qualcosa che Dio voleva facessi in un tempo e un luogo concreti”. “Non era la chiamata che mi aspettavo”, ha continuato Viktòria “ma è stato il modo in cui Dio sceglieva di riaccendere la fiamma dei desideri del mio cuore”. Da quell’esperienza, la consapevolezza che “la vocazione e il suo discernimento non sono limitati alla vita religiosa o al matrimonio”, ma sono “un processo di tutti i giorni che si riflette nel lavoro” perché “portando avanti i miei compiti posso crescere in santità”. Per Viktòria oggi è anche chiaro che “i giovani hanno bisogno di qualcuno che li accompagni e li sostenga nel loro processo di discernimento, quando sono alla ricerca di comprendere e seguire la volontà di Dio”.

(Articolo completo
sul sito del SIR, clicca qui)

Sinodo 2018: Silvia Retamales (uditrice cilena),
“i vescovi ci esortano a dire la nostra. La mi speranza è che il messaggio di Gesù arrivi a tutti”

Strutture della Chiesa più aperte e plurali, il ripensamento del ruolo della donna negli spazi decisionali della Chiesa, la necessità dell’accompagnamento costante dei giovani. Sono alcuni dei temi trattati finora dal Sinodo che maggiormente hanno colpito Silvia Retamales, uditrice cilena, che sul sito della Conferenza episcopale del suo Paese traccia un bilancio della prima parte del Sinodo dei vescovi, sottolineando che i vescovi hanno esortato i giovani presenti, che pure non hanno diritto di voto, a manifestare le proprie riflessioni e proposte.
“Tutti noi giovani presenti – spiega Silvia Retamales, che in Cile fa parte dell’Osservatorio socio-pastorale dei giovani – desideriamo che il messaggio di Gesù arrivi in tutti i luoghi e che tutti si sentano accolti e mossi da questo messaggio”. La giovane cilena si dice anche colpita dalla differenza di contesti tra i vari Paesi e in particolare dalla testimonianza dei giovani che vivono in luoghi dove la fede è perseguitata.

(Articolo completo
sul sito del SIR, clicca qui)

Pubblicazione degli Atti del Congresso Internazionale “Pastorale Giovanile e Famiglia”

A meno di un anno di distanza dalla celebrazione del Congresso Internazionale “Pastorale Giovanile e Famiglia” (Madrid, 27 novembre – 1° dicembre 2017), il Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana è lieto di annunciare la pubblicazione degli Atti del Congresso. Questi vogliono essere uno strumento al servizio dell’animazione della Pastorale Giovanile Salesiana nel mondo, sulla scia dei due Sinodi dei Vescovi dedicati alla famiglia (2014-2015), della pubblicazione dell’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” (2016), e in sintonia con il Sinodo dei Vescovi dedicato a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, attualmente in corso.

Il volume si apre con la presentazione del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e l’introduzione del Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Fabio Attard. L’introduzione ripercorre, in particolare, il processo di preparazione di questo evento, che ha coinvolto circa 400 partecipanti rappresentanti tutte le Ispettorie della Congregazione.

La relazione di mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto e Segretario Speciale dei Sinodi dei Vescovi sulla Famiglia, intorno al tema “La famiglia nel cammino sinodale della Chiesa: prospettive ed opportunità”, apre la serie delle quattro conferenze principali del Congresso, vero nucleo degli Atti. Seguono le altre tre relazioni, presentate nei giorni centrali del Congresso: “Il cammino della Congregazione Salesiana”, di don Attard; “Amoris Laetitia: alcune sfide e proposte”, della prof.ssa Carmen Peña; “La famiglia nella proposta pastorale salesiana”, di don Rossano Sala, SDB. Ciascuna di queste tre relazioni si accompagna ad una raccolta delle riflessioni dei congressisti, emerse all’interno dei gruppi di lavoro regionali.

Alle conclusioni elaborate dai gruppi regionali al termine del Congresso, seguono nel volume la descrizione dei Mini-corsi e la lista delle Buone Pratiche presentate da congressisti ed esperti intervenuti per l’occasione. In appendice, infine, sono disponibili alcune tabelle che illustrano il processo di avvicinamento e la metodologia seguita dal Congresso, insieme alla valutazione finale e la lista completa dei partecipanti.

