Salesiani Vigliano: «Impariamo da don Bosco a parlare al nostro oggi»

Oggi, nella ricorrenza di san Giovanni Bosco, il giornale Il Biellese dedica due pagine alla realtà salesiana situata sul territorio biellese e in particolare a Vigliano, sotto la guida del direttore don Genesio Tarasco. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato a cura di Susanna Peraldo, con l’intervista al direttore dell’opera.

«Impariamo da don Bosco a parlare al nostro oggi»

«Nelle memorie biografiche del Santo viene citato per ben 29 volte il santuario di Oropa a cui il nostro Padre si recava per una sua particolare devozione alla Vergine Bruna»

«I giovani di oggi – il nostro mondo – sono assetati di felicità e di senso come quelli di ieri. Cambiano le mode, le sensibilità, ma la domanda, il desiderio che caratterizza ogni persona umana e la differenzia da ogni altro essere vivente, rimane ed è a questa domanda, a questo desiderio, che don Bosco si è adoperato per dare risposta, dare compimento, per cui credo che, adottandone il linguaggio, don Bosco abbia la capacità di parlare al nostro oggi».

Don Genesio Tarasco, alla guida dei Salesiani nel Biellese, evidenzia con forza il carisma e l’attualità del “Santo dei giovani“.

Con il 31 gennaio torna in evidenza il ricordo di don Giovanni Bosco. È un Santo che può parlare ancora al nostro oggi?

Certamente, don Bosco mantiene ancora oggi la sua attualità. Ha condensato in una frase tutta la sua passione educativa ed il suo desiderio di salvezza dei ragazzi:”Basta che siate giovani perché io vi ami assai in Cristo Gesù“. In quel “basta che siate giovani”, ha abbracciato il mondo intero e valicato ogni vincolo spazio-temporale, imprimendo alla sua azione educativa un’attualità indiscussa, adatta ad ogni stagione e ad ogni latitudine. La sua carità pastorale lo ha inserito nel perenne mandato della Chiesa di evangelizzare tutti i popoli. “Vi voglio felici nel tempo e beati nell’eternità“, diceva ai suoi ragazzi. Ora sappiamo che la strada della vera felicità, quella che può ambire all’eternità consiste in un autentico incontro con Gesù, attraverso la Parola di Dio, i sacramenti, la devozione a Maria. Da qui il proliferare degli Oratori. Nello stesso tempo, istruzione e lavoro sono gli ambiti nei quali viene salvaguardata la dignità di ogni uomo o donna. Da qui il moltiplicarsi delle scuole di ogni ordine e grado e dei centri di formazione professionale. Nel suo testamento spirituale l’invito a restar vicini al popolo, privilegiando i ragazzi “più poveri ed abbandonati” è consegnato come garanzia di continuità e prosperità per la sua opera.

Per il 2020 è stata organizzata una festa che abbraccia l’intero territorio. Qual è il filo che lega tutti gli eventi?

In primo luogo un profondo senso di gratitudine a Dio per il dono di don Bosco, che i Salesiani che operano nel Biellese vogliono condividere con tutto il territorio. In secondo luogo il desiderio di avvicinare tutti i giovani possibili per far conoscere il messaggio che il “loro” santo continua a lanciare a tutti senza distinzione alcuna, tentando di vincere quella noia e quel non senso che purtroppo intristisce la vita di diversi nostri ragazzi, invitandoli caparbiamente a sperare in un futuro bello ed appagante. Infine un senso di comunione con tutti gli “operatori del bene“, soprattutto se hanno come destinatari i ragazzi. San Giovanni Paolo II ha dichiarato don Bosco “patrimonio della Chiesa universale” e quindi mi sembra giusto che i festeggiamenti di don Bosco non rimangano chiusi negli stretti confini delle nostre opere, ma si allarghino a tutto il territorio. La grande devozione che Don Bosco nutriva per la Madonna ha suggerito che in questo anno giubilare, che guarda alla quinta centenaria incoronazione della Vergine Bruna di Oropa, i festeggiamenti del nostro Padre Fondatore si inserissero tra le manifestazioni di questo grande evento.

C’è, nell’ambito della festa, qualche momento che spicca per particolarità?

