Esperienza missionaria a Ciresoaia
/in Animazione Missionaria, In Evidenza /da PG Don BoscoIl “Corso Partenti” dell’Animazione Salesiana Missionaria ha offerto la possibilità ai partecipanti di svolgere un periodo in terra di missione durante l’estate appena trascorsa.
Così, una manciata di ragazzi, tre settimane di missione in Romania – ospiti a Ciresoaia, in Romania, dalle Suore della Provvidenza – e una moltitudine di emozioni diverse e uguali: qui l’importante è la voglia di fare, qui “la vita non è fatta di messaggi e foto condivise ma di sorrisi, abbracci, strette di mano, pacche sulle spalle, sguardi e tutto ciò che porta non a costruirsi un mondo parallelo dietro a uno schermo ma a toccare il vero mondo che ci circonda, guardando le persone con cui parliamo negli occhi”, come racconta una delle partecipanti all’esperienza in Romania.
Il miglior racconto è proprio quello attraverso i loro occhi, i loro sorrisi, le loro tastiere e le loro emozioni, buona lettura!
La Galleria Fotografica
Le Testimonianze
Il 28 luglio sono partita per tre settimane di missione in Romania dove, con il gruppo missionario, abbiamo organizzato due campi estivi, uno a Ciresoaia e l’altro a Nicoresti, insieme agli animatori del posto. Siamo stati ospitati a Ciresoaia dalle Suore della Provvidenza, le quali ci hanno accompagnati per tutta la nostra permanenza. I due aspetti che mi hanno segnato di più sono stati vedere la povertà che caratterizza il paese, e la vita delle persone, e la capacità di quest’ultime di essere ospitali e dimostrare riconoscenza nei nostri confronti.
Le titubanze e i pensieri che potevo avere all’inizio sono stati eliminati sin dai primi giorni davanti alla semplicità della gente del posto e al grande affetto dei ragazzi e dei bambini: vederli ridere e giocare, nonostante la situazione in cui vive la maggior parte di loro, mi ha fatto riflettere e riconsiderare molte questioni personali. A fine missione mi sono portata a casa tanto affetto e il ricordo dei loro sorrisi e quanto è stato bello e istruttivo stare tutti insieme: la sfida più dura sarà quella di custodire il bagaglio di queste tre settimane e sfruttarlo al meglio nella vita di tutti i giorni.
Questa è la frase che ho portato nel cuore fin dal primo giorno di missione e che mi ha accompagnato per 3 settimane scritta sulla mia maglietta. Mi ha ricordato, soprattutto nei momenti difficili, che se ero lì, proprio in Romania, proprio a Ciresoaia, ospite nella casa di quattro suore eccezionali, era perchè, in quel momento, avrei potuto fare del bene in quel posto e, nel mio piccolo, anche io sarei stata importante lì, così come i miei compagni di viaggio e tutte le persone che ho incontrato lo sono stati per me. Ho imparato l’importanza di mettersi al servizio con umiltà, senza la pretesa di cambiare le cose e ho visto quanto, nella sua semplicità, un sorriso possa essere importante. La prima cosa che ho notato è stata la forza delle relazioni umane, molto forti in un luogo dove la nostra tecnologia non ha ancora preso il sopravvento, la bellezza stava nel vedere i bambini uscire dalle case solo per salutare le suore che passavano, rispondere ai “buongiorno” di persone incontrate per strada che neanche conoscevi e trovare dal mattino alla sera bimbi e ragazzi davanti al cancello della casa ad aspettare che uscissimo per giocare.
A Ciresoia ho sentito e visto la forte presenza di Dio che opera nei cuori di chi si avvicina alla casa di quelle 4 donne che ogni giorno, con semplicità e umiltà si mettono al servizio del paese ognuna secondo le proprie capacità, e che nel loro piccolo stanno portando avanti qualcosa di molto grande. In un posto dove l’importante non è avere un cellulare all’ultimo grido ma la voglia di fare, si impara che la vita non è fatta di messaggi e foto condivise ma di sorrisi, abbracci, strette di mano, pacche sulle spalle, sguardi e tutto ciò che porta non a costruirsi un mondo parallelo dietro a uno schermo ma a toccare il vero mondo che ci circonda, guardando le persone con cui parliamo negli occhi.
