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EntreApp – Il progetto Erasmus del Cnos-Fap

Si riporta l’articolo pubblicato su Valdocco.CnosFap.net in merito al Progetto Erasmus – ENTREAPP – che il Cnos-Fap sta realizzando in collaborazione con istituzioni educative e formative internazionali:

  • I Salesiani del Collegio San Pedro di Siviglia,
  • L’Istituto Deusto di Bilbao,
  • Il Liceo Tecnico Professionale di Versailles.

Il progetto EntreApp prevede lo sviluppo di una applicazione per smartphone per la promozione turistica e culturale della Città di Siviglia.

Da Valdocco a Siviglia passando per Versailles e Bilbao: un progetto, “ENTREAPP”, che il CNOS-FAP sta realizzando in collaborazione con istituzioni educative e formative internazionali come i Salesiani del Collegio San Pedro di Siviglia, l’Istituto Deusto di Bilbao e il Liceo Tecnico Professionale di Versailles.

Caratteristiche salienti del progetto sono lo sviluppo di un App (applicazione per device mobile) per la promozione turistica e culturale della Città di Siviglia. I protagonisti di ENTRAPP sono i giovani allievi che frequentano le istituzioni formative coinvolte ognuno con un ruolo ben definito e coerente con le peculiarità della sede di provenienza.

CNOS-FAP Valdocco, nello specifico, si occupa di realizzare la veste grafica, ossia della progettazione del logo, della stampa dei materiali e dell’interfaccia grafica. Compito del Colegio San Pedro di Siviglia è scrivere il codice informatico per la programmazione dell’APP. L’Istituto Deusto di Bilbao si occupa invece della traduzione in lingua Castigliana, della realizzazione dei contributi audio video e dei QRCode che si applicheranno ad ogni singolo punto di interesse turistico. Il Liceo Tecnico Professionale di Versailles si occupa dei contenuti e della redazione dei testi del progetto e della relativa traduzione in lingua francese.

Il vantaggio per il turista, fornito dalla App in elaborazione, sarà quello di ritrovare, nelle vicinanze del punto di interesse, una serie di informazioni a lui utili al fine di vivere una piacevole esperienza di visita.

Gli allievi coinvolti, guidati da formatori ed insegnanti, hanno alternato ed alterneranno momenti di ricerca e sviluppo nei rispettivi istituti di appartenenza insieme con le settimane di mobilità internazionale, quasi a suggellare un vero e proprio gemellaggio tra le sedi. Una citazione particolare vogliamo rivolgerla agli allievi del CFP di Valdocco, i nostri allievi del comparto grafico, che hanno operato in successione temporale svolgendo diverse mansioni: dal progettista grafico del logo dell’App, al Key Visual, fino al produttore dei materiali e gadget confezionati per l’accoglienza (il welcome kit!).

Una importante precisazione del Prof. Malacasa riguarda lo sviluppo del progetto ed il coinvolgimento degli allievi e dei formatori dei settori presenti nel CFP:

Abbiamo progettato il logo e le sue applicazioni con il collega Cappelletti e gli allievi dei corsi seconda e terza del corso – Operatore Grafico Multimedia – organizzandoli come fossero un’azienda di comunicazione. Questo ha permesso loro, ancora una volta, di sperimentare tempi e modi del mondo del produttivo.

C’è da dire, inoltre, che i nostri laboratori sono organizzati secondo questa modalità, che è quella della commessa, in grado di simulare la produzione nell’ambito della comunicazione. Nel progetto sono state coinvolti tutti i processi del settore presenti nel nostro CFP: dalla progettazione grafica alla stampa. Gli stessi allievi con disabilità, guidati con passione dal loro formatore Emanuele Mensa, all’interno del laboratorio in cui applicano loghi su semplici capi di abbigliamento o gadget, hanno contribuito con allestimento e stampa delle magliette.

