Lettera dell’Ispettore – Ottobre 2025, Conclusione del Mese Missionario

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di ottobre 2025.

Valdocco, 31 ottobre 2025
Conclusione del Mese Missionario

A confratelli e laici corresponsabili
di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania,

Carissimi confratelli, carissime laiche e laici corresponsabili, 

un saluto cordiale a tutti/e voi, in questa fine di ottobre 2025. 

Ottobre è il mese dedicato al Rosario e alle Missioni. Avremo certamente invocato con particolare amore e assiduità la Vergine Maria, e continueremo a invocarla per meditare, accompagnati da Lei, i misteri della vita di Cristo. 

Vorrei però in questo momento concentrare la mia attenzione sulla sottolineatura delle Missioni. E non solo perché ottobre è il mese che la Chiesa dedica alla preghiera e alla sensibilizzazione verso la dimensione missionaria, ma perché, come ben sapete, siamo vicini al 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana. Tale appuntamento è stato in un certo senso preparato anche dall’evento gioioso e incoraggiante della canonizzazione di Sr Maria Troncatti, missionaria FMA; e sarà a breve celebrato con una serie di iniziative di cui vi offro in allegato il programma. Programma che per sua massima parte si svolgerà a Valdocco e culminerà l’11 novembre con il Mandato conferito ai componenti della 156° Spedizione Missionaria Salesiana SDB e 148° FMA. 

La dimensione missionaria è fondamentale nel nostro carisma. La Congregazione salesiana è presente nel mondo più di qualsiasi altra congregazione o istituto. Don Bosco ha sentito – anche attraverso i sogni missionari – che doveva rivolgere la sua attenzione non solo ai ragazzi dei sobborghi di Torino, ma a tutti i popoli del mondo. Questo ci viene ricordato attraverso l’articolo 30 delle Costituzioni salesiane, dal titolo: I popoli non ancora evangelizzati. 

I popoli non ancora evangelizzati sono stati oggetto speciale della premura e dello slancio apostolico di Don Bosco. Essi continuano a sollecitare e a mantenere vivo il nostro zelo: ravvisiamo nel lavoro missionario un lineamento essenziale della nostra Congregazione. 

Con l’azione missionaria compiamo un’opera di paziente evangelizzazione e fondazione della Chiesa in un gruppo umano. Questa opera mobilita tutti gli impegni educativi e pastorali propri del nostro carisma. 

Sull’esempio del Figlio di Dio che si è fatto in tutto simile ai suoi fratelli, il missionario salesiano assume i valori di questi popoli e condivide le loro angosce e speranze. 

Tale impegno rimane vivo anche in ispettoria, una ispettoria e un territorio che negli anni hanno offerto tantissimi missionari e hanno dato origine attraverso di essi a tante nuove esperienze di Chiesa. All’interno di questo impegno si inscrive non solo l’attuale fronte missionario “carismatico” in Lituania, ma anche l’appello – lanciato il 6 settembre scorso da don Marco Cazzato, nostro animatore missionario – che chiedeva ad ogni casa di poter inviare almeno un partecipante al cammino “Percorso nel Cuore del mondo 25-26”, iniziato proprio domenica 26 ottobre a Valdocco.

Lo slancio missionario però sappiamo bene che è anche proprio di ogni nostra opera: oltre a coltivare la passione per la missio ad gentes, non possiamo negare cheDon Bosco ha vissuto tutta la sua opera educativa e pastorale con spirito missionario, sentendosi chiamato a cercare i ragazzi oltre le mura rassicuranti delle istituzioni ecclesiali, per edificare la “parrocchia dei ragazzi senza parrocchia”. 

È innegabile che oggi tanti ragazzi delle nostre città ci chiedono indirettamente di compiere un’opera di paziente evangelizzazione e fondazione della Chiesa in un gruppo umano (Cost. 30). Non sanno che cosa è il Vangelo e non hanno incontrato la Chiesa; o, se la hanno incontrata, non hanno ricevuto un’accoglienza familiare, di casa, tale da conquistarne la fiducia. Sappiamo che con loro, da una parte siamo chiamati a ripartire dal primo annuncio della fede; e dall’altra siamo chiamati a metterli in condizione di comprendere il dono preziosissimo della vocazione; dobbiamo far loro capire che il Padre li chiama – chiama ciascuno personalmente – ; che in Cristo li ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità (Ef 1,4); e che li ha scelti per un compito unico, irripetibile, originale. 

