Torino – La Parrocchia Santi Pietro e Paolo in festa per i battezzati

Ecco un articolo proveniente dalla casa Salesiana di Torino, San Luigi, riguardo alla festa per tutti i bambini che sono stati battezzati nell’anno appena trascorso:

Nella cornice della festa del Battesimo di Gesù di domenica 13 gennaio, la comunità parrocchiale di Santi Pietro e Paolo ha iniziato il ciclo di incontri fra genitori con bambini da 0 a 6 anni del 2019 con una festa per tutti i bambini che sono stati battezzati nell’anno appena trascorso. Un modo, questo, per inserire il battesimo del proprio figlio nel contesto più ampio di una comunità di fede, per fermarsi anche solo per un breve istante a riflettere sulla scelta compiuta, e per gioire insieme del dono ricevuto.

A questo primo appuntamento seguiranno, durante lo svolgimento dell’anno, altri tre incontri – il 17 marzo, il 5 maggio e il 17 settembre – sempre di domenica. L’impegno richiesto è circa un’oretta dopo la Santa Messa parrocchiale delle ore 10.30. Questo è il percorso proposto dalla nostra Parrocchia di “catechesi post-battesimale”, di fatto si tratta semplicemente di un confronto fra genitori, sul modo di essere madri e padri e di vivere la fede nel periodo così delicato e impegnativo della prima infanzia dei propri figli.

Di grande ispirazione ci è stata in questo cammino una frase, scritta da un teologo serissimo, lo svizzero Hans Urs von Balthasar, ma anche molto immediata: «Chi vuole capire la fede deve meditare sul primo sorriso di un neonato». Cosa significa questa frase è ciò che ci siamo chiesti all’inizio del nostro incontro di domenica scorsa. I genitori presenti (una quindicina) hanno parlato di gioia, serenità, spontaneità, ma anche di disponibilità, apertura, dono. Il primo sorriso dei nostri bambini ci mostra in pratica cosa significa essere figli di Dio, e forse è proprio per questo che nel Vangelo di Luca (18, 15-17) Gesù dice

Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso.

Questo invito ad affidarsi a Dio come un bambino si affida al suo genitore lo abbiamo ritrovato anche in un bellissimo Salmo, il 130, che dice

Io sono tranquillo e sereno / come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia.

Abbiamo concluso l’incontro pregando questo Salmo, poi abbiamo stappato una bottiglia di spumante e abbiamo brindato insieme, dandoci appuntamento al 17 marzo.

Torino Agnelli – Programmazione festa di don Bosco

Ecco qui a seguire la programmazione delle attività dell’Istituto Edoardo Agnelli di Torino in preparazione all’imminente festa di Don Bosco del 31 gennaio:

 

  • Lunedi 21 gennaio

    Ore 10,00 – Santa Messa del Corpo di Polizia Municipale di Torino per la festa di San Sebastiano – presiede Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino.

  • Giovedi 24 gennaio

    Festa di San Francesco di Sales

    Ore 18,00 – Santa Messa con commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice, animata dai cooperatori salesiani
    Ore 20,45 – Incontro con padre Serafino Chiesa (missionario a Kami in Bolivia)

  • Venerdi 25 gennaio

    Ore 17,00 – Preghiera di don Bosco in oratorio e merenda

  • Sabato 26 gennaio

    Ore 18,00 – Santa Messa prefestiva
    Ore 21,00 – VPS Festa per i ragazzi delle scuole medie

  • Domenica 27 gennaio

    Ore 10,00 – Santa Messa – Presiede don Gianmarco Pernice
    Ore 11,30 – Santa Messa – Presiede don Serafino Chiesa
    Ore 12,30 – Pranzo comunitario (necessaria prenotazione in ufficio parrocchiale)

  • Lunedi 28 gennaio

    Ore 18,00 – S. Messa del Triduo
    Ore 19,00 – Celebrazione dei Vespri con le comunità SDB e FMA dell’Agnelli

  • Martedi 29 gennaio

    Ore 18,00 – S. Messa del Triduo
    Ore 19,00 – Celebrazione dei Vespri con le comunità SDB e FMA dell’Agnelli

