Esercizi Spirituali 2021-2022

Aria di primavera. Aria di esercizi spirituali. Per fiorire ogni anno più belli.

La testimonianza di don Andriy Bodnar da Leopoli

Il racconto di Don Andriy Bodnar, dalla Casa salesiana di Leopoli, e la lettera di don Roberto Dal Molin, Segretario Generale CISI, alle Ispettorie coinvolte in questa drammatica situazione.

A don Mykhaylo Chaban – Visitatoria UKR
A don Marcin Kaznowski – Ispettore PLS
p.c. don Juan Carlos – Regione Mediterranea
p.c. don Roman Jachimowicz – Regione Europa Nord
p.c. Ispettori Italiani
p.c. Delegati PG – Coordinatori Uffici di Salesiani don Bosco Italia

Cari don Mykhaylo e don Marcin,
vi scrivo come Segretario degli Ispettori Italiani e a loro nome.
Nelle nostre comunità stiamo costantemente pregando perché cessi quanto prima il conflitto e l’Ucraina torni alla pace. Preghiamo in particolare per i nostri confratelli (con diversi di loro ci siamo formati) e per i ragazzi che vi sono affidati.
Sentiteci vicini e solidali.
Abbiamo letto quanto ieri don Roman ha scritto e don Juan Carlos ci ha partecipato; abbiamo letto la comunicazione sulla situazione che hanno scritto don Marcin – Ispettore e don Mykhaylo – Visitatore.
Gli Ispettori, i delegati di PG, gli animatori missionari, il Consiglio direttivo di Salesiani per il Sociale, i giovani del MGS si sono tutti sentiti in questi giorni e sono a disposizione per fare quanto fosse utile e possibile. Alcuni hanno già iniziato a raccogliere fondi seguendo l’indicazione che avete dato.
In attesa di vostri aggiornamenti vi abbracciamo forte e preghiamo perché la Vergine Maria, Regina della Pace, vi protegga e riporti tutti l’Ucraina alla pace.
Con tanto affetto

don Roberto

Coloro che desiderassero aiutare i salesiani in Ucraina nelle attività di accoglienza profughi possono inviare le offerte a
CIRCOSCRIZIONE “MARIA AUSILIATRICE” PIEMONTE E VALLE D’AOSTA presso Banca INTESA SAN PAOLO,

codice IBAN: IT80B0306909606100000115761
indicando nella causale la descrizione “Offerta per Ucraina”.

Ucraina: appello del Papa per la pace, i Salesiani vicini alla popolazione

Dal sito di ANS, si riporta un articolo di Famiglia Cristiana sulla presenza Salesiana in Ucraina. Facciamo nostro l’appello del Papa per un giorno di digiuno e preghiera in occasione della celebrazione delle Ceneri: siamo altrettanto vicini con la comunità salesiana presente in Ucraina, a Kiev, Zhytomyr, Leopoli e Dnipro.

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(ANS – Kiev) – In questi giorni di estenuante attesa e incertezza, la vita in Ucraina scorre abbastanza normalmente: la gente va al lavoro, gli studenti sono a scuola, nelle case salesiane si partecipa alla Messa e si frequenta l’oratorio. La tensione è però innegabile, ed è per questo che la Famiglia Salesiana si fa portatrice di un aiuto morale e materiale ai giovani e a tutta la popolazione.

Il 26 gennaio, giorno in cui il Santo Padre ha chiesto a tutta la Chiesa di pregare per la pace nel Paese ex-sovietico, i giovani della casa salesiana “Maria Ausiliatrice” di Kiev si sono radunati per condividere una fede più forte della paura. “Chi è credente ha un raggio di speranza, non si sente solo. Ma chi non crede, chi non è riuscito a fare un’esperienza di Dio, perché non dimentichiamo che il comunismo in Ucraina ha strappato le fondamenta della fede umana, la vive in maniera molto pesante. Il nostro oratorio sta diventando la casa di tutti” ha testimoniato don Maksym Ryabukha, Direttore della casa di Kiev. Da notare che l’impegno ha anche una dimensione ecumenica, dato che le iniziative vengono svolte in dialogo sia con la Chiesa ortodossa, sia con le comunità cattoliche di rito bizantino.

