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AM: presentazione terzo incontro del Percorso Nel Cuore del Mondo

Sabato 17 e domenica 18 si svolgerà presso l’Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice il terzo incontro del Percorso Nel Cuore del Mondo 2022/2023. I ragazzi tratteranno il tema dell’Economia a servizio dei popoli a partire dall’intervento di Tony Cutillo sulll’Evangelii Gaudium come stimolo per essere missionari nel quotidiano.

La domenica i ragazzi avranno l’opportunità di incontrare Federica Rosso, laureata in giurisprudenza e con un master in sicurezza e sviluppo internazionale, ha lavorato in ONG per rifugiati e migranti e successivamente a Bruxelles nella Commissione Europea per Servizio Civile e aiuti umanitari, attualmente è legale di quest’ultimo ufficio. Federica illustrerà le conseguenze di una economia che è asservita al potere con un taglio sulle questioni umanitarie, a partire dall’esperienza di missione in Madagascar di 10 anni fa, in particolare su:

  • Come gli aiuti economici possano veramente essere a servizio dei poveri contro il marcio delle ONG
  • Mettere a confronto l’interesse sovranazionale, di politica, e nazionale che però non ha un riscontro positivo nei campi profughi
  • Affondo sul tema delle sanzioni degli Stati: mettono in luce gli interessi che ci sono dietro le scelte, ma allo stesso modo contribuiscono a finanziare le agenzie che aiutano. Quindi, quali sono gli interessi che conviene mantenere?
  • Accenno a piccole azioni che noi concretamente possiamo fare, a partire però da quello che si sta già facendo

Programma

Sabato 17:

  • 15.00: Accoglienza 
  • 15.15: Gioco
  • 16.15: Preghiera
  • 16.45: Intervento di Tony Cutillo
  • 17.30: Pausa 
  • 17.50: Deserto
  • 18.30: Condivisione
  • 19.00: Preparazione cena condivisa e cena 
  • 21.30: Giro della Mostra missionaria e preghiera

Domenica 18:

  • 7.45: Sveglia
  • 8.15: Colazione
  • 8.45: Preghiera
  • 9.00: Risveglio uscolare
  • 9.30: Intervento di Federica Rosso
  • Messa
  • Pranzo
  • 15.00: Saluti

 

Cagliero 11 – “Per le organizzazioni di volontariato” – Dicembre 2022

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°168 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Dicembre 2022.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché le organizzazioni di volontariato e proozione umana trovino persone desiderose di imoegnarsi per il bene comune e cerchino strade sempre nuove di collaborazione a livello internazionale.

Per i volontari missionari salesiani attuali e gli ex-volontari in Messico.

Vi mando un saluto fraterno con il desiderio e l’impegno di vedere rafforzata la nostra identità carismatica all’interno della Chiesa con un’azione efficace tra i più bisognosi.

Per quest’anno abbiamo sviluppato la proposta Settore per le Missioni “Comunicare Cristo Oggi” attraverso le reti sociali: la riattivazione di una missione che deve iniziare da ciascuno, nella sua famiglia e nella società. In unione con il messaggio che papa Francesco ci ha dato “affinché siate miei testimoni” nell’annuncio del Vangelo.

All’inizio di dicembre, mese in cui celebriamo la nascita del Salvatore, vorrei invitare tutti noi che condividiamo la missione come Famiglia Salesiana a continuare a impegnarci per la trasformazione di una società più giusta, più fraterna, più evangelizzata.

Don Hernán Darío Carmona López, SDB, Coordinatore Regionale per l’Animazione Missionaria, Regione lnteramerica

Buonanotte Missionaria Dicembre 2022 – Giacomo Comino

La Buonanotte Missionaria: un’esperienza concreta in terra di missione per riflettere!

Per questo mese di dicembre, l’esperienza di Giacomo Comino, coadiutore salesiano missionario da oltre 50 anni, prima in Corea e poi in Sudan dove vive. Un buon esempio missionario di speranza e fiducia in Dio anche nelle situazioni più difficili.

