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Oratorio Valdocco: arrivederci bambine del Maker Lab di Robotica

All’Oratorio Valdocco si è appena concluso il Maker Lab del progetto Labs To Learn dedicato alla robotica educativa indirizzato alle bambine. Di seguito il resoconto a cura dei formatori.

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Con la fine dell’anno scolastico ha avuto fine anche il primo Maker Lab dedicato alla Robotica dell’Oratorio Valdocco.

Durante l’ultima settimana di scuola, le bambine, accompagnate dal loro educatore, hanno portato a scuola il loro amico BOT, ballerino di break dance professionista, per farlo conoscere ai compagni e alle insegnanti.

Per loro, è stata l’occasione di portare il Maker in classe, dimostrare ciò che hanno imparato ed insegnare ai compagni qualcosa di speciale.

Così hanno raccontato la loro esperienza, attraverso le foto e i video realizzati durante il percorso, hanno coinvolto i compagni in un gioco che ha permesso loro di spiegare la programmazione a blocchi, hanno fatto esibire il loro amico a suon di movimenti di braccia e bacino.

L’esperienza è stata talmente bella e positiva, che sicuramente sarà riproposta con l’inizio del nuovo anno scolastico; le maestre si sono dimostrate entusiaste dell’opportunità, della collaborazione tra scuola e Oratorio che ne è nata, ma soprattutto della scelta di riservarlo alle bambine, nei nostri quartieri ancora molto legate alle storie familiari e culturali che si portano dietro e che, spesso, hanno un peso importante non solo nelle loro scelte, ma anche nel loro modo di vedersi nel mondo e di relazionarsi con esso.

Il Maker sarà arricchito nei tempi e nei contenuti, grazie ai suggerimenti delle bambine e agli spunti delle insegnanti, e cercherà un maggior coinvolgimento delle famiglie.

Il nostro obiettivo, è che sempre più bambine scoprano di essere capaci di imparare qualunque materia, di saper trovare soluzioni a problemi difficili, di essere all’altezza dei propri sogni e libere di realizzarli… e che tutto ciò lo imparino anche i loro genitori.

La robotica è femmina al Maker Lab pomeridiano di Valdocco

Mercoledì 19 aprile partirà un nuovo Maker Lab pomeridiano a Valdocco, nuovo per due motivi: dopo l’esperienza della tipografia e della stampa, il nuovo Maker si occuperà di robotica e sarà destinato, almeno per ora, ad un gruppo di bambine.

Le statistiche ci mostrano ogni anno che il numero delle ragazze diplomate è superiore a quello dei coetanei maschi, come anche la percentuale di laureate è di molto superiore a quella degli uomini; ma cosa succede se andiamo a vedere la percentuale di laureate nelle materie STEM?

Prendiamo in considerazione anche un fatto concreto; in un Oratorio Salesiano piemontese, anch’esso parte dell’universo Labs To Learn, sono stati proposti due Maker Lab, a libera scelta dei ragazzi: cucina e robotica.

Tutte le bambine hanno scelto cucina, tutti i maschi, con una sola eccezione, hanno scelto robotica. Perché? Nel nostro piccolo mondo di Valdocco, ciò che vediamo è che gli stereotipi di genere e l’educazione culturale che i bambini e le bambine apprendono fin da piccoli pesano come macigni, per cui, se i bambini vengono messi di fronte alla scelta di un’attività, sceglieranno quasi sempre secondo i modelli culturali che hanno appreso.

Quindi, di fronte alla possibilità di realizzare questo tipo di Maker Lab, abbiamo deciso di non dare ai bambini la possibilità di scegliere: abbiamo direttamente proposto il laboratorio solo a bambine, di sei nazionalità diverse, tutte entusiaste di partecipare;

pensiamo infatti che, affinché i ragazzi e le ragazze siano davvero liberi di scegliere, bisogna prima che abbiano l’occasione di uscire dai propri schemi e andare oltre i contesti nei quali si sono sempre immaginati.

Così, Meryem, da grande, potrà essere una mamma e prendersi cura della sua casa, ma potrà anche progettare auto volanti. Sofia potrà essere un’attrice, una cantante o una biologa marina. E Shamza potrà creare abiti alla moda o studiare cure per malattie incurabili.

Come per gli altri Maker, l’attività si realizzerà in stretta collaborazione con le famiglie e la scuola, continuando così a intrecciare relazioni con il territorio, ma anche a sperimentare percorsi di crescita inclusivi e progetti educativi partecipati.

L’educazione è cosa di cuore, ed il cuore non ha genere, colore o paese di provenienza.