Forum Internazionale dei Giovani e cammino post-sinodale: la parola a don Rossano Sala

Si è svolto l’XI Forum Internazionale dei Giovani dal 18 al 22 giugno tra Roma e Ciampino, con la partecipazione di circa 250 giovani di tutto il mondo e in rappresentanza di tanti movimenti e associazioni ecclesiali. Si riporta l’articolo pubblicato oggi dall’Agenzia d’Informazione Salesiana (ANS) e il video-commento di don Rossano Sala.

(ANS – Roma) – “Un momento d’incontro, comunione e sinodalità… Che è andato a dare compimento alla riunione Pre-sinodale dei giovani del marzo 2018”. Con queste chiavi di lettura don Rossano Sala, SDB, Segretario Speciale per il Sinodo dei Vescovi del 2018, interpreta l’XI Forum Internazionale dei Giovani, svoltosi dal 18 al 22 giugno tra Roma e Ciampino, con la partecipazione di circa 250 giovani di tutto il mondo e in rappresentanza di tanti movimenti e associazioni ecclesiali.

Don Sala, può raccontarci cos’è successo in quei giorni?

Abbiamo vissuto tre ampi momenti di riflessione. La prima giornata è stata dedicata al cammino sinodale, con particolare attenzione al metodo utilizzato: perché il Sinodo sui Giovani c’insegna in primo luogo uno stile di camminare, di dare la parola a tutti, di ascoltare.

La seconda giornata, poi, è stata dedicata all’Esortazione Apostolica Christus Vivit, affinché ciascun giovane e Chiesa particolare potesse conoscerla e farla propria.

E nella terza giornata abbiamo ragionato sul grande tema della ricezione, la fase più delicata di questo cammino Post-sinodale: come inaugurare nuovi cammini, nuovi itinerari, nuove prospettive?

Sabato mattina, infine, il Papa ci ha accolti in udienza, ha salutato, stringendogli la mano, tutti i giovani, uno ad uno; e ha anche presentato i temi delle tre prossime Giornate Mondiali della Gioventù (GMG), scanditi dal verbo “Alzati”, in una prospettiva di Risurrezione e di consapevolezza di quello che i giovani possono dire e possono dare al mondo e alla Chiesa.

Quali sono le principali prospettive su cui lavorare ora?

Faccio riferimento alle tre parole emerse dal cammino sinodale: in primo luogo “Sinodalità”. La grande richiesta dei giovani alla Chiesa è che sappia vivere e lavorare insieme, che sia un segno luminoso di fraternità. I giovani ci hanno ricordato che la comunione è la prima e più importante forma di evangelizzazione.

La seconda parola è “Vocazione”. Ognuno è chiamato a dare la sua parte, in ottica missionaria. La grande domanda che Papa Francesco pone a tutti i giovani non è “Chi sono io?”, o “Cosa posso fare per essere felice?”; ma “Per chi sono io?”, “Chi devo rendere felice per essere felice?”.

E la terza è “Discernimento”. Papa Francesco non ci offre soluzioni preconfezionate, ma chiede ai giovani di mettersi davanti al Signore in una dinamica contemplativa ed entusiasmante, in cui tutti siamo soggetti attivi.

Cosa significa tutto questo per la Famiglia Salesiana?

Intanto voglio dire che a quest’incontro c’erano, sì, alcune persone del mondo salesiano, poi c’era Carina, la rappresentante del Movimento Giovanile Salesiano… Ma soprattutto c’erano tanti giovani che hanno manifestato in quei giorni una simpatia, una conoscenza e uno stile salesiano.

Poi, per un salesiano, significa principalmente fare dei giovani dei compagni di viaggio. Non i giovani come recettori, come destinatari, ma come protagonisti della Pastorale. Don Bosco, d’altra parte, ha sempre creduto nei giovani: basta vedere l’atto di fondazione della Congregazione, che è stato firmato da ragazzi di 14-15 anni. La Chiesa oggi ci chiede un rinnovato entusiasmo per ripartire da lì.

Guardando al Capitolo Generale, oltre che al cammino sinodale, quali Salesiani per i giovani di oggi?

Un salesiano, innanzitutto, che abbia fiducia nei giovani; che sappia mettersi in discussione di fronte alla sfide del nostro tempo, in una rinnovata laboriosità culturale; e che sia cosciente della sua vocazione specifica verso i giovani più piccoli e più poveri.

Su ANSChannel è disponibile il video integrale dell’intervista a don Rossano Sala (anche con sottotitoli in spagnolo).

