Novena a Don Bosco 2021
“Testimoni di speranza” – Novena a Don Bosco 2021
“Testimoni di speranza” – Novena a Don Bosco 2021
Dalla “tradizione” alla “convinzione”: il nuovo spazio dell’annuncio cristiano. Un tema che durante il Sinodo sui giovani ha trovato ampio eco tra i padri sinodali. Un cambiamento lento e inesorabile che riguarda la vita intera della cristianità occidentale e che trova nei giovani una realizzazione più evidente che in altri strati della popolazione. Si riporta di seguito l’articolo a cura di don Rossano Sala sdb (professore ordinario di Teologia pastorale e Pastorale giovanile presso l’Università Pontificia Salesiana) pubblicato sul mensile “Vita pastorale” (periodico San Paolo) di questo mese, gennaio 2021.
Rossano Sala sdb
«Vita pastorale» 1 (2021) 54-55
SCELTA DI VITA CONVINTA
Dalla “tradizione” alla “convinzione”: è questo il nuovo spazio dell’annuncio cristiano
Non siamo più nella cristianità!
Era una cosa che gli studiosi andavano dicendo da tempo, ma adesso è di dominio pubblico: «Fratelli e sorelle, non siamo nella cristianità, non più! […] Abbiamo pertanto bisogno di un cambiamento di mentalità pastorale, che non vuol dire passare a una pastorale relativistica. Non siamo più in un regime di cristianità perché la fede – specialmente in Europa, ma pure in gran parte dell’Occidente – non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa, emarginata e ridicolizzata». Queste le parole di Papa Francesco del 21 dicembre 2019, durante il tradizionale discorso alla curia romana per gli auguri di Natale. Il nostro tempo si trasforma: non è diventato “secolare” – dove il religioso non avrebbe più alcuno spazio – ma “post-secolare”, contraddistinto cioè dalla persistenza e dalla metamorfosi del fenomeno religioso.
Dalla “tradizione” alla “convinzione”
Come possiamo descrivere questo processo in atto? Per usare un’immagine, proviamo a pensarci mentre navighiamo su un fiume seguendo la direzione della corrente. Tutto è facile, perché anche se non remiamo la nostra imbarcazione sarà naturalmente portata ad andare avanti. In un contesto del genere ci possono certo essere difficoltà, e potremo anche essere chiamati a superare diversi ostacoli, ma in discesa. Immaginiamo ora la situazione rovesciata, navigando cioè controcorrente. Il fiume magari è lo stesso, ma le difficoltà e le fatiche aumentano perché siamo chiamati a salire. Questo è il mutamento epocale: se prima era scontato crescere in un mondo orientato cristianamente, oggi sembra essere ovvio esattamente il contrario. Se prima si poteva evitare di prendere posizione, lasciandosi trasportare dalla corrente della tradizione, oggi è necessario scegliere attraverso una decisione.
I giovani nel nuovo contesto
Allo stesso modo in cui un testo è comprensibile nel suo contesto, la vita concreta dei giovani lo è solo all’interno dell’ambiente in cui nascono, vivono e crescono. I giovani sono sismografi e sentinelle, perché percepiscono prima e meglio di altri i cambiamenti in atto. Non è più ovvio crescere in un’ambiente sociale connotato da un contesto religioso; non è più normale che i loro genitori siano i primi testimoni della fede; tante volte nell’ambiente scolastico e universitario c’è ostilità verso la fede. Se poi assommiamo a questo la digitalizzazione in atto e l’elevata mobilità a livello globale, è facile rendersi conto che i giovani più di altri siano lasciati a sé stessi da tutti i punti di vista. La fede sarà per loro possibile, più che per altre categorie sociali, solo come il frutto di una ricerca spirituale personale e di una scelta di vita convinta.
