Reportage del Festival della Dottrina Sociale della Chiesa a Torino

Nell’edizione di Domenica 29 novembre di La Voce e il Tempo troviamo pubblicato un ampio reportage sulle giornate dedicate alla decima edizione del Festival della dottrina sociale della Chiesa. Ne scrive Marina Lomunno in un articolo dal titolo ‘Educazione e impresa: un’alleanza per il futuro’. Si ringrazia la giornalista per la pubblicazione. Di seguito il testo integrale della notizia.

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Articolo scritto da Marina Lomunno

«Prendi lezioni dal passato ma vivi nel tuo tempo. Ascolta e comprendi le voci della tua terra, della tua gente, dei poveri… Solo così imparerai a leggere i segni dei tempi e di Dio». La pensava così san Leonardo Murialdo, uno dei santi sociali torinesi che fecero della Torino dell’Ottocento capitale della formazione professionale per dare un’opportunità di riscatto e di futuro alle migliaia di ragazzi «discoli e pericolanti», quelli che don Bosco per primo accolse a Valdocco per dar loro una famiglia e un mestiere.

E proprio il Collegio Artigianelli di corso Palestro a Torino, che il Murialdo diresse per trent’anni, tormentato dai debiti per accogliere i giovani più poveri orfani e abbandonati e offrirgli un’opportunità di futuro, è stato scelto come luogo simbolo della santità sociale torinese per inaugurare il X Festival della Dottrina sociale della Chiesa, sul tema «Memoria del futuro» che si sta svolgendo dal 23 al 29 novembre per la prima volta in 24 città italiane da nord a sud della Penisola, da Aosta a Mazara del Vallo.

Il tema del Festival viene declinato nelle realtà locali a seconda delle urgenze del territorio: «Per Torino», spiega padre Danilo Magni, Giuseppino del Murialdo referente della diocesi subalpina per il Festival, «è stato scelto il tema ‘Comunità educanti e imprenditive: le radici torinesi della Dottrina sociale della Chiesa per alimentare il futuro’ proprio perché la memoria dei nostri santi sociali, come scriveva il Murialdo, mette al centro le persone, che insieme desiderano sporcarsi le mani per una formazione delle nuove generazioni adeguata alle sfide contemporanee e per una presenza delle imprese capaci di sviluppare nuove opportunità di lavoro, unitamente alla sostenibilità economica ed ambientale».

E nella mattinata di lunedì 23 novembre, in contemporanea con altri luoghi simbolo delle 24 città italiane dove si sta svolgendo il Festival, è stato piantato un albero di melograno, scelto come simbolo della Dottrina sociale della Chiesa. «Piantarlo in un luogo così simbolico per la storia della nostra città di Torino, qual è il Collegio Artigianelli, ci rende felici, ma anche più consapevoli della responsabilità che abbiamo per il tempo presente», prosegue padre Magni. «Gli Artigianelli per tanti ragazzi poveri hanno voluto dire: casa, affetto, formazione, avviamento al lavoro… Vangelo spezzato. Siamo eredi del Murialdo e tutti i santi sociali torinesi. Questo melograno potrebbe essere piantato in altre decine di luoghi significativi della nostra città. È quello che ci auguriamo avvenga nei prossimi anni».

Alla cerimonia (nella foto), presieduta dall’Arcivescovo Nosiglia hanno partecipato in rappresentanza della città, il vicesindaco Sonia Schellino, Guido Bolatto, segretario generale della Camera di Commercio di Torino in rappresentanza delle imprese, del commercio e del lavoro, Elena Cappai, dell’Ufficio scolastico regionale per il mondo educativo e formativo, Gaetano Quadrelli per Ufficio diocesano della Pastorale sociale e del lavoro che coordina i lavori del Festival a Torino. «L’albero è segno di vita e di pace», ha detto Nosiglia benedicendo la pianta. «Siamo vicini a Natale e tra i simboli della festa c’è l’albero addobbato di luci colorate per inneggiare alla nascita del Figlio di Dio luce del mondo. Così noi oggi vogliamo benedire questo alberello di melograno dalle forti radici che richiama la fecondità e abbondanza della generazione e lo facciamo proprio perché stiamo attraversando un momento difficile e tragico per la vita di tante persone a causa del coronavirus. La benedizione che di questo albero possa significare un’iniezione di speranza nel futuro confortata dal Signore che non cessa di donarci i frutti della terra per nutrirci e sostenerci nel nostro cammino ogni giorno. Le radici di questo melograno possano dar frutti soprattutto per le nuove generazioni».

