CNOS-FAP San Benigno: “Cosa vuoi diventare?” – OPEN DAY

Le proposte del Centro di Formazione Professionale Salesiano di San Benigno Canavese per le giornate di Open Day virtuale e in presenza. Si riporta di seguito l’articolo oggi pubblicato dal settimanale canavesano “Il Risveglio popolare” a cura di Agostino Albo, Educatore del Centro.

SAN BENIGNO – OPEN DAY VIRTUALI E IN PRESENZA
” Cosa vuoi diventare? “: le proposte del Cnos – Fap

“Cosa vuoi fare da grande?”. Una domanda semplice che nasconde enormi difficoltà nel rispondere, già in tempi normali: figuriamoci al tempo del covid! Nonostante ciò, in questo periodo migliaia di ragazzi devono scegliere che scuola superiore frequentare il prossimo anno e devono partire da questa domanda.

Ecco quindi che il centro di formazione professionale Cnos-Fap di San Benigno ha progettato una nuova campagna di orientamento per i ragazzi delle scuole medie che devono pensare al proprio futuro professionale:

“Cosa vuoi diventare?”

Le attività sono molte, e si svolgono sia in presenza che a distanza, proprio come le loro attività di formazione: nel rispetto della normativa, le lezioni di laboratorio si stanno svolgendo in presenza, due giorni alla settimana.

“Non si può pensare di insegnare un mestiere senza far mettere le mani in pasta, senza toccare cavi o tubi, senza maneggiare spazzole o coltelli – spiega Carlo Vallero, direttore del centro -: quindi per noi la scelta è stata quella di decongestionare la struttura alternando le classi in presenza, ma mantenendo fede allo spirito professionale e pratico voluto da Don Bosco”.

Ma quali sono le attività pensate per l’orientamento dei ragazzi? Tre open day in presenza, nel rispetto delle normative vigenti, con visite individuali e di tempo limitato, si svolgeranno nelle giornate del 12 dicembre, 9 e 16 gennaio. A questi appuntamenti si aggiunge l ‘open day on-line : tutti i giovedì pomeriggio, dalle 17 alle 18, un orientatore è a disposizione delle famiglie per un incontro virtuale nel quale rispondere a dubbi, curiosità e per illustrare il progetto formativo ed educativo della scuola. Si stanno inoltre svolgendo interventi nelle scuole medie del territorio, sempre tramite webinar, per incontrare i ragazzi che manifestano interesse verso questo tipo di percorso.

Sui canali social della scuola (Facebook, Instagram e Youtube) è stata lanciata una serie dal nome “Te lo spiego io, prof!“: piccoli video di un paio di minuti nei quali allievi e allieve di tutti i settori professionali, di tutte le annualità, raccontano ciò che stanno imparando in quel momento in laboratorio, con l’entusiasmo tipico di chi si scopre capace e realizzato.

Il Cnos-Fap di San Benigno, presente sul territorio canavesano da oltre 140 anni, propone per l’anno formativo 2020-2021 percorsi triennali di qualifica, finanziati dalla Regione Piemonte (quindi gratuiti per gli allievi) nei settori di acconciatura, cucina, sala bar, meccanica industriale, elettro, termoidraulica, che vedono il “completamento” nel IV anno con il diploma professionale. A questi si aggiungono i numerosi corsi per adulti, occupati e disoccupati, in ambito ristorativo, meccanico, informatico e della cura della persona (Oss).

È possibile trovare maggiori informazioni sulle iniziative orientative e sui corsi sul sito sanbenigno.

cnosfap.net o chiamando lo 011-98.24.311. agostino albo

“Un sogno per Natale” dall’oratorio salesiano Rebaudengo

Un sogno per Natale“: il progetto nato dall’oratorio salesiano Rebaudengo per raccogliere alimenti “natalizi” e giocattoli con cui realizzare dei cesti/pacchi regalo da portare alle famiglie del territorio. Di seguito l’articolo dedicato, a cura di Emanuele Carrè, pubblicato su La Voce e il Tempo (di domenica 13 dicembre 2020).

BARRIERA DI MILANO – I RAGAZZI DELL’ORATORIO SALESIANO DISTRIBUIRANNO CESTI CON CIBI NATALIZI E GIOCATTOLI PER LE FAMIGLIE DEL QUARTIERE
Dal Reba «Un sogno per Natale»

«Abbiamo un sogno: che tutti i bambini del quartiere possano ricevere almeno un giocattolo per Natale e che tutte le famiglie possano mettere sul tavolo qualche prodotto natalizio».