Il dato statistico più evidente
L’abbandono della pratica religiosa ufficiale è l’effetto più visibile della fine della cristianità. Come dire, quando si tratta di remare controcorrente i più si tirano indietro. Ne rimangono pochi, un piccolo resto, una minoranza. E i giovani sono i primi a non partecipare più alla vita ordinaria della comunità cristiana. È il dato più eclatante, tra l’altro previsto da alcuni teologi, tra cui il giovane J. Ratzinger nel lontano 1969. Per lui era l’effetto della necessaria purificazione operata dal Concilio Vaticano II: la Chiesa del futuro «diventerà più piccola, dovrà ricominciare tutto da capo. Essa non potrà più riempire molti degli edifici che aveva eretto nel periodo della congiuntura alta. Essa, oltre che perdere degli aderenti numericamente, perderà anche molti dei suoi privilegi nella società. Essa si presenterà in modo molto più accentuato di un tempo come la comunità della libera volontà, cui si può accedere solo per il tramite di una decisione» (Fede e futuro, Queriniana, Brescia 20053, 115).
Un tempo per la purificazione
Non è quindi un male la fine della cristianità occidentale. Dice solo che il contesto entro cui vivere la fede si è trasformato. Non si tratta di giudicare questo fatto, ma di prendere atto della diversità di condizioni di accesso alla fede rispetto alle epoche precedenti. Per esempio, a proposito della pandemia che sta accelerando questo processo, in una recente intervista all’agenzia AdnKronos del 30 ottobre 2020, Papa Francesco ha affermato: «Ho saputo di un vescovo che ha affermato che con questa pandemia la gente si è “disabituata” – ha detto proprio così – ad andare in chiesa. […] Io dico che se questa “gente”, come la chiama il vescovo, veniva in chiesa per abitudine allora è meglio che resti pure a casa. È lo Spirito Santo che chiama la gente. Forse dopo questa dura prova, con queste nuove difficoltà, con la sofferenza che entra nelle case, i fedeli saranno più veri, più autentici. Mi creda, sarà così».
Lo spazio promettente dell’autenticità
Secondo Charles Taylor, uno dei maggiori pensatori cattolici viventi, il nostro è “il tempo dell’autenticità”: significa che le cose che faccio devono essere il frutto di una mia libera elezione, che nelle mie opzioni di vita – che oggi si sono moltiplicate a dismisura – non posso né devo essere costretto da nessuno. Questo significa per lui “autenticità”: una scelta realmente personale, frutto di una convinzione, esito di un discernimento. I giovani oggi sono immersi in questo “contesto di autenticità”: chi potrebbe, nel mondo occidentale, imporgli qualcosa? È questo il nuovo spazio dell’annuncio cristiano, perché oggi «nelle società secolari assistiamo anche a una riscoperta di Dio e della spiritualità. Questo costituisce per la Chiesa uno stimolo a recuperare l’importanza dei dinamismi propri della fede, dell’annuncio e dell’accompagnamento pastorale» (Documento finale del Sinodo sui giovani, n. 14).
Il Dicastero per la Pastorale Giovanile, in particolare il Don Bosco International (DBI), sta organizzando in vista della prossima Festa di Don Bosco l’iniziativa “Next Generation Edu. L’EDUCAZIONE PER IL FUTURO DELL’EUROPA“. Di seguito il programma dell’iniziativa e il link per iscriversi.
In occasione delle celebrazioni annuali per la festa di Don Bosco, DBI è lieta di invitarvi a “Next Generation Edu. L’EDUCAZIONE PER IL FUTURO DELL’EUROPA”
Venerdì 29/01/2021 – h 12-13.30
Facilitatore: Renato Cursi (Don Bosco International, Segretario Esecutivo)
Piattaforma Zoom – La traduzione simultanea sarà disponibile in inglese, francese, italiano e spagnolo
Nella serata del 14 dicembre, tramite un collegamento online, si è svolto il secondo incontro del percorso di Community Lab, condotto dal team di Generazione Oratori presso l’Istituto salesiano San Luigi di Torino.