Missione, esperienza che ti cambia la vita, esperienza che ti mette di fronte a te stesso, la quale ti insegna a conoscerti a fondo…Per me la missione è stata donarmi agli altri, ma anche donare a me stesso, perché ti mette di fronte a situazioni, momenti, persone che mai e poi mai avresti pensato. La missione è stato vedere quei ragazzi sorridere, vedere il loro cambiamento con te, il quale può anche essere solo portato dal prenderti per mano, al batterti il 5, ad un semplice sorriso… Quel sorriso che ti insegna a dare priorità ai piccoli gesti, i quali ti aprono un mondo, un mondo nuovo tutto da scoprire e da portare avanti all’interno della propria quotidianità…
Sono trascorsi diversi giorni dal nostro ritorno a casa, ma il cuore e i pensieri restano ancora lì, a Ciresoaia, dove siamo stati accolti con gioia dalle suore della Provvidenza e dai bambini, che affrontano, ogni singolo giorno, con il sorriso sulle labbra, nonostante le loro difficoltà e problemi. Ciresoaia è difficile da raccontare.
A primo impatto si associa subito la Romania agli zingari, a persone che rubano, alle storie che narrano del Conte Dracula…Di Ciresoaia mi spaventa il divario tra ricchi e poveri. Ma poveri che non possono permettersi il bagno in casa, l’acqua corrente, che hanno un solo vestito bello e lo usano per la messa della domenica. Il cortile della parrocchia e quello delle suore sembra un po’ un’isola felice, quel posto dove i bambini possono essere se stessi, quel posto dove possono finalmente essere bambini. Possono giocare, scherzare, essere sereni, cosa che fuori non tutti possono fare, perché molti lavorano, spaccano pietre, costruiscono tetti con i loro padri, badano ai fratelli più piccoli, costretti ad essere piccoli uomini e donne. Ammiro la loro forza di volontà, ammiro quanta voglia di vita hanno. Ammiro Sabina e quanti come lei hanno un sorriso infinito, Lenuța per il coraggio con cui affronta la vita, Ioana e Stephanie per l’amore con cui si donano e la determinazione con cui si mettono in gioco. Sfido chiunque a non rimanere colpito da tutto questo, ma ancora di più da quegli occhi che ogni giorno te li senti che ti attraversano. È vero che ci sono venuti incontro manifestando la propria diversità rispetto a noi, persino la lingua, i modi di fare e gli sguardi ci erano stranieri, ma non quella profondità di umanità che è stata ragione di incontro e di rispetto.
Dopo quasi un mese trascorso qui, per il secondo anno consecutivo, posso dire che di insegnamenti ne ho avuti tanti. Ho capito che, chi parte per incontrare la missione deve portare con sé il suo bagaglio di bene altrimenti vedrà solo buio, desolazione e povertà. Ma se gli occhi custodiscono il bene allora non sarà difficile cogliere gesti di solidarietà, parole intrise di ospitalità e l’attesa, tanta, intensa, generosa di amicizia e di fraternità. La missione porta alla luce tutto ciò che è bene e gli dà un nome, una storia, un presente ed un futuro, una consistenza capace di interrogare e, molto spesso, convertire la vita. In missione chi mi parla di vita è proprio chi mi accoglie ogni giorno, a loro fai tante domande che nascono spontanee ma che troveranno risposta, lentamente e rispettosamente. Sarà il sorriso, la stretta di mano, la fronte corrucciata nell’ascolto, l’emozione del momento, il gesto del saluto, la fatica del cammino a rendere ragione di ogni risposta. Credo che Il segreto sia proprio in quella quantità di amore alla vita che riversiamo ogni mattina nel cesto delle nostre azioni. Ho capito che “Attenzione” non è “pena”, è condividere le cose positive e quelle negative. È vivere insieme. È sentirle un po’ tue, esserne quasi un po’ responsabili. Ho capito che non è tanto il “fare molto”, ma il “come andare” che fa la differenza, questo mi ha aiutato a vedere Dio ovunque, Bisogna vivere un po’ così, Ringraziando per quello che abbiamo, senza dare per scontato niente. Credo nella bellezza. Nella bellezza di fare il bene e di farlo bene. Perché forse siamo piccolissimi e non possiamo cambiare le cose da soli, ma insieme è diverso.
Sono partita per la Romania volendo essere testimone ad altri ragazzi delle mie scelte. Riparto per Torino con il cuore pieno delle loro testimonianze di vita, dei loro sorrisi in cui ho scoperto il volto di Gesù, dei loro piccoli grandi gesti spontanei di carità fraterna. Sono tornata a casa con la consapevolezza dell’amore ricevuto e con l’impegno di ridonarlo a chi incontrerò nel mio cammino. Il Signore passa innumerevoli volte nella nostra strada: a noi il compito di notarlo e fare di questo incontro il senso della nostra vita.