Abbiamo così centrato l’obiettivo di far conoscere il progetto facendoli diventare protagonisti! Gli ospiti sono stati coinvolti dai loro coetanei a svolgere la stessa attività e quindi le attività formative vissute insieme hanno riguardato la realizzazione dei materiali, che erano stati progettati in precedenza.

Il Prof. Malacasa mostra uno spontaneo entusiasmo in merito al progetto, soprattutto nel racconto di alcune modalità messe in atto per socializzare:

Andare insieme nel laboratorio di panificazione, ha permesso loro di socializzare utilizzando come strumento la pasta per fare la pizza … farla insieme ed insieme ovviamente mangiarla … Panificazione ma anche elettromeccanica: con il coinvolgimento degli allievi del settore che all’interno del progetto hanno realizzato “le bandiere degli stati europei coinvolti costruendo un mini impianto a led la cui illuminazione permette di visualizzare i colori delle bandiere delle tre nazioni: Francia, Spagna e Italia.”

Tra i risvolti più simpatici di questo scambio internazionale:

L’occasione ci ha anche permesso di mostrare i monumenti e le bellezze artistiche della nostra capitale Sabauda. Il clou è stato la visita alle residenze reali di Venaria e Stupinigi, il cui ingresso ci è stato omaggiato da Base Running, una nostra azienda partner che ci supporta in diverse attività formative a partire da quelle in apprendistato duale.

Nota di colore per i nostri “amici di Versailles”: sono rimasti piacevolmente stupiti nel vedere una riproduzione quasi pedissequa delle loro rinomate bellezze! C’è da non crederci, ma siamo riusciti pure a far vedere la neve agli amici di Siviglia.

Giudizio finale del Prof. Malacasa

Siamo contenti di aver ricevuto attestati di stima e di soddisfazione direttamente dai partecipanti. Siamo pronti per la prossima puntata – conclude Alessio Malacasa, ringraziando tutti i Colleghi del CFP che hanno contribuito e reso possibile lo scambio Erasmus oltre ovviamente al Direttore Marco Gallo per la fiducia concessa.

Nino Gentile

MGS Day: “Essere onesti è la vera rivoluzione”

Domenica 31 marzo 2019, a Valdocco, torna l’appuntamento con l’MGS Day che vede andare in scena la sua seconda tappa. Una giornata di gioco e comunità per valorizzare il percorso personale dei giovani seguendo le orme di don Bosco.

“Essere onesti è la vera rivoluzione”, sarà questo il tema centrale della giornata che verrà trattato in particolare da Andrea Franzoso – autore del libro #Disobbediente!. (clicca qui per saperne di più)

Il programma della giornata sarà il seguente:

  • Ore 9.30 – Accoglienza;
  • Ore 15.00 – Santa Messa;
  • Ore 16.30 – Conclusione.

Ci sarà bisogno di portare il pranzo al sacco e per partecipare alla giornata sarà chiesto un contributo di 5€.

Per informazioni:

Incontro di formazione per Universitari – “Vivere, amare e credere”

Si evidenzia il secondo appuntamento organizzato dal CUSCollegi Universitari Salesiani – di Formazione per Universitari, di mercoledì 20 marzo, che si terrà a Valdocco, Sala Sangalli. Il tema dell’incontro, sviluppato da Andrea Franzoso sarà:

“Essere onesti: è la vera rivoluzione”

Programma:

  • Ore 20,30: Ritrovo e Buffet;
  • Ore 21,15: Introduzione alla serata e preghiera;
  • Ore 21,30: “Essere onesti è la vera rivoluzione” – Andrea Franzoso, “Il Disobbediente”;
  • Ore 22,15: Il dibattito;
  • Ore 22,45: Buonanotte e saluti.

Segui in diretta la conferenza sulla pagina Facebook Salesiani Piemonte ICP:

Biografia - Andrea Franzoso

Andrea Franzoso vive a Milano. Ha faticato a trovare la sua strada e dopo diverse esperienze (è stato capitano dei carabinieri, ha vissuto quattro anni coi gesuiti, ha lavorato come impiegato in un’azienda) oggi fa l’autore televisivo.

