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“Economia a servizio dei popoli” – Incontro con il Professor Ivan Vitali

All’interno dell’appuntamento del Corso Partenti previsto per questo weekend, dal tema “economia a servizio dei popoli“, si segnala per domenica 27 ottobre un momento rivolto a tutti coloro che vogliono prendervi parte nel quale interverrà il Prof. Ivan Vitali, Laureato DES (Discipline Economiche e Sociali) all’Università Bocconi di Milano che si occupa di amministrazione, finanza e controllo e di sviluppo di progetti sociali, con enti no profit e for profit e collabora con Università italiane e straniere in qualità di docente e Senior Manager delle Organizzazioni No Profit.

PROGRAMMA DOMENICA – 27 OTTOBRE 2019

  • 9.30 inizio (ingresso libero);
  • 12.30 possibilità della Messa;
  • 13.30 pranzo al self service da prenotare entro giovedì 24 ottobre (6€) scrivendo all’indirizzo email am@salesianipiemonte.it

Sinodo speciale: Artime: «Investiamo sui giovani per salvare l’Amazzonia»

Si riporta l’articolo pubblicato da La Voce e il Tempo a cura di Marina Lomunno con l’intervista al Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime sul Sinodo Speciale sull’Amazzonia indetto da Papa Francesco.

Don Ángel Fernández Artime, classe 1960, spagnolo originario delle Asturie, dal 2014 è il Rettore maggiore dei salesiani, il 10° successore di don Bosco. È alla guida della seconda congregazione più diffusa nel mondo presente in 132 nazioni dei cinque continenti, con 14.614 confratelli, di cui 128 Vescovi e 430 novizi.

Lo abbiamo incontrato nei giorni scorsi a Valdocco, in occasione della 150a spedizione missionaria salesiana, alla vigilia dell’avvio del Sinodo sull’Amazzonia dove sono presenti molte opere salesiane: era l’11 novembre 1875 quando nella Basilica di Maria Ausiliatrice don Giovanni Bosco benediceva i primi 5 missionari, guidati da don Giovanni Cagliero, primo vescovo e cardinale salesiano con destinazione Patagonia. Da allora i salesiani che hanno ricevuto la croce missionaria nella Basilica di Maria Ausiliatrice sono 9.553. Dall’Argentina i figli di don Bosco si diffusero negli stati più a Nord dell’America Latina dove ancora oggi sono una presenza importante nelle missioni in Amazzonia.

Don Artime, nella 150a spedizione missionaria lei ha consegnato la croce a 36 confratelli, 9 dei quali verranno inviati nelle vostre opere in Amazzonia (Brasile, Ecuador, Perù e Venezuela). Lei ha visitato molte volte quei Paesi anche di recente. Quali sono i problemi più urgenti soprattutto per i giovani?

Noi siamo una congregazione riconosciuta nella Chiesa per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani, questa è la nostra identità carismatica. Allo stesso tempo don Bosco è stato un grande missionario: lui stesso ha inviato i primi confratelli in Patagonia. Per questo ci riconosciamo come una congregazione missionaria. In America Latina abbiamo opere destinate a 63 popoli originari, nessun’altra congregazione è accanto a tanti nativi come lo siamo noi. Il primo beato del Sud America è un giovane salesiano laico argentino, Zeffirino Namuncurá, della tribù dei Mapuce, un popolo amerindo dell’Argentina del Sud.

Parlando e ascoltando i miei confratelli che vivono lì, molti hanno dedicato tutta la loro vita, emerge che il problema più grave è l’abbandono dell’Amazzonia da parte dei giovani nativi per emigrare nelle grandi città. Così i popoli originari perdono le nuove generazioni e nello stesso tempo la propria identità perché nella foresta rimangono solo gli anziani.

In questo contesto la Chiesa come può fare sentire la propria voce?

