L’Ufficio di Animazione Missionaria, presieduto quest’anno da Don Enrico Lupano, propone ciclicamente un Corso “Partenti” rivolto a giovani tra i 20 e i 30 anni che desiderano procedere in un percorso spirituale che aiuta i giovani ad aprirsi alla missionarietà secondo il carisma di Don Bosco. Un percorso preparatorio che tocca tematiche connesse all’attualità, dai temi sociali a quelli economici e dell’intercultura con 3 week end “residenziali” e 2 week end di esercizi spirituali.
L’edizione del corso di quest’anno si è conclusa Domenica 23 aprile 2017 con la consegna del mandato missionario presso la Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, ora i partecipanti sono chiamati ad avviare il loro cammino esperienziale di accompagnamento, rispondendo positivamente all’invito di recarsi in “Terra di Missione” con un’esperienza di gruppo focalizzata all’avvicinamento dei giovani alla parola di Dio, all’ascolto reciproco e, soprattutto, alla relazione con gli altri, cercando di tendere sempre verso un’azione collettiva piuttosto che del singolo individuo.
“In terra di missione è più facile sentire la voce di Dio, perché sperimentiamo l’accoglienza di una comunità che diventa per noi casa, con la quale ci rendiamo disponibili a servire il prossimo, superando qualsiasi limite geografico o culturale” spiega Tony Cutillo, uno dei riceventi il mandato che durante una missione in Terra Santa conobbe sua moglie. Ad entrambi è stato affidato, insieme ad un’altra coppia di giovani genitori, il compito di accompagnare 7 ragazzi alla Playa di Catania, una delle strutture salesiane che si dedica all’accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati in Sicilia. “Per creare le condizioni di ascolto necessarie alla missione verranno proposte delle attività ludico-formative, mediante le quali si cercherà di stabilire una relazione con l’altro e di instaurare un’amicizia. La stessa amicizia che permetterà di sviluppare rapporti e di interrogarsi sulla propria identità secondo il principio-chiave che “io sono le mie relazioni” – spiega sempre il giovane ricevente – ovvero che la relazione con il prossimo rivela ciò che io non conosco di me stesso”. Una testimonianza concreta di come sia possibile fare missione fuori e dentro la famiglia e di come mettersi quotidianamente in discussione.
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