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Sono Giacomo Comino, ma ormai quasi tutti mi chiamano Jim, e sono un salesiano coadiutore, missionario da oltre 50 anni. Da più di 25 anni lavoro in Sudan a stretto contatto con la popolazione martoriata dalla guerra civile. In questo contesto così complesso stiamo portando avanti un progetto molto impegnativo, eppure sono un uomo pieno di speranza, colmo di fiducia nella Provvidenza di Dio

La mia vocazione salesiana come coadiutore è nata che avevo 16 anni, quando il mio catechista mi chiese: “Cosa farai il prossimo anno, ora che hai finito la scuola superiore?” Gli risposi titubante che avrei voluto diventare salesiano, ma non ne ero sicuro… Lui allora mi disse: “Vai al noviziato, il Signore ti ispirerà!”. Avevo solo 17 anni quando diventai salesiano.
Finito i corsi di formazione salesiana e tecnica, il catechista mi chiese: “Cosa farai il prossimo anno? Perché non fai domanda per andare in missione?” Io non ci avevo mai pensato seriamente, ma feci la domanda per le missioni. Dopo due mesi, il superiore delle missioni mi manda a chiamare e mi dice: “Stiamo iniziando una nuova missione in Corea e andrai in Corea”.
Avevo solo 21 anni quando arrivai in Corea. Mi impegnai da subito con i ragazzi dell’oratorio e loro furono l’aiuto più prezioso per imparare la lingua e ambientarmi in questa nuova missione. La Corea fu il mio primo amore.
Dopo 30 anni di vita missionaria, il superiore delle missioni mi chiese di andare per 2-3 anni in Sudan dove stavano iniziando una nuova missione. Arrivato, la prima cosa che feci, fu visitare il campo profughi. Rimasi scioccato da questa esperienza e dopo tre anni, quando potevo di nuovo finalmente tornare in Corea, che ancora portavo nel cuore, mi sono detto: “La Corea ormai va avanti da sola, mentre qui in Sudan manca tutto, la gente muore di fame e di malattie. “Cara Madonna, starò in Sudan finché tu vorrai…ma mi devi aiutare altrimenti me ne vado…”. Sono passati più di 25 anni, ho passato dei momenti difficili, ma la Madonna mi è sempre stata accanto… si vede che il Signore vuole che lavori ancora per i bambini più poveri.”

Come accennavo all’inizio, fino al 2011 il Sudan è stato straziato da una feroce guerra civile tra il nord in prevalenza musulmano e il sud cristiano. I 22 anni di conflitti hanno portato a 2 milioni di morti, soprattutto del sud, e 4 milioni di profughi. Nel nord noi salesiani ci siamo occupati dei profughi, cercando di dare un’educazione ai più giovani. Con il tempo però la situazione generale non è migliorata: prima c’era speranza, oggi la gente è disorientata e anche noi missionari ci chiediamo: “che cosa è capitato?”. La gente vive male, con difficoltà economiche; mancano tutte le infrastrutture, non c’è sviluppo in campo agricolo, né medico… “I’m hungry”, “ho fame”, “non ho mangiato nulla”. Si accontentano anche di un pezzo di pane o di un biscotto che condividono con i loro amici.

Un’altra sfida pressante è quella educativa. Il 70% dei bambini non va a scuola. Oltre all’istruzione fondamentale, il nostro compito è quello di educare questi ragazzi alla pace, perché qui come in Kenya, dove la scuola tecnica Don Bosco di Marsabit risulta essere l’unica scuola professionale in grado di aiutare i ragazzi cristiani e musulmani a imparare un mestiere e costruire un futuro migliore, le lotte tribali sacrificano ancora ogni giorno vite innocenti, anche di bambini. Spieghiamo loro che non basta cantare e pregare per ore durante la messa. Se non perdonano anche i loro nemici non sono cristiani, perché Gesù ha perdonato chi l’aveva messo in croce.