È «Un sogno per Natale», il progetto nato su impulso dei ragazzi che frequentano l’oratorio salesiano Rebaudengo in Barriera di Milano a Torino. Come spiega don Gigi Cerutti, direttore dell’oratorio, l’idea è quella di «raccogliere alimenti ‘natalizi’ e giocattoli con cui realizzare dei cesti/pacchi regalo da portare alle famiglie del territorio oratoriano».

Il progetto non vuole sostituirsi alle iniziative della Caritas, ma intende essere un modo di stare vicino, durante queste feste di Natale particolari a causa della pandemia, alle famiglie che frequentano l’oratorio, in particolare a quelle in difficoltà economica.

«A causa del Coronavirus da qualche mese non vediamo più diverse di queste famiglie, prima molto presenti nella vita del Rebaudengo», spiega don Cerutti, «il progetto dei nostri ragazzi ci permette di ricreare un po’ la comunità oratoriana portando loro un dono».

Inoltre ai ragazzi e ai bambini viene chiesto di scrivere una lettera d’auguri di Natale che verrà poi appesa all’albero dell’oratorio. La consegna dei pacchi avverrà il 24 dicembre grazie ai giovani di quarta e quinta superiore. Fino a quel giorno sarà possibile portare alimenti e giocattoli da donare per i vari pacchi regalo tutti i giorni in oratorio dalle 14.30 alle 19.

In queste ultime settimane intanto sono riprese in presenza anche alcune delle attività del Rebaudengo grazie alla disponibilità di ampi spazi in cui poter ospitare quindici/ venti persone mantenendo le distanze e grazie ad un protocollo molto rigido.

I ragazzi di seconda media hanno potuto riprendere a vedersi per il catechismo in preparazione al sacramento della Cresima; il gruppo di terza invece si riunisce una volta al mese (dal vivo o online). I ragazzi e le ragazze dalla prima alla quarta superiore si ritrovano una volta a settimana in un salone che permette a chi non può recarsi in oratorio di collegarsi via web da casa. Anche gli universitari continueranno i loro incontri mensili on line o in sede. Infine gli scout del To9-25 stanno continuando le loro attività sia a distanza sia in presenza.

Per informazioni, pagina Facebook: @rebaOratorio.

Emanuele CARRÈ

Dall’oratorio salesiano Michele Rua parte «Omnia Torino»

Dall’oratorio salesiano Michele Rua parte “Omnia Torino“: un gruppo di professionisti under 30 che intende indagare sulle cause che spingono i giovani a lasciare il capoluogo piemontese per altre città italiane o per l’estero.

Si riporta di seguito l’articolo oggi pubblicato su La Voce e il Tempo a cura di Stefano Di Lullo.

Sei giovani studiano le grandi periferie (per svegliare la politica)

Barriera di Milano – Dall’oratorio salesiano Michele Rua parte una ricerca sui grandi problemi irrisolti. Ad avviarla «Omnia Torino», un gruppo di professionisti under 30 che intende indagare, in particolare, sulle cause che spingono i giovani a lasciare Torino

Una città senza giovani muore e non ha futuro. Una considerazione, suffragata dai dati del recente Rapporto Rota e dell’Istat, che ha portato sei giovani torinesi professionisti, tutti sotto i 30 anni, ad avviare «Omnia Torino», un gruppo che intende indagare in particolare sulle cause che spingono i giovani a lasciare il capoluogo piemontese per altre città italiane o per l’estero. Una ricerca che parte dai territori di periferia dove si annidano criticità e problematiche che, nonostante gli slogan delle istituzioni, rimangono irrisolte, dalla carenza di centri culturali e aggregativi, all’elevato tasso di disoccupazione giovanile che cresce proprio nelle periferie, al problema dei neet, i giovani che né studiano né lavorano.

Ed ecco il proposito di prendere in mano la propria città non attraverso una protesta sterile ma grazie ad un lavoro di ricerca e documentazione da cui formulare proposte concrete da presentare alla futura classe dirigente di Torino anche in vista delle elezioni comunali della prossima primavera.

Il lavoro è partito dal quartiere multietnico di Barriera di Milano ed in particolare dall’oratorio salesiano Michele Rua (via Paisiello 37) dove si concentrano progetti virtuosi che accompagnano a tutto campo i ragazzi fragili verso l’autonomia e allo stesso tempo vengono offerte occasioni di confronto per i giovani universitari e lavoratori nella propria vita accademica e professionale.

