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Container – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

24 OTTOBRE

La parola del giorno: Container

Ritorno alla Parola: Salmo (61:6-9)

Solo in Dio riposa l’anima mia,
da lui la mia speranza.
Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.
In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio.
Confida sempre in lui, o popolo,
davanti a lui effondi il tuo cuore,
nostro rifugio è Dio.

Post-it!

Sono ora risuonate le dolci parole del Salmo 61, un canto di fiducia, aperto da una sorta di antifona, ripetuta a metà del testo. È come una serena e forte giaculatoria, un’invocazione che è anche un programma di vita: «Solo in Dio riposa l’anima mia; da lui la mia salvezza. Lui solo è mia rupe e mia salvezza, mia roccia di difesa: non potrò vacillare» (vv. 2-3.6-7).
Il Salmo, però, nel suo svolgimento contrappone due specie di fiducia. Sono due scelte fondamentali, una buona e una perversa, che comportano due differenti condotte morali. C’è innanzitutto la fiducia in Dio, esaltata nell’invocazione iniziale ove entra in scena un simbolo di stabilità e di sicurezza, come la rupe, «la roccia di difesa», ossia una fortezza e un baluardo di protezione.
C’è poi un’altra fiducia di stampo idolatrico, sulla quale l’orante fissa con insistenza la sua attenzione critica. È una fiducia che fa cercare la sicurezza e la stabilità nella violenza, nella rapina e nella ricchezza.
L’appello diviene, allora, chiaro e netto: «Non confidate nella violenza, non illudetevi della rapina; alla ricchezza, anche se abbonda, non attaccate il cuore!» […].
Certo, questa è una via ardua che comporta anche prove per il giusto e scelte coraggiose, sempre però segnate dalla fiducia in Dio.

Giovanni Paolo II

Udienza Generale

Tocca a te!

Arrivando a casa dalle tue attività, renditi disponibile e accogliente con i tuoi familiari

Te lo sei mai chiesto?

1. le persone a cui ti affidi da che cosa ti proteggono?
2. E tu da che cosa progetti le persone a cui vuoi bene?

Pietra – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

23 OTTOBRE

La parola del giorno: Pietra

Ritorno alla Parola: Salmo (117:21-23)

Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d’angolo;
ecco l’opera del Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Post-it!

È una sola pietra a reggere la volta: è quella che, incuneandosi tra i due lati inclinati, li tiene insieme. Perché un’aggiunta finale, così esigua, riesce a produrre effetti così grandi? Perché essa non aggiunge ma completa. Una volta anche Gesù, parlando di sé, era ricorso all’immagine che abbiamo appena sentito descrivere […]. Infatti, aveva dichiarato: «La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata testata d’angolo» (Matteo 21, 42). In queste parole c’era la consapevolezza che proprio lui, scartato dai potenti convinti di essere in grado di costruire la storia, sarebbe stato quella piccola pietra che regge la volta delle vicende umane […] . Molti credono che sia il tanto a creare valore: tante parole, tante azioni, tante imprese, tanta forza e così via. L’accumulo genera l’illusione della grandezza, e non solo nelle ricchezze ma anche nel sapere: quanti sono convinti che, possedendo tanti dati, conoscano la realtà in profondità. Invece è proprio ciò che tiene insieme in un disegno armonico e sensato i vari dati che genera sapienza e pienezza. Non multa sed multum, dicevano i latini, cioè non sono le tante cose a rendere perfetta una persona ma la profondità della sua comprensione e il nodo d’oro che tiene insieme il tutto.

Mons. Gianfranco Ravasi

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Cerca un piccolo oggetto in casa che è stato messo da parte, inutilizzato. Prova ora a trasformarlo in qualcosa di nuovo, significativo.

Te lo sei mai chiesto?

1. Ci sono momenti in cui ti senti “scartato”? come puoi trasformarli in qualcosa di positivo e bello?
2. Chi/che cosa è per te fondamentale nella tua giornata? Perché?

Tenda – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

22 OTTOBRE

La parola del giorno: Tenda

Ritorno al Vangelo Marco (9, 2-8):

Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.

Post-it!

