“Le persone fanno possibili i sogni”: il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, sabato 28 maggio ha inaugurato la nuova sede del Centro Nazionale delle Opere Salesiane. Il Rettor Maggiore ha visitato la struttura dove trovano sede diverse associazioni salesiane e uffici. Guidato dal presidente del Centro Nazionale, don Roberto Dal Molin, e dai presidenti delle Associazioni, ha potuto incontrare i dipendenti e visitare gli uffici. Don Erino Leoni, poi, ha concluso la visita con la spiegazione del “filo rosso” che ricorda la stoffa tessuta da Don Bosco e l’architettura della Cappella, al primo piano del nuovo palazzo.
Presente all’inaugurazione anche la Madre Generale delle FMA, madre Chiara Cazzuola, con alcune Figlie di Maria Ausiliatrice delle comunità residenti a Roma. Presenti anche gli Ispettori delle Ispettorie Salesiane, i presidenti delle associazioni CGS e TGS, una rappresentanza dell’associazione dei Salesiani Cooperatori della Regione Italia Medioriente e Malta e degli Exallievi di Don Bosco, e uno dei membri della segreteria nazionale MGS.
La visita del Rettor Maggiore è partita dal piano terra dove, guidato da don Francesco Preite presidente di Salesiani per il Sociale, ha potuto visitare e conoscere le persone che lavorano per l’associazione che si occupa del disagio ed emarginazione giovanili in Italia. Al primo piano, poi, ha visitato gli uffici della redazione di Note di Pastorale Giovanile, quelli di rappresentanza del CNOS-Fap e del Cnos Scuola, di TGS e CGS, gli uffici del CNOS e del Don Bosco Formation.
Al termine della visita, ha salutato i presenti con un brave discorso. “Il sentimento che ho avuto nel cuore è molto bello – ha detto parlando ai presenti -: quanta vita, quante belle storie, quanti sogni, quanta progettazione. Crediamo che con quello che facciamo insieme, portiamo avanti una realtà e un sogno bellissimi. La mia parola oggi è un grazie, grazie a tutti noi, per tutta la missione che condividiamo anche con le sorelle delle FMA, con la presenza delle Madre. La cosa più preziosa che abbiamo sono le persone – ha proseguito – : una casa salesiana senza vita non serve a niente”. Ripercorrendo la storia del Centro Nazionale, il Rettor Maggiore ha sottolineato che i cambiamenti appartengono alla storia salesiana: “Mi hanno raccontato che a Valdocco solo per pochi anni Don Bosco non ha avuto cantieri aperti. Io credo tantissimo nel grande valore delle decisioni che prendiamo, a volte con dolore, a volte con difficoltà. Credo che Dio guida la storia e la accompagna con la nostra libertà e nella sua provvidenza siamo portati nelle sue mani”.
“Io credo che questa realtà ci parla di un impegno molto profondo e serio – ha aggiunto il Rettor Maggiore – . Sono convinto che il Centro Nazionale con i salesiani in Italia e con tutti noi debba camminare per essere più significativi possibile, in comunione con il dicastero di Pastorale Giovanile, con le ispettorie. Dobbiamo fare in modo che con tutti quelli che lavorano qui, con i salesiani significativi che ci sono, il Centro nazionale abbia una parola qualificata da dire nella società e Chiesa italiane nell’orientare tante decisione pedagogiche, sociali e di formazione spirituali. Questo è un impegno che abbiamo, ispettori e anche io perché le persone fanno possibili i sogni”, ha concluso.