L’Arte di Giò arriva al Teatro Alfieri di Asti
Sabato 2 marzo 2019, si è svolto lo spettacolo teatrale “L’Arte di Giò” presso il teatro Alfieri di Asti, in occasione dei festeggiamenti per i 100 anni di presenza della Comunità Salesiana sul territorio cittadino. Oltre 500 gli spettatori che hanno riempito la sala, tra famiglie, giovani, adulti e parroci.
E’ stata una scommessa. Non sapevo come avrebbe risposto la Città. La sala piena di famiglie, di giovani e di amici di don Bosco è stata una risposta che personalmente è andata oltre le mie aspettative. La città ha mostrato l’affetto a don Bosco e la riconoscenza per la centenaria presenza dei Salesiani con la generosità ed il calore che la contraddistingue.
La presenza inoltre di figure come il Sindaco, Maurizio Rasero, il questore, Alessandra Faranda Cordella, ed i due Vescovi, Mons. Marco Prastaro (Vescovo attuale) e Mons. Francesco Ravinale (Vescovo precedente), hanno ancora di più evidenziato il legame non solo affettivo ma anche istituzionale che lega la nostra attività educativa con la città.
Don Roberto Gorgerino (Direttore della comunità Salesiana di Asti).
L’accoglienza all’ingresso in teatro ha mostrato fin da subito il piacere delle persone che hanno partecipato di incontrarsi e vivere una serata insieme secondo lo spirito originario con cui il Santo di Castelnuovo Don Bosco animava i nascenti oratori. La piece teatrale, in un’ escalation di suoni, ritmi e colori, ha catturato l’attenzione e la partecipazione del pubblico “ipnotizzando” grandi e piccini ed è culminata nello scrosciante applauso finale.
Spero vivamente che questo evento, unitamente agli altri appuntamenti per i festeggiamenti per il centenario dei salesiani di Asti, possa andare oltre la semplice celebrazione formale ma che sappia tenere viva l’attenzione di tutte le parti della città sul tema dei giovani, il loro accompagnamento ed il loro futuro.
La scommessa è molto più impegnativa di riempire un teatro, pur splendido, come l’Alfieri. La scommessa riguarda i giovani, il loro futuro o, come direbbe don Bosco, formare buoni cristiani e onesti cittadini.