#Disobbediente!

Un libro contro la paura; la storia vera di un uomo che ha avuto il coraggio di andare controcorrente.

 

Spazio Fratto Tempo – Parte la formazione degli operatori

Nella mattinata di mercoledì 13 febbraio, gli educatori del progetto Spazio Fratto Tempo, sono stati convocati per la prima volta a Valdoccoin Pastorale Giovanile – per un incontro di formazione sul funzionamento della piattaforma online contenente tutti i dati degli utenti, di tutti quei ragazzi che sono parte attiva del progetto. Verrà utilizzata dagli operatori, gli educatori, che sono il motore di queste attività.

Spazio Fratto Tempo è un programma finanziato all’interno di Articolo +1, un bando della Compagnia San Paolo che ha come obiettivo principale l’aumento dell’occupazione dei giovani con difficoltà a inserirsi nel mercato del lavoro e con maggiore attenzione a quelli con bassi livelli di occupabilità. Nato nel 2016, ha avviato nel novembre 2018 la sue seconda attività. (clicca qui per saperne di più).

Si terranno incontri periodici con l’obiettivo di accompagnare, supportare e formare il gruppo dalla realizzazione delle attività, con gli operatori che contattano le imprese e coinvolgono i ragazzi, alla nascita di un’incontro tra le due realtà.

Nella prima parte della mattinata Daniela Gulino, la referente per il progetto articolo+1 e Lisa Zaquini dell’asvapp (ente valutatore e per indagini statistiche rispetto al progetto) hanno illustrato il funzionamento della piattaforma dove vengono inseriti tutti i ragazzi che sono nel progetto.

Ecco le parole di Daniela Gulino:

“Sono stata invitata da Spazio Fratto Tempo, per un focus di approfondimento rispetto alla piattaforma utilizzata all’interno del progetto per analizzare a approfondire le modalità con cui Spazio Fratto Tempo sarà in grado di portare all’occupazione i giovani NEET.

E’ stato un momento di conoscenza reciproca con gli operatori del progetto e poi di approfondimento, ma anche un’ impostazione per il lavoro che ci vedrà impegnati per i prossimi 24 mesi. Sono state trattate le modalità di utilizzo di una piattaforma online e l’avvio al lavoro NEET, che sono i giovani non in formazione, non in percorsi di istruzione e che non lavorano”.

Nella seconda parte della mattinata invece Alessandro Brescia (referente della progettazione per la parte della pastorale giovanile e AGS) e Nicola Dell’Aquila (referente della progettazione per la parte del Cnos-Fap), hanno fatto un intervento su:

  • sull’organizzazione, la supervisione e la formazione,
  • le azioni progettuali, degli operatori di spazio fratto tempo,
  • gli educatori e gli operatori dei servizi al lavoro (SAL).

 

«Anche sul Web in ascolto dei giovani»: così i Salesiani guardano al futuro

Avvenire – 13 febbraio 2019 – articolo a cura di Matteo Liut.

Dopo la grande Festa panamense, continua la preparazione al Capitolo generale del 2020. Lanciato un sito internet per raccogliere idee e contributi di tutti.

La grande famiglia dei Salesiani guarda al futuro e rilancia la sfida di un cammino sempre più accanto alle nuove generazioni in ogni angolo del pianeta.

Nei mesi scorsi, infatti, è partito il cammino di preparazione al 28° Capitolo generale dei Salesiani che si terrà nel 2020 a Valdocco – dove si trova la Casa madre della congregazione – e che si concentrerà su tre dimensioni fondamentali:

  • priorità della missione per i giovani;
  • il profilo del salesiano di oggi;
  • la missione condivisa tra salesiani e laici.