Dunque, la casa salesiana di Kiev, che ha un centro giovanile e si occupa anche di Pastorale universitaria, si sta rivelando un rifugio per tanti: cattolici, ortodossi, e anche molti non credenti. I giovani si passano parola usando le reti sociali, a volte coinvolgono anche le rispettive famiglie. E il gruppo si allarga, di giorno in giorno, e i ragazzi si ritrovano, a gruppi di 100, ogni sera per pregare un’Ave Maria insieme e ricevere il pensiero della “buonanotte”, sullo stile di Don Bosco. Lo fanno tutti i giorni da oltre 300 giorni, cioè da quando la crisi ucraina è tornata a riacutizzarsi.

Anche a Zhytomyr, città a circa a 110 km a ovest di Kiev, dove i salesiani animano la scuola “Vsesvit” e stanno cercando di sviluppare un moderno oratorio, si prega per la pace e si cerca di stemperare la paura nel dialogo. “Certamente, con gli studenti parliamo della situazione”, osserva Nataliya Nagalevska, 48 anni, insegnante di lingua italiana nella scuola salesiana, “ma soprattutto preghiamo per la pace. Ogni lunedì promuoviamo una preghiera comune con tutta la scuola. I nostri bambini pregano tantissimo e la loro è una preghiera così sincera! Pregavano per la guerra del 2014, hanno pregato per la pandemia di Covid-19. E ora pregano perché questa crisi non porti al conflitto”.

E pure a Leopoli, città molto distante da Kiev, nella parte più occidentale del Paese, a soli 70 km dalla Polonia, i salesiani riportano un clima sospeso e teso: nelle ultime settimane la scuola salesiana ha dovuto interrompere più volte le lezioni per degli allarmi bomba, rivelatasi per fortuna, tutti falsi. “Ma creano scompiglio e stravolgono tutto il sistema educativo, perché i ragazzi devono interrompere lo studio, andare a casa e non possono tornare a scuola fino a quando la polizia non abbia controllato tutto l’edificio” testimonia don Yuri Smakous, 39 anni, sacerdote, Preside del ginnasio e liceo gestito dai Figli di don Bosco, dove studiano circa 400 allievi dai 10 e i 17 anni.

“Per noi un possibile attacco vale come un ritorno al passato e nessuno lo vuole. Non parliamo delle vittime, del sangue, dei morti… Tutto questo è tragico” soggiunge.

A Leopoli la casa salesiana comprende anche una casa-famiglia che accoglie 65 bambini e ragazzi orfani o di famiglie in grave difficoltà, dai 6 ai 18 anni, e gestisce una scuola professionale con vari indirizzi, dall’alberghiero alla falegnameria. La casa è diretta da don Andryi Bodnar, 39 anni, originario proprio di Leopoli, che da parte sua commenta: “Chiaro che qui nella parte occidentale non avvertiamo la stessa tensione che si vive nelle regioni orientali, ma il pensiero dell’invasione ovviamente ci preoccupa”.

Sul fronte orientale, invece, a Dnipro, la terza città più popolosa dell’Ucraina, non lontano dal territorio di Donetsk, risiede il salesiano don Oleh Ladnyuk, che dal 2014, quando scoppiò il conflitto del Donbass, è stato chiamato come cappellano militare delle truppe ucraine al fronte. “Se scoppierà una guerra, Dnipro sarà una delle prime città ad essere attaccata” testimonia.

Normalmente si sposta tra i villaggi della zona per offrire corsi di animazione giovanile salesiana nelle parrocchie greco-cattoliche. “Organizziamo i campi estivi, vorrei anche proporre dei corsi di formazione per i giovani animatori di queste zone”. Eppure, ora, con i parroci dei territori e in collaborazione con la Caritas impegnata sulla linea del fronte, sta pensando a come organizzare l’evacuazione degli abitanti, a partire dai bambini, in caso di guerra.

