Sale Cuneo: ripensiamo la sala della comunità – Cinema Teatro Don Bosco

Giovedì 25 giugno, alle ore 20.45 si terrà presso i locali dell’Oratorio Salesiano di Cuneo un incontro aperto a tutte le persone interessate dal titolo “Ripensiamo la Sala della Comunità” per rilanciare il senso e l’attività del Cinema-Teatro Don Bosco. Di seguito l’articolo dedicato, pubblicato sul sito dell’opera.

Sala della Comunità Ecclesiale: questo il nome ufficiale con cui è designato quello spazio che tutti chiamiamo “Cinema Teatro Don Bosco”, o più colloquialmente “il Don Bosco”.

Dietro l’espressione richiamata (le maiuscole non sono un errore ortografico, ma una sottolineatura voluta) si intravvedono tre significati importanti, che sono sempre da tenere uniti per comprendere il senso che quell’ambito ha nella nostra opera oratoriana e parrocchiale.

Sala indica chiaramente che si tratta di uno spazio fisico: il teatro, con i suoi 336 posti, il palco, lo schermo, la dotazione strumentale. Sala indica anche uno spazio predisposto per accogliere persone che partecipano a degli eventi: proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, conferenze e dibattiti, spettacoli musicali. Forse questo è l’aspetto che abbiamo più in mente quando pensiamo al “Don Bosco”.

Poi c’è la parola Comunità, che qualifica e amplia il significato della prima: lo spazio, le attrezzature, gli eventi sono espressioni di una Comunità, a cui appartengono e di cui sono strumenti che quella Comunità usa per dialogare con la realtà in cui è inserita.

La Comunità ha infine un’ulteriore qualifica specifica, è Ecclesiale: gli eventi che si propongono e si accolgono nella Sala sono momenti di espressione della lettura del mondo alla luce del Vangelo, esercizio di una funzione culturale di comunicazione sociale.

Solo mettendo insieme tutti e tre i significati si può comprendere il senso e la finalità di un cinema-teatro in una realtà parrocchiale ed oratoriana.

Questa premessa è utile per rileggere la situazione in cui si trova oggi la Sala della Comunità, affaticata ulteriormente dalla tempesta del covid-19.

Per il momento e almeno fino all’autunno, il Don Bosco non può riaprire i battenti: come purtroppo accade per la maggior parte dei cinema-teatri di tutta Italia, le restrizioni imposte dalle autorità per la tutela della salute dei cittadini rendono troppo onerosa la riapertura, per cui c’è anche bisogno di alcuni adeguamenti non rapidamente realizzabili. Di fatto la stagione 2019-2020 rimane dimezzata: abbiamo dovuto interrompere le proiezioni cinematografiche e annullare sette spettacoli teatrali, cinque trasmissioni di lirica e balletti, numerosi utilizzi da parte di altri organizzatori. Il danno è certamente economico, in termini di mancate entrate, mentre tutta una serie di costi fissi hanno comunque corso; ma soprattutto è un impoverimento di tutte le occasioni di incontro, di protagonismo e di scambio di pensiero che gli eventi rappresentano.

Ci sembra allora importante ripartire proprio da qui. Nei prossimi mesi estivi vogliamo cogliere l’opportunità rappresentata dallo stop imposto dall’epidemia per riportare la Comunità al centro della riflessione sul senso dell’esistenza di un cinema-teatro nella nostra opera. Un invito, a tutte le persone interessate e di buona volontà, per contribuire al rilancio della nostra Sala, sia in termini di pensiero, che di disponibilità di tempo ed energie per la gestione.

Concretamente proponiamo un percorso di alcuni incontri, in cui pensare insieme, come Comunità, quale progetto culturale può trovare espressione nel cinema-teatro e quali risorse (umane e strumentali) sono necessarie e possiamo mettere in campo per realizzare tale progetto.

Il primo incontro è fissato per giovedì 25 giugno alle ore 20.45 in Oratorio. L’obiettivo è di costituire un gruppo di volontari che partecipi sia nella programmazione dell’attività della Sala che nella gestione della stessa, conferendo nuova linfa ed entusiasmo all’ambito della comunicazione culturale e sociale della nostra opera.

