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145° della partenza dei salesiani per l’Argentina

Sulle pagine dell’Osservatore Romano del 12 dicembre viene pubblicato un articolo dal titolo ‘L’ardore di Don Bosco‘ sul centoquarantacinquesimo anniversario della partenza dei salesiani verso l’Argentina.
A raccontarla sono le parole di don Alfred Maravilla, consigliere generale per le missioni salesiane. Si ringrazia Roberto Cutaia per l’articolo.

Di seguito il testo integrale della notizia:

Una giornata d ‘ autunno del 1875 (14 novembre) al porto di Genova. I motori accesi del piroscafo francese Savoie pronto per la partenza con destinazione Sud America. È l ‘avvio missionario in America Latina dei salesiani. «Don Bosco abbraccia uno a uno i dieci missionari e a ciascuno consegna una copia dei Ricordi ai primi missionari , che lui stesso aveva tracciato a matita sul taccuino di ritorno da un viaggio», spiega don Alfred Maravilla, consigliere  generale dei salesiani per le missioni.

E si narra da sempre tra i salesiani che don Bosco in quella occasione fu visto da un testimone tutto rosso per lo sforzo di contenere le lacrime. Il programma della prima missione che prevedeva l ‘ evangelizzazione degli emigrati italiani e della Patagonia fu tracciato dallo stesso don Bosco tre giorni prima della partenza da Torino, nella chiesa di Maria Ausiliatrice a Valdocco. «Nella cerimonia di addio ai missionari dell ‘ 11 novembre – spiega don Francesco Motto, dell ‘ Istituto storico salesiano – don Bosco si soffermò sulla missione universale di salvezza data dal Signore agli apostoli e dunque alla Chiesa. Parlò della carenza di sacerdoti in Argentina, delle famiglie di emigranti e del lavoro missionario fra le ” grandi orde di selvaggi ” della Pampa e nella Patagonia, regioni ” che circondano la parte civilizzata ” dove ” non penetrò ancora né la religione di Gesù Cristo, né la civiltà, né il commercio, dove piede europeo non poté finora lasciare alcun vestigio ” ».

Centoquarantacinque anni fa i dieci salesiani guidati da don Giovanni Cagliero (poi cardinale) approdarono in Argentina. E oggi gli instancabili e generosi salesiani seguendo ” le orme ” di don Bosco, a distanza di anni sono diventati tra i religiosi una presenza importante in tutto il Sud America. Secondo i dati aggiornati al 2019 sono poco più di 2.700 suddivisi tra America Cono sud (Argentina, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay) e Interamerica (Antille, Bolivia, Colombia, Ecuador, Messico, Perú, Venezuela e Haiti). Le Figlie di Maria Ausiliatrice, chiamate in Sud America nel 1877, oggi sono invece circa 3.200. «Don Bosco – aggiunge don Maravilla – ha trasmesso questo ardore missionario alla sua famiglia religiosa aprendo una pagina completamente nuova nella vita della sua giovane congregazione, inviando i missionari salesiani. Impegno poi ribadito nel 19° e nel 20° capitolo generale della congregazione salesiana, dove l ‘ esempio di don Bosco indica che l ‘ impegno missionario fa parte della natura e della finalità della nostra congregazione». Un compito declinato nei vari Paesi di missione in attività educative, a partire dalle numerose scuole di diverso grado e indirizzo frequentate da migliaia di allievi, e in aiuto alle famiglie, spesso alle prese con difficoltà economiche e logistiche.
Ed ecco allora le famose Case Don Bosco, luoghi di accoglienza di ragazzi che arrivano dai lontani villaggi. A tutto questo si aggiungono le numerose opere strutturali-essenziali che danno dignità agli abitanti, come centrali elettriche, attraverso lo sfruttamento dei torrenti. «Il missionario salesiano è un confratello che risponde alla sua vocazione missionaria dentro la sua vocazione salesiana.