Quanto all’approccio con cui la cittadinanza vive questi momenti, don Ladnyuk condivide, infine: “Tutti i giornalisti che vengono in Ucraina pensano di trovare il panico tra i cittadini. Ma noi viviamo in stato di conflitto da otto anni. Abbiamo paura, certo, ma ormai per noi è la quotidianità. I giornalisti stranieri non capiscono perché ci vedono così sereni… Siamo stanchi, davvero stanchi, di avere paura”.

“Un caffè con…” – Intervista a Roberta Manias, educatrice del progetto “Accorciamo le distanze”

Il gioco da tavola come strumento educativo.

Ospite del programma televisivo “Un caffè con…” per la puntata di oggi, l’educatrice professionale della Cooperativa ET Roberta Manias, intervenuta in merito al progetto “Accorciamo le distanze“.

Il gioco è uno dei primissimi strumenti di relazione ed educazione; il gioco è la prima modalità con cui i bambini fanno esperienza del mondo; il gioco è uno strumento attraverso il quale le persone si mostrano realmente per quello che sono.

Il progetto “Accorciamo le distanze”, che vede come ente capofila il Comitato interregionale dell’Associazione Salesiani per il Sociale di Piemonte e Valle d’Aosta e il coinvolgimento della Associazione Giovanile Salesiana per il Territorio AGS, nasce dal bisogno di riqualificare l’offerta educativa extrascolastica. In risposta agli effetti che la pandemia ha generato, sia a livello didattico che psicologico e sociale, la presente iniziativa intende implementare azioni volte alla cura e al supporto educativo ma che privilegia, allo stesso tempo, quello sociale dei ragazzi vittima del distanziamento sociale. Dunque il gioco diviene strumento formativo e di coesione sociale, che assume la funzione riabilitativa per tutti coloro che sono stati e sono ancora vittima dei recenti avvenimenti.

Don Bosco Casale: conclusi gli incontri di formazione del progetto “P.L.A.Y – Accorciamo le distanze”

P.L.A.Y.: Prevent –Learn – Amuse – Youth

All’interno del progetto “Accorciamo le distanze” sono partiti gli incontri di formazione e workshop sul “gioco da tavola come strumento educativo”.  Di seguito l’esperienza dei giovani della realtà salesiana di Casale Monferrato che hanno concluso questa prima parte del progetto il 19 febbraio scorso.

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Nei giorni 5-12-19 del mese di febbraio si sono svolti i tre incontri pomeridiani del progetto “P.L.A.Y – Accorciamo le distanze” di due ore ciascuno, sul tema del gioco da tavolo.

L’attività è stata destinata a una decina di ragazzi dalla terza alla quinta superiore che, guidati da Egidio Carlomagnoprofessionista del mondo dell’animazione, hanno potuto approfondire la propria conoscenza sul vasto mondo dei giochi da tavolo.

Il primo dei tre incontri si è sviluppato su un livello principalmente teorico, nel corso del quale Egidio ha illustrato ai ragazzi le principali nozioni dei giochi da tavolo e come questi possono essere utilizzati come strumento per la formazione di bambini e ragazzi.

Durante il secondo incontro i ragazzi hanno avuto la possibilità di giocare direttamente, provando diversi tipi di giochi da tavolo, alcuni dei quali sconosciuti alla gran parte dei partecipanti. È stato molto divertente e interessante – a detta dei ragazzi –  poter sperimentare in prima persona questi giochi mai visti prima.

Il terzo e ultimo incontro di formazione ha visto i ragazzi cimentarsi in diversi giochi da tavolo, divisi in gruppi, imparandone così il funzionamento per saperlo poi spiegare agli altri gruppi.

I ragazzi, al termine dei tre incontri, sono rimasti molto soddisfatti da questa esperienza, la quale ha permesso loro di ampliare le proprie conoscenze su un mondo, quello del gioco da tavolo, che può essere utilizzato sia durante l’estate ragazzi sia durante il resto dell’anno, come al catechismo, al doposcuola o durante momenti di festa e di gioco.

