Ritrovo partiti 2023 a Valdocco

Domenica 3 settembre 2023 si è svolto, presso la Comunità Proposta della Pastorale Giovanile a Valdocco, il ritrovo dei gruppi che hanno fatto un’esperienza missionaria questa estate, rispettivamente a Makuyu in Kenya e Palabek in Uganda.

L’incontro è stata un’occasione per ritrovarsi, dopo una settimana dal ritorno, e condividere la bellezza dell’esperienza vissuta.

Dopo un breve momento di accoglienza, abbiamo vissuto la celebrazione eucaristica per ringraziare del dono della chiamata ricevuta da ciascuno a vivere questa esperienza in missione e per chiedere la Grazia necessaria a percorrere il cammino nella vita quotidiana.

Successivamente , i gruppi hanno avuto modo di riflettere sul valore profondo che la missione ha avuto e sul desiderio di cambiamento che ne è nato, ascoltando la testimonianza di tutti per condividere il bene ricevuto.

“Sono stato dono, mi sono donato alle persone che ho incontrato ma anche la missione stessa, è stata dono”

-Animatore a Palabek (Uganda)

 

“In questa esperienza ho visto tanti esempi di umiltà che mi hanno fatto riflettere”

-Animatore a Makuyu (Kenya)

 

“La missione mi ha consegnato dei nuovi occhiali con cui vedere me stesso e vedere il mondo che mi sta intorno anche grazie ai miei compagni di viaggio”

-Animatore a Makuyu (Kenya)

 

Mandato missionario 2023: il 24 settembre a Torino-Valdocco

Domenica 24 Settembre verrà consegnata la croce missionaria ai 24 salesiani coinvolti nella 154esima spedizione missionaria salesiana per mano del Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime.

La spedizione missionaria avverrà all’interno della celebrazione eucaristica, presieduta dal Rettor Maggiore a Valdocco, presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino alle 12:30.

I membri della 154° Spedizione Missionaria Salesiana, nello specifico sono:

  • Shivraj BHURIYA, dall’India (Ispettoria di Mumbai – INB) alla Slovenia (SLO);
  • Thomas NGUYEN QUANG QUI, dal Vietnam (VIE) alla Gran Bretagna (GBR);
  • Dominic NGUYEN QUOC OAT, dal Vietnam (VIE) alla Gran Bretagna (GBR);
  • Jean Bernard Junior Gerald GUIELLE FOUETRO, dalla Repubblica del Congo (Ispettoria Africa Congo Congo – ACC) alla Germania (GER);
  • Blaise MULUMBA NTAMBWE, dalla Repubblica Democratica del Congo (Ispettoria Africa Centrale – AFC) alla Germania (GER);
  • don Michael CEBULSKI, dalla Polonia (Ispettoria di Cracovia – PLS) alla Lituania (Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta – ICP)
  • il sig. Kerwin VALEROSO, dalle Filippine (Ispettoria delle Filippine Nord – FIN) alla Circoscrizione Nord Africa (CNA);
  • il sig. Joseph NGO DUC THUAN, dal Vietnam (VIE) alla Circoscrizione Nord Africa (CNA);
  • don Domenico PATERNÒ, dall’Italia (Ispettoria Sicula – ISI) alla Circoscrizione Nord Africa (CNA);
  • David BROON, dall’India (Ispettoria di Tiruchy – INT) all’Albania (Ispettoria dell’Italia Meridionale – IME);
  • Elisée TUUNGANE NZIBI, dalla Repubblica Democratica del Congo (Ispettoria Africa Centrale – AFC) all’Albania (Ispettoria dell’Italia Meridionale – IME);
  • don George KUJUR, dall’India (Ispettoria di Dimapur – IND) al Nepal (Ispettoria di India-Calcutta – INC);
  • Soosai ARPUTHARAJ, dall’India (Ispettoria di Chennai – INM) alla Romania (Ispettoria dell’Italia Nord Est – INE);
  • John the Baptist NGUYEN VIET DUC, dal Vietnam (VIE) alla Romania (Ispettoria dell’Italia Nord Est – INE);
  • il sig. Mario Alberto JIMÉNEZ FLORES, dal Messico (Ispettoria di Guadalajara – MEG) alla Delegazione del Sudan del Sud (DSS);
  • Sarathkumar RAJA, dall’India (Ispettoria di Chennai – INM) allo Sri Lanka (LKC);
  • Lyonnel Richie Éric BOUANGA (dalla Repubblica del Congo (Ispettoria Africa Congo Congo – ACC) alla Visitatoria di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone (PGS);
  • Joshua TARERÉ, dalla Papua Nuova Guinea (PGS) alla Delegazione del Sudan del Sud (DSS);
  • Nomenjanahary François MINO, dal Madagascar (MDG) alla Visitatoria di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone (PGS);
  • Jean KASONGO MWAPE, dalla Repubblica Democratica del Congo (Ispettoria Africa Centrale – AFC) al Brasile (Ispettoria di Brasile-Porto Alegre – BPA);
  • Khyliait WANTEILANG, dall’India (Ispettoria di Shillong – INS), al Brasile (Ispettoria di Brasile-Porto Alegre – BPA);
  • don Joseph PHAM VAN THONG, dal Vietnam (VIE) al Sudafrica (Visitatoria dell’Africa Meridionale – AFM);
  • don Miguel Rafael Coelho GIME, dall’Angola (ANG) al Mozambico (MOZ);
  • Klimer Xavier SANCHEZ, dall’Ecuador (ECU) al Mozambico (MOZ).

