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Secondo incontro della terza annualità di “Buoni Cristiani Onesti Cittadini”

Il 12 gennaio 2025 si è svolto il secondo incontro della terza annualità del percorso “Buoni Cristiani Onesti Cittadini“, dal titolo “La politica di cui c’è bisogno”.

Dopo l’accoglienza presso la Pastorale giovanile delle Figlie di Maria Ausiliatrice, l’equipe ha presentato la sintesi dei primi passi fatti insieme ai giovani che in questo anno proseguono o iniziano il cammino di Buoni Cristiani Onesti Cittadini.

Primo step

“L’influenza della Dottrina Sociale della Chiesa nella storia politica italiana, attraverso la presentazione del profilo politico, umano e spirituale di alcune figure del cattolicesimo impegnate in politica”.

Il primo relatore, Luca Rolandi, giornalista storico del pensiero sociale e politico, ha introdotto la riflessione esortando i giovani ad avere “coraggio” nel proprio sguardo, un coraggio che necessita di un cammino di consapevolezza e adesione che chiede “di avere una passione grande di cui prendersi cura, in cui mettere il cuore”: i giovani sono quelli che hanno la percezione dell’avvenire, di quello che deve ancora arrivare

sono come le rondini

(La Pira)”

Occorre conoscere e studiare la storia che ci precede, interpretarla per poter agire con uno sguardo al futuro caratterizzata da processi che alimentano ancora oggi spinte disgregative di natura economica e politica.

“Un popolo può rialzare la sua testa se si sente unito e se a ciascuno dei suoi individui sono riconosciute libertà dal bisogno e dignità della persona. Un popolo sovrano è quello che sa di aver diritti, ma anche poteri e responsabilità per la loro realizzazione.

Se non c’è questo, nessuna sovranità popolare potrà emergere”.

La riflessione è proseguita soffermandosi sulla politica come espressione più alta di fraternità umana, una forma di servizio che richiede “coscienza e consapevolezza per realizzare un bene tanto difficile quanto essenziale: il bene umano possibile”. Sono stati illustrati in modo progressivo e dettagliato e, per certi aspetti provocatorio, i motivi di crisi che coinvolgono le scelte di ognuno di noi come cittadini e la necessità di “una cultura adeguata, innovativa, ad ampio raggio, creativa, universale, professionale e scientifica, purché non sia fine a sé stessa ma abbia come ispirazione l’idealità di contribuire all’opera di cambiamento”.

Il bene comune coincide con una realtà relazionale: la fraternità che si realizza nel costruire insieme una società più giusta. Perché il cristiano deve interessarsi della politica e offrire, secondo le proprie possibilità, il proprio contributo? Quali sono le difficoltà oggi? Guardando alla storia politica di uomini e donne credenti (Luigi Sturzo, Giorgio La Pira, Tina Anselmi, Aldo Moro, Alcide De Gasperi, Giuseppe Dossetti), quali cambiamenti hanno portato nella società? Parliamo di Politica? Ci educhiamo alla politica?

L’equipe ha invitato i giovani a “parlarNe” a partire dalla lettura di alcuni testi: “L’arte della convivenza civile” e “La conversione ecologica” di Alex Langer ed “Ecologia” (Assisi 2020), “Fermare l’onda del sovranismo” (discorso 2019) di Davide Sassoli, proseguendo con la condivisione finale di 5 parole chiave emerse in ciascun gruppo.

Nella restituzione in plenaria, i giovani hanno illustrato alcuni degli elementi cardine emersi nella condivisione in gruppo che riportano alla radice cristiana: la scelta della conversione che porta con sé un richiamo al pentimento e alla consapevolezza, il necessario riconoscimento della dignità a tutti gli uomini e a tutte le donne, la piena consapevolezza della differenza tra integrazione e fusione, l’allenamento e la disponibilità al dialogo e alla reciprocità, il coinvolgimento personale nella comunità locale con uno sguardo sul mondo anche più fisicamente lontano, la responsabilità di ogni buon Cristiano e Onesto cittadino nella custodia quotidiano del creato e delle persone che lo abitano.

Le parole di Papa FrancescoTutto è collegato” costituiscono una sintesi efficace del cammino dei giovani: li esorta a essere protagonisti attivi, changemakers creativi e coraggiosi visionari.

Ultimo step della giornata: “Dall’individuo alla comunità”.

