Tenda – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

22 OTTOBRE

La parola del giorno: Tenda

Ritorno al Vangelo Marco (9, 2-8):

Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!». Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell’ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!». E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.

Post-it!

L’insegnamento più importante si condensa nell’invito che la voce proclama riferendosi a Gesù: “Ascoltatelo”. Mosè aveva annunciato che Dio avrebbe suscitato un profeta come lui, uno al quale si dovrà dare ascolto (cfr. Dt 18, 15). La voce presenta dunque il nuovo Mosè: il Figlio che ci rivela il Padre con autorità e al quale dobbiamo dare ascolto. Per questo dobbiamo seguire l’esempio del Maestro: salire al monte della preghiera, riservare nel nostro orario alcuni tempi quotidiani per dialogare esclusivamente con Dio.
[…] L’espressione di Pietro “È bello per noi essere qui! Facciamo tre capanne” esprime la gioia dell’incontro con Dio. Rimanda anche alle “dimore eterne” che il Messia ripristinerà (Lc 16, 9) e che i giudei rievocavano nella festa delle tende. Pietro vuole fermare l’istante di felicità che gli dà quel momento di intimità con Dio. «Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni – ci spiega Benedetto XVI -. L’esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio». La prova chiara che nei nostri momenti di preghiera stiamo ascoltando il Figlio come chiede la voce del Padre è che il suo Spirito ci riempie di desideri apostolici per portare a tutti la luce di Dio.

Testi di vita cristiana

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Nella gioranta di oggi crea una “tenda”, uno spazio fisico ed un tempo in cui fai sentire qualcuno protetto e accolto.

Te lo sei mai chiesto?

1. Quali sono i nidi in cui ti senti protetto?
2. Che cosa ti offre sicurezza nella tua tenda? perché?

Fratello – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

21 OTTOBRE

La parola del giorno: Fratello

Ritorno al Vangelo: Matteo (25, 14-30)

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo. Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

Papa Francesco

Angelus

Post-it!

L’uomo della parabola rappresenta Gesù, i servitori siamo noi e i talenti sono il patrimonio che il Signore affida a noi. Qual è il patrimonio? La sua Parola, l’Eucaristia, la fede nel Padre celeste, il suo perdono […]. Questa parabola ci sprona a non nascondere la nostra fede e la nostra appartenenza a Cristo, a non seppellire la Parola del Vangelo, ma a farla circolare nella nostra vita, nelle relazioni, nelle situazioni concrete, come forza che mette in crisi, che purifica, che rinnova […]. Fare che questi talenti, questi regali, questi doni che il Signore ci ha dato, vengano per gli altri, crescano, diano frutto, con la nostra testimonianza […]. E inoltre Il Signore non dà a tutti le stesse cose e nello stesso modo: ci conosce personalmente e ci affida quello che è giusto per noi; ma in tutti, in tutti c’è qualcosa di uguale: la stessa, immensa fiducia. Dio si fida di noi, Dio ha speranza in noi! E questo è lo stesso per tutti. Non deludiamolo!

Tocca a te!

Trova qualcuno a cui regalare la cosa che sai fare meglio.

Te lo sei mai chiesto?

1. Qual è il “talento” che hai ricevuto? Hai il coraggio di spenderlo o lo sotterri sotto il terreno?
2. Fai un elenco delle 3 persone a cui regali di più; fai un elenco delle 3 persone a cui regali di meno.

Mango – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

20 OTTOBRE

La parola del giorno: Mango

Ritorno al Vangelo: Matteo (9, 10-13)

Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».

Post-it!