RMG – Seminario di studio su “Accompagnamento Salesiano e Affettività”

Un Seminario di studio su “Accompagnamento Salesiano e Affettività” promosso dal Dicastero per la Pastorale Giovanile. SI riporta l’articolo pubblicato oggi dall’Agenzia d’Informazione Salesiana (ANS).

(ANS – Roma) – Dal 25 al 29 novembre 2019 al “Sacro Cuore” di Roma si terrà un Seminario di studio su “Accompagnamento Salesiano e Affettività” promosso dal Dicastero per la Pastorale Giovanile. Si tratta dell’ultima tappa di un percorso di animazione della Congregazione sul tema dell’Accompagnamento Salesiano.

Tra il 2010 e il 2013, infatti, il Dicastero per la Pastorale Giovanile ha organizzato una serie di quattro seminari, dal 2010 al 2013, sul tema della direzione spirituale. Gli atti di questa serie di seminari sono stati poi raccolti nella pubblicazione “Accompagnamento spirituale. Itinerario pedagogico spirituale in chiave salesiana al servizio dei giovani”.

Nel 2016, inoltre, lo stesso Dicastero ha promosso un Seminario di studio intitolato “Accompagnare la vita di preghiera”.

Alla luce delle indicazioni provenienti dai Sinodi sulla famiglia e sui giovani, e delle riflessioni promosse dalla Congregazione con il Congresso Internazionale su Pastorale Giovanile e Famiglia, il prossimo Seminario di Studio guarderà dunque all’accompagnamento dei giovani con riferimento al tema dell’affettività e dell’educazione all’amore.

Il Seminario si rivolge a Salesiani e laici impegnati nell’accompagnamento personale dei giovani e a quanti hanno un’esperienza concreta nell’educazione dell’affettività dei giovani nella Pastorale Giovanile Salesiana. L’incontro sarà articolato in quattro moduli: studio delle sfide antropologiche, culturali e sociali nel campo dell’educazione all’amore; caratteristiche della persona che accompagna i giovani nel cammino dell’educazione all’amore e nel discernimento; le sfide affettive che i giovani incontrano oggi nel loro cammino di crescita integrale; il contributo del carisma salesiano nei processi di educazione all’amore, a partire dallo studio delle fonti su San Francesco di Sales.

Ogni giornata sarà dedicata all’approfondimento di un modulo. Ogni giorno al mattino sarà offerta una lectio divina e una relazione principale sul tema, con un tempo appropriato per la riflessione personale e il confronto in gruppi linguistici. Nella prima sessione del pomeriggio di ogni giornata, i partecipanti potranno presentare i frutti del loro confronto nei gruppi di lavoro e dialogare con i relatori del Seminario. L’ultima sessione di ogni giornata sarà dedicata all’approfondimento, in forma laboratoriale e sotto la guida di esperti, di alcune tematiche specifiche in linea con gli obiettivi del Seminario: omosessualità e teoria del “gender”, affettività e famiglia, educazione sessuale integrale, “transformative learning”.

La metodologia proposta, pertanto, intende favorire il coinvolgimento attivo dei partecipanti e la produzione di materiale di supporto alla riflessione e all’educazione dei giovani con riferimento ai temi dell’affettività e dell’amore.

Il Dicastero per la Pastorale Giovanile è in grado di offrire la partecipazione al Seminario. Per l’alloggio e la sistemazione a Roma, si rinvia all’iniziativa dei partecipanti.

Per registrarsi al Seminario occorre compilare l’apposito formulario

 

 

Sabato 8 giugno 2019 – Ordinazione Diaconale

“Io sto in mezzo a voi come colui che serve”

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Si comunica che nella giornata di sabato 8 giugno 2019, presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Mons. Gabriele ManaVescovo Emerito di Biellaverranno ordinati diaconi:

  • Johnpaul ANEKE (afw),
  • Alexander ANTHONY (inm),
  • Alessandro BASSO (icp),
  • Mattia BENEDETTINI (ile),
  • Alessandro DUI (icc),
  • Jake MAMO (mlt),
  • Stylo MUNUSAMY (inm),
  • FElix OLAMIDE (afw),
  • Luca PAGANINI (ile),
  • Pavao SPOLIAR (cro),
  • Ivan VERIGA (cro).

