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Oratorio Michele Rua: Il ragazzo di Barriera che battè Kobe e in premio ebbe le sue «Crazy 8»

Nel lontano 1997, un educatore dell‘oratorio salesiano Michele Rua, Dario Licari sfidò ad un torneo il campione di basket Kobe Bryant recentemente scomparso in un tragico incidente, il quale gli promise che se avesse vinto gli avrebbe regalato le sue famose scarpe, le Crazy 8 dell’Adidas. Oggi quell’educatore ne conserva il ricordo insieme ad una foto scattata quel giorno.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato oggi sul “Corriere della Sera“.

Per i collezionisti di sneakers, le Crazy 8 sono le prime scarpe indossate da Kobe Bryant in campionato. Anno 1997, quelle Adidas raccontano lo scomparso asso dei Lakers prima del successo. Ma per Numinato «Dario» Licari, 45 anni, educatore dell’oratorio Michele Rua, le Crazy 8 sono la prova che non è inventata la leggenda del ragazzo di Barriera di Milano che battè il campione.
Per gli adolescenti di inizio Duemila, l’Adidas Streetball era l’appuntamento che segnava l’inzio dell’estate. Un torneo «griffato» capace di radunare migliaia di giovani da tutto il Piemonte. Col basket come pezzo forte e i canestri montati al Lingotto.

«Io ho partecipato a tre edizioni. Nel 1997 con i miei amici dell’oratorio c’eravamo iscritti al torneo di calcio. Siamo arrivati in finale, con la squadra: “Numi il rabbino e i suoi discepoli”. Nome ispirato ai miei capelli di allora».

A 23 anni Licari è uno sportivo, ma ancora di più un personaggio.

«Avevo le treccine, giravo per gli stand con un cappello da vichingo e un cartello con su scritto “Applausi” e “non vi sento”».

Che gli ha permesso di arrivare alle finali internazionali di Milano senza aver vinto sul campo.

«Mi assegnarono il premio simpatia, il riconoscimento “rivelazione della tappa”, ricorda, e l’invito per Milano».

Per Licari, oggi consigliere di Circoscrizione 6, quel viaggio ha un finale inaspettato.

«Dovevo fare l’animatore, c’erano 10 mila ragazzi da tutto il Mondo», racconta.

Fino alla partita che non t’aspetti.

«Prima della gara delle schiacciate, organizzarono una partitella tra star. Siccome ne mancava uno, mi sono unito. Io ho giocato con il padre di Bryant, nell’altra squadra c’erano Meneghin e il giovanissimo Kobe».

Quell’estate, il ragazzo dei Lakers non è ancora il Black Mamba della storia della pallacanestro. A maggior ragione in Italia dove il basket era uno sport per pochi e difficile da vedere in tv.

Non c’erano internet e smartphone. Ma una foto racconta quell’amichevole in cui davanti a migliaia di ragazzi, un giovane di 23 anni di Barriera ha annichilito Kobe.

«Mi sono presentato in inglese al giovane Bryant. Ma lui mi ha risposto in italiano lanciandomi una sfida. Se gli avessi fatto un canestro, mi avrebbe regalato qualcosa. Io ho puntato, da buon ragazzo di Barriera, subito alle scarpe. Lui ha accettato. Il resto? È storia».

Primo pallone, Licari deve avviare

l’azione ma, invece di passarlo, fa due-tre passi verso il centrocampo e indovina il tiro della vita.

«È scoppiato un boato incredibile, aggiunge. Poi, Kobe diede spettacolo e fece vedere le sue famose schiacciate».

Ma la sfida aveva
un altro vincitore.

«Preferivo il calcio, ma ero un amatore del basket. Quando arrivavo in oratorio, molte volte per primo, mi mettevo a palleggiare da solo. Ho sempre avuto un’abilità, per non dire altro, per le “bombe” da tre. E, quella volta, non mi sono tirato indietro».

Un canestro diventato leggenda.

«In quartiere, i truzzi di Barriera mi chiamavano quello che aveva “battuto Bryant”. Poi, negli anni, la storia è stata dimenticata e qualche volta la racconto ai bambini dell’oratorio dove lavoro ancora. Quasi non ci credono».

E le scarpe?

«Le ho conservate. Anche se hanno un numero improponibile. Ho provato a indossarle ma, anche con
due calze, mi stanno troppo larghe».