Il Signore, per intercessione di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco, benedica tutti i missionari ad gentes, salesiani e non. Ma benedica anche noi, missionari nei nostri ambienti, quartieri e città , chiamati ad annunciare la Buona Notizia della fede a tanti ragazzi non ancora raggiunti dal Vangelo. 

Con affetto in Don Bosco,
Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Savio Club al Colle Don Bosco: 15 o 16 novembre 2025

Tornano i Savio Club al Colle Don Bosco: l’appuntamento dedicato al segreto della santità di Domenico Savio è pronto ad accogliere al Colle Don Bosco i ragazzi dalla prima alla terza media il 15 o il 16 novembre 2025.

Due giorni, uno a scelta in base all’esigenza del gruppo, rivolti ai ragazzi e le ragazze che desiderano mettersi in gioco e crescere nella scelta di Dio come compagno della propria vita, seguendo i preziosi consigli di Domenico Savio verso la santità.

Domenico Savio viveva così, e noi?

Programma

  • 9.30 – arrivi
  • 10.00 – inizio
  • 16.00 – S. Messa
  • 17.00 – termine

Il costo per la giornata è di 8 euro, comprensivo di utilizzo ambienti e merenda. Da portare il pranzo al sacco, una penna per scrivere e abbigliamento adatto al gioco.

Per info:

Primo incontro GxG: riscoprire la Chiesa come corpo ecclesiale composto di tante membra

Nel weekend del 25 e del 26 ottobre oltre 100 ragazzi si sono ritrovati presso la sede FMA di Valdocco per il primo incontro dei Gruppi Ricerca GxG, un cammino di crescita aperto a chi vuole approfondire il proprio percorso di discernimento in stile salesiano.

Per rompere il ghiaccio, il tema del primo appuntamento “Che cosa è la Chiesa? Corpo ecclesiale composto di tante membra” è stato affrontato a partire da un grande gioco di gruppo in Piazza Maria Ausiliatrice. Subito dopo, i ragazzi si sono divisi in gruppi per un momento di conoscenza: ognuno ha condiviso il proprio nome e le aspettative per il cammino dei Gruppi Ricerca, tracciando insieme le prime linee di un percorso che sarà sia personale che comunitario.

Il cuore della giornata è stato l’incontro con i testimoni: sei volti per una sola Chiesa, ciascuno esempio di una vocazione diversa:

  • una coppia di sposi
  • una catechista
  • un giovane SDB
  • una giovane FMA
  • un educatore
  • una volontaria Caritas

Attraverso le loro parole, i ragazzi hanno potuto scoprire come la Chiesa si incarni nella vita quotidiana, nelle relazioni, nel servizio e nella fede vissuta con autenticità.

A concludere la giornata un momento di gioco e l’Adorazione.

La domenica mattina ha offerto spazio alla Lectio Divina e ad un momento di tempo personale in cui riflettere per interiorizzare quanto vissuto.

A concludere il weekend, la celebrazione della S. Messa, per salutarci con la certezza che il cammino non finisce qui: prossima tappa il 22-23 novembre!

Nel cuore del mondo 2025-26: giovani in cammino verso la missione

Hanno risposto in tanti, con lo zaino pieno di entusiasmo e il cuore pronto a partire.
Sono stati una quarantina i ragazzi provenienti dalle case salesiane del Piemonte e della Valle d’Aosta che, domenica 26 ottobre, si sono ritrovati per dare il via al “Percorso nel cuore del mondo” 2025-26. Un nuovo inizio, nel segno del 150° anniversario della prima spedizione missionaria salesiana, che quest’anno profuma di storia e di futuro insieme.

