Aggiornamenti da Spazio fratto Tempo: i progetti Speranza e Stige
Un aggiornamento da Spazio fratto Tempo, il progetto che si rivolge a giovani inoccupati e disoccupati tra i 15 e i 29 anni compiuti residenti nella Città Metropolitana di Torino. A cura di Vanessa Sellari, di seguito un resoconto riguardante i progetti “Speranza” e “Stige arti grafiche“, entrambi rientranti in Spazio fratto Tempo.
Un anno dopo, sulla scia del successo di Stige, nasce un nuovo e interessante progetto di accompagnamento al lavoro.
Il progetto Speranza contiene già nel titolo la carica di forza necessaria per gli obiettivi che si prefigge, volti alla costruzione di competenze trasversali e professionali, attraverso un percorso di apprendimento strutturato.
Sono stati coinvolti 18 giovani di diversa estrazione sociale e culturale, preventivamente selezionati con grande sforzo da parte degli educatori degli oratori coinvolti. Operatori sociali, animatori, operatori dei servizi al lavoro e tutor aziendali, hanno lavorato in sinergia per favorire la realizzazione di un programma di sviluppo di capacità personali e tecniche, utili nel lavoro e necessarie per la vita.
Il percorso ha previsto alternati momenti di formazione, in aula e on the job.
Diversi gli enti coinvolti che hanno dato il proprio contributo in termini di esperienza in contesto formativo: AGS per il territorio, IUSTO – Istituto Universitario Salesiano Torino Rebaudengo, Cnosfap Torino Valdocco. Durante le lezioni in aula sono state proposte ai partecipanti ore di orientamento, sicurezza sui luoghi di lavoro e anche un modulo di PSYCAP: strumento di ricerca e potenziamento delle risorse di un individuo per la costruzione di un progetto personale. I ragazzi hanno lavorato molto sulla costruzione di sé in relazione a contesti diversi, finalizzando il proprio bagaglio culturale e esperienziale alla ricerca di un nuovo spazio di azione che li rendesse più consapevoli e autonomi. Tale impegno, propedeutico per il mondo del lavoro, è stato supportato dal coinvolgimento di alcune aziende, provenienti da vari settori professionali: tra questi spicca il Gruppo CLN, protagonista internazionale per lo sviluppo, l’industrializzazione e l’assemblaggio di prodotti in acciaio; ma troviamo anche importanti nomi nel settore della ristorazione e della grafica.
Il tutoraggio aziendale e il supporto di educatori e operatori della formazione, hanno posto le basi per il ponte tra sistema educativo e mondo del lavoro: obiettivo principale del progetto Speranza.
Ognuna delle imprese coinvolte ha potuto, inoltre, contribuire alla crescita personale e professionale dei giovani, e ad oggi, alcuni di loro, sono parte integrante del team.
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Il progetto “STIGE ARTI GRAFICHE. I TIPOGRAFI DI DON BOSCO” nasce nel 2018 nel contesto della sperimentazione di nuove modalità di accompagnamento al lavoro per giovani NEET, già promossa dal più ampio programma di Spazio Fratto Tempo. L’azienda, Stige Arti Grafiche, è una realtà di 20.000 mq nei pressi di Torino; vanta 250 collaboratori e novant’anni di storia di stampa offset. L’attenzione per l’impatto ambientale e la qualità dello stampato rappresentano i punti cardine della loro politica aziendale; a ciò si aggiunge l’interesse per l’aggiornamento continuo di tutto il personale. Su questi valori è stato possibile promuovere la collaborazione con il sistema educativo salesiano rivolto ai giovani in cerca di occupazione. Dalla sinergia di un gruppo di lavoro dinamico e attento ai cambiamenti del mercato del lavoro, si è ideato un progetto formativo mirato all’inserimento in tirocinio dei 10 giovani coinvolti.
I ragazzi, dal canto loro, hanno preso parte al progetto mettendo in campo le proprie aspettative e il proprio entusiasmo, affidandosi a un percorso di crescita professionale che ha dato i suoi migliori risultati in alcune storie di successo.
Questo iter formativo ha visto alternarsi ore di lezioni teoriche in aula, a visite presso lo stabilimento, fino all’esperienza nel vivo del contesto lavorativo.
I giovani coinvolti hanno appreso direttamente sul campo l’importanza del lavoro di squadra, la necessità di ridurre al minimo i tempi del processo di produzione mantenendo comunque alti gli standard qualitativi. E tra il rumore di sottofondo delle rotative rotocalco e l’imponenza delle bobine incolonnate una sull’altra, alcuni di loro hanno raggiunto la propria realizzazione in campo professionale.
L’assunzione con contratto di apprendistato, infatti, ha saldato un’importante partnership, ma soprattutto ha fornito la giusta spinta per la crescita personale e professionale dei giovani.
Vanessa Sellari