Cagliero 11 – “Per chi ha perso un figlio” – Novembre 2024

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°191 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Novembre 2024.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché tutti i genitori che piangono la morte di un figlio o una figlia trovino sostegno nella comunità e ottengano dallo Spirito consolatore la pace del cuore.

Per i genitori delle nostre presenze salesiane in Brasile che hanno perso un figlio. 

 

Nel mondo di oggi viviamo come se non dovessimo mai morire. Ci sono ambiti della vita di cui siamo a conoscenza, ma siamo distratti da altre cose. Alcuni di questi argomenti sono la sofferenza, la morte… sappiamo che esistono e, finché non ci toccano, non ci facciamo caso.
La morte fa parte della vita, è un binomio che il Creatore, nella sua saggezza, ha progettato molto bene. Finché siamo giovani e sani, non ci viene in mente di pensare alla morte o alla sofferenza, prima o poi arriveranno, è la dinamica della vita terrena.
Chiunque abbia conosciuto e sperimentato la genitorialità (fisica o spirituale) conosce il dolore della perdita di un figlio.
Preghiamo il Signore per i genitori che hanno perso un figlio. Che la consolazione della risurrezione li conforti.

Alberto Rodriguez
Marmol SDB
Presidente Fondazione DON BOSCO NEL MONDO

Primo incontro GxG: la vita come dono per gli altri

Nelle giornate del 26 e del 27 ottobre si è svolto il primo incontro del percorso di GxG Ado, un cammino di crescita coinvolgente, adatto a chi vuole approfondire propria appartenenza alla Chiesa con lo stile salesiano.

Lì i giovani incontrano testimoni e si confrontano con i membri dell’equipe nel dialogo personale. Fanno esperienza della vita nella Chiesa, per comprendere come essere protagonisti del proprio futuro. La scelta dell’equipe di quest’anno è stata quella di includere una famiglia per poter dare voce e testimonianza a una scelta vocazionale importante.

Il tema di discernimento vocazionale  affrontato ha riflesso una profonda comprensione del significato del servizio e della dedizione agli altri. La vita, vista come un dono, acquista senso quando la si spende per l’altro e per il bene altrui. Annullarsi per gli altri non significa, perciò, perdere se stessi, ma piuttosto trovare una pienezza e una gratificazione che arricchisce tanto se stessi quanto le persone che si aiutano.

In questo processo, si genera vita e speranza, creando un circolo virtuoso di amore e supporto. Questo approccio alla vita e alla vocazione è davvero potente e ispiratore. È stato possibile sperimentarlo e riconoscerlo  come già un po’ presente nella vita dei ragazzi, animatori nelle proprie realtà, attraverso attività in cui si è riflettuto sul dono di sé, del proprio tempo e dei propri talenti a servizio del prossimo.

E se la fede avesse Ragione? – Primo incontro dell’annualità 2024/25 sul tema “La chiesa comunione di vocazioni”

Giovedì 24 ottobre si è tenuto il primo incontro di E se la fede avesse Ragione? per l’annualità 2024/2025 nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco. Tema della serata “La chiesa comunione di vocazioni“.

Nell’affrontare il tema lo speaker don Paolo Paulucci ha toccato i seguenti argomenti:

  • Dio è comunione quindi…. La vita è comunione!
  • La giustizia delle relazioni
  • La Chiesa nel sogno di Dio…. Una comunione che guarda fuori

Per rivivere l’incontro è disponibile il video della diretta:

Prossimo appuntamento il 21 novembre sul tema “Le vocazioni nella chiesa“.

 

In arrivo il primo incontro di E se la Fede avesse Ragione? 2024/2025: Credo la Chiesa

Ripartono gli appuntamenti di “E se la fede avesse ragione?” con il primo incontro del 2024/2025 “Credo la Chiesa“. Rivolti ai giovani per un percorso autentico di fede, sono organizzati in collaborazione con la Pastorale Giovanile Diocesana.

L’appuntamento è giovedì 24 ottobre 2024 presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco dalle ore 20.45 alle 22.30, con possibilità, per chi lo desidera, di una cena condivisa alle ore 19.45.

Lo speaker del giorno sarà don Paolo Paulucci, che toccherà i seguenti punti del tema principale “La chiesa comunione di vocazioni“:

  • Dio è comunione quindi…. La vita è comunione!
  • La giustizia delle relazioni
  • La Chiesa nel sogno di Dio…. Una comunione che guarda fuori

La diretta sarà trasmessa in diretta sui canali Facebook di “E se la Fede”.

