Don Carmine Ciavarella – Lettera agli OLP

Si rende pubblica la lettera indirizzata agli OLP  – Operatori Locali di Progetto – da parte di don Carmine Ciavarella, che tra qualche settimana diventerà ufficialmente il Responsabile Nazionale del Servizio Civile per la Federazione SCS CNOS. Buona lettura!

 

Gentilissimo OLP,

nella imminenza della festa di San Massimiliano (12 Marzo), patrono degli Operatori Volontari del Servizio Civile, ti raggiungo per un mio personale saluto e per alcune importanti comunicazioni.

Nelle prossime settimane inizieranno le ispezioni da parte del Dipartimento. Al fine di garantire ai volontari una efficiente espletazione del servizio e una corretta gestione conforme alle indicazioni espresse dal nel nuovo Prontuario pubblicato in data 14/01/2019, approfitto di questa email per ricordarti l’importanza di impiegare questi Giovani esclusivamente per le attività indicate nel progetto, negli orari di servizio e secondo l’articolazione settimanale lì previsti: anche la più piccola attività al di fuori da quelle indicate dal progetto potrebbe essere letta come una mancanza di rispetto della dignità del Giovane Volontario e dunque contro i valori dello stile salesiano di rispetto e paterno affetto per ogni giovane.

Non solo: qualora non venissero rispettate le indicazioni progettuali è prevista dal Dipartimento l’applicazione di quattro sanzioni amministrative che ti riporto per ricordare a quali conseguenze si potrebbe giungere:

  1. Diffida per iscritto;
  2. Revoca dell’approvazione del progetto;
  3. Interdizione temporanea a presentare altri progetti della durata di un anno;
  4. Cancellazione dall’Albo che ai sensi dell’art. 3 bis, comma 3, della legge 64/2001 impedisce la reiscrizione negli albi per cinque anni.

Ti ricordo, infine, che è necessario comunicare tempestivamente alla nostra segreteria rinunce e interruzioni dei volontari. In caso contrario sarà la segreteria di competenza a rispondere di somme erogate indebitamente.

Ultima richiesta: ricordati di comunicare al nostro ufficio eventuali distacchi almeno venti (20) giorni prima, per permettere di avviare per tempo le procedure con il Dipartimento e garantire la necessaria copertura assicurativa ai tuoi Operatori Volontari.

Al termine di questa email, volevo darti il mio personale Grazie per quanto stai facendo per i Giovani che dedicano un anno della loro vita per la realizzazione di un progetto nella tua sede. È per loro l’opportunità di mettersi alla prova ed avviarsi verso l’età adulta; per il tuo ambiente, è la possibilità di realizzare un progetto per il bene di altri ragazzi e Giovani. Davvero un anno che cambia la vita a tante persone, non solo ai Giovani Volontari. 

In attesa di incontrarci di persona ti saluto

Cordialmente
d. Carmine Ciavarella
(Responsabile Nazionale del Servizio Civile con i Salesiani)

Scarica qui la lettera
Salesiani per il Sociale

 

Condominio Solidale – Via Romolo Gessi, Torino

Si pubblica una notizia proveniente da “La Voce e il Tempo” riguardo al Condominio Solidale di via Gessi di Torino. Buona lettura!

Cos’è il Condominio Solidale di via Gessi?

Il Condominio Solidale di via Romolo Gessi 4/6, nel quartiere Santa Rita di Torino, è nato da un bando del Comune di Torino del 2008 per la gestione di un housing sociale in una struttura di alloggi popolari dell’Atc, con il finanziamento e il supporto della Compagnia di San Paolo. L’Associazione Giovanile Salesiana (Ags) per il Territorio, ha ottenuto per 12 anni la gestione della struttura attuata attraverso le cooperative sociali “Un sogno per tutti” e la Cooperativa E.T.

Il condominio è composto da 30 alloggi, 6 per piano, di cui i 18 dei piani alti sono assegnati dall’Atc in modo permanente ad anziani over 65, mentre i due piani bassi sono per persone in fragilità sociale, prevalentemente donne con figli, in maggioranza straniere, che vi abitano per un massimo di 18 mesi entro i quali devono raggiungere un’autonomia lavorativa e abitativa.

Questo avviene in 8 alloggi, i restanti sono abitati da volontari che vivono nel condominio come affidatari delle persone in fragilità fornendo loro supporto quotidiano. Esistono poi alcuni spazi comuni, oltre a una sala giochi e un giardinetto esterno attrezzato per i bambini.