Tramite le parole di Erika Castagneri, educatrice dell’housing SSPP e referente in Labs to Learn per questa azione di progetto, raccontiamo l’appuntamento:
Il 14 dicembre c’è stato il secondo incontro delle Cep riunite, purtroppo la situazione pandemica ci ha impedito di vederci di persona ma la tecnologia ancora una volta ci ha permesso di vederci online,il tema del nostro secondo appuntamento era sempre sull’educazione ed è ripartito dallo spunto di riflessione con il quale ci eravamo salutati a novembre. I ragazzi di GO ci avevano chiesto di raccontare un episodio che per noi era stato significativo in cui ritenevamo di essere stato educati da qualcuno, una domanda la cui risposta risulta essere meno semplice di quel che sembra, ciò nonostante le testimonianze non sono mancate, ma procediamo con ordine.
Dopo un primo momento di preghiera condotto da Giorgio, il referente dei ragazzi universitari, i ragazzi di On ci hanno chiesto di prestare attenzione a cinque spezzoni di film da loro selezionati aventi come tema l’educazione, per ogni scena mostrata la consegna era quella di trovare una parola che secondo noi descriveva al meglio il processo educativo in atto in quella scena, i film che sono stati selezionati erano: Whisplash, Captain Fantastic,Moonrise Kingdom, Lady Bird e Jimmy’s hall.
La seconda parte dell’incontro è stato completamente incentrato sul confronto delle nostre esperienze, questo è stato reso possibile grazie alla suddivisione in piccoli gruppi nei quali dopo aver riportato ciascuno la propria testimonianza si è cercato di definire per ognuna di esse quale fosse il messaggio educativo.
Ci siamo salutati lasciandoci un nuovo spunto di riflessione “Pensare ad un episodio in cui abbiamo educato qualcuno”, lunedì 18 gennaio ci incontreremo per il terzo incontro ed avremo modo di scoprire le varie esperienze!
Erika Castagneri, educatrice dell’housing Santissimi Pietro e Paolo
L’opera salesiana Rebaudengo per il servizio civile 2021 mette a disposizione 10 posti per giovani tra i 18 e i 29 anni in 4 progetti che hanno come utenti bambini, ragazzi e giovani. Un’occasione di crescita, un’esperienza di solidarietà e una prima occasione di avvicinamento al mondo del lavoro.
Potenziare l’attività di animazione culturale nel territorio della circoscrizione VI di Torino, favorendo parallelamente l’accesibilità e l’utilizzo della biblioteca universitaria Mario Viglietti, all’interno dell’opera salesiana Rebaudengo, da parte della popolazione residente e in modo particolare dei giovani.
Info: Federico Civera 328 9835644
L’oratorio per noi è lo stile relazionale concui stiamo con i giovani. Animazione per bambini, pre-adolescenti ed adolescenti. Organizzazione attività ludiche, accompagnamento educativo in progetti di sostegno scolastico. Estate ragazzi “L’educazione è una cosa di cuore”
Info: Don Gigi Cerutti 347 7892127
Il CFP opera con lo scopo di formare le competenze culturali e tecnico-professionali per consentire al termine del percorso formativo, l’inserimento nel mondo del lavoro o il proseguimento degli studi. Supporto alla didattica, collaborazione con l’equipe educativa, animazione delle attività ricreative, aiuto segreteria.
Info: Roberto Romano 334 1150587
La scuola dell’infanzia accompagna i bambini in un percorso di crescita favorendo lo sviluppo di personalità libere e armoniose nel rispetto delle diversità individuali. Le Attività educative che proponiamo valorizzano la naturale curiosità dei bimbi in un contesto gioioso e secondo il sistema preventivo.