La Vocazione nell’era digitale – don Luca Peyron su Rogate Ergo

Si segnala l’articolo pubblicato dalla Rivista di animazione vocazionale Rogate Ergo (n.4 2019), redatto da don Luca Peyron sul tema della “vocazione nell’era digitale”, riportando il suo nuovo libro Incarnazione digitale (Editrice Elledici).

Dal 1985 comincia la diffusione di massa dei computer ad interfaccia grafica, da allora i nuovi nati sono chiamati dalla sociologia nativi digitali, bimbi cresciuti in un mondo totalmente avvolto dal digitale e tutti gli altri sono ormai migranti digitali. Sono i nostri giovani, coloro che siamo chiamati ad accompagnare.

Le questioni che l’era digitale suscita sono profondamente connesse con i temi tipicamente propri della pastorale vocazionale: l’identità, la libertà, la responsabilità, la capacità di scegliere, l’idea stessa di ascolto e di risposta. Lo si deduce affrontando le grandi questioni sociali ed antropologiche dell’era digitale quali la velocità, la globalità, la reversibilità apparente delle scelte, la fruibilità e l’intuitività degli strumenti, la democraticità e l’accessibilità ai beni e così via. Dal punto di vista sociale le distanze sono molte: i nostri contemporanei hanno accettato l’assioma che il possibile è doveroso e che il principio teleologico sia il termine di un processo sostanzialmente sperimentale e matematico e non la verità verso cui tendiamo perché donata in una Rivelazione. Inoltre la vocazione del mondo consiste, per i nostri contemporanei, nello scoprire come realizzare tecnicamente quanto è socialmente desiderabile e perciò immediatamente giusto e non certamente accogliere e custodire il Regno. C’è un invisibile che si prende cura di noi ed è una struttura informazionale, una rete digitale, ed i cristiani di questo tempo, che hanno contribuito a disegnare questo scenario, sono chiamati a porvi la differenza cristiana, a suggerire un governo di questo processo. Benedetto XVI, riprendendo il Magistero di Paolo VI, ci ha ricordato in Caritas in Veritate che rispondere allo sviluppo tecnologico è parte integrante della nostra vocazione cristiana, anzi che è proprio della vocazione cristiana intesa come presenza dei cristiani nel tempo in cui vivono.

Quali dunque alcuni suggerimenti in termini di pastorale vocazionale? In primo luogo è necessario conoscere meglio il mondo che ci circonda, sforzandosi di non avere precomprensioni. Non bisogna pensare in modo ingenuo che la conoscenza o la semplice utilizzazione di questi strumenti siano di per sé sufficienti, ma sono certamente quel primo contatto con la realtà oggi necessario e senza temere il senso di estraneità, perché l’amore lo può redimere. Dal punto di vista vocazionale il digitale ci impone un ascolto nuovo, vero, che dica un desiderio autentico di conoscenza e di coinvolgimento, una dichiarata volontà di non essere alieni in questo mondo e che accetta l’umiliazione di rimettersi ad imparare. Un secondo aspetto è quello di cercare di più il dialogo intergenerazionale: se i giovani sono tecnicamente più capaci di stare nella realtà digitale, d’altro canto non hanno l’esperienza esistenziale per rispondere alle sollecitazioni che la vita pone. Dopo diversi secoli questa è la prima occasione in cui generazioni diverse hanno costitutivamente bisogno le une delle altre. Chi è più vecchio ha bisogno dei giovani per stare nella realtà e chi è più giovane ha bisogno dei vecchi per giudicare questa realtà in cui tutti noi stiamo. Di qui può nascere un dialogo fecondo in cui ciascuno porta quello che è e quello che ha, senza posizioni di dominio, senza giudizi precostituiti, senza soprattutto posizioni di potere. Dal punto di vista vocazionale un tale percorso è molto fecondo perché restituisce agli educatori uno sguardo effettivamente casto, uno sguardo che non possiede l’altro per ottenerne qualche cosa, per portarlo là dove pensa egli debba andare poiché invece siamo in cammino tutti insieme. Rischieremo di sembrare goffi, ma questo ci restituirà tenerezza, rispetto reciproco e dovremmo badare a non pretendere di dire l’ultima parola, di sapere la verità. Il terzo e ultimo aspetto lo recuperiamo dalla tradizione spirituale: il bisogno del silenzio e del tempo. L’era digitale va veloce, affoga la mente ed il cuore in una alluvione di dati, pretende che l’essere umano sia performante, come una macchina. Nel 2020 è stato calcolato che su 7 miliardi e mezzo di persone ci saranno 80 miliardi di macchine connesse tra loro. Le macchine dunque parlano già tra loro escludendoci dal dialogo, non dobbiamo rincorrerlo, dobbiamo governarlo, e proprio perché loro già corrono, noi possiamo passarci il lusso di rallentare, di fermarci. Nessuno, neppure la macchina in realtà, è capace di fare due operazioni contemporaneamente, dobbiamo ricordare all’essere umano che deve scegliere di essere se stesso lasciando alla macchina il compito di compitare.