In Brasile, per esempio, abbiamo fatto una scelta di congregazione: non abbandoneremo mai la nostra presenza tra i popoli originari e in secondo luogo cerchiamo di sostenere con l’educazione i giovani nativi in modo che servano il loro popolo e non lo abbandonino. Un segno di questo impegno è la nostra Università a Campogrande, la capitale dello Stato del Mato Grosso, in Brasile, frequentato da più di 12 mila giovani, tra cui 100 giovani delle popolazioni originarie, tra cui i Chavante, inviati dalle nostre opere e sostenuti negli studi a nostre spese sia per la formazione che per l’alloggio. Questo è un modo per tener fede alla nostra missione, è un investi- mento sui giovani nativi per il futuro e la sopravvivenza dei popoli dell’Amazzonia. Ma non solo in Amazzonia siamo impegnati sul fronte dell’educazione, come per esempio in Bolivia e ad Haiti con le esperienze delle scuole popolari frequentate da migliaia di ragazzi che senza le nostre opere non potrebbero ricevere nessun tipo di istruzione. In tutto il mondo abbiamo 58 Università salesiane dove, sulle orme di don Bosco, chiedo come Rettore Maggiore di garantire studi gratuiti ad una percentuale di ragazzi tra i più poveri. L’altro tema è l’ambiente: certamente anche noi siamo preoccupati, non soltanto dal punto divista ecologico, per la cura del Creato in pie- na sintonia con la Chiesa e in modo particolare con Papa Francesco a partire dai contenuti dell’enciclica Laudato si’.

Continuate a scommettere sull’educazione…

Certamente è così in Amazzonia, in India dove abbiamo molti college, e in Africa dove stiamo facendo i primi passi. È un grande sforzo perché i docenti vanno pagati e occorre mantenere le strutture ma è una scelta di congregazione che ci pare – e lo diciamo con molta umiltà – un contributo essenziale per dare futuro ai giovani più fragili e per contribuire alla sopravvivenza dei popoli originari. Come stiamo facendo, ad esempio in Paraguay con il popolo Ayioreo, nel Gran Chaco: qui, quando sono arrivati i primi salesiani 60 anni fa, abbiamo iniziato a investire sulla scuola e sulla formazione professionale. Sono stato di recente in visita ai miei confratelli e alla loro gente che vive lungo il fiume Paraguay. Oggi parecchi giovani Ayioreo frequentano la nostra università: il maestro del popolo ha studiato nelle nostre scuole così hanno fatto altri nativi. Crediamo molto nell’educazione: il Papa nel 2015, quando è venuto a Valdocco in occasione del Bicentenario di don Bosco, ha invitato i salesiani ad essere persone concrete sulle orme del loro fondatore che cerca- va di risolvere i problemi dei giovani che gli venivano affidati. Credo che stare accanto ai giovani nativi dell’Amazzonia per noi significhi anche investire sulla loro educazione e formazione scolastica perché possano avere gli strumenti per fare sentire presso le sedi opportune la loro voce.

Cosa si aspettano i suoi confratelli che vivono in Amazzonia e le chiese locali da questo Sinodo offuscato dagli incendi che devastano il polmone del mondo con la complicità di un capo di Stato che sostiene che la foresta amazzonica è solo del Brasile?

Io credo che attendano da tutta la Chiesa una parola evangelica, coraggiosa. I mei confratelli salesiani si aspettano prima di tutto vicinanza come Chiesa e come congregazione, vicinanza a questi popoli che spesso non hanno voce o hanno una voce troppo flebile. E poi da noi come Chiesa hanno bisogno di coerenza e non soltanto di parole «politicamente corrette»: non prendere posizione è spesso una tentazione anche per noi. In questo senso noi salesiani ci sentiamo pienamente in linea con la parola profetica e coraggiosa di Papa Francesco che ha indetto questo Sinodo: oggi e come ha fatto don Bosco anche noi diciamo «Siamo con il Papa».

Il Sinodo dell’Amazzonia cade proprio nei giorni in cui milioni di ragazzi e ragazze sono scesi in piazza per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla salvaguardia del Pianeta. Cosa avrebbe detto don Bosco a questi giovani che, seguendo anche l’invito del Papa, stanno diventando protagonisti del loro futuro?