Un lungo percorso il cui primo passo è proprio l’ascolto dei giovani, in continuità con il carisma del fondatore, don Giovanni Bosco, e in piena sintonia con lo stile indicato dal Sinodo dei giovani dello scorso ottobre.

In Italia quest’impegno all’ascolto dei giovani passa anche dal Web, attraverso un sito che permette a tutti di dare il proprio contributo alla costruzione del futuro dei Salesiani.

All’indirizzo www.salesianiperilfuturo.it, realizzato dall’ufficio di comunicazione sociale dei Salesiani in Italia, i giovani delle Ispettorie salesiane possono riempire un questionario, caricando un testo, un video o un’immagine. Il loro contributo servirà al confronto prima all’interno dei Capitoli ispettoriali e poi a quello generale del prossimo anno, durante il quale verrà definito l’orientamento da dare all’intera congregazione per i successivi sei anni.

All’incontro del 2020 prenderanno parte i delegati eletti nel corso dei Capitoli locali delle 89 Ispettorie di tutto il mondo con 131 nazioni rappresentate. Il “volto mondiale” dello spirito e del carisma salesiano si è respirato anche a Panama, durante la recente Gmg.

Nella capitale centroamericana, infatti, la presenza dei figli di don Bosco è preziosa e ha il suo cuore attorno alla Basilica di Don Bosco, dove nel 2017 ha preso avvio il progetto “Panama, Valdocco d’America” con l’obiettivo di creare a Panama entro il 2021 un centro di devozione a Don Bosco, che sia riferimento per tutta l’America Latina.

Un cammino che vede impegnato anche l’Istituto Tecnico Don Bosco di Panama. I due centri salesiani cittadini (l’Istituto e la Basilica) sono stati il cuore pulsante della partecipazione salesiana alla Gmg. Negli spazi della Basilica, in particolare, si sono tenuti due momenti di festa e incontro per il Movimento giovanile salesiano (Mgs) il 23 gennaio: il Forum dei responsabili del Movimento e la Festa con i giovani salesiani. Al primo appuntamento hanno preso parte 200 persone da 30 Paesi, che si sono confrontate con il rettor maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, e la madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat.

Dall’incontro è uscito un messaggio rivolto a tutti i giovani del Mgs nel mondo.

«Le sfide di oggi – si legge nel documento – richiedono giovani forti che siano pronti a fronteggiarle. Impegniamoci dunque, come Mgs, a formare giovani che desiderino seguire i propri sogni, impegnarsi per gli altri, cambiare il mondo a partire dal proprio contesto locale e quotidiano, seguendo Cristo nello spirito di Don Bosco e Madre Mazzarello».

La Festa del pomeriggio, poi, ha visto la partecipazione di 3500 giovani.

Matteo Liut

 

Teresio ha dedicato la vita a Don Bosco insegnando e scrivendo in suo nome

Si segnala un articolo proveniente da “Il Corriere Torino” che racconta la storia di don Teresio Bosco e di come abbia dedicato tutta la sua vita a trasmettere la passione e la gioia dell’opera creata da San Giovanni Bosco.

«La prima felicità di un fanciullo è sapersi amato» diceva Don Bosco.

Un messaggio che don Teresio Bosco, morto nella casa madre salesiana di Torino – Valdocco a 87 anni, ha sempre trasmesso a tutti. La sua vita l’ha dedicata alla chiesa, alla preghiera ma soprattutto dedicata ai più giovani.

Perché da sempre aveva imparato che il messaggio di Dio, per essere capito dai ragazzi, doveva arrivare forte e chiaro. Il suo cognome lo aveva sempre fatto considerare un predestinato. E lui, classe 1931, nato e cresciuto a Montemagno, in provincia di Asti, dove viveva con la famiglia, aveva deciso di seguire le orme di Don Bosco. Ordinato sacerdote proprio tra i Salesiani 61 anni fa, licenziato in teologia, era iscritto all’albo dei professori in lettere di Torino.