Certamente la santa Messa in Duomo in cui i cooperatori salesiani rinnovano la loro promessa di vita secondo quanto intendeva don Bosco: “Salesiani in maniche di camicia, inseriti nel mondo, con una particolare attenzione ai problemi ed alle dinamiche giovanili”. L’iniziativa promossa dai giovani stessi di un “Don Bosco in Disco” in cui si ritrovano per ascoltare musica e ballare in perfetto silenzio attraverso cuffie diversamente sintonizzate con il DJ preferito. L’incontro del 21 febbraio al teatro Erios di Vigliano in cui l’archivista Danilo Craveia ci farà conoscere le cose più salienti dell’ultima incoronazione e il rapporto che c’è stato tra Oropa e don Bosco.

I giovani sono ancora affascinati dalla figura di don Bosco?

Io penso di sì, anche se sono cambiati i tempi e la stessa cultura rispetto a quanto don Bosco ha vissuto. Forse nei nostri contesti si fa più fatica, ma là dove le condizioni sociali si avvicinano di più a quelle in cui lui si è trovato, la sua figura affascina. Tutto dipende da quanto lo si fa conoscere e da quanto si è fedeli al suo carisma. In Asia, in America Latina, in Europa, dove si è fatta la scelta dei più poveri, degli orfani, di “quelli che nessuno contende“, lì la figura di don Bosco emerge come punto di riferimento, come speranza, come guida che aiuta a traghettare il momento presente.

Se si parla di don Bosco impossibile non pensare ai Salesiani e alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Come è espressa oggi la presenza nel Biellese?

La Comunità salesiana risiede tutta a Vigliano B.se, dove si occupa della Scuola dell’Infanzia “Villaggi Rivetti” con annessa la sezione Primavera e del Centro di Formazione Professionale. I Salesiani nel Biellese sono presenti in quattro parrocchie come parroci od amministratori parrocchiali, quali San Cassiano in Biella con annesso Oratorio, San Giuseppe Operaio in Vigliano B.se con annesso Oratorio, San Martino in Camburzano, San Tommaso Apostolo in QuaregnaCerreto. I nostri Oratori secondo una tipica esperienza pastorale di don Bosco si sforzano di essere casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita, cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria. Raggiungiamo così, con le attività più svariate, circa un seicento giovani, dai più piccoli ai più grandi ed altrettante famiglie con un picco superiore con i centri estivi. A Muzzano la Casa è gestita direttamente dall’Economato ispettoriale con sede a Torino e svolge un’attività di accoglienza e di centro di spiritualità. Le suore purtroppo hanno lasciato la nostra casa già da alcuni anni, anche se il loro ricordo rimane molto vivo e grato in quanti hanno frequentato la nostra scuola materna o sono state convittrici al tempo della “Pettina”.

Il CNOS-FAP, il centro di formazione professionale con sede a Vigliano Biellese, che realtà è oggi e che cosa potrà essere domani?

Nel Centro di Formazione Professionale i Salesiani sono coadiuvati nella loro opera da un piccolo esercito di laici che ne condividono il progetto educativo. In accordo con la Regione Piemonte nel Centro si erogano quattro corsi triennali: uno in ambito meccanico, uno in ambito elettrico, uno in ambito termoidraulico ed uno nel settore acconciatura; un corso biennale per saldo carpentieri, un quarto anno di specializzazione per il conseguimento del diploma di operatore di macchine e sistemi automatici. Ci sono poi corsi per adulti disoccupati e per adulti occupati che intendono aggiornare le proprie competenze. Infine è molto attivo lo Sportello di Servizi al lavoro. La preparazione fornita è molto buona, anche se molto dipende dalle capacità e dalla volontà degli allievi, dalla voglia delle famiglie di mettersi in gioco, dalla collaborazione delle aziende con cui si svolge l’alternanza scuola lavoro. Dobbiamo dire che l’occupabilità dei nostri allievi è molto buona soprattutto nel settore meccanico, che supera il 100%, in quanto abbiamo più richieste di quanti sono gli allievi disponibili. Negli altri settori la percentuale di alunni, che trovano lavoro dopo la qualifica, supera mediamente il 75%. Ovviamente la formazione professionale deve stare al passo coi tempi e quindi deve continuamente interrogarsi su quanto il mercato del lavoro richiede, dialogare con le aziende presenti sul territorio. Il domani è nelle mani di Dio, ma certamente il Centro di Formazione Professionale potrà essere un punto di riferimento e un polo di eccellenza per quanti vogliono inserirsi nel mondo del lavoro tenendo conto che le varie discipline potranno cambiare e rispondere meglio alle esigenze delle singole aziende. Comunque resterà una palestra nella quale, quanti vi approdano si alleneranno a diventare soprattutto “buoni cristiani ed onesti cittadini“.