La pastorale vocazionale nell’era digitale deve essere il luogo esistenziale e teologico in cui possiamo scegliere di non essere performanti, ma performativi, ossia un contesto in cui essere accompagnati non a raggiungere dei risultati, ma in cui essere raggiunti da una notizia, quella dell’amore di Dio che ci permette di essere sino in fondo capaci di noi stessi e degli altri. In un contesto in cui la realtà quasi impone di utilizzare delle piattaforme pensiamo ai social media possiamo rilanciare lo spazio gratuito della meraviglia, della sorpresa, della creatività ricordando ai nostri contemporanei che l’esercizio autentico della libertà avviene non nell’esecuzione di un programma o di un progetto e qui dovremmo purificare anche il nostro linguaggio fatto di troppi progetti di Dio e progetti pastorali ma nell’accoglienza di una libera facoltà di risposta creativa. La vocazione, infatti, non è adesione ad un percorso, ma conoscenza di una meta la santità da raggiungere in uno stato di vita liberamente e creativamente generato giorno per giorno in dialogo con Dio. L’era digitale ci consegna, in modo spesso scorretto, un’istanza corretta. In qualche modo i nostri contemporanei si sono aspettati dai grandi innovatori non semplicemente dei prodotti capaci di incontrare dei bisogni, ma una filosofia di vita, una risposta materiale ad una domanda esistenziale.

All’inizio dell’anno un esperto del settore scrive:

“Non sappiamo che cosa svelerà un nuovo paradigma, genererà un nuovo mercato, aprirà gli occhi sul superamento di un nuovo limite del possibile. Ma sappiamo che l’innovazione che adotteremo si manifesterà come uno di questi svelamenti. Tutto il resto sarà qualcosa da comprare. O da non comprare. La Apple sarà protagonista del nuovo paradigma? Lo sarà la Samsung? Lo sarà l’IIT o la Bosch? Lo sarà Google o il New York Times? Non lo sappiamo. Ma sappiamo che non è l’aggiornamento che cerchiamo. Cerchiamo risposte a domande fondamentali”.

Ecco abbiamo delle risposte, abbiamo la risposta alla domanda fondamentale ed è Gesù, ieri come domani, accompagniamo i nostri contemporanei nello scoprirla nell’unico modo possibile: in una relazione, l’era digitale ben governata ci fornisce strumenti nuovi per portare questa notizia e favorire questa relazione.

Sabato 11 maggio: l’ordinazione presbiterale di don Paolo Francesco Pollone SDB

L’Ispettoria salesiana Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania è lieta di comunicare che il Salesiano don Paolo Francesco Pollone è stato ordinato sacerdote sabato 11 maggio 2019 alle ore 15.00 per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E.Rev.ma Mons. Cesare Nosiglia Arcivescovo di Torino, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice.

 

Un momento di grande gioia, condiviso durante la giornata di sabato tra confratelli, familiari e tanti amici.

Condividiamo insieme la lode al Signore per il suo dono di Grazia.

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Festa delle scuole medie al Colle Don Bosco – 10 maggio 2019

Savio ClubUn’ottima giornata di sole, amicizia e sana allegria ha vissuto oggi il Colle Don Bosco grazie all’appuntamento del Savio Club, l’iniziativa rivolta ai ragazzi e le ragazze di 1°, 2° e 3° media delle Scuole Salesiane del Piemonte e Valle d’Aosta. Più di 2700 ragazzi hanno gremito infatti il piazzale principale del Colle, vivendo così tutti assieme una giornata di festa e di allegria all’insegna del sano divertimento, sullo stile che il caro Don Bosco proponeva ai suoi ragazzi.
Oltre alle scuole, anche presenti gli animatori del MGS Piemonte, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice.

