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Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone – La Fedeltà

Si pubblica di seguito l’articolo dedicato al missionario Riccardo Racca, apparso su “La Fedeltà“.

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Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone

Originario di Piasco, già allievo della scuola di formazione professionale di Fossano, ha attivato nella provincia di Cuneo un’ampia rete di collaborazioni

 

Un nuovo modo di essere missionari? I Cuneesi, sempre aperti all’innovazione, trasmettono questa attitudine anche a chi lascia la provincia per cercare altrove la sua vocazione. Che sia uno specialista che raggiunge le grandi città, un investitore che pensa alla grande, un viaggiatore che inventa un mestiere, il DNA contadino genera continuamente capacità di adattamento e ricerca di efficienza.

Così anche un salesiano nato a Piasco, e formato a Fossano, ha assunto dalla sua terra uno spirito “imprenditoriale” che torna molto utile nella sua missione in Africa: prima in Nigeria, poi in Ghana, adesso in Sierra Leone.

È Riccardo Racca, classe 1954, che incontriamo per un tuffo nel suo passato di ragazzino cresciuto fra il negozio di alimentari e rosticceria dei genitori e il cortile della parrocchia, passando per la scuola elementare e le marachelle con i compagni di gioco. Di tanto in tanto fa una esplorazione di questo suo retroterra per pescare soluzioni alle idee che nascono oggi a Bo, una cittadina immersa in un’area che definire agricola non si può ancora dal momento che produce al massimo cibo per la sopravvivenza delle famiglie che la abitano.

Mentre compie la missione da figlio di don Bosco, partecipando alla gestione della scuola professionale e dell’oratorio, va a visitare i giovani in cella senza processo e mancanti di qualsiasi accompagnamento educativo. Ogni tanto avviene un “miracolo”, come quello di un ragazzo privo di una gamba, che è riuscito a far curare ottenendo i permessi di uscita dal carcere, superando la ritrosia determinata dalla rassegnazione. Ora, scontata la pena, è libero di muoversi e di affrontare la vita prendendo in mano il suo destino.

Il di più dello sguardo penetrante del contadino ha portato fratel Riccardo Racca ad approfondire le possibilità di valorizzare una pianta utilizzata dalla popolazione locale per scopi alimentari. È la moringa, chiamata anche “albero del ravanello”, fino a 7 metri in altezza di generosa sfruttabilità. Le radici sono commestibili, le foglie sono gustose, i teneri baccelli possono entrare in un piatto di insalata, i semi regalano un olio usato anche per la cosmesi. Quel che è importante è che le sue proprietà possono essere una risposta ai bisogni alimentari di vaste comunità: le vitamine, le proteine, il calcio, gli antiossidanti che la moringa contiene sono additivi preziosi, anche attraverso l’essiccazione delle foglie che le rende durevoli, diventando condimento o basi di tisane.

Questa pianta è stata indicata come “super alimento” nel 2022 grazie anche all’attività promozionale che fratel Riccardo ha avviato da qualche anno. Ha messo a frutto i suoi ritorni periodici in Italia e in Europa per documentarsi, per considerare le possibilità di coltivazione estensiva in Sierra Leone, per prendere contatti con esperti e potenziali acquirenti della polvere di moringa.

Il sogno infatti è quello che i contadini di Bo, attualmente un gruppo di una ventina di famiglie raccolte in cooperativa sotto l’egida della missione, possa produrre e trattare il prodotto anche per l’esportazione: questo commercio diventerebbe così un primo passo verso la auto-sostenibilità della presenza salesiana. Da questa potrebbero aggiungersi risorse a quelle che già oggi numerosi benefattori affidano a Missioni Don Bosco per difendere i minori più fragili: domani si intravede il potenziamento della scuola professionale, dei servizi socio-educativi, della formazione dei nuovi salesiani per dare futuro alla congregazione in Sierra Leone.

Nei suoi ritorni periodici, Riccardo Racca ritrova a Piasco la sorella, che costituisce l’ancoraggio familiare e il sostegno spirituale un tempo dato anche dai genitori, a Fossano i nuovi membri dell’opera salesiana e i suoi compagni di studio divenuti professionisti. Trova lì le risorse per coltivare (è il caso di dirlo) il suo sogno che cammina – come faceva il Santo fondatore – con i piedi per terra. L’associazione piemontese degli ex allievi delle scuole salesiane ha sposato con entusiasmo questo progetto. Il “miracolo” sarà il primo container che invece di partire dall’Italia per portare aiuti si riempirà a Bo per esportare moringa in varie forme.