Licari mostra le Crazy 8 come una reliquia.

«Eravamo giovani e spensierati. Sono dispiaciuto per la morte di Bryant. Oggi mi ha scritto un amico d’infanzia che non abita in Italia. Abbiamo sorriso con tristezza ricordando quel giorno».

Oratorio Salesiano Michele Rua: Gita estiva a Pracharbon 2020

L’Oratorio Salesiano Michele Rua organizza per l’estate prossima la gita di sette giorni nel mese di luglio in montagna nella Casa Alpina di Pracharbon, durante la quale i ragazzi dalla 4° elementare alla 3° media potranno vivere momenti di gioco e attività formative insieme ai propri formatori e animatori.

Si riporta l’articolo pubblicato dal sito dell’opera.

UNA PROPOSTA PER TE!
ALLEGRIA, AMICIZIA, GIOCO… CON LO STILE DI DON BOSCO

Ecco che cosa è per noi il soggiorno a Pracharbon… anzi… il Campo di Pracharbon,  come ci piace chiamarlo!

Vivere l’esperienza della montagna, con i propri amici e amiche, con la guida e la presenza di animatori che hanno a loro volta vissuto la stessa esperienza anni prima, accompagnati da quella familiarità ed equilibrio che sono propri dello stile di don Bosco, ha ancora oggi un valore unico e difficilmente sostituibile.

Nella favolosa cornice della Casa Alpina di Pracharbon, nel corso di sette giorni, ricchi  di gioco, di attività, guidati da un tema che orienta tutti i momenti formativi, si scopre la bellezza dello stare insieme, e si creano e si consolidano relazioni e valori che hanno poi il loro riflesso nella quotidianità, quando ciascuno torna alle proprie case.

Ma soprattutto danno cuore pronto e mente attenta per vivere “al top” l’oratorio di don Bosco.

Allora che dire di più? TI ASPETTO!
Il Direttore, don Mauro

Il Programma – Da lunedì 13 a domenica 19 luglio 2020

  • Partenza ore 9.30 con bus
  • Festa con i genitori domenica 12 luglio
  • ore 11 S. Messa
  • ore 12.30 pastasciutta offerta dall’Oratorio – (Per il resto, ogni famiglia è invitata a portare qualcosa da condividere)
  • Rientro a casa in auto

Salesiani Michele Rua: il lancio dell’anno 2020 sulla neve

L’Oratorio salesiani Michele Rua inizia l’anno nuovo con il campo invernale a Cesana Torinese, svoltosi dal 2 al 5 gennaio 2020. Si riporta di seguito l’articolo gentilmente fornito alla nostra Redazione e redatto da un giovane partecipante al campo invernale dell’oratorio Michele Rua.

L’Oratorio Michele Rua ha iniziato l’anno 2020 trascorrendo qualche giorno al campo invernale organizzato presso la casa alpina salesiana di Cesana Torinese assieme ai vari gruppi formativi (dalla prima superiore fino agli universitari) ed alcuni membri del centro diurno. I giovani che hanno partecipato sono stati più di 30. La partenza è avvenuta subito dopo aver smaltito la festa di capodanno, il 2 gennaio, ed il ritorno alla base è avvenuto il 5 gennaio.

Il cammino spirituale è stato introdotto dalla visione del film CONTROMANO di Antonio Albanese che è poi stato analizzato in un secondo momento attraverso un approfondimento delle diverse tematiche: cambiamento di una persona; diversità e l’immigrazione.

I momenti di festa e di divertimento non sono certo mancati: sono state organizzate infatti due uscite, una al Monginevro dove si sono sperimentati i classici bob ed anche quelli elettrici più tecnologici in discese memorabili che finivano in grandi rotolamenti sulla neve; un’altra uscita si è svolta invece a San Sicario dove gli slittini e i bob erano anche più improvvisati con teli e sacchi neri… una giornata piena di sana allegria.

Il motivo per cui l’Oratorio Salesiano Michele Rua ha deciso di lanciare l’anno 2020 è semplice: “qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”.

Michele Carpignano

 

“C’è da non crederci” – Il grande musical ritorna all’Oratorio Salesiano Michele Rua

Grande successo al Teatro Monterosa per il musical “C’è da non crederci”, lo spettacolo messo in scena dall’Oratorio Salesiano Michele Rua in questi ultimi giorni di novembre. Si riporta di seguito l’articolo gentilmente fornito alla nostra Redazione da parte dell’Oratorio Michele Rua.