“Pastorale Giovanile e Famiglia”, tuttavia, non è solo il titolo di un Congresso. Quest’ultimo è stato la tappa di un processo che ora vede protagoniste molte Ispettorie salesiane nel mondo, impegnate a sviluppare nuovi percorsi di collaborazione tra Salesiani e famiglie al servizio dei giovani.

La pubblicazione degli Atti del Congresso si pone al servizio di questa logica. I testi degli Atti sono ora disponibili nelle cinque lingue ufficiali del Congresso: francese, inglese, italiano, portoghese e spagnolo.

 

 

(Fonte: ANS – Agenzia Info Salesiana)

“NOI PER. Unici, solidali creativi”

Si pubblica il Discorso di Papa Francesco durante l’incontro dei giovani con lui ed i Padri Sinodali in occasione della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi del 6 ottobre 2018.

“NOI PER. Unici, solidali creativi”

INCONTRO DEI GIOVANI CON IL SANTO PADRE E I PADRI SINODALI

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Aula Paolo VI
Sabato, 6 ottobre 2018

Qui ci sono le domande scritte… Le risposta le daranno i Padri sinodali. Perché se io dessi le risposte qui, annullerei il Sinodo! Le risposte devono venire da tutti, dalla nostra riflessione, dalla nostra discussione e, soprattutto, devono essere risposte fatte senza paura.

Io mi limiterò soltanto – rispetto a tutte queste domande – a dire qualche cosa che possa servire, qualche principio.

A voi, giovani, che avete parlato, che avete dato la vostra testimonianza, che avete fatto una strada, dico: questa è la prima risposta. Fate la vostra strada. Siate giovani in cammino, che guardano gli orizzonti, non lo specchio. Sempre guardando avanti, in cammino, e non seduti sul divano. Tante volte mi viene da dire questo: un giovane, un ragazzo, una ragazza, che sta sul divano, finisce in pensione a 24 anni: è brutto, questo! E poi, voi lo avete detto bene: che mi fa trovare me stesso non è lo specchio, il guardare come sono. Trovare me stesso è nel fare, nell’andare alla ricerca del bene, della verità, della bellezza. Lì troverò me stesso.

Poi, in questa strada, un’altra parola che mi ha colpito è l’ultima. E’ stata forte quell’ultima, ma è vera… Chi l’ha fatta?… Tu. È stata forte: la coerenza. La coerenza di vita. Faccio un cammino, ma con coerenza di vita. E quando voi vedete una Chiesa incoerente, una Chiesa che ti legge le Beatitudini e poi cade nel clericalismo più principesco e scandaloso, io capisco, io capisco… Se sei cristiano, prendi le Beatitudini e mettile in pratica. E se sei un uomo o una donna che hai dato la vita, l’hai consacrata; se sei un prete – anche un prete che balla [si riferisce a una testimonianza] –, se sei un prete e vuoi vivere come cristiano, segui la strada delle Beatitudini. Non la strada della mondanità, la strada del clericalismo, che è una delle perversioni più brutte della Chiesa. Coerenza di vita. Ma anche voi [si rivolge ai giovani], dovete essere coerenti nella vostra strada e domandarvi: “Io sono coerente nella mia vita?”. Questo è un secondo principio.

C’è poi il problema delle diseguaglianze. Si perde il vero senso del potere – questo vale per la domanda sulla politica –, si perde quello che Gesù ci ha detto, che il potere è il servizio: il vero potere è servire. Altrimenti è egoismo, è abbassare l’altro, non lasciarlo crescere, è dominare, fare schiavi, non gente matura. Il potere è per far crescere la gente, per farsi servitori della gente. Questo è il principio: sia per la politica, sia per la coerenza delle vostre domande.

Poi, altre domande… Vi dirò una cosa. Per favore, voi, giovani, ragazzi e ragazze, voi non avete prezzo! Non siete merce all’asta! Per favore, non lasciatevi comprare, non lasciatevi sedurre, non lasciatevi schiavizzare dalle colonizzazioni ideologiche che ci mettono idee nella testa e alla fine diventiamo schiavi, dipendenti, falliti nella vita. Voi non avete prezzo: questo dovete ripetervelo sempre: io non sono all’asta, non ho prezzo. Io sono libero, sono libera! Innamoratevi di questa libertà, che è quella che offre Gesù.