Accogliendo l’appello dell’Ispettore, questi giovani hanno scelto di mettersi in cammino e a servizio, per scoprire cosa significa oggi essere missionari nel quotidiano, là dove vivono, studiano e lavorano.

Fin dal pomeriggio, Valdocco si è riempito di voci e sorrisi in un primo gioco di conoscenza che ha aiutato a sciogliere subito il ghiaccio. Divisi nei “continenti del mondo”, i ragazzi hanno condiviso chi sono, come sono arrivati al percorso e cosa si aspettano da questa avventura. Le risposte, semplici ma autentiche, parlavano di desiderio di fare del bene, di incontro con Dio, di voglia di donarsi.

Dopo la presentazione dell’équipe di animazione – formata da una FMA, un SDB e da alcuni giovani che in passato hanno vissuto l’esperienza missionaria e oggi si mettono al servizio dei nuovi partecipanti – il pomeriggio è proseguito con un percorso a stand tematici: chiamati e inviati, a servizio dei più poveri, in stile salesiano, in terra di missione, come comunità.
Una piccola anticipazione delle tappe del percorso attraverso le testimonianze dei giovani che hanno vissuto il percorso lo scorso anno per scoprire i tanti volti della missione salesiana e comprendere che partire non è solo questione di destinazione, ma una scelta di cuore.

La serata è continuata in stile tipicamente salesiano: giochi, risate e convivialità, seguiti da un momento di preghiera nella chiesa di san Francesco di Sales, semplice e profondo. Le candele accese deposte sull’altare, donate poi a ciascuno dei partecipanti, hanno ricordato a ciascuno che la luce della missione nasce da una chiamata personale, ma si alimenta nella scelta di vivere questa chiamata ogni giorno.

Il “Percorso nel cuore del mondo” non è solo un insieme di incontri: è un cammino di fede e di servizio, dove si cresce insieme, si riflette, si condivide e si impara a “partire” ogni giorno – verso gli altri, verso Dio, verso la vita.

Prossimo appuntamento? Domenica 23 novembre.
Stessa passione, stesso sogno: essere giovani nel cuore del mondo, con il cuore di Don Bosco.

Racconti di Missione: Tunisia

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza. Di seguito il resoconto della coppia partita per Manouba, in Tunisia (Africa).

La nostra esperienza in Tunisia

Missione in Tunisia: tre settimane di vita e di futuro

Un gruppo di sette persone – cinque giovani e due accompagnatori – ha vissuto questa estate tre settimane di missione nella comunità salesiana di Manouba, alle porte di Tunisi. L’esperienza è stata il frutto del “Percorso nel cuore del mondo”, cammino annuale di animazione missionaria che prepara i giovani a vivere un’estate di servizio. Ogni gruppo del percorso viene inviato in una diversa realtà: a loro è stata affidata la Tunisia, un Paese dove la Chiesa è piccola ma ricca di vita.

La comunità salesiana di Manouba è insieme scuola e oratorio. In una terra a maggioranza musulmana, la testimonianza cristiana non passa attraverso grandi manifestazioni, ma ci è stata trasmessa attraverso la vicinanza quotidiana: pasti condivisi, momenti di preghiera, attività educative e semplici gesti di fraternità che ci hanno fatto sentire davvero parte di una famiglia.

Il cuore dell’esperienza è stato l’Estate Ragazzi, che a Manouba dura sette settimane e che noi abbiamo vissuto negli ultimi venti giorni, affiancando gli animatori locali. Giochi, laboratori, gite, momenti di riflessione e di preghiera: tutto contribuiva a creare un’oasi in cui bambini e adolescenti si sentivano accolti, liberi e guardati con fiducia. In una realtà dove spesso mancano spazi sicuri, l’oratorio diventa davvero un luogo che apre al futuro.

Accanto al servizio, c’è stato l’incontro con le persone e le comunità. Abbiamo toccato con mano le difficoltà delle famiglie – la povertà, i lavori faticosi, le disuguaglianze – ma anche la forza di una Chiesa piccola e viva, che sa testimoniare con coraggio e gioia. La visita alle comunità cristiane del territorio – dalla cattedrale di Tunisi alle Suore di Ayn Darahim, fino alle Figlie di Maria Ausiliatrice di Menzel Bourghiba – ci ha fatto respirare l’universalità della Chiesa. Momenti come la processione dell’Assunta a La Goulette, che unisce cristiani e musulmani in un’unica festa di popolo, ci hanno ricordato che il Vangelo sa costruire ponti di fraternità.