Don Giovanni Bosco e Biella. Quali le testimonianze più forti?

Non abbiamo notizie che don Bosco abbia operato di persona a Biella. Sappiamo che fu ospite dei Padri Filippini dei quali descrive con dovizia di particolari la chiesa magnificandone la bellezza. Da lì saliva ad Oropa da dove nel 1863 scrisse una famosa lettera ai suoi giovani di Torino in cui dopo aver evidenziato il gran andirivieni di gente, confessa:

«in mezzo a tanta gente il mio cuore provava un vivo rincrescimento. Perché? Non vedevo i miei cari giovani studenti … Per trovare un conforto al mio cuore sono andato dinanzi al prodigioso altare di lei e le ho promesso che giunto in Torino avrei fatto quanto avrei potuto per insinuare nei vostri cuori la devozione a Maria e raccomandandovi a lei ho domandato queste grazie speciali per voi. Maria, le dissi, benedite tutta la nostra casa, allontanate dal cuore dei nostri giovani fin l’ombra del peccato; siate la guida degli studenti; siate per loro la sede della vera sapienza. Siano tutti vostri, sempre vostri ed abbiateli sempre per vostri figliuoli e conservateli sempre fra i vostri devoti. Credo che la santa Vergine mi avrà esaudito e spero che voi mi darete mano affinché possiamo corrispondere alla voce di Maria, alla grazia del Signore».

Nelle memorie biografiche di don Bosco viene citato per ben 29 volte il santuario di Oropa a cui il nostro Padre si recava principalmente per una sua particolare devozione alla Vergine Bruna. La quiete di quel santuario gli permetteva un periodo di riposo in cui riflettere e perfezionare i suoi progetti, e chiedere aiuto ed ispirazione per la erigenda congregazione salesiana. È lì dove ha scelto in tutta tranquillità e coscienza i suoi collaboratori da inviare nelle varie case fuori Torino. Così è stato per la costruzione del collegio di Mirabello Monferrato, la prima opera da lui fondata fuori Città. È li dove ha chiesto aiuto per la costruzione prima della Chiesa di san Francesco di Sales e successivamente della Basilica di Maria Ausiliatrice.

Il legame di don Bosco con il territorio biellese d’altro canto fu sempre molto forte. Ha ospitato nel suo Oratorio più di duecento ragazzi della nostra terra, tanto che il vescovo di allora Giovanni Pietro Losana, in occasione di una grande lotteria, che don Bosco lanciò in tutto il territorio nazionale, si sentì in dovere di scrivere una lettera a tutti i parroci della diocesi perché appoggiassero l’iniziativa e ne sostenessero le opere. Don Bosco e devozione mariana sono un binomio inscindibile, che suggerisce a ciascun di noi il vero spirito con cui dobbiamo vivere quest’anno e l’evento dell’incoronazione. Come famiglia salesiana accogliamo con entusiasmo questo momento di grazia e ringraziamo per quanto la Madonna continua a fare a favore dei nostri ragazzi attraverso la presenza dei Salesiani: i “don Bosco” di oggi. Grazie.

CFP Valdocco: Le classi terze alla conferenza “L’importanza dei nostri sensi per apprezzare la vita”

Le classi terze del Centro di Formazione Professionale di Valdocco hanno avuto l’occasione di partecipare, il 28 gennaio scorso, alla conferenza FREE RUNNERS DELLA SALUTE dal titolo “L’importanza dei nostri ‘sensi’ per apprezzare la vita“, tenutasi nell’Aula Magna dell’Ospedale Molinette. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dal sito dell’opera a cura del Direttore Marco Gallo.

