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Racconti di missione: esperienze estive 2024

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza.

Missione Ngozi, Burundi

Chiamati e Inviati


Chiamati da Qualcuno più grande, da Chi desidera davvero il nostro bene e ripone speranza in noi, affinché possiamo trasformare la nostra vita in un capolavoro.

Inviati da una comunità pronta a sostenerci nei momenti difficili, vicina anche nella distanza, decisa ad accompagnarci in questa missione.

Perché sì, è proprio di una missione che stiamo parlando. O meglio, di esperienza missionaria. Un’esperienza che, se la accetti, ti cambia. Ti rende consapevole, ti fa crescere, ti rende una persona migliore, senza aspettarti nulla in cambio.

Sei giovani e due salesiani. Otto “musungu“- bianchi – in viaggio verso un piccolo paese nel cuore dell’Africa: il Burundi.

Qui, la terra rossa si mescola a una povertà evidente, tangibile, ma colma di umiltà. Una povertà accettata come condizione di vita, dove la mancanza di acqua corrente è normalità, l’assenza di rifornimenti di benzina è routine e fare un solo pasto al giorno è pura provvidenza.

Abbiamo incontrato una comunità segnata da una guerra passata e da una crisi economica presente, ma che ogni giorno cerca di vivere l’attimo, senza preoccuparsi troppo del domani. Il futuro? Sarà un’altra storia.

Siamo stati inviati non per cambiare il mondo, ma semplicemente per stare. Per vivere appieno il “patronage” con circa ottocento bambini. Settimane intense che ci hanno aperto gli occhi: abbiamo capito quanto siamo fortunati a sederci a tavola tre volte al giorno, a poter aprire un rubinetto e vedere l’acqua sgorgare. Ci hanno mostrato che i veri problemi della vita sono altri. Che vivere il presente, anche solo per un momento, ti fa pensare: “Quando mi ricapiterà?

Forse, per essere veramente felici, basta davvero poco.

Ci siamo donati a bambini e ragazzi che, probabilmente, non rivedremo mai più. Con i nostri pregi e difetti, ci siamo offerti così come siamo. E, giorno dopo giorno, abbiamo compreso che, mentre noi eravamo lì per loro, erano loro a donarci qualcosa: un sorriso, una parola, un gesto. E bastava tutto questo a ripagare ogni fatica e sacrificio.

È proprio vero che “C’è più gioia nel donare che nel ricevere“, ma è solo vivendo una realtà come questa sulla propria pelle che lo si può affermare con certezza.

Missione Nairobi, Kenya

Luca, Giacomo, Maddalena, Enrica, Carlotta, Sr Lucia e Don Alessandro

Esattamente un anno fa 20 giovani provenienti da zone differenti del Piemonte (e Valle d’Aosta) e da esperienze di vita altrettanto diverse, hanno deciso di intraprendere il cammino di animazione missionaria proposto dai salesiani. Dopo un cammino di un anno, con cadenza mensile, e dopo tanta preghiera ecco che si forma il gruppo del Kenya, composto da 5 di questi 20 ragazzi: 2 ragazzi (Luca e Giacomo) e 3 ragazze (Maddalena, Enrica e Carlotta), sotto la guida esperta di Don Alessandro (SDB plurimissionario) e Suor Lucia (FMA di origine salvadoregna e missionaria a vita!).

Come gruppo siamo stati inviati a Nairobi, la capitale del Kenya, più precisamente abbiamo orbitato nelle sue periferie; dapprima nella comunità dei Bosco Boys Langata, che accoglie e rieduca ragazzi di strada, e infine a Mutuini, comunità di FMA che si occupa del noviziato (che comprende novizie da tutto l’Est africano).

Il nostro impatto con l’Africa è stato silenzioso, meno dirompente di quanto ci si aspetti, perché fin da subito siamo stati accolti da una piccola comunità e non da un’infinità di gente. A donarci il loro calore, la loro vita e la bellezza dell’Africa sono stati infatti 24 ragazzi della comunità dei Bosco Boys, centro che recupera ragazzi dalla strada e gli offre una nuova vita. Molti di loro hanno fatto il loro ingresso nella comunità il nostro stesso giorno, ma a doversi adattare siamo stati più noi, con le difficoltà della lingua, del cibo e la paura di ammalarsi, paure che ben presto sono svanite, ostacoli che altrettanto rapidamente sono stati superati e lì dentro ognuno sì è sentito a casa.

Con loro abbiamo condiviso la quotidianità: la sveglia al mattino, la messa, le pulizie, le lezioni, lo svago e i lavori di abbellimento/riparazione, e ci siamo scoperti amici e fratelli. Il nostro viaggio non si è limitato a questo infatti, di tanto in tanto, abbiamo fatto visita anche ad altre realtà lì vicino: Bosco Town (scuola professionale dei salesiani)e le suore del Cottolengo (il centro di ricovero per i bambini malati di HIV).

Infine il nostro incarico ci ha portati in un’altra parte della periferia di Nairobi: Mutuini. Sicuramente separarsi dai ragazzi di Bosco Boys Langata è stato difficile, perché in poco tempo ci siamo affezionati gli uni agli altri, ma con coraggio siamo ripartiti da zero nella nuova comunità che ci ha accolto non con meno gioia o calore, infatti non sono mancate feste e ringraziamenti.

Nella comunità a Mutuini invece il nostro incarico è stato quello di aiutare le FMA nella gestione e animazione del Summer Camp, ovvero l’Estate Ragazzi; quindi i primi giorni tra la separazione del primo centro, i festeggiamenti per la professione perpetua di 5 FMA si sono svolti i preparativi per l’estate ragazzi.

Prima però del Summer Camp, abbiamo fatto un ultima visita: siamo andati a Kibera, la baraccopoli più grande del Kenya, e assieme alle suore della “visitazione” ci siamo confrontati con una realtà dura da digerire, la povertà. Nonostante però questa povertà estrema abbiamo conosciuto persone/famiglie estremamente accoglienti, riconoscenti, vive!