C’è da non crederci…davvero!

L’oratorio Salesiano Michele Rua nell’anno 2019 si è messo in gioco portando al teatro Monterosa “C’è da non crederci”, uno spettacolo che è partito tutto da un sogno che è diventato realtà.

Il musical è stato realizzato da oltre 80 giovani dell’oratorio coinvolgendo anche i ragazzini delle elementari e medie. È stato portato in teatro ben cinque volte in un anno: il 2-3 febbraio e il 23-24-25 novembre, aggiornando e adeguando il copione con dialoghi più moderni.

Questo spettacolo è stato realizzato per portare agli spettatori un frammento di storia della vita di Don Bosco. Lo scopo più importante però è stato quello di unire tutti i ragazzi dell’oratorio in un’attività in comune che può far del bene al prossimo. Questo musical, infatti, ha portato con sé un messaggio molto bello sia per i ragazzi che per gli adulti, ossia che esiste un modo sano e cristiano di condividere un’esperienza divertente e formativa coinvolgimento i ragazzi, come si faceva anche ai tempi di Don Bosco.

Tale Recital su Don Bosco ha origini lontane nel nostro oratorio: già a maggio del 1989, dopo solo un anno dal debutto nazionale dei giovani dell’oratorio di Udine, veniva messo in scena dai giovani del nostro oratorio di allora, in occasione della manifestazione “Insieme verso il futuro”, alla presenza del Rettor Maggiore Don Egidio Viganò che ringraziò il Signore per i settant’anni di Oratorio di Don Bosco nel quartiere Barriera di Milano. Molti dei ragazzi di allora, che animavano lo spettacolo, hanno potuto oggi rivivere lo stesso entusiasmo di quel tempo, tornando ad essere giovani “nel cuore” per qualche ora. Alcuni di loro, infatti, hanno così potuto vedere i propri figli interpretare quei personaggi che  a loro volta interpretarono 30 anni fa.

Oratorio Michele Rua: “C’è da non crederci”

L’Oratorio Salesiano Michele Rua, per il 23-24-25 novembre prossimi, invita a partecipare all’iniziativa del Musical dedicato alla vita di Don Bosco. “C’è da non crederci… is back!

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dal sito dell’opera.

23 e 24 novembre (e 25 novembre per le scuole)….. Grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto e ci hanno aiutato, gli ottanta giovani (anagrafici e nel cuore) tornano a calcare le scene del musical che racconta in modo speciale la storia di don Bosco… storia fatta di passione, fede, intraprendenza, coraggio, giovani e ragazzi…. una storia concreta e ancora nuova nonostante siano passati quasi centocinquant’anni…

Vi aspettiamo!!!

Torino… 1800… migliaia di ragazzi in cerca di lavoro, soli, abbandonati (GUARDA CHE BUIO), sfruttati, preda di delinquenza. Don Bosco vede OCCHI TRISTI dietro quei volti che visita in carcere (C’È UN PRETE) e vuole scommettere su di loro (SE TROVASSERO).

…Li aveva già visti in sogno a 9 anni (LUPI) quando intravede la sua missione: da lupi trasformarli in agnelli “con la mansuetudine e la bontà” (GIOCOLIERE DI DIO).

L’8 dicembre 1841, novello sacerdote, incontra BARTOLOMEO Garelli, nella sacrestia di San Francesco d’Assisi e, da un’Ave Maria recitata insieme, inizia la sua opera a favore dei giovani.

Nel giro di pochi mesi (C’È DA NON CREDERCI) i ragazzi diventano migliaia e le difficoltà per accoglierli aumentano (PRATO DI DOLORE).
Ma la Provvidenza, tramite un semplice commerciante di soda, PANCRAZIO Soave, non lo abbandona e casa Pinardi è per loro.

Estate 1846: don Bosco è sfinito, “ogni suo respiro è per i giovani”, e si ammala gravemente. I suoi ragazzi levano al cielo preghiere e si turnano per vegliarlo (SIGNORE NON FATELO MORIRE).

