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Racconti di missione: esperienze estive 2024

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza.

Missione Ngozi, Burundi

Chiamati e Inviati


Chiamati da Qualcuno più grande, da Chi desidera davvero il nostro bene e ripone speranza in noi, affinché possiamo trasformare la nostra vita in un capolavoro.

Inviati da una comunità pronta a sostenerci nei momenti difficili, vicina anche nella distanza, decisa ad accompagnarci in questa missione.

Perché sì, è proprio di una missione che stiamo parlando. O meglio, di esperienza missionaria. Un’esperienza che, se la accetti, ti cambia. Ti rende consapevole, ti fa crescere, ti rende una persona migliore, senza aspettarti nulla in cambio.

Sei giovani e due salesiani. Otto “musungu“- bianchi – in viaggio verso un piccolo paese nel cuore dell’Africa: il Burundi.

Qui, la terra rossa si mescola a una povertà evidente, tangibile, ma colma di umiltà. Una povertà accettata come condizione di vita, dove la mancanza di acqua corrente è normalità, l’assenza di rifornimenti di benzina è routine e fare un solo pasto al giorno è pura provvidenza.

Abbiamo incontrato una comunità segnata da una guerra passata e da una crisi economica presente, ma che ogni giorno cerca di vivere l’attimo, senza preoccuparsi troppo del domani. Il futuro? Sarà un’altra storia.

Siamo stati inviati non per cambiare il mondo, ma semplicemente per stare. Per vivere appieno il “patronage” con circa ottocento bambini. Settimane intense che ci hanno aperto gli occhi: abbiamo capito quanto siamo fortunati a sederci a tavola tre volte al giorno, a poter aprire un rubinetto e vedere l’acqua sgorgare. Ci hanno mostrato che i veri problemi della vita sono altri. Che vivere il presente, anche solo per un momento, ti fa pensare: “Quando mi ricapiterà?

Forse, per essere veramente felici, basta davvero poco.

Ci siamo donati a bambini e ragazzi che, probabilmente, non rivedremo mai più. Con i nostri pregi e difetti, ci siamo offerti così come siamo. E, giorno dopo giorno, abbiamo compreso che, mentre noi eravamo lì per loro, erano loro a donarci qualcosa: un sorriso, una parola, un gesto. E bastava tutto questo a ripagare ogni fatica e sacrificio.

È proprio vero che “C’è più gioia nel donare che nel ricevere“, ma è solo vivendo una realtà come questa sulla propria pelle che lo si può affermare con certezza.

Missione Nairobi, Kenya

Luca, Giacomo, Maddalena, Enrica, Carlotta, Sr Lucia e Don Alessandro

Esattamente un anno fa 20 giovani provenienti da zone differenti del Piemonte (e Valle d’Aosta) e da esperienze di vita altrettanto diverse, hanno deciso di intraprendere il cammino di animazione missionaria proposto dai salesiani. Dopo un cammino di un anno, con cadenza mensile, e dopo tanta preghiera ecco che si forma il gruppo del Kenya, composto da 5 di questi 20 ragazzi: 2 ragazzi (Luca e Giacomo) e 3 ragazze (Maddalena, Enrica e Carlotta), sotto la guida esperta di Don Alessandro (SDB plurimissionario) e Suor Lucia (FMA di origine salvadoregna e missionaria a vita!).

Come gruppo siamo stati inviati a Nairobi, la capitale del Kenya, più precisamente abbiamo orbitato nelle sue periferie; dapprima nella comunità dei Bosco Boys Langata, che accoglie e rieduca ragazzi di strada, e infine a Mutuini, comunità di FMA che si occupa del noviziato (che comprende novizie da tutto l’Est africano).