Io sono convinto che don Bosco avrebbe senza dubbio incoraggiato i suoi giovani a difendere l’ambiente invitandoli a preservare la bellezza della Creazione, avrebbe sottolineato l’azione di Dio nel Creato, li avrebbe incoraggiati a diffondere presso i loro coetanei e gli adulti questa sensibilità perché è evidente che custodire il dono della creazione è un dovere per tutti, significa assicurare futuro alle nuove generazioni. E don Bosco ha fatto esattamente questo: la sua vita per i giovani. Sono spaventato dalla mancanza di una visione in prospettiva di tanti politici e governanti: una mancanza colpevole non perché non ritengano che sia un tema importante ma perché non è utile al loro «potere». Per questo sono convinto che, come credenti nel Signore Gesù, non pos- siamo essere neutrali: sulla cura del Creato non ci può essere neutralità, non è possibile.

Il Papa fin dall’inizio del suo Pontificato invita tutti a stare accanto agli scartati della terra: i suoi appelli, la sua voce – spesso l’unica – si è levata spesso invitando i giovani «a non farsi rubare il futuro». Le stesse parole contenute nella Laudato si’ sono quelle che spingono milioni di giovani a scendere in piazza per salvare il pianeta. Eppure anche tra i credenti – anche in questi giorni in cui si celebra il Sinodo non mancano le polemiche – ci sono frange di insofferenza nei confronti del magistero di Francesco…

La storia della Chiesa ci insegna che anche i più piccoli segni profetici non sono mai stati accettati in modo pacifico. Per questo dobbiamo pregare per questo Sinodo perché – e lo dico perché ho avuto la fortuna di partecipa-re al Sinodo precedente sulla famiglia – ho la sensazione che saranno lavori complessi sia per i temi dell’organizzazione delle comunità cristiane dei popoli originari, sia perché la pressione sociale e di alcuni Governi sui temi dell’ambiente è molto forte. Lasciamo che lo Spirito Santo possa veramente guidare i lavori e la riflessione dei sinodali, viviamo questo tempo nella fede. Non lasciamoci spaventare dagli attacchi: non sarà tutto facile ma sono convinto che da questi grandi eventi ecclesiali nascono sempre luce e nuove opportunità per favorire i credenti e le chiese che vivono nelle zone di frontiera come l’Amazzonia affinché possano sentirsi sostenuti, rafforzati, ascoltati. Questa è la grande ricchezza del Sinodo.

Marina LOMUNNO

Anima MGS – Al via la quarta edizione 2019/2020

Tutto pronto per la quarta edizione di ANIMAMGS 2019-2020, il corso animatori tenuto da professionisti nel campo dell’animazione che hanno l’obiettivo di formare i ragazzi, di modo che, una volta tornati nei propri cortili, possano essere un valore aggiunto per il proprio oratorio o parrocchia.

AnimaMGS può essere un’utile opportunità sia per animatori più esperti, che avranno la possibilità di affinare al meglio le loro abilità, sia per animatori alle prime esperienze, che potranno così mettersi in gioco e scoprire nuove capacità da mettere al servizio degli altri.

Novità della quarta edizione

La quarta edizione avrà una novità: vi saranno 4 moduli, suddivisi nei due sabati previsti del 9 novembre 2019 e del 28 marzo 2020, che permetteranno di seguire dei laboratori che si concluderanno nella mezza giornata. Tutto questo per dare l’opportunità ai giovani di variare e sperimentare più laboratorio o di ripetere il laboratorio per andare più a fondo in un campo specifico.

I laboratori

Ci sarà la possibilità di scegliere fra dieci differenti laboratori:

  • Teatro e palco,
  • Tecnico Audio e Video,
  • Manualità,
  • Grandi giochi,
  • Scenografia,
  • Video,
  • Magia,
  • Balli di gruppo,
  • Teatro (stroytelling),
  • Giochi d’ambiente.