Per rivivere gli appuntamenti, inoltre, è stato creato un canale podcast dedicato così da rendere accessibili le catechesi sui diversi canali di distribuzione.

Primo incontro dei Gr Discernimento

Lo scorso weekend – 19 e 20 ottobre 2024 –  sono iniziati gli incontri del Gr discernimento presso la Sede Ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice del Piemonte (FMA) a Valdocco, organizzati dall’Animazione Vocazionale dei Salesiani e dalle FMA per i giovani dalla 5° superiore in su.

Un cammino che ha le proprie radici a partire dagli anni ’80, portando l’esperienza dell’Animazione Vocazione dell’Ispettoria ICP ad essere tra quelle più consolidate in tutta Italia.

Il prossimo appuntamento sarà il 14-15 dicembre 2024.

Il VIS con la Scuola di Pace di Bra per ribadire che “La guerra è una follia”

Dal sito del VIS.

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“La guerra è una follia. La pace è l’unica strada possibile”: è questo il titolo della nuova iniziativa lanciata dalla Scuola di Pace “Toni Lucci” di Bra insieme al VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, che si concretizzerà in una serata pubblica in programma mercoledì 23 ottobre 2024.

L’evento si terrà presso il centro polifunzionale “Giovanni Arpino” a partire dalle 20.45, con ingresso libero, e vedrà la partecipazione della giornalista e saggista Paola Caridi, che presenterà il suo libro “Il gelso di Gerusalemme”, manifesto di botanica politica che narra la storia del Mediterraneo e del Medio Oriente attraverso gli alberi, e del docente di Economia dello sviluppo presso l’università di Betlemme e Pavia Gianni Vaggi. Moderatore della serata Luigi Bisceglia, coordinatore regionale per il Medio Oriente per i programmi del VIS.

Il progetto prevede inoltre due appuntamenti riservati alle scolaresche in programma rispettivamente nelle mattinate del 23 e 24 ottobre, durante le quali si terranno delle tavole rotonde sul tema della guerra nel mondo con la partecipazione della Consulta giovanile di Bra. I momenti con le scolaresche rappresentano un ulteriore passo di un lungo programma di iniziative avviato già lo scorso anno, che ha visto la predisposizione da parte degli studenti di striscioni contro la guerra che sono stati esposti nei diversi plessi scolastici.

Inoltre, proprio una scuola braidese – la Primaria “Don Milani”, classi 4° e 5° A e 5° B – si è aggiudicata nel 2022/23 il primo premio nel concorso intitolato “La guerra è una follia” indetto dal VIS con l’intento di accompagnare i ragazzi nella “lettura” dei diversi conflitti che attraversano il mondo e alla ricerca di chiavi di comprensione e di azione che incoraggino a costruire realtà nelle quali i conflitti vengano “gestiti” e vissuti in modo non distruttivo. Il filmato elaborato dagli studenti braidesi può essere consultato a questo link.

A questo link, è possibile vedere il video didattico “La guerra è una follia” elaborato dal VIS.

 

Racconti di missione: esperienze estive 2024

Dopo il rientro dalle missioni estive, i diversi gruppi partiti raccontano la loro esperienza.

Missione Ngozi, Burundi

Chiamati e Inviati


Chiamati da Qualcuno più grande, da Chi desidera davvero il nostro bene e ripone speranza in noi, affinché possiamo trasformare la nostra vita in un capolavoro.

Inviati da una comunità pronta a sostenerci nei momenti difficili, vicina anche nella distanza, decisa ad accompagnarci in questa missione.

Perché sì, è proprio di una missione che stiamo parlando. O meglio, di esperienza missionaria. Un’esperienza che, se la accetti, ti cambia. Ti rende consapevole, ti fa crescere, ti rende una persona migliore, senza aspettarti nulla in cambio.

Sei giovani e due salesiani. Otto “musungu“- bianchi – in viaggio verso un piccolo paese nel cuore dell’Africa: il Burundi.

Qui, la terra rossa si mescola a una povertà evidente, tangibile, ma colma di umiltà. Una povertà accettata come condizione di vita, dove la mancanza di acqua corrente è normalità, l’assenza di rifornimenti di benzina è routine e fare un solo pasto al giorno è pura provvidenza.