Infine, a conclusione di questo mese missionario: il Summer Camp! Con più di 100 bambini, animati da noi e le novizie FMA con le quali abbiamo condiviso prima di tutto la preghiera e non per ultimo l’amicizia e la fratellanza. Con altrettanti pianti e saluti, abbiamo dovuto salutare anche questa comunità e ritornare in Italia, dove però la nostra missione continua come testimoni di una grande fede e di un’esperienza rivoluzionaria che consigliamo a chiunque si senta chiamato a viverla!

Missione Bo, Sierra Leone

Dove Tu mi vuoi io sarò, dove Tu mi vuoi io andrò…

Ed è proprio così, non scegli il “dove”, non scegli “con chi” ma semplicemente vieni “mandato” un po’ oltre i confini per vivere un’esperienza dai mille colori, che parla ad ogni parte di te: anima e corpo.

Siamo partiti per andare nella cittadina di Bo, in Sierra Leone, in 7: cinque ragazzi e due accompagnatori. Ma la differenza, quando siamo arrivati, non l’abbiamo fatta noi quanto più la comunità che ci ha ospitato e le persone che ci hanno accolto, le mani che hanno stretto le nostre e gli sguardi scambiati.

Indubbiamente non è l’Africa che ti immagini con il sole cocente, la savana sconfinata e gli animali selvaggi perché era la stagione delle piogge, sembrava di essere in una foresta pluviale e gli animali più pericolosi che abbiamo incontrato sono stati i gechi e le pecore. Però, in un Paese dove di “pumuii” (ossia i bianchi) non se ne vedono molti, ci siamo sentiti come a casa, circondati dall’affetto e dalle cure di tutte le persone che incontravamo.

Durante le settimane abbiamo partecipato al Summer Camp, organizzato dalla parrocchia salesiana che frequentavamo, dove abbiamo avuto modo di conoscere bambini e ragazzi di ogni età e stare in mezzo loro semplicemente con la nostra presenza. Nel fine settimana, invece, grazie alla disponibilità della comunità e di alcuni animatori abbiamo avuto la possibilità di visitare le carceri, i villaggi più lontani ed entrare in contatto con le realtà circostanti.

La semplicità con cui i bambini e i ragazzi si avvicinavano e giocavano con noi sono stati l’esempio chiaro che per conoscersi e stare insieme non è tanto importante che giochi si fanno, quanto materiale si ha a disposizione, quanto più il tempo che si dedica all’ascolto, all’incontro, allo stare così come si è, al punto tale che ci si dimentica di guardare l’orologio, perché in Africa l’orario è solo indicativo.

É proprio vero che “ciò che l’occhio ha visto il cuore non dimentica” e sicuramente tutto ciò che abbiamo visto e vissuto è e sarà per sempre impresso nei nostri cuori.

Bika Sierra Leone!

Missione Telšiai, Lituania

Il mese missionario vissuto insieme è stata una delle esperienze più belle mai trascorse. In questa esperienza abbiamo fatto di tutto: animato, pregato, giocato, visitato… e tutto lo abbiamo fatto insieme! Abbiamo infatti vissuto la ricchezza più bella ovvero la fraternità, che vuol dire sentirsi fratello e sorella accolti l’uno dall’altro e siamo stati in una casa che si è trasformata in una famiglia anche e soprattutto grazie all’accoglienza speciale dei salesiani in Lituania.

La nostra esperienza è stata vissuta a Telšiai dove abbiamo sperimentato la bellezza di fare estate ragazzi in maniera diversa. Le difficoltà non sono state poche soprattutto lo scontrarsi con un modo di fare dei ragazzi molto diverso dal nostro oltre che le mentalità e gli stili diversi dai nostri e soprattutto la comunicazione non facile.

La grande sfida è stata quindi quella di avere un atteggiamento di fiducia piena nei confronti di una realtà che non ci aspettavamo, ricca di confusione e difficoltà ma soprattutto ricca di bellezze e di persone accoglienti. Con questo spirito di piena disponibilità e servizio, ci siamo lasciati trasportare in un mondo che aveva tanto da imparare ma da cui soprattutto noi avremmo imparato molto.

Se da un lato abbiamo conosciuto la storia travagliata e difficile della Lituania, dall’altro l’esperienza che abbiamo vissuto ci ha aiutato a sperare in un futuro migliore per questo paese; i giovani e la loro voglia di fare, il loro desiderio e bisogno di affetto e di relazioni, la presenza dell’Estate Ragazzi che in soli 4 anni già accoglie più di 100 ragazzi… tutto ciò ci ha colpito e ci permette di dire che questo paese, nonostante il suo passato complicato, riuscirà a riprendersi e fiorire come già sta facendo.

In conclusione è stata un’esperienza arricchente, abbiamo conosciuto un nuovo paese e alcune persone che ci abitano, abbiamo fatto un’esperienza di servizio a contatto con altri ma allo stesso tempo abbiamo avuto modo di riflettere su noi stessi, aumentando la nostra fede e fiducia nel Signore e nelle esperienza che ha riservato per tutti noi.

“Missione è…” – Vocabolario Missionario 2024

I giovani della nostra Ispettoria partiti lo scorso agosto per un’esperienza missionaria a Ngozi, in BurundiNairobi, in KenyaVilniaus e Telsiai, in Lituania e Bo, in Sierra Leone, hanno realizzato una serie di mini-video dal tema “Missione è…” per raccontare attraverso una parola o una breve frase l’esperienza vissuta.

