Il quinto incontro di “E se la fede avesse ragione” 2020/2021: L’IRA

Nella serata di giovedì 11 marzo alle ore 21.00, è ripreso online il cammino “E se la fede avesse ragione?” con il 5° incontro incentrato sul tema dell’IRA, uno dei sette vizi capitali su cui quest’anno si vuole concentrare l’attenzione: “I Vizi Capitali: la bellezza della virtù e la bruttezza del peccato”. L’incontro è stato guidato da don Andrea Bozzolo, Docente salesiano di Teologia Dogmatica.

Prossimo appuntamento: giovedì 15 aprile 2021 sul tema della gola e l’avarizia, condotto da don Luca Ramello, Direttore dell’Ufficio di Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Torino.

Questionario sul Metodo di Studio

Si è tenuta nella giornata di giovedì 11 marzo, il momento di formazione sul corretto utilizzo del questionario per il metodo di studio. Ecco le parole di Alessandro Brescia, responsabile di progetto, a proposito del questionario:

Una delle ambizioni di Labs to learn è quella di concorrere a sviluppare nuove e buone pratiche nel lavoro didattico ed educativo. Per questo, è necessario misurare l’esito delle azioni intraprese con strumenti e metodologie scientifiche.

Per quanto riguarda il metodo di studio, insieme al partner del progetto ASVAPP che si occupa proprio della valutazione d’impatto, abbiamo illustrato i contenuti e le modalità di somministrazione del Questionario dedicato, il cui obiettivo è quello di verificare prima e dopo l’intervento in classe, il livello di incidenza dell’azione stessa.
Nel video una guida per la corretta somministrazione.

«Tante ferite da curare quando riapriranno le scuole» – La Voce e il Tempo

Si segnala l’intervista al prof. Alessandro Antonioli dell’Istituto Salesiano Edoardo Agnelli di Torino nell’articolo pubblicato da La Voce e il Tempo di questa domenica: “Tante ferite da curare quando riapriranno le scuole”, a cura di Alberto RICCADONNA.

Professore, come è nata questa iniziativa?

Durante il primo lockdown ho pensato di mettere a disposizione di tutti una mia grande passione, quella di raccontare i poemi epici. E così è nata la serie «A casa con Ulisse», con un target omogeneo che includeva anche gli adulti. A fine ottobre ne ho invece iniziata una sull’Eneide specifica per i ragazzi delle superiori: i video sono più brevi e accompagnati da semplici grafiche che ripercorrono i concetti fondamentali. Ho pensato che potevano essere utili ad altri docenti per le lezioni a distanza oppure agli alunni per lo studio di queste opere meravigliose.

Nelle scuole del Piemonte è tornata la didattica a distanza, con gli studenti costretti a casa davanti al computer. Perché, secondo lei, i ragazzi si lamentano di questa modalità?

Intanto perché azzera la socialità di cui fanno esperienza a scuola, impedendo loro di condividere tanti momenti scolastici: intervalli, lezioni, interrogazioni, gite, ritiri o altre attività. La didattica a distanza va a incidere su una componente fondamentale della scuola, la relazione. Quella professore-alunno, ma anche e soprattutto quella fra compagni di classe: lo schermo atrofizza le interazioni e lo scambio. Anche la soglia dell’attenzione è più bassa e questo rende più faticoso l’apprendimento per i ragazzi. Tra l’altro, non tutti possono permettersi un computer e una connessione stabile: qualcuno deve badare ai fratelli, qualcun altro deve dividere la camera o il device con un parente, qualcun altro ancora ha i genitori in smart working a casa. Il contesto familiare incide non poco.

È la didattica a distanza il vero problema della scuola?

Nell’ultimo periodo, la didattica a distanza sembra diventata la radice di tutti i mali: se qualcosa nella scuola non funziona, è colpa della Dad. Come se fosse diventata il tappeto sotto cui nascondere la polvere e lo sporco che si sono accumulati negli anni, frutto di tagli scellerati sulla scuola. La Dad non è il male assoluto, è accettabile ma soltanto come soluzione temporanea. Il problema più grave è la mancanza di un progetto forte sulla scuola del futuro: in questo momento non ha funzionato nulla, dai banchi a rotelle fino al Piano per il rientro in sicurezza della regione Piemonte. Chiudere le scuole è una sconfitta, delle istituzioni in primis, che in questi ultimi mesi si sono mosse poco, male e sempre in ritardo.

Cosa comporta, per un insegnante, la preparazione delle lezioni a distanza? L’Istituto Agnelli come si sta organizzando?

In generale cerchiamo di spiegare di meno, di svolgere più esercizi insieme e di essere più interattivi. Lavoriamo molto per ricercare o spesso per creare noi stessi i contenuti multimediali da sottoporre ai ragazzi. Proponiamo occasioni di ritrovo, di riflessione e di condivisione anche da casa. Come scuola, dopo esserci formati, stiamo sperimentando una didattica nuova, ricca di laboratori a distanza che permettano ai ragazzi di lavorare insieme. Oppure organizziamo degli incontri a distanza con autori: l’anno scorso con Benedetta Tobagi e Pietro Bartolo, il mese prossimo con Fabio Geda. Collaboriamo fra docenti per proporre percorsi multidisciplinari, mentre i colleghi dell’istituto tecnico stanno lavorando su intelligenza artificiale, realtà virtuale e sui robot dell’industria del futuro. Tanti progetti che speriamo appassionino e coinvolgano i ragazzi in un momento di fatica e disagio.