Abbiamo incontrato una comunità segnata da una guerra passata e da una crisi economica presente, ma che ogni giorno cerca di vivere l’attimo, senza preoccuparsi troppo del domani. Il futuro? Sarà un’altra storia.

Siamo stati inviati non per cambiare il mondo, ma semplicemente per stare. Per vivere appieno il “patronage” con circa ottocento bambini. Settimane intense che ci hanno aperto gli occhi: abbiamo capito quanto siamo fortunati a sederci a tavola tre volte al giorno, a poter aprire un rubinetto e vedere l’acqua sgorgare. Ci hanno mostrato che i veri problemi della vita sono altri. Che vivere il presente, anche solo per un momento, ti fa pensare: “Quando mi ricapiterà?

Forse, per essere veramente felici, basta davvero poco.

Ci siamo donati a bambini e ragazzi che, probabilmente, non rivedremo mai più. Con i nostri pregi e difetti, ci siamo offerti così come siamo. E, giorno dopo giorno, abbiamo compreso che, mentre noi eravamo lì per loro, erano loro a donarci qualcosa: un sorriso, una parola, un gesto. E bastava tutto questo a ripagare ogni fatica e sacrificio.

È proprio vero che “C’è più gioia nel donare che nel ricevere“, ma è solo vivendo una realtà come questa sulla propria pelle che lo si può affermare con certezza.

Missione Nairobi, Kenya

Luca, Giacomo, Maddalena, Enrica, Carlotta, Sr Lucia e Don Alessandro

Esattamente un anno fa 20 giovani provenienti da zone differenti del Piemonte (e Valle d’Aosta) e da esperienze di vita altrettanto diverse, hanno deciso di intraprendere il cammino di animazione missionaria proposto dai salesiani. Dopo un cammino di un anno, con cadenza mensile, e dopo tanta preghiera ecco che si forma il gruppo del Kenya, composto da 5 di questi 20 ragazzi: 2 ragazzi (Luca e Giacomo) e 3 ragazze (Maddalena, Enrica e Carlotta), sotto la guida esperta di Don Alessandro (SDB plurimissionario) e Suor Lucia (FMA di origine salvadoregna e missionaria a vita!).

Come gruppo siamo stati inviati a Nairobi, la capitale del Kenya, più precisamente abbiamo orbitato nelle sue periferie; dapprima nella comunità dei Bosco Boys Langata, che accoglie e rieduca ragazzi di strada, e infine a Mutuini, comunità di FMA che si occupa del noviziato (che comprende novizie da tutto l’Est africano).

Il nostro impatto con l’Africa è stato silenzioso, meno dirompente di quanto ci si aspetti, perché fin da subito siamo stati accolti da una piccola comunità e non da un’infinità di gente. A donarci il loro calore, la loro vita e la bellezza dell’Africa sono stati infatti 24 ragazzi della comunità dei Bosco Boys, centro che recupera ragazzi dalla strada e gli offre una nuova vita. Molti di loro hanno fatto il loro ingresso nella comunità il nostro stesso giorno, ma a doversi adattare siamo stati più noi, con le difficoltà della lingua, del cibo e la paura di ammalarsi, paure che ben presto sono svanite, ostacoli che altrettanto rapidamente sono stati superati e lì dentro ognuno sì è sentito a casa.

Con loro abbiamo condiviso la quotidianità: la sveglia al mattino, la messa, le pulizie, le lezioni, lo svago e i lavori di abbellimento/riparazione, e ci siamo scoperti amici e fratelli. Il nostro viaggio non si è limitato a questo infatti, di tanto in tanto, abbiamo fatto visita anche ad altre realtà lì vicino: Bosco Town (scuola professionale dei salesiani)e le suore del Cottolengo (il centro di ricovero per i bambini malati di HIV).

Infine il nostro incarico ci ha portati in un’altra parte della periferia di Nairobi: Mutuini. Sicuramente separarsi dai ragazzi di Bosco Boys Langata è stato difficile, perché in poco tempo ci siamo affezionati gli uni agli altri, ma con coraggio siamo ripartiti da zero nella nuova comunità che ci ha accolto non con meno gioia o calore, infatti non sono mancate feste e ringraziamenti.

