Alternanza Scuola-Lavoro CNOS-FAP di Saluzzo: conclusa la sperimentazione FIxo

Venerdì 14 giugno, presso il CNOS-FAP di Saluzzo, si sono conclusi gli esami di qualifica per il corso di “Operatore della Trasformazione Agroalimentare“, il corso professionale che tre anni fa diede avvio alla sperimentazione FIxO del sistema di Alternanza Scuola-Lavoro.

Il percorso era stato infatti presentato il 2 maggio del 2016 alla presenza dei Sindaci di Saluzzo e di Savigliano (Mauro Calderoni e Claudio Cussa) e dell’amministratore delegato Massimo Albertengo dell’impresa Albertengo S.p.a. Il CFP di Saluzzo è stato l’unico ad attuare in Piemonte la sperimentazione del sistema duale nell’ambito delle trasformazioni agroalimentari per l’indirizzo panetteria e pasticceria.

Questo tipo di formazione vede le agenzie formative e i datori di lavoro fianco a fianco nel processo formativo. In questi tre anni alcuni allievi si sono inseriti in azienda usufruendo di un contratto di apprendistato di primo livello che consente di far coesistere lo stato di studente e di lavoratore.

Alcuni dei qualificati hanno deciso poi di proseguire gli studi, intraprendendo il Diploma Professionale di Tecnico della Trasformazione Agroalimentare presso il CNOS-FAP di Savigliano e coloro che avevano in essere il contratto di lavoro lo estenderanno anche il prossimo anno, continuando la loro formazione di scuola-lavoro. Ai ragazzi qualificati va riconosciuto l’impegno nel percorso di studi e nella formazione ricevuta in azienda.

Paolo Trucco Progettista e referente Marketing Cnos Saluzzo

L’estate all’oratorio, don Michele Falabretti (CEI): “È una scuola di vita”

Tempo di estate, tempo di esperienza estiva all’oratorio. Famiglia Cristiana ha intervistato don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Cei per la pastorale giovanile (Snpg) e membro della Direzione di Note di Pastorale Giovanile.

di Chiara Pelizzoni – Famiglia Cristiana

Gli ultimi dati confermano la partecipazione di circa due milioni di bambini agli oratori estivi. Un’esperienza, che per tradizione, spicca in Lombardia (più del per cento) ma è rappresentata in tutta Italia. Don Michele Falabretti, 51 anni, responsabile del Servizio Cei per la pastorale giovanile (Snpg) ci racconta l’ importanza di un percorso unico nel suo genere. “Tanto che, anche laddove non c’è un vero e proprio oratorio estivo le regioni e le diocesi si sono attrezzate per fare una proposta per la stagione calda”.

Quali sono i temi su cui si lavora?

Diversi in ogni parte del Paese. Il tema è un pretesto, è qualcosa che “viene messo prima” appunto, che aiuta a realizzare un’esperienza. Crea le condizioni per realizzare l’esperienza. C’è un grande lavoro di progettazione attorno ai temi dell’estate che dice della scoperta che, grazie ai pensieri, si costruisce la vita. Un esercizio un po’ carente durante l’anno, in cui si tende ad andare con inerzia, e molto più spiccato nel periodo caldo.

Che opportunità è l’oratorio?

È un’opportunità su diversi fronti. Per le famiglie, di avere uno spazio che non è commerciale. Ha costi ridicoli rispetto ad altre esperienze e non punta a guadagnare. Mentre ci sono realtà associative che fanno cose egregie a costi stratosferici. Ma non è solo il costo basso che lo rende un’opportunità non commerciale. Ma anche che all’oratorio corrisponde una tensione, un desiderio di un ambiente educativo. Garanzia per i genitori.

E poi?

È un’opportunità per i ragazzi. che vivono un’esperienza fortissima, strutturata, per nove mesi come la scuola. Il fatto che esistano i centri estivi in cui si sta insieme, ma in modo più destrutturato (senza campanella o registro) è una grande risorsa. Le due realtà coesistono. Esattamente come accade nella vita. E poterle vivere entrambe, per bimbi e preadolescenti, è davvero interessante.

Un’occasione anche per gli adolescenti?

La terza opportunità è per loro che fanno gli educatori: si responsabilizzano, si sento importanti per qualcuno; essere utili, poi, li spinge a essere meno narcisisti, meno concentrati su di loro. È un’esperienza che li mette a confronto col mondo e, in cui, imparano a fare. E in cui imparano la dedizione, la cura e il senso della gratuità. Un’esperienza molto formativa. Considerati tutto l’anno dei problemi, d’estate diventano una risorsa. Perché senza di loro il centro estivo non si fa. E questa è un’opportunità che nessun altro dà loro.

La preghiera che ruolo ha?
La preghiera c’è ed è quello che dovrebbe essere nella vita. È importante, a volte rapida e veloce, ma molto intensa. Se fatta bene un momento di riflessione e rilancio come nella vita. Noi non viviamo per pregare, ma dobbiamo imparare a pregare per vivere.

Cosa vorrebbe per l’oratorio estivo?

Che passasse dall’essere un mondo da favola a poter ispirare la realtà quotidiana. Perché l’oratorio è una grande scuola di vita che ha da insegnare a grandi e piccini.