Buonanotte Missionaria Maggio 2023 – Riccardo Racca, salesiano coadiutore

La Buonanotte Missionaria: un’esperienza concreta in terra di missione per riflettere!

Per questo mese di maggio, Riccardo Racca condivide con noi la sua esperienza presso il carcere minorile di Bo City, in Sierra Leone.

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Cari Confratelli e Giovani amici,

vi scrivo da BO City in Sierra Leone augurando a tutti un buon mese di maggio, mese mariano, mese della piena primavera, mese in cui sono nato, … insomma, un mese semplicemente eccezionale, e da vivere in modo eccezionale alla luce di Maria Ausiliatrice.

Desidero condividere con voi brevemente una esperienza vissuta lo scorso anno durante il servizio che la mia comunità presta ai carcerati del riformatorio giovanile locale.

Mustaphà è un giovanottone poco più che ventenne, 185 cm con un fisico da body-builder, sempre sorridente e contento quando lo incontro nella prigione. Una persona ancora molto giovane ma già segnata dalla vita. Non vi sto a raccontare come sia finito dentro. Qui puoi prenderti 5 anni per aver rubato un telefonino. Ma voglio dirvi di un’altra disavventura che gli è capitata e per la quale dovrà portarne le conseguenze per tutta la vita. Mustaphà deambula con le stampelle perché la sua gamba destra gli è stata amputata 10 o 12 cm sotto il ginocchio circa 8 anni fa quand’era forse tredicenne.

– Cosa hai combinato per esserti ridotto così?, gli chiedo.

– Ricky, era il 2014, durante il periodo dell’Ebola, io avevo trovato il fucile che mio zio aveva comprato durante la guerra civile, la spietata guerra fratricida dei diamanti per intenderci, e con alcuni miei coetanei, sempre in cerca di avventure, volevamo di rimetterlo in funzione. Purtroppo ci siamo riusciti e … un proiettile mi è entrato nella gamba. Andare all’ospedale durante l’epidemia Ebola voleva dire restarci, era come andare a morire ancora più in fretta e così sono stato curato in casa con medicine e stregoni locali fino a che la gamba invece di guarire si è deteriorata, stava andando in cancrena e … questo che vedi è il risultato dopo molti mesi di sofferenza!

Durante i giorni seguenti non riuscivo a togliermi Mustaphà dalla testa e la Provvidenza si è fatta presente un giorno che ero in ospedale per un ciclo di fisioterapia. Dopo la seduta, il mio medico mi ha chiesto se avevo 10 minuti per visitare il reparto adiacente di Ortopedia, specificatamente il laboratorio di costruzione protesi. Ma cosa vuoi di più dalla vita, Ricky!! Come il cacio sui maccheroni!!!

Torno a casa e ne parlo in Comunità che mi da tutto l’appoggio necessario. A farla breve dopo una settimana, ottenuti tutti i dovuti permessi legali della struttura penitenziaria, mi son portato Mustaphà nel laboratorio protesi ortopediche per la prima “misurazione” e rilevazione dei vari parametri dimensionali. Se la memoria non mi tradisce dopo meno di tre settimane Mustaphà è entrato in reparto con le stampelle e ne è uscito camminando sulle sue gambe.

La gioia quel giorno si poteva proprio toccare, quasi palpare! Mustaphà era quasi incredulo di poter abbandonare le stampelle, l’equipe di medici e tecnici di laboratorio erano orgogliosi ed ammirati per la confidenza e coraggio che il paziente dimostrava nella deambulazione, le due guardie carcerarie e l’incaricato principale del progetto prigioni del Don Bosco erano vistosamente contenti, e il sottoscritto … beh! vi lascio immaginare!

Un mattino di due settimane più tardi mi informano che qualcuno cercava di me in portineria. Scendo e mi trovo davanti ad un raggiante Mustaphà che aveva anche ottenuto la libertà dalla prigione.

Sì, era nella prima settimana del mese di Maggio. Un caso?

Personalmente non credo sia solo un caso. La nostra buona e potente Mamma Ausiliatrice interviene anche prima che glielo chiediamo, e anche per i suoi figli mussulmani come Mustaphà.

Buon Mese di Maggio e Buona Festa di Maria Ausiliatrice a tutti voi. (Buona Notte)
Riccardo Racca sdb-da-Bo