Info: Isabella Gullotto 345 6981779
Aree di sviluppo dei progetti:
Posti disponibili:
Info:
Si è svolto il 12 gennaio il secondo appuntamento di Community Lab per l’Oratorio Valdocco. Parte integrante del progetto Labs to Learn, questo nuovo appuntamento di Community Lab prende il titolo di “il DNA dell’educazione al laboratorio” e si è svolto in forma on line insieme ai ragazzi e agli educatori. Di seguito il report della giornata:
Il Progetto “Labs to learn” continua! Cosa offre il progetto? Veri e propri laboratori per imparare, per costruire. Insieme, nella prospettiva della generatività sociale! Ieri, martedì 12 Gennaio, l’Oratorio di Valdocco ha vissuto il secondo appuntamento di “Community Lab”: un percorso di 4 tappe, per “sognare il futuro dell’Oratorio e intravedere l’Oratorio del futuro”. Sotto la guida degli amici di “On! Impresa Sociale”, in questa seconda tappa, ci siamo confrontati sulle varie dimensioni che compongono il gesto educativo: l’azione, la parola, l’ambiente, i protagonisti … solo per fare qualche esempio.
Come si è svolta la serata in breve? partiamo dalla premessa: al termine il primo incontro, di cui vi raccontavamo un mesetto fa circa, siamo stati invitati a scrivere, in vista del secondo, un episodio in cui fossimo stati protagonisti di una azione educativa. Quando poi ci siamo ritrovati ieri sera per l’incontro, in modalità online, ci sono stati proposti, uno dopo, l’altro quattro filmati riferiti all’educazione. Siamo stati invitati a commentarli con una frase. Il passaggio successivo è stato provare a mettere in “connessione” e poi in condivisione, quanto visto, con l’episodio da noi narrato e lasciatoci come “compito” la volta precedente.
Certamente ciò che si può dire come consapevolezza presente in ciascuno, ma emersa con più chiarezza dal “laboratorio”, che ha aiutato a esplicitarla, è che: l’educazione “è molte cose”, e impegna in prima persona l’educatore, ma più che tutto è un “fatto comunitario!”.
Allora, forse, possiamo concludere così: la sfida e la promessa all’orizzonte, per l’Oratorio di Valdocco (ma non solo), è tutta contenuta in un famoso detto africano: “per educare un bambino ci vuole un villaggio!”. Una Comunità. Forse anche l’educatore e l’educazione hanno bisogno di convertire la propria pratica e la propria visione “dal solitario, al comunitario”!
Lo diceva bene il nostro Ispettore, don Leonardo Mancini, con un simpatico e significativo gioco di parole all’assemblea delle CEP ad inizio anno pastorale, diceva: “dobbiamo passare dal Da Mihi Animas, al Da Nobis Animas”. Educare, per il carisma salesiano è questione di DNA
Il progetto Labs to Learn continua, in questo appuntamento la Dott.ssa. Antonella Zappavigna approfondisce alcune dinamiche legate al settore Metodo di Studio. Attraverso una video lezione del 21 Gennaio vengono proposti e analizzati i seguenti argomenti:
Di seguito la video lezione:
Attraverso la pagina “Materiale formativo” del progetto Labs to Learn sarà possibile usufruire di tutte le registrazioni dei webinar e delle video lezioni che si svolgeranno in questo percorso di formazione che terminerà a giugno 2021.
Presso l’oratorio Michele Rua di Torino, con il 2021 e più precisamente dall’8 Gennaio, è partito il progetto per il supporto digitale “AMICO CLICK“, uno sportello completamente gratuito ed aperto a TUTTI.
– “È davvero bello vedere come i giovani siano il cuore dell’iniziativa, che rientra nella più ampia progettualità della Caritas, come abbiano saputo cogliere e concretizzare bisogni che emergono dal territorio di Barriera di Milano, mettendosi a completa disposizione e formandosi per supportare al meglio chi ha più difficoltà a rapportarsi con il mondo del digitale.
L’ anno appena concluso ha, infatti, accentuato il grande divario digitale che già esisteva.
“Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo.” Questa frase di Don Bosco ci ricorda che è necessario sognare in grande per realizzare piccoli passi. Ciò che è importante, e che dà ancora più cuore all’iniziativa, è il supporto che le diverse realtà all’interno della comunità hanno dato”- così Don Mauro Zanini, direttore della casa salesiana del Michele Rua, ci racconta il progetto.