In dieci anni hanno abitato il condominio nella parte dedicata alla fragilità sociale 47 nuclei per un totale di 108 persone, con problematiche di vario genere.

Articolo a cura di Marco Mascia

 

Housing Sociale

a cura di Enrico Panero

«È possibile vivere oggi a Torino, in un condominio, fondando tutto sulla relazione e la solidarietà?».

A questa domanda ha provato a rispondere il progetto di Condominio Solidale, un’esperienza di housing sociale avviata dieci anni fa nel quartiere di Santa Rita su iniziativa del Comune, con il supporto di Compagnia di San Paolo e la gestione dell’Associazione Giovanile Salesiana (Ags) per il Territorio attraverso due cooperative sociali. Da allora l’housing sociale, cioè la pratica che intende rispondere all’emergenza abitativa anche con l’accompagnamento sociale delle persone temporaneamente accolte, si è diffuso in varie esperienze e forme, con in comune l’idea che mettendo insieme le forze (anche se poche) si possono trovare migliori soluzioni ai problemi.

La particolarità di questo condominio sta nelle trasversalità intergenerazionale e interculturale, cioè la convivenza tra anziani e giovani che spesso sono stranieri, prevalentemente donne con figli. Un progetto che riporta al passato, spiegano i promotori:

«Al cascinale, con la sua famiglia allargata in cui le diverse generazioni crescevano insieme, dove c’era una forte partecipazione alla vita sociale, gli spazi erano comuni ma anche privati, i bambini erano accuditi dai genitori, ma anche dai nonni e dai fratelli maggiori».

Inoltre, il continuo confronto e scambio tra culture diverse rappresenta un indubbio valore aggiunto. In estrema sintesi, dice il coordinatore del Condominio Solidale,

«la multigenerazionalità, la territorialità, la collettività e l’assunzione di responsabilità lo rendono uno spazio particolare, l’umanità e la fragilità delle persone che lo abitano gli danno invece un aspetto di normalità».

Housing sociale della parrocchia Santi Pietro e Paolo Apostoli

La Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino – San Salvario – destinata a diventare una casa di ospitalità per giovani immigrati ed italiani che abbiano il desiderio di vivere assieme, formare una comunità e costruire un progetto di autonomia nel lavoro e nello studio.

Queste le parole di don Mauro Mergola, parroco dell’opera salesiana San Luigi di Torino, per raccontare il progetto di Housing Sociale che partirà a breve nella struttura. Progetto nato attraverso un bando della Compagnia di San Paolo per social Housing, al quale appunto ha partecipato la parrocchia di Torino, ottenendo cosi un finanziamento per avviare i lavori. Con l’aiuto inoltre del CEIConferenza Episcopale Italiana – che ha coperto parte dei costi dei lavori legati alla struttura, questo progetto potrà realmente partire.

Sarà dedicata a tutti i giovani di sesso maschile dai 18 ai 39 che hanno il desiderio di vivere in comunità aderendo a pieno al progetto.

Scopri di più sul progetto:

In attesa di avere le autorizzazioni del comune vi presentiamo la struttura dell'housing sociale della parrocchia Santi Pietro e Paolo Apostoli di via Saluzzo 25bis.Cerchiamo 18 piumini per letti singoliPentole per piastre ad induzione elettrica Partecipa anche tu.

Publiée par Santi Pietro e Paolo – Torino sur Dimanche 17 février 2019

 

 

Alternanza scuola lavoro al San Luigi: È possibile imparare insegnando?

A fine novembre 2018 è partito un corso di italiano gestito da un gruppo di ragazzi del liceo scientifico statale “Galileo Ferraris” di Torino, sotto la forma del progetto “alternanza scuola-lavoro”.

Il progetto prevede che i giovani del liceo si mettano a disposizione al fine di insegnare attraverso dialoghi, giochi ed altre attività la lingua italiana a dei ragazzi che frequentano l’oratorio San Luigi di Torino, oratorio voluto e fondato da Don Bosco nel 1847.

Spesso i ragazzi che hanno bisogno di imparare la lingua italiana provengano da altre nazioni. Gli “allievi” di questa curiosa classe sono per lo più giovani ospiti di un centro d’accoglienza per minori stranieri non accompagnati con sede in una delle aree dell’oratorio San Luigi e alcuni ragazzi che vivono il progetto educativa di strada attraverso Spazio Anch’Io che si trova all’interno del parco Valentino di Torino.

