Altra Voce – I Salesiani rispondono presente!

La testata giornalistica online Altra Voce dedica un articolo all’impegno portato avanti in questo tempo difficile da parte di alcune opere salesiane del Piemonte, le quali si sono dimostrate “presenti” in questo periodo di emergenza sanitaria. Ne sono un esempio la Scuola Paritaria Salesiana Valsalice, l’opera salesiana di Rivoli – Cascine Vica e l’opera dei Salesiani di Cuneo. Di seguito l’articolo pubblicato il 3 maggio a cura di Alessandro Ritella.

CORONAVIRUS: I Salesiani rispondono presente!

Questo ultimo periodo ci ha fatto riscoprire un sentimento particolarmente andato in disuso prima dell’emergenza. Ci ha rimesso gli occhi, la mente e il cuore di fronte ad una realtà: da soli non ci si salva e soprattutto non si va da nessuna parte. Soprattutto ci sta facendo comprendere che noi non siamo individualità fina a sé stessa, ma siamo comunità. Come umani, necessitiamo dei rapporti con le altre persone ed è forse il più particolare aspetto di cui proviamo nostalgia.

Altra Voce si è impegnata a portare all’attenzione di tanti esempi nobili e talvolta originali di questo tempo di prova. Ci si è messi ad ascoltare tutti perché si crede bello ed importante ascoltare anche iniziative virtuose ed originali. Fra queste non sono mancate quelle messe in piedi organizzate con grande attenzione al contesto dai Salesiani di Don Bosco, che in Piemonte gestiscono diverse scuole e molti centri giovanili, ultimamente almeno da un punto di vista fisico lasciati deserti dagli allievi, dalle famiglie, dai giovani, dai ragazzi.

Abbiamo parlato con i direttori di alcune opere e questo è quello che ci hanno detto.

Da Valsalice, istituto scolastico in collina a Torino composto dalla scuola media e dai licei classico, scientifico e delle scienze applicate, il direttore don Piermario Majnetti ci racconta

“la maniera migliore per rispondere a questa emergenza, oltre alla preoccupazione di proseguire nell’attività scolastica, fosse avviare una serie di iniziative per far sentire meno soli i ragazzi, inizialmente entusiasti dalla notizia in quanto stava terminando il ponte di Carnevale, però poi colpiti duramente dalle forti restrizioni. Successivamente abbiamo compreso che fosse utile anche sostenere le famiglie, spaventate da queste giornate di quarantena caratterizzate da pigrizia e noia. Per questo abbiamo avviato #valsaaltuofianco. Ogni lunedì mattina sul registro elettronico si condivide sul registro elettronico la lettera del lunedì scritta dal direttore che affronta varie tematiche. Frequentemente in questo periodo mi sto impegnando nel contatto telefonico e via posta elettronica soprattutto con le famiglie più provate dalla malattia. Per la Quaresima, essendo una scuola cristiana, si è dato vita a un cammino di preparazione e in occasione della Pasqua sono stati inviati videomessaggi con auguri pasquali da tutti gli insegnanti. Si sono organizzati con tutte le classi momenti conviviali virtuali chiamati per esempio “il Té col direttore” o “il Té con il coordinatore” oppure ancora “il Té con le mamme”, organizzati dalle insegnanti donne con le mamme degli allievi di ogni classe. Sono nate la rubrica “C’è posta per te”, che consiste nell’invio di lettere come simbolo di incoraggiamento, ed una rubrica “Per guardarsi negli occhi”, in cui chi desidera può incontrare i suoi insegnanti per condividere un po’ di quanto si sente di dire. Si sta riuscendo a trasmettere tramite Meet, lo strumento che stiamo usando per le iniziative, la Santa Messa domenicale in streaming. Un insegnante si è dedicato alla rubrica di passatempo enigmistico e si è pure proposta una rassegna di film, alla quale, quando si riesce, segue una sorta di cineforum. Ultima ma non ultima è l’attivazione recente di un fondo di solidarietà apposito per sostenere le famiglie attualmente in difficoltà dalla crisi a cui quelle che hanno contribuito hanno risposto positivamente. Il doppio versante che ci si è proposti da subito era proprio la prosecuzione con i mezzi a disposizione dell’anno scolastico e una forma di accompagnamento emotivo alla persona. Abbiamo ragazzi ancora adolescenti o anche più piccoli se si pensa ai ragazzi delle medie e del biennio superiore. Non è sempre semplice fare lezione da casa propria perché si vive in un’emergenza che può avere colpito anche componenti della propria famiglia. Naturalmente abbiamo implementato il sostegno ai ragazzi in difficoltà sia quelli più provati sia quelli più problematici con l’apprendimento. Sono state molto gradite la lettera del lunedì in quanto ha accomunato tutti dai più piccoli ai più grandi su un tema. É come se ci fosse un epicentro che fa girare le riflessioni verso l’interno e permette di creare un linguaggio comune attorno ad argomenti comuni”.

