Don Ricca: una Pastorale che abbia «l’odore dei detenuti»

Come coinvolgere i giovani detenuti che popolano le carceri italiane e gli Istituti di pena minorili nel cammino del Sinodo dei giovani? Una delle domande dell’intervista a Don Domenico Ricca, cappellano del «Ferrante Aporti» di Torino, realizzata dalla redazione de La Voce E Il Tempo, in edicola domenica 6 Maggio 2018, a cura di M. Lomunno. Buona Lettura!

INTERVISTA – IL CAPPELLANO DEL «FERRANTE APORTI» E IL COINVOLGIMENTO DEI RECLUSI DEGLI ISTITUTI DI PENA MINORILI NEL CAMMINO DEL SINODO DEI GIOVANI

«I giovani hanno bisogno non di un’idea, ma di un sentimento, di
un’emozione che fa fatica a tradursi in operatività, in voglia di cambiare»

Come coinvolgere i giovani detenuti che popolano le carceri italiane e gli Istituti di pena minorili nel cammino del Sinodo dei giovani? Lo chiede, a nome dei cappellani degli Istituti penali per i minori, don Raffaele Grimaldi, Ispettore generale dei cappellani, in una lettera inviata nei giorni scorsi agli incaricati degli Uffici di pastorale giovanile delle diocesi italiane. Scrive don Grimaldi: «Il Sinodo può essere l’inizio di un progetto di collaborazione tra il Servizio di pastorale giovanile diocesano e la realtà dell’Istituto penale per minori e delle carceri… Un seme che nasce in questa occasione può diventare il segno di un cammino comune che va avanti in tempi ordinari. I giovani che escono dal carcere hanno bisogno di aiuto concreto, sono essi stessi ‘opere segno’ di cui tanto si parla nella Chiesa. Hanno bisogno di casa, lavoro ma soprattutto di accoglienza nelle nostre comunità».

Abbiamo chiesto a don Domenico Ricca, salesiano, da 38 anni cappellano del carcere minorile torinese «Ferrante Aporti» di commentare queste sollecitazioni, convinti, come più volte richiama papa Francesco, che la pastorale
giovanile deve rivolgersi a tutti, non a «categorie» di giovani siano essi neet, lavoratori, educatori parrocchiali, universitari, disoccupati, stranieri, detenuti…

Durante il Giubileo della misericordia il nostro Arcivescovo ha aperto una Porta santa anche nella cappella del «Ferrante Aporti», nell’intento di far sentire i ragazzi ristretti parte di una comunità. Ora voi cappellani proponete di rendere parte attiva i vostri ragazzi nel Sinodo dei giovani. Quale pastorale giovanile è possibile dietro le sbarre e come parlare ai detenuti di un Sinodo dedicato anche a loro?

L’apertura di una Porta santa al «Ferrante Aporti» è stato certamente un evento di alto valore simbolico, oserei dire
più per la comunità diocesana che per i ragazzi. Il messaggio dell’Arcivescovo era rivolto ai ragazzi per testimoniare loro che in Gesù trovano sempre la misericordia, ma soprattutto un «avvocato», parola che a loro, in quanto detenuti, parla direttamente, che li ascolta, li accoglie. Sulla porta della cappella del nostro carcere c’è il Buon Pastore, quell’affresco  datato II secolo d.C., dipinto su una volta delle catacombe di San Callisto a Roma. La scorsa domenica, dedicata appunto al Buon Pastore, è stata oggetto delle nostre riflessioni durante la Messa con i ragazzi del «Ferrante». Abbiamo anche condiviso l’immagine del pastore di papa Francesco che, nella Messa del Crisma del 28 marzo del 2013, invitava i sacerdoti a «essere pastori con ‘l’odore delle pecore’». «Questo io vi chiedo», ha detto il Papa, «siate pastori con ‘l’odore delle pecore’, che si senta quello». Per questo, venendo alla domanda «quale pastorale giovanile è possibile dietro le sbarre», oserei rispondere: una pastorale giovanile che abbia «l’odore dei detenuti», dei ragazzi minorenni e giovani adulti in attesa di giudizio o in sconto pena. Un pubblico variegato, multi-
forme, complesso, ma sempre adolescenti. Occorre prendere il loro odore, che è lo stesso delle periferie esistenziali, delle comunità per minori e delle accoglienze dei minori stranieri non accompagnati.