Alla scoperta del VIS con Michela Vallarino

Il VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) è un’organizzazione non governativa che, con un occhio di riguardo per i bambini e i giovani più in difficoltà, promuove progetti di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale; oltre a questo, promuove progetti come agenzia educativa, organizzando attività di sensibilizzazione, educazione e formazione. L’organizzazione, che ha all’attivo 83 progetti di cooperazione internazionale, opera in 40 paesi nel mondo.

La mission consiste nel “promuovere lo sviluppo e l’ampliamento delle capacità di ogni persona – intesa come individuo e come membro di una comunità – ponendo particolare attenzione alle bambine, ai bambini e ai giovani più svantaggiati e vulnerabili, fornendo loro opportunità educative, formative e di inserimento socio-professionale, nonché strumenti per la promozione e la tutela dei propri diritti”.

Nell’ambito del programma TV “Un caffè con”, in onda dal lunedì al sabato su Rete 7, è stata intervistata Michela Vallarino, presidente del VIS, che ha raccontato alcuni tra i modi in cui questa organizzazione, in stile salesiano, è realmente presente nei bisogni dei Paesi più vulnerabili, specialmente nella zona dell’Africa, Asia e America Latina. L’attenzione verso ai giovani di Don Bosco si declina nel perseguimento di obiettivi come la protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, e della formazione personale, in prospettiva di una continuità in ambito lavorativo.

Uno degli obiettivi più attuali di VIS è creare delle opportunità alternative alle migrazioni, soprattutto nell’ambito dell’educazione, per permettere ai giovani di avere un’occasione di crescita e realizzazione della propria persona nel Paese di origine.

Un fronte d’azione su cui il VIS sta lavorando è l’Etiopia, Paese che si trova in una silenziosa ma grave situazione di emergenza, specialmente per quanto riguarda la zona Nord (regione del Tigray). Le loro forze si stanno concentrando anche verso un progetto di educazione inclusiva nel Paese, da attuare sia in scuole etiopi salesiane che pubbliche.

Consapevoli che l’educazione, sulla scia di Don Bosco, sia la chiave di volta nella vita di ogni giovane, siamo contenti di poter operare in questa direzione in un Paese significativo per l’attuale situazione di guerra e instabilità politica.

L’attività del VIS, come quella di molte altre organizzazioni, mira alla sensibilizzazione della opinione pubblica e, contemporaneamente, punta a complementare il lavoro svolto nei diversi Paesi.

Questo vale sia per quanto riguarda le attività di educazione alla cittadinanza globale, sia per le attività di advocacy, cioè di interlocuzione con le istituzioni rispetto alle politiche da cui si generano le problematiche che si cercano di contrastare.

L’augurio finale che Michela Vallarino ha regalato è stato quello di iniziare la giornata con la sensazione di essere e sentirsi cittadini del mondo, partendo proprio da chi ci sta attorno.

 

Maker Lab L2L: il progetto “Digital Lab” all’Oratorio San Luigi

L’esperienza Maker Lab di Labs to Learn ha preso vita all’Oratorio salesiano del San Luigi di Torino grazie al laboratorio “Digital Lab“: un progetto pensato per i ragazzi e le ragazze delle scuole elementari e medie come opportunità per apprendere attraverso metodologie divertenti e tecnologiche, come il video editing, il gaming e il coding.

Il Maker lab è legato infatti ad spazio allestito in oratorio con attrezzature digitali e meccaniche, tavoli di lavori e strumenti artigianali per l’apprendimento e la sperimentazione di sé attraverso la metodologia del learning by doing, in modo individuale ed in piccoli gruppi, seguiti da formatori ed educatori.

Avviato lo scorso novembre, il laboratorio “Digital Lab” proseguirà fino a marzo/aprile 2022 presso l’Oratorio dei Salesiani di San Salvario, grazie a 15 incontri suddivisi tra gli alunni dell’Istituto comprensivo “Peyron – Re Umberto I” e i ragazzi delle medie ed elementari  che frequentano l’oratorio.

L’ultimo incontro del progetto vorrà infine diventare una restituzione di tutto quello appreso nel percorso attraverso una presentazione delle attività ai propri compagni ed insegnanti.