Negli ultimi mesi la situazione si è aggravata perché è da oltre sei mesi che non piove. La scarsità d’acqua è gravissima: a perire non sono solo gli animali, ma in diversi comuni sono morte anche delle persone.
Abbiamo chiesto ai nostri studenti di unirsi a noi nella preghiera affidandoci a Maria per poter trovare acqua. Lei ci ha assistito. Dopo 500 metri di scavo di un pozzo, quando ormai le speranze stavano per svanire, la Madonna ha fatto il miracolo: abbiamo trovato acqua abbondante e potabile. L’abbiamo chiamata “Acqua miracolosa della Madonna”.

Nelle fatiche quotidiane noi salesiani ci siamo sempre affidati a Maria Ausiliatrice. Soprattutto chi opera a stretto contatto con i giovani non deve mai perdere la speranza e la fiducia in Dio, perché lui è sempre con noi

Pregate per noi, come noi preghiamo per voi, perché la preghiera è la prima forma di comunione e vicinanza.

Giacomo Comino

Oratorio Don Bosco Agnelli: testimonianza missionaria

Venerdì 4 novembre presso l’oratorio salesiano Don Bosco Agnelli si è svolta una testimonianza da parte di tre ragazze partite in missione quest’estate ai ragazzi di gruppi formativi ForMe e ForUs dell’oratorio.

Erano presenti Giulia Meucci partita per la Lituania, Sara Busato e Sara Scrivo partite per la Romania e anche Andrealisa partita qualche anno per l’Africa.

Dopo un primo video di presentazione e un breve racconto dell’esperienza è stato lasciato lo spazio ai ragazzi per porre domande a coloro che erano partite. Per quest’ultime è stata una bella occasione per rivivere l’esperienza vissuta e donarla anche ad altri ragazzi; per riflettere sulle motivazioni che le hanno spinte a partire e sul loro ritorno dalla missione.

Progettare insieme nuovi percorsi: Consulta Nazionale Animazione Missionaria a Valdocco

Il 12 e il 13 novembre si è tenuta a Valdocco la Consulta Nazionale di Animazione Missionaria, un confronto per dialogare e progettare un percorso condiviso che ha visto gli interventi del Signor Cosimo Cossu e Michela Vallarino. Di seguito l’articolo a cura del Comitato Nazionale AM.

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“Perché siamo qui oggi?”

Il 12 e 13 novembre a Valdocco, giovani, FMA e SDB si sono incontrati per un confronto delle diverse attività dell’Animazione Missionaria sul territorio italiano. I giovani, le salesiane e i salesiani presenti fanno infatti parte delle equipe ispettoriali di Animazione Missionaria.

Ventiquattro ore di confronto, testimonianze e gruppi di lavoro per conoscersi, dialogare e progettare un percorso condiviso.

Ad aprire il tavolo di lavoro, la testimonianza del Signor Cosimo Cossu, SdB coadiutore, missionario in Ecuador per 20 anni, e Michela Vallarino, presidente del VIS.

Cosa vi ha portato a lasciare tutto e partire per un’esperienza missionaria? Ve lo dico io. L’Amore.

-Cosimo Cossu

Sapienza, pazienza e speranza, tre parole che hanno accompagnato questo incontro. Essere in grado di leggere il tempo in cui viviamo e comprendere il desiderio dei giovani; saper attendere i frutti di qualcosa seminato da poco; avere fede e renderci conto che noi dobbiamo essere come degli specchi che riflettono l’Amore di Dio per i giovani.

AM: secondo incontro del Percorso Missionario

Domenica 13 novembre si è svolto, presso la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice di piazza Maria Ausiliatrice a Torino, il secondo incontro del “Percorso nel Cuore del Mondo” 2022/2023.

Il tema dell’incontro é stato la Dottrina Sociale della Chiesa, affrontato grazie l’intervento di Don Matteo Rupil che ha mostrato come il Vangelo sia lo zucchero che addolcisce ogni parte della nostra quotidianità usando cinque passaggi:

  • Gesù Cristo: pienezza e salvezza di tutto l’uomo e di tutti gli uomini
  • la Chiesa: sale della terra e luce del mondo
  • la Dottrina Sociale della Chiesa: un servizio alla civiltà dell’Amore
  • per approfondire la conoscenza: alcuni lineamenti fondamentali
  • per dirla con Don Bosco: “Buoni cristiani, onesti cittadini, fortunati abitatori del Cielo”.