Come coinvolgere, secondo la sua esperienza, la Pastorale giovanile nelle carceri (non solo minorili: i giovani stanno anche delle carceri degli adulti), che tipo di percorsi di fede si possono pensare per i ristretti «giovani» tenendo conto anche delle diverse religioni della popolazione carceraria?

Nella lettera che lancia l’iniziativa del Sinodo dietro le sbarre, l’Ispettore generale dei cappellani delle carceri, don Raffaele Grimaldi, a nome di noi cappellani richiama come il Sinodo possa essere l’inizio di un progetto di collaborazione tra il Servizio di pastorale giovanile diocesano e la realtà degli Istituti penali per minori. Una collaborazione che non si estingua con l’evento Sinodo, ma che duri nel tempo. Certo, nel tempo i ragazzi cambiano: i nostri cancelli sovente per i più sono dei tornelli. Ma la comunità cristiana, la Pastorale giovanile, non può essere un tornello di ingresso e di uscita veloce. Se vuole avere senso e significato deve garantire continuità, anche piccola, come quei ragazzi che animano da più anni la nostra Messa festiva al «Ferrante», magari sottraendo qualcosa al loro oratorio. Ma non è un sottrarre, è un aggiungere.

L’immagine scelta per il Sinodo è quella del discepolo amato: come trasmettere dietro le sbarre questa certezza, e che cioè Gesù ama tutti i giovani indistintamente e che è in qualche modo dietro le sbarre, è il loro «difensore»?

Questione difficile e poco verificabile, per la diversità dei linguaggi, per la multiformità delle simbologie che la storia
di ogni ragazzo porta con sé a partire dal loro Paese, cultura e religione. Non facile anche per i giovani italiani, dove la riscoperta del religioso che è in loro si anima di immagini dei percorsi di catechesi della fanciullezza, di presenze in oratorio a volte, forse, di disturbo, di quello stare sulla porta perché curiosi di un mondo che sprizza gioia, allegria, con la paura di esserne esclusi. Ma anche incapaci di far scelte che durino nel tempo. Sulla porta perché positivamente «presi» da figure di preti, di parroci, forse poco clericali, ma tanto «persone». Preti e suore che sanno amare, che non disdegnano l’odore della strada, della periferia. I giovani hanno bisogno non di un’idea, ma di un sentimento, di un’emozione che fa fatica a tradursi in operatività, in voglia di cambiare. E dove non ce la fa ad arrivare Gesù, ci arriva la figura della Vergine. L’Ave Maria, quell’Ave Maria di don Bosco…

Don Ricca, lei è salesiano e più volte ha spiegato che ha impostato la sua presenza in carcere come quella in un oratorio: come parlerebbe don Bosco del Sinodo dei giovani in carcere?