Don Piermario ci dice come spesso si ritrovi a scrivere email e rispondere a genitori e adulti preoccupati o in particolare criticità in questo periodo.

Alla casa di Rivoli – Cascine Vica, che comprende oratorio, parrocchia, cinema teatro e sportiva, il direttore don Claudio Giovannini ci racconta che le iniziative sono nate dal dispiacere di non poter vivere soprattutto con gli animatori più grandi il percorso in preparazione e dopo la Pasqua e da qui è emersa la proposta di vivere gli stessi momenti di formazione e di preghiera attraverso gli strumenti multimediali. L’aspetto più innovativo è la settimana di ComunitAPP, sviluppata tramite Whatsapp. Siccome l’approccio è stato molto apprezzato, allora si è proseguito dopo la Pasqua con OttavAPP dato che per i Cristiani questa festività dura otto giorni. Nelle ultime due settimane si è portato avanti nelle riflessioni il tema delle beatitudini declinato nell’ottica della famiglia grazie anche all’ausilio di materiale presente sul web. La parrocchia sta portando avanti per i ragazzi più piccoli una forma di catechismo online. In tutte queste iniziative il meccanismo funziona grazie ai canali social dell’oratorio, Facebook e YouTube soprattutto.

“Pensiamo che la Pasqua è un importante appuntamento, non prepararsi per niente e non celebrare le funzioni sembrava una prospettiva triste”.

Si sta valutando, nonostante il fatto che sia impegnativo, se può essere riproposto come strumento per allacciare contatti anche verso chi più raramente si ferma nell’ambiente oratoriano.

A Cuneo sin da subito hanno compreso che non sarebbe stata un breve tempo. Ci racconta il responsabile dell’oratorio don Alberto Goia che inizialmente hanno portato avanti l’attività ordinaria virtualmente parlando con i più grandi, quindi gli incontri con i ragazzi delle superiori e dli universitari, fino al Triduo Pasquale. Gli animatori hanno organizzato anche la Via Crucis realizzando filmati. Dopo questi incontri più spirituali, una ottantina di ragazzi si stanno ritrovando con il Corso Animatori a livello formativo. Negli ultimi giorni sempre in videochiamata si è fatto un incontro che si sarebbe dovuto tenere in maggio con il Sindaco ed il Presidente della provincia. Quando è partito ufficialmente il lockdown ci si è attivati per due servizi. Uno è la spesa a domicilio per anziani, persone positive al Covid19, persone in quarantena – a Cuneo la chiamano “La spesa che non pesa” – attraverso un numero telefonico raggiungibile e grazie alla collaborazione con alcuni enti che seguono la Terza età e la Coop. Finora più di 190 consegne. Grazie agli animatori volontari del triennio e universitari. L’altro servizio è svolto grazie alla Caritas parrocchiale, che, non potendo più consegnare viveri, si è impegnata grazie anche al Banco Alimentare e ai benefattori per i pacchi ai suoi assistiti che vengono consegnati dai ragazzi del biennio e dalle famiglie che hanno scelto di impegnarsi da tre settimane. Più di 80 nuclei vengono aiutati. Infine da una richiesta del Consorzio, in collaborazione con associazioni presenti, si è scelto di accogliere alcuni senza fissa dimora nell’oratorio, categoria più a rischio rispetto ad altre. Va bene #iorestoacasa, ma per loro è impossibile. Le persone che accogliamo dormono in un dormitorio della croce rossa vicina. E da mezzogiorno alla sera vengono smistati da noi, da un’altra parrocchia vicina e da una Casa del Quartiere molto attiva in città. Ogni giorno si accoglie una decina di persone. Come stiamo rileggendo l’oratorio come una casa. È particolare vedere l’oratorio vuoto, ma con altre persone che vivono il posto come una casa – dalle parole di un giovane, che come altri oratoriani è contento di sapere che l’oratorio continui comunque la missione di Don Bosco. Altra proposta un po’ più informale è quella dei contatti con gli appuntamenti di preghiera o di celebrazione in streaming sui canali social della comunità, come la preghiera delle 17:00 condivisa anche dagli animatori, le celebrazioni, la condivisione della Parola di Dio al venerdì sera, la prossima preghiera del Rosario nel mese di maggio.