Egli [Gesù] è lì seduto a mensa perché anch’egli pensa che i commensali siano dei peccatori, gente bisognosa della sua parola per potere cambiare vita e convertirsi. Vuole trasformarli in uomini giusti. Ancor più, e ciò appare dal solo Matteo, egli agisce così perché è venuto a compiere o a portare a compimento quanto hanno detto la Legge e i Profeti e che i maestri d’Israele, scribi e farisei, hanno bisogno di imparare. Quello che loro dice è assai duro: «Andate a imparare che cosa significa: Misericordia voglio, non sacrificio». Li rimanda alloro studio; a confrontare il suo agire con quanto Os 6,6 ha detto: Io voglio. Quest’io è Gesù e Dio, è il Padre e il Figlio suo; è colui che non può accettare un sacrificio se prima non ci si è riconciliati con i fratelli (5,23-24), se non si vive un atteggiamento di donazione agli altri.

Mario Galizzi

Vangelo secondo Matteo – Commento esegetico-spirituale

Tocca a te!

Hai un amico di una religione diversa dalla tua? Dialoga con lui sui motivi della sua fede.

Te lo sei mai chiesto?

1. Sai rendere ragione della speranza che è in te, la tua fede?

2. Sai distinguere tra la persona e le idee che sostiene?

Orologio – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

18 OTTOBRE

La parola del giorno: Orologio

Ritorno alla Parola: Ecclesiaste (3, 1-8)

Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

Post-it!

Ciò che il lettore vede in questa tavola delle vicende umane è, innanzitutto, la pazienza del tempo. Non dobbiamo preoccuparci se oggi siamo nel pianto, perché domani saremo nel riso. La vita è fatta di molteplici esperienze, di momenti differenti, di avvicendamenti, di stagioni che ruotano e di profumi che cambiano. Nulla resta per sempre e ciò che oggi sembra remoto e impossibile, domani sarà tuo. Non c’è da farsi fretta, poiché nel tempo tutto arriva ed ogni cosa muta. Proprio per questo, tuttavia, non c’è da farsi fretta, ma neppure da attendere troppo, poiché il tempo è anche ritmo e scadenza. La vita è fatta di relazioni e queste generano il pianto e il riso, l’abbraccio e la distanza, l’amore e l’odio, il cercare ed il perdere. La vita ha un’estensione a tutto sesto e sul limitare dell’amore, si può conoscere l’odio. […] C’è tempo per ogni cosa e, quindi, vivi appieno il momento.

Rosanna Virgili

Biblista

Tocca a te!

Segna le attività che svolgi in una giornata “normale” e il tempo che ci dedichi. Leggi il risultato e pensa a cosa è importante per te.

Te lo sei mai chiesto?

1. Quanto tempo pensi di aver dedicato a cose importanti? Quanto per cose di poco conto?

2. Quali spazi di tempo vorresti recuperare nella tua giornata? Per dedicarli a che cosa?

Campane – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

16 OTTOBRE

La parola del giorno: Campane

Ritorno al Vangelo: Matteo (5, 11-12)

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.

Post-it!

Infine, Gesù chiama beati coloro che subiscono persecuzioni o vengono respinti a causa sua. La nostra coerenza di cristiani normali può stupire o irritare altri; però dobbiamo avere il coraggio di rispecchiare con la nostra condotta retta il volto amabile di Cristo che tutte le persone cercano. In questo possiamo seguire il consiglio che dava san Pietro ai primi cristiani: “se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate, ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza.

Testi di vita cristiana

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Prova a dare testimonianza della tua fede anche nei luoghi “lontani da casa”.

Te lo sei mai chiesto?

1. Nei luoghi “fuori da casa” (scuola, università, lavoro,…), sei testimone della tua fede? Hai mai provato imbarazzo?

2. Cosa ti impedisce di essere coerente fino in fondo?

Scarpa – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

14 OTTOBRE

La parola del giorno: Scarpa

Ritorno al Vangelo: Marco (10, 46-52)

 E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Gerico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Costui, al sentire che c’era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tacere, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chiamarono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.

Post-it!

La guarigione del cieco – posta allora a questo punto del ministero di Gesù, appena in prossimità della passione – sembra avere un significato simbolico ed educativo. Ora, quasi alle porte della città santa, per guarire Bartimeo non serve più il gesto dell’imposizione delle mani, ma solo la fede è necessaria.