Il Vangelo ha la forza di far emergere tutto quello che di buono c’è in quel terreno, che altrimenti rimarrebbe nascosto.

Don Matteo Rupil

I ragazzi con l’aiuto di tre laboratori hanno visto tre ambiti concreti che rientrano nella Dottrina Sociale della Chiesa e su cui sono chiamati a rispondere ogni giorno come cristiani: Lavoro, Ambiente e Migrazione.

Dopo la cena condivisa e qualche gioco il gruppo ha concluso l’incontro nella chiesa di San Francesco di Sales con la buonanotte di Don Riccardo Castellino sulla sua esperienza missionaria in Nigeria.

É importante partire ad essere missionari qui dove siamo.

Don Riccardo Castellino

AM: presentazione secondo incontro del Percorso Nel Cuore del Mondo

Domenica 13 novembre si svolgerà presso l’Istituto delle figlie di Maria Ausiliatrice il secondo incontro del Percorso Nel Cuore del mondo 2022/2023. I ragazzi saranno chiamati a riflettere sul tema della Dottrina Sociale della Chiesa a partire dal versetto “Se Dio ci ha amati così, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri” (Gv 4, 11) cercando di leggere il mondo con gli occhi del Vangelo e di esserne testimoni nella quotidianità.

In particolare ci si soffermerà su tre tematiche: ambiente, lavoro minorile migrazioni, le quali verranno affrontate a partire dall’intervento dell’ospite Don Matteo Rupil e attraverso alcuni laboratori.

Programma:

  • 16.00: Accoglienza 
  • 16.45: Preghiera
  • 17.00: Intervento di Don Matteo Rupil
  • 17.30: Laboratori 
  • 18.30: Pausa
  • 19.00: Deserto
  • 19.20: Condivisione
  • 19.50: Cena condivisa 
  • 20.40: Gioco 
  • 21.20: Preghiera e Buonanotte
  • 22.00: Saluti

Cagliero 11 – “Per i bambini che soffrono” – Novembre 2022

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°167 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Novembre 2022.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché i bambini che soffrono – quelli che vivono in strada, le vittime delle guerre, gli orfani – possano avere accesso all’educazione e possano riscoprire l’affetto di una famiglia.

Per alleviare le sofferenze dei bambini poveri senza casa e degli orfani di Haiti.

Ciao a tutti,

In questo mese in cui ricordiamo i missionari salesiani, irradiatori del carisma di Don Bosco in tutto il mondo, ci fermiamo a riflettere sul tema della sofferenza dei più piccoli. Nella nostra società globalizzata dobbiamo riconoscere che la “cultura dello scarto” ormai dilaga sempre più e gli effetti sono devastanti. Come cristiani, siamo chiamati a vincere l’indifferenza e a testimoniare che il Vangelo è una buona notizia di Gioia e non lascia spazio alla tristezza.
Quest’estate in Venezuela ho apprezzato molto il sorriso e l’accoglienza della gente povera del barrio, pronta a farti entrare nelle loro umili case senza dover nascondere i disagi quotidiani e le umili condizioni di vita. Ho sperimentato che per alleviare la sofferenza è sì necessario impegnarsi in opere sociali, garantire i diritti fondamentali, educare i giovani, ma, insieme a tutte le cose, occorre fermarsi e condividere il proprio tempo con chi ci sta vicino.
Siamo capaci di “perdere tempo” per farci prossimi e ascoltare chi soffre senza cadere nell’efficientismo di chi vuole risolver tutti i problemi degli altri? Con questo dubbio, vi auguro una buona lettura del Cagliero11.
Marco Fulgaro, Membro laico del Settore per le Missioni Salesiane

Buonanotte Missionaria Novembre 2022 – Paolo Vaschetto

La Buonanotte Missionaria: un’esperienza concreta in terra di missione per riflettere!

