Lombriasco – Treno della memoria 2019

Di ritorno il gruppo della scuola superiore di Lombriasco da Cracovia ed in partenza il gruppo della scuola media per vivere l’esperienza del treno della memoria. Ecco le parole di Marco Casanova, direttore dell’Istituto Salesiano, con il racconto dell’attività:

Dopo il ritorno del gruppo della scuola superiore da Cracovia partirà mercoledì 6 marzo il gruppo composto dai ragazzi della scuola media che per la prima volta partecipa a questa esperienza formativa. L’attività proposta ai ragazzi delle due terze medie ha riscontrato una notevole adesione ed è iniziata di fato già da lacune settimane con gli incontri di preparazione degli educatori. Un incontro con alcuni allievi/e della scuola superiore appena ritornati ha aiutato i ragazzi della scuola media ad entrare nel clima di questa iniziativa certamente interessante per un approccio diretto alla storia e per la formazione personale.

 

Intenzione Missionaria Salesiana – Febbraio 2019

Per la tratta delle persone.

Per l’accoglienza generosa delle vittime della tratta delle persone, della prostituzione forzata e della violenza. I Salesiani in diverse parti del mondo sono impegnati nella prevenzione e nella accoglienza di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, vittime dello sfruttamento e della tratta. Preghiamo per queste presenze affinché siano una cura alle ferite, una famiglia dove s’impara e si sperimenta l’amore vero e una speranza per un futuro

 

 

Week end missionario – L’incontro con “l’altro”

Si è svolto nel week end del 9 e 10 febbraio 2019, l’incontro del corso partenti con tutti i giovani che si stanno interrogando e formando per capire come gestire un’esperienza missionaria o semplicemente per capire se sono pronti o meno per vivere un’esperienza cosi forte.

Ecco qui di seguito le parole che arrivano dei componenti dell’equipe di animazione missionaria per riassumere le due giornate vissute:

Lasciare spazio alla domanda e allo stupore, rileggere la propria storia attraverso lo sguardo degli altri e non fare delle proprie abitudini una gabbia che ci fa percepire come sbagliato tutto ciò che esce dai nostri schemi.

Nell’incontro interculturale siamo chiamati a far nostri questi atteggiamenti se desideriamo davvero non essere solo una accozzaglia di persone dalla lingua e dal colore della pelle diverso ma un giallo e un rosso che diventano arancione, un verde e un blu che diventano viola.

Pierluigi Dovis, direttore dell’ufficio diocesano della Caritas di Torino, ci ha infatti raccontato che diventare altro da sé non vuol dire assimilarsi ma mantenere la differenza e farne punto di partenza per superare la rigidità della nostra identità. Identità che nell’incontro con un tu si arricchisce di un tassello del mosaico che va a comporre la nostra storia.

Incontrare i minori non accompagnati della comunità del San Luigi e i giovani della movida del sabato sera a Torino ha permesso ai ragazzi del corso partenti di sperimentare la fatica del lasciarsi trasformare in prima persona dalla relazione con l’altro. Per quanto diverse e all’apparenza lontane, le nostre storie sfregano tra loro e il grido che ciascuno di noi ha dentro di sè rimarrebbe eco infinito se non permettessimo a un altro di salvarci.

Che bellezza, alla fine, riscoprirci nuovi, più ricchi e meno soli.

Giornata Mondiale contro la Tratta – Quaranta milioni di schiavi

In occasione della Giornata Mondiale contro la Tratta che si celebra ormai da 4 anni nella giornata di oggi, 8 febbraio, proponiamo un articolo proveniente da “Il Corriere della Sera”.

Regalano il proprio corpo, lavorano senza salario per ripagare debiti che non verranno mai saldati, puliscono case per riconquistare il passaporto. Gli schiavi del terzo millennio sono milioni. Quaranta, secondo alcune stime.

L’ufficio dell’Onu contro droga e crimine (Unodc) ha da poco divulgato un rapporto allarmante:

«Il numero delle vittime della tratta è in aumento mentre gruppi armati e terroristi stanno trafficando donne e bambini per generare fondi e reclutare nuovi membri», si legge.

Lo sfruttamento sessuale continua ad essere la causa principale, ovvero il 59 per cento dei casi denunciati, seguito dal lavoro forzato (34 per cento). C’è un netto aumento del numero di bambini-schiavi,il 30per cento del totale: i maschi sono perlopiù destinati al lavoro forzato (50 per cento), ma anche a prostituzione, accattonaggio,reclutamento militare o piccole attività criminali; le ragazzine sono al 72 per cento condannate al mercato del sesso.

L’8 febbraio è la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta, nata per volontà di papa Francesco, cui Mani Tese dedica il convegno Nuovi muri, nuovi schiavi. Ogni nazione è coinvolta da questo fenomeno sommerso sia come Paese di origine, transito o destinazione delle vittime.

