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La risposta del direttore di “Avvenire” alla lettera della prof.ssa della Scuola Salesiana di Bra

In merito alla realtà che stanno vivendo le scuole paritarie, si riporta di seguito la risposta di Marco Tarquinio, direttore del quotidiano “Avvenire”, alla lettera delle prof.ssa Lorenza Fissore, docente di matematica e scienze e vicepreside della Scuola media salesiana di Bra.

Caro direttore,
#NONSIAMOINVISIBILI: questo slogan è stato condiviso da molti docenti della scuola pubblica paritaria in questi giorni, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla libertà di ogni lavoratore nella scelta del luogo di lavoro. Come le famiglie dovrebbero avere pari opportunità di scelta per la scuola dei propri figli, così noi docenti dovremmo avere gli stessi diritti dei colleghi delle scuole statali. I motivi di disparità sono in primo luogo ideologici. È diffusa l’opinione che un insegnante lavora nella scuola paritaria perché non ha avuto altre opportunità nella scuola statale; dunque il suo impiego è temporaneo, in attesa del famigerato “ruolo”. Ma non è così!
Se per qualcuno può essere solo un impiego di passaggio, per molti docenti della scuola paritaria, nel mio caso salesiana, il lavoro diventa una missione di vita.

Ritengo offensivo il pensiero che si rimanga a lavorare in un istituto paritario solo perché non ci sia posto in uno statale. Posso testimoniare che in molti anni di attività ho ricevuto tante convocazioni annuali e ho sempre esercitato il mio diritto di scelta nel rimanere all’interno della famiglia salesiana.

Un altro nodo importante è la mancanza di sicurezza per il futuro, che spinge molti docenti ad accettare, magari a metà della propria carriera lavorativa, un posto statale, perché temono che la loro scuola paritaria possa chiudere e quindi si troverebbero senza un lavoro. Devono così effettuare una scelta difficile, che non vorrebbero fare, ma che diventa necessaria per la loro stabilità futura. Senza contare che anche lo stipendio, purtroppo, non è lo stesso, perché spesso è sensibilmente minore e, oggi come ieri, l’aspetto economico non va sottovalutato.

Quello che auspichiamo è una parità di trattamento per tutti i docenti della “scuola pubblica”, sia essa statale o paritaria, che tenga in considerazione il lavoro di qualità portato avanti da molti istituti e la passione educativa dimostrata da molti docenti.

Lorenza Fissore
Bra (Cn)

La sua lettera è davvero bella e incalzante, cara professoressa Fissore. La ringrazio. E le dico, per quel che vale, che ne condivido totalmente senso e speranza. Credo che lei riesca a interpretare con efficacia i sentimenti di tantissimi insegnanti che lavorano – altro che «invisibili»! – nella scuola paritaria, e specialmente nella scuola paritaria cattolica. E lo fanno con dedizione e convinzione piene e quasi sempre, come lei ricorda, con ulteriore sacrificio rispetto ai colleghi delle scuole statali (quante volte ho scritto che va ricostruita anche la “reputazione” e la concreta condizione retributiva di coloro che lavorano nel più importante laboratorio di futuro di un Paese!).

Il vostro è un lavoro integralmente al servizio di ragazze e ragazzi in carne e ossa, e ispirato a una solida idea di istruzione come “bene pubblico”, alla quale dà anima laica e cristiana il lascito di straordinarie figure di educatori come san Giovanni Bosco. È un’idea che dà senso e forza a tutta la migliore scuola italiana che, purtroppo – come sappiamo bene e come la sfida della pandemia sottolinea –, conta più su una generosa rete di persone di qualità che su strutture ovunque e sempre all’altezza. Eppure qualcuno si ostina ancora a non capire che l’idea della “scuola di tutti” è profondamente cara ai cattolici, che negli anni della loro centralità politica – quando esisteva la Dc ed era il partito perno del nostro sistema democratico – l’hanno progettata, costruita e consolidata.

Eravamo ancora nella stagione che poi abbiamo chiamato della Prima Repubblica, e bisogna essere grati alle visioni riformatrici e alle capacità realizzative di personalità come Guido Gonella, Luigi Gui e Franca Falcucci. Il paradosso è che, nella complicata stagione successiva, quella della cosiddetta Seconda Repubblica, c’è voluto un laico di altrettanto grande intelligenza e determinazione come Luigi Berlinguer per finalmente introdurre per legge, all’alba del XXI secolo, l’idea di un sistema scolastico nazionale in cui questo essenziale servizio pubblico fosse garantito da scuole statali e scuole non statali paritarie. Una concezione, purtroppo, ancora lontana dall’essere attuata. E che rischia di sbriciolarsi sotto i colpi di maglio del Covid-19. Nonostante il primo soccorso d’emergenza da 150 milioni infine garantito dal governo Conte, molti istituti paritari rischiano di non di sopravvivere a questa durissima prova. Servono risposte tempestive.