Il progetto Digital Lab consiste nel offrire ai ragazzi l’opportunità di apprendere attraverso metodologie più divertenti. In particolare, giocando un po’ con il video editing, con macchine da ripresa, fotocamere e videocamere, con software di montaggio video e con un drone.

Utilizziamo questi strumenti per giocare insieme e divertirci in oratorio.

Manuele Manco – Responsabile del progetto Digital Lab

#4 E se la Fede: Inferno

Nella serata di giovedì 17 febbraio 2022 si è svolto il quarto appuntamento per il percorso di “E se la Fede avesse Ragione?” presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino Valdocco. Il tema trattato in questo incontro ha riguardato il tema dell’inferno, a cura di don Paolo Paulucci.

Ecco i punti principali:

  • Presupposto: siamo nel mondo ma non siamo del mondo
  • Comprendere l’inferno attraverso il peccato
  • Lontananza da Dio
  • Lontananza dai fratelli
  • Lontananza dalla vita
  • Conclusione: paura dell’inferno o timore del Signore

Suor Paola Casalis, invece, ha affrontato la tematica dell’inferno partendo dall’arte: l’opera è stata quella di Alexander Cabanel “L’angelo caduto“.

L’appuntamento è stato trasmesso in diretta sulla pagina Facebook ufficiale di E se la Fede ed è disponibile anche sul sito eselafede.it.

Prossimo appuntamento: giovedì 17 Marzo 2022

Incontro partenti 2021 – Percorso Nel cuore del mondo

Sabato 12 febbraio si è tenuto a Valdocco un incontro per i ragazzi partiti in missione la scorsa estate.

Nella prima parte del pomeriggio il gruppo è stato accompagnato da don Enrico Lupano in una lettura in chiave missionaria di alcuni ambienti del Museo Casa Don Bosco, per poi vivere un momento di riflessione, confronto e condivisione. È stato un momento intenso ed importante, a sei mesi dal ritorno a casa, per ritornare con la memoria alle missioni estive, che a volte nel trambusto della vita da “tornati” vengono un po’ dimenticate, e confrontarsi con chi ha condiviso lo stesso percorso. Inoltre, è stata una grande occasione per vivere del tempo di comunità e di famiglia, che ha ricordato che la prima missione che ciascuno è chiamato a vivere è quella del quotidiano, del curare le relazioni con chi abbiamo intorno ogni giorno. 

Avere la possibilità di prendere del tempo per fermarsi, aprire il cuore ai compagni di percorso ed ascoltare le parole degli altri è stato un dono. La visita al museo casa don bosco, con la guida di Don Enrico, mi ha permesso di mettere nuovamente a fuoco le priorità e gli stili di vita sulle orme di Don Bosco. Una boccata d’aria fresca per l’anima, davvero! (Alessandro) 

 

 

Quinto incontro del Percorso Missionario

Domenica 13 febbraio si è svolto, presso la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice di piazza Maria Ausiliatrice a Torino, il quinto incontro del “Percorso nel Cuore del Mondo” 2021/2022.

Il tema dell’incontro è stato l’interculturalità, un viaggio alla scoperta che, in un mondo inevitabilmente multiculturale, siamo chiamati a fare un passo in più verso l’altro per scoprirne la ricchezza. Durante la mattinata Pierluigi Dovis – direttore della Caritas diocesana – ha raccontato al gruppo l’interculturalità attraverso il brano biblico della Torre di Babele (Genesi 11, 1-9), lanciando la sfida a vedere l’altro come “traghettatore verso la completezza del mio io”. Dopo il pranzo e il gioco insieme il gruppo ha avuto la possibilità di ascoltare una testimonianza di vita concreta sul tema: quella di suor Lidia, suora FMA missionaria per 24 anni in Tunisia e che ora lavora all’Ufficio Pastorale Migranti della diocesi di Torino, che ha condiviso la sua esperienza, semplice e quotidiana, di incontro costate con altre culture.

Ogni incontro è sempre tanto “potente”, apre nuove strade e mette in discussione le nostre certezze! (Elena)