Il nostro impatto con l’Africa è stato silenzioso, meno dirompente di quanto ci si aspetti, perché fin da subito siamo stati accolti da una piccola comunità e non da un’infinità di gente. A donarci il loro calore, la loro vita e la bellezza dell’Africa sono stati infatti 24 ragazzi della comunità dei Bosco Boys, centro che recupera ragazzi dalla strada e gli offre una nuova vita. Molti di loro hanno fatto il loro ingresso nella comunità il nostro stesso giorno, ma a doversi adattare siamo stati più noi, con le difficoltà della lingua, del cibo e la paura di ammalarsi, paure che ben presto sono svanite, ostacoli che altrettanto rapidamente sono stati superati e lì dentro ognuno sì è sentito a casa.

Con loro abbiamo condiviso la quotidianità: la sveglia al mattino, la messa, le pulizie, le lezioni, lo svago e i lavori di abbellimento/riparazione, e ci siamo scoperti amici e fratelli. Il nostro viaggio non si è limitato a questo infatti, di tanto in tanto, abbiamo fatto visita anche ad altre realtà lì vicino: Bosco Town (scuola professionale dei salesiani)e le suore del Cottolengo (il centro di ricovero per i bambini malati di HIV).

Infine il nostro incarico ci ha portati in un’altra parte della periferia di Nairobi: Mutuini. Sicuramente separarsi dai ragazzi di Bosco Boys Langata è stato difficile, perché in poco tempo ci siamo affezionati gli uni agli altri, ma con coraggio siamo ripartiti da zero nella nuova comunità che ci ha accolto non con meno gioia o calore, infatti non sono mancate feste e ringraziamenti.

Nella comunità a Mutuini invece il nostro incarico è stato quello di aiutare le FMA nella gestione e animazione del Summer Camp, ovvero l’Estate Ragazzi; quindi i primi giorni tra la separazione del primo centro, i festeggiamenti per la professione perpetua di 5 FMA si sono svolti i preparativi per l’estate ragazzi.

Prima però del Summer Camp, abbiamo fatto un ultima visita: siamo andati a Kibera, la baraccopoli più grande del Kenya, e assieme alle suore della “visitazione” ci siamo confrontati con una realtà dura da digerire, la povertà. Nonostante però questa povertà estrema abbiamo conosciuto persone/famiglie estremamente accoglienti, riconoscenti, vive!

Infine, a conclusione di questo mese missionario: il Summer Camp! Con più di 100 bambini, animati da noi e le novizie FMA con le quali abbiamo condiviso prima di tutto la preghiera e non per ultimo l’amicizia e la fratellanza. Con altrettanti pianti e saluti, abbiamo dovuto salutare anche questa comunità e ritornare in Italia, dove però la nostra missione continua come testimoni di una grande fede e di un’esperienza rivoluzionaria che consigliamo a chiunque si senta chiamato a viverla!

Missione Bo, Sierra Leone

Dove Tu mi vuoi io sarò, dove Tu mi vuoi io andrò…

Ed è proprio così, non scegli il “dove”, non scegli “con chi” ma semplicemente vieni “mandato” un po’ oltre i confini per vivere un’esperienza dai mille colori, che parla ad ogni parte di te: anima e corpo.

Siamo partiti per andare nella cittadina di Bo, in Sierra Leone, in 7: cinque ragazzi e due accompagnatori. Ma la differenza, quando siamo arrivati, non l’abbiamo fatta noi quanto più la comunità che ci ha ospitato e le persone che ci hanno accolto, le mani che hanno stretto le nostre e gli sguardi scambiati.

Indubbiamente non è l’Africa che ti immagini con il sole cocente, la savana sconfinata e gli animali selvaggi perché era la stagione delle piogge, sembrava di essere in una foresta pluviale e gli animali più pericolosi che abbiamo incontrato sono stati i gechi e le pecore. Però, in un Paese dove di “pumuii” (ossia i bianchi) non se ne vedono molti, ci siamo sentiti come a casa, circondati dall’affetto e dalle cure di tutte le persone che incontravamo.