  • Mercoledi 30 gennaio

    Ore 18,00 – S. Messa del Triduo
    Ore 19,00 – Celebrazione dei Vespri con le comunità SDB e FMA dell’Agnelli

  • Giovedi 31 gennaio

    Ore 8,30 – Santa Messa – Presiede don Gianmarco Pernice (messa animata dalla scuola Virginia Agnelli)
    Ore 9,30 – Santa Messa – Presiede don Claudio Belfiore (messa animata dalla scuola Virginia Agnelli)
    Ore 17,30 – Celebrazione dei Vespri
    Ore 18,00 – Santa Messa e venerazione della Reliquia (presiede don Gianni Cattane – viceparroco)

Sale Cuneo – Gennaio Salesiano 2019

Ecco un articolo proveniente dalla casa Salesiana di Cuneo riguardo alla programmazione e alla ripresa delle attività del centro, dopo le festività Natalizie, e alla preparazione alla festa di Don Bosco che celebreranno il 27 gennaio:

Terminate le tradizionali festività natalizie, con l’inizio di del nuovo anno l’attività oratoriana riparte a pieno ritmo con le iniziative della “Famiglia Salesiana” che come al solito fanno da contorno amplificano la festa liturgica di Don Bosco, che quest’anno verrà celebrata domenica 27 gennaio.

Tema degli incontri proposti quest’anno sarà il rapporto tra i giovani e la fede: un argomento questo che vuole aiutarci ad approfondire e a capire meglio le dinamiche sociali attuali che favoriscono una evidente “crisi di identità” nei ragazzi e giovani che frequentano i nostri oratori (e più in generale gli ambienti parrocchiali o cattolici) che si allontanano per periodi più o meno lunghi quasi come se gli ambienti frequentati sin ora e la “Chiesa” non avesse più niente da dire o da offrire loro.

Problema di comunicazione e linguaggio tra una Chiesa “adulta” e gli adolescenti o necessità di trovare da parte loro una propria identità lontano da quelle pre confezionate che vengono offerte loro? O ancora una competizione con un mondo adulto che forse gli sta rubando o non concedendo i giusti spazi?

Ci aiuteranno a cercare risposte e a chiarirci le idee relatori di assoluto rilievo, in grado di fornire una lettura del fenomeno più ampia, frutto di loro esperienze e professionalità di livello internazionale.

“I giovani e la fede: uno sguardo sul mondo e dal mondo” è la proposta del Gennaio Salesiano 2019 che si articolerà in 3 incontri, ciascuno dei quali, sono sicuro, offrirà ad ognuno di noi nuovi spunti di riflessione e ripensamento sul nostro “essere adulti” e sui nostri ragazzi che stanno crescendo.

Giovedì 17 gennaio – ore – 21 don Michele Ferrero “Il nuovo accordo (22 settembre 2018) che regola i rapporti tra Cina e Vaticano: politica e religione. Lo sguardo di un missionario di don Bosco”.

  • ci offrirà una serata imperniata sui nuovi rapporti della giovane Chiesa cinese con Santa Sede e Governo.
  • Sabato 26 gennaio ore 21 don Armando Matteo “Tra adulti che non vogliono crescere e giovani che non possono crescere, l’attualità di don Bosco” entrerà più nello specifico offrendoci la visione di un sociologo e teologo sulle complesse ma interessantissime dinamiche che regolano e reggono il rapporto generazionale tra giovani e adulti e, in questo contesto, la trasmissione della fede. Il relatore è autore di libri di grande interesse anche al di fuori del mondo cattolico: Tutti muoiono troppo giovani. La prima generazione incredula. La Chiesa che manca. Tutti giovani, nessun giovane.
  • Venerdì 8 febbraio ore 21, suor Maria Grazia Caputo “La sfida educativa oggi”.ci racconterà la sua esperienza di “educatrice “presso l’Ufficio dei Diritti Umani all’ONU di Ginevra.

Magnifiche possibilità per ampliare ed arricchire le nostre idee e, magari, di trovare qualche risposta o prospettiva a domande che da tempo ci frullano in testa e a cui fatichiamo a dare un senso.