Iscrizioni

Per iscriverti compila il form che trovi disponibile qui.

Costi

Il costo è di 10€ complessive. Non è prevista una riduzione per la partecipazione parziale.

Don Jonny Eduardo Reyes – Una visita a Valdocco!

In occasione del Sinodo dell’Amazzonia indetto da Papa Francesco che si terrà in Vaticano dal 6 ottobre al 27 ottobre, Mons. Jonny Eduardo ReyesVescovo in Venezuela – ha fatto visita alla casa di Valdocco e si è reso disponibile per una breve intervista toccando i temi dell’ecologia e della situazione sociale e politica in Venezuela.

In un primo momento ci ha parlato appunto del Sinodo e di quello che si aspetterà durante questa esperienza. Per maggiori informazioni riguardo al Sinodo clicca qui.

Ha concluso infine facendo un quadro generale su quella che è l’attuale situazione in Venezuela e di come la Chiesa di stia muovendo per venire incontro alle esigenze delle persone che la abitano.

 

Animazione Missionaria: Inizio Corso partenti 2019/2020 – Noi partiamo! Vieni?

Domenica 13 ottobre inizia il Corso partenti 2019/2020 organizzato dall’équipe dell’Animazione Missionaria dell’Ispettoria Salesiana Piemonte e Valle d’Aosta.

Programma:

  • accoglienza;
  • momento di conoscenza e presentazione corso;
  • testimonianza missioni estive;
  • cena condivisa (ognuno porti qualcosa da mangiare);
  • conclusione insieme (preghiera).

ogni viaggio inizia con un passo soltanto” … il nostro inizia così: un pomeriggio insieme a tutti i nuovi interessati a questa avventura, con l’equipe del corso, per dare il via al nuovo anno incontrando i nuovi compagni di cammino e forse futuri compagni di viaggio. In ogni caso, il primo incontro è a partecipazione libera anche per chi è ancora un po’ indeciso… “venite e vedrete”!

Thè – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

28 OTTOBRE

La parola del giorno: Thè

Ritorno al Vangelo Giovanni (6,1-14):

Dopo questi fatti, Gesù andò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: «Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!».

Post-it!

Una grande folla segue Gesù, perché egli ha compiuto dei segni, guarendo i malati. Questa sembra l’ora del successo per Gesù, che rinnova le meraviglie dell’esodo e le azioni dei profeti, assenti in Israele almeno da cinque secoli. In realtà si tratta di una folla incredula e quel “grande raduno” si risolverà nell’epifania di una più grande distanza tra Gesù e quanti correvano a vederlo in cerca di straordinario, ma senza ascoltare le sue parola. Anche di quella folla, però, Gesù ha compassione e vuole saziarla di cibo […]. Ma il cibo che Gesù vuole dare non può essere comprato nelle panetterie, né si potrebbe pagare in modo adeguato, come pensa Filippo. Un altro discepolo, Andrea, gli fa notare la presenza di un ragazzo che ha con sé cinque pani d’orzo (i pani primizia) e due pesci. Questi vengono presentati a Gesù, non al tempio, e attraverso quell’offerta egli compie il segno: quei pani e quei pesci condivisi sazieranno tutti, in un banchetto pasquale, primaverile, che vede tanta gente sdraiata sull’erba del prato come nel banchetto escatologico, come in un banchetto pasquale celebrato da persone libere, non schiave. Quella folla è immensa, costituita da più di cinquemila uomini, ma il cibo dato da Gesù basterà per tutti: nella vita cristiana si ha sempre poco, ma il poco condiviso basta per tutti!

Enzo Bianchi

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Oggi crea un’occasione all’interno del tuo gruppo di amici per condividere

Te lo sei mai chiesto?

1. Nella cerchia di persone che frequenti, quand’è che sei promotore della condivisione? e come?

2. Ti senti più come gli apostoli Filippo e Andrea oppure come il ragazzo che sa offrire i cinque pani e due pesci?

Sale – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

29 OTTOBRE

La parola del giorno: Sale

Ritorno al Vangelo Matteo (10,7-13):

E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi.