Missione Ngozi, Burundi

“Amore” | Alfredo Paba

“Un segno” | Matilda Cosentino

“Affidamento” | Luca Scavino

“Luce” | Irene Conversa

“Uno specchio” | Chiara Bartolini

“Incontro” | Alice Opalio

“Camminare insieme” | don Marco Cazzato

Missione Nairobi, Kenya

 “Asante sana” | Suor Lucia Vasquez Figueroa

 “Comunità” | Luca De Cilladi

“Acqua” | Giacomo Chiaramello

“Occhi” | Enrica Oneglio

“Sorriso” | Carlotta Turin

“Fiducia” | Maddalena Cermele

Missione Bo, Sierra Leone

“Corpo” | Cecilia Vergnano

“Cura” | Francesca Palma

“Perdere” | Martina Delfino

“Curiosità” | Michele Sandonà

“Piedi” | Tommaso Riaudo

Missione Telšiai, Lituania

“Casa” | Anna Fontana

“Fiducia” | Caterina Valera

“Candela” | Fabio Bovo

“Coraggio” | Nicole Audero

 

Il progetto si inserisce all’interno del Vocabolario Missionario, iniziativa che raccoglie le testimonianze dei partiti in missione che, a partire da una parola, cercano di spiegare come l’esperienza lascia il segno e va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

AM: Mandato Missionario del Percorso Nel Cuore del Mondo 23/24

I cinque incontri del Percorso Nel Cuore del Mondo vissuti nel corso dell’anno 2023-2024 hanno accompagnato 29 persone alla scelta di aprirsi, nel mese di agosto 2024, a un’esperienza in terra di missione.

Tra loro, figurano ragazzi universitari, giovani lavoratori e accompagnatori salesiani.

Nel corso degli incontri, sono state presentate e discusse diverse tematiche: dall’economia al servizio dei popoli fino all’interculturalità, senza tralasciare la spiritualità missionaria salesiana.

Spinti dal desiderio e dall’esigenza di scegliere in che mondo vivere, non adeguandosi al male che lo abita, i ragazzi e ragazze che hanno frequentato il Percorso guidato dall’Equipe dell’Animazione Missionaria partiranno per Ngozi, in Burundi, Nairobi, in Kenya, Vilniaus e Telsiai, in Lituania e Bo, in Sierra Leone.

Il 7 aprile 2024 si è tenuto il Mandato Missionario per i futuri partenti all’interno della Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Ispettore don Leonardo Mancini.

Di seguito, i nomi dei giovani e dei loro accompagnatori che hanno ricevuto la croce missionaria, simbolo di accompagnamento spirituale da parte di tutta la comunità salesiana.

  • Partiranno per la Sierra Leone: Cecilia Vergnano, Francesca Palma, Martina Delfino, Michele Sandonà e Tommaso Riaudo, accompagnati da don Alberto Martelli e don Matteo Rupil.
  • Partiranno per il Kenya: Carlotta Turin, Enrica Oneglio, Giacomo Chiaramello, Luca De Cilladi e Maddalena Cermele, accompagnati da don Alessandro Basso e sr Lucia Isabel Vasquez Figueroa.
  • Partiranno per la Lituania: Anna Fontana, Caterina Valera, Fabio Bovo, Martina Vallosio e Nicole Audero, accompagnati da don Alessandro Borsello e dal salesiano Giorgio Ramundo.
  • Partiranno per il Burundi: Alfredo Paba, Alice Opalio, Chiara Bartolini, Irene Conversa, Luca Scavino e Matilda Cosentino, accompagnati da don Marco Cazzato e dal salesiano Antonio Squillace.

Durante la consegna della croce missionaria, ognuno dei partenti ha sentito l’affetto e il sostegno di tutti i presenti ed è ora pronto a partire verso le quattro destinazioni di quest’anno.

AM – L’esperienza missionaria a Vilnius e Telsiai (Lituania)

Si è conclusa l’esperienza missionaria dei ragazzi e delle ragazze che hanno risposto al Mandato Missionario 2022 recandosi presso le realtà salesiane di Vilnius e Telsiai in Lituania, guidati da Don Marco Cazzato, Suor Carmela Busia e Vytautas Markunas: Altea Robutti, Antony Ardolino, Federica Busso, Francesca Cederle, Giulia Meucci, Margherita Cantamessa e Rachele Macri.

Di seguito il resoconto dell’esperienza direttamente con le parole dei partecipanti:

Lituania, un nome che prima dell’inizio della guerra in Ucraina passava inosservato. Anche per noi, terminata la formazione del “percorso nel cuore del mondo”, era poco più che un’area geografica segnata da una mappa, associata per lo più ai lunghi inverni e al freddo. Questo è stato il nostro luogo di missione, di servizio e di incontro con Dio.

Siamo partiti in sette, sei ragazze e un ragazzo, accompagnati da due Salesiani e da una suora Figlia di Maria Ausiliatrice. Non ci conoscevamo prima e ciascuno si approcciava al percorso missionario con motivazioni diverse e senza conoscere la destinazione. Riconoscendo in ciascuno la medesima chiamata a mettersi in gioco nel servizio, abbiamo imparato a vivere insieme e ad amare la Lituania e le persone che vi abbiamo incontrato.

La nostra avventura è iniziata la notte del 23 luglio, quando alle 2 del mattino le ruote del pulmino hanno iniziato a girare in direzione dell’aeroporto di Bergamo. Con gli occhi ancora chiusi e la paura di non trovare il nostro volo sui cartelli delle partenze per via degli intensi scioperi di quel periodo, alle 6.30 siamo partiti in direzione della capitale lituana.

Siamo stati accolti per la prima settimana dalla comunità salesiana di Vilnius. Qui abbiamo conosciuto due missionari italiani da diversi anni in Lituania, don Alessandro, il direttore della comunità, e don Massimo, insieme a don Oliver, missionario filippino e ad altri confratelli salesiani più anziani.

Abbiamo collaborato nelle attività dell’estate ragazzi che si teneva nei locali dell’oratorio ed era già iniziata da una settimana. L’accoglienza da parte dei ragazzi si è fatta comunque sentire. Sapere che c’era qualcuno che ci stava attendendo già da tempo ci ha dato la forza di dare il meglio di noi.