L’insegnamento più importante si condensa nell’invito che la voce proclama riferendosi a Gesù: “Ascoltatelo”. Mosè aveva annunciato che Dio avrebbe suscitato un profeta come lui, uno al quale si dovrà dare ascolto (cfr. Dt 18, 15). La voce presenta dunque il nuovo Mosè: il Figlio che ci rivela il Padre con autorità e al quale dobbiamo dare ascolto. Per questo dobbiamo seguire l’esempio del Maestro: salire al monte della preghiera, riservare nel nostro orario alcuni tempi quotidiani per dialogare esclusivamente con Dio.
[…] L’espressione di Pietro “È bello per noi essere qui! Facciamo tre capanne” esprime la gioia dell’incontro con Dio. Rimanda anche alle “dimore eterne” che il Messia ripristinerà (Lc 16, 9) e che i giudei rievocavano nella festa delle tende. Pietro vuole fermare l’istante di felicità che gli dà quel momento di intimità con Dio. «Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni – ci spiega Benedetto XVI -. L’esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio». La prova chiara che nei nostri momenti di preghiera stiamo ascoltando il Figlio come chiede la voce del Padre è che il suo Spirito ci riempie di desideri apostolici per portare a tutti la luce di Dio.

Testi di vita cristiana

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Nella gioranta di oggi crea una “tenda”, uno spazio fisico ed un tempo in cui fai sentire qualcuno protetto e accolto.

Te lo sei mai chiesto?

1. Quali sono i nidi in cui ti senti protetto?
2. Che cosa ti offre sicurezza nella tua tenda? perché?

Fratello – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

21 OTTOBRE

La parola del giorno: Fratello

Ritorno al Vangelo: Matteo (25, 14-30)

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

Papa Francesco

Angelus

Post-it!

L’uomo della parabola rappresenta Gesù, i servitori siamo noi e i talenti sono il patrimonio che il Signore affida a noi. Qual è il patrimonio? La sua Parola, l’Eucaristia, la fede nel Padre celeste, il suo perdono […]. Questa parabola ci sprona a non nascondere la nostra fede e la nostra appartenenza a Cristo, a non seppellire la Parola del Vangelo, ma a farla circolare nella nostra vita, nelle relazioni, nelle situazioni concrete, come forza che mette in crisi, che purifica, che rinnova […]. Fare che questi talenti, questi regali, questi doni che il Signore ci ha dato, vengano per gli altri, crescano, diano frutto, con la nostra testimonianza […]. E inoltre Il Signore non dà a tutti le stesse cose e nello stesso modo: ci conosce personalmente e ci affida quello che è giusto per noi; ma in tutti, in tutti c’è qualcosa di uguale: la stessa, immensa fiducia. Dio si fida di noi, Dio ha speranza in noi! E questo è lo stesso per tutti. Non deludiamolo!

Tocca a te!

Trova qualcuno a cui regalare la cosa che sai fare meglio.

Te lo sei mai chiesto?

1. Qual è il “talento” che hai ricevuto? Hai il coraggio di spenderlo o lo sotterri sotto il terreno?
2. Fai un elenco delle 3 persone a cui regali di più; fai un elenco delle 3 persone a cui regali di meno.

Mango – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

20 OTTOBRE

La parola del giorno: Mango

Ritorno al Vangelo: Matteo (9, 10-13)

Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Post-it!

Egli [Gesù] è lì seduto a mensa perché anch’egli pensa che i commensali siano dei peccatori, gente bisognosa della sua parola per potere cambiare vita e convertirsi. Vuole trasformarli in uomini giusti. Ancor più, e ciò appare dal solo Matteo, egli agisce così perché è venuto a compiere o a portare a compimento quanto hanno detto la Legge e i Profeti e che i maestri d’Israele, scribi e farisei, hanno bisogno di imparare. Quello che loro dice è assai duro: «Andate a imparare che cosa significa: Misericordia voglio, non sacrificio». Li rimanda alloro studio; a confrontare il suo agire con quanto Os 6,6 ha detto: Io voglio. Quest’io è Gesù e Dio, è il Padre e il Figlio suo; è colui che non può accettare un sacrificio se prima non ci si è riconciliati con i fratelli (5,23-24), se non si vive un atteggiamento di donazione agli altri.

Mario Galizzi

Vangelo secondo Matteo – Commento esegetico-spirituale

Tocca a te!

Hai un amico di una religione diversa dalla tua? Dialoga con lui sui motivi della sua fede.

Te lo sei mai chiesto?

1. Sai rendere ragione della speranza che è in te, la tua fede?

2. Sai distinguere tra la persona e le idee che sostiene?

Orologio – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

18 OTTOBRE

La parola del giorno: Orologio

Ritorno alla Parola: Ecclesiaste (3, 1-8)

Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

Post-it!