«In Europa – spiega Antonio Maria Costa, ex vicesegretario generaleOnu direttore di Unodc – oltre il 70 per cento dei casi riguarda lo sfruttamento sessuale. In Asia si tratta invece perlopiù di lavoro forzato in condizioni di servitù nei nuovi centri industriali, dove si producono merci a poco prezzo o contraffatte che poi sono vendute in Occidente, grazie a multinazionali e consumatori poco attenti a ciò che accade all’origine, ossia in Paesi come Pakistan, Vietnam, Cina. In Africa e in parte dell’America Latina è più diffusa la servitù agricola, che spesso coinvolge bambini fra i 9 e i 14 anni. Giovanissimi che nelle zone di conflitto diventano anche preda del reclutamento militare forzato».

In ogni parte del pianeta i più vulnerabili alle nuove schiavitù sono i migranti. Gli strumenti normativi a disposizione dei governi non mancano:

«Tutti gli Stati hanno aderito alla Convenzione Onu di Palermo contro la criminalità e al suo protocollo addizionale per prevenire, reprimere e punire la tratta di perso», ricorda il professore Marco Quiroz Vitale, sociologo del diritto all’Università di Milano.

In Europa circa 20mila persone all’anno entrano nei sistemi di protezione e assistenza. In attesa della nuova strategia nazionale antitratta, in Italia il dipartimento Pari Opportunità ha stanziato quasi 24 milioni per un nuovo Bando antitratta che coinvolge le Ong su tutto il territorio. I dati del 2018, che il Corriere ha avuto in esclusiva, parlano di 1914 assistiti nell’ambito dei progetti finanziati dal dipartimento, di cui 820 nuove emersioni.

Per quasi il 90 per cento sono donne, in gran parte nigeriane, l’11,23 per cento è formato da minori. Nell’88 per cento dei casi si tratta di sfruttamento sessuale ma, dicono al dipartimento, sta emergendo anche quello lavorativo di giovani asiatici maschi e continua a preoccupare il fenomeno del caporalato. I casi sospetti possono essere segnalati al numero verde 800290290.

L’illegalità italiana

Dal 2014 la Caritas opera in quei luoghi d’illegalità, dal Nord al Sud Italia attraverso i suoi presidi:

«Lo sfruttamento – spiega Virginia Sabbatini, autrice del secondo rapporto del Presidio Caritas Italiana – è comune fra i lavoratori agricoli stagionali ma colpisce anche altri settori, come l’edilizia, il settore domestico o le strutture ricettive. Spesso il fenomeno nasce da reti d’intermediazione che all’ inizio operano come un efficiente sistema di inserimento lavorativo per i migranti e di sostegno per gli imprenditori nella fase del raccolto, in mancanza di un reclutamento trasparente della mano d’opera, ma che con il tempo si trasformano in reti di sfruttamento».

Si paga per tutto, rileva il rapporto: per il trasporto, per l’alloggio e perfino per lavorare, la tariffa di «ingresso» va dai 200 ai 500 euro. L’opinione pubblica non sa, o non vuole vedere.

«C’è una fortissima distorsione fra realtà e percezione: si pensa che 1 persona su 4 in Italia sia straniera, quando è appena 1 su 10. Da qui nasce l’atteggiamento ostile», dice il professor Marco Valbruzzi, politologo all’Università di Bologna. La buona notizia? «La cultura dei diritti umani – risponde Vitale – si può costruire collettivamente. È un processo: siamo tutti insegnanti e tutti allievi dei diritti umani».

 

Pubblicazione Cagliero 11 mese di Febbraio

Si rende nota la pubblicazione del bollettino mensile di Animazione Missionaria Salesiana “Cagliero 11” del mese di febbraio. All’interno saranno presenti delle testimonianze di alcuni missionari ed un’intenzione di preghiera.

Buona lettura!

 

 

 

Bollettino Missionario gennaio 2019

È ora disponibile il Bollettino di Animazione Missionaria del mese di Gennaio 2019. Clicca qui per scaricare il pdf:

Animazione Missionaria – Terzo incontro

Si è nel weekend del 12-13 gennaio 2019, al Colle Don Bosco, il terzo incontro di Animazione Missionaria per i ragazzi che alla fine del corso avranno la possibilità di vivere un’esperienza missionaria.

Il tema centrale dell’incontro è stata la spiritualità salesiana.

Per riscoprire il carisma salesiano attraverso i nostri missionari, e grazie all’esperienza tangibile di Don Silvio Roggia.

Articolo a cura di Elena Lonardi.

La cura dei più piccoli dall’Oratorio San Luigi al Burkina Faso

Ecco un articolo pubblicato dalla casa salesiana del San Luigi (Torino) riguardo alla scelta missionaria di una catechista del centro, Loredana, che ha deciso di donare del suo tempo a favore dei bambini del Burkina Faso:

Loredana, catechista della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, ha deciso di donare un po’ del suo tempo andando a curare i bambini in Burkina Faso. Esperienza che è partita dal suo donarsi per i ragazzi dell’Oratorio Salesiano San Luigi, a loro è si è fatta vicina cercando di aiutarli nelle piccole cose della vita. Per loro si è cimentata cuoca preparando addirittura la pizza. Noi da Torino aspettiamo il suo rientro per ascoltare il racconto di ciò che sta vivendo.