Vi aspettiamo, come sempre.

L’equipe di coordinamento degli Exallievi

Altri appuntamenti.

  • Domenica 27 gennaio, Festa locale di don Bosco. Messa delle 10.30 presieduta don Enrico Stasi (Ispettore salesiano del Piemonte e Valle d’Aosta)
  • Domenica 27 gennaio, Ore 15.30 in Sala della Comunità l’Associazione Gli AnimAttori e la Compagnia del Porto dei Sogni presentano il recital Un’Invisibile Bellezza libero adattamento della fiaba de La Bella e la Bestia.
  • Dalla domenica 20 gennaio sarà disponibile un opuscolo con la biografia salesiana del nostro don Pietro Pellegrino, di cui ricorre il primo anniversario della morte il 28 gennaio.
  • Sabato 9 febbraio e domenica 10 avremo con noi don Serafino Chiesa, missionario salesiano in Bolivia.

C’è da non Crederci! – Musical al Michele Rua

In occasione della Festa di don Bosco, 31 gennaio, l’oratorio salesiano Michele Rua di Torino ha organizzato un musical dal titolo: “C’è da non crederci!“. Andrà in scena presso il Teatro Monterosa nelle date di sabato 2 (Ore 21,00) e  domenica 3 (Ore 15,30) febbraio 2019.

Dopo un lavoro iniziato nel marzo 2018, i ragazzi e i giovani dell’Oratorio Salesiano Michele Rua festeggeranno don Bosco portando in scena il musical “C’è da non crederci” i prossimi 2 e 3 febbraio.

Il Teatro Monterosa ospiterà le due rappresentazioni, interamente dal vivo, di uno spettacolo che, presentato la prima volta alla fine degli anni ’80, ha lasciato il segno e che ha ben descritto l’opera e il lavoro del Santo dei Giovani. Così bene che tutto il lavoro di preparazione dello spettacolo è stato anche motivo di formazione e occasione di crescita per coloro che vi hanno partecipato: scoprendo così i primi passi del novello prete don Bosco nelle carceri di Torino, la sua malattia, il suo essere parte attiva nella vita della Torino dell’Ottocento, quando ad esempio, citando un caso tra tutti, contribuì con i suoi giovani ad aiutare la città vittima del colera…

Parlare di don Bosco continua a suscitare emozioni e interesse, ed è particolarmente interessante farlo attraverso una forma d’arte alla quale lo stesso don Bosco ha fatto spesso ricorso nella sua attività.

Prove di canto e di recitazione, coro, musica e arrangiamento, scenografia, danza, costumi, per arrivare al “trucco e parrucco”, sono tanti gli aspetti che hanno coinvolto i ragazzi, ma anche papà, mamme e nonni, che da dietro le quinte si sono mossi (e si muoveranno) ciascuno con le proprie competenze e le capacità. Una famiglia di oltre settanta elementi che, infaticabile, si sta preparando per dare il meglio, e trasmettere al pubblico il cuore del messaggio di don Bosco, la passione educativa, il desiderio di restare giovani nel cuore, con i piedi a terra, ma lo sguardo sempre rivolto al cielo… proprio perché tutti possano dire: c’è da non crederci!

Giovani dello IUSVE per un’esperienza alla Comunità MSNA

Sette volontari dal Veneto e dal Friuli, studenti IUSVE (Istituto Universitario Salesiano Venezia) e non, per quattro giorni sono stati ospitati dai ragazzi del centro di accoglienza per Minori Stranieri Non Accompagnati dell’Oratorio Salesiano San Luigi. Si sono sentiti degli ospiti ben voluti e fortunatissimi di fare questa esperienza.

Siamo entrati in una realtà di relazioni pure e autentiche costruitesi spontaneamente in momenti semplici come la condivisione dei pasti a tavola o partite a calcetto. Ci hanno regalato il racconto della loro storia offrendoci profonde testimonianze di vita e di maturità impreziosendo e arricchendo la nostra esperienza. Ci ha fatto piacere aver sentito dai discorsi di don Mauro, responsabile della comunità MSNA, don Mario, incaricato dell’oratorio, Matteo, coordinatore di Educativa di Strada, e degli educatori la passione per il lavoro che hanno fatto e stanno facendo, una passione condita di sana indignazione verso ciò che nella quotidianità del loro operare non va come riterrebbero opportuno, per il bene dei ragazzi e per la crescita della vocazione sociale della comunità di Torino. Tutti dovrebbero conoscere questi esempi di vita che, oltre a frantumare in mille pezzi ogni possibile pregiudizio, hanno solo da insegnare.