In tutto questo, ciò che ci ha colpito è stata la semplicità con cui la fede si manifesta: una cena condivisa, una testimonianza dopo la Messa, una serata passata in fraternità. La missione si regge su questa prossimità quotidiana, capace di unire persone di culture e religioni diverse. Anche le uscite al mare con i ragazzi, o la visita a Cap Angela – il punto più a nord dell’Africa – sono diventate occasioni per rafforzare legami, vivere la bellezza e aprire i cuori.

Punti di forza

Tre settimane a Manouba ci hanno fatto scoprire alcune ricchezze decisive. La prima è l’attualità del Vangelo: in un contesto dove la fede cristiana è minoranza, la Parola di Dio risuona con forza e suscita domande anche in chi non conosce Cristo. Lo ha ricordato il vescovo Nikolà celebrando a Manouba: il Vangelo opera anche attraverso chi appartiene ad altre religioni, aprendo cammini di ricerca e di vocazione.

La seconda è l’universalità della Chiesa: religiosi e religiose provenienti da ogni parte del mondo – Italia, Congo, Vietnam, Kenya, Giordania – che vivono insieme e testimoniano la fraternità dei figli di un unico Padre. L’accoglienza che abbiamo sperimentato ci ha fatto sentire parte di questa comunione.

La terza è la scelta consapevole della fede dei cristiani tunisini: qui andare a Messa non è un’abitudine, ma una decisione coraggiosa e quotidiana. Pregare, accostarsi ai sacramenti, testimoniare il Vangelo diventa un atto libero e gioioso. La celebrazione del 15 agosto, come dicevamo, ne è stata un segno luminoso: comunità diverse, autorità civili e musulmani uniti sotto lo sguardo di Maria.

Le sfide

Naturalmente, non sono mancate difficoltà che ci hanno interrogato. La povertà è reale: molti ragazzi arrivano all’oratorio con vestiti consunti, segno di famiglie che faticano a sostenere il costo della vita. Le strade raccontano disordine, sporcizia e disagio; la microcriminalità, pur non vissuta direttamente, ci è stata descritta come diffusa nei quartieri più poveri.

Eppure, dietro tutto questo, ci sono i volti sorridenti dei ragazzi, la loro voglia di vivere e di costruire un futuro diverso. Lì abbiamo riconosciuto che la missione non è solo osservare problemi, ma lasciarsi contagiare dall’energia vitale di chi spera ancora.

Alcuni aspetti educativi ci hanno fatto riflettere. Ad esempio, la rigidità con cui talvolta vengono applicate le punizioni, senza spiegazioni. Questo ci ha interrogati, ma non in chiave critica: in Italia rischiamo spesso l’estremo opposto, con ragazzi senza punti di riferimento. Forse – come ricorda San Benedetto con la sua “discretio”, madre di tutte le virtù – la via sta nell’equilibrio: unire fermezza e dialogo, autorevolezza e accompagnamento.

Un’altra sfida riguarda il sistema preventivo salesiano: c’è l’opportunità di incarnarne in modo più consapevole e coraggioso i pilastri educativi, trasformandoli ancora di più in prassi quotidiana e condivisa da tutti. Questo richiede tempo e accompagnamento attento, ma può portare grandi frutti con il sostegno dei missionari e attraverso ulteriori occasioni di confronto e collaborazione.

Uno sguardo al futuro

La speranza più grande restano i ragazzi. Sono loro che rendono viva la comunità, che trasformano l’oratorio in un cuore pulsante di vita. Gli animatori locali, pur con i loro limiti, hanno dato una testimonianza forte: la missione non si costruisce con eventi straordinari, ma con una presenza fedele e quotidiana.