Molto belle sono le parole usate da alcuni dei ragazzi del liceo che conducono questo progetto:

È possibile imparare insegnando?

Assolutamente sì! Questa esperienza ne offre la prova.

Si tratta di uno scambio: io offro possibilità di esprimersi e di realizzarsi in maniera migliore; allo stesso tempo ricevo il potere di capire e un ripasso sull’empatia. I ruoli delle due parti sono assolutamente intercambiabili, non si è insegnanti e non si è allievi, ma si è persone desiderose di progredire nella propria vita.

L’espressione “alternanza scuola-lavoro” viene spesso associata, e ahimè non senza motivo, a inutilità e perdita di tempo. L’esperienza con i ragazzi salva l’alternanza dalla condanna, poiché di inutilità e perdita di tempo proprio non si può parlare. Il mio ovvio consiglio è quindi, di buttarsi in questo percorso di scambio di nozioni, idee e pensieri, per riuscire a capire e riflettere in modo migliore.”

All’inizio pensavo di poter essere utile a qualcuno, di poter utilizzare ciò che avevo imparato in anni di studio per aiutare chi ne avesse avuto bisogno, imparando una lingua difficile come la nostra.

Ma ciò che facciamo non è semplicemente insegnare le regole di grammatica come maestri o professori, ma instaurare un rapporto tra noi e i ragazzi che abbiamo la fortuna di conoscere.

Così ci troviamo difronte a persone ben disposte, ottimiste e con tanta voglia di imparare quello che sta a fondamento del nostro paese: l’italiano. Nel frattempo, possiamo conoscere qualcosa in più riguardo a culture molto lontane dalla nostra, raccontate da ragazzi che in quel paese hanno vissuto per anni.

Certamente è una grande risorsa ed opportunità per i ragazzi che beneficiano del prezioso lavoro dei loro compagni liceali:

Per me è utile venire qui perché mi preparo all’esame di terza media assieme ai miei amici.

Ho scoperto che potevo venire a questo corso il venerdì pomeriggio perché me lo ha detto il mio professore.

Vengo qui da poco e mi trovo bene.

Mi trovo bene perché mi diverto è utile ed è una grande opportunità.” Con poche ma semplici parole ci dice Muslum arrivato da poco in Italia dopo un lungo e duro viaggio dall’Iraq.

Il progetto prevede che siano i giovani che si occupino dei giovani stessi, così come voleva Don Bosco.

I ragazzi della comunità Harambée su Tv2000

Si segnala il Comunicato Stampa di “Salesiani per il sociale” riguardo ad alcuni ragazzi, assieme ed un’educatrice, della comunità Harambèe che sono stati ospiti della trasmissione televisiva “L’ora solare” in onda su Tv2000 in occasione della festa di Don Bosco:

I ragazzi della comunità Harambée su Tv2000
“A 18 anni non ci hanno lasciati soli e ci aiutano a trovare lavoro”.

(Roma, 07 febbraio 2019) – In occasione della festa di Don Bosco, alcuni ragazzi e un’educatrice della comunità Harambée sono stati ospiti della trasmissione televisiva “L’ora solare” in onda su Tv2000. Un’occasione per presentare i progetti educativi svolti nella struttura di Casale Monferrato (AL) e sostenuti da Salesiani per il SocialeFederazione SCS/CNOS.

La comunità Harambée nasce a Casale Monferrato nel 1996 con l’obiettivo di accogliere giovani in stato di bisogno. Al suo interno oggi è presente una casa famiglia per ragazzi allontanati dai propri genitori, un centro per minori stranieri non accompagnati e un gruppo appartamento per ragazzi maggiorenni. In quest’ultima struttura vengono ospitati giovani che compiuti i 18 anni, sperimentano percorsi di autonomia, i così detti “care leavers”.

«Una volta diventati grandi, questi ragazzi, per legge, devono uscire dalla comunità e questo crea un grande disagio per loro» spiega Milena Tacconelli, educatrice di Harambée. «Così abbiamo proposto ai servizi sociali un proseguimento dell’accompagnamento attraverso le esperienze di autonomia che chiamiamo “Over 18”. Abbiamo pensato che vivere in condivisione potesse creare condizioni di mutuo-aiuto tra loro stessi. Il punto di forza è la ricerca attiva del lavoro che permetterà loro di diventare autonomi».

Salesiani per il Sociale in questi anni è stata vicina a questi ragazzi sostenendoli nel loro percorso formativo e nel diventare adulti.