Nella comunità a Mutuini invece il nostro incarico è stato quello di aiutare le FMA nella gestione e animazione del Summer Camp, ovvero l’Estate Ragazzi; quindi i primi giorni tra la separazione del primo centro, i festeggiamenti per la professione perpetua di 5 FMA si sono svolti i preparativi per l’estate ragazzi.

Prima però del Summer Camp, abbiamo fatto un ultima visita: siamo andati a Kibera, la baraccopoli più grande del Kenya, e assieme alle suore della “visitazione” ci siamo confrontati con una realtà dura da digerire, la povertà. Nonostante però questa povertà estrema abbiamo conosciuto persone/famiglie estremamente accoglienti, riconoscenti, vive!

Infine, a conclusione di questo mese missionario: il Summer Camp! Con più di 100 bambini, animati da noi e le novizie FMA con le quali abbiamo condiviso prima di tutto la preghiera e non per ultimo l’amicizia e la fratellanza. Con altrettanti pianti e saluti, abbiamo dovuto salutare anche questa comunità e ritornare in Italia, dove però la nostra missione continua come testimoni di una grande fede e di un’esperienza rivoluzionaria che consigliamo a chiunque si senta chiamato a viverla!

Missione Bo, Sierra Leone

Dove Tu mi vuoi io sarò, dove Tu mi vuoi io andrò…

Ed è proprio così, non scegli il “dove”, non scegli “con chi” ma semplicemente vieni “mandato” un po’ oltre i confini per vivere un’esperienza dai mille colori, che parla ad ogni parte di te: anima e corpo.

Siamo partiti per andare nella cittadina di Bo, in Sierra Leone, in 7: cinque ragazzi e due accompagnatori. Ma la differenza, quando siamo arrivati, non l’abbiamo fatta noi quanto più la comunità che ci ha ospitato e le persone che ci hanno accolto, le mani che hanno stretto le nostre e gli sguardi scambiati.

Indubbiamente non è l’Africa che ti immagini con il sole cocente, la savana sconfinata e gli animali selvaggi perché era la stagione delle piogge, sembrava di essere in una foresta pluviale e gli animali più pericolosi che abbiamo incontrato sono stati i gechi e le pecore. Però, in un Paese dove di “pumuii” (ossia i bianchi) non se ne vedono molti, ci siamo sentiti come a casa, circondati dall’affetto e dalle cure di tutte le persone che incontravamo.

Durante le settimane abbiamo partecipato al Summer Camp, organizzato dalla parrocchia salesiana che frequentavamo, dove abbiamo avuto modo di conoscere bambini e ragazzi di ogni età e stare in mezzo loro semplicemente con la nostra presenza. Nel fine settimana, invece, grazie alla disponibilità della comunità e di alcuni animatori abbiamo avuto la possibilità di visitare le carceri, i villaggi più lontani ed entrare in contatto con le realtà circostanti.

La semplicità con cui i bambini e i ragazzi si avvicinavano e giocavano con noi sono stati l’esempio chiaro che per conoscersi e stare insieme non è tanto importante che giochi si fanno, quanto materiale si ha a disposizione, quanto più il tempo che si dedica all’ascolto, all’incontro, allo stare così come si è, al punto tale che ci si dimentica di guardare l’orologio, perché in Africa l’orario è solo indicativo.

É proprio vero che “ciò che l’occhio ha visto il cuore non dimentica” e sicuramente tutto ciò che abbiamo visto e vissuto è e sarà per sempre impresso nei nostri cuori.

Bika Sierra Leone!

Missione Telšiai, Lituania

Il mese missionario vissuto insieme è stata una delle esperienze più belle mai trascorse. In questa esperienza abbiamo fatto di tutto: animato, pregato, giocato, visitato… e tutto lo abbiamo fatto insieme! Abbiamo infatti vissuto la ricchezza più bella ovvero la fraternità, che vuol dire sentirsi fratello e sorella accolti l’uno dall’altro e siamo stati in una casa che si è trasformata in una famiglia anche e soprattutto grazie all’accoglienza speciale dei salesiani in Lituania.

La nostra esperienza è stata vissuta a Telšiai dove abbiamo sperimentato la bellezza di fare estate ragazzi in maniera diversa. Le difficoltà non sono state poche soprattutto lo scontrarsi con un modo di fare dei ragazzi molto diverso dal nostro oltre che le mentalità e gli stili diversi dai nostri e soprattutto la comunicazione non facile.