Sono tantissimi i giovani ai quali aveva insegnato tra i banchi. Ma ancora di più quelli che lo avevano incontrato nei campi scuola estivi sulle montagne torinesi. Tra le sue passioni c’era lo di scrivere. Racconti, saggi, articoli.

Diventato giornalista nel 1966 scriveva principalmente su riviste pubblicate dai salesiani. Era stato direttore de Il bollettino salesiano.

«Con la sua capacità di raccontare in modo semplice la vita di Don Bosco- raccontano i confratelli-, era stato capace di renderlo maggiormente un santo vicino alla gente».

Un’immensa produzione letteraria la sua, indirizzata soprattutto ai giovani e alla Famiglia Salesiana. Don Teresio aveva infatti iniziato da giovanissimo a scrivere per i ragazzi in «Compagnie in azione», «Ragazzi Duemila», «Dimensioni Nuove», «Mondo Erre».

Aveva poi lavorato molti anni nell’Editrice Elledici dedicandosi allo studio e alla divulgazione della figura e del messaggio di don Bosco e della sua spiritualità. Umile e sempre sorridente sapeva sempre che cosa dire.

«Oltre a centinaia di titoli da lui pubblicati, ristampati, tradotti e diffusi in tutto il mondo – dicono ancora i salesiani-, ci resta il suo attaccamento al santo di cui porta il cognome e alla nostra editrice, che ha contribuito a rendere grande e importante con le sue opere».

Ritornano i Gr Ado ed i GxG – 23/24 febbraio

Ritornano gli appuntamenti con i Gr Ado, per i giovani frequentanti la 1° e 2° superiore, ed i Gr GxG, per i giovani frequentanti la 3° e 4° superiore. Si svolgeranno nel week end del 23-24 febbraio 2019 con le seguenti modalità:

  • Porta il quaderno A5 ad anelli, sacco a pelo o lenzuola, federe, asciugamani, necessario per la notte.

Orari:

  • Sabato 23 febbraio ritrovo h 15.00 a Valdocco, per tutti.
  • Domenica 24 febbraio termine h 16.15 a Valdocco (più tardi rispetto alle altre volte!)

Queste le location:

  • Gr Ado – Ragazzi e ragazze saranno a Torino (con un’uscita a piedi in città il sabato pomeriggio)
  • Gr GxG – Il sabato a Valdocco. La domenica, le ragazze a Nizza Monferrato, i ragazzi a Pinerolo.

Per iscrizioni, entro mercoledì 20 febbraio:

 

 

31 gennaio 2019 – Il racconto della giornata di festa

Una grande giornata di festa quella del 31 gennaio. I tanti fedeli che vi hanno partecipato a Valdocco ed in Basilica Maria Ausiliatrice si sono stretti intorno a San Giovanni Bosco portando le personali preghiere e ringraziamento.

 

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Ore 11:00 – La celebrazione presieduta dall’Arcivescovo di Torino

Omelia dell’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, in occasione della Santa Messa delle ore 11,00 per la Festa di Don Bosco. (Torino – Basilica Maria Ausiliatrice).

«Chi accoglie un bambino, un ragazzo o giovane nel mio nome accoglie me» ci dice il Signore.

“Accoglienza significa anzitutto ascolto, primo passo educativo da porre in atto verso le nuove generazioni. Anche il Papa l’ha ribadito al Sinodo dei giovani. Ascoltare i giovani è dunque un impegno forte e chiaro che ci interpella tutti. Don Bosco diceva che l’educazione è una questione di cuore. Per educare un giovane bisogna che lui senta il nostro cuore che lo ama, che lo ascolta e l’accompagna passo passo senza imposizioni o divieti, ma con autorevolezza che nasce dalla stima che si ottiene come educatori, mediante non solo le parole ma i fatti, e la testimonianza coerente della propria vita.