«Appena uscito dal gruppo appartamento – racconta uno dei ragazzi accolti – la comunità ha continuato a starmi vicino, gli educatori mi hanno aiutato a inviare i curriculum e sono riuscito a svolgere una settimana di prova in un’azienda. Con grande sorpresa mi hanno detto di restare e dopo qualche mese ho ottenuto un contratto a tempo indeterminato».

Apprendere un mestiere, accedere ad un tirocinio per trovare un’occupazione, imparare a vivere da soli provvedendo ai propri bisogni o anche saper costruire delle relazioni durature nel tempo: sono questi alcuni degli obiettivi che da anni porta avanti l’equipe di lavoro della struttura.

«La comunità e i progetti che fanno loro mi hanno cambiato» racconta un’altra ragazza. «In questa casa ci troviamo bene e grazie all’aiuto di Milena ho ottenuto una borsa di lavoro di sei mesi in una fabbrica di caramella, terminati i quali ho conquistato anch’io un contratto stabile».

«L’insegnamento di Don Bosco – conclude Milena – è che i ragazzi non vanno solo accolti ma che è necessario anche accompagnarli!».

Per approfondire o sostenere il progetto della comunità Harambée:

Qui il servizio andato in onda su Tv2000 lo scorso 30.01.2019:

“M’interesso di te”. Il 31 gennaio il seminario finale

Si pubblica qui a seguire un articolo proveniente da ANSAgenzia Info Salesiana – riguardo al progetto “M’interesso di te”, progetto pensato per contenere il fenomeno dei Minori Stranieri Non Accompagnati che si svolgono a Torino, Napoli e Catania nei quartieri limitrofi alle grandi stazioni. Buona lettura!

(ANS – Roma) – Il 31 gennaio, al “Parlamentino” della sede dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza si terrà il seminario finale del progetto “M’interesso di te”, progetto pensato per contenere il fenomeno dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) che sono fuori dai circuiti dell’accoglienza, ricostruendo un rapporto di fiducia con questi ragazzi, condividendo i loro bisogni e tentando di reinserirli in percorsi di assistenza e integrazione.

Le attività, sostenute grazie al fondo beneficenza di “Intesa San Paolo”, si sono svolte a Torino, Napoli e Catania, nei quartieri limitrofi alle grandi stazioni. Secondo l’Atlante minori stranieri non accompagnati di “Save the Children”, nel 2017 sono arrivati in Italia 17.337 minori. Di questi, 9 su 10 lo hanno fatto senza adulti di riferimento: 15.779 minori senza alcun accompagnatore.

I MSNA rappresentano la stragrande maggioranza dei minori che nel 2017 hanno percorso la rotta del Mediterraneo centrale. Per loro, nei paesi di origine non c’è alcuna possibilità: la decisione di partire e rischiare la vita è una scelta obbligata, rappresenta il solo modo per sottrarsi a morte certa. A queste cifre vanno aggiunti i MSNA che non vengono intercettati alla frontiera o nei luoghi di sbarco. Si tratta di circa 5.000 ragazzi invisibili che gravitano attorno alle stazioni centrali delle aree metropolitane italiane e che ogni giorno rischiano di essere coinvolti in attività criminali o in circuiti di sfruttamento sessuale.

Il progetto “M’interesso di te” ha sostenuto il lavoro della rete composta da educatori di strada, psicologi e volontari che hanno garantito subito a ciascun ragazzo intercettato, sostegno e protezione. In una seconda fase, questa rete ha offerto ai ragazzi intercettati la possibilità di seguire un corso di lingua italiana, di ricevere assistenza legale per l’iter di riconoscimento, di acquisire competenze professionali e inserirsi nel mondo del lavoro. “M’interesso di te: nel titolo di questo progetto è contenuta la missione che caratterizza i ‘Salesiani per il Sociale’, prendersi cura, interessarsi, agli ‘ultimi’ specie i giovani – dice don Giovanni D’Andrea, Presidente di Salesiani per il Sociale –. Nello specifico di questo progetto si tratta degli ‘ultimi degli ultimi’ i cosiddetti invisibili, i MSNA censiti al loro arrivo in Italia, ma non nel circuito di protezione e accoglienza. Siamo certi che non abbiamo fatto una grande azione e nello stesso tempo consapevoli di dare il nostro contributo nel provare a dare risposta a questo bisogno. Nel fare questo abbiamo trovato il sostegno generoso del fondo di beneficenza Intesa Sanpaolo, a cui va il nostro sincero e riconoscente ringraziamento per la fiducia accordataci”.