C’è chi chiama pazzia percorrere 400 km per trascorrere un capodanno in comunità, fra i “ragazzi della strada”. Un capodanno così diverso dalle solite feste, dalle solite persone, dai soliti locali. Noi la chiamiamo opportunità. Noi la chiamiamo amore e condivisione. Grazie ragazzi per averci accolto a braccia aperte regalandoci emozioni indefinibili. Grazie per questo pezzettino di strada che abbiamo percorso assieme. Grazie di cuore. “Nel buio, la luce”.

Buona sera,
vi scrivo qualche e breve impressione rispetto l’esperienza al San Luigi.
Faccio parte di quei 7 ragazzi che hanno avuto la possibilità di conoscere la realtà dell’oratorio San Luigi e centro di accoglienza per minori stranieri non accompagnati.
Abbiamo potuto conoscere e toccare con mano delle situazioni che spesso la nostra società vuole nascondere, che vuole allontanare, riempiendola quindi di pregiudizi e stereotipi che non fanno altro che appesantire la vita sociale stessa, quella che dovrebbe essere una pulita convivenza e amorevole gioia di vivere insieme, arricchendoci l’un l’altro.
Dopo aver conosciuto questi ragazzi posso dire con chiarezza di sentirmi più ricco dentro. Loro ci hanno ospitato, hanno cucinato e servito il cibo a noi sconosciuti, ci hanno regalato la loro storia di vita, le loro qualità e difficoltà, hanno aperto il loro cuore raccontandoci i loro sogni e desideri, ci hanno abbracciato e sorriso come forse poche persone sanno ancora fare oggi; in poche parole c’è stato un chiaro segno di riconoscimento gratuito e genuino. Oggi questo non è scontato, anzi: la nostra società ci spinge e quasi impone a vivere una quotidianità fugace ed individualizzata, eliminando ogni percezione e sentimento di umanità. Cosa che al San Luigi invece non accade.
Oltre ai ragazzi devo ringraziare tutte le persone che lavorano al suo interno, come Don Mauro, Don Mario, Matteo, la signora Marina e tutti gli educatori e volontari che permettono tutto questo, che creano le fondamenta a questi luoghi donando i loro beni, tempo, conoscenze, professionalità, umanità, sentimenti: la loro stessa vita.
Ma non è tutto. Oltre a conoscere e vivere questa magnifica esperienza di pura umanità ci hanno raccontato quelli che saranno i progetti futuri, lasciando in noi non soltanto la gioia di quello che è, ma anche la speranza e l’allegria di quello che sarà.
Forse noi tutti dovremmo assaporare la relazione d’aiuto, tornare a quelli che sono i nostri bisogni ontologici; perché non c’è nulla di più reale, grazioso e bello che aprirsi all’altro, donargli quello che si ha, anche del semplice tempo, per ricevere mille volte di più.
Grazie a tutti voi che ci donate la speranza, la voglia di cambiare e di metterci in gioco per costruire un mondo migliore, assieme. Nel buio, abbiamo visto la luce.

La cura dei più piccoli dall’Oratorio San Luigi al Burkina Faso

Ecco un articolo pubblicato dalla casa salesiana del San Luigi (Torino) riguardo alla scelta missionaria di una catechista del centro, Loredana, che ha deciso di donare del suo tempo a favore dei bambini del Burkina Faso:

Loredana, catechista della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, ha deciso di donare un po’ del suo tempo andando a curare i bambini in Burkina Faso. Esperienza che è partita dal suo donarsi per i ragazzi dell’Oratorio Salesiano San Luigi, a loro è si è fatta vicina cercando di aiutarli nelle piccole cose della vita. Per loro si è cimentata cuoca preparando addirittura la pizza. Noi da Torino aspettiamo il suo rientro per ascoltare il racconto di ciò che sta vivendo.