Certo oggi viviamo immersi in un forte e tumultuoso cambiamento culturale in atto che ha spiazzato molte famiglie in campo educativo. Oggi viviamo in un mondo di super informazione, che si avvale di nuovi linguaggi affascinanti e ricchi di sempre nuovi stimoli e interessi. Questo è un dato positivo, ma rischia paradossalmente di isolare ancora di più la persona dentro un mondo virtuale e soggettivo da cui diventa difficile uscire per dialogare e rapportarsi poi con l’altro e con gli altri. Si impoveriscono così i rapporti interpersonali e la comunicazione verbale ed esperienziale tra i vari soggetti educativi. A questa carenza si supplisce spesso con i tanti servizi e proposte, che si rovesciano sugli adolescenti e giovani e accontentano le loro pulsioni occasionali e momentanee, epidermiche, senza lasciare traccia dentro il cuore.

È necessario che i vari soggetti coinvolti nell’ambito educativo si parlino e si incontrino su una piattaforma comune di indirizzi e di valori condivisi. Genitori, docenti, sacerdoti e religiose, animatori dei vari ambiti del vissuto sociale, operatori della comunicazione, istituzioni pubbliche, sono chiamati a lavorare insieme condividendo un obiettivo comune che è quello di incentrare ogni intervento sulla persona. È urgente che i ragazzi e giovani possano avere interlocutori disponibili ad ascoltarli e a camminare con loro condividendone le aspirazioni e le domande, le sfide e le provocazioni con spirito non paternalistico, ma amicale e sereno.

Bisogna dare vita a un vero e proprio patto educativo tra famiglia, scuola, comunità civile e religiosa e gli stessi ragazzi e giovani, rendendosi tutti responsabili di una testimonianza di vita coerente e sincera. Il fine non è quello di catturare o di orientare su binari precostituiti, ma di sollecitare le risorse positive dei giovani su valori e proposte ricche di umanità e di spiritualità.

Vale la pena qui ricordare il metodo preventivo di don Bosco che amava i giovani perché erano giovani, senza altre specificazioni. Li cercava là dove erano, per la strada o in carcere, nelle periferie e si rapportava a loro così com’erano senza dare l’impressione di volerli cambiare a tutti i costi. Su questo base di amicizia e di rispetto faceva leva sulle loro risorse che sempre valorizzava in ogni giovane anche il più  aggressivo e caratteriale.

Un secondo aspetto che vorrei richiamare è la difficoltà che oggi si riscontra circa il rapporto intergenerazionale, che si accompagna alla assolutizzazione di un individualismo aggravato dai social, rispetto all’esperienza comunitaria. La personalizzazione dei rapporti con ogni singolo ragazzo e giovane è la via decisiva, se si vuole stabilire un dialogo sincero e proficuo. Quello che non passa per la coscienza e la sensibilità e le scelte del singolo resta improduttivo sul piano educativo.

Nello stesso tempo però, e in modo contraddittorio, l’omologazione al gruppo dei pari è altissima e la paura di non essere accettati o di essere rifiutati o presi in giro è la cosa che più fa soffrire e da rifuggire ad ogni costo. Due poli che in fondo sono sempre esistiti, ma che oggi hanno dato vita ad una separatezza culturale, oltre che ambientale ed educativa, delle nuove generazioni verso gli adulti, genitori e non, e verso gli anziani. Questo fatto rappresenta uno degli abbagli più negativi della nostra società e della stessa pastorale della Chiesa. Isolare i ragazzi e i giovani dal resto della comunità civile ed ecclesiale, chiudendoli in luoghi ed esperienze magari interessanti e gioiose ma rivolte solo a loro in un mondo a sé separato dal resto dove possono incontrare solo coetanei, senza mai un dialogo e confronto con gli adulti e gli anziani, conduce ad un impoverimento notevole sia la comunità che i giovani stessi e la loro crescita.

Credo che qui stia un nodo educativo di fondo da sciogliere: ogni sforzo verso i giovani può trovare una radice di nuova linfa e vigore a partire dalla famiglia aiutata ad essere soggetto primo e responsabile della sua crescita e di quella di tutti i suoi membri. È masochismo quello di una società che non sostiene le nascite e non offre alla famiglia un sostegno anche economico forte e continuato per questo scopo.