“L’amore per i ragazzi soprattutto i più poveri, ha spinto don Bosco quasi alla temerarietà. Tutti, in Italia e all’estero, conoscevano lo zelo di questo prete piemontese per i ‘suoi’ ragazzi – dice don Carmine Ciavarella, Coordinatore Nazionale dell’Ufficio Emarginazione e Disagio.

Nel giorno della sua festa liturgica, vogliamo accendere un riflettore su coloro che sono, ad oggi, i ragazzi più poveri, quelli che per i quali Don Bosco non avrebbe esitato a bussare a tutte le porte; vogliamo anche presentare anche un esempio della prassi salesiana per i MSNA. Il Seminario sarà dunque l’opportunità per conoscere il bene che si cerca di realizzare per questi ragazzi di Don Bosco”.

Al seminario parteciperanno: la dott.ssa Filomena Albano, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza; il prof. Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di Intesa San Paolo; il dott. Piergiorgio Reggio e la dott.ssa Elisabetta Di Maggio, dell’Università Cattolica di Milano; don D’Andrea e don Ciavarella. Interverranno i ragazzi beneficiari del progetto e gli educatori coinvolti. Modera l’incontro: Andrea Farina, coordinatore dell’Osservatorio Salesiano per i diritti dei minori.

AVVIO SERVIZIO CIVILE 2019 – comunicazione agli operatori volontari

Carissima/o Volontar* di Servizio Civile,

il tuo primo giorno di SERVIZIO è martedì 15 gennaio prossimo.

Ti invito a contattare, qualora non l’avessi ancora fatto, il tuo Operatore Locale di Progetto (OLP) della tua Sede di Attuazione Progetto (SAP) per conoscere l’orario di convocazione del primo giorno.
Puoi cercarlo in sede oppure chiedermi il suo contatto (SERVIZIOCIVILE@SALESIANIPIEMONTE.IT).

Durante il primo giorno in sede il tuo OLP ti fornirà le tue credenziali per accedere all’area riservata del sito:

Per prima cosa dovrai:

  • Cambiare la password

    Da quel momento le credenziali saranno tue personali e ti invitiamo a conservarle con cura.

  • Accedere all’area personale

    Una volta effettuato l’accesso scaricare il contratto.

  • Stampare due copie

    Con il tuo OLP provvedete a firmarle.
    Le due copie sono da portare con te il primo giorno di Formazione Generale.

    ATTENZIONE: stampare tutte e due le copie da entrambi.

Ti ricordo che la Formazione Generale è OBBLIGATORIA e non sono concesse assenze a meno di essere giustificati con certificazione sanitaria.

Di seguito il calendario del primo incontro di Formazione Generale che si svolgerà a Valdocco, via Maria Ausiliatrice 32 – Torino, nella sala Blu della Pastorale Giovanile (2° piano, segui indicazioni in cortile).
Segna orario e data corrispondenti al tuo progetto (non è possibile cambiare data con altro progetto):

Durante questo primo incontro ti forniremo gli strumenti, i materiali e le conoscenze per la gestione del tuo Servizio Civile.

Ricordiamo inoltre che se non ti presenti in sede il primo giorno di Servizio sei automaticamente escluso.
Per ogni dubbio non esitare a contattarmi.

Non ci resta che Augurarti un 2019 proficuo e un Buon inizio di Servizio Civile!

Rosanna Todisco

Spazio Anch’io: è tempo di ricollocarsi, reinventarsi, replicarsi e progettare

Nell’edizione online del 13 Dicembre 2018 del quotidiano TorinoOGGI.it, è apparsa la notizia relativa a Spazio Anch’io, il progetto di decennale esperienza di educativa di strada nel parco del Valentino, che dovrà cambiare presto casa in funzione del nuovo campus universitario del Politecnico. Si riporta qui di seguito l’articolo a cura di Manuela Marascio:

 

Lo Spazio Anch’io del Valentino trasloca e si allarga: arriverà in altre zone della città

Il Padiglione 5 verrà riqualificato e inserito nel nuovo campus universitario del Politecnico. Progetto dell’educativa di strada entro il 25 dicembre

Il Politecnico cresce e l’educativa di strada si reinventa. In vista dell’avvio cantieri nel 2020 per la creazione del Campus universitario all’interno del Valentino, gli attuali ospiti fissi del prato nel Padiglione 5 sono già in cerca di una nuova casa.