Lombriasco – Apericena sul sistema preventivo

Arriva dalla casa Salesiana di Lombriasco una proposta per preparare la festa di don Bosco riscoprendo la relazione educativa, che si svolgerà martedì 29 gennaio 2019, ore 19.30, presso la sala ex-allievi.

Conducono la serata sr. Carmela e sr.Simona FMA

Salesiani, insegnanti, genitori, ex-allievi insieme…

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Il cortile dell’oratorio e il contrasto alla povertà educativa

Si riporta qui a seguire un articolo pubblicato dalla editrice “Vita” – magazine Vita, mensile dedicato al racconto sociale, al volontariato, alla sostenibilità economica e ambientale e, in generale, al mondo non profit – a cura di Giovanni D’Andrea, riguardo la prima indagine nazionale sugli 8mila oratori d’Italia.

L’83% degli oratori ha un doposcuola, l’88% attività espressive, l’83% un gruppo sportivo. L’oratorio che agisce sempre meno da solo e sempre più e sempre meglio in un lavoro di rete.

La casa editrice EDB di Bologna ha pubblicato da poco la prima indagine nazionale sui centri giovanili, commissionata dal Forum degli Oratori Italiani e dal Servizio per la Pastorale giovanile della Chiesa italiana all’IPSOS di Nando Pagnoncelli, che ha curato la redazione del libro “Un pomeriggio all’Oratorio”.

Nel nostro immaginario l’oratorio è il luogo della socializzazione, del gioco e dello svago. Diversi di noi ci sono passati in giovani età. Lo stesso Pagnoncelli deve all’oratorio di una parrocchia di Bergamo parte della sua formazione quando nella presentazione del testo dice:

«intorno ai 13-14 anni il curato ci faceva lezioni di buona politica, ci insegnava ad osservare il quartiere, a farci carico dei problemi degli altri e ci educava alla partecipazione».

È quello che don Bosco definisce la formazione «dell’onesto cittadino e del buon cristiano». È indubbio il valore socio-educativo dell’oratorio centro giovanile che insieme alle altre agenzie educative del territorio contribuisce a creare la rete educativa a favore delle giovani generazioni lì presenti. Non è dunque l’oratorio che agisce da solo ma sempre più e sempre meglio in un lavoro di rete.

Sono poco più di 8.000 gli oratori censiti in Italia, una tradizione che agisce in Italia da 450 anni, dai tempi di San Filippo Neri nella Roma del ‘500. In questi secoli l’oratorio ha saputo adattarsi alle esigenze dei tempi restando sempre nell’alveo dell’educazione oltre che della formazione cristiana dei giovani.

In ambito di contrasto alla povertà educativa una delle attività principe messa in atto dagli oratori è quella del “doposcuola”, l’83% è la media nazionale degli oratori che mettono in atto questo servizio (89% al nord, 83% al centro, 74% al sud). Un servizio che si fonda molto sui volontari. Le attività di doposcuola assumono diverse modalità, da quello semplice dell’aiuto nel fare i compiti alla forma integrata che oltre al classico aiuto nei compiti si aggiungono attività di socializzazione, sportive, di arti espressive (teatro, danza, canto, musica), focus group tematici. Queste ultime attività espressive sono svolte dall’88% degli oratori. Un’altra attività con un forte trend è quella sportiva con l’83%.

L’oratorio offre anche per gli adolescenti e giovani l’occasione di mettersi al servizio in attività di animazione ludica e formativa per i più piccoli il cui momenti clou è in estate con i famosi GREST o Estate Ragazzi e gli immancabili campeggi. Vanno anche considerate le gite elemento in cui si mettono assieme l’aspetto ricreativo, culturale ed ecologico – ambientale, un mix che aiuta il giovane a crescere culturalmente in queste dimensioni. Il coinvolgimento dei giovani si concretizza anche nelle attività caritative e di volontariato.