La grande sfida è stata quindi quella di avere un atteggiamento di fiducia piena nei confronti di una realtà che non ci aspettavamo, ricca di confusione e difficoltà ma soprattutto ricca di bellezze e di persone accoglienti. Con questo spirito di piena disponibilità e servizio, ci siamo lasciati trasportare in un mondo che aveva tanto da imparare ma da cui soprattutto noi avremmo imparato molto.

Se da un lato abbiamo conosciuto la storia travagliata e difficile della Lituania, dall’altro l’esperienza che abbiamo vissuto ci ha aiutato a sperare in un futuro migliore per questo paese; i giovani e la loro voglia di fare, il loro desiderio e bisogno di affetto e di relazioni, la presenza dell’Estate Ragazzi che in soli 4 anni già accoglie più di 100 ragazzi… tutto ciò ci ha colpito e ci permette di dire che questo paese, nonostante il suo passato complicato, riuscirà a riprendersi e fiorire come già sta facendo.

In conclusione è stata un’esperienza arricchente, abbiamo conosciuto un nuovo paese e alcune persone che ci abitano, abbiamo fatto un’esperienza di servizio a contatto con altri ma allo stesso tempo abbiamo avuto modo di riflettere su noi stessi, aumentando la nostra fede e fiducia nel Signore e nelle esperienza che ha riservato per tutti noi.

Savio Club 2024-2025

DS Mood: lo stile di Domenico Savio!

Lettera dell’Ispettore – Ottobre 2024

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di ottobre 2024.

Torino,
2 Ottobre 2024
Memoria dei Santi Angeli Custodi

A confratelli e laici corresponsabili di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania

Carissimi confratelli, carissime laiche e laici corresponsabili,
purtroppo le emergenze non finiscono mai. Come sapete la situazione in Medio Oriente si sta evolvendo in modo più drammatico di quanto già potesse verificarsi, con l’incremento progressivo dei fronti di guerra: Israele, Gaza, Libano, Iran.

Tre giorni fa è giunto il Comunicato Stampa (che vi allego) dell’ispettore MOR, don Simo Zakerian, che spiegava l’attuale situazione (e non era ancora iniziata l’offensiva di terra in Libano) nella sua gravità in termini di perdite di vite umane, feriti e profughi. Il popolo libanese, che ha accolto negli scorsi anni tantissimi rifugiati siriani colpiti dalla guerra e dal terremoto, si trova adesso a fuggire dalla propria terra o a chiedere aiuto a chi, nella zone più a nord del paese, può offrirlo più facilmente. L’opera salesiana di El-Hossun ha già accolto circa 100 sfollati, ma purtroppo i numeri sono destinati a salire.

Ieri Don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore e attuale guida della Famiglia Salesiana nel mondo, ha lanciato un appello chiedendo, a chi ne ha la possibilità, di inviare aiuti economici ai salesiani del Medio Oriente, per sostenerli nell’opera di accoglienza di tanti profughi.

Riteniamo opportuno che le donazioni che verranno raccolte nelle case possano avere un unico collettore nell’Economato ispettoriale. Queste le coordinate bancarie dell’Ispettoria:

IBAN IT80B0306909606100000115761

intestato a CIRCOSCRIZIONE MARIA AUSILIATRICE PIEMONTE E VALLE D’AOSTA

Causale: Emergenza Libano

Per il momento come ispettoria abbiamo inviato € 30.000,00.

Ci sentiamo spesso impotenti di fronte a queste tragedie che tanti fratelli e sorelle, tanti bambini, giovani e anziani, subiscono nel mondo. E tuttavia, supportati da Santa Teresa di Lisieux che, da patrona della missioni, apre l’ottobre missionario; da lei che aveva scoperto di dover e poter essere l’amore nel cuore della Chiesa; anche noi desideriamo portare solidarietà, nella Chiesa e nel mondo. Lei, in quanto suora di clausura, non poteva spostarsi dal suo monastero. Anche la maggior parte di noi non ha la possibilità di spostarsi da dove si trova, ma tutti possiamo dare comunque una mano.

L’aiuto economico è uno dei modi per aiutare. La preghiera è certamente un altro modo. Coltivare una vita santa, capace di costruire la pace attorno a sé è un ulteriore modo. Evidentemente non si tratta di modalità alternative tra loro… Ognuno offra quel che può.