Aprirsi all’ascolto e al confronto

Uscire dall’aula per cogliere insegnamenti, perché imparare è un processo complesso e ricco, fatto di molte sfaccettature. Dai contenuti alla conoscenza esperienziale per crescere ed apprendere. È per questo che il CNOSFAP Valdocco organizza visite tecniche e culturali, come quella che le classi di terza hanno vissuto ieri. Grazie al coinvolgimento dell’Associazione Educazione Prevenzione e Salute, i ragazzi della 3 B, 3 C e 3 P hanno partecipato alla conferenza della campagna dei “FREE RUNNERS DELLA SALUTE” dal titolo “L’importanza dei nostri ‘sensi’ per apprezzare la vita”, tenutasi nell’Aula Magna dell’Ospedale Molinette.

Medici e operatori hanno aiutato 200 allievi circa, provenienti da diverse scuole superiori della Città, a riflettere sui 5 sensi, sul loro utilizzo e sulla loro cura.

Con un linguaggio semplice, ma puntuale, sono stati presentati i rischi provenienti da un uso non corretto di cuffiette, dei cellulari e di tutti i dispositivi elettronici abitualmente usati dai ragazzi. Allievi e formatori hanno vissuto con grande entusiasmo ed interesse l’iniziativa e partecipato successivamente al forum di domande e approfondimenti.

CFP Bra: il settore acconciatori all’opera per un nuovo shampoo

Gli allievi del primo anno del corso per acconciatori del Centro di Formazione Professionale di Bra si sono cimentati nella creazione di un nuovo shampoo da utilizzare nelle attività di laboratorio. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato il 28 gennaio scorso dal sito dell’opera, redatto dal direttore Valter Manzone.

Settore acconciatori “piccoli scienziati all’opera”

BRA Piccoli …scienziati, in opera al Cfp braidese! Allieve e allievi del primo anno del corso per acconciatori, guidati dalla formatrice Monica Calosso, equipaggiati di tutto punto – come se dovessero operare in un laboratorio chimico di alto livello – si sono cimentati nella creazione di uno shampoo, da utilizzare nella loro attività di laboratorio.

Spiega la docente:

Siamo partiti da una scatola-gioco per bambini, per effettuare la creazione dello shampoo. Dopo aver diviso la classe in gruppi, abbiamo provveduto a leggere insieme tutte le norme di sicurezza da rispettare nella fase creativa. Poi abbiamo avviato la fase esecutiva: per produrre lo shampoo abbiamo utilizzato schiumogeno, laurisolfato di sodio, addensanti e una serie diversificata di fragranze e coloranti naturali.

Tutti gli allievi, entusiasti della proposta formativa del tutto innovativa, hanno collaborato in modo molto attivo. Ogni gruppo – utilizzando i materiali forniti, amalgamandoli, verificando la consistenza del liquido e la sua profumazione – ha dato vita al suo flacone di shampoo, con evidente grande soddisfazione.
Complimenti ragazzi… per la vostra creatività e fantasia.

Valter Manzone Direttore CFP Bra

Scuole Don Bosco Cumiana: lezione di Educazione Civica

Martedì 28 gennaio, i ragazzi delle Scuole Don Bosco di Cumiana hanno partecipato ad una lezione di educazione civica tenuta dalla dottoressa Cerutti, Ispettore Superiore di polizia al Commissariato di Rivoli. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dal sito dell’opera.

Lezione di Educazione Civica

La tecnologia è una risorsa importante, ma anche una potente arma che spesso gli adolescenti usano in modo inconsapevole.

Nella mattinata di ieri 28 gennaio la dottoressa Cerutti, Ispettore Superiore di polizia al Commissariato di Rivoli, passando in tutte le classi, ha tenuto un’interessante lezione di educazione civica. Ha sottolineato la necessità di regole per un corretto vivere in relazione con gli altri. Ha quindi spiegato in modo semplice ed efficace le conseguenze civili e penali in cui si può incorrere in caso di uso improprio dei social e della messaggistica istantanea invitando a riflettere prima di digitare qualsiasi cosa sul telefonino.