Chiediamo inoltre a tutti (che partecipiate o meno all’incontro di giovedì 25) di compilare il piccolo questionario che trovate al seguente link:

https://forms.gle/L1NbdWgpkFuyhWnt6

I dati raccolti ci serviranno per ragionare insieme il 25!

Vi aspettiamo numerosi!!!

Sperimentazioni estive alla Scuola Agraria Salesiana di Lombriasco

Sperimentare in campo varietà, metodi di coltura, impostazioni della fertilizzazione, difesa delle colture. Anche in questo anno e nei mesi della chiusura della scuola con l’assenza dei ragazzi la Scuola Agraria Salesiana di Lombriasco continua a portare avanti alcune sperimentazioni. In particolare in queste settimane: una prova colturale su orticole con metodo biologico, una ricerca su piante mellifere, le prove ormai quasi a conclusione relative ad antiche varietà di frumento.

Questo è bello perché dice la vivacità della scuola anche in questo aspetto e nonostante il periodo segnato dal covid 19, ma anche perché mantiene vive le collaborazioni con altri enti.

Con un ente di ricerca per testare l’efficacia della zeolite, fertilizzante naturale, ammesso in agricoltura biologica su orticole quali melanzana e altre specie. Con l’università di Firenze per avviare una collaborazione nella ricerca su piante interessanti con la loro fioritura per le api. Con un’associazione che si occupa di riscoprire antiche varietà di frumento, quelle che oggi possiamo veder tornare in pieno campo visto che la cerealicoltura italiana punta sulla qualità più che cercare di competere sulla resa quantitativa.

Una scuola è viva anche attraverso queste sperimentazioni, pur se in assenza degli allievi che purtroppo hanno potuto solo seminare il frumento senza aver la possibilità di seguirne realmente lo sviluppo sul campo.

Un ringraziamento va ai tecnici della scuola, ma anche agli exallievi perché spesso queste iniziative sono promosse anche da loro con la nascita di collaborazioni interessanti. Al ritorno degli allievi a scuola sarà bello raccontare anche queste iniziative e i loro risultati sperimentali in campo.

Don Marco Casanova – Direttore dell’Opera Salesiana di Lombriasco.

Don Bosco Borgomanero: “trasformazione digitale nelle scuole”

Tuttoscuola.com dedica un articolo all’esempio di trasformazione digitale attuata dal Collegio Don Bosco di Borgomanero. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato a cura di Alfonso Rubinacci.

Un lodevole esempio di trasformazione digitale: dalla prudenza all’audacia

Una comunità scolastica, Don Bosco di Borgomanero di Novara, che nella stessa cornice concettuale riafferma la necessità di una discontinuità: sembra malata, la nostra scuola, ma non lo è, ferita dagli eventi, forse, ma viva e sana. Lo dimostrano il documento di Roberto Franchini, che Tuttoscuola ha pubblicato sul sito nei giorni scorsi, e quello di G. Campagnoli ed E. Negri, del Don Bosco di Borgomanero (No), che pubblicheremo sul sito nei prossimi giorni e che nella stessa cornice concettuale, riafferma la necessità di una discontinuità strategica nella progettazione didattica “per adottare con audacia i nuovi paradigmi della trasformazione digitale”. Una Scuola che a giugno 2020 è stata riconosciuta tra le cinque migliori in Italia proprio per la trasformazione digitale in atto, con il premio “Operazione Risorgimento Digitale” di Tim e Junior Achievement .

Tuttoscuola, nello sforzo continuo che la contraddistingue a sostegno del sistema educativo, dei docenti in questa terribile emergenza sanitaria, incanala la ricerca e la documentazione verso un confronto con le realizzazioni sul campo, perché pensiero ed azione, nella loro dinamica, generino nel sistema formativo modalità di essere e di operare sempre vitali.