Stefano Lepri, ex parlamentare ed autore del testo Riformismo comunitario, ha accolto l’invito a dialogare con i giovani suscitando domande, dubbi e riflessioni sui timori ma anche sulla bellezza e importanza della “partecipazione”. Una partecipazione che nasce dal desiderio di essere protagonista attivo nelle scelte che hanno al centro le persone e la loro dignità.

“Per farlo bene, è necessaria una visione capace di valorizzare la persona entro la famiglia, le reti parentali e di vicinato, i corpi intermedi, le varie forme associative, mutualistiche e cooperative, il sindacato, i servizi pubblici locali, le piccole imprese locali e quelle partecipate e responsabili, il civismo, il municipalismo.

Solo così si possono battere le sirene del consumismo, del populismo e del sovranismo”.

La partecipazione va stimolata, accompagnata e formata attraverso un autentico discernimento: questo è ciò che il cammino di Buoni Cristiani Onesti Cittadini desidera fare con i giovani per un

impegno concreto a partire dalla fede per la costruzione di una società nuova (…), vivendo in mezzo al mondo e alla società per evangelizzare le sue diverse istanze

(Esortazione apostolica post sinodale Christus vivit”, Papa Francesco).

Un sincero grazie a Luca Rolandi e a Stefano Lepri che hanno offerto uno spazio e un tempo condiviso di studio della storia passata e presente, vissuta da uomini e donne che hanno avuto e hanno oggi il desiderio di incarnare come buoni cristiani e onesti cittadini “La politica di cui c’è bisogno”.

L’incontro si è concluso nella preghiera guidata da don Fabio Mamino con “La politica del Padre nostro”:

“Un giorno [Pier Giorgio Frassati], dopo la comunione che faceva quotidianamente, poiché per ringraziamento diceva il rosario, avendo premura uscì dalla chiesa con il rosario ancora in mano.

Mentre discendeva i gradini dell’atrio, un compagno vedendolo gli disse: “Pier Giorgio, sei diventato bigotto?”. “No” – rispose – “sono rimasto cristiano”.

Il 22 e il 23 febbraio 2025 i giovani di Buoni Cristiani e Onesti cittadini si ritroveranno per gli ultimi step insieme del cammino: “L’attività dell’amore politico. Partecipare”.

Il primo incontro della terza annualità di “Buoni Cristiani Onesti Cittadini”

“Se non state dove si prendono le decisioni la storia vi passerà sopra”.

Con il nuovo anno Pastorale ha avuto inizio il terzo anno di “Buoni Cristiani Onesti Cittadini”, il percorso formativo triennale rivolto a giovani universitari e lavoratori di età compresa tra i 19 e i 29 anni promosso dalla Famiglia Salesiana del Piemonte e Valle d’Aosta (Salesiani di Don Bosco, Figlie di Maria Ausiliatrice e Salesiani Cooperatori): circa 40 giovani hanno aderito, la maggioranza costituita da coloro che hanno vissuto i primi due anni un cammino “di consapevolezza sul coraggio di pensarsi come una comunità che si sente chiamata ad un coinvolgimento personale e comunitario nella vita quotidiana. Un percorso che offre uno spazio di confronto e dialogo, nella convinzione che i credenti avvertono l’importanza  della PARTECIPAZIONE alla vita sociale e democratica”. 

Anche in questo anno, il magistero del Santo Padre ha illuminato lo studio del percorso di BCOC perché “Il tempo per la democrazia non è mai tempo perso”; pertanto, è il tema dell’impegno nella comunità sociale e politica a partire dalla Dottrina Sociale della Chiesa e dall’enciclica Fratelli Tutti, a guidare il cammino dei giovani.

Il 19 ottobre 2024 si è svolto il primo incontro in cui, dopo l’accoglienza con i saluti della nuova consigliera FMA suor Anna Bailo e l’Ispettore dei Salesiani, don Leonardo Mancini, l’equipe ha presentato in sintesi il percorso vissuto nei primi due anni della triennalità e dato avvio al cammino “Carità sociale politica politica” a partire da “I principi e valori: Costituzione e Dottrina Sociale della Chiesa, dalla Costituzione alla Dottrina Sociale della Chiesa: quale legge?”.

Primo step, guidato da Don Fabio Mamino e Ivana Borruso.

I giovani sono stati invitati a riflettere sul rapporto esistente tra Diritto e morale:  “Il diritto riflette ma non determina il valore morale di una società. Tanto più una società sarà giusta, tanto meno diritto ci sarà.  Tanto più una società è ingiusta, tanto più il diritto ci sarà” (cit. Grant Gilmore). 