Si ringrazia per il tempo concesso ai nostri ragazzi.

CFP Vercelli: cosa succede quest’anno per don Bosco

Il Centro di Formazione Professionale di Vercelli si prepara all’inaugurazione del nuovo centro di lavoro verticale DMG MORI che sarà aperto ufficialmente il 31 gennaio 2020, nel giorno della festa di don Bosco. I Centri di lavorazione verticale DMG MORI offrono una tecnologia di fresatura di classe elevata. Il formatore Denis Protti si è così messo all’opera con un prototipo di portachiavi con il volto di don Bosco e il logo salesiano.

Per l’occasione, gli allievi del centro hanno contribuito con il loro lavoro ad abbellire e illuminare l’altare dedicato a don Bosco per la festa di domani dedicata al Santo dei Giovani.

CFP Fossano: “Dì di no” – spettacolo teatrale sulla pratica del Binge drinking

Il Centro di Formazione di Fossano, in collaborazione l’agenzia di comunicazione “La Fabbrica”, ha ospitato il 24 gennaio scorso uno spettacolo teatrale intitolato “Dì di no”, la versione italiana del format creato nel 2004 nel Regno Unito e promossa dalle imprese vinicole Pernod Ricard e Diageo, il cui obiettivo è quello di sensibilizzare i ragazzi in merito alle conseguenze del “Binge drinking“, la pratica di consumare diverse bevande alcoliche in un breve arco di tempo.

Gli attori che hanno messo in scena lo spettacolo al CFP, hanno interagito attivamente con i ragazzi per ragionare insieme sulle conseguenze per la salute, legali e sociali e sui numerosi motivi per cui “dire di no” a questa pratica in uso del “bere per fare baldoria”.

Giornata di formazione Scuole Salesiana ICP con il prof. Johnny Dotti

Il 24 gennaio scorso, nella ricorrenza di San Francesco di Sales, si è tenuta a Valdocco la giornata di formazione per tutti i presidi, vicepresidi e coordinatori di classe delle scuole salesiane del Piemonte e della Valle d’Aosta.

L’incontro ha avuto inizio presso la Sala Sangalli con il benvenuto a tutti i partecipanti da parte dell’Ispettore don Enrico Stasi.

Siamo qui per vivere un momento di convivenza e di famiglia per le scuole dell’Ispettoria. È, infatti, importante avere un orizzonte e uno sguardo che superi la didattica e la realtà delle nostre scuole. Dobbiamo avere uno sguardo sui ragazzi a partire da ciò che Don Bosco ci ha lasciato. Ci sono due cose legate a Don Bosco, che a sua volta si è ispirato a San Francesco di Sales, che vorrei sottolineare. Cosa trasmetteva Don Bosco? Come prima cosa: la gioia e l’allegria. Egli trovava le sue delizie nello stare con i più miserabili. Inoltre, Don Bosco trasmetteva l’amore; guardava i ragazzi dicendo loro “tu sei importante per me, non perché hai dei meriti speciali”. Questo è quello che spero che Don Bosco possa continuare a trasmetterci oggi.

(Don Enrico Stasi)

Come relatore del convegno, il prof. Johnny Dotti, imprenditore sociale, pedagogista e docente dell’Università Cattolica di Milano, il quale ha introdotto l’incontro  rispondendo a 3 domande principali che hanno riguardato la figura del coordinatore all’interno della scuola come riferimento non solo per i ragazzi ma anche nei rapporti tra la scuola e la famiglia, in un lavoro sinergico; il ruolo della scuola salesiana oggi; le priorità educative per il futuro dei ragazzi e le modalità più vincenti nella relazione educativa oggi.

Don Bosco ha creato congregazioni, non aggregazioni. Questa tensione a congregare cosa vuol dire oggi? Don Bosco faceva le cose con i ragazzi, non solo per i ragazzi. La domanda è: ci accontentiamo delle forme che lo stato ci ha passato? La forma di condivisione del potere è tutta lì? Cosa autorizzate voi? Che autori state generando? Che azioni autoriali realizzate? Non è possibile che un ragazzino percepisca di entrare nell’età adulta dopo i 25 anni. Vuol dire che la scuola ha dei problemi. Produciamo dei cadaveri. La macchina istituzionale fa delle esperienze di responsabilità? È la nostra esperienza che dà forma alle istituzioni. L’educare salesiano deve alimentare questa generazione di senso e di significato.