Ciò che il lettore vede in questa tavola delle vicende umane è, innanzitutto, la pazienza del tempo. Non dobbiamo preoccuparci se oggi siamo nel pianto, perché domani saremo nel riso. La vita è fatta di molteplici esperienze, di momenti differenti, di avvicendamenti, di stagioni che ruotano e di profumi che cambiano. Nulla resta per sempre e ciò che oggi sembra remoto e impossibile, domani sarà tuo. Non c’è da farsi fretta, poiché nel tempo tutto arriva ed ogni cosa muta. Proprio per questo, tuttavia, non c’è da farsi fretta, ma neppure da attendere troppo, poiché il tempo è anche ritmo e scadenza. La vita è fatta di relazioni e queste generano il pianto e il riso, l’abbraccio e la distanza, l’amore e l’odio, il cercare ed il perdere. La vita ha un’estensione a tutto sesto e sul limitare dell’amore, si può conoscere l’odio. […] C’è tempo per ogni cosa e, quindi, vivi appieno il momento.

Rosanna Virgili

Biblista

Tocca a te!

Segna le attività che svolgi in una giornata “normale” e il tempo che ci dedichi. Leggi il risultato e pensa a cosa è importante per te.

Te lo sei mai chiesto?

1. Quanto tempo pensi di aver dedicato a cose importanti? Quanto per cose di poco conto?

2. Quali spazi di tempo vorresti recuperare nella tua giornata? Per dedicarli a che cosa?

Campane – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

16 OTTOBRE

La parola del giorno: Campane

Ritorno al Vangelo: Matteo (5, 11-12)

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Post-it!

Infine, Gesù chiama beati coloro che subiscono persecuzioni o vengono respinti a causa sua. La nostra coerenza di cristiani normali può stupire o irritare altri; però dobbiamo avere il coraggio di rispecchiare con la nostra condotta retta il volto amabile di Cristo che tutte le persone cercano. In questo possiamo seguire il consiglio che dava san Pietro ai primi cristiani: “se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza.

Testi di vita cristiana

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Prova a dare testimonianza della tua fede anche nei luoghi “lontani da casa”.

Te lo sei mai chiesto?

1. Nei luoghi “fuori da casa” (scuola, università, lavoro,…), sei testimone della tua fede? Hai mai provato imbarazzo?

2. Cosa ti impedisce di essere coerente fino in fondo?

Scarpa – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

14 OTTOBRE

La parola del giorno: Scarpa

Ritorno al Vangelo: Marco (10, 46-52)

 E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.

Post-it!

La guarigione del cieco – posta allora a questo punto del ministero di Gesù, appena in prossimità della passione – sembra avere un significato simbolico ed educativo. Ora, quasi alle porte della città santa, per guarire Bartimeo non serve più il gesto dell’imposizione delle mani, ma solo la fede è necessaria.

Ecco che la guarigione del cieco non è più una storia di miracoli, ma è in primo luogo una catechesi sulla fede. La fede, infatti, viene richiesta da Gesù, ed è questa che guarisce il cieco, senza che nemmeno Gesù, questa volta, lo tocchi. La fede, come già detto sopra, sarà necessaria per affrontare la croce. «La strada seguita da Gesù è la strada che porta alla croce: la strada del rifiuto da parte dei suoi contemporanei giudei, la strada del tradimento da parte dei suoi stessi discepoli, la strada della sofferenza e della morte per mano delle autorità giudaiche e romane. Lungo il viaggio descritto in 8,22-10,52 Gesù ha insegnato ai suoi discepoli chi egli sia, ciò che lo aspetta a Gerusalemme, e cosa significhi seguire lui. Bartimeo ha ricevuto il dono della vista e si incammina sulla strada di Gesù: la strada che porta a Gerusalemme» (Donahue – Harrington).

Giulio Michelini

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Scrivi su un foglietto 3 obiettivi che vorresti raggiungere in questa settimana. Allo scadere della domenica, “misura” la perseveranza che hai impiegato nel raggiungerli.

Te lo sei mai chiesto?

1. Hai un “sogno nel cassetto”? Qual è?

2. Su cosa fai affidamento per realizzare i tuoi sogni?

Salesians of Don Bosco: il cortometraggio per la 150esima Spedizione missionaria

In occasione della 150° Spedizione Missionaria celebrata lo scorso weekend,  i Salesians of Don Bosco pubblicano sul loro canale YouTube Salesian Mission un cortometraggio animato che spiega ai più piccoli tutti gli avvenimenti e le date che hanno caratterizzato le missioni salesiane avviate da Don Bosco.

Celebrazione della 150° Spedizione Missionaria – Harambée 2019

Si riporta l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS in merito alla celebrazione dell’Harambée 2019 e la 150° Spedizione Missionaria che si è svolta lo scorso weekend a Valdocco.