Don Bosco tornerebbe in prigione, tornerebbe alla Generala… si inventerebbe l’uso dei social. Creerebbe gruppi su Whatsapp e Instagram! Lui che ha inventato le «Letture cattoliche» per rendere accessibile a tutti, specie al ceto popolare, le ricchezze della cultura religiosa e della cultura in generale, cosa non inventerebbe oggi perché ai suoi ragazzi, «i discoli e i pericolanti», non venisse negato il diritto alla bellezza! È la lezione di don Milani: le forme sono del tempo, ma quello che ci ha lasciato è la voglia di rischiare, di chiedere di più, di non sedersi: direbbe papa Francesco «di non condurre una vita mondana». Don Bosco manderebbe in carcere i suoi preti e chierici più ardimentosi, giovani, li sosterrebbe anche nelle loro intemperanze. Ma soprattutto sarebbe padre, amico e fratello dei ragazzi reclusi e ripeterebbe anche oggi il suo monito della «Lettera dei castighi»: «Amateli i ragazzi. Si otterrà di più con uno sguardo di carità, con una parola di incoraggiamento che con molti rimproveri» perché «tutti i giovani hanno i loro giorni pericolosi, e voi anche li avete. Guai se non ci studieremo di aiutarli a passarli in fretta e senza rimprovero».

I giovani che sono in carcere sono l’anello debole di una catena, ma tanti «fuori» sono in preda al disagio e alla ricerca di senso. Come può il messaggio del Sinodo arrivare anche ai giovani che non sanno neppure cos’è un Sinodo e sono lontani dalle nostre parrocchie?

La domanda mi rasserena perché dà voce a tutte le mie perplessità, mi fa sentire meno extraterrestre…Perplessità che poi rimuovo perché temo siano le solite lamentale di chi sta con i giovani, ma non è più giovane, di chi li osserva, li ascolta, li fa parlare. Ma i dubbi permangono, neanche il «classico» antidoto dell’ottimismo salesiano riesce a fugarli. Forse noi siamo troppo abituati a pensieri compiuti, logici, razionali, completi. Ma non è più il parlare dei giovani, il linguaggio dei social, delle abbreviazioni, dei molti errori di ortografia e di sintassi che quando li leggiamo siamo tentati di rimandarli al mittente corretti. Il conversare sullo smarthphone, con le faccine sorridenti o con le
lacrime, con il pollice verso, con gli emoticon e quant’altro… Quando la domenica in parrocchia mi trovo davanti un folto gruppo di ragazzi, allora privilegio il loro linguaggio, l’alfabetizzazione delle verità di fede, la semplicità della narrazione biblica, ma soprattutto cerco con gli sguardi e le domande di capire se hanno capito. Alla fine poi è un predicare che è molto gradito anche agli adulti…

In una parola, dobbiamo correggere il nostro comunicare. La scommessa non è di saper ridire ai ragazzi l’alfabeto della fede, di condividere con loro una nuova grammatica del parlare di Dio e con Dio?

Se non ne siamo consapevoli il nostro sarà solo un balbettìo. Partiamo da questo nuovo alfabeto. L’alfabeto della vita che supera le distanze, i confini e le barriere geografiche, ma anche quelle generazionali.

 

Una novena “mondiale” a Maria Ausiliatrice

In questo 2018 si celebrano i 150 anni dall’inaugurazione e consacrazione della basilica di Maria Ausiliatrice di Torino (1868-2018). Per festeggiare quest’importante anniversario il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, con il sostegno del Dicastero per la Comunicazione Sociale, ha lanciato un’iniziativa per unire tutta la Famiglia Salesiana in preghiera attorno a Maria: una novena “mondiale” all’Ausiliatrice in vista della sua festa (24 maggio), realizzata attraverso dei video che saranno resi disponibili nei prossimi giorni su vari canali.

La struttura della novena prevede per ogni giorno:

  • la presentazione del tema quotidiano da parte del Rettor Maggiore;
  • il racconto di uno dei sogni di Don Bosco, selezionati tra i principali sogni in cui compare la Vergine Maria e curati nei testi da don Bruno Ferrero, Direttore del Bollettino Salesiano italiano;
  • un commento sul sogno da parte del Rettor Maggiore;
  • una breve testimonianza di un membro della Famiglia Salesiana;
  • delle invocazioni conclusive.