All’Oratorio San Luigi si è tenuto martedì un focus group dedicato al futuro di Spazio Anch’io, il luogo di ritrovo, gestito dalla cooperativa sociale ET, per i ragazzi più bisognosi di San Salvario, soprattutto stranieri. Lì, ogni pomeriggio, si tengono laboratori didattici e di intrattenimento, sia d’inverno che d’estate. Ora, con il nuovo progetto del Comune di Torino in partenza, dovrà essere trasferito altrove.

Dopo un primo incontro tra Don Mauro Mergola, parroco della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, e la sindaca Chiara Appendino – che ha visitato personalmente lo Spazio nel 2017, in occasione dei dieci anni della sua fondazione -, gli operatori hanno voluto incontrare cittadini e altre realtà attive nel quartiere in ambito sociale.

“La sindaca è molto contenta di ciò che facciamo – ha spiegato Matteo Aigotti, della cooperativa ET – perché il nostro lavoro con i giovani permette di contenere i processi di microcriminalità e devianza. Per questo possiamo ragionare insieme sul suo spostamento”. E non si stratta solo di ricollocarlo in un altro punto del parco, ma di moltiplicare, nella città, le “stazioni” in cui coinvolgere i ragazzi, individuando altri centri urbani problematici dove vi sia un forte rischio di emarginazione e devianza.

Tra le domande sottoposte ai partecipanti dell’incontro: perché replicare Spazio Anch’io e cosa c’è di significativo in questa esperienza; quali nuovi luoghi potrebbero ospitarlo; che coinvolgere e in quali fasce orarie; quali elementi non potranno mancare. Erano presenti, tra gli altri, la Casa del Quartiere di San Salvario, Libera, il Gruppo Abele, i servizi sociali territoriali; oltre a tanti adolescenti abituali frequentatori delle attività salesiane.

Entro il 25 dicembre dovrà essere redatto un progetto da sottoporre poi al Comune. In seguito si terrà un incontro per illustrare pubblicamente i risultati e procedere quindi lungo il nuovo percorso.

Italia – Nuovo Servizio Civile Universale: “Salesiani per il Sociale” accredita 480 sedi e 1.494 figure per lo svolgimento dei progetti

(ANS – Roma) – “Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS” ha avviato il procedimento per l’accreditamento al nuovo albo del servizio civile universale, in base al decreto legislativo n. 40/2017 che lo istituisce. Sono 480 in Italia e 170 all’estero le sedi accreditate per svolgere il servizio civile. Con l’occasione, l’ufficio servizio civile ha rielaborato nuovi sistemi di gestione del servizio civile universale coordinato dai salesiani, rinnovando la formazione alle diverse figure del sistema (operatori volontari, operatori locali di progetto e responsabili regionali/provinciali), il monitoraggio e la valutazione dei progetti, la modalità di selezione e reclutamento dei volontari e il sistema di comunicazione e coordinamento sia esterno che interno.

L’impianto della nuova legge sul servizio civile universale prevede anche l’accreditamento al Dipartimento di alcune figure cardine a livello nazionale e regionale che si occupano di varie fasi specifiche e che sono necessarie allo svolgimento del progetto. Salesiani per il Sociale ha così accreditato 1.246 operatori locali di progetto, 123 formatori generali, 15 responsabili di monitoraggio e 110 selettori sul territorio italiano ed estero.

A questa prima fase, nell’attesa dell’approvazione da parte del Dipartimento, se ne aggiungeranno altre di messa a punto del sistema salesiano del servizio civile universale.

“Nel servizio civile noi Salesiani vediamo una buona opportunità per rendere concreta la formazione dell’onesto cittadino come vuole don Bosco – dice don Giovanni D’Andrea, presidente di Salesiani per il Sociale -. È una grande opportunità per incontrare giovani tra i 18 e 28 anni che difficilmente sarebbero entrati nelle nostre opere. È anche una buona occasione di inclusione tra giovani di diverso stato sociale e gruppo etnico”.

“Il Servizio Civile si sta caratterizzando sempre più come un’opportunità di crescita per i giovani – dice invece don Carmine Ciavarella, Referente Nazionale per il Servizio Civile dei Salesiani –. Il nostro Paese ha l’opportunità di diventare migliore perché abitato da adulti cresciuti mediante il servizio a chi ha più bisogno. Laddove c’è opportunità di crescita per tutti i giovani, soprattutto per i più poveri, i Salesiani investono tutte le loro energie per accompagnarli a rendere sempre più piena la loro vita e quella di coloro che raggiungono mediante il loro servizio”.