Forse certe opere di solidarietà e di generosità sono viste come scontate da questo mondo. Sono contemplate come un servizio vivo alla comunità, come un aspetto che esiste perché è parte di quanto negli insegnamenti della religione e dei suoi simboli si legge. Spesso però si rischia che la generosità e la solidarietà rimangano solo parole importanti che non trovano applicazione

In realtà, anche ascoltando l’Altra Voce a cui abbiamo deciso di dare ascolto, c’è qualcosa di più profondo. Qualcosa di concreto si riesce a creare, si riesce perché se da una parte manca quel lato tremendamente umano che riguarda il valore dell’incontro e delle relazioni dall’altra le uniche forze e certezze che ci si creava con una grande facilità cadono in fretta e allora diventano questioni vitali perché non vacilli soprattutto il nostro stato d’animo. Questo periodo di mancanza, di prova, di oggettiva difficoltà sta lasciando però un grande insegnamento. È necessario svoltare la traiettoria dalla parte della comunità, dalla parte dell’interesse di tutti e quindi lasciare indietro ad un passato in cui un po’ inconsciamente ed un po’ troppo grossolanamente ci riparavamo con un po’ di autodifesa.

Alessandro Ritella

Don Bosco San Salvario: la stanza virtuale dell’Oratorio

La voglia di rivedersi almeno per un saluto e il desiderio di condividere la situazione attuale che si sta vivendo, ha dato vita ad una “stanza virtuale” all’Oratorio San Luigi di Don Bosco San Salvario. Dopo l’entusiasmo della prima puntata, gli educatori hanno nuovamente riproposto l’iniziativa, attraverso un incontro online con i ragazzi e le ragazze che frequentano normalmente l’Oratorio San Luigi. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera il 24 aprile scorso.

L’Oratorio On-Line è ritornato per la 2° puntata!

Ad accogliere i ragazzi don Mario e alcuni educatori:

“Voi state resistendo ad un tempo eccezionale, lo sapete? Neanche i vostri genitori, nonni… resistete ancora un po’. Sapete perché voi siete importanti? Perché siete voi a dover portare speranza in ogni casa!”

Una preghiera tutti insieme per chi sta male, in particolare per una nonna dell’oratorio che è ammalata e ancora un pensiero:

“Quando c’era don Bosco nel 1854 c’era il colera, nessuno riusciva a raggiungere le famiglie. Don Bosco ha mandato nelle case degli ammalati i suoi ragazzi con una medaglietta e nessuno si è ammalato. In questi giorni vedendo i ragazzi del servizio civile portare i pacchi spesa alle famiglie del quartiere mi è venuto in mente questo racconto…la carità è sempre viva e porta speranza!”

Si è continuato chiacchierando coi ragazzi con una sfida quiz che ha visto Vanessa come vincitrice! E al termine una condivisione sul momento che stanno vivendo: Cosa ti manca di più in questo momento? E di cosa avresti bisogno in questo momento? Le risposte sono semplici e concrete, come solo i ragazzi sanno fare!

Mi manca…Fare biennio coi miei amici, le persone che incontravo, stare in sala giochi e … i pettegolezzi in cortile!!

Ho bisogno… di stare insieme facendo giochi e compiti…ma dal vivo non dietro lo schermo!

E sono proprio loro a tirar fuori questa riflessione: prima stavamo sempre al cellulare, ma adesso che è l’unica possibilità non vogliamo…vogliamo vederli dal vivo gli amici!

Dalla prossima settimana l’oratorio aprirà la sua stanza virtuale ogni giorno dalle 17 alle 18 e chi si collegherà incontrerà animatori che lo aspettano!

Don Bosco San Salvario: non chiudere gli occhi – a sostegno delle famiglie bisognose

Si riporta di seguito l’appello di sostegno alle famiglie in difficoltà da parte del direttore della Casa Salesiana di Don Bosco San Salvario, don Claudio Durando.