Va anche considerato un altro aspetto socio-educativo svolto dall’oratorio, quello di essere luogo di inclusione per le diverse etnie che sempre più vivono in Italia. È in oratorio oltre che a scuola che i giovani di “seconda generazione” vivono processi di inclusione e se ben guidati dagli adulti ed educatori possono mettere a frutto la ricchezza che ogni cultura ha in sè. Questo apre anche ad un interessante confronto interreligioso.

Forse parlando di oratorio la nostra mente va a configurare l’immagine di cortili, campi da gioco, sale, biliardini ma questi sono da considerare come strutture. L’essenza dell’oratorio sono le persone, le diverse generazioni che si incontrano, i ragazzi ed i loro animatori più grandi, gli educatori, i genitori da coinvolgere sempre più e sempre meglio nel dialogo educativo: c’è il rischio infatti che l’oratorio sia visto come luogo accuditivo, un “parcheggio ad ore” per cui i genitori possono respirare un po’ e svolgere attività in maniera più libera, ma l’oratorio è invece un luogo educativo aperto alla collaborazione di tutti. Don Michele Falabretti, Responsabile nazionale della Pastorale Giovanile della Chiesa Italiana lo definisce insieme alla scuola “la più grande palestra di umanità e di relazioni umane che si possa immaginare”.

Relazioni umane che rappresentano una valida risposta alla povertà educativa minorile, è nella relazione che le persone si incontrano, si ascoltano ed avviano un dialogo che fa crescere ognuna delle parti, l’adulto chiamato sempre più a vivere da persona significativa ed il minore ad assumersi la sua responsabilità di continuatore ed erede del patrimonio culturale che una comunità educante gli affida e così di generazione in generazione.

don Giovanni D’Andrea
Presidente di Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS

Parrocchia Santi Pietro e Paolo – Pranzo solidale di Natale

Il “Pranzo di Solidarietà” è un’iniziativa che da qualche anno vede collaborare insieme la Parrocchia Santi Pietro e Paolo e la Discoteca Club 84 a favore delle persone sole e povere del quartiere San Salvario. A Natale don Mauro Mergola, parroco della chiesa di Largo Saluzzo, insieme ad alcuni volontari ha organizzato l’evento di domenica 25 dicembre alle 12.30 nello spazio della Discoteca Club 84, di fronte al Castello del Valentino. Una ditta ha effettuato servizio di catering e regalato il pranzo a circa centocinquanta persone. Al pranzo sono seguiti giochi, musica, intrattenimento e tanto altro ancora.

Con il Pranzo di Solidarietà – spiega Don Mauro Mergola – vorremo andare in contro a tutte quelle persone che non avranno, il 25 dicembre, l’opportunità di avere un pasto caldo, e di festeggiare il Natale in un ambiente familiare. Quella del Pranzo di Solidarietà non è un’iniziativa legata solo al Natale ma è un’azione che nel quartiere di San Salvario si compie tutto l’anno. Il giorno di Natale tutte le mense saranno chiuse, poiché gran parte di queste sono gestite dai volontari che a Natale staranno con le loro famiglie. Con il Pranzo di Solidarietà si andrà dunque a integrare un servizio che le altre mense assicurano 364 giorni all’anno.

Don Bosco San Salvario

Di seguito il servizio del TGR-Piemonte girato per l’evento:

Una festa per un villaggio che continua a crescere

Quest’anno, insieme al gruppo universitari e giovani lavoratori, l’Oratorio Agnelli si è impegnato attivamente sul territorio, dando una mano al progetto “Villaggio che cresce” promosso dalle associazioni Acmos e Lvia, finanziato dalla fondazione Specchio dei Tempi. L’iniziativa è finalizzata alla realizzazione della dimensione di villaggio all’interno di un quartiere di una grande città come Torino, ricreandone le condizioni, le dinamiche, le relazioni. Quest’anno il lavoro si sta concentrando maggiormente per il contrasto alla povertà educativa.

In collaborazione con la coabitazione “il cortile”, l’oratorio Agnelli, il gruppo Scout To34 e con il contributo della Circoscrizione 8, lo scorso Sabato 15 Dicembre, è stata regalata ai ragazzi del quartiere una Giornata di festa all’ex Moi e all’Hiroshima Mon Amour.

 

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