Ci impegniamo, in questo mese di settembre, a sostenere con la preghiera la preparazione dei missionari.

Esperienze Missionarie 2023: il racconto di Palabek, Uganda

Un desiderio, una chiamata, la partenza: destinazione Palabek, Uganda.

Un anno di percorso, intitolato “Nel cuore del mondo”, per sensibilizzare su diversi temi che gravitano attorno al concetto di Missione.

Dicembre 2022 la fatidica scelta di voler dedicare l’intero mese di Agosto ai più poveri in un posto molto lontano da casa.

Febbraio 2023 una chiamata al telefono: i responsabili comunicano personalmente la destinazione scelta e il gruppo con cui partire. Sì, perché non si sceglie dove andare e con chi andare, ma ci si affida completamente. Il resto sarà Lui a farlo.

Così è stato: destinazione Uganda, campo profughi di Palabek. 7 ragazzi tra i 20 e i 30 anni e 2 accompagnatori Salesiani.

La data della partenza sembra distante, ma la quotidianità frenetica in men che non si dica ti catapulta a quella calda domenica del 30 luglio. Finalmente si parte e il desiderio di calpestare la famosa “terra rossa” diventa incontenibile.

Partenza da Malpensa, scalo al Cairo e arrivo ad Entebbe, sud Uganda. Quello che ci attende è un lungo viaggio verso Nord di circa 800 km che però si snellisce grazie alle tante tappe: Namugongo e le case Salesiane di Bombo e di Gulu. Dopo circa 4 giorni si arriva a Palabek.

All’orizzonte nessun campo recintato, nessun addensamento di persone in poco spazio. Tutto il contrario di quello che si pensa e si immagina quando si parla di un campo profughi.

Gli occhi meravigliati vedono un posto enorme di circa 400 km quadrati immersi in una vegetazione verde e rigogliosa.

9 zone che assomigliano a dei piccoli villaggi.

Distese di capanne collegate tra loro da strade rosse e polverose. E tra l’erba alta e fitta si iniziano a scorgere bambini, ragazzi e ragazze, donne e uomini.

Sono loro, gli 80.000 abitanti di Palabek.

L’accoglienza è grande, la comunità Salesiana ci fa sentire subito a casa. Iniziamo a conoscere meglio i missionari che, dal 2017, vivono con i profughi.

In soli sei anni hanno costruito per i giovani una scuola professionale “Vocational training center” (VTC) e per la popolazione locale 17 cappelle dove potersi riunire la domenica per celebrare la Santa Messa.

Ogni giorno portano gioia e allegria e con il carisma di don Bosco permettono a tanti giovani di avere una valida motivazione per vivere, di aspirare ad un futuro migliore e di avere dei sogni che magari un giorno possano diventare realtà.

Sulle magliette dei ragazzi del VTC si legge “Rebuldings lives”. Questo fanno i Salesiani: ricostruiscono vite. Vite distrutte dall’odio e dalla violenza della guerra che da troppi anni perseguita la popolazione del Sudan e del Sud Sudan.

Noi volontari invece siamo semplicemente chiamati a “stare”. Stare con gli animatori salesiani del posto e provare ad insegnare loro nuovi giochi o nuove modalità di animazione.

I ruoli si invertono e noi impariamo da loro. Semplicità e concretezza. Stare con i bambini e i ragazzi. Tendere loro una mano per fargli capire che, anche se il colore della pelle è diverso, siamo tutti figli di uno stesso Padre. Stare e vivere con loro.