L’ascolto di “Odio gli indifferenti” di Gramsci ha sollecitato a chiedersi quanto l’indifferenza operi potentemente nella storia: “Se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”!

L’indifferenza nasce anche da una mancata consapevolezza da cui deriva inerzia nella responsabilità individuale. La mostra “Diritti in bella mostra” del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, che ha fatto da cornice all’intera giornata, ha offerto la possibilità di ripercorrere date e avvenimenti che hanno cambiato la storia: in particolare, il dialogo tra gli articoli della Costituzione e quelli della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo illustrato sui pannelli, ha consentito una lettura e uno sguardo attento e forse più consapevole facendo emergere la straordinaria attualità della necessità di conoscere tutti gli strumenti a nostra disposizione per proteggere realmente e concretamente i diritti di ogni donna e di ogni uomo.

I giovani hanno potuto poi visitare la mostra ponendosi alcune domande: “Cosa e quanto ne so? Mi interessa? Di fronte a quale diritto e dovere ho omesso?”. 

Di fronte alla richiesta di scrivere un nome conosciuto di chi ha agito nella storia per la tutela dei diritti illustrati, è stato interessante e arricchente leggere nomi conosciuti ma anche i nomi di di Associazioni/cooperative del territorio, Santi, uomini e donne uccisi dalla criminalità organizzata, missionari SDB, missionarie FMA, missionari laici ma anche volontari delle proprie comunità di appartenenza. 

Secondo step con l’intervento del prof. Budini

Dopo un piccolo break, il secondo step con l’intervento del prof. Budini, professore di storia delle dottrine politiche e filosofo politico per UPS e LUISS.

Il professor Budini, dopo un primo momento introduttivo sulle fonti del diritto (la storia, la filosofia) e sul significato e origine della “politica” con una attenta analisi di due grandi “parti” che hanno caratterizzato la storia, destra e sinistra, passato e futuro, tradizione e progresso, ha centrato la sua riflessione sul ruolo del cristianesimo nella storia a partire dalla Dottrina Sociale della chiesa. 

Tanti e diversi sono stati i passaggi che hanno provocato e suscitato domande sulla nostra indifferenza e la nostra paura di essere protagonisti attivi: “La nostra fede qui e ora”, “Il nostro oggi è il tempo per la tua santità”, “Di che pasta sei fatto?”, “Dai sapore?”, “Chi mi sta vicino, la luce la vede?”.

La definizione della Dottrina sociale come profetica che illumina i nostro poter essere nel mondo, ha offerto strumenti di lettura anche su chi ha avuto sempre uno sguardo profetico: “Oggi Papa Francesco sta descrivendo il mondo che può essere” invitando tutti a una conversione spirituale.

Terzo step con i giovani

Il terzo step ha visto come protagonisti i giovani, invitati a realizzare secondo un preciso modello a loro fornito, un progetto civico per sperimentarsi su modalità e strategie possibili per riflettere insieme sul bene possibile nel “qui ed ora”.

I giovani hanno dedicato tempo al confronto e al dialogo ipotizzando quali possibilità e opportunità di impegno e partecipazione offrono e chiedono gli spazi da loro vissuti nel quotidiano.

Dopo la restituzione finale condivisa in plenaria, Simone Budini ha esortato i giovani a impegnarsi perché “partecipare è bello”.

Un sincero grazie a Simone Budini che ha guidato i giovani con grande passione, entusiasmo che lasciano a tutti i presenti  una forte esortazione ad uno sguardo di speranza sull’oggi di ciascuno nel mondo.

L’incontro, concluso nella preghiera e infine con cena preparata dai giovani del Centro Professionale di Valdocco, proseguirà nel mese di gennaio con “La politica di cui c’è bisogno”.

Primo incontro della seconda annualità del percorso “Buoni Cristiani Onesti Cittadini”

“Se non state dove si prendono le decisioni la storia vi passerà sopra”.

L’invito di Papa Francesco ha ispirato, nel 2022, la progettazione del percorso “Buoni Cristiani Onesti Cittadini”, il percorso formativo triennale rivolto a giovani universitari e lavoratori di età compresa tra i 19 e i 29 anni promosso dalla Famiglia Salesiana del Piemonte e Valle d’Aosta (Salesiani di Don Bosco, Figlie di Maria Ausiliatrice e Salesiani Cooperatori) e pensato a partire dai temi suggeriti dagli stessi giovani desiderosi di continuare a essere accompagnati nel loro cammino di discernimento per riconoscere i dati di realtà, interpretarli alla luce del Vangelo e quindi scegliere di vivere la propria identità cristiana nel mondo.