Tra gli organizzatori dell’evento, don Stefano Mondin, delegato della Pastorale Giovanile dell’Ispettoria di Salesiani Piemonte e Valle d’Aosta:

Oggi facciamo la festa di Don Bosco con tutte le Scuole medie Salesiane del Piemonte e Valle d’Aosta. Riteniamo importante, almeno una volta ogni 3 anni, trovarci tutti insieme per fare festa e per dire ai ragazzi che gli vogliamo bene e ci prendiamo cura di loro, facendogli percepire che non fanno parte di una piccola realtà ma di un mondo molto più ampio. Sono ragazzi buoni, che sentono il desiderio di divertirsi insieme, in modo semplice, tutti con i propri docenti, perché il nostro stile è questo: stare assieme, educandoli, facendo capire che gli siamo affianco in ogni difficoltà. Don Bosco ritiene importantissimo che i ragazzi stiano assieme. Il gioco non è solo un momento per un divertimento banale, ma è il luogo dove i ragazzi imparano a convivere, a vincere assieme, a portare pazienza, ad aspettarsi, e se lo fanno assieme al loro educatore comprenderanno che chi da loro chiede molto ed è esigente sa comunque stare in mezzo a loro.

“La Scuola Salesiana è …”.

Le parole di don Angelo Palma, Preside della Scuola media del San Luigi di Chieri:

La Scuola Salesiana è innanzitutto una scuola di vita, di una cultura basata su solidi principi cristiani e anche di profondi principi educativi, quelli che naturalmente ci ha lasciato Don Bosco.

In merito alla giornata, le parole di don Fabiano Gheller, incaricato dell’Animazione Vocazionale:

Sicuramente i numeri di oggi dicono quanto può essere bello appartenere al mondo salesiano e possono farci dire quanto i ragazzi desiderino stare insieme e divertirsi in maniera sana. Passando poi all’interno della Basilica superiore, i ragazzi si possono rendere conto quanto Domenico Savio si sia trasformato in una stoffa bella, un abito splendente, affascinante, invidiabile. Questo perché aveva un Santo come sarto: Don Bosco infatti ha saputo cogliere in quella stoffa la grandezza che c’era in ogni fibra, in ogni piega possibile ed è riuscito a vedere quel capolavoro che c’era in un pezzo di stoffa apparentemente grezzo ma in realtà prezioso e nobile. Questo penso sia il messaggio che i ragazzi possono cogliere oggi al Colle, vivendo insieme il gioco, la preghiera, i momenti informali, e allo stesso tempo allargando gli orizzonti e il cuore.
Credo che i ragazzi in questa giornata possano toccare con mano quanto Domenico Savio parli ancora oggi alla loro vita, per renderla felice adesso e, un giorno, nell’eternità.

Rivivi l’evento:

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Novena Mondiale a Maria Ausiliatrice

Si ripete anche in questo 2019, 15-24 maggio, l’esperienza della novena mondiale a Maria Ausiliatrice, con testimonianze sulla santità della Famiglia Salesiana e il commento del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime.

L’iniziativa, lanciata per la prima volta nel maggio del 2018, a motivo del 150° anniversario di consacrazione della Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, viene ripetuta anche quest’anno, che ha visto celebrarsi il 150° anniversario di fondazione dell’Associazione di Maria Ausiliatrice e che ha già in programma nel prossimo mese di novembre l’VIII Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice (a Buenos Aires, Argentina).

Se l’anno scorso il tema guida erano i sogni di Don Bosco, quest’anno la novena approfondisce “le beatitudini della Famiglia Salesiana”, presentate del Rettor Maggiore alle ultime Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana (clicca qui per saperne di più). In questo modo la novena, oltre ad essere un omaggio a Maria Ausiliatrice e uno strumento di unità devozionale tra i tutti gruppi della Famiglia Salesiana, rilancia ancora il tema centrale della Strenna 2019: la santità del quotidiano.

La struttura della novena prevede per ogni giorno un video diverso, nel quale verranno presentati:

  • una delle beatitudini salesiane;
  • un motto riferito al Magnificat di Maria;
  • una testimonianza da parte di un membro della Famiglia Salesiana su una figura di santità salesiana;
  • il commento del Rettor Maggiore;
  • la preghiera finale.

I video della novena saranno resi disponibili in sei lingue (italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e polacco) su vari canali:

Anche i giovani sdb di Nave hanno realizzato una Novena in preparazione a M. Ausiliatrice:

 

[flipbook pdf=”https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2019/05/NOVENA-AUX-Nave-2019.pdf”]

Savio Club: esercizi spirituali delle scuole medie a Colle Don Bosco

Dall’11 al 13 aprile scorso si sono svolti gli esercizi spirituali delle scuole medie presso Colle Don Bosco, raggiungendo 150 partecipanti.