(ANS – Torino) – Il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ha presieduto ieri, 29 settembre, la celebrazione eucaristica della 150° Spedizione Missionaria, durante la quale ha consegnato la croce missionaria a 36 salesiani e 13 Figlie di Maria Ausiliatrice, alla presenza del suo Vicario, don Francesco Cereda, del Consigliere Generale per le Missioni, don Guillermo Basañes, la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat e suor Alaíde Deretti, Consigliera per le Missioni.

Il Rettor Maggiore di fronte alla statua di Don Bosco nel cortile della Basilica di Maria Ausiliatrice, insieme ai 36 neo-missionari SDB della 150° Spedizione, ha iniziato a preparare il terreno per lanciare l’appello missionario per il 2019, che farà, come ogni anno, per la festa dell’Immacolata, l’8 dicembre. Attorniato dai missionari salesiani della 150° Spedizione, il Rettor Maggiore ha voluto lanciare un appello a tutti i salesiani del mondo, da questo cortile che ha visto gli inizi della nostra famiglia ed il consolidarsi del carisma salesiano.

Il momento immediatamente precedente ha visto, nel teatro dell’Oratorio di Valdocco, la presentazione molto giovanile e mediatica delle 12 neo-missionarie FMA, da parte di suor Alaíde Deretti, Consigliera per le Missioni, e dei 36 neo-missionari SDB, da parte di don Guillermo Basañes, Consigliere Generale per le Missioni), in tre gruppi di “12 apostoli”. Molto vivaci le interviste registrate di alcune missionarie ed alcuni missionari. L’evento è stato trasmesso in diretta da Rete 7 e su vari canali Facebook.

Nella celebrazione eucaristica, durante l’omelia, il Rettor Maggiore ha sottolineato il fatto che oggi è un giorno di grande festa per la Congregazione, l’Istituto e per la Chiesa, in questa 150° Spedizione Missionaria, 144 anni dopo la prima spedizione del 1875, senza interruzioni, anche durante i due terribili conflitti mondiali.

Don Á.F. Artime ha evidenziato un punto interessante. Nell’ufficio del Consigliere per le Missioni, si trova il Libro dei Missionari, che registra 9.542 missionari salesiani inviati dai Rettori Maggiori, da questa Basilica, nelle 150 Spedizioni… Pare che il numero reale totale degli inviati sia più di 10.400. Le nostre Congregazioni sono riconosciute per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani… Però, con tali numeri, siamo davvero un Istituto ed una Congregazione missionari. Il fuoco d’amore per Gesù non ci ha permesso di restare chiusi tra quattro mura.

Il punto più importante è proprio che Gesù si trova al centro della nostra vita: Dio ci chiama e ci invia… per condividere la vita, per donare… Per testimoniare Gesù con la vita, con l’esempio della carità, con un grande rispetto per la diversità di ognuno…

La risposta salesiana al mese missionario straordinario – ottobre 2019, lanciato da Papa Francesco, è questo invio missionario, per arricchire la presenza di Gesù in tutti i continenti, meno l’Australia questa volta.

Il Rettor Maggiore, durante l’omelia, ha poi presentato tre esempi di testimoni particolari, poiché il mondo vuole testimoni e non docenti/insegnanti.

Mons. Marcello Melani: italiano di origine, per tanti anni missionario in Argentina. Una volta concluso il suo servizio come vescovo in Patagonia (diocesi di Neuquén), è tornato all’Ispettoria a cui apparteneva ed ha fatto il parroco ed il catechista. Si è sentito pronto a rispondere all’appello del Papa e del Rettor Maggiore, e la sua disponibilità è stata accolta. Andrà in Perù.

Don Bashir Souccar: siriano, 71 anni, esperto nel fare oratorio con i musulmani. Dall’Ispettoria MOR si è reso disponibile e andrà in Tunisia… a portare la gioia dell’oratorio, specialmente tra i giovani musulmani.

Don Germain Plakoo-Mlapa: togolese, è stato presente al martirio sia di don César Antonio Fernández (febbraio 2019) che di don Fernando Hernández (in maggio 2019), avvenuti in Burkina Faso, era accanto a entrambi… Non sa perché non sia stato ucciso anche lui. Ora è qui, sta recuperando ed ha il cuore pieno di serenità e pace, perché ha saputo perdonare e continua a vivere con il cuore pieno di Gesù e del suo amore.

Ecco la testimonianza di vita al di là delle parole.

di don Gianni Rolandi, sdb

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