I video, realizzati grazie alla collaborazione dell’équipe di Comunicazione Sociale dell’Ispettoria dell’Italia Meridionale (IME), sono stati pensati per essere diffusi e utilizzati nei momenti di preghiera comunitaria nella case salesiane e della Famiglia Salesiana in tutto il mondo, così come nei tradizionali momenti del “buon giorno” o della “buona notte” nelle parrocchie o negli oratori.

Per questo motivo i video della novena saranno resi disponibili in italiano, inglese e spagnolo già a partire dal 10 maggio su vari canali:

SDB.org
ANS - Pagina Flickr
ANS - Canale Youtube

Dal 14 maggio, inoltre, saranno quotidianamente inseriti sul sito di ANS e resi disponibili anche in francese e portoghese.

Chi desiderasse provvedere alla loro traduzione in altre lingue, potrà richiedere i materiali alla redazione di ANS.

Video di presentazione della novena

 

(Articolo tratto da ANS – Agenzia Info Salesiana) 

Panama – Il Movimento Giovanile Salesiano in cammino verso la GMG di Panama 2019

Dal 22 al 27 gennaio 2019 si terrà a Panama la XXXIV Giornata Mondiale della Gioventù. A pochi mesi dalla celebrazione del Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, Papa Francesco incontrerà giovani da tutto il mondo nel Paese del canale, terra tra due oceani e ponte tra due continenti. Gruppi del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) da tutto il mondo iniziano a prepararsi in vista di questo importante appuntamento ecclesiale.

La Giornata Mondiale della Gioventù del 2016 a Cracovia concluse un ciclo di tre GMG dedicate al tema delle beatitudini. Pochi mesi più tardi Papa Francesco annunciò i temi per le successive tre Giornate: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente” (2017), “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” (2018) ed “Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola” (2019). Un triennio in continuità con il precedente, nel segno di Maria, colei che tutte le generazioni chiameranno beata.

Già nel suo incontro con i volontari al termine della GMG di Cracovia, Papa Francesco aveva indicato la Madre di Gesù come modello. Sempre in quell’occasione, il Santo Padre aveva invitato i giovani a far memoria del passato, avere coraggio nel presente e avere/essere speranza per il futuro. I tre temi da lui annunciati per l’itinerario verso Panama, quindi, insieme ad una forte connotazione mariana, richiamano l’immagine di una gioventù in cammino tra passato (2017), presente (2018) e futuro (2019), animata dalle tre virtù teologali: fede, carità e speranza.

A partire da Panama e dall’Ispettoria dell’America Centrale, i gruppi del MGS si stanno preparando a partecipare a quest’importante incontro. Come è ormai tradizione, questi gruppi si ritroveranno durante la GMG per una giornata di riflessione, condivisione, festa e preghiera, insieme al Rettor Maggiore dei Salesiani e alla Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice: mercoledì 23 gennaio 2019 si celebrerà a Panama il prossimo incontro mondiale del Movimento Giovanile Salesiano. Al mattino, delegazioni nazionali dai cinque continenti si ritroveranno per il Forum MGS e dal pomeriggio inizierà la Festa mondiale, che si concluderà con una veglia di preghiera.

Il Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana, i responsabili della Pastorale Giovanile dell’Ispettoria Centro America e i giovani del MGS locale sono già al lavoro per accogliere i pellegrini che prenderanno parte a questo promettente appuntamento.

(Articolo tratto da ANS – Agenzia Info Salesiana)

Cuneo: la ’24 ore di sport’ spegne venti candeline

Ecco l’articolo a cura del quotidiano online di informazione cuneese “Cuneodice.it – La voce della tua provincia” relativo alla 24 ore sportiva che sancisce l’inizio delle attività estive nel cuneese.