Il Signore li ascolta, Don Bosco guarisce e si consacra al bene dei giovani. Più volte si “intrufola” tra quelli che giocano a soldi, glieli prende e scappa verso Valdocco (PRETE LADRO)… li fa sentire amati e molti di loro lo seguono.

Anche Mamma Margherita, la sua mamma, non gli nega il suo aiuto e si dedica a quei “ragazzi scalmanati” che giocano alla guerra (CHILDREN’S MARCH) e che, tra una corsa e l’altra, le devastano l’orto. È stanca, ma per amore di suo figlio e di Gesù gli rimane accanto (NON ANDARE).

Non tutti sono dalla parte di Don Bosco, alcuni lo trovano un prete scomodo e rivoluzionario. Subisce diversi attentati, ma ha un difensore: un cane che don Bosco chiamerà GRIGIO.

L’opera si ingrandisce… da solo non ce la fa: nel dicembre 1859 chiede ai ragazzi più grandi di stare con lui: “Ci chiameremo Salesiani, in onore di San Francesco di Sales”. Tutti accettano (FRATE O NON FRATE): è l’inizio di una storia che abbraccerà tutto il mondo.

Anche quando a Torino scoppia il colera, i Salesiani non si tirano indietro (NEL BORGO DORA C’È LA MORTE): nessuno dei suoi ragazzi muore soccorrendo e aiutando i malati.

La famiglia Salesiana si ingrandisce sempre di più: oltre ai ragazzi Don Bosco pensa anche alle ragazze, dopo aver conosciuto DOMENICA Mazzarello a Mornese.

Torino… Italia… Mondo.
Novembre 1875 parte la prima spedizione missionaria: destinazione Patagonia, Argentina del Sud (È AMORE).

31 GENNAIO 1888
Don Bosco è “un vestito ormai logoro” e saluta i suoi ragazzi promettendo di aspettarli in Paradiso.

Lo piangono i suoi salesiani, i suoi giovani e tutta la città di Torino.
Il suo cuore però batte ancora in 134 nazioni,
e 30 famiglie religiose… migliaia di amici di Don Bosco hanno capito la sua santità: LA GIOIA NEL QUOTIDIANO.

“Basta che siate giovani perché io vi ami”… mettersi in gioco, amare i più piccoli e indifesi, trasmettere l’Amore di Dio perché si possano aprire GIOVANI ORIZZONTI.

Oratorio Michele Rua: “C’è da non crederci” – Musical su Don Bosco

L’Oratorio Salesiano Michele Rua è lieto di annunciare l’appuntamento del musical “C’è da non crederci“, lo spettacolo diretto e interpretato dai ragazzi dell’oratorio dell’opera su don Bosco, andato in scena per la prima volta lo scorso febbraio e a grande richiesta replicato in due date di novembre:

  • Sabato 23 novembre, ore 21.00.
  • Domenica 24 novembre, ore 15.30.

Informazioni

Biglietto unico 5,00€.

Prevendita presso la biglietteria del Teatro Monterosa: dal lunedì al venerdì ore 17.00-19.00 e negli orari di programmazione teatrale e cinematografica.

Via Brandizzo 65, Torino.

70 candeline per la Scuola Media Salesiana Michele Rua

Quest’anno la Scuola Media Salesiani del Michele Rua festeggia 70 anni. Si riporta l’articolo pubblicato sul sito dell’Opera.

Buon compleanno Scuola Media Michele Rua!

Quest’anno la festa della comunità dell’Opera si arricchisce di un’occasione speciale, per i primi 70 anni della Scuola Media.

Aperta nel 1949 come scuola di avviamento al lavoro, nell’immediato dopo guerra e in un periodo difficile per una Torino pesantemente colpita dal secondo conflitto mondiale, è diventata presto un punto di riferimento per il quartiere nascente.

Con la riforma scolastica, diventa scuola media, e ora secondaria di primo grado, licenziando (così si dice, parlando di chi sostiene gli esami) quasi 5000 allievi in settant’anni. A tutti loro, e alle loro famiglie, e a tutti i nostri affezionati oratoriani e parrocchiani rinnoviamo l’invito a partecipare ad una giornata di festa e di festeggiamenti, che vedrà coinvolti i giovani dell’oratorio, ma anche e soprattutto gli attuali allievi della scuola e… qualche allievo che “ha fatto strada”!!! Perdonate! non possiamo svelarvi proprio tutto ora!