Nei primi giorni l’ostacolo principale è stato sicuramente la lingua. Ci siamo sentiti messi a nudo quando ci siamo trovati davanti a persone con cui avremmo voluto comunicare e abbiamo sperimentato che la lingua inglese spesso non bastava per farsi capire. Grazie al dialogo personale con i giovani incontrati, alla conoscenza un po’ più approfondita della storia recente del paese, in particolare con la visita al museo del KGB, e alle testimonianze di diverse figure significative, tra cui l’ex ministro delle Politiche Sociali e del Lavoro della Lituania, abbiamo pian piano iniziato a comprendere più a fondo la cultura e i modi di fare delle persone incontrate. Ci ha molto colpito sapere, ad esempio, che la Lituania è il primo Paese Europeo per numero di bambini in affido, omicidi e suicidi, autostima negativa tra gli studenti, quantità di alcool consumato, persone in carcere, vittime di violenza… numeri estremamente alti per una nazione così sviluppata economicamente. Inoltre, fra i giochi con l’estate ragazzi, le gite e le attività ricreative ci ha sorpreso vedere come, al di là di un’apparente serenità, sia presente una forte paura per la guerra in corso in Ucraina. I bimbi che ci sorridevano ogni giorno, a casa avevano pronto uno zainetto con il necessario per scappare se la guerra fosse arrivata davanti ai loro occhi, insieme a una compressa di iodio da prendere subito in caso di esposizione a radiazioni nucleari. Ancora ci vengono i brividi al pensiero. Un altro piccolo pezzo che ci ha permesso di aprire gli occhi e di capire che la povertà non è solo quella economica, ma ben altro.

 

 

Dopo questa intensa settimana, ci siamo spostati a Telsiai, cittadina di 30 mila abitanti a circa 300 km da Vilnius. Qui è presente un’altra piccola comunità salesiana formata da tre confratelli: don Vincenzo, responsabile della comunità, don Alexis e Piercarlo. Qui non è presente un oratorio, ma la casa salesiana è proprio una piccola casetta che ospita la comunità. Per questo l’estate ragazzi, Don Bosko Vasara, si teneva nei locali di una scuola della città e del seminario diocesano.

L’attività è durata due settimane. Durante la prima le mattine erano dedicate alla formazione insieme con gli animatori del luogo, una trentina di ragazzi dai 15 ai 19 anni, e i pomeriggi all’animazione dei più piccoli. Nella seconda settimana, invece, tutta la giornata era dedicata all’animazione dei bambini e dei ragazzi, circa centocinquanta che ogni giorno, ci regalavano i loro sorrisi e il desiderio di stare insieme. Abbiamo riscoperto la bellezza del gioco condiviso coi ragazzi, grazie alle attività già preparate dagli animatori del posto. Spesso nei nostri oratori ci dimentichiamo della meraviglia del gioco perché troppo indaffarati nell’organizzazione.

Un altro elemento fondamentale in queste settimane a Telsiai è stato il dialogo. Giorno dopo giorno qualcosina in più di lituano riuscivamo a capirlo anche se la nostra lingua intermediaria rimaneva l’inglese. Dopo la fine della giornata ci si ritrovava tra gli animatori per fare un po’ di verifica e di condivisione. Se qualcosa non era andato troppo bene lo si diceva senza paura e si cercava di trovare una soluzione, messa in pratica dal giorno seguente.

Sono state due settimane felici e spensierate, ricche di incontri che si sono trasformati col tempo in splendide amicizie. Abbiamo scoperto che per stare davvero bene non serve per forza conoscere la stessa lingua, perché, se c’è l’intenzione di farlo, in un modo o in un altro si riesce a comunicare.

Di questi giorni ci portiamo a casa il volto di tanti bambini che sono riusciti a regalarci, nella loro semplicità, la spensieratezza di cui tutti dovremmo godere per affrontare al meglio le nostre giornate e di molti animatori che con la loro umiltà e grinta non ci hanno mai fatti sentire fuori posto.

Il nostro augurio più grande per questa comunità è quello di poter edificare un oratorio, affinché si possa realizzare in maniera più grande il sogno di Don Bosco anche a Telsiai.

In generale, per le due realtà che ci hanno accolto, possiamo dire che ci siamo sentiti a casa, siamo stati coccolati e siamo grati per tutto ciò che abbiamo ricevuto. Ci siamo fidati e affidati e non potevamo fare scelta migliore.

Un grazie sentito a ogni singola persona che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino, che ci ha permesso di aprire ancora una volta il nostro cuore. Prima di partire forse avevamo la presunzione che saremmo andati in Missione per aiutare qualcun altro. Ora che siamo tornati abbiamo concretizzato che il dono più grande ci è stato regalato dalle stesse persone che pensavamo di dover “salvare”.

Ancora una volta, grazie.

Altea, Antony, Federica, Francesca, Giulia, Margherita,, Rachele, don Marco, Vytas, sr Carmela

 

AM – L’esperienza missionaria a Vilnus-Telsiai (Lituania)

Da Torino a Vilnus-Telsiai: la storia di un incontro che diventa cammino.

Con il mese di agosto, si conclude l’esperienza missionaria dei ragazzi e delle ragazze che hanno risposto “eccomi” al Mandato Missionario 2021 recandosi presso la realtà salesiana di Vilnus-Telsiai in Lituania guidati da Don Fabio Mamino, Don Alessandro Basso e Vytautas Markunas: Federico Luciano, Simona Cavallo, Matteo Riberi, Arianna Colombino, Elisa Russo, Camilla Lucchesi e Silvia Mandina.

Di seguito le parole di coloro che hanno vissuto l’esperienza estiva missionaria in Lituania.

Perché tu sei qui?” È stata una delle prima domande che ci hanno fatto a Vilnius, dove abbiamo passato la prima delle tre settimane di missione in Lituania. La verità è che nessuno di noi sapeva bene com’era finito lì: sette ragazzi e tre accompagnatori provenienti da tutto il Piemonte in terra Lituana. Eppure, in un modo o nell’altro, ognuno di noi ha vissuto incontri, scelte e situazioni che hanno indirizzato le nostre vite lì, insieme. E così queste si sono incrociate con quelle dei bimbi che ci hanno fatto la domanda iniziale.