Campagnoli e Negri, a conferma dell’evoluzione dei paradigmi scolastici indicata da Franchini, riportano i dati di un’indagine tra gli studenti sull’impatto della didattica a distanza, che fornisce risultati ampiamente soddisfacenti nelle diverse classi di parametri adottati. Ma la didattica a distanza non è il banale trasferimento delle modalità di fare lezione “dal vivo” al “remoto”, declinato nei suoi vari aspetti. Nel caso dell’Istituto di Borgomanero si fonda su un modo diverso di “essere scuola”, caratterizzato, tra l’altro, dall’introduzione nella classe di un’ora straordinaria di formazione con due docenti per sviluppare condivisione e consapevolezza del cammino educativo, dalla contaminazione tra le diverse discipline nel percorso di apprendimento, nel coinvolgimento degli studenti nella creazione di strumenti a sostegno dello stesso apprendimento (ad es. il progetto “Barocco 2020”).

Indubbiamente l’ampiezza dei problemi che si pongono nella fondazione della nuova scuola, qual è quella del dopo-virus, è tale da richiedere ulteriori riflessioni, raffronti e conferme, ed un ripensamento sui paradigmi in funzione dei quali creare e valutare l’istituto della scuola e la sua collocazione in una cultura ed una società che sembrano sfuggire a definizioni sicure.

E sarà difficile anche raccogliere e documentare i passi man mano compiuti. A questo, con il contributo dei suoi lettori, continuerà anche nella fase di ripartenza a dedicarsi con dedizione e passione Tuttoscuola.

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Di seguito la seconda puntata pubblicata l’11 giugno scorso su tuttoscuola.com in merito al documento “Trasformazione digitale nella scuola” di Giovanni Campagnoli ed Emanuela Negri.

TRASFORMAZIONE DIGITALE NELLE SCUOLE: COSTRUIRE ORGANIZZAZIONI DIDATTICHE ‘IRRESISTIBILI’ A PARTIRE DAI DESIDERI DI RAGAZZE/I

Riprendendo le tematiche educative, dopo tutta questa esperienza di mesi di didattica a distanza, è chiaro che la media education sarà l’educazione del 21° secolo[1] e, come è già avvenuto per l’istruzione, potrà essere un potente strumento di inclusione. È evidente l’interesse delle giovani generazioni nei confronti di queste dimensioni, che non possono essere lasciate solo al mercato. Media educational center, Digital Lab, E-sports Palace sono oggi spazi di aggregazione interessanti per i ragazzi: va allora ricercato e promosso il potenziale educativo di questi mezzi, le passioni che accendono e le aggregazioni che sviluppano per trasformarle in opportunità ed etica di apprendimento. Lo insegna anche il mercato: se nel secolo scorso si pensava che fosse l’offerta a generare la domanda (con relative crisi da sovrapproduzione e di eccesso di beni sul mercato), oggi è la domanda che genera l’offerta. Questo significa non buttarsi e produrre sempre più elaborati, condividere di tutto e di più, attivare canali su tantissime piattaforme, rincorrere l’ultimo aggiornamento… I ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine già ci dicono che esiste un interesse ed una predisposizione naturale all’uso delle tecnologie[2] (si parla appunto di “nativi digitali”, di “vita davanti agli schermi”, ecc.) e di questi strumenti, oltre ad una motivazione generalmente alta all’apprendimento di competenze. Si è quindi già in presenza di una domanda, che va aggregata, socializzata ed alimentata di contenuti. Ed è per questo che la funzione del docente è ancora più importante, in quanto ne è garante dell’autenticità, sa selezionarli, condividerli, aggregarli, fornirli (in più forme, anche multimediali) anche a seconda degli interessi individuali, verificarne gli apprendimenti. Ed ha in questo nuovo “ambiente creativo / irresistibile”, anche la possibilità di farne “assaporare il profumo”.

Ancora un approfondimento sulla “domanda dei ragazzi”: in questi mesi in generale gli studenti hanno saputo stare nella situazione, si sono dimostrati molto migliori di quanto li si è rappresentati fino ad ora (ultimamente erano tutti cyberbulli, prima solo bulli, prima ancora dipendenti, ritirati sociali, in preda ad alcolismo giovanile, passando per le baby gang e la violenza di quartiere…).

Le indagini svolte in questo periodo sui giovani[3], hanno rilevato di una ricerca di risposte a domande di senso, uno sguardo a tempi esistenziali, una capacità di saper ritrovare relazioni autentiche a partire da famiglia e amici, la fatica per la mancanza dell’incontro con l’altro, …

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