«L’idea di avviare il gruppo», sottolinea il fondatore, Alessandro Regge, 29 anni, consulente di progetto, «è nata durante i mesi del primo lockdown in cui abbiamo visto aumentare a dismisura le difficoltà per i giovani e, nonostante la crisi terribile che si profila per tutto il Paese, abbiamo voluto immaginare il futuro di Torino e della Città metropolitana e capire come poter azionare oggi una retromarcia rispetto alla decadenza attraverso dei metodi di ricerca in base alle nostre competenze».

In primo luogo i promotori di «Omnia Torino» propongono dei questionari ai propri coetanei:

«vogliamo cercare di capire», affermano, «qual è il sentiment dei giovani su un problema ormai annoso documentato dai diverse autorevoli indagini: la costante migrazione delle nuove generazioni dal capoluogo piemontese. Da queste analisi intendiamo mettere in evidenza criticità e soluzioni da proporre alle forze produttive e alle istituzioni cittadine che governeranno la città nei prossimi anni».

La ricerca, dopo interviste ai sacerdoti, agli educatori e ai giovani che frequentano l’oratorio Michele Rua, nelle prossime settimane, coinvolgerà scuole e associazioni di Barriera di Milano. Un’indagine che intende registrare la «voce» dei giovani dei quartieri torinesi di periferia, da nord a sud e da questa voce disegnare il futuro della città.

«Non ci piace utilizzare il termine ‘periferie’», evidenzia Regge, «perché allude ad una separazione da un centro non bene identificato ma è certo che in quelle zone si concentrano quelle emergenze da prendere di petto perché non c’è più il tempo di rimandare. E noi giovani non possiamo intravvedere la nostra città che amiamo senza un futuro possibile per le nuove generazioni».

In particolare il gruppo proverà a capire se e come la pandemia abbia inciso ulteriormente sul movimento di uscita dalla città ricercando le motivazioni profonde che stanno alla base del fenomeno.

L’emergenza sanitaria ha però sviluppato nuovi settori che certamente la città dovrà saper far fruttare a beneficio della comunità e, in particolare, dei giovani. Proprio sotto la Mole troverà sede l’Istituto italiano per l’Intelligenza artificiale, certamente una grande opportunità per le giovani generazioni a servizio del bene comune.

Il metodo di lavoro del gruppo di ricerca si sviluppa su sette aree: agroalimentare e benessere, cultura diffusa, innovazione sociale e imprese, mobilità sostenibile, Torino capitale verde, Torino in Europa, tutela e diritti.

«L’iniziativa», sottolinea don Mauro Zanini, salesiano, direttore dell’oratorio Michele Rua, «da una parte coglie appieno l’invito di don Bosco ad essere ‘buoni cristiani e onesti cittadini’ dall’altra interroga la comunità civile ed ecclesiale sulla necessità di ascoltare i giovani e renderli veramente protagonisti. Questi giovani, infatti, ascolteranno i loro coetanei e con un metodo di ricerca serio si porranno come massa critica per portare l’opinione della gioventù torinese agli attori del territorio. Volentieri abbiamo dato credito al loro progetto che ha scelto di partire dall’oratorio, la casa dei giovani».

Per informazioni sulle attività del gruppo: pagina Facebook «Omnia Torino» (dove a breve saranno pubblicati i primi risultati della ricerca) o mail omniatorino@gmail.com.

L’appello missionario 2021 del Rettor Maggiore

Martedì 8 dicembre 2020, data cara a tutti salesiani poiché ricorda l’inizio dell’opera di Don Bosco per i giovani poveri ed abbandonati, il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, ha rivolto a tutti i confratelli l’appello missionario per l’anno 2021.

Con questo appello, il Rettor Maggiore invita tutti i salesiani di tutte le Ispettorie del mondo a rivivere la generosità e la vitalità missionaria all’inizio della Congregazione, e a rispondere alle esigenze missionarie, in particolare:

– nelle presenze in Amazzonia e in alcune frontiere missionarie dell’America Latina;

– nelle presenze salesiane al servizio dei rifugiati e nelle nuove frontiere dell’Africa;

– in Lituania, Bulgaria e nelle altre nuove frontiere del Progetto Europa;

– in Azerbaijan, Laos, Nepal, Mongolia, Jacuzia;

– nelle numerose presenze nelle isole dell’Oceania.

“Miei cari confratelli prego per questo e affido questa intenzione all’intercessione della nostra Madre Immacolata e Ausiliatrice, chiedendo a Don Bosco di continuare ad alimentare nei suoi salesiani lo stesso ardore missionario da lui vissuto”.
(Rettor Maggiore – don Ángel Fernández Artime)