Guardando indietro, comprendiamo che la missione in Tunisia non è stata solo un’esperienza estiva, ma una vera scuola di vita. Abbiamo imparato che la fede è una scelta quotidiana; che l’oratorio può essere un’oasi anche nei contesti più difficili; che la Chiesa è davvero universale, capace di parlare tutte le lingue e di abitare tutte le culture.

Ci portiamo a casa i sorrisi dei bambini, le parole semplici dei confratelli e la testimonianza di una Chiesa piccola ma viva nella fede. A Manouba abbiamo sperimentato quanto sia vero che la cura e l’attenzione verso i giovani, come insegnava Don Bosco, è già di per sé una forma d’amore concreta e quotidiana. Questa esperienza continuerà a guidarci nel nostro cammino, ricordandoci che ogni gesto di presenza e attenzione può fare la differenza nella vita di un ragazzo.

Rivoli: serata in ricordo di don Luca Maschio, missionario Salesiano

Notizia a cura dei salesiani di Rivoli.

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Il 17 ottobre presso la casa di Rivoli, in onore del Mese Missionario di Ottobre, si è tenuta una serata in ricordo di don Luca Maschio, missionario Salesiano a trent’anni dalla morte.

Don Luca, nato nel 1963, aveva maturato la sua vocazione salesiana e missionaria all’oratorio di Rivoli. Chiese presto di partire per il Kenya. Quando parlava dell’Africa, don Luca non presentava immagini folkloristiche o visioni di bellezze naturali, ma il grido di aiuto dei poveri e le tragedie della loro situazione disumana. Condivise con loro la difficoltà di vivere, negli slums che visitava, nel campo profughi di Kakuma, nel centro salesiano, e trascorreva con loro quanto più tempo poteva. Ordinato sacerdote al Colle don Bosco nel 1991 da mons. John Njue, Vescovo di Embu, era immediatamente tornato in Kenya. Allegro e socievole, portato per la musica, era il regista apprezzato di ogni attività sia professionale come del tempo libero. Il Signore lo ha accolto nella vita definitiva il 19 settembre 1994 all’età di 31 anni, a seguito di un tragico incidente automobilistico. Quella mattina aveva detto ai giovani:

«Siamo una sola famiglia. Abbiamo tutti il nostro ruolo da svolgere per il bene degli altri».

I fratelli Silvia, Anna e Paolo accompagnati dai loro amici, dagli ex animatori, dai salesiani che all’epoca prestavano il loro servizio pastorale nell’opera di Rivoli, si sono ritrovati insieme ad una comunità di trecento persone per raccontare la storia di don Luca ai tanti giovani presenti in sala e a chi non lo aveva ancora conosciuto.

Angelo, Marco, Franchino, Maurizio, Tiziana, Mimmo, Franco, Gianni, Marina, Manuel e Don Mariano hanno animato magistralmente la serata tra allegre presentazioni, musica dal vivo e testimonianze. La serata si è articolata in diversi momenti:

  • La storia Salesiana
  • La vita in famiglia di don Luca
  • L’esperienza dell’oratorio
  • La missione in Africa
  • Uno sguardo verso il futuro

Ospiti speciali della serata: don Silvio Roggia, don Gianni Rolandi, Domenico Allasia salesiano coadiutore, don Giacomo Crotti, don Lucio Melzani, don Edoardo Serra, e soprattutto la mitica famiglia di Monica e Francesco con i loro sette figli presenti in sala e altri già in giro per il mondo.

Tre gli Interventi video: Fabio Germano dallo Sri Lanka in attesa di entrare in Myanmar per un progetto umanitario, Alfredo Ravara da Figline Val D’Arno ex compagno di noviziato e don Gianni Uboldi.

Diversi gli interventi in sala con Umberto Cerri, Patrizio Vargiu, Lucio Briccarello e la testimoniaza degli Amici OK del Rebaudengo.

Oggi, a 150 anni dalla prima spedizione missionaria di Don Bosco, il Signore non smette di chiamare i giovani, a noi il compito di accompagnarli e incoraggiarli nella risposta. Don Marco Cazzato, Responsabile dell’Animazione Missionaria Ispettoriale, ha presentato il percorso di formazioneNel cuore del mondo” che tutti gli anni permette a diversi gruppi di vivere durante l’estate esperienze di missione e di servizio ai più poveri.