(Prof. Johnny Dotti)

L’ultima parte dell’incontro con il prof. Dotti è stata dedicata alle domande da parte dei partecipanti presenti.

La giornata si è poi conclusa con la preghiera del vespro nella chiesa di San Francesco di Sales e l’apericena a buffet.

Scuola media Don Bosco Borgomanero: Il giorno della Memoria

Il 24 gennaio scorso, i ragazzi della scuola media del Collegio don Bosco di Borgomanero guidati dai propri insegnanti, hanno ragionato sulla giornata dedicata a commemorare le vittime dell’Olocausto del secondo conflitto mondiale. Si riporta di seguito il comunicato gentilmente fornito alla nostra redazione da parte dei Salesiani di Borgomanero e redatto da Cecilia Ponti.

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” (P. Levi)

L’importanza di fare Memoria alla Scuola Media del Collegio Don Bosco

Come si può raccontare l’orrore dell’Olocausto ai ragazzi, oggi? Come è possibile parlare della Shoah e del Giorno della Memoria anche se sono lontani dal periodo storico che si sta studiando?

“La Memoria non si insegna. Conviene partire dagli eventi della Storia e lasciare spazio alle parole degli ultimi testimoni sopravvissuti.”

Ed è per questo motivo che, nella mattinata di venerdì 24 gennaio, gli alunni delle classi seconde medie del Collegio Don Bosco, guidati dagli insegnanti, hanno ragionato sull’importanza di fare memoria dei terribili avvenimenti successi durante il secondo conflitto mondiale. Hanno ripercorso le tappe della storia, si sono interrogati sull’uomo leggendo i racconti dei testimoni sopravvissuti ai lager, emozionandosi davanti alle storie di uomini che, rischiando la propria vita, hanno deciso coraggiosamente di salvare quella degli altri. Alcuni hanno riportato su fogli da disegno messaggi di pace e di speranza, attraverso immagini e colori.

“È stato bello” dice Luca “perché abbiamo lavorato tutti insieme su un argomento molto importante che merita di essere ricordato, affinché quello che è successo non accada più.”

“Abbiamo anche capito che è importante fare del bene agli altri e non essere indifferenti davanti a ciò che non ci appare giusto” aggiunge Filippo.

La mostra è stata presentata alle classi lunedì 27 gennaio.

Le classi terze medie hanno invece visto il film “Ladra di libri”, per riflettere insieme sull’importanza delle parole e dei sogni.

Una studentessa dice

“…oggi insieme ai compagni e alla professoressa di lettere ricordiamo le vittime della Shoah, una parola che racchiude tante cose. Ricordiamo le famiglie e i bambini, gli anziani costretti ai lavori forzati pur non avendo forze. Ricordiamo i morti per malnutrizione. Ricordiamo il coraggio di chi ha dato la vita per salvarne altre. Ricordiamo i bambini sopravvissuti cresciuti vedendo queste atrocità. Ricordiamo l’importanza di ricordare!”

E cosa vuol dire ricordare se non portare nel cuore…! Diversa è stata l’attività proposta per le prime medie, che hanno realizzato dei cartelloni con storie e immagini dei Giusti tra le Nazioni, per attaccarli poi ai tronchi degli alberi del cortile del Collegio, riproducendo così “Il giardino dei Giusti” di Gerusalemme.

A conclusione di questa giornata l’augurio di noi insegnanti è che le proposte fatte, i documenti presentati, le discussioni condotte, abbiano creato nei nostri ragazzi la consapevolezza del dovere della Memoria.

Una memoria responsabile, critica ed empatica verso le vicende “umane” riguardanti questo capitolo della nostra storia.