Lo stesso si dica per quella insufficiente politica di prevenzione e di sostegno alla famiglia idonea a promuovere il suo impegno verso gli anziani costretti sempre più spesso a trovare posto in strutture di accoglienza (con costi sociali ed umani amplissimi) anche quando stanno bene e sono autosufficienti. La presenza degli anziani nelle case e dei nonni verso i loro nipoti rappresenta oggi uno dei fattori più positivi anche sul piano educativo delle nuove generazioni. Lo stesso vale per ogni forma di disabilità di cui la famiglia, in primo luogo, può essere, se adeguatamente sostenuta, la prima protagonista e responsabile.

Insieme alla famiglia è necessario dare vita a una rete di accompagnamento fatta di luoghi, occasioni ed iniziative di incontro tra generazioni, che permettano di arricchirsi dei doni gli uni degli altri. Penso in particolare agli oratori che, a mio avviso, rappresentano anche oggi una realtà di prim’ordine per promuovere iniziative di comunione e di incontro tra le generazioni. Ricuperare la centralità di ogni singola persona, della sua famiglia e comunità  nel campo educativo significa porre le premesse per una nuova civiltà e società dove il futuro è non solo assicurato ma gestito già nel presente con l’apporto delle diverse componenti decisive e fondamentali che ne garantiscono la continuità e la sussistenza.

Una società più a misura di persona e di famiglia significa un mondo meno anonimo ed estraneo e più vivibile, perché ricco di relazioni coinvolgenti e interessate, solidali e amiche dove ogni ragazzo e giovane viene accolto per se stesso e riconosciuto, come ci insegna don Bosco, soggetto attivo e responsabile, prima che destinatario di servizi e di offerte, sia in campo educativo e religioso che sociale.

Cesare Nosiglia Arcivescovo di Torino

Valdocco apre la quarta sezione della scuola media

La Voce e il Tempo, sia nella edizione cartacea che in quella online, racconta la crescita e lo sviluppo della Scuola Media di Valdocca. Si ringrazia la giornalista Marina Lomunno e si riporta in calce l’articolo.

Valdocco apre la quarta sezione della scuola media

La prima «Casa dell’educazione» salesiana non conosce crisi di iscrizioni grazie all’attenzione riconosciuta sul territorio alla formazione integrale dei ragazzi e alle famiglie – Ogni mattina nel cortile di Valdocco entrano 700 ragazzi tra allievi delle Medie e del Cnos

In un momento in cui la scuola paritaria, pur svolgendo un servizio pubblico di lato livello, patisce la discriminazione di non essere equiparata a quella statale e quindi deve autosostenersi con le rette delle famiglie, la scuola secondaria di primo grado «Don Bosco» non conosce crisi. Anzi, è in controtendenza: non solo le iscrizioni alle tre sezioni sono state chiuse prima della fine degli «Open day» programmati per il prossimo anno scolastico ma, poiché le richieste sono maggiori all’offerta, si è deciso di aprire una quarta sezione.

Come mai questo boom di iscrizioni?

«Devo dire che la nostra scuola, nonostante le difficoltà di sostentamento delle partitarie e il calo demografico, non ha mai conosciuto calo di iscritti» spiega don Alberto Martelli, direttore della Comunità San Francesco di Sales nella Casa Madre di Valdocco che comprende la Scuola secondaria di primo grado, il Centro formazione professionale Cnos-Fap, l’Oratorio Centro giovanile (il primo oratorio fondato da don Bosco) e la parrocchia Maria Ausiliatrice. «Non abbiamo bisogno di farci pubblicità: la nostra pubblicità migliore è il passa-parola: le famiglie e i ragazzi che si sono trovati bene nelle nostre scuole lo dicono. Credo che uno dei motivi della nostra ‘buona fama’ sia dovuto alla coerenza con quello che ‘promettiamo’ nel nostro progetto educativo e negli ‘open day’».