Infatti, il nostro invio missionario ogni anno è l ‘ espressione concreta della fedeltà allo spirito e all ‘ impegno missionario di don Bosco», ribadisce don Maravilla. E il rettore maggiore dei salesiani don Ángel Fernández Artime – in un discorso tenuto nel 2014 al palazzo della Camera dei deputati in Roma – con uno sguardo aperto su tutto il vastissimo scenario argentino da lui percorso più volte a proposito diceva: «Oggi siamo in grado di raccontare una storia che ha reso possibile la nascita e lo sviluppo di una parte preziosa della popolazione della Repubblica argentina perché la storia salesiana va di pari passo col popolo argentino e la nazione argentina non può essere spiegata con onestà intellettuale, soprattutto in Patagonia, se non va di pari passo con la presenza dei ” figli e figlie ” di don Bosco; un gigante che lo Stato e la Chiesa riconoscono come patrono della Patagonia».

Roberto Cutaia

Il sogno missionario di Don Bosco: dall’11 novembre 1875 ad oggi

Tutto cominciò con un sogno. A 19 anni Don Bosco desiderava andare in missione, ma non poté. Poi, Dio, gli mando il SUO sogno:

«Mi parve di trovarmi in una regione selvaggia e totalmente sconosciuta. Era un’immensa pianura incolta, nella quale non si scorgevano né colline né monti. Nelle estremità lontanissime, però, si stagliavano scabrose montagne…».

(Dal sogno missionario di Don Bosco)

Un video che ripercorre il sogno missionario di Don Bosco: dall’11 novembre 1875 dove nella basilica torinese di Maria Ausiliatrice don Giovanni Bosco benediceva la prima spedizione missionaria salesiana – destinazione Argentina e Patagonia – capitanata da don Giovanni Cagliero, fino ai nostri giorni.

Dall’Argentina al Don Bosco: due studenti di Buenos Aires in visita a Borgomanero

Pubblichiamo la bella iniziativa scolastica proveniente dalla casa Salesiana di Borgomanero che ha ospitato due giovani provenienti dall’Argentina, Buenos Aires:

Melina e Valentín Maidana Diez, 14 e 16 anni, in Argentina frequentano l’istituto salesiano Pio IX di Buenos Aires. In questo momento la loro scuola è chiusa per le vacanze estive: nell’emisfero sud, naturalmente, le stagioni sono invertite. Insieme alla loro famiglia hanno dunque pensato di investire questo tempo per un’esperienza internazionale, che permetta loro di conoscere altre culture, affinare le loro competenze linguistiche e sperimentare il mondo. Per cinque settimane saranno ospiti di due famiglie di studenti del Don Bosco di Borgomanero e frequenteranno le lezioni dell’istituto salesiano, in Prima e Terza Liceo Economico Sociale.

L’iniziativa è partita proprio dalla famiglia dei due ragazzi argentini: il padre e la madre sono impiegati nello Stato ma proiettati verso l’internazionalismo. Il padre Hernán, fra l’altro, è arbitro di calcio professionista: è stato assistente in occasione dell’ultima finale di coppa del mondo in Russia. Nel giugno scorso la mamma dei ragazzi, Maidana, ha contattato il Don Bosco per chiedere se fosse disponibile a questa ospitalità: «crediamo immensamente nei legami salesiani e nei valori che vengono trasmessi e vissuti quotidianamente – aveva scritto nel messaggio – apprezziamo anche la ricchezza dello scambio e della convivenza con altri esseri umani, quindi contattiamo voi e le altre istituzioni salesiane nel mondo per creare nuovi legami».

L’istituto salesiano è strato felice di accogliere la proposta. La professoressa Maddalena Neale, che ha tenuto i contatti per conto del Don Bosco, ha organizzato lo scambio via Facetime, Due famiglie di studenti del Don Bosco si sono rese disponibili per l’accoglienza: i ragazzi che ospitano, quest’estate, avranno la possibilità di trascorrere un equivalente periodo di cinque settimane nell’istituto di Buenos Aires, ospiti della famiglia di Valentín e Melina.
Il primo impatto dei giovani argentini è stato molto buono: l’accoglienza dei coetanei italiani è stata affettuosa e Valentín e Melina, che frequentano in Argentina corsi ad orientamento informatico, si sono subito sentiti a casa nelle aule informatizzate del Don Bosco. «Il “sogno” – commenta la professoressa Neale – è di poter eventualmente ampliare l’esperienza ad altri studenti, creando una sorta di “gemellaggio” tra le due scuole salesiane».