Martedì 24 novembre è iniziata la giornata torinese con un collegamento streaming introdotto da un video messaggio dell’Arcivescovo che, richiamando la Carta dei Valori di Torino – che viene sottoscritta giovedì 26 novembre dalle aggregazioni laicali della diocesi e da tutti gli attori che sono coinvolti nella rete della rinascita della città e che verrà inviata a Verona al Festival nazionale – ha sottolineato come «cooperare, dialogare, confrontarsi e prendere decisioni insieme è un valore aggiunto sia sul piano metodologico che dei contenuti. Vi invito pertanto a prendere spunto da questa occasione per continuare, dopo il Festival, a proseguire nel lavorare insieme. Il tentativo di impastarsi con la realtà è nel pieno spirito del pensiero sociale della Chiesa: camminare insieme verso il bene comune. Torino è stata ed è una realtà viva e attenta nel coniugare sapientemente la dimensione sociale con quella economica. La storia della nostra città è fatta di grandi alleanze su questo campo, con il prezioso e decisivo contributo della realtà cristiana, la quale ha saputo mettersi in gioco in modo decisivo sulle problematiche sociali più urgenti ed importanti».

Sono seguite le presentazioni, a cura della Fondazione Operti, di alcune testimonianze della formazione professionale torinese – il Cnos dei Salesiani, l’Engim dei Giuseppini del Murialdo e La Casa di Carità Arti e Mestieri – che, sulla Memoria dei santi sociali, danno ancora oggi futuro a tanti giovani. «Il Festival», ha evidenziato Alessandro Svaluto Ferro direttore dell’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro diocesano che ha introdotto il collegamento da Torino, «rappresenta un’ulteriore occasione per il nostro territorio diocesano. Con molte associazioni, realtà della formazione, realtà sociali abbiamo deciso di riflettere attorno a due parole chiave: educazione e impresa, elementi che hanno segnato la storicità della nostra città e che possono ancora essere veicoli di sviluppo sociale. La chiave educativa sappiamo essere l’energia principale con cui un Paese si struttura: e oggi, con l’emergenza sanitaria ancora in corso, si profila anche un collasso educativo per le giovani generazioni. Serve ripartire proprio dai giovani e dalle capacità che gli ambienti educativo possono generare. Educare significa infatti trarre fuori le migliori risorse che abbiamo per la promozione della persona».

Molto apprezzato l’intervento del teologo padre Salvatore Currò, giuseppino del Murialdo, direttore dell’Istituto di Teologia pastorale dell’Università pontificia salesiana di Roma che, richiamandosi al magistero di Papa Francesco, ha invitato a riflettere su come «l’educazione richieda uno stile di alleanze e di lavoro in rete, un patto di alleanza tra generazioni: non bisogna mai scavalcare il ‘con’, riconoscendo il protagonismo dei giovani, aprendo loro spazi, riconoscerli più ancora che accompagnarli, includendo i poveri come soggetti perché nessuno si salva da solo e anche in un’azienda il senso di appartenenza e di corresponsabilità è fondamentale». Secondo padre Currò economia e dono non sono in antitesi. «In un’impresa lo stile delle relazioni, il benessere delle persone, le competenze professionali, la produzione dell’azienda possono contribuire al bene comune se si mette al centro la persona». Infine la riflessione sul tempo che stiamo vivendo: «La pandemia mette a nudo la crisi della nostra cultura, la verità della nostra esistenza, siamo legati corporalmente (il virus lo ha messo ben in evidenza), nel bene e nel male e siamo corresponsabili: non ci si salva da soli, ‘siamo tutti sulla stessa barca’ e abitiamo la stessa casa comune nella memoria e nel futuro».

La novità di questo Festival della Dottrina sociale che si svolge nella sezione nazionale a Verona, dove è nato, è una celebrazione che sta vivendo le limitazioni dettate dal decreto sulla pandemia, ma che non ha penalizzato la partecipazione: sono migliaia di adesioni quasi a complemento del grande convegno «Economy of Francesco» che sta risuonando fortemente al Festival. Tutti i lavori si possono seguire in streaming sul sito www.dottrina sociale.it/festival e la Messa conclusiva domenica 29, su Telepace. L’apertura del Festival nazionale si tiene giovedì 26, alle 21, con il videomessaggio di Papa Francesco e del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Al via la nuova fase del progetto Labs to Learn: il metodo di studio.