Vivere insieme ogni singolo istante di quotidianità, dai momenti di festa e gioco alle fatiche più grandi, ci ha permesso di stringere legami sempre più forti fra di noi. Condividendo tutto questo e affidandolo nelle mani di Dio durante la preghiera, abbiamo potuto sperimentare quanto sia necessario, per poter fare del bene, avere qualcuno al proprio fianco con cui camminare.

Durante la settimana a Vilnius e le due successive a Telšiai, abbiamo vissuto l’estate ragazzi e la formazione animatori incontrando tanti volti di animatori, mamme, nonne e di bambini bisognosi di amore, di una parola buona, di qualcuno che scommettesse su di loro.

Sentirsi così accolti dalle comunità salesiane che ci hanno ospitato e dagli animatori lituani, nonostante le differenze di lingua e abitudini, è stato per noi qualcosa di unico. Nei momenti più difficili, in cui abbiamo capito realmente cosa significhi sentirsi “straniero”, abbiamo sempre trovato una mano tesa verso di noi, pronta ad aiutarci o a sostenerci. Spesso erano gli stessi bambini ad avvicinarci per provare ad iniziare un gioco con noi, ben consapevoli di quanto sarebbe stato difficile spiegarcelo. Tra un sorriso e un “cinque” scambiato, ognuno di loro è stato la testimonianza diretta di quanto ogni nostro piccolo gesto, per quanto semplice sia, possa lasciare un segno profondo nelle relazioni che viviamo nella quotidianità.

A 2000 km di distanza dalla città Torino, in cui fiorì il sogno di Don Bosco, siamo stati testimoni dello spirito salesiano che infiamma i cuori degli animatori, dei ragazzi, della comunità salesiana: fin da subito è stato chiaro che, per davvero, Valdocco non ha confini e che Don Bosco continua ancora oggi a consumarsi per ciascun giovane.

Incontro dopo incontro, abbiamo sperimentato che, come per l’apostolo Pietro nel passo del Vangelo, riusciamo davvero a camminare sul mare (che simboleggia il male) finché teniamo lo sguardo fisso su Gesù. L’ostacolo più grande è stato quello della lingua, ma non poter comunicare con le stesse parole dei ragazzi e degli animatori ci ha tuttavia portato a trovare qualcosa di più grande: abbiamo scoperto la lingua del cuore, quella fatta di sorrisi e sguardi! Ci siamo scoperti realmente tutti fratelli e figli dello stesso Papà.

 

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Don Bosco Vilnius (Lituania): apertura anno oratoriano

Iniziano le attività in oratorio ai Salesiani di Vilnius. Di seguito l’articolo dedicato gentilmente fornito alla Redazione da parte di don Alessandro Barelli.

Nonostante le limitazioni Covid attive in Lituania anche se con forme più leggere rispetto all’Italia, domenica 4 ottobre si è svolta la tradizionale apertura dell’anno oratoriano nell’Oratorio festivo di Vilnius.

La data è scelta in concomitanza con l’inizio dell’anno catechistico, cercando di coinvolgere nelle attività dell’oratorio anche i bambini che si preparano alla Prima comunione e gli adolescenti che si preparano alla Cresima.

La Messa dei bambini era particolarmente affollata dai piccoli, dai loro genitori, dai giovani. Il coro giovanile ha animato, come tutte le domeniche, i canti della liturgia cercando di coinvolgere l’assemblea.

Dopo la Messa i cresimandi hanno avuto il loro primo incontro. I genitori dei bambini della Prima Comunione sono rimasti in chiesa per il primo incontro ufficiale con l’equipe catechistica, formata dai catechisti col parroco. Nel frattempo i bambini, sia del catechismo che quelli che frequentano abitualmente l’oratorio festivo, si sono radunati nel piazzale fuori della chiesa, dove gli animatori hanno proposto un gioco strutturato a stand. Essendo all’aperto vi erano meno limitazioni per la protezione Covid. Ad ogni stand i bambini, o singolarmente, o a piccoli gruppi, dovevano eseguire una prova di abilità, al cui termine ricevevano un dolce. Lo scopo era quello di partecipare a più giochi possibili, con un aumento esponenziale dei dolci ricevuti. Da sottolineare che i dolciumi sono stati acquistati attreverso un programma municipale di rafforzamento delle attività comunitarie per il nostro quartiere, a cui la parrocchia ha partecipato.

I dati dalla festa? 210 bambini partecipanti, 15 animatori, 150 famiglie interessate per il catechismo…

Un buon inizio (don Alessandro Barelli)

AM – “Ecco il tuo campo, ecco dove dovrai lavorare”: il sogno si coltiva a TELSIAI (Lituania)

L’esperienza missionaria estiva a TELSIAI, in Lituania. Di seguito l’articolo dedicato, a cura di don Fabio SdB, Vytas SdB, Simone A., Simone C., Pietro.

La missione, prima di tutto, ti insegna qualcosa: quello che ha insegnato a noi la Lituania è il valore della Misericordia. Soprattutto se la Misericordia è vissuta in prima persona e viene raccontata da un popolo, quello lituano, che tanto ha da perdonare ai vicini di casa. 

Inoltre, capitare in questi luoghi (dove è iniziata la venerazione della Divina Misericordia a seguito delle vicende della vita di Santa Faustina Kowalska) nei primi di agosto, giorni del grande “Perdono di Assisi”, fa sì che la Misericordia guidi per mano la propria attività, che si compie sotto lo sguardo di Dio, consolatore degli afflitti e misericordioso, e con lo stile di don Bosco, vicino agli ultimi, soprattutto ai più giovani.

Così, dopo i primi due giorni, trascorsi nella capitale (Vilnius) per toccare con mano la storia lituana, avendo osservato coi nostri occhi i luoghi in cui questo popolo baltico ha lottato per la propria libertà (Museo del KGB, Collina delle Croci, la Rivoluzione cantante, …), abbiamo fatto rotta verso la nostra vera destinazione: Telsiai.