Tra i presenti, i novizi di Monte Oliveto, le postulanti Figlie di Maria Ausiliatrice di Torino, alcuni animatori e alcuni catechisti delle scuole salesiane del Piemonte.

Una iniziativa che da anni si propone alle scuole medie del Piemonte e della Valle d’Aosta.

I ragazzi hanno lavorato sul tema “Ho desiderato mangiare questa Pasqua con voi“, una sorta di preparazione  alla Pasqua ormai prossima, riflettendo soprattutto sulla parabola dei talenti: il Signore ci chiama dandoci dei doni specifici da mettere a servizio degli altri.

Si è poi lavorato e riflettuto sul “Sogno dei 9 anni“, ricordando come Don Bosco si è sentito dire “renditi umile, forte e robusto“.  A tal proposito sono intervenuti dei testimoni che hanno parlato di questi 3 aspetti.  Ulteriore riflessione è stata poi dedicata alla vocazione di Mosé, che al roveto ardente si è sentito dire di togliersi i sandali per poter poi andare a servire il suo popolo.

Un’esperienza valida a motivo della scelta ottima fatta dai responsabili delle singole case.

Sicuramente la presenza dei novizi e delle postulanti ha aiutato a creare un clima familiare dove preghiera, formazione, divertimento e relazioni sono stati ben dosati nello stile di don Bosco.

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Gr Disc Pinerolo – La Vocazione

Si è svolto nel week end del 23-24 marzo 2019 il 4° incontro dei Gr Discernimento, incentrato sul tema della vocazione. La due giorni si è svolta in una particolare location a Pinerolo: i locali dell’accoglienza nel Monastero della Visitazione, una splendida location nel verde attorniati da un portico del ‘600, fondato dal Monastero della Visitazione di Embrun – al quale si unirono due Sorelle di Ànnecy – il 27 settembre 1634.

Le attività del sabato pomeriggio sono state guidate dal Maestro dei Novizi di Pinerolo, don Leonardo Mancini, che ha introdotto la tematica della vocazione, partendo da due brani biblici:

  • Un ricco senza nome (il giovane ricco)
  • La figura di Samuele s.p.a. (servizio, parola-preghiera, accompagnamento),

Provando poi a dire che cosa si intende per vocazione:

Una persona che è in dialogo con Dio, in cammino con il signore in una dinamica di servizio.

Nella giornata di Domenica invece è stato utilizzato il brano di Geremia per cercare di comprendere come questa dinamica sia appunto incentrata tutto sul dialogo con il Signore che chiama ad un servizio. Infatti, proprio la coppia che è nell’équipe dei Gr ha raccontato l’importanza e la concretezza della vita di servizio. Nella vita si serve pienamente e stabilmente una volta che abbiamo compreso chi essere nella Chiesa e nel mondo.

L’eucarestia è della Domenica è stata celebrata dall’Ispettore, don Enrico Stasi, che si è soffermato sulla figura di Mosé, parlando di vocazione come mistero, sguardo e storia.

Ecco le immagini del week end:

 

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Esercizi spirituali – I Santi sono i migliori interpreti della parola di Dio

Si sono svolti, nel fine settimana dall’8 al 10 marzo, gli esercizi spirituali dedicati agli universitari e ai giovani lavoratori presso il Colle Don Bosco con l’adesione di circa 70 partecipanti provenienti da diverse Case dell’Ispettoria.

Don Fabiano Gheller (incaricato dell’animazione vocazionale) racconta così il fulcro dell’attività:

I Santi sono i migliori interpreti della parola di Dio. Sono coloro che la spiegano meglio di chiunque altro. Questo è il tema portante degli esercizi spirituali che hanno vissuto i ragazzi universitari, giovani lavoratori al Colle Don Bosco. 

Si sono alternati momenti di silenzio prolungato, lavori di gruppo, confronto e preghiera. 

Andando nello specifico, tramite le parole dell’ospite Padre Marco Pavan (predicatore, monaco ed eremita circense), il quale vive nei pressi di Arezzo, vi sono tre parole chiave fondamentali situate alla base degli esercizi spirituali:

  • Andare: estratta dalla parola del “giovane ricco”, proveniente dal confronto di Sant’Antonio Abate
  • Camminare: estratta soprattutto dal salmo 27 e dal confronto con San Benedetto Labre
  • Rimanere: estratta dal brano delle Nozze di Cana e dalla figura dei martiri di Tiberin