Il direttore dell’opera don Gianmarco Pernice ha presentato uno dei tanti progetti locali che l’oratorio di Rivoli porta avanti per le famiglie più svantaggiate del territorio.

Luce che resta, sogno che va, oltre il confine dell’eternità.
Se una speranza accendi anche tu,
Luca sorride e cammina quaggiù!

Racconti di Missione: Kenya

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza. Di seguito il resoconto della coppia partita per Marsabit e Embu, in Kenya (Africa).

La nostra esperienza in Kenya

Prima di condividere il nostro racconto, sentiamo di dover fare una premessa: siamo una giovane coppia in cammino verso il matrimonio e, per imparare a rendere fecondo il nostro amore, dopo un lungo discernimento guidato da don Marco Cazzato e suor Lucia Vàsquez Figueroa, siamo stati inviati in missione in Kenya. Abbiamo avuto l’occasione di vivere due realtà molto diverse tra loro.

La prima tappa è stata Marsabit, capoluogo dell’omonima contea al confine con l’Etiopia, nel cuore del deserto. Qui siamo stati accolti da una comunità di tre Salesiani presso il Don Bosco Technical Institute, una scuola professionale che offre ai giovani la possibilità di imparare un mestiere in modo concreto, per affrontare con dignità il mondo del lavoro. A Marsabit abbiamo toccato con mano la povertà più profonda e le ingiustizie più grandi. Nel pomeriggio la scuola apriva le porte a bambini e ragazzi di ogni età: per molti era l’unica occasione di giocare insieme o di guardare la televisione, esperienza rara e preziosa. La barriera linguistica non ci permetteva di comunicare molto, ma abbiamo compreso che la cosa più importante era semplicemente esserci: stare accanto a loro con presenza e attenzione.

La seconda tappa è stata Embu, nel cuore del Kenya, una zona rigogliosa e verdeggiante. Qui siamo stati ospitati dalle Figlie di Maria Ausiliatrice presso la Don Bosco Girls Secondary School. Nel periodo di pausa scolastica abbiamo partecipato ai lavori di manutenzione e, allo stesso tempo, collaborato all’oratorio con attività semplici e coinvolgenti. Sin da subito si è creata una sintonia speciale con le sorelle e con i bambini. Solo l’ultimo giorno ci siamo resi conto della profondità dei legami nati in pochi giorni: il saluto finale è stato carico di emozione, con qualche lacrima condivisa.

Ripensando a questa esperienza, ci accorgiamo che le difficoltà, messe interminabili in swahili, barriere linguistiche, contatto diretto con la povertà, sono state anche il terreno in cui abbiamo imparato di più. I bambini ci hanno ricordato che l’essenziale non è mai poco: lo si trova nei beni che permettono di vivere e nella sorprendente capacità di trasformare un gioco semplice in una sorgente inesauribile di gioia ed intrattenimento.

La missione non si conclude con il rientro a casa: comincia ora, nel quotidiano, custodendo i volti e i sorrisi incontrati, e lasciando che continuino a trasformare il nostro modo di vivere e di amare

Torino accoglie il Festival della Missione 2025: volti, storie e spiritualità in cammino

Dal 9 al 12 ottobre 2025, Torino sarà il palcoscenico della terza edizione del Festival della Missione, evento nazionale itinerante che quest’anno ruoterà attorno al tema “Il Volto prossimo”. Il Festival sarà un’occasione preziosa per creare legami, ascoltare storie e confrontarsi su temi di grande attualità.

Tra gli ospiti attesi:

  • il cardinale Giorgio Marengo
  • la biblista Rosanna Virgili
  • il filosofo Roberto Mancini
  • l’economista Gael Giraud

Oltre alle conferenze, il programma prevede momenti di spiritualità, attività per bambini e ragazzi, presentazioni di libri e documentari, e spazi dedicati alla preghiera e al dialogo con i giovani.