Don Martelli sottolinea come Valdocco, con oltre 700 ragazzi e ragazze (tra i 330 delle medie e gli allievi dei centri di formazione professionale Cnos-Fap) che ogni mattina varcano la soglia della casa Madre dei salesiani, continua ancor oggi – così come l’ha pensata don Bosco – ad essere la «Casa dell’educazione» dove tutti, «dai più piccoli che escono dalle elementari agli adolescenti che scelgono i nostri corsi professionali» sono accolti dagli insegnanti e dai formatori come in una famiglia. L’ ‘educazione è cosa di cuore’ non è solo uno slogan del nostro santo ma è lo stile con cui noi impostiamo le nostre scuole. E chi entra nelle nostre aule, ragazzi e famiglie, lo percepisce. E anche quando il ciclo di studi finisce, per molti ex allievi, come accade in questi giorni, le feste di don Bosco sono un’occasione per rincontrarsi».

Tra i punti di forza che fanno della scuola media

«Don Bosco» un luogo «dove ci si sente valorizzato, a proprio agio come in una seconda famiglia» prosegue il preside, Davide Sordi «c’è un’ attenzione personale a ciascun allievo, alle proprie potenzialità e alle eventuali lacune. Siamo molto attenti ad insegnare ai nostri ragazzi un metodo di studio, fondamentale per affrontare le scuole superiori: per questo abbiamo predisposto un’aula studio interattiva dove gli allievi il pomeriggio vengono seguiti dagli insegnanti nei compiti e nelle lezioni assegnati il mattino. Insieme si cerca di individuare le difficoltà di ciascuno in modo da acquisire nel tempo la capacità di studiare in autonomia, migliorando il rendimento e sprecando meno energie. Attenzione all’apprendimento e al potenziamento della matematica, delle lingue straniere con scambi studio all’estero e con la possibilità delle certificazioni sono altre nostre peculiarità sempre con l’obiettivo di responsabilizzare i ragazzi sulla necessità di diventare protagonisti del proprio futuro».

Formazione degli insegnanti, cura delle famiglie nella collaborazione e nella corresponsabilità educativa (le commissioni dei genitori sia per la media che per il Cfp organizzano durante l’anno incontri di confronto per tutti i genitori) ma anche «l’intreccio dei vari ambienti educativi» che si affacciano nel primo cortile fondato da don Bosco sono elementi che fanno di Valdocco un ambiente per la crescita integrale dei ragazzi. «Valdocco oltre alle scuola e al Cfp» conclude don Martelli «significa oratorio, centro diurno per i ragazzi che fanno più fatica, e poi accoglienza e ascolto delle famiglie che troppo spesso sono lasciate sole nel difficile compito educativo e si rivolgono a noi spaesate. Inoltre qui, ‘cerchiamo di dare il massimo a chi è rimasto indietro’ che significa accogliere nel Cfp per dare futuro gli adolescenti che hanno alle spalle insuccessi scolastici, accogliere ragazzi delle famiglie che non possono sostenere la retta nelle medie, significa far comunicare tutti gli ambienti educativi in uno scambio virtuoso di esperienze». Educazione a 360°, così don Bosco a Valdocco continua ad educare buoni cristiani e onesti cittadini.

 

Festa di Don Bosco

In arrivo la festa di don Bosco, giovedi 31 gennaio 2019 – Valdocco, a cui sono invitati tutti i giovani dell’MGS (Movimento Giovanile Salesiano). Ecco gli orari per tutti i partecipanti MGS:

Ore 18.30 Santa Messa (per tutti i giovani MGS);

Ore 19.45 Pizza e dolci + bere (per chi avrà prenotato) contributo: 5€.

Ti aspettiamo!

Per info: stefano.mondin@31gennaio.net – 349 3834059