Ciresoaia, un mondo nuovo!

Giovedì 15 novembre, la scuola media dell’ Istituto Salesiano di Bra ha assistito alla presentazione del viaggio di Daniela e Alessandro, due giovani volontari che l’estate scorsa sono partiti per Ciresoaia, un piccolo paesino a nord-est della Romania. Un viaggio preparato da un percorso durato tutto l’anno volto a “prepararli” a vivere l’esperienza missionaria: il corso partenti.

Ci hanno raccontato che una volta arrivati a destinazione, sono stati accolti da una moltitudine di bambini con il sorriso stampato sulle labbra e dalle loro “mamme”, le quattro suore. Per due intere settimane, hanno conosciuto ragazzini che vivevano in condizioni pessime, non avendo genitori e case di cui disporre e lavorando già. Ma nonostante queste tristi storie, sono state due settimane colme di gioia, spensieratezza e tanti giochi e laboratori creativi!

Ciò che ha colpito maggiormente i due giovani missionari è stato il vedere quei ragazzini vivere con così poco dando un importante peso alle cose essenziali, come un semplice abbraccio o un comunissimo :”Batti il cinque!”. Bambini e ragazzi che, nonostante la loro giovanissima età, hanno dimostrato che le cose che contano davvero sono i gesti quotidiani e che si può vivere una vita bella anche senza gli eccessi del mondo odierno.

Dopo aver ascoltato questa significativa testimonianza, diversi allievi hanno scritto le loro impressioni. Ne riportiamo alcune.

  • Vedere il bello della vita anche se mostra aspetti negative: essere ottimisti. Donare ai più bisognosi ci arricchisce e ci fa bene al cuore. Aiutando gli altri miglioriamo noi stessi.
  • L’impegno e la dedizione dei ragazzi. La costanza, l’amore, la fede, ma anche il fatto di dedicarsi totalmente ai ragazzi e alla loro felicità in modo molto essenziale.
  • La voglia di giocare dei ragazzi e tutti i loro sacrifici quotidiani per andare al centro che li accoglie.
  • Il sorriso delle persone di quel Paese, nonostante le condizioni di povertà e, a volte, di malattia.
  • I ragazzi, già da piccoli, erano adulti dentro.
  • I bambini già molto poveri non pensano alla povertà, ma a divertirsi e si accontentino di poco, anche solo di un sorriso.
  • I due volontari si sono sentiti a casa con tanti ragazzi, pur essendo in un posto molto povero. Ma sono rimasti molto contenti nonostante ci fosse una situazione diversa da quella che vivono in Italia.
  • Il modo con cui i due giovani hanno parlato della Romania. Come sono felici i bambini quando hanno incontrato i volontari giunti dall’Italia e quando hanno ricevuto le nostre donazioni. In queste occasioni cercherò di impegnarmi donando qualcosa.

Francesca Genta e Edoardo Cravanzola

terza media

 

Hubert Twagirayezu – Testimone diretto del progetto Palabek in Uganda

In previsione del Concerto di Natale in Vaticano avremo ospite a Torino, da lunedì 10 a giovedì 13 dicembre, il salesiano p. Hubert Twagirayezu impegnato a coordinare l’impegno nel campo profughi di Palabek in Uganda, che ospita oltre 40.000 profughi migrati dal Sud Sudan.
Si tratta di uno degli impegni più consistenti e significativi dalla Congregazione che, nel cuore di questo mega-villaggio accresciutosi attorno al suo nucleo originario nel volgere di pochi anni, porta l’attenzione educativa verso i più piccoli e gli adolescenti, proponendo ai più grandi una formazione professionale e l’avvio di attività artigiane.

A metà gennaio arriverà a Palabek il container partito dall’Italia lo scorso mese di novembre con il necessario per aprire una nuova scuola-officina che insegni ai giovani i mestieri della meccanica e dell’agricoltura di base. Le necessità di manutenzione nel piccolo-grande cosmo dei rifugiati richiede abilità e strumenti non presenti al momento, mentre la disponibilità di appezzamenti di terreno potrebbe contribuire all’autosostentamento alimentare.

Missioni Don Bosco ha “sposato” questo progetto come impegno da proporre ai suoi sostenitori in occasione delle festività natalizie 2018, e per questa ragione lo ha messo al centro dell’evento musicale che permetterà di arrivare al grande pubblico.

La presenza di p. Hubert Twagirayezu in Italia queste settimane per trovare sostegni finanziari al “progetto Palabek” ci sembra una opportunità anche per i giornalisti che desiderino dare conto di un fenomeno che spesso viene oscurato dai dati dei flussi verso l’Europa: quello della grande migrazione interna all’Africa a seguito di guerre, carestie, minacce politiche e cambiamenti climatici.

Lo stesso salesiano potrà testimoniare della ricettività dei giovani sudanesi costretti a vivere lontano dalle loro terre eppure raggiunti da un intervento educativo che contribuirà a dare una direzione diversa al loro futuro.

 

Concerto di Natale
Missioni Don Bosco
Hubert Twagirayezu