Carissimi, vi scrivo con il cuore in mano. In questi giorni di fatica per tutti, qualcuno fatica più degli altri. Tante famiglie e/o persone che improvvisamente si trovano senza prospettive per il futuro. Mancanza di soldi per il venir meno del lavoro, sofferenza per solitudine, isolamento… o possibilità di muoversi per la spesa … In molte situazioni, anche grazie alla generosità di molti di voi, soprattutto avvicinandoci a Pasqua, siamo riusciti insieme a venire incontro a tutti con almeno un pacco di viveri. Però stanno sempre più emergendo notizie di persone che non hanno coraggio di chiedere, pur vivendo in questa situazione.

E’ il momento, per chi può, di essere solidali e di aiutarci a vicenda, questo farà del bene a chi lo riceve ma anche, se non di più, a chi lo offre.

Se desiderate sostenere le famiglie in difficoltà …

  • potete consegnare in parrocchia alimenti non deperibili o libere offerte
    dalle ore 9:00 alle 12:00 e dalle 15:00 alle 18:00 da lunedì a venerdì;
  • potete fare un bonifico bancario in favore della Caritas parrocchiale
    a) conto corrente bancario intestato a Parrocchia Ss. Pietro e Paolo Apostoli
    IBAN IT92A0306909606100000115570
    causale: Caritas parrocchiale, aiuto persone in difficoltà
    b) conto corrente bancario intestato a Parrocchia Sacro Cuore di Maria
    IBAN IT85E0311101007000000012589
    causale: Caritas parrocchiale, aiuto persone in difficoltà
  • potete dare la vostra disponibilità per consegna a domicilio della spesa
    comunicandolo in parrocchia (011 6505176) oppure via whatsapp o via e-mail a don Claudio cell.3384908977, claudio.durando@31gennaio.net

Ma soprattutto mi sembra importante da parte di tutti non chiudere gli occhi, non lasciare nessuno solo, sapersi fare vicino e, se possiamo fare noi personalmente qualcosa, farlo. La generosità verso gli altri è sempre ricompensata dal Signore. Almeno 100 volte di più è la sua promessa (Mt 19, 27-29).
Grazie per quanto insieme potremo realizzare per rendere più bella la nostra vita insieme, anche in questo periodo.

don Claudio

UPG Torino: oratori e attività estive 2020

Si riporta di seguito la comunicazione dell’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Torino inerente alle prime indicazioni sulla prossima estate e le attività estive:

Da giorni sono in corso specifiche riunioni in merito alla riapertura degli Oratori e a tutte le attività pastorali della prossima estate.
Sono stati attivati tutti i contatti necessari e possibili, a livello nazionale, regionale e diocesano, con la Conferenza Episcopale Italiana, le Consulte Regionale e Diocesana di Pastorale Giovanile, le Istituzioni e le realtà interessate. Non appena sarà reso noto il prossimo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – atteso entro la fine di questa settimana – e si saranno valutate le disposizioni di legge circa la graduale ripartenza dopo il lockdown per la pandemia del Covid-19, saranno sollecitamente convocati e informati – attraverso piattaforma digitale – tanto il clero quanto i responsabili laici degli Oratori, per condividere le linee comuni di azione.
Confidiamo di poter avviare il confronto diocesano entro la metà della prossima settimana, non appena saranno rese note disposizioni certe e chiare.

Salesiani Cuneo: il servizio di accoglienza dei senza fissa dimora in oratorio

Il Progetto che vede impegnati attivamente l’Oratorio dei Salesiani di Cuneo. Di seguito l’articolo pubblicato dal sito dell’opera.

#ancheiorestoacasa

No, non è l’ennesimo hashtag di questa quarantena, ma il titolo del nuovo progetto che vede i Sale, insieme ad altre realtà del territorio, impegnati nell’accoglienza diurna di un gruppo di persone senza fissa dimora, coloro che comunemente chiamiamo “senza tetto”. Tutti uomini, di età e provenienze molto diverse tra loro, di notte sono ospitati presso il dormitorio della Croce Rossa in via Bongioanni, a due passi da noi.