Durante le settimane abbiamo partecipato al Summer Camp, organizzato dalla parrocchia salesiana che frequentavamo, dove abbiamo avuto modo di conoscere bambini e ragazzi di ogni età e stare in mezzo loro semplicemente con la nostra presenza. Nel fine settimana, invece, grazie alla disponibilità della comunità e di alcuni animatori abbiamo avuto la possibilità di visitare le carceri, i villaggi più lontani ed entrare in contatto con le realtà circostanti.

La semplicità con cui i bambini e i ragazzi si avvicinavano e giocavano con noi sono stati l’esempio chiaro che per conoscersi e stare insieme non è tanto importante che giochi si fanno, quanto materiale si ha a disposizione, quanto più il tempo che si dedica all’ascolto, all’incontro, allo stare così come si è, al punto tale che ci si dimentica di guardare l’orologio, perché in Africa l’orario è solo indicativo.

É proprio vero che “ciò che l’occhio ha visto il cuore non dimentica” e sicuramente tutto ciò che abbiamo visto e vissuto è e sarà per sempre impresso nei nostri cuori.

Bika Sierra Leone!

Missione Telšiai, Lituania

Il mese missionario vissuto insieme è stata una delle esperienze più belle mai trascorse. In questa esperienza abbiamo fatto di tutto: animato, pregato, giocato, visitato… e tutto lo abbiamo fatto insieme! Abbiamo infatti vissuto la ricchezza più bella ovvero la fraternità, che vuol dire sentirsi fratello e sorella accolti l’uno dall’altro e siamo stati in una casa che si è trasformata in una famiglia anche e soprattutto grazie all’accoglienza speciale dei salesiani in Lituania.

La nostra esperienza è stata vissuta a Telšiai dove abbiamo sperimentato la bellezza di fare estate ragazzi in maniera diversa. Le difficoltà non sono state poche soprattutto lo scontrarsi con un modo di fare dei ragazzi molto diverso dal nostro oltre che le mentalità e gli stili diversi dai nostri e soprattutto la comunicazione non facile.

La grande sfida è stata quindi quella di avere un atteggiamento di fiducia piena nei confronti di una realtà che non ci aspettavamo, ricca di confusione e difficoltà ma soprattutto ricca di bellezze e di persone accoglienti. Con questo spirito di piena disponibilità e servizio, ci siamo lasciati trasportare in un mondo che aveva tanto da imparare ma da cui soprattutto noi avremmo imparato molto.

Se da un lato abbiamo conosciuto la storia travagliata e difficile della Lituania, dall’altro l’esperienza che abbiamo vissuto ci ha aiutato a sperare in un futuro migliore per questo paese; i giovani e la loro voglia di fare, il loro desiderio e bisogno di affetto e di relazioni, la presenza dell’Estate Ragazzi che in soli 4 anni già accoglie più di 100 ragazzi… tutto ciò ci ha colpito e ci permette di dire che questo paese, nonostante il suo passato complicato, riuscirà a riprendersi e fiorire come già sta facendo.

In conclusione è stata un’esperienza arricchente, abbiamo conosciuto un nuovo paese e alcune persone che ci abitano, abbiamo fatto un’esperienza di servizio a contatto con altri ma allo stesso tempo abbiamo avuto modo di riflettere su noi stessi, aumentando la nostra fede e fiducia nel Signore e nelle esperienza che ha riservato per tutti noi.

“Missione è…” – Vocabolario Missionario 2024

I giovani della nostra Ispettoria partiti lo scorso agosto per un’esperienza missionaria a Ngozi, in BurundiNairobi, in KenyaVilniaus e Telsiai, in Lituania e Bo, in Sierra Leone, hanno realizzato una serie di mini-video dal tema “Missione è…” per raccontare attraverso una parola o una breve frase l’esperienza vissuta.