Cecilia Ponti

Oratorio Michele Rua: Il ragazzo di Barriera che battè Kobe e in premio ebbe le sue «Crazy 8»

Nel lontano 1997, un educatore dell‘oratorio salesiano Michele Rua, Dario Licari sfidò ad un torneo il campione di basket Kobe Bryant recentemente scomparso in un tragico incidente, il quale gli promise che se avesse vinto gli avrebbe regalato le sue famose scarpe, le Crazy 8 dell’Adidas. Oggi quell’educatore ne conserva il ricordo insieme ad una foto scattata quel giorno.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato oggi sul “Corriere della Sera“.

Per i collezionisti di sneakers, le Crazy 8 sono le prime scarpe indossate da Kobe Bryant in campionato. Anno 1997, quelle Adidas raccontano lo scomparso asso dei Lakers prima del successo. Ma per Numinato «Dario» Licari, 45 anni, educatore dell’oratorio Michele Rua, le Crazy 8 sono la prova che non è inventata la leggenda del ragazzo di Barriera di Milano che battè il campione.
Per gli adolescenti di inizio Duemila, l’Adidas Streetball era l’appuntamento che segnava l’inzio dell’estate. Un torneo «griffato» capace di radunare migliaia di giovani da tutto il Piemonte. Col basket come pezzo forte e i canestri montati al Lingotto.

«Io ho partecipato a tre edizioni. Nel 1997 con i miei amici dell’oratorio c’eravamo iscritti al torneo di calcio. Siamo arrivati in finale, con la squadra: “Numi il rabbino e i suoi discepoli”. Nome ispirato ai miei capelli di allora».

A 23 anni Licari è uno sportivo, ma ancora di più un personaggio.

«Avevo le treccine, giravo per gli stand con un cappello da vichingo e un cartello con su scritto “Applausi” e “non vi sento”».

Che gli ha permesso di arrivare alle finali internazionali di Milano senza aver vinto sul campo.

«Mi assegnarono il premio simpatia, il riconoscimento “rivelazione della tappa”, ricorda, e l’invito per Milano».

Per Licari, oggi consigliere di Circoscrizione 6, quel viaggio ha un finale inaspettato.

«Dovevo fare l’animatore, c’erano 10 mila ragazzi da tutto il Mondo», racconta.

Fino alla partita che non t’aspetti.

«Prima della gara delle schiacciate, organizzarono una partitella tra star. Siccome ne mancava uno, mi sono unito. Io ho giocato con il padre di Bryant, nell’altra squadra c’erano Meneghin e il giovanissimo Kobe».

Quell’estate, il ragazzo dei Lakers non è ancora il Black Mamba della storia della pallacanestro. A maggior ragione in Italia dove il basket era uno sport per pochi e difficile da vedere in tv.

Non c’erano internet e smartphone. Ma una foto racconta quell’amichevole in cui davanti a migliaia di ragazzi, un giovane di 23 anni di Barriera ha annichilito Kobe.

«Mi sono presentato in inglese al giovane Bryant. Ma lui mi ha risposto in italiano lanciandomi una sfida. Se gli avessi fatto un canestro, mi avrebbe regalato qualcosa. Io ho puntato, da buon ragazzo di Barriera, subito alle scarpe. Lui ha accettato. Il resto? È storia».

Primo pallone, Licari deve avviare

l’azione ma, invece di passarlo, fa due-tre passi verso il centrocampo e indovina il tiro della vita.

«È scoppiato un boato incredibile, aggiunge. Poi, Kobe diede spettacolo e fece vedere le sue famose schiacciate».

Ma la sfida aveva
un altro vincitore.

«Preferivo il calcio, ma ero un amatore del basket. Quando arrivavo in oratorio, molte volte per primo, mi mettevo a palleggiare da solo. Ho sempre avuto un’abilità, per non dire altro, per le “bombe” da tre. E, quella volta, non mi sono tirato indietro».

Un canestro diventato leggenda.

«In quartiere, i truzzi di Barriera mi chiamavano quello che aveva “battuto Bryant”. Poi, negli anni, la storia è stata dimenticata e qualche volta la racconto ai bambini dell’oratorio dove lavoro ancora. Quasi non ci credono».

E le scarpe?

«Le ho conservate. Anche se hanno un numero improponibile. Ho provato a indossarle ma, anche con
due calze, mi stanno troppo larghe».

Licari mostra le Crazy 8 come una reliquia.