In un periodo in cui viene ripetuta come un mantra la formula “restate a casa”, è sorta spontanea la domanda: e chi una casa non ce l’ha? Molti dei nostri ospiti se lo sono chiesti sul serio quando, legittimamente, sono stati fermati dalle forze dell’ordine, dal momento che restare “in giro” significa mettere a rischio la propria salute e quella altrui. Insomma, era necessario fare qualcosa, e anche noi dei Sale, quando è stato lanciato l’appello, abbiamo risposto “presenti!”.

La verità è che questa cosa l’oratorio ce l’ha nel suo DNA. Chi, degli oratoriani di ieri e oggi, non si è mai sentito dire che l’oratorio è, prima di tutto, “casa che accoglie”? Chi non ricorda quanti ragazzi senza dimora volle con sé don Bosco a Valdocco?

I nostri “ragazzi” (anche se per ragioni anagrafiche non tutti possono definirsi tali) in questo momento sono sei; arrivano dalla Tunisia, dal Marocco, dal Sudan, dalla Nigeria, dalla Francia e dalla Germania. Per loro apriamo le porte dell’oratorio dalle 12,30 alle 19,30, sette giorni su sette, mettendo a disposizione la sala giovani e il cortile (ormai da più di un mese desolatamente vuoti) e seguendo tutte le misure di sicurezza necessarie.

Per creare davvero una “casa che accoglie”, che restituisca dignità, che faccia sentire sicuri e al tempo stesso liberi (seppur nel rispetto delle poche, ma rigide e chiare, regole), si lavora su un doppio versante: lo spazio e il tempo.

Si è infatti pensato sin da subito ad adeguare (e lo si continua a fare) lo spazio e le strutture, per cercare di soddisfare anzitutto alcuni bisogni primari: ecco dunque la pulizia e la sanificazione quotidiana, una sistemazione che garantisca al tempo stesso la comodità e l’esigenza del distanziamento sociale, la possibilità di riscaldare il pranzo e la cena (che ogni giorno sono portati dalla Caritas diocesana), il necessario per lavare i propri indumenti e, perché no, la possibilità di farsi un caffè o anche solo di avere un bagno tutto per sé.

Ma poi c’è il tempo ed è, in questo caso, il tempo che noi, operatori o semplici volontari, dedichiamo ai nostri ospiti. Tempo che spesso trascorriamo in silenzio, magari durante il riposo, ma sempre a disposizione per ogni esigenza, o che passiamo insieme a giocare a carte o a biliardo, a chiacchierare del più e del meno o a raccontarsi le reciproche vite. Ed ecco che ascoltare le storie, capire i bisogni, metterci a servizio, offrire conforto e vicinanza, farci prossimi, tutto questo rende quel tempo davvero denso e prezioso, quello che fa la differenza in questi strani giorni.

E allora, come per magia, succede ai Sale quello che succede sempre: è il tempo donato all’altro che distingue uno spazio, seppur dignitoso e attrezzato, da una vera “casa che accoglie”.

Joy

Oratorio Valdocco: nel «cortile virtuale» nessuno è lasciato solo – La Voce e il Tempo

La Voce e il Tempo di questa domenica, 19 aprile 2020, dedica un articolo ai gruppi creati su piattaforme digitali e alle attività a distanza messe in campo dall’Oratorio salesiano di Valdocco. Di seguito, l’articolo pubblicato a cura di Stefano Di Lullo.

Il primo oratorio di don Bosco a Valdocco è chiuso, come tutti, ma continua ed essere casa che accoglie, avvia alla vita e dove incontrarsi fra amici. Il cortile, infatti, ora è spalancato fra le case dei sacerdoti, degli educatori, dei ragazzi e giovani. Tutti gli appuntamenti settimanali dell’oratorio guidato da don don Jacek Jankosz, nell’emergenza della pandemia, sono rimasti invariati, si sono semplicemente trasferiti sulle piattaforme digitali.

«Gli incontri formativi per i gruppi delle medie e delle superiori», spiega Davide Torrente, uno degli educatori, «si tengono regolarmente nei giorni in cui i ragazzi erano soliti incontrarsi in oratorio. Con il biennio e il triennio delle superiori ci diamo appuntamento il venerdì dalle 18.30 in poi sulle piattaforme Zoom e Google meet per momenti di riflessione sul periodo difficile che ognuno sta vivendo. In particolare abbiamo accompagnato i gruppi nel tempo quaresimale con diverse attività e durante il Triduo pasquale li abbiamo invitati a seguire le funzioni del Papa o quelle trasmesse dalla Basilica di Maria Ausiliatrice. Abbiamo quindi aiutato i ragazzi a comprendere insieme il significato delle diverse celebrazioni e a prepararsi, quindi, alla Pasqua».