I sorrisi e le risate non mancano, ma è proprio vero che quando si sta bene e ci si diverte il tempo passa più velocemente. Tre settimane piene a Palabek ricche di gioia e di insegnamenti.

Il momento del saluto vuole essere un arrivederci e non un addio. Magari non ci rivedremo su questa terra, ma una cosa è certa: se continuiamo a vivere come questi giorni ci rincontreremo tutti in Paradiso. Proprio come desiderava Don Bosco per i suoi ragazzi.

Ora, rientrati in Italia, inizia la vera sfida. La vera missione.

Concretizzare nella nostra società occidentale ciò che l’Africa ci ha lasciato impresso dentro al cuore non sarà facile. Ma proprio perché è una sfida non può che essere difficile.

Ci proveremo con l’aiuto di “papà God e mama Mary”, senza dimenticare che “in Don Bosco we share”.

Esperienze Missionarie 2023: il racconto di Makuyu, Kenya

30 luglio 2023, cinque giovani, due sacerdoti e una famiglia. Si parte al mattino presto, è ancora buio, destinazione: Makuyu, Kenya.

Quello che segue sono quattro settimane intense di missione, di servizio, ma soprattutto di condivisione e di grazia.

Due settimane di visite alle scuole materne della parrocchia, alle case salesiane e alle missioni presenti nella zona; tre giorni a Nairobi, per incontrare faccia a faccia la bellezza del creato, nel Safari al Nairobi Park, e l’estrema povertà, nella baraccopoli di Kibera, una delle più grandi dell’Africa, e forse del mondo; due giorni con gli animatori per preparare le attività da fare con i ragazzi, ma soprattutto per condividere la gioia di stare insieme; infine, due settimane di oratory camp in cui sperimentare la bellezza di tornare a casa stanchi e coperti di terra, ma con un sorriso sul volto che è davvero difficile fare andare via.

Abbiamo scoperto il volto di don Bosco in Africa, visitando le case salesiane di Nairobi: la casa ispettoriale, che ospita il più grande santuario di Maria Ausiliatrice dell’Africa; la casa di accoglienza per i ragazzi di strada, che aiuta i giovani a ricostruirsi un futuro onesto e dignitoso; e i centri di formazione professionale, che investono risorse per formare i giovani e aiutarli a spendersi al meglio nel mondo del lavoro, per migliorare come persone e migliorare il loro paese.

Abbiamo avuto la possibilità di incontrare una terra, una cultura, completamente diverse dalla nostra, che ci hanno chiesto di metterci in gioco, di uscire dalle nostre piccole o grandi comfort-zone e di metterci in cammino, come persone e come cristiani.

Abbandonando la comodità abbiamo ritrovato l’essenziale; abbandonando (per quanto potevamo) la sicurezza che ci dà lo scandire il tempo abbiamo ritrovato un po’ di serenità che, forse, tra la fretta e l’efficienza delle nostre giornate si era un po’ persa; abbandonando le maschere abbiamo ritrovato le nostre identità, perché davanti agli occhi di un bambino africano non puoi che essere vero.

L’Africa ci è stata maestra e da ogni persona che abbiamo incontrato abbiamo imparato qualcosa.

Dalla comunità salesiana che ci ha ospitati, e da tutte le altre comunità religiose che abbiamo visitato abbiamo imparato l’accoglienza, quella vera, quella che ti fa sentire a casa anche se la tua casa è a più di 6000 chilometri.

Dagli animatori locali abbiamo imparato lo stare, non il pensare, il programmare, il progettare, ma il semplice stare con i ragazzi perché quella è la parte migliore.

Dai missionari, in particolare don Felice Molino, Giorgio Conte e suor Liliana, abbiamo imparato il coraggio e l’umiltà di lasciare tutto, rimboccarsi le maniche e fare quello che c’è da fare.

Dalle persone comuni che abbiamo avuto il privilegio di poter incontrare, a messa, nelle case, per la strada, abbiamo imparato la fede, la fede di un popolo che grida a pieni polmoni la bontà di Dio ogni volta che può.

Dai bambini, dai tantissimi bambini del Kenya, abbiamo imparato forse la cosa più importante: che il paradiso esiste.

Esiste nelle manine di terra rossa sui vestiti e nelle risate che riempiono l’aria, anche quella più pesante, anche quella di una baraccopoli; esiste nell’inventare un palloncino con un sacchetto di plastica o una macchinina con un flacone di detersivo e qualche tappo; esiste nella fiducia cieca verso chi è più grande e verso la Provvidenza di Dio, la più grande tra i grandi.