La buonanotte missionaria di questo mese è condivisa dal sig. Paolo Vaschetto, originario dell’oratorio di Bra, missionario in Nigeria e Ghana dal 2001 al 2018 e rientrato a Roma per proseguire i suoi studi a servizio della Congregazione salesiana.

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Due idee sulle missioni

Mi chiamo Paolo Vaschetto e sono un salesiano coadiutore. Ho 53 anni e, al momento, sto conseguendo un Dottorato in Storia della Chiesa all’Università Gregoriana in Roma. Uno studente “un po’ maturo”, con un buon traguardo a portata di mano che mi permette di riqualificarmi e di ripensare in un’altra ottica la mia esperienza pastorale in terra di missione.

Sono stato in terra di missione e precisamente in Nigeria e Ghana dal 2001 al 2018. La mia disponibilità missionaria non è stato frutto di un fulmine a ciel sereno, ma di una riflessione portata avanti nei primi anni di formazione, di un’entusiasmo per la missione che mi sono sempre portato dietro, di una curiosità e voglia di stupirmi e di meravigliarmi che mi è propria… ho affiancato al lavoro in oratorio il servizio dell’amministrazione economica delle case in cui ero, ad Akure in Nigeria (2001-2006) e a Sunyani in Ghana (2006-2011). Quando sono stato assegnato alla casa di post-noviziato a Ibadan in Nigeria (2011-2018) ho aggiunto ai miei “soliti” incarichi anche l’insegnamento di alcune materie nell’ambito della storia e pedagogia salesiana e un progetto di recupero per ragazzi di strada.

Vorrei condividere con voi uno stralcio delle memorie che sto scrivendo quando sono ispirato e libero da altri impegni. Questo è un resoconto del primo impatto con la Nigeria (ottobre 2001). Spero si colgano tanti sentimenti contrapposti che facciano sorridere ma anche pensare…

“Non ricordo problemi particolari di visto nel primo viaggio, ma dal ritiro dei bagagli in poi potrei fare una cronaca minuto per minuto. Il ricordo si fa vivo dall’apertura della porta per uscire dall’aeroporto, una sensazione di tuffo nel vuoto che è indimenticabile. Nell’aeroporto la temperatura era simile a quella dell’aereo e non avevo riscontrato differenze, ma giunto a quella porta, ebbene sì, la differenza era enorme. Una “ventata” mi era arrivata come un assaggio da un passeggero che mi precedeva e per qualche secondo ero rimasto interdetto. È questo il caldo che si respira fuori? Riuscirò a trascinarmi i miei quaranta chili di bagaglio in quell’atmosfera surriscaldata? Quando poi la porta si apre e mi butto fuori tutto diventa vorticoso.

Una marea di persone mi circonda, con un fare non so se minaccioso o di benvenuto, cercando di contendersi il mio bagaglio che difendo a spada tratta. Altri, vedendomi con le mani impegnate sulle maniglie, mi sventolano sotto il naso mazzette incredibili e mai viste prima di soldi nigeriani (naira) e di dollari urlandomi nelle orecchie frasi poco intellegibili ma che contengono parole tipo “Dola”, “Cheng” “Yello”… ma dov’ero capitato? Dopo alcuni attimi probabilmente brevi, ma che mi erano sembrati eterni, vedo un uomo barbuto con una tonaca bianca che si avvicina con fare minaccioso e che si impone su tutti. Era don Matteo che mi aveva individuato in mezzo a quella folla e che mi mostrava subito come ci si deve comportare in una situazione del genere. La migliore difesa è l’attacco, anche perché, da un Europeo, è una reazione che prende in contropiede, fa scattare l’ilarità e quella che prima sembrava una situazione tesa diventa piacevole per tutti, anche per chi si sentiva a disagio.