Poi ci sono due cose – e vorrei finire con questo – tra le idee che voi avete detto e alle quali i Padri sinodali risponderanno dialogando con le vostre domande. La prima è sull’uso del web. È vero: l’interconnessione con il digitale è immediata, è efficace, è rapida. Ma se tu ti abitui a questo, finirai – e questo che dirò è reale – finirai come una famiglia dove, a tavola, a pranzo o a cena, ognuno sta con il telefonino e parla con altre persone, o fra loro stessi comunicano col telefonino, senza un rapporto concreto, reale, senza concretezza. Ogni strada che voi farete, per essere affidabile, dev’essere concreta, come le esperienze, tante esperienze che voi avete detto qui. Nessuna delle testimonianze che voi avete dato oggi era “liquida”: tutte erano concrete. La concretezza. La concretezza è la garanzia per andare avanti. Se i media, se l’uso del web ti porta fuori dalla concretezza, ti rende “liquido”, taglialo. Taglialo. Perché se non c’è concretezza non ci sarà futuro per voi. Questo è sicuro, è una regola della strada e del cammino.

E poi, questa concretezza anche nell’accoglienza. Tanti dei vostri esempi, che avete fatto oggi, sono sull’accoglienza. Michel ha fatta questa domanda: “Come vincere la mentalità sempre più diffusa che vede nello straniero, nel diverso, nel migrante, un pericolo, il male, il nemico da cacciare?”. Questa è la mentalità dello sfruttamento della gente, di fare schiavi i più deboli. È chiudere non solo le porte, è chiudere le mani. E oggi sono un po’ di moda i populismi, che non hanno niente a che vedere con ciò che è popolare. Popolare è la cultura del popolo, la cultura di ognuno dei vostri popoli che si esprime nell’arte, si esprime nella cultura, si esprime nella scienza del popolo, si esprime nella festa! Ogni popolo fa festa a suo modo. Questo è popolare. Ma il populismo è il contrario: è la chiusura di questo su un modello. Siamo chiusi, siamo noi soli. E quando siamo chiusi non si può andare avanti. State attenti. È la mentalità che ha detto Michel: “Come vincere la mentalità sempre più diffusa che vede nello straniero, nel diverso, nel migrante un pericolo, il male, il pericolo da cacciare?”. Si vince con l’abbraccio, con l’accoglienza, con il dialogo, con l’amore, che è la parola che apre tutte le porte.

E alla fine – ho parlato di concretezza – ognuno di voi vuole fare la strada nella vita, concreta, una strada che porti dei frutti. Grazie a te [Giovanni Caccamo] per la foto con tuo nonno: è stata forse, quella fotografia, il più bel messaggio di questa serata. Parlate con i vecchi, parlate con i nonni: loro sono le radici, le radici della vostra concretezza, le radici del vostro crescere, fiorire e portare frutto. Ricordate: se l’albero è solo, non darà frutto. Tutto quello che l’albero ha di fiorito, viene da quello che è sotterrato. Questa espressione è di un poeta, non è mia. Ma è la verità. Attaccatevi alle radici, ma non rimanete lì. Prendete le radici e portatele avanti per dare frutto, e anche voi diventerete radici per gli altri. Non dimenticatevi della fotografia, quella con il nonno. Parlate con i nonni, parlate con i vecchi e questo vi farà felici.

Grazie tante! Questi sono orientamenti. Le risposte, a loro! [indica i Padri sinodali] Grazie, grazie!

Fonte: Libreria Editrice Vaticana

#Giovani&Chiesa: tagga il Sinodo!

#Giovani&Chiesa è un progetto di pastorale digitale voluto per incoraggiare parrocchie, scuole e seminari, a seguire attivamente i lavori del Sinodo 2018: una proposta di piattaforma web che auspica la partecipazione di esperti di pastorale, pur rimanendo potenzialmente aperta a tutti. Promotore del progetto è il Centro di Orientamento Pastorale (COP), d’intesa con il Servizio Nazionale della Pastorale Giovanile della CEI ed in partnership con la diocesi di Sora – Cassino – Aquino – Pontecorvo. 

