Haligua – Il Vocabolario Missionario
La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.
Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.
31 OTTOBRE
La parola del giorno: Haligua
Ritorno al Vangelo Matteo (25,31-46):
Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».
Post-it!
Questa conclusione del Discorso apocalittico,escatologico, che leggiamo nel solo Matteo, è un vero capolavoro. Ci troviamo subito immersi nel modo di scrivere del nostro autore […].
«Quando verrà»: non siamo più nell’attesa, qui si parla della fine della storia al futuro. Si tratta di una profezia di quello che avverrà dopo che tutte le genti avranno ascoltato l’annuncio del Vangelo del Regno […]. Si noti che si dice: benedetti del Padre mio, un’espressione che indica appartenenza, e che porta poi al concetto di fratelli. È la famiglia di Dio che si riunisce definitivamente nella casa del Padre, in quel regno che è stato preparato per voi sin dalla creazione del mondo. L’ultima espressione dice che non è una cosa improvvisata quel regno, ma che sin dall’e- ternità Dio ci ha chiamati alla vita eterna con lui, alla comunione con lui, il Figlio, mediante lo Spirito Santo. E che cosa hanno fatto di bene coloro che vengono chiamati «benedetti»? Per quattro volte si enumerano sei opere di misericordia: dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, ospitare gli stranieri, vestire i nudi, visitare gli ammalati, andare a trovare i carcerati. Queste opere buone servono per motivare il premio e la condanna. Ma non sono viste in se stesse, bensì nelle relazioni che hanno intessuto con gli interessati e con il Signore. Facendole o non facendole hanno vissuto o non vissuto una vera relazione umana di condivisione, di carità, di bontà, di misericordia verso i più bisognosi. L’eredità è un puro dono di misericordia, espressione dell’infinita bontà di Dio […]. Ci saranno tante sorprese quel giorno. Noi cristiani, però, che abbiamo la possibilità di leggere in continuità la parola di Gesù, camminiamo nella storia sapendo già chiaramente che cosa dobbiamo fare per salvarci, sappiamo già che mediante le opere di misericordia ci salveremo. Non siamo gente che cammina nelle tenebre, noi siamo «i figli della luce», «i figli del giorno» (l Ts 5,5). E lo siamo solo se viviamo quanto qui Gesù ci ha insegnato.
Mario Galizzi
Vangelo secondo Matteo – Commento esegetico-spirituale
Tocca a te!
Scopri un tratto di Gesù nelle persone che incontri e con cui passi la maggior parte del tempo.
Te lo sei mai chiesto?
1. Sei capace di riconoscere Gesù negli altri? Anche in chi non ti sta simpatico?
2. Hai mai messo in pratica una delle opere di misericordia appena lette? Quale?