AMICO CLICK ha come obiettivo quello di rispondere alla domanda: COME FARE PER:
Nel mese di gennaio è attivo il servizio pilota delle iscrizioni a scuola, ma già a febbraio partiranno altri servizi (spid, mail, videochiamate, scaricamento app…) ed altri ancora verranno aggiunti nei mesi successivi.
Per accedere, basta prenotare un appuntamento al numero 3272486437 nei seguenti orari:
Per rimanere aggiornati, è possibile visitare i canali social dell’oratorio Michele Rua.
Continua l’approfondimento e la riflessione sul testo del Dicastero per la Formazione “Giovani Salesiani e accompagnamento – Orientamenti e direttive” attraverso i video dedicati, da utilizzare come “piccoli semi” per la formazione delle case salesiane. Di seguito la notizia dell’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS e il 5° video uscito in occasione del mese riservato ai festeggiamenti di Don Bosco.
(ANS – Roma) – Continua il processo di disseminazione di “Giovani salesiani e accompagnamento – Orientamenti e direttive” e il video-seme di gennaio occupa un posto speciale. È il mese di Don Bosco: il video inizia nella sua camera a Valdocco, da dove tutto è cominciato. Lì è ora custodito un piccolo seme di 10 cm x 5, il minuscolo taccuino su cui Michele Rua, sedicenne, il 26 gennaio 1854 ha scritto:
“La sera del 26 gennaio 1854 ci radunammo nella stanza del Sig. D. Bosco; Esso Don Bosco, Rocchietti, Artiglia, Cagliero e Rua; e ci venne proposto di fare coll’aiuto del Signore e di S. Francesco di Sales una prova di esercizio pratico della carità verso il prossimo, per venirne poi ad una promessa, e quindi se parrà possibile e conveniente di farne un voto al Signore. Da tal sera fu posto il nome di Salesiani a coloro che si proposero e si proporranno tale esercizio”.
Non ci potrebbe essere testimonianza più efficace di come Don Bosco accompagnava i suoi giovani e di quanto fecondo sia stato il suo camminare al loro fianco. Ha accolto i “cinque pani e due pesci” che avevano da offrire e ha aperto di fronte a loro orizzonti sconfinati, di cui noi ora siamo parte.
L’accompagnamento di ogni ragazzo, dei gruppi, dell’ambiente è al cuore della pastorale giovanile, sostenendo l’apertura alla vita di chiunque entra nelle case di Don Bosco. Diventa il marchio di qualità di quei centri che si dedicano all’accompagnamento di chi si orienta verso la vita salesiana, come gli aspirantati, in tutta la varietà delle loro forme, e i prenoviziati.
L’appello che Don Bosco ci fa da Valdocco con questo videomessaggio di 3 minuti è di recuperare questo tesoro. È un talento carismatico la cui modernità ci è stata fortemente richiamata dal sinodo sui giovani e Christus Vivit. Diventa per la Famiglia salesiana una responsabilità che la Chiesa ci affida per l’oggi. In “Giovani salesiani e accompagnamento” questo è il focus dal numero 109 al 118.
Giorgio (ITA), Kenneth (ENG), Anselmo (PT), Jean Paul (FRA) e Brandon (ESP), che han realizzato il video, ci lasciano tre domande a conclusione con cui accogliere il seme, farlo germogliare e portare frutto. Tra di esse: “Qual è lo standard e la ‘salute’ della mia ispettoria circa l’accompagnamento personale all’interno della pastorale giovanile, così come ordinariamente ha luogo nelle varie comunità?”. La caption conclusiva: “A Valdocco come a Emmaus: camminare a fianco fa ardere il cuore”.
Valentina Bellis, responsabile Maker Lab, ci racconta il progetto e ci aggiorna su tutte le novità all’interno del programma televisivo “Un caffè con…” condotto da Moreno Filipetto e in onda dal lunedì al sabato su Rete 7.
Di seguito il video dell’intervista :