In un attimo rimaniamo soli, io e don Matteo (che in quel caso si era comportato più da Terence Hill…). Con calma ci avviciniamo a un veicolo mai provato prima e che mi avrebbe accompagnato per migliaia di chilometri, il mitico pick-up diesel, un po’ trattore agricolo e un po’ carrarmato. Anche la tonaca bianca da missionario viene accantonata (scoprirò che in certi frangenti era una specie di lasciapassare) e sudando sette camicie ci buttiamo nel mezzo del traffico serale diretti ad una misteriosa Victoria Island di cui sinceramente non avevo mai sentito parlare prima.

Don Matteo aveva uno stile di guida inusuale, almeno secondo i miei standard precedenti, ma tra incidenti sfiorati all’ultimo istante, pulmini stracarichi all’inverosimile di cose e persone, buio pesto, fumo acre, rumori assordanti di motori e vociare di persone arriviamo nella casa accogliente di una famiglia italiana. Mai avrei pensato che quel primo shock sarebbe poi diventato ordinaria amministrazione. Vivere in Nigeria, me ne sarei reso conto abbastanza presto, è vivere pericolosamente, ma dopo la grande corsa o avventura si approda sempre a un porto sicuro. La gente si prende cura di te, in semplicità si condivide quello che si ha e ci si prepara per il giorno dopo. Lo stereotipo della gazzella e del leone l’ho provato su di me… e tanto stereotipo non è…”

Un altro racconto che mi piace condividere è quello della magia di tre anni (2015-2018) passati nell’ideare, cercare i fondi per e infine costruire e impostare un progetto per ragazzi di strada. Ho ereditato quest’idea prendendomi cura di una dozzina di ragazzi che, presi dalla strada e alloggiati in casa d’affitto, seguivamo nei loro studi e nella loro crescita umana e professionale (di quel gruppo, ormai ragazzi quasi di 30 anni, abbiamo avuto buoni risultati: qualcuno ha messo su famiglia e quasi tutti fanno un lavoro onesto).

Il mio dubbio era: nel post-noviziato non ci starebbe bene una casa con ragazzi di strada? Non sarebbe più significativo per i giovani confratelli studiare con accanto a sé i veri ragazzi poveri e abbandonati? La Provvidenza ha assistito abbondantemente questo sogno e in meno di due anni abbiamo costruito una casa che può accogliere fino a 40 ragazzi con un programma serio di recupero e di reinserimento in famiglie che possano accompagnare una crescita equilibrata di questi giovani in difficoltà. Quando ho lasciato il progetto in buone mani nell’ottobre del 2018, erano già 15 i ragazzi che, “rimessi a posto”, erano tornati in famiglia dopo almeno un anno con noi… la storia continua e il bene non si ferma! E ora, a cosa mi chiama l’obbedienza?

Con il Dottorato in Storia della Chiesa e con un “focus” speciale sulla storia di don Bosco mi metto a disposizione della Congregazione per un lavoro più di riflessione che di attività frenetica e un po’ logorante sul fronte della Missione. Non potevo più permettermi certi ritmi di lavoro e ho avuto la possibilità di tornare su una delle mie passioni che non ho mai abbandonato, cioè la Storia, soprattutto l’insegnamento.

Con la grande esperienza che ho vissuto spero di fare una sintesi di studio che non sia astratta e vaga, ma significativa perché intrisa di passione e di esperienze concrete….

Non è e non sarà facile: devo proprio affidarmi al vostro ricordo nella preghiera perché questo sogno si possa realizzare in pieno!

Paolo Vaschetto

Buoni cristiani e onesti cittadini: primo incontro

Il 13 novembre si svolgerà il primo incontro del percorso di formazione “Buoni cristiani e onesti cittadini”  che affronterà il tema della Dottrina Sociale della Chiesa.

Il percorso si svilupperà su tre anni con tre temi differenti: Ambiente, Politica ed Economia.

In quest’anno il tema affrontato è basato sull’evento Economy of Francesco, con l’aiuto di ospiti e conoscendo realtà che, ispirandosi al Vangelo, propongono un modo “diverso” di vivere l’economia.

INFO E CONTATTI

Per ulteriori informazioni visitare la landing page dedicata.

Contattare via mail il seguente indirizzo: ape@31gennaio.net