Labs to Learn si sposta in una nuova fase di vita. Al via dal 24 novembre il percorso di formazione sul metodo di studio che prende forma attraverso una serie di incontri e di video lezioni che si snocciolerà nel corso delle settimane fino a giugno 2021.

Il cambiamento inizia dal momento in cui si “vivono” le cose apprese. Per questo la formazione viene incentrata soprattutto sullo studio di casi, esercitazioni, lavori di gruppo per l’elaborazione di soluzioni e modelli di risposta adatti alle specifiche necessità di chi segue il corso e utili nel lavoro di tutti i giorni.

– Labs to Learn

  • Durata

    23 ore totali

  • 5 webinar

    1 ora ciascuno

  • 1 incontro in presenza

    4 ore totali

  • 4 video lezioni online

    1 ora ciascuna

  • 5 supervisioni

    2 ore ciascuna

Obiettivo del corso di formazione è quello di formare ed informare in merito agli aspetti principali del processo di apprendimento, offrendo ai docenti, ma anche ai genitori, gli strumenti necessari per approfondire le strategie per assicurare efficacia nello studio.

Il corso si propone di mettere a fuoco alcuni aspetti di base del processo di apprendimento e offrire al docente alcuni concetti-guida e strumenti operativi per un apprendimento efficace, facendo riferimento a processi e strategie che assicurano l’efficacia dello studio.

– Labs to Learn

Progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Primo webinar di formazione sul Metodo di Studio

Si è tenuto martedì 24 novembre 2020, il primo webinar di formazione sul Metodo di Studio rivolto a tutte le scuole partner del progetto Labs to Learn. L’incontro, svolto attraverso la piattaforma zoom e moderato da Rosanna Todiscoreferente per la formazione del progetto, ha presentato le seguenti tematiche:

  • Presentazione generale del progetto e specifica del dispositivo Metodo di Studio. Presentazione del programma formativo e dei formatori,
  • Connessioni tra formazione, supervisione e metodo di studio,
  • Il ruolo delle famiglie: il patto di corresponsabilità,
  • Metodo di studio: come e perché scegliere la classe e note operative.

Attraverso la pagina “Materiale informativo” sarà possibile usufruire di tutte le registrazioni dei webinar che si svolgeranno in questo percorso di formazione che terminerà a giugno 2021.

Al via l’evento ‘Economy of Francisco’ dal 19 novembre

Si segnala a partire da oggi 19 novembre fino al 21 novembre avrà luogo ‘Economy of Francisco‘. La partecipazione è libera e caldamente consigliata.

Si rendono noti alcuni link utili per seguire l’evento:

Inoltre si segnala che in data odierna partirà ‘EoF Marathon‘, tour virtuale con passaggi a staffetta che visiterà paesi di tutti i continenti. Il primo appuntamento è alle 18:00 in collegamento dal Portogallo.

Di seguito il link per partecipare:

Di seguito i link alle dirette giornaliere:

 

X edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa a Torino

Dal 23 al 26 novembre Torino sarà protagonista del percorso intitolato ‘Memoria del futuro‘ per la decima edizione del Festival della Dottrina sociale della Chiesa.

Di seguito il comunicato per l’invito alla partecipazione e la locandina dell’evento.

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Gentilissime/gentilissimi

Il Festival della Dottrina Sociale della Chiesa (DSC) è l’evento culmine di un anno di impegni e attività, che alla fine di novembre, oramai da 9 anni, si svolge con partecipanti da tutta Italia e diversi Paesi del mondo a Verona, mossi ed ispirati dalla gratuità del bene comune, dalla sussidiarietà e solidarietà nel confrontarsi, ritrovarsi e fare rete sui propri territori. Questi i principi ispiratori della Dottrina Sociale della Chiesa, che assieme all’idea cardine della persona al centro, propone valori universali, condivisibili anche dai non cattolici. Monsignor Adriano Vincenzi ha chiuso la scorsa edizione dichiarando che il Festival nella sua continuità sarebbe giunto in 10 città nel 2020.