Telsiai è un paese sorto sulle rive del lago Mastis, nella regione della Samogizia: qui si è svolta la nostra esperienza di Estate Ragazzi dal nome “Don Bosko Vasara 2020” (Don Bosco Estate 2020), la prima “prova” rinnovata dopo tanti anni, una sorta di “missione pilota”: mista l’equipe dei responsabili, misto il gruppo degli animatori, miste le provenienze dei ragazzi.

Non eravamo soli, anzi, eravamo attesi: a Telsiai è presente una comunità SDB che ha organizzato il nostro arrivo e le nostre attività, composta dal sig. Piercarlo Manzo, coadiutore, che ha coordinato le attività dell’Estate Ragazzi, aiutato da don Onorino Pistellato, don Alexis Danilo Garro e don Oliver Bautista.

Inoltre, la comunità ha anche alimentato le attese di un gruppo di animatori tra i 15 e i 16 anni, con cui, nella prima settimana di permanenza, ci siamo trovati al mattino e abbiamo imparato i primi fondamentali insegnamenti (anche con l’aiuto di qualche giochino allegro e coinvolgente) sull’animazione salesiana. 

I riferimenti sono stati alcuni incontri importanti della vita di don Bosco: il sogno dei 9 anni (1°giorno) ci ha insegnato l’importanza della mansuetudine, del campo e della missione alla quale eravamo chiamati; l’incontro con Bartolomeo Garelli (2°) ci ha insegnato uno stile diverso con cui stare coi bambini e ragazzi a noi affidati; Michele Magone (3°) quanto al bene che possa farci l’ambiente circostante e infine, con Domenico Savio (4°), come noi possiamo migliorare l’ambiente attorno a noi.

Quindi, dopo la prima parte della giornata passata insieme agli animatori (e dopo esserci rifocillati a dovere tutti assieme), ecco partire l’attività di “Don Bosko Vasara 2020”, che si svolgeva presso la scuola “Vincento Borisevicius” (vescovo martire del comunismo), scuola statale ad indirizzo cattolico in cui lavora il sig. Piercarlo e in cui si stanno inserendo i giovani missionari d. Oliver e d. Alexis. 

Ad inizio settimana, i bambini e i ragazzi iscritti, dalla 2 elementare alla 2 media, erano già 45, un numero niente male per una prima esperienza… in tempo di Covid! 

Alla fine della seconda settimana saranno una novantina, suddivisi in 4 squadre in base alla classe terminata. Il programma era così scandito: dopo l’accoglienza, un breve ma intenso e allegro innesco con qualche gioco nel teatro della scuola, la preghiera e il ballo dell’inno dell’Estate Ragazzi, poi  bambini e ragazzi sceglievano uno dei laboratori proposti per la loro fascia d’età. A seguire un break  con merenda e poi tutti a giocare, ognuno nella propria squadra, ai grandi giochi proposti dagli animatori. Quindi, rientro in teatro per chiudere la giornata coi canti e la preghiera.  Davvero il Cielo è stato dalla nostra parte, perchè nella piovosa Lituania abbiamo avuto il sole quasi sempre per tre settimane di fila.  Questo ha permesso di utilizzare gli ampi spazi verdi e sportivi messi a disposizione da varie istituzioni cittadine.    

Con gli animatori ci si fermava per una rapida condivisione sulla giornata e poi…liberi tutti, a ricaricare le batterie per il giorno dopo. O meglio, quasi tutti, perché, dopo la cena e la preghiera del Vespro, ci aspettava la preparazione dettagliata della giornata seguente. 

Nella seconda settimana, invece, accoglievamo i ragazzi già dal mattino. La formula della giornata  rimaneva quella efficace della settimana precedente, aumentando però il tempo per il gioco e inserendo una interessante “pillola formativa” su Don Bosco, con le scenette e un piccolo gioco.

Gli animatori si sono subito messi in gioco, senza alcuna paura, iniziando un bel cammino di crescita con Don Bosco, di cui hanno sentito parlare, in molti casi, per la prima volta. Circa i bambini, invece, dopo i primi giorni, in cui le loro facce e i loro visi facevano trasparire un po’ di timore di fronte a noi, stranieri, e di fronte agli animatori, sconosciuti, ecco aprirsi grandi sorrisi, risate, battute, voglia di giocare, stare insieme, divertirsi come voleva don Bosco. 

Alla fine della terza settimana, conclusasi con la messa di ringraziamento, l’asta dei premi e il video sapientemente realizzato dal nostro Vytas, potevamo davvero dire di aver centrato l’obiettivo proposto ai ragazzi: Per noi la santità consiste nello stare molto allegri!  

Ecco perché siamo ritornati in Italia con una convinzione in particolare: il linguaggio di don Bosco è universale. In ogni luogo, città, provincia, regione, stato, continente in cui don Bosco è presente, basta un gioco, un sorriso, una piccola attenzione per parlare la stessa lingua, la lingua del cuore, la lingua di don Bosco, ed è subito come sentirsi a casa!

Siamo convinti che don Bosco abbia tanto da dire alla Lituania e ai suoi giovani, come siamo altrettanto convinti che la Lituania e i suoi giovani abbiano bisogno di don Bosco, del sentir parlare di lui e di far viva esperienza del suo metodo educativo: in quei giorni un fuoco è stato acceso nel cuore di bambini e animatori, a noi il compito di custodire e alimentare questo fuoco e questi cuori!

Fabio SdB, Vytas SdB, Simone A., Simone C., Pietro

Lituania – Don Bosco ritorna anche a Telšiai

Arriva da Telšiai (Lituania) la notizia della celebrazione della festa di don Bosco insieme ad un breve racconto di quelle che sono le attività in corso nelle case salesiane lituane.

Che ne dite, cari amici, se facciamo sentire anche noi la nostra voce, noi fratelli più lontani, ma non fuori casa?

Vi comunichiamo innanzitutto la nostra gioia per il recente arrivo dei due giovani missionari d. Oliver e d. Alexis, ai quali si aggiungerà a breve d. Hermann. In questo modo la nostra comunità (seppur non ancora canonicamente eretta) rappresenta tutti i continenti: Europa (Piercarlo e d. Rino), Asia (d. Oliver, Filippine), America (d. Alexis, Argentina) e Africa (d. Hermann, Ruanda).