Apriremo il nuovo anno pastorale con una marcia in più e una gioia rinnovata di lanciare in avanti quest’Opera, che dedica da quasi un secolo risorse e idee sull’educazione in stile salesiano… Opera che è luce nel nostro quartiere; e lo faremo anche e soprattutto richiamando lo slogan che accompagnerà tutte le Case del Piemonte e della Valle d’Aosta: puoi essere santo #lìdovesei!

Vi aspettiamo!!!

Oratorio Michele Rua – Concorso fotografico

Si riporta la proposta di un concorso fotografico da parte dell’oratorio salesiano di Torino, il Michele Rua, valido per tutto il periodo estivo e che vedrà eletti i vincitori durante la Festa della Comunità di domenica 6 ottobre 2019.

“Una cartolina da …”

Se sei un appassionato di fotografia, oppure semplicemente di diverti a inquadrare persone e paesaggi… se hai una vena artistica, oppure hai un occhio attento ai particolari… se riesci a fare la foto giusta al primo colpo, oppure al trentesimo scatto, sei la persona giusta per partecipare al concorso “Una cartolina da…” dove potrai esporre due delle tue foto migliori che realizzerai nel corso dell’estate, farle votare e magari anche essere tra i migliori che parteciperanno alla votazione finale, che si svolgerà durante la Festa della Comunità di domenica 6 ottobre 2019.

Scarica il regolamento…. e poi… devi solo cliccare sulla tua macchina fotografica!!!

 

C’è da non Crederci! – Musical al Michele Rua

In occasione della Festa di don Bosco, 31 gennaio, l’oratorio salesiano Michele Rua di Torino ha organizzato un musical dal titolo: “C’è da non crederci!“. Andrà in scena presso il Teatro Monterosa nelle date di sabato 2 (Ore 21,00) e  domenica 3 (Ore 15,30) febbraio 2019.

Dopo un lavoro iniziato nel marzo 2018, i ragazzi e i giovani dell’Oratorio Salesiano Michele Rua festeggeranno don Bosco portando in scena il musical “C’è da non crederci” i prossimi 2 e 3 febbraio.

Il Teatro Monterosa ospiterà le due rappresentazioni, interamente dal vivo, di uno spettacolo che, presentato la prima volta alla fine degli anni ’80, ha lasciato il segno e che ha ben descritto l’opera e il lavoro del Santo dei Giovani. Così bene che tutto il lavoro di preparazione dello spettacolo è stato anche motivo di formazione e occasione di crescita per coloro che vi hanno partecipato: scoprendo così i primi passi del novello prete don Bosco nelle carceri di Torino, la sua malattia, il suo essere parte attiva nella vita della Torino dell’Ottocento, quando ad esempio, citando un caso tra tutti, contribuì con i suoi giovani ad aiutare la città vittima del colera…

Parlare di don Bosco continua a suscitare emozioni e interesse, ed è particolarmente interessante farlo attraverso una forma d’arte alla quale lo stesso don Bosco ha fatto spesso ricorso nella sua attività.

Prove di canto e di recitazione, coro, musica e arrangiamento, scenografia, danza, costumi, per arrivare al “trucco e parrucco”, sono tanti gli aspetti che hanno coinvolto i ragazzi, ma anche papà, mamme e nonni, che da dietro le quinte si sono mossi (e si muoveranno) ciascuno con le proprie competenze e le capacità. Una famiglia di oltre settanta elementi che, infaticabile, si sta preparando per dare il meglio, e trasmettere al pubblico il cuore del messaggio di don Bosco, la passione educativa, il desiderio di restare giovani nel cuore, con i piedi a terra, ma lo sguardo sempre rivolto al cielo… proprio perché tutti possano dire: c’è da non crederci!

Inizio anno oratoriano al Michele Rua!

Si segnala, qui di seguito, l’ufficiale comunicazione della ripresa attivtià oratoriane presso l’oratorio Michele Rua di Torino:

Vi aspettiamo tutti, ma proprio tutti tutti… domenica 7 per ottobre iniziare insieme il nuovo anno oratoriano e pastorale. Un anno che inaugura il triennio che ci prepara ai primi cento anni del Michele Rua, e che vedrà partire alcune interessanti proposte… ma… tutto a suo tempo!