#Giovani&Chiesa è ricco di riferimenti allo «Strumento di lavoro del Sinodo», il documento sul quale poggerà la discussione sinodale, e si prefigge di amplificare nel continente digitale i messaggi dal Sinodo, affinché tutti possano sentirsi «uditori». A partire da quei messaggi, l’obiettivo del progetto è quello di far esprimere attese, opinioni e storie.

La piattaforma web, in lingua italiana, è accessibile dal sito del COP. Essa comprende «Messaggi dal Sinodo» e «Sinodo 2018» e l’ambito laboratoriale «La tua voce», suddiviso in «Voci dalla parrocchia» – per le realtà giovanili parrocchiali –, «Voci dalla scuola» – principalmente per le III, IV, V classi delle scuole superiori –, «Voci dal seminario» – per gruppi di seminaristi –, e «Forum di pastorale» – per esperti –. Ci si può iscrivere anche prima dell’inizio dei lavori sinodali.

Il progetto #Giovani&Chiesa, unitamente alla piattaforma ha previsto l’utilizzo del canale social Twitter, per un’apertura della proposta a più ampio raggio. La visibilità dei contenuti sarà pubblica.

Fonte:
SERVIZIO NAZIONALE
PER LA PASTORALE GIOVANILE CEI

 

Papa Francesco – Ogni cinque interventi ci siano tre minuti di silenzio, modifica ai lavori dell’Assemblea

“La parola ascolto è davvero centrale in questo Sinodo, il Papa ha parlato metaforicamente della situazione di chi è in debito di ossigeno, ricordando che la Chiesa è oggi ‘in debito di ascolto’.

Cosi Don Rossano Salasalesiano, Segretario Speciale del Sinodo, docente di Pastorale Giovanile presso la Pontificia Università Salesiana –  commenta le parole di Papa Francesco durante l’intervista a cura di Fabio Colagrande – Città del Vaticano  ai microfoni di Radio Vaticana Italia. Qui di seguito si riporta l’articolo:

“In questa partenza sinodale, nell’aula si sentiva il clima positivo, costruttivo e il clima di discernimento spirituale, ispirato dai primi discorsi pronunciati e soprattutto dall’omelia del Santo Padre e dal suo discorso iniziale che ci hanno proprio scaldato il cuore”. È quanto ha affermato ai microfoni di Radio Vaticana Italia, don Rossano Sala, salesiano, Segretario Speciale del Sinodo, docente di Pastorale Giovanile presso la Pontificia Università Salesiana.

Chiesa in debito di ascolto, anche verso Dio

“Dalle parole inaugurali di Papa Francesco è emerso che la parola ascolto è davvero centrale in questo Sinodo”, commenta don Sala. “Il Papa ha parlato metaforicamente della situazione di chi è in debito di ossigeno, ricordando che la Chiesa è oggi ‘in debito di ascolto’. È un’immagine molto interessante che è frutto dei due anni di lavoro e, appunto, ascolto della fase preparatoria del Sinodo”. “Ci siamo accorti – prosegue il Segretario speciale – che la Chiesa fa fatica ad ascoltare, parla un po’ troppo e ascolta un po’ troppo poco. Questo vuol dire che è necessaria davvero una conversione spirituale, prima di tutto. E direi anche che la radice più profonda di questa mancanza di ascolto nei confronti dei giovani è probabilmente anche una mancanza di ascolto verso Dio. Noi parliamo molto di Dio, ma forse parliamo poco con Dio. E questa è una mancanza di credibilità. Quando parliamo di Dio, senza aver prima parlato con Dio, non siamo molto credibili”.

I giovani oggi chiedono riconciliazione e ‘accompagnamento’