Post-it!

Povertà e lode di Dio: sono le due coordinate principali della missione della Chiesa, i «segni» che rivelano al popolo di Dio se «un apostolo vive la gratuità». La predicazione evangelica nasce dalla gratuità, dallo stupore della salvezza che viene; e quello che io ho ricevuto gratuitamente, devo darlo gratuitamente. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Noi non possiamo predicare, annunziare il regno di Dio, senza questa certezza interiore che tutto è gratuito, tutto è grazia. Del resto, che la predicazione evangelica nasca dalla gratuità lo testimoniano diversi episodi della vita dei primi apostoli. San Pietro non aveva un conto in banca e quando ha dovuto pagare le tasse, il Signore lo ha mandato al mare a pescare per trovare dentro il pesce la moneta con cui pagare». E Filippo, quando ha incontrato il ministro della regina Candace, non ha pensato di creare «un’organizzazione per sostenere il Vangelo», non ha negoziato; al contrario, «ha annunziato, ha battezzato e se n’è andato». La buona novella, dunque, si diffonde “seminando” la Parola di Dio. È lo stesso Gesù che lo dice: il regno è come il seme che Dio dà. È un dono gratuito. [Tratto da MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE – Papa Francesco – Martedì, 11 giugno 2013]

Papa Francesco

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Nella giornata di oggi prendi un foglio e calcola il numero di ore che alla settimana dedichi gratuitamente agli altri

Te lo sei mai chiesto?

1. Fai parte di qualche realtà dedicata al volontariato? Quale?

2. Quando fai un favore a qualcuno, aspetti un “tornaconto”?

Spiaggia – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

27 OTTOBRE

La parola del giorno: Spiaggia

Ritorno alla Parola: Amos (8:4-7)

Ascoltate questo, voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: «Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo le misure e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano».
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
certo non dimenticherò mai le loro opere.

Post-it!

C’è una bella preghiera di R. Follereau, l’apostolo dei lebbrosi, che sembra commentare le parole del profeta [Amos]:
“Noi abbiamo costruito chiese, ma la nostra storia è una guerra senza fine;
noi abbiamo costruito ospedali, ma noi, per i nostri fratelli, abbiamo accettato la fame.
Perdono, Signore, per la natura calpestata, per le foreste assassinate, per i fiumi inquinati…
Perdono, Signore, per la bomba atomica, il lavoro a catena, la macchina che divora l’uomo e le bestemmie contro l’Amore.
Noi sappiamo che tu ci ami e che a questo amore noi dobbiamo la vita.
Che i nostri giorni non siamo più deturpati dall’invidia e dall’ingratitudine, dalle terribili schiavitù del potere. Donaci la felicità di amare i fratelli.
Insegnaci Tu ad amarci, perché, Signore, non c’è amore senza il Tuo amore”.
C’è bisogno che tutti noi torniamo ad essere artisti che sanno scoprire le tante ricchezze che Dio ci ha donato, per ridare bellezza alla vita, gloria di Dio e dono ai fratelli!
Purtroppo il mondo, ogni giorno, predica che la vera gloria dell’uomo è solo nella ricchezza, nel potere, peggio ancora nella violenza, senza però dirci quanti danni questa fa’, in noi e agli altri!
[…]
Questa è la preghiera che noi dobbiamo fare: dobbiamo pregare il Signore, affinché allarghi il nostro cuore, affinché noi siamo magnanimi, siamo miti.

Mons. Antonio Riboldi

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Mettiti per 1 ora nei panni di un indigente: come cambia la tua vita?

Te lo sei mai chiesto?

1. Il tuo agire, è sempre onesto?
2. Il tuo stile di vita è causa di povertà per qualcuno?

Fango – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

26 OTTOBRE

La parola del giorno: Fango

Ritorno al Vangelo Giovanni (9:1-11):

Passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». Egli rispose: «Quell’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Va’ a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista».

Post-it!