Il magistero del Santo Padre ha illuminato lo studio del percorso di BCOC offrendo una traccia di cammino in tre tappe, una per ogni anno, così sintetizzabile:

  • ANNO 1: Economia e Comunità
  • ANNO 2: Ecologia e Casa Comune
  • ANNO 3: Politica e carità

La proposta del secondo anno affronta il tema dell’ecologia e dalla cura della “casa comune”, a partire dall’Enciclica Laudato Sì

Il 29 ottobre 2023, presso la Casa Ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 40 giovani provenienti dalle case salesiane del Piemonte, hanno risposto all’invito: la maggior parte dei presenti ha scelto di continuare il percorso intrapreso il primo anno.

In questo primo incontro ci siamo soffermati sul “L’adesso di Dio – giovani e casa comune”. In linea con l’Enciclica Laudato Sì, grazie alla guida e all’aiuto di Isabella Brianza e Sergio Sereno, i giovani sono stati invitati a fare i primi passi nel Vedere, Giudicare e Agire.

In particolare:

  • vedere “Il grido della Terra e il grido dei poveri” a partire dall’analisi della crisi climatica con l’aiuto dei migliori frutti della ricerca scientifica per “lasciarsi toccare in profondità e dare una base di concretezza al percorso etico e spirituale” intrapreso;
  • giudicare attraverso una lettura della radice umana indicata da Papa Francesco;
  • agire chiedendoci “ Quale forma di “resistenza” per il futuro dell’umanità?

Dopo i saluti dell’Ispettore dei Salesiani, del Delegato SDB e della consigliera FMA, l’equipe ha introdotto il percorso ripercorrendo i passi fatti nel primo anno per evidenziare che i grandi temi affrontati sono legati gli uni agli altri perché “Tutto è connesso”.

I giovani si sono fatti coinvolgere da un primo momento di innesco in cui si sono interrogati su quanto ne sanno della crisi ambientale, step preliminare per riflettere sulle cause, sulle conseguenze e sugli scenari, frutto della letteratura scientifica attuale.

Nello step successivo, i giovani sono stati sollecitati a domandarsi qual è il paradigma tecnocratico di riferimento? Un approfondimento filosofico-economico sulla radice umana indicata dal Papa ha evidenziato quanto il paradigma di cui siamo sommersi si “nutre mostruosamente di se stesso” (Laudate Deum) facendo “credere a tutti che sono liberi se conservano una pretesa libertà di consumare, quando in realtà coloro che possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene il potere economico e finanziario” (Laudato Sì).

Dopo un breve coffee break, il terzo step: il nostro sguardo da cristiani deve essere uno sguardo di speranza

Quale forma di “resistenza” per il futuro dell’umanità e quali ambiti coinvolge, a che tipo di cambiamento possiamo aspirare? Perché è “anche” un tema di noi cristiani? Queste le domande che hanno visto interagire i giovani con i relatori prima di interrogarsi personalmente e di confrontarsi in gruppo sull’antropologia cristiana che sta alla base dell’ecologia integrale e da cui emerge una forte interconnessione tra Dio, la Terra (Casa Comune) e il Prossimo.

Ai giovani, suddivisi in gruppo, sono stati consegnati stralci della Laudato Sì con l’invito, attraverso la ricerca di alcuni siti suggeriti, di verificare se esistono esperienze che incarnano le parole di Papa Francesco ma anche se è possibile sognarne alcune o ancora, se alcune esperienze le stanno magari già realizzando e/o incarnando i giovani stessi con le loro scelte quotidiane. 

L’incontro con i relatori si è concluso con una restituzione ricca e interessante e con un grazie a Isabella e Sergio che con competenza, professionalità e passione insieme alla loro testimonianza hanno reso l’incontro uno spazio fecondo per far maturare la consapevolezza di tutti i presenti nella cura della nostra casa comune. 

La preghiera ha voluto “Celebrare” l’incontro partendo dalle parole di Papa Francesco: “Quando cerchiamo prima di tutto il regno di Dio, mantenendo una giusta relazione con Dio, l’umanità e la natura, allora la giustizia e la pace possono scorrere, come una corrente inesauribile di acqua pura, nutrendo l’umanità e tutte le creature“.