Potrei ancora una volta citare eloquentissimi numeri, cifre, dati che dimostrano il valore pubblico della scuola paritaria accanto e insieme alla scuola statale.

L’abbiamo fatto un’infinità di volte. Preferisco invitare a rileggere le sue parole, cara professoressa, e la lezione di dignità, di professionalità e di «salesiana» passione civile che contengono. E che mi permetto di sintetizzare così: una limpida e libera volontà di insegnare nella scuola paritaria per far migliore la “scuola pubblica”. È la strada che la legge della Repubblica indica ormai da vent’anni. E lo hanno ben chiaro non solo le associazioni di settore e sindacati tradizionalmente consapevoli e attenti, ma anche uomini e donne di scuola liberi da pregiudizi.

Per questo è utile riflettere sull’intervista di Enrico Lenzi al leader della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli (https://tinyurl.com/paritariecgil). La sorte degli istituti paritari e degli insegnanti che ci lavorano non è un affare privato, è un problema comune. E decide il presente e il futuro della “scuola di tutti”.

(Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire – Sabato 30 maggio 2020)

Salesiani Bra: la scuola media a Londra

Sono 34 gli allievi della Scuola Media di Bra che parteciperanno al soggiorno a Londra di 8 giorni previsto per metà febbraio. Un’occasione per incrementare la propria conoscenza della lingua inglese e vivere un’esperienza formativa a 360 gradi. Inoltre, la scuola segnala alcune importanti novità, come il potenziamento del servizio del doposcuola, il miglioramento delle strutture grazie al progetto con la Fondazione CRC e altre implementazioni. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dal sito dell’opera l’8 febbraio scorso.

LA SCUOLA MEDIA SALESIANA A LONDRA

Novità assoluta: il soggiorno a Londra di 8 giorni a metà febbraio con lezioni al mattino, visite al pomeriggio e pernottamento in famiglie. L’adesione è stata entusiasta e superiore alle previsioni: ben 34 i partecipanti di seconda e terza media. Saranno accompagnati dalla prof.ssa madrelingua Chiara Noello, dal direttore don Alessandro Borsello e dal sig.Paolo Pellegrino responsabile dell’Agenzia Effatà che da anni propone con successo queste iniziative.

L’iniziativa rientra a pieno titolo nell’offerta formativa della scuola che continua ad incrementare lo studio della lingua inglese. Oltre alle tre ore di lezione stabilite dai programmi ministeriali, è stata aggiunta un’altra ora in tutte le classi. Inoltre è stata avviata la conversazione settimanale a coppie di alunni con la docente madrelingua. Infine sono stati programmati i corsi pomeridiani liberi e gratuiti in vista delle certificazioni KET e PET.

Per l’estate si sta valutando il soggiorno di due settimana in Irlanda con gli allievi della scuola Valsalice di Torino, che da anni realizza questa esperienza. Nella prima settimana di settembre saranno presenti nella scuola alcuni docenti inglesi che impartiranno lezioni interattive sia al mattino che al pomeriggio. Questa iniziativa è aperta al territorio, come negli anni precedenti, a costi contenuti. Lo scorso anno hanno partecipato bene 64 ragazzi di quinta primaria, prima e seconda media.

Segnaliamo altre novità. E’ stato potenziato il servizio del doposcuola come supporto all’autonomia nello studio e aiuto ai più deboli. Varie novità anche nell’offerta delle attività libere e gratuite di informatica, spagnolo, latino, violino, tastiera, coro, giornalismo, recitazione, manualità.

Migliorate anche le strutture grazie al progetto con la Fondazione CRC e la strumentazione didattica con il primo maxischermo smart, oltre alle varie lim e tablet già in dotazione alla scuola.

Prioritaria però resta la mission con un progetto condiviso tra salesiani, docenti e genitori, che si attua con attività formative ordinarie e particolari rivolte a tutti per una crescita nei valori umani e cristiani seguendo il metodo educativo di Don Bosco. Quest’anno l’organico del personale è implementato con il nuovo direttore don Alessandro Borsello e una nuova vicepreside la prof.di matematica Lorenza Fissore. L’inserimento di alcuni insegnanti giovani, che sono anche animatori, dà ulteriore qualità all’attività didattica ed educativa.

I costi: 200 € iscrizione e 300 € mensili (per 10 mesi) comprensivi di scuola, doposcuola, pre/post scuola, riscaldamento, attività opzionali. Previsti rimborsi regionali e riduzioni mirate per i meno abbienti (isee).

E’ sempre possibile informarsi e visitare la scuola, meglio con prenotazione allo 0172.4171.111, e accedere al sito www.salesianibra.it.