Con affetto in Don Bosco,

Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Messaggio del Papa per la XCVIII Giornata Missionaria Mondiale 2024

Dal sito della Santa Sede.

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Andate e invitate al banchetto tutti (cfr Mt 22,9)

Cari fratelli e sorelle!

Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho tratto il tema dalla parabola evangelica del banchetto nuziale (cfr Mt 22,1-14). Dopo che gli invitati hanno rifiutato l’invito, il re, protagonista del racconto, dice ai suoi servi: «Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze» (v. 9). Riflettendo su questa parola-chiave, nel contesto della parabola e della vita di Gesù, possiamo mettere in luce alcuni aspetti importanti dell’evangelizzazione. Essi si rivelano particolarmente attuali per tutti noi, discepoli-missionari di Cristo, in questa fase finale del percorso sinodale che, in conformità al motto “Comunione, partecipazione, missione”, dovrà rilanciare la Chiesa verso il suo impegno prioritario, cioè l’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo.

1. “Andate e invitate!”. La missione come instancabile andare e invitare alla festa del Signore

All’inizio del comando del re ai suoi servi, ci sono i due verbi che esprimono il nucleo della missione: “andate” e “chiamate” nel senso di “invitate”.

Riguardo al primo, va ricordato che in precedenza i servi erano stati già inviati a trasmettere il messaggio del re agli invitati (cfr vv. 3-4). Questo ci dice che la missione è un andare instancabile verso tutta l’umanità per invitarla all’incontro e alla comunione con Dio. Instancabile! Dio, grande nell’amore e ricco di misericordia, è sempre in uscita verso ogni uomo per chiamarlo alla felicità del suo Regno, malgrado l’indifferenza o il rifiuto. Così Gesù Cristo, buon pastore e inviato del Padre, andava in cerca delle pecore perdute del popolo d’Israele e desiderava andare oltre per raggiungere anche le pecore più lontane (cfr Gv 10,16). Egli ha detto ai discepoli: “Andate!”, sia prima sia dopo la sua risurrezione, coinvolgendoli nella sua stessa missione (cfr Lc 10,3; Mc 16,15). Per questo, la Chiesa continuerà ad andare oltre ogni confine, ad uscire ancora e ancora senza stancarsi o perdersi d’animo di fronte a difficoltà e ostacoli, per compiere fedelmente la missione ricevuta dal Signore.

Colgo l’occasione per ringraziare i missionari e le missionarie che, rispondendo alla chiamata di Cristo, hanno lasciato tutto per andare lontano dalla loro patria e portare la Buona Notizia là dove la gente ancora non l’ha ricevuta o l’ha accolta da poco. Carissimi, la vostra generosa dedizione è l’espressione tangibile dell’impegno della missione ad gentes che Gesù ha affidato ai suoi discepoli: «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19). Continuiamo perciò a pregare e ringraziare Dio per le nuove e numerose vocazioni missionarie per l’opera di evangelizzazione sino ai confini della terra.

E non dimentichiamo che ogni cristiano è chiamato a prendere parte a questa missione universale con la propria testimonianza evangelica in ogni ambiente, così che tutta la Chiesa esca continuamente con il suo Signore e Maestro verso i “crocicchi delle strade” del mondo di oggi. Sì, «oggi il dramma della Chiesa è che Gesù continua a bussare alla porta, ma dal di dentro, perché lo lasciamo uscire! Tante volte si finisce per essere una Chiesa […] che non lascia uscire il Signore, che lo tiene come “cosa propria”, mentre il Signore è venuto per la missione e ci vuole missionari» (Discorso ai partecipanti al convegno promosso dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, 18 febbraio 2023). Che tutti noi, battezzati, ci disponiamo ad andare di nuovo, ognuno secondo la propria condizione di vita, per avviare un nuovo movimento missionario, come agli albori del cristianesimo!

Tornando al comando del re ai servi nella parabola, l’andare va insieme con il chiamare o, più precisamente, l’invitare: «Venite alle nozze!» (Mt 22,4). Ciò lascia intravedere un altro aspetto non meno importante della missione affidata da Dio. Come si può immaginare, quei servi-messaggeri trasmettevano l’invito del sovrano con urgenza ma anche con grande rispetto e gentilezza. Allo stesso modo, la missione di portare il Vangelo ad ogni creatura deve avere necessariamente lo stesso stile di Colui che si annuncia. Nel proclamare al mondo «la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 36), i discepoli-missionari lo fanno con gioia, magnanimità, benevolenza, frutto dello Spirito Santo in loro (cfr Gal 5,22); senza forzatura, coercizione, proselitismo; sempre con vicinanza, compassione e tenerezza, che riflettono il modo di essere e di agire di Dio.