“Un rischio sottolineato dal Papa, all’inizio del Sinodo è quello di parlare dei giovani a partire da categorie e schemi mentali superati”, aggiunge don Rosano Sala. “In genere quando pensiamo ai giovani, il cliché che abbiamo in mente è quello dei giovani del ’68: i giovani che vogliono sfondare, i giovani che vogliono criticare”. “Invece – prosegue il Segretario speciale – la nostra esperienza fatta durante la riunione pre-sinodale di marzo è quella di un gruppo di giovani che – in punta dei piedi – ha voluto con grande rispetto e sensibilità mettere tanti punti al centro dell’agenda ecclesiale, punti tutti recepiti nell’Instrumentum laboris. Ciò significa che i giovani vanno ascoltati per quello che sono oggi. Ogni generazione giovanile ha il suo apporto da dare”. “Certamente – spiega don Sala – la generazione attuale è piuttosto fragile: è una generazione in ricerca, ed è una generazione che cerca delle alleanze intergenerazionali con gli adulti. Potrei dire in sintesi che è una generazione in cerca di riconciliazione, perché è molto frammentata, molto bombardata da mille sollecitazioni. Quindi, questa fragilità si vede proprio nella richiesta di aiuto. Questo è il grande tema dell’accompagnamento che è emerso molto al pre-sinodo: i giovani chiedono accompagnamento”.

Coraggiosa e profetica la scelta del silenzio durante i lavori

“Nel suo saluto iniziale Papa Francesco ha introdotto una modifica procedurale stabilendo che, durante i lavori dell’Assemblea, ogni cinque interventi ci siano tre minuti di silenzio e la considero una scelta molto coraggiosa e profetica”, conclude don Rossano Sala. “È la prima volta che si attua, vedremo come i padri sinodali la vivranno, ma certamente non è un tempo per tirare il fiato ma per andare in profondità”. “È la chiarificazione che il metodo di lavoro del discernimento è una metodologia ‘spirituale’. Non è semplicemente una tecnica, ma è un evento spirituale”, aggiunge il Segretario speciale del Sinodo dei giovani. “Il silenzio è assolutamente necessario per far risuonare nel nostro cuore le parole che abbia ascoltato. E una delle cose più interessanti che hanno espresso i giovani consultati nei due anni della fase pre-sinodale è la grande ‘sete’ di silenzio, di contemplazione, per ritrovare degli spazi che permettano di uscire da un bombardamento mediatico che non permette più di pensare e andare in profondità”. “Il Papa ha voluto inserirlo per dirci che il silenzio è necessario. Le pause sono necessarie nella musica per gustare il suono. È una necessità una radicale. Il Sinodo è un processo di discernimento spirituale in cui il silenzio, la contemplazione diventano la condizione di possibilità per l’ascolto e la presa in carico di quello che si dirà. Altrimenti le parole passano, non entrano nel nostro cuore”.

 

Apertura della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi

Il Sinodo dei Giovani è partito dalla Basilica Vaticana, Mercoledì 3 ottobre 2018, con l’apertura ufficiale presieduta da Papa Francesco. Qui di seguito, si pubblica l’omelia e il discorso del Santo Padre

CAPPELLA PAPALE IN OCCASIONE DELL’APERTURA
DELLA XV ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

«Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto» (Gv 14,26).

In questo modo così semplice, Gesù offre ai suoi discepoli la garanzia che accompagnerà tutta l’opera missionaria che sarà loro affidata: lo Spirito Santo sarà il primo a custodire e mantenere sempre viva e attuale la memoria del Maestro nel cuore dei discepoli. È Lui a far sì che la ricchezza e bellezza del Vangelo sia fonte di gioia e novità costanti.

All’inizio di questo momento di grazia per tutta la Chiesa, in sintonia con la Parola di Dio, chiediamo con insistenza al Paraclito che ci aiuti a fare memoria e a ravvivare le parole del Signore che facevano ardere il nostro cuore (cfr Lc 24,32). Ardore e passione evangelica che generano l’ardore e la passione per Gesù. Memoria che possa risvegliare e rinnovare in noi la capacità di sognare e sperare…per continuare a leggere, clicca qui!

 

APERTURA DELLA XV ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
ALL’INIZIO DEL SINODO DEDICATO AI GIOVANI

Aula del Sinodo
Mercoledì, 3 ottobre 2018

Care Beatitudini, Eminenze, Eccellenze,
cari fratelli e sorelle, carissimi giovani!

Entrando in quest’aula per parlare dei giovani, si sente già la forza della loro presenza che emana positività ed entusiasmo, capaci di invadere e rallegrare non solo quest’aula, ma tutta la Chiesa e il mondo intero.