Missione Ngozi, Burundi

“Amore” | Alfredo Paba

“Un segno” | Matilda Cosentino

“Affidamento” | Luca Scavino

“Luce” | Irene Conversa

“Uno specchio” | Chiara Bartolini

“Incontro” | Alice Opalio

“Camminare insieme” | don Marco Cazzato

Missione Nairobi, Kenya

 “Asante sana” | Suor Lucia Vasquez Figueroa

 “Comunità” | Luca De Cilladi

“Acqua” | Giacomo Chiaramello

“Occhi” | Enrica Oneglio

“Sorriso” | Carlotta Turin

“Fiducia” | Maddalena Cermele

Missione Bo, Sierra Leone

“Corpo” | Cecilia Vergnano

“Cura” | Francesca Palma

“Perdere” | Martina Delfino

“Curiosità” | Michele Sandonà

“Piedi” | Tommaso Riaudo

Missione Telšiai, Lituania

“Casa” | Anna Fontana

“Fiducia” | Caterina Valera

“Candela” | Fabio Bovo

“Coraggio” | Nicole Audero

 

Il progetto si inserisce all’interno del Vocabolario Missionario, iniziativa che raccoglie le testimonianze dei partiti in missione che, a partire da una parola, cercano di spiegare come l’esperienza lascia il segno e va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

AM: Mandato Missionario del Percorso Nel Cuore del Mondo 23/24

I cinque incontri del Percorso Nel Cuore del Mondo vissuti nel corso dell’anno 2023-2024 hanno accompagnato 29 persone alla scelta di aprirsi, nel mese di agosto 2024, a un’esperienza in terra di missione.

Tra loro, figurano ragazzi universitari, giovani lavoratori e accompagnatori salesiani.

Nel corso degli incontri, sono state presentate e discusse diverse tematiche: dall’economia al servizio dei popoli fino all’interculturalità, senza tralasciare la spiritualità missionaria salesiana.

Spinti dal desiderio e dall’esigenza di scegliere in che mondo vivere, non adeguandosi al male che lo abita, i ragazzi e ragazze che hanno frequentato il Percorso guidato dall’Equipe dell’Animazione Missionaria partiranno per Ngozi, in Burundi, Nairobi, in Kenya, Vilniaus e Telsiai, in Lituania e Bo, in Sierra Leone.

Il 7 aprile 2024 si è tenuto il Mandato Missionario per i futuri partenti all’interno della Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Ispettore don Leonardo Mancini.

Di seguito, i nomi dei giovani e dei loro accompagnatori che hanno ricevuto la croce missionaria, simbolo di accompagnamento spirituale da parte di tutta la comunità salesiana.

  • Partiranno per la Sierra Leone: Cecilia Vergnano, Francesca Palma, Martina Delfino, Michele Sandonà e Tommaso Riaudo, accompagnati da don Alberto Martelli e don Matteo Rupil.
  • Partiranno per il Kenya: Carlotta Turin, Enrica Oneglio, Giacomo Chiaramello, Luca De Cilladi e Maddalena Cermele, accompagnati da don Alessandro Basso e sr Lucia Isabel Vasquez Figueroa.
  • Partiranno per la Lituania: Anna Fontana, Caterina Valera, Fabio Bovo, Martina Vallosio e Nicole Audero, accompagnati da don Alessandro Borsello e dal salesiano Giorgio Ramundo.
  • Partiranno per il Burundi: Alfredo Paba, Alice Opalio, Chiara Bartolini, Irene Conversa, Luca Scavino e Matilda Cosentino, accompagnati da don Marco Cazzato e dal salesiano Antonio Squillace.

Durante la consegna della croce missionaria, ognuno dei partenti ha sentito l’affetto e il sostegno di tutti i presenti ed è ora pronto a partire verso le quattro destinazioni di quest’anno.

Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone – La Fedeltà

Si pubblica di seguito l’articolo dedicato al missionario Riccardo Racca, apparso su “La Fedeltà“.

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Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone

Originario di Piasco, già allievo della scuola di formazione professionale di Fossano, ha attivato nella provincia di Cuneo un’ampia rete di collaborazioni

 

Un nuovo modo di essere missionari? I Cuneesi, sempre aperti all’innovazione, trasmettono questa attitudine anche a chi lascia la provincia per cercare altrove la sua vocazione. Che sia uno specialista che raggiunge le grandi città, un investitore che pensa alla grande, un viaggiatore che inventa un mestiere, il DNA contadino genera continuamente capacità di adattamento e ricerca di efficienza.