Ecco che la guarigione del cieco non è più una storia di miracoli, ma è in primo luogo una catechesi sulla fede. La fede, infatti, viene richiesta da Gesù, ed è questa che guarisce il cieco, senza che nemmeno Gesù, questa volta, lo tocchi. La fede, come già detto sopra, sarà necessaria per affrontare la croce. «La strada seguita da Gesù è la strada che porta alla croce: la strada del rifiuto da parte dei suoi contemporanei giudei, la strada del tradimento da parte dei suoi stessi discepoli, la strada della sofferenza e della morte per mano delle autorità giudaiche e romane. Lungo il viaggio descritto in 8,22-10,52 Gesù ha insegnato ai suoi discepoli chi egli sia, ciò che lo aspetta a Gerusalemme, e cosa significhi seguire lui. Bartimeo ha ricevuto il dono della vista e si incammina sulla strada di Gesù: la strada che porta a Gerusalemme» (Donahue – Harrington).

Giulio Michelini

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Scrivi su un foglietto 3 obiettivi che vorresti raggiungere in questa settimana. Allo scadere della domenica, “misura” la perseveranza che hai impiegato nel raggiungerli.

Te lo sei mai chiesto?

1. Hai un “sogno nel cassetto”? Qual è?

2. Su cosa fai affidamento per realizzare i tuoi sogni?

Accettare – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

19 OTTOBRE

La parola del giorno: Accettare

Ritorno al Vangelo: Giovanni (15, 12-17)

Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.

Post-it!

La tonalità dominante di questo brano è dichiarato in apertura: amarsi gli uni gli altri è «il comandamento» per eccellenza del Cristo e riassume in sé ogni altra proposta morale del Vangelo. La prima caratteristica di questa scelta di vita decisiva è racchiusa nell’equazione paradossale «Amatevi come io vi ho amati». L’amore del cristiano non si modella su quello pur alto degli eroi e dei santi, ma su quello, infinito, del Figlio di Dio. […] Chi ama è pronto a donare tutto, la sua stessa vita per la persona amata, senza falsi e rimbombanti eroismi, ma nel silenzio e nella gioia. Ma c’è un altro aspetto dell’amore, che Gesù fa balenare con il paragone del rapporto che lo lega ai suoi discepoli: l’intimità. Il nesso tra padrone e servo è freddo e burocratico, quello tra due persone che si amano è sincero e caloroso, trasparente e intimo. «Vi ho chiamati amici», dice Gesù, «perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi». L’amore è rivelazione di ogni segreto, è affidamento del proprio io alle mani di un’altra persona che a sua volta si consegna liberamente all’altra.

Mons. Gianfranco Ravasi

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Chiedi ad un tuo amico che cosa ti manca per essere “un amico migliore” e cosa hai già che lo dimostra.

Te lo sei mai chiesto?

1. Quale caratteristiche ha Gesù come Amico?

2. Quali di queste sue qualità riesci a mettere in pratica?

Perdono – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

17 OTTOBRE

La parola del giorno: Perdono

Ritorno al Vangelo: Marco (2, 3-11)

Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».
Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?».
Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua».

Post-it!

Ora abbiamo fatto un passo avanti nella conoscenza di Gesù. Qui non si parla soltanto di lui che insegna e guarisce; qui non appare soltanto come il portatore di un benessere materiale. Ora la sua azione va in profondità e infrange la barriera che c’era tra l’uomo e Dio, fra il tre volte Santo e l’uomo davvero impuro perché peccatore. Ora l’annunzio del Battezzatore sul perdono dei peccati (l ,4) è realtà. Gesù con- giunge davvero la terra al cielo. Gesù ci dona il perdono di Dio.

Mario Galizzi

Vangelo secondo Marco – Commento esegetico-spirituale

Tocca a te!

E se fosse il momento giusto per vivere il Sacramento della Riconciliazione?

Te lo sei mai chiesto?