L’apertura ufficiale è fissata per giovedì 9 ottobre alle ore 18.00, nella Chiesa di San Filippo Neri. A dare il via sarà Luciana Littizzetto, con una narrazione speciale dedicata ai sette cammini urbani: percorsi simbolici che attraversano Torino toccando luoghi segnati da migrazione, dipendenze, solitudine e marginalità. Tutti i cammini convergeranno nella chiesa di via Maria Vittoria, emblema dell’incontro con le fragilità.

Il mondo salesiano parteciperà con un pellegrinaggio dedicato al tema del “Giovane”, in partenza da Palazzo Nuovo alle 17.30 e arrivo alla Chiesa di San Filippo Neri in tempo per l’inaugurazione. Seguiranno testimonianze, tra cui quella di un’educatrice dell’Opera Salesiana San Luigi di Torino.

È possibile sfogliare il programma completo degli eventi sul sito ufficiale del Festival:

Cagliero 11 – “Ringraziare > Tradizioni” – Ottobre 2025

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°202 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Ottobre 2025.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Ringraziamo per la ricchezza che deriva dalla varietà di culture e religioni che incontriamo nel nostro lavoro missionario.

Per la collaborazione tra le diverse tradizioni religiose.

 

Cari amici,

l’Anno Giubilare della Speranza indetto da Papa Francesco terminerà tra poche settimane con il suo legittimo successore, Papa Leone XIV. Negli ultimi mesi, è stata una benedizione per me essere a Roma e vedere tanti pellegrini provenienti da tutto il mondo riunirsi e approfittare delle grazie di Dio attraverso la loro partecipazione ai vari momenti liturgici offerti dall’Anno Giubilare. I cristiani sono persone di speranza e noi speriamo in un mondo migliore, oltre che per noi stessi. Non ci arrendiamo perché la nostra speranza è radicata in Gesù Cristo, i salesiani di tutto il mondo lottano per un futuro migliore in collaborazione con persone di culture e religioni diverse. Dare e offrire speranza non ha bisogno di barriere. Vi preghiamo di pregare affinché i salesiani e i nostri collaboratori laici continuino a lottare per un mondo migliore con il vostro sostegno e la vostra gentilezza.

L’Anno Giubilare della Speranza sta per concludersi, ma la nostra speranza in Cristo di portare amore, pace e armonia tra il popolo di Dio per un futuro più luminoso continuerà.

Don Will Matthews SDB,
Consigliere Generale per l’Asia Est-Oceania

Dopo 150 anni il sogno missionario di Don Bosco continua

Dall’agenzia ANS.

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11 Novembre 1875: in questa data il primo gruppo di missionari salesiani veniva inviato in Argentina. 150 anni dopo il sogno missionario di Don Bosco continua grazie al “sì” generoso di tanti salesiani chiamati a spendere la propria vita come missionari del Vangelo in un modo particolare. Ci affacciamo così alla 156a Spedizione Missionaria Salesiana, che avrà luogo l’11 Novembre alle ore 17:00 (UTC+1) a Valdocco.

Oggi i Salesiani sono presenti in 137 Paesi del mondo e in quest’anno speciale tutta la Famiglia Salesiana è invitata a “Ringraziare, Ripensare, Rilanciare” le missioni salesiane in un atto di generosità e fedeltà creativa al carisma.

I nuovi missionari provengono da tutti i continenti e a tutti i continenti sono inviati, in un cambio di paradigma missionario improntato sulla reciprocità. Domenica 5 ottobre inizieranno la formazione specifica attraverso il cosiddetto “Corso Germoglio”, con partenza a Genzano/Roma, e poi con tappe al Colle Don Bosco, Mornese e Valdocco, prima di ricevere, per mano del Rettor Maggiore, la Croce Missionaria nella Basilica di Maria Ausiliatrice, a Torino.

“Uniamoci a loro nella preghiera e nell’accompagnamento per questo ‘sì’ generoso al Signore per il bene di tanti giovani”

è l’esortazione che proviene dal Settore per le Missioni della Congregazione Salesiana.