Così anche un salesiano nato a Piasco, e formato a Fossano, ha assunto dalla sua terra uno spirito “imprenditoriale” che torna molto utile nella sua missione in Africa: prima in Nigeria, poi in Ghana, adesso in Sierra Leone.

È Riccardo Racca, classe 1954, che incontriamo per un tuffo nel suo passato di ragazzino cresciuto fra il negozio di alimentari e rosticceria dei genitori e il cortile della parrocchia, passando per la scuola elementare e le marachelle con i compagni di gioco. Di tanto in tanto fa una esplorazione di questo suo retroterra per pescare soluzioni alle idee che nascono oggi a Bo, una cittadina immersa in un’area che definire agricola non si può ancora dal momento che produce al massimo cibo per la sopravvivenza delle famiglie che la abitano.

Mentre compie la missione da figlio di don Bosco, partecipando alla gestione della scuola professionale e dell’oratorio, va a visitare i giovani in cella senza processo e mancanti di qualsiasi accompagnamento educativo. Ogni tanto avviene un “miracolo”, come quello di un ragazzo privo di una gamba, che è riuscito a far curare ottenendo i permessi di uscita dal carcere, superando la ritrosia determinata dalla rassegnazione. Ora, scontata la pena, è libero di muoversi e di affrontare la vita prendendo in mano il suo destino.

Il di più dello sguardo penetrante del contadino ha portato fratel Riccardo Racca ad approfondire le possibilità di valorizzare una pianta utilizzata dalla popolazione locale per scopi alimentari. È la moringa, chiamata anche “albero del ravanello”, fino a 7 metri in altezza di generosa sfruttabilità. Le radici sono commestibili, le foglie sono gustose, i teneri baccelli possono entrare in un piatto di insalata, i semi regalano un olio usato anche per la cosmesi. Quel che è importante è che le sue proprietà possono essere una risposta ai bisogni alimentari di vaste comunità: le vitamine, le proteine, il calcio, gli antiossidanti che la moringa contiene sono additivi preziosi, anche attraverso l’essiccazione delle foglie che le rende durevoli, diventando condimento o basi di tisane.

Questa pianta è stata indicata come “super alimento” nel 2022 grazie anche all’attività promozionale che fratel Riccardo ha avviato da qualche anno. Ha messo a frutto i suoi ritorni periodici in Italia e in Europa per documentarsi, per considerare le possibilità di coltivazione estensiva in Sierra Leone, per prendere contatti con esperti e potenziali acquirenti della polvere di moringa.

Il sogno infatti è quello che i contadini di Bo, attualmente un gruppo di una ventina di famiglie raccolte in cooperativa sotto l’egida della missione, possa produrre e trattare il prodotto anche per l’esportazione: questo commercio diventerebbe così un primo passo verso la auto-sostenibilità della presenza salesiana. Da questa potrebbero aggiungersi risorse a quelle che già oggi numerosi benefattori affidano a Missioni Don Bosco per difendere i minori più fragili: domani si intravede il potenziamento della scuola professionale, dei servizi socio-educativi, della formazione dei nuovi salesiani per dare futuro alla congregazione in Sierra Leone.

Nei suoi ritorni periodici, Riccardo Racca ritrova a Piasco la sorella, che costituisce l’ancoraggio familiare e il sostegno spirituale un tempo dato anche dai genitori, a Fossano i nuovi membri dell’opera salesiana e i suoi compagni di studio divenuti professionisti. Trova lì le risorse per coltivare (è il caso di dirlo) il suo sogno che cammina – come faceva il Santo fondatore – con i piedi per terra. L’associazione piemontese degli ex allievi delle scuole salesiane ha sposato con entusiasmo questo progetto. Il “miracolo” sarà il primo container che invece di partire dall’Italia per portare aiuti si riempirà a Bo per esportare moringa in varie forme.