2. Al banchetto. La prospettiva escatologica ed eucaristica della missione di Cristo e della Chiesa

Nella parabola, il re chiede ai servi di portare l’invito al banchetto per le nozze di suo figlio. Tale banchetto riflette quello escatologico, è immagine della salvezza finale nel Regno di Dio, realizzata fin d’ora con la venuta di Gesù, il Messia e Figlio di Dio, che ci ha donato la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10), simboleggiata dalla mensa imbandita «di cibi succulenti, di vini raffinati», quando Dio «eliminerà la morte per sempre» (Is 25,6-8).

La missione di Cristo è quella della pienezza dei tempi, come Egli ha dichiarato all’inizio della sua predicazione: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino» (Mc 1,15). Così, i discepoli di Cristo sono chiamati a continuare questa stessa missione del loro Maestro e Signore. Ricordiamo in proposito l’insegnamento del Concilio Vaticano II sul carattere escatologico dell’impegno missionario della Chiesa: «Il periodo dell’attività missionaria si colloca tra la prima e la seconda venuta di Cristo […]. Prima appunto della venuta del Signore, il Vangelo deve essere annunziato a tutte le nazioni» (Decr. Ad gentes, 9).

Sappiamo che lo zelo missionario nei primi cristiani aveva una forte dimensione escatologica. Sentivano l’urgenza dell’annuncio del Vangelo. Anche oggi è importante tener presente tale prospettiva, perché essa ci aiuta ad evangelizzare con la gioia di chi sa che «il Signore è vicino» e con la speranza di chi è proteso alla meta, quando saremo tutti con Cristo al suo banchetto nuziale nel Regno di Dio. Mentre dunque il mondo propone i vari “banchetti” del consumismo, del benessere egoistico, dell’accumulo, dell’individualismo, il Vangelo chiama tutti al banchetto divino dove regnano la gioia, la condivisione, la giustizia, la fraternità, nella comunione con Dio e con gli altri.

Questa pienezza di vita, dono di Cristo, è anticipata già ora nel banchetto dell’Eucaristia, che la Chiesa celebra su mandato del Signore in memoria di Lui. E così l’invito al banchetto escatologico che portiamo a tutti nella missione evangelizzatrice è intrinsecamente legato all’invito alla mensa eucaristica, dove il Signore ci nutre con la sua Parola e con il suo Corpo e il suo Sangue. Come ha insegnato Benedetto XVI, «in ogni Celebrazione eucaristica si realizza sacramentalmente il radunarsi escatologico del Popolo di Dio. Il banchetto eucaristico è per noi reale anticipazione del banchetto finale, preannunziato dai Profeti (cfr Is 25,6-9) e descritto nel Nuovo Testamento come “le nozze dell’Agnello” (Ap 19,7.9), da celebrarsi nella gioia della comunione dei santi» (Esort. ap. postsin. Sacramentum Caritatis, 31).

Perciò, siamo tutti chiamati a vivere più intensamente ogni Eucaristia in tutte le sue dimensioni, particolarmente in quella escatologica e missionaria. Ribadisco, a tale  proposito, che «non possiamo accostarci alla Mensa eucaristica senza lasciarci trascinare nel movimento della missione che, prendendo avvio dal Cuore stesso di Dio, mira a raggiungere tutti gli uomini» (ivi, 84). Il rinnovamento eucaristico, che molte Chiese locali stanno lodevolmente promuovendo nel periodo post-Covid, sarà anche fondamentale per risvegliare lo spirito missionario in ogni fedele. Con quanta più fede e slancio del cuore, in ogni Messa, dovremmo pronunciare l’acclamazione: «Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta»!

In questa prospettiva, nell’anno dedicato alla preghiera in preparazione al Giubileo del 2025, desidero invitare tutti a intensificare anche e soprattutto la partecipazione alla Messa e la preghiera per la missione evangelizzatrice della Chiesa. Essa, obbediente alla parola del Salvatore, non cessa di innalzare a Dio in ogni celebrazione eucaristica e liturgica l’orazione del Padre nostro con l’invocazione «Venga il Tuo regno». E così la preghiera quotidiana e particolarmente l’Eucaristia fanno di noi dei pellegrini-missionari della speranza, in cammino verso la vita senza fine in Dio, verso il banchetto nuziale preparato da Dio per tutti i suoi figli.