Torino è la città dei santi sociali, protagonisti attivi dell’evangelizzazione. La Chiesa torinese, con la sua ricchezza di carismi ed organizzazioni, ha sempre mantenuto nel corso dei decenni questa sua caratterizzazione specifica, di essere nella società civile seme e fermento della novità di Cristo. Per questo e altri motivi abbiamo deciso di proporre la nostra città ad ospitare una serie di iniziative a partire dal 23 novembre al 26 novembre 2020. Il titolo del percorso è:

 

MEMORIA DEL FUTURO

Comunità educanti e imprenditive:

le radici torinesi della Dottrina Sociale della Chiesa

per alimentare il futuro

 

L’Obiettivo del percorso non è solo promuovere un evento ma è la proposta di scrittura della CARTA DEI VALORI DI TORINO: la declinazione dei valori della DSC alla luce della realtà del territorio torinese con riferimento alle azioni concrete che i cattolici locali condividono e propongono a tutti i soggetti del territorio.

Gli incontri si svolgeranno in diretta live dal canale Opera Torinese del Murialdo e dal canale Atelier dell’Impresa Ibrida.

Altri incontri si svolgeranno sulla Piattaforma ZOOM con iscrizione obbligatoria.

Nella speranza di trovare la vostra adesione vi chiediamo di divulgare a tutte le persone che riterrete interessati.

Mi è gradita l’occasione per porgere cordiali saluti.

Alessandro Svaluto Ferro

Direttore Pastorale Sociale e del lavoro

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Pubblichiamo l’articolo di Marina Lomunno, uscito su Avvenire, sull’apertura online del museo Casa Don Bosco di Valdocco, inaugurato il 14 ottobre ma momentaneamente chiuso al pubblico per l’emergenza sanitaria.

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«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo».

Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco.

«Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo».

Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverlaperché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione».

«Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire». Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.

E se la fede avesse ragione? – Appuntamento online

Si comunica che il secondo appuntamento del percorso “E se la fede avesse ragione?” di giovedì 12 novembre, ore 21.00, sarà trasmesso online presso i canali della Diocesi di Torino e della Pastorale Giovanile. Il tema sarà l’accidia; la catechesi sarà a cura di don Luca Ramello.

Segui l’appuntamento da qui:

 

Info ANS: “Cari Confratelli…” il Rettor Maggiore si rivolge a tutti i salesiani.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS che annuncia un nuovo messaggio del Rettor Maggiore a tutti i confratelli del mondo.

Da oggi è disponibile in rete il nuovo video della rubrica “Cari Confratelli”, che il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha registrato a Valdocco. Il Successore di Don Bosco parla alla Famiglia Salesiana dal Museo Casa Don Bosco, un luogo che ha riaperto le sue porte il 4 ottobre scorso,

“per offrirci una profonda e vera esperienza di salesianità, che ci permetterà di toccare con le mani la vera storia di Don Bosco: i suoi sogni, la sua realtà, la sua fede, i suoi problemi”.

Da Valdocco, il Rettor Maggiore ripercorre la storia salesiana, ricca e profonda, che ha per protagonisti anche tanti giovani che hanno scelto di vivere “una vita santa” e di servire gli altri, sull’esempio di Don Bosco.

E poi i missionari, che dal giorno della prima spedizione non hanno mai più smesso di portare nel mondo il carisma salesiano arrivando, oggi, da Valparaíso a Pechino.

“È qui, carissimi confratelli tutti, che Don Bosco ci aspetta per fare un cammino – ricorda il Rettor Maggiore – un cammino spirituale e di interiorità, per toccare da vicino la stessa esperienza che lui ha vissuto”.

Il video completo del “Cari Confratelli” è disponibile nei diversi canali linguistici di ANSChannel e sul sito sdb.org.

145° anniversario della prima spedizione missionaria, MGS IC lo celebra online

Pubblichiamo l’invito del MGS Italia Centrale a festeggiare l’anniversario della prima spedizione missionaria, partita da Genova l’11 novembre 1875, con la modalità online.

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Il prossimo mercoledì 11 novembre sarà vissuto l’Anniversario della Prima Spedizione Missionaria online così da permetterci di condividere questa giornata importante per la nostra famiglia.

L’invito è aperto a tutti: laici corresponsabili, giovani, comunità religiose.

Il Programma dettagliato lo trovate in ALLEGATO insieme alla Locandina. Vivremo la giornata in quattro MOMENTI che ci faranno fare un itinerario nella storia tra passato, presente e futuro, insieme a dei momenti di preghiera. Molto importante sarà il momento della condivisione del Sogno Missionario per l’MGSIC e della Buonanotte.