Ecco, si parla molto dei danni prodotti sugli studenti dalla chiusura delle scuole. Quali sono?

In questi mesi nei ragazzi sono emersi disturbi psicologici, è aumentato il fenomeno di dispersione scolastica, gli alunni hanno sofferto per la mancata socialità. Sono punti delicati e importantissimi, su cui si dovrebbe articolare un solido progetto per il rientro a scuola. Qualche settimana fa David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, è stato ascoltato in Senato in merito agli effetti della didattica a distanza e della situazione dei giovani: noia, solitudine, tristezza, insofferenza, disinteresse… Lazzari è stato molto chiaro: non basta spegnere il pc e abbandonare la scrivania per rimediare ai malesseri dei ragazzi e per rimotivarli allo studio. Purtroppo, e lo dico con molta amarezza, non mi sembra che al Ministero o in Regione stiano lavorando su questi punti. Si vive alla giornata e questa incertezza pesa moltissimo sui ragazzi.

Come immagina il mondo della scuola quando l’emergenza sarà finalmente superata? Tutto tornerà come prima oppure qualcosa è cambiato per sempre?

La pandemia ha dato un forte input all’utilizzo di piattaforme e altri strumenti digitale: docenti e alunni hanno maturato competenze specifiche che torneranno utili anche in presenza. Nulla però sarà come prima. Avremo nuove sfide davanti a noi: al di là del recupero degli argomenti, che tanto preoccupano i politici, ci saranno ferite e disagi di cui dovremo prenderci cura. Ci sono già adesso, anche se non si vedono o non si vogliono vedere.

“Tempo per curare, tempo per creare”: la Consulta MGS Italia incontra don Miguél Angel Garcia

Sabato 6 marzo, in modalità on line, si è ritrovata la Consulta MGS Italia. A guidare la riflessione è intervenuto don  Miguél Angel Garcia, Consigliere generale per la pastorale  giovanile, che ha conosciuto i membri della Consulta e ha offerto una riflessione per approfondire il tema pastorale. 

La consulta è stata l’occasione di condivisione per i territori di come si sta vivendo “Nel cuore del mondo” in questo periodo:

SICILIA Progetto “Qui c’è campo”: creazione di nuove equipe (formazione, comunicazione sociale, eventi) e coordinamento della presenza MGS sulle piattaforme digitali. Iniziative: cammini per le  varie fasce, podcast, miniserie, materiale online di accompagnamento alla formazione dei giovani  nel locale. 

ITALIA MERIDIONALE Esperienza di “Quaresima viva” (EESS di preparazione alla Pasqua).  Esperienza già sperimentata in passato, sia in presenza che online, nel 2021 ripensata in “Delivery  mode”, con diversi momenti durante la giornata (God morning, Just pray…) e un momento di  incontro (Just Meet). Obiettivo: consegnare ai vari oratori e ambienti pastorali la proposta di  Quaresima viva, proposta accettata e accolta dalle case salesiane e anche in collaborazione con le diocesi. 

ITALIA CENTRALE – Il cammino di discernimento della Consulta MGS Italia centrale continua a  guidare le scelte dell’anno e dare lo stile alle varie attività e realtà locali salesiane e non.  Presentazione del Forum MGS (scommessa di svolgere il forum in modalità mista), delle varie  Assemblee locali e rilancio del MissioLab, quest’anno svolto in comune tra tutte le regioni. Ad  accompagnare il cammino il tema di quest’anno che viene portato avanti a livello territoriale e viene  ritradotto in tutte le realtà locali. 

PIEMONTE – La pandemia si è inserita in un processo di riflessione e ripensamento delle attività  pastorali che già durava da molto tempo, al centro del quale ci sono i giovani. Alcune tappe ci hanno  guidato e unificato come territorio (nuova Consulta MGS, Assemblea territoriale, Consulta social,  MGS Day…). Questo processo è generativo anche per le case, in cui i giovani sono diventati  protagonisti. Esempio di realtà locale Amico Click (progetto di sportello digitale pensato e portato  avanti soprattutto dai giovani). 

LOMBARDIA – EMILIA – Esperienza del Forum Giovani 2020 “Operatori di pace” e SFA 2021;  esperienza vissuta in questo periodo della casa salesiana di Bologna. 

TRIVENETO – Processo di ripensamento delle attività (Meeting MGS, che non è solo un grande  evento ma un percorso, vissuto per la prima volta in tre città) che ha rilanciato il lavoro di un tavolo  della Segreteria MGS; attività di gennaio e di Quaresima. 

Sotto, il materiale presentato e la relazione di don Miguél Angel Garcia.