Ecco perché non posso cominciare senza dirvi grazie! Grazie a voi presenti, grazie a tante persone che lungo un cammino di preparazione di due anni – qui nella Chiesa di Roma e in tutte le Chiese del mondo – hanno lavorato con dedizione e passione per farci giungere a questo momento. Grazie di cuore al Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo, ai Presidenti Delegati, al Cardinale Sérgio da Rocha, Relatore Generale; a Mons. Fabio Fabene, Sotto-Segretario, agli Officiali della Segreteria Generale e agli Assistenti; grazie a… …per continuare a leggere, clicca qui!

 

“Abbiamo bisogno dei giovani, pietre vive di una Chiesa dal volto giovane, ma senza trucco!”

Si riporta l’articolo pubblicato dalla Redazione di ANS in data 3 ottobre 2018 sull’inizio del Sinodo dei Vescovi 2018.

La speranza ci smuove… E ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani”
Le parole con cui papa Francesco ha aperto il Sinodo. A seguire l’articolo.

(ANS – Città del Vaticano) – Non si può pensare alla Chiesa senza la presenza dei giovani. Lo ha spiegato e ripetuto il Santo Padre: “Abbiamo bisogno dei giovani, pietre vive di una Chiesa dal volto giovane, ma senza trucco, cioè non ringiovanito, ma rinnovato dall’interno”. Si apre oggi il tanto atteso Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” che si concluderà il 28 ottobre 2018. Nell’omelia della Messa celebrata in una Piazza San Pietro gremita di giovani e dei Padri Sinodali, Papa Francesco ha manifestato: “I giovani ci chiamano a prenderci cura di loro con impegno… Non lasciamoli soli”.

Nella sua omelia il Pontefice ha incoraggiato i Padri sinodali nei confronti dei lavori che iniziano questo pomeriggio, e ha assicurato loro che “la Chiesa vi guarda con fiducia e amore”. Ha anche parlato esplicitamente di due degli invitati, i vescovi della Cina mons. Giovanni Battista Yang Xiaoting, vescovo di Yan’an; e mons. Giuseppe Guo Jincai, vescovo di Chengde.

I due presuli, che testimoniano “la comunione dell’intero Episcopato con il Successore di Pietro”, come ha osservato il Papa, fanno parte dei 267 Padri Sinodali; al Sinodo partecipano anche 23 esperti e 49 uditori, inclusi tra questi anche 34 ragazzi e giovani tra i 18 e i 29 anni. Questi ultimi partecipano al Sinodo, ma non avranno il diritto di voto, riservato ai vescovi.

Il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, altri 15 Salesiani di Don Bosco e a due Figlie di Maria Ausiliatrice, costituiscono i rappresentanti della Famiglia Salesiana che partecipa a questo grande evento. Nei 26 giorni di durata del Sinodo si seguiranno tre obiettivi, come sottolineato dal Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, il card. Lorenzo Baldisseri. “Rendere consapevole tutta la Chiesa del suo impegno missionario di accompagnare tutti i giovani alla gioia dell’amore che Gesù Cristo offre a tutte le nuove generazioni”. Un secondo obiettivo è “prendere coscienza della chiamata universale del concetto di vocazione e, di conseguenza, del legame tra pastorale giovanile e pastorale vocazionale”. Il terzo obiettivo evidenziato dal cardinale è “il rinnovamento ecclesiale promosso da Papa Francesco”.

Durante l’omelia della Messa d’apertura del Sinodo, il Papa ha osservato: “La speranza ci smuove… E ci chiede di alzarci per guardare direttamente il volto dei giovani”. E rivolgendosi direttamente ai Padri Sinodali, li ha invitati a guardare al Concilio Vaticano II e al messaggio dei Padri Conciliari ai giovani di quel tempo. Ha ricordato le parole del poeta Friedrich Hölderlin – “L’uomo mantenga quello che da bambino ha promesso” – e ha invitato i Padri Sinodali ad ampliare i cuori per intendere l’appello dei propri fratelli e a mettere con ardore le proprie energie al servizio dei giovani.

Elledici – Proposte per il Sinodo dei Giovani

3-28 Ottobre 2018 è il periodo in cui si terrà la  XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. E proprio in questa occasione, La Editrice Elledici, propone più spunti per andare a più a fondo di questo evento cosi importante. Eccoli riportati qui di seguito.