3. “Tutti”. La missione universale dei discepoli di Cristo e la Chiesa tutta sinodale-missionaria

La terza e ultima riflessione riguarda i destinatari dell’invito del re: «tutti». Come ho sottolineato, «questo è al cuore della missione: quel “tutti”. Senza escludere nessuno. Tutti. Ogni nostra missione, quindi, nasce dal Cuore di Cristo per lasciare che Egli attiri tutti a sé» (Discorso ai partecipanti all’Assemblea generale delle Pontificie Opere Missionarie, 3 giugno 2023). Ancora oggi, in un mondo lacerato da divisioni e conflitti, il Vangelo di Cristo è la voce mite e forte che chiama gli uomini a incontrarsi, a riconoscersi fratelli e a gioire dell’armonia tra le diversità. Dio vuole che «tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4). Perciò, non dimentichiamo mai, nelle nostre attività missionarie, che siamo inviati ad annunciare il Vangelo a tutti, e «non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 14).

I discepoli-missionari di Cristo hanno sempre nel cuore la preoccupazione per tutte le persone di ogni condizione sociale o anche morale. La parabola del banchetto ci dice che, seguendo la raccomandazione del re, i servi radunarono «tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni» (Mt 22,10). Inoltre, proprio «i poveri, gli storpi, i ciechi e gli zoppi» (Lc 14,21), vale a dire gli ultimi ed emarginati della società, sono gli invitati speciali del re. Così, il banchetto nuziale del Figlio che Dio ha preparato rimane per sempre aperto a tutti, perché grande e incondizionato è il suo amore per ognuno di noi. «Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16). Chiunque, ogni uomo e ogni donna è destinatario dell’invito di Dio a partecipare alla sua grazia che trasforma e salva. Bisogna solo dire “sì” a questo dono divino gratuito, accogliendolo e lasciandosi trasformare da esso, rivestendosene come di una “veste nuziale” (cfr Mt 22,12).

La missione per tutti richiede l’impegno di tutti. Occorre perciò continuare il cammino verso una Chiesa tutta sinodale-missionaria a servizio del Vangelo. La sinodalità è di per sé missionaria e, viceversa, la missione è sempre sinodale. Pertanto, una stretta cooperazione missionaria risulta oggi ancora più urgente e necessaria nella Chiesa universale come pure nelle Chiese particolari. Sulla scia del Concilio Vaticano II e dei miei Predecessori, raccomando a tutte le diocesi del mondo il servizio delle Pontificie Opere Missionarie, che costituiscono i mezzi primari «sia per infondere nei cattolici, fin dalla più tenera età, uno spirito veramente universale e missionario, sia per favorire una adeguata raccolta di sussidi a vantaggio di tutte le missioni e secondo le necessità di ciascuna» (Decr. Ad gentes, 38). Per questo, le collette della Giornata Missionaria Mondiale in tutte le Chiese locali sono interamente destinate al Fondo universale di solidarietà che la Pontificia Opera della Propagazione della Fede poi distribuisce, a nome del Papa, per le necessità di tutte le missioni della Chiesa. Preghiamo il Signore che ci guidi e ci aiuti ad essere Chiesa più sinodale e più missionaria (cfr Omelia nella Messa conclusiva dell’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, 29 ottobre 2023).

Rivolgiamo infine lo sguardo a Maria, che ottenne da Gesù il primo miracolo proprio ad una festa di nozze, a Cana di Galilea (cfr Gv 2,1-12). Il Signore offrì agli sposi e a tutti gli invitati l’abbondanza del vino nuovo, segno anticipato del banchetto nuziale che Dio prepara per tutti alla fine dei tempi. Chiediamo ancora oggi la sua materna intercessione per la missione evangelizzatrice dei discepoli di Cristo. Con la gioia e la premura della nostra Madre, con la forza della tenerezza e dell’affetto (cfr Evangelii gaudium, 288), andiamo e portiamo a tutti l’invito del Re Salvatore. Santa Maria, Stella dell’evangelizzazione, prega per noi!

Roma, San Giovanni in Laterano, 25 gennaio 2024, festa della conversione di San Paolo.

-Francesco