«Eravamo giovani e spensierati. Sono dispiaciuto per la morte di Bryant. Oggi mi ha scritto un amico d’infanzia che non abita in Italia. Abbiamo sorriso con tristezza ricordando quel giorno».

Salesiani Bra: festa di San Giovanni Bosco con tante iniziative in calendario

Il quotidiano online La voce di Alba dedica un articolo ai festeggiamenti di San Giovanni Bosco che si terranno all’Istituto San Domenico Savio dei Salesiani di Bra. Le iniziative in programma riguardano le giornate del 30 gennaio e del 2 febbraio.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato, a cura di Silvia Gullino.

Bra, i Salesiani invitano a festeggiare San Giovanni Bosco con tante iniziative in calendario

Giovedì 30 gennaio, alle ore 21, serata di riflessioni e preghiere. Domenica 2 febbraio, alle ore 10, Santa Messa della Comunità Oratoriana, cui seguirà momento conviviale e pranzo

Il 31 gennaio è uno dei giorni più freddi dell’anno, ma non per i Salesiani e per tutti coloro che portano don Bosco nel cuore. L’anniversario della sua nascita al cielo (31 gennaio 1888) è sempre un momento di grande solennità e ogni anno la sua festa si trasforma in un evento spirituale ricco di significati e di fermento. Proprio nel solco tracciato dal Santo, l’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Bra si pone come sicuro punto di riferimento per la gioventù. E l’oratorio rappresenta da sempre il perno di un formidabile processo d’integrazione e di prevenzione per tenere insieme tanti bambini e ragazzi che hanno bisogno di essere guidati e amati.

L’azione pastorale dei Salesiani è portata avanti con notevole impegno da sacerdoti e laici consacrati oltre che da educatori, ex allievi e cooperatori. Ogni giorno una moltitudine di ragazzi frequentano la scuola, il catechismo, svolgono diverse attività ludiche e culturali, fanno sport nei campetti di calcio, basket e pallavolo.

“Come ci ha insegnato don Bosco, noi cerchiamo di formare buoni cristiani e onesti cittadini”,

hanno continuamente predicato intere generazioni di Salesiani. L’eco di questi insegnamenti si sentirà forte anche giovedì 30 gennaio con una serata di riflessioni e preghiere nella data che segna l’avvio alle celebrazioni in onore di San Giovanni Bosco.

La festa proseguirà domenica 2 febbraio ancora presso l’Istituto San Domenico Savio (viale Rimembranze, 19) con la Santa Messa in programma alle ore 10, cui seguirà un momento conviviale ed il pranzo. Ovviamente, i protagonisti di questo tempo di gioia saranno i giovani piccoli e grandi.

Silvia Gullino

Dalla Gazzetta d’Alba:

Il programma

  • Giovedì 30 gennaio, alle 21 la serata su Don Bosco ci vuole bene con riflessioni e preghiere nella chiesa dei salesiani a partire dalla Strenna 2020 del rettor maggior dei Salesiani don Ángel Fernández Artime, è ripartito dal cuore del sistema educativo salesiano per illustrare la politica del Padre nostro.
  • Venerdì 31 gennaio, festa liturgica di Don Bosco: al mattino festa per i ragazzi della scuola media del Cfp e alle 16 partenza per Torino-Valdocco per partecipare alla Messa presieduta dal rettor maggior dei Salesiani, delle 18.30, nella basilica di Maria Ausiliatrice.
  • Sabato 1° febbraio alle 10.30 il Centro formazione professionale consegna gli attestati di merito alla Novella a seguire il pranzo; alle 21 il concerto della banda musicale di Sommariva del Bosco alla Novella di via Piumatti.
  • Domenica 2 febbraio, festa di don Bosco in oratorio; alle 10 Messa della comunità oratoriana presieduta da don Alessandro Borsello,  direttore della casa salesiana di Bra, a seguire il tradizionale “pane e salame” e giochi organizzati dai giovani;  alle 12.30 il pranzo insieme (iscrizioni in portineria ogni pomeriggio fino al 30 gennaio, in oratorio dalle 17 alle 18.30. Costo 10 euro sopra i 18 anni,  5 euro dai 6 ai 18,  gratis sotto i 6 anni).