Ci interessiamo ora di una cecità congenita, presentata nel celebre racconto giovanneo del cieco nato. La nostra attenzione punta su un dato ai nostri occhi stravagante eppure storico: la strana terapia adottata da Gesù nei confronti di quel miserabile, abbandonato anche dai suoi genitori che, durante l’interrogatorio dei farisei, prendono le distanze da lui (cfr. Giovanni 9,21).

Gesù, dunque, per guarirlo applica una curiosa cura: prepara un impasto di polvere della terra con il suo sputo e applica quella fanghiglia agli occhi del cieco. Poi lo indirizza alla piscina di Siloe a lavarsi e Giovanni osserva che il nome della fonte significa “Inviato” (9,7). […] Ora, in quell’epoca – e ancor oggi in certe culture – la saliva era considerata dotata di una particolare efficacia terapeutica. Soprattutto nel caso di persone venerate per santità e autorevolezza.

Avremmo, così, in questo atto a prima vista discutibile e improbabile una suggestiva testimonianza storica dell’episodio. Giovanni, però, rilegge l’evento come un “segno” che rivela Cristo “luce del mondo” (8,12) e che narra la storia anche di una conversione di colui che è stato sanato.

Mons. Gianfranco Ravasi

Commento al Vangelo

Tocca a te!

Nella gioranta di oggi prova a prenderti cura di qualcuno che è “invisibile” agli altri.

Te lo sei mai chiesto?

1. Rimani “cieco” di fronte alle difficoltà e necessità degli altri?
2. Ti sei mai sentito escluso?

Villaggio – Il Vocabolario Missionario

La parola del Vangelo ti porta in missione. L’esperienza della missione, d’altro canto, cambia il significato che diamo alle parole. Essa lascia il segno, va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Insieme con un gruppo di giovani che hanno fatto questa esperienza, ti proponiamo 31 passi di cammino insieme.

25 OTTOBRE

La parola del giorno: Villaggio

Ritorno al Vangelo Romani (12,9-21):

La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi.
Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all’ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.

Post-it!

L’Apostolo Paolo, nel passo della Lettera ai Romani che abbiamo appena ascoltato, ci mette in guardia: c’è il rischio che la nostra carità sia ipocrita, che il nostro amore sia ipocrita. Ci dobbiamo chiedere allora: quando avviene questo, questa ipocrisia? E come possiamo essere sicuri che il nostro amore sia sincero, che la nostra carità sia autentica? Di non far finta di fare carità o che il nostro amore non sia una telenovela? Amore sincero, forte …”.
[…] Paolo ci invita a riconoscere che siamo peccatori, e che anche il nostro modo di amare è segnato dal peccato. Nello stesso tempo, però, si fa portatore di un annuncio nuovo, un annuncio di speranza: il Signore apre davanti a noi una via di liberazione, una via di salvezza. È la possibilità di vivere anche noi il grande comandamento dell’amore, di diventare strumenti della carità di Dio. E questo avviene quando ci lasciamo guarire e rinnovare il cuore da Cristo risorto. Il Signore risorto che vive tra noi, che vive con noi è capace di guarire il nostro cuore: lo fa, se noi lo chiediamo. […] E si capisce allora che tutto quello che possiamo vivere e fare per i fratelli non è altro che la risposta a quello che Dio ha fatto e continua a fare per noi.[…]
L’Apostolo Paolo, allora, con queste parole non vuole tanto rimproverarci, quanto piuttosto incoraggiarci e ravvivare in noi la speranza. Tutti infatti facciamo l’esperienza di non vivere in pieno o come dovremmo il comandamento dell’amore.

Papa Francesco

Udienza Generale

Tocca a te!

Nella giornata di oggi prova a mettere in pratica il comandamento dell’amore “a piccole dosi”: fai un gesto di generosità o di cortesia ad un tuo vicino.

Te lo sei mai chiesto?

1. Ti metti in gioco nella comunità/paese/città in cui vivi?
2. Potresti essere definito un buon “cittadino”?