Appuntamento il 9 e 10 giugno con l’evento che apre l’estate cuneese: iscrizioni aperte

Il 9 e 10 giugno si svolgerà la XX edizione della “24oredisport” all’oratorio salesiano don Bosco di Cuneo. La storica manifestazione ideata e promossa dalla Pgsd Auxilium Cuneo si articola da sempre su una serie di tornei non stop della durata di 24 ore. La prossima edizione prenderà il via alle ore 18 di sabato 9 giugno e terminerà con le finali dei tornei alla stessa ora della domenica. Le iscrizioni per partecipare a quella che sarà una storica edizione sono aperte.
Compilando un semplice modulo on line, disponibile sul sito dell’evento alla pagina web 24oredisport.it, è possibile iscriversi agli storici tornei sportivi di pallavolo, calcio a sette, streetball, tennis tavolo, pétanque e tennis. In alternativa è possibile sfidare amici ed avversari prendendo parte ai tornei ludici di Playstation, carte scala 40, calcio balilla, Warhammer e Blood Bowl o l’intramontabile Risiko.
Tra le novità della XX edizione spicca la serata evento di Dr Why. Per la speciale occasione e ricorrenza, grazie alla consolidata collaborazione con K di Malinki, non sarà proposto un torneo di Dr Why, ma una “mega partita” che si giocherà nella serata di sabato 9 giugno e che terminerà con la proclamazione dei vincitori nella notte. Il tutto si svolgerà nel cinema teatro don Bosco, sempre all’oratorio salesiano cuneese.
A partire da questa settimana sono anche in vendita presso l’oratorio e nei negozi aderenti all’iniziativa i biglietti della lotteria di solidarietà “L’Oratorio, una casa per tutti”. La lotteria di beneficenza fa parte del progetto solidale alla base dell’evento cuneese dell’Auxilium Cuneo. Il primo di trecento premi è una vettura C3 targata Armando Citroen. L’estrazione si svolgerà domenica 10 giugno sempre all’oratorio don Bosco. Maggiori informazioni su tutto l’evento sono disponibili sul sito della manifestazione o sull’omonima pagina Facebook.

Valsalice: Guide per un giorno

Sabato 28 aprile, gli studenti della 1^ classico A dell’ Liceo Salesiano Valsalice sono stati impegnati come guide turistiche per i visitatori della Villa della Regina. Dopo un percorso di preparazione con il prof. Croce, nell’ambito delle attività di Alternanza Scuola-Lavoro, i cicerone valsalicensi hanno illustrato gli aspetti culturali e artistici di questa Villa ai piedi della collina sabauda. Un grande successo di visitatori e significativi apprezzamenti per il lavoro delle giovani guide.

Una gita a Nizza con la Sala Giovani DB

La “Sala Giovani DB“, anima universitaria pulsante della Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino, organizza un viaggio nella capitale della Costa Azzurra, rinomata per il suo clima soleggiato e il suo peculiare multiculturalismo. Nizza con uno dei lungomare più belli al mondo si configura non solo come il luogo ideale per passeggiare, fare jogging e rilassarsi in riva al mare, ma anche come una città dalla storia millenaria, fieramente consapevole della sua unicità nel panorama francese ed europeo con la sua particolare città vecchia, il porto, le chiese, i musei e le colline tutt’attorno.

Ecco il programma  che caratterizzerà la gita a Nizza:

  • ore 07.00 – Partenza da Via Madama Cristina, 1 e successiva sosta in autostrada
  • ore 10.30 – Arrivo a Nizza
    – visita libera al centro storico (casa di Garibaldi e Paganini)
    – per gli appassionati di arte contemporanea, visita al museo di Marc Chagal e Henri Matisse
    – passeggiata alberata alla Coulée verte, passando per Piazza Massena, Promenade, Giardini e Cascata.
  • ore 18.00 partenza da Nizza per Torino, con arrivo previsto alle ore 22.00

La gita è rivolta a tutti e prevede una quota partecipativa: 30 € per giovani e universitari e 40 € per tutti gli altri.
Iscrizioni entro il 5 maggio 2018, fino ad esaurimento posti.

Informazioni

Mail: uni.gianni@gmail.com

Tel: 338.5899300