Anche noi abbiamo celebrato la festa di don Bosco e ci pare di aver suscitato interesse tra i giovani ed entusiasmo tra educatori e fedeli. Pensate che l’urna di don Bosco è giunta in questa città e nella scuola in cui ora lavoriamo ben prima del nostro arrivo. Era il 13-15 marzo 2014: una festosa processione di oltre 600 giovani, preceduta dalla banda musicale di 50 giovani suonatori, è sfilata dalla scuola alla cattedrale, dove è entrata al suono di “Giù dai colli”.

Anche in questo mese il nome di don Bosco è risuonato festosamente nella città di Telsiai e in particolare nella scuola Borisevicius e nella parrocchia dell’Assunta, l’unica in tutta la diocesi ad avere un altare dedicato al padre e maestro dei giovani. Tra le iniziative più coinvolgenti e incisive c’è stata la testimonianza di un oratoriano di Volpiano, ormai affermato chef e volto noto della televisione lituana, che ha trasmesso ai giovani del liceo la passione e l’importanza dell’oratorio salesiano nella sua (e per la loro) vita. Il culmine dei festeggiamenti si è raggiunto con la conclusione solenne della novena dedicata a don Bosco proprio nella parrocchia dell’Assunta, in cui ci è stata data ampia possibilità di far appassionare al carisma del santo di giovani.

Crediamo che don Bosco stesso abbia preparato l’ingresso dei suoi figli in questa città, capitale della Samogizia, regione nord-occidentale della Lituania e ultima terra d’Europa a ricevere il battesimo. Per questo speriamo che qui abbia presto inizio una primavera per la nostra missione tra i giovani.

La nostra presenza è attiva principalmente in una scuola statale d’indirizzo cattolico, che comprende l’intero ciclo scolastico, dalle elementari alla maturità, con un totale di 630 allievi e di 56 docenti alla maturità, con un totale di 630 allievi e di 56 docenti. Qui il lavoro di animazione è ampio e promettente. Ad esso si aggiunge quello pastorale in parrocchia e sul territorio e, in prospettiva, quello oratoriano.

Questo breve flash ci faccia sentire vicinanza e solidarietà: condividiamo spirito e ideali e tutto questo per il bene dei giovani.

Dall’altra parte del mondo…ma sempre a casa!

Don Alexis Garro e don Oliver Bautista sono partiti per la Lituania dove presteranno il loro servizio apostolico. Nelle parole di don Fabio Mamino, incaricato dell’Animazione Missionaria ispettoriale, si riporta un loro breve profilo ed il significato più profondo con cui leggere questa storia da vivere insieme.

Sono partiti mercoledì 15 gennaio in direzione Lituania. Don Alexis Garro e don Oliver Bautista hanno “preso il volo” che realizza nella loro vita quella croce missionaria ricevuta a settembre. E’ il loro “Amen” al battesimo, alla vocazione salesiana, all’ordinazione sacerdotale… quanti doni ricevuti dal Cielo, quanta voglia di metterli a disposizione con la propria vita, per sempre, ai popoli del mondo, anche i più lontani.

Davvero non si possono ignorare le distanze, perchè la Lituania è situata in una sorta di metà strada fra i loro paesi di provenienza (Argentina e Filippine): soltanto la voce di don Bosco poteva proporre quelle che noi chiameremmo “cose impossibili”, lui che a sua volta ha saputo intraprenderle sotto la guida di una Maestra..

Dopo qualche giorno a Vilnius, per motivi anche burocratici, sono da qualche giorno arrivati finalmente a Telsiai, ultimo avamposto della nostra ispettoria in territorio baltico.

Riportiamo una loro breve presentazione biografica, li accompagniamo con la preghiera affinchè possano rendersi umili, forti e robusti nel campo in cui sono chiamati a realizzare l’opera educativa salesiana.

Don Olivier Bautista

La casa è dove si trova il cuore! Parañaque è la mia città dove sono cresciuto, ho studiato in una scuola francescana e sono diventato un catechista giovanile nella nostra parrocchia e santuario salesiano dedicato a Maria Ausiliatrice. Parañaque è stato anche il luogo in cui ho studiato teologia e sono stato ordinato il 7 aprile 2018, vigilia della Domenica della Divina Misericordia.

Prima di diventare aspirante, mi sono laureato presso l’Università delle Filippine-Manila con una laurea in biologia. Poi, come salesiano, mi è stato chiesto di intraprendere studi di pedagogia e di conseguire due masters of arts in filosofia con specializzazione in metafisica e cosmologia di Teilhard de Chardin all’Università di Santo Tomas e teologia presso il Centro Studi Don Bosco con specializzazione in Sacro Scritture, in particolare sul dialogo tra filosofia ellenistica e antica teologia cristiana.

Ringrazio la prima ispettoria, Filippine Nord (FIN), per l’opportunità di studiare non solo libri ma anche esperienze di vita.

Il mio tentativo di essere un missionario ora, penso sia dovuto alla figura di don Carlo Braga. Quando ero un aspirante, avevo l’incarico di pulizia del cimitero in cui si trova la sua tomba. L’albero che ho piantato vicino alla sua tomba è ancora lì e ora porta fiori. Non l’ho mai incontrato, perché è morto prima che io nascessi, ma l’eredità che ha lasciato ha sostenuto le opere in Cina e nelle Filippine anche nei momenti più difficili.

Ero presente, da giovane salesiano tirocinante, quando fu aperta l’inchiesta diocesana sulla causa della beatificazione il 30 gennaio 2014, nell’arcidiocesi di San Fernando, Pampanga.