C’è poi il «cortile virtuale»: gli educatori tengono i contatti con ciascun ragazzo attraverso telefonate, chat di whatsapp sia singolarmente che a piccoli gruppi per aiutarli nei compiti scolastici, nello studio, e per confrontarsi sulle loro paure e incertezze, ma anche sui propri sogni.

«Non vogliamo che nessun ragazzo si senta abbandonato», prosegue Torrente, «ma continui a sentirsi accompagnato passo passo anche se non è possibile incontrarsi di persona».

Gli animatori lanciano poi giochi e sfide con classifiche settimanali.

Oratorio don Bosco Rivoli: OttavApp di Pasqua

L’Oratorio don Bosco di Rivoli non si ferma in questo periodo di emergenza sanitaria. Dopo aver vissuto la preparazione e la Festa della Santa Pasqua, continua il percorso intrapreso dall’opera redendo disponibili riflessioni e materiali video da parte del direttore della Casa Salesiana don Claudio Giovannini. Un video ogni giorno per vivere al meglio anche l’Ottava di Pasqua:

Ci siamo chiesti come fare la settimana di comunità durante questo periodo, da casa. In mezzo a tutti i video, le dirette streaming e le trasmissioni televisive ci siamo stati anche noi, via YouTube, WhatsApp e Facebook. Abbiamo vissuto insieme la preparazione alla Pasqua, condividendo anche materiali trovati online e risultati molto interessanti. Ora continuiamo con un video al giorno, perché questa Pasqua lunga otto giorni non passi senza lasciare il segno e cambiare almeno un po’ la nostra vita. Buona Settimana di Pasqua!

Don Bosco San Salvario: la carità non si ferma!

La carità non si ferma all’Oratorio salesiano San Luigi di San Salvario!
In queste settimane di quarantena infatti, alcune famiglie che si sono trovate in difficoltà hanno ricevuto un importante aiuto da parte dell’oratorio del San Luigi, il quale si è attivato nella distribuzione della spesa.

Ecco un estratto dell’attività dell’oratorio:

Al mercoledì, al mattino presto, Andrea si reca al banco alimentare dove carica il furgone con frutta e verdura, arriva poi in oratorio dove trova ad aspettarlo don Mario insieme ai ragazzi della comunità che si danno da fare a scaricare e sistemare le cassette. E’ poi il turno di Giuseppe e Roberta, una giovane coppia che sentendo le necessità del momento si è resa disponibile a dare una mano: raggiungono l’oratorio San Luigi e prima preparano le borse per le famiglie attaccando con cura il nome della famiglia e poi iniziano la distribuzione porta a porta. Dopo di loro arriva il giovane Rachid che ha scelto proprio questo momento di emergenza per diventare volontario e fare il giro con la propria auto dalle famiglie un pò più lontane. Al termine arrivano ancora Loredana e Maria che raccolgono ancora le ultime borse portandole ad alcune famiglie ed anziani in difficoltà.

Ecco il giro di solidarietà che non si ferma. Oggi inoltre la Parrocchia Santi Pietro e Paolo in collaborazione con la Casa del Quartiere svolgerà una grande distribuzione del banco alimentare per oltre 100 famiglie del quartiere. E così, anche in questa “strana” settimana Santa, la carità non si ferma…grazie a tutti i volontari!

Salesiani Cuneo: Anno nuovo, confratello nuovo!

Un nuovo confratello per la Comunità Salesiana di Cuneo: Elvis, giovane salesiano originario del Ghana che dal 7 gennaio 2020 è entrato a far parte dei “Sale Cuneo”. Di seguito l’intervista riportata sul sito dell’opera.

A partire dal 7 gennaio la nostra comunità salesiana si è arricchita di un confratello! Elvis è con noi a Cuneo per svolgere la tappa formativa del tirocinio (periodo di vita attiva in mezzo ai giovani che si vive tra gli anni di studio della filosofia e quelli della teologia) e per imparare l’italiano. Ecco una sua presentazione.