1. Quanta fatica ti costa perdonare qualcuno? Perché?

2. Cosa provi quando vieni perdonato? Cosa provi quando perdoni?

Pane – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

15 OTTOBRE

La parola del giorno: Pane

Ritorno al Vangelo: Luca (21, 1-4)

Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere».

Post-it!

Questa vedova non dà, come gli altri, briciole di ciò che possiede; non dà l’offerta senza che ne consegua per lei una sofferenza; non offre denaro di cui non ha affatto bisogno, perché ne ha tanto in più: no, questa donna si spoglia di ciò che le era necessario per vivere, di tutto ciò che aveva, non di una sua porzione minima. Questa donna è per Gesù un’immagine dell’amore che sa rinunciare anche a ciò che è necessario: ecco una donna anonima, ma una vera discepola di Gesù. In questa pagina del vangelo il contrasto diventa ancora più forte: scribi che divorano le case delle vedove perché donne (non divorano le case dei vedovi!), perché povere, non difese da nessuno; e, al contrario, una di queste che dà in sacrificio al Signore ciò di cui lei ha bisogno per vivere, spogliandosi oltre misura.

Enzo Bianchi

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Prova a condividere qualche cosa di essenziale della tua giornata… anche se costa.

Te lo sei mai chiesto?

1. Ti è mai capito di vedere qualcuno che condividesse “tutto quanto aveva per vivere”?

2. Nei tuoi gesti di carità verso gli altri, pensi di aver condiviso il superfluo o l’essenziale?

Caramella – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

12 OTTOBRE

La parola del giorno: Caramella

Ritorno al Vangelo: Matteo (26, 26-29)

Mentre mangiavano, Gesù prese il pane, pronunziò la preghiera di benedizione, lo spezzò, lo diede ai discepoli e disse: «Prendete, mangiate, questo è il mio corpo». Poi, prese il calice, rese grazie e lo diede loro dicendo: «Bevetene tutti: questo infatti è il sangue mio dell’alleanza, che è sparso per molti per ottenere il perdono dei peccati. Ora, io vi dico che d’ora innanzi non berrò più di questo frutto della vite, fino a quando berrò con voi quello nuovo nel regno del Padre mio.

Post-it!

«Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». La parola «Corpo», nella mentalità biblica, non indica una parte della persona, ma la indica nella sua totalità, nella sua capacità di donarsi, di relazionarsi, di comunicare con gli altri. La parola corpo è sinonimo del pronome «io». Le parole di Gesù vogliono dire: Questo sono io che voglio donarmi a voi, entra- re in comunione con voi, fare di voi la mia comunità.

Al padrone di casa aveva fatto dire: «Presso di te faccio pasqua con i miei discepoli», ma facendola non vuole celebrare un semplice rito, per quanto millenario sia, vuole vivere un’esperienza di comunione. E ciò appare anche quando fa passare il calice. Dice: «Questo calice è il sangue mio dell’alleanza, versato per molti (aggiunge il solo Matteo) per ottenere il perdono dei peccati». Il sangue sparso dice che Gesù è cosciente di dover morire e dice anche che egli muore per molti, cioè per tutti, che sono molti. Abbiamo quindi uno che dà la vita per molti, uno di fronte a molti. Ora, se noi vogliamo trovare un parallelo a questa realtà, dobbiamo ancora una volta ritornare al Servo di Dio, di cui parla il profeta Isaia. Ebbene, anche secondo Isaia, abbiamo «uno di fronte a molti», «uno che dà la vita per molti» e la dà per ottenere il perdono dei peccati.

Mario Galizzi

Vangelo secondo Matteo – commento esegetico-spirituale

Tocca a te!

Gesù si è donato totalmente per te: vivi pienamente il momento l’Eucaristia.

Te lo sei mai chiesto?

1. Scrivi da qualche parte i nomi delle persone che danno la vita per te.

2. Scrivi da qualche parte i nomi delle persone per cui sei disposto concretamente a dare la vita.