Quanto a me, il discernimento per diventare un missionario salesiano, è stato lungo: non ho mai scritto in nessuna delle mie precedenti lettere il desiderio di andare in missione, l’ho condiviso solo al mio direttore spirituale e ai miei più cari amici salesiani. Durante la mia formazione iniziale, sono convinto che la mia missione sia quella di permettere a Dio di formare in me il salesiano che Lui vuole che io sia.  Sono molto contento dei miei anni di formazione e il lavoro con i giovani nella scuola, nella parrocchia e nella casa di formazione.

Quando ero studente del primo anno di teologia andai in Vietnam, con una breve sosta in Cambogia, per insegnare inglese per due mesi. Fu qui che iniziai a discernere più seriamente la mia vocazione missionaria salesiana. Lavorare con i nostri fratelli vietnamiti ed essere accompagnato dai nostri missionari salesiani e guide spirituali mi ha aiutato a discernere la chiamata ad essere un missionario salesiano ad gentes, ad exteros, ad vitam. Tutte queste esperienze, dopo molta preghiera a Maria Ausilatrice e Don Bosco, e dopo essermi consultato con le mie guide spirituali, confessori, mentori e superiori, mi hanno portato ad esser disponibile per le missioni dopo il mio primo anno di sacerdozio. Sono entrato a far parte della 150ª spedizione missionaria salesiana e sono stato inviato in Lituania.

Credo sempre che ognuno di noi abbia una missione e ognuno di noi sia una missione. La missione è un dono e una responsabilità, ma soprattutto è una relazione tra Colui che invia e colui che è inviato. Il frutto di questa relazione è la santità, una santità quotidiana che dà senso alla propria vita e alla vita degli altri. Chiedo le vostre preghiere e vi assicuro le mie.

Don Alexis Garro

Sono nato in Argentina, il 28 di febbraio del 1989, nella città chiamata “San Luis”. Come quarto di cinque figli, sono cresciuto in una famiglia ricca di diverse personalità, ma soprattutto molto unita nelle difficoltà. Personalmente, la mia “piccola e grande difficoltà” l’ho vissuta a 14 anni, quando ho dovuto lasciare la mia scuola per “comportamento molto cattivo”… fu in quell’occasione, all’apparenza drammatica, che ho incontrato in un colpo solo un nuovo volto di Dio, i salesiani e ho trovato anche la missione.

Con l’opportunità di entrare in una scuola salesiana (l’unica scuola disposta ad accettarmi in quel momento), ho iniziato un bel cammino di nuove amicizie, con una nuova immagine di Dio, un’esperienza nella quale potevo “dare sempre il meglio di me”.

E fu a partire di lì che iniziò il mio cammino per entrare nella Congregazione salesiana, portando nel cuore un proposito di base: essere missionario, cioè condividere tutto quello che ho sperimentato e dare ciò che ho ricevuto senza limiti, proprio come altri hanno fatto con me.

Con quella semplicità, quella radicalità, mi sono offerto alla missione ad gentes, ad exteros ad vitam, perché mi scopro sempre bisognoso di continuare imparando degli altri, di incontrare senza limiti il “Dio delle seconde opportunità”, ma – soprattutto – mi sento bisognoso di continuare a sperimentare Dio così come mi apparve, attraverso tutti, specialmente nella vita e nella storia di ogni giovani, donando pienezza, nella missione per far felice gli altri.

Un successo il Centro Estivo a Vilnius

Anche a Vilnius, in Lituania, è tempo di Estate Ragazzi con la passione di don Bosco, come racconta direttamente don Alessandro Barelli.
“Possiamo essere tutti amici di Gesù qui in terra e in Paradiso. La santità è a portata di tutti!”. Così l’8 di luglio è iniziato il Centro Estivo nell’oratorio della parrocchia di san Giovanni Bosco a Vilnius, in Lituania. Le tre settimane, concluse il 26 luglio con una grande festa, hanno visto l’iscrizione di ben 486 bambini e adolescenti, che nei giorni lavorativi letteralmente “riempivano” tutti gli ambienti della casa salesiana. La frequenza quotidiana era di 280 bambini. Tre salesiani a tempo pieno, 32 animatori, alcuni genitori disponibili ad aiutare: questa la comunità educativa impegnata non solo ad occupare il tempo libero estivo, ma anche a fornire valori di base per molti che altrimenti non metterebbero mai piede in chiesa. La fiducia dei genitori verso la comunità educativa salesiana locale si è notata anche nei vari segni di riconoscenza manifestati al termine delle attività: regalini, bigliettini di ringraziamento, offerte per l’oratorio.
La preghiera quotidiana sul tema della santità

La preghiera quotidiana sul tema della santità

Le attività si svolgevano quattro giorni alla settimana presso la casa salesiana, per poi spostarsi in un parco cittadino di Vilnius per la gita di un giorno. In casa i bambini si dedicavano ai grandi giochi per fasce di età, e ai laboratori sportivi, canori e di attività manuali. Al termine della giornata vi era sempre un momento di preghiera e riflessione legato al tema della Strenna 2019 “La santità è per tutti”: ogni giorno l’incaricato dell’oratorio presentava la vita e l’esempio di una santo diverso. Molto successo hanno riscontrato san Tarcisio, santa Lucia, san Filippo Neri e naturalmente san Giovanni Bosco… Un gelato gratuito per tutti concludeva la giornata.
Per le gite, alla scarsità delle risorse a disposizione si è provveduto con l’inventiva: le tre gite si sono svolte non con autobus noleggiati, ma con i mezzi pubblici di linea (ovviamente dividendo i bambini su linee diverse). Al lago, al fiume, con tanto chiasso, tanta gioia e l’acqua gelata… 
Sono già 17 anni che durante il mese di luglio si svolge il centro estivo presso la casa salesiana di Vilnius, e anche senza tanta pubblicità esteriore, sono moltissime le famiglie che mandano i propri figli, e che poi restano legate all’opera e all’oratorio anche durante l’anno scolastico. (don Alessandro Barelli SDB)
Nel fiume Vilnele, con l'acqua fredda

Nel fiume Vilnele, con l’acqua fredda

Gita al parco. Tutti in fila!

Gita al parco. Tutti in fila!