Presentati brevemente:

Mi chiamo Elvis Yuomfaa e ho 32 anni, vengo dal nord del Ghana, precisamente da Nandom.

Raccontaci della tua famiglia?

Io sono il primogenito e ho 3 sorelle e tre fratelli. Alcuni di loro hanno già completato le scuole superiori o l’università e lavorano o sono sposati, mentre qualcuno studia ancora. I miei genitori sono semplici contadini. La mia famiglia è molto bella e sono molto fortunato perché siamo molto uniti. Quando torno a casa loro sono sempre contenti di incontrarmi.

Cosa facevi prima di arrivare in Italia?

Mi trovavo ad Akure, una città della Nigeria. Sono stato due anni lì e ho aiutato nelle attività di Pastorale Giovanile e del prenoviziato, il momento di verifica e accompagnamento dei ragazzi che intendono iniziare il cammino di consacrazione
salesiana. Dopo questi due anni l’ispettore mi ha chiesto di venire in Italia per studiare la lingua per poi continuare gli studi di Teologia.

Sei felice di essere qui in Italia?

Si, per me è una grande occasione perché qui è nata la congregazione salesiana. Sono contento di aver visto i luoghi in cui Don Bosco ha operato, è stato molto emozionante.

Cosa ti affascina dello spirito di Don Bosco?

Il suo amore per i giovani. Questa è la motivazione che mi porta a seguirlo, anche io amo lavorare con i giovani, specialmente i più bisognosi.

Da piccolo cosa sognavi di fare?

Da piccolo sognavo di diventare prete, quindi per me non è una cosa strana seguire don Bosco.

E Cuneo, ti piace?

Sì, mi sembra una bella città e sono stato molto colpito dall’accoglienza dei ragazzi in cortile, mi hanno aiutato ad imparare, sono molto aperti.

Quali sono le differenze tra le case salesiane d’Italia e quelle dell’Africa?

Lo spirito di Don Bosco è uguale, abbiamo lo stesso padre e seguiamo tutti lo stesso spirito di Don Bosco. La differenza sta nell’applicazione dello stile di Don Bosco. La mia esperienza è che i giovani africani sono molto religiosi, in chiesa c’è sempre
qualche giovane. Inoltre, in Ghana è diverso il tenore di vita, ci sono molti ragazzi che non hanno niente. Mi sembra che tra Ghana e Italia ci sia anche una differenza culturale che sto imparando a conoscere gradualmente.

Cosa vuoi dire ai giovani che stanno leggendo quest’intervista?

L’età giovanile è il momento ideale per le nuove esperienze. Vi consiglio di saper cogliere le opportunità che la vita vi offrirà senza mancare di iniziativa e senza lasciarvi vincere dalla pigrizia. La giovinezza è un momento della vita splendido ma che non è per sempre, deve maturare nell’età adulta, e questo posso farlo solo se sarò stato in grado di vivere esperienze positive, e indietro, non si torna mai.

Centro don Bosco Alessandria: pacchi viveri alle famiglie bisognose

Il portale di informazione di Alessandria e Provincia Radio Gold dedica un articolo al Centro don Bosco di Alessandria per l’attività di volontariato che sta svolgendo in questo periodo di emergenza sanitaria. Si riporta di seguito l’artico pubblicato domenica 5 Aprile 2020.

ALESSANDRIA – Il Centro don Bosco, in corso Acqui 398 al quartiere Cristo di Alessandria, è molto attivo in questo periodo di emergenza sanitaria da coronavirus. La Parrocchia, i sacerdoti e i volontari si sono infatti subito messi a disposizione – come del resto accade sempre – di chi ha più bisogno. Ogni due lunedì, in collaborazione con la San Vincenzo, vengono distribuiti pacchi viveri a chi è in difficoltà.

A oggi sono circa 60 le famiglie che vengono da noi“, spiega don Gianfranco Avallone.

“I volontari sono a disposizione per chi ha bisogno di commissioni a domicilio in farmacia oppure con la spesa. Cerchiamo per quello che possiamo di aiutare le famiglie“. Il sacerdote ha spiegato come, “nella settimana che porta alla Santa Pasqua bisognerà pregare tutti insieme nella speranza che questa emergenza possa finire al più presto. Iniziamo questa settimana pensando e ricordando l’amore di Gesù. La solidarietà verso il prossimo diventa impegno costante in questo momento così drammatico”.