Progetto Erasmus alla Scuola Media di Valdocco

Da lunedì 6 a venerdì 10 maggio, un gruppo di 15 studenti accompagnati da due professori della scuola salesiana San Luis Rey di Palma del Rio in Spagna, è venuto a Torino per svolgere le attività previste dal progetto Erasmus.

La visita ha riguardato principalmente il confronto con gli studenti della Scuola Media di Valdocco sul tema del rispetto per l’ambiente, attraverso la presentazione in inglese e spagnolo di un sito creato ad hoc, alcuni video e un quiz interattivo.

In secondo luogo, il gruppo ha avuto l’occasione di visitare Valdocco e Torino.

“Generazioni in dialogo”: il workshop di Barriera Oggi per il Salone OFF

Ieri pomeriggio, presso la Biblioteca Primo Levi, si è tenuto il workshop “Barriera Oggi. Il quartiere diventa comunità – Generazioni in dialogo“. L’incontro, parte del programma del Salone Off e organizzato dalla Comunità Educante “Generazioni In Barriera”, ha ospitato Matteo Saudino – Docente di filosofia, ideatore di BarbaSophia (Canale YouTube dedicato alla storia e alla filosofia),  scrittore – attirando un pubblico di giovani e adulti del territorio.

Durante l’evento è stato raccontato il progetto “Barriera Oggi: il quartiere diventa comunità” finanziato da Impresa Sociale Con i Bambini e le azioni in programma nei prossimi mesi sottolineando la volontà, da parte della Comunità Educante di creare momenti di aggregazione culturale intergenerazionale per valorizzare il quartiere e dare voce ai suoi abitanti. La Biblioteca Primo Levi si è dimostrata un luogo ideale per ospitare questa iniziativa.

Matteo Saudino ha catturato l’attenzione dei presenti con un intervento incentrato su comunitàimpegno e partecipazione, toccando temi come la democrazia partecipativa, l’importanza dell’educazione critica e il ruolo della comunità nella costruzione di una società più equa e solidale. Ha saputo unire riflessioni filosofiche con esempi concreti della vita quotidiana, rendendo il discorso attuale e rilevante.

Uno dei momenti più significativi è stato il dialogo tra Saudino e i giovani del quartiere, che hanno avuto l’opportunità di riflettere e discutere sulla loro visione ed esperienza di comunità, partecipazione e impegno quotidiano. Questo scambio ha evidenziato l’importanza di ascoltare e valorizzare le voci dei giovani nel costruire il futuro della comunità.

Ecco una sintesi delle riflessioni emerse dai gruppi di lavoro, che sono stati moderati dai membri della Comunità Educante:

La comunità è vissuta dai giovani quotidianamente in contesti come casa, lavoro, scuola e oratorio, e si manifesta nella condivisione di percorsi e stili di vita con gli altri. Esempi di comunità includono gruppi oratoriani, squadre sportive e imprese collaborative. La comunità nasce dall’aiuto reciproco, dall’ascolto, dalla solidarietà, dall’amicizia e dall’educazione collettiva.

La partecipazione è vissuta nel contribuire a un mondo più giusto ed equo, condividendo attività con amici e gruppi con obiettivi comuni ed è alimentata dalla condivisione di ideali comuni e dal desiderio di mettersi alla prova.

L’impegno si vive quotidianamente come forma di rispetto e dovere morale, a casa, sul lavoro, in oratorio, a scuola e nello sport. Esempi di impegno includono i genitori, gli animatori, i professori e le forze dell’ordine. Secondo i giovani l’impegno nasce dalla costanza, dalla motivazione, dalla consapevolezza, dalla passione e dalla condivisione degli obiettivi.

La serata si è conclusa con la presentazione della call to action aperta a giovani dai 18 ai 25 anni disposti a mettersi in gioco, formarsi e dare forma ad un nuovo protagonismo per il quartiere, come Attivatori di Comunità.

I giovani incontrano Card. Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini

Torino, una mattinata soleggiata di una tranquilla Domenica di inizio maggio. Il cortile di Valdocco inizia a popolarsi di giovani. Le età son diverse, come i contesti o le case da cui provengono la maggior parte di questi.

Ci si raduna per un motivo preciso, un’occasione da non perdere, un’opportunità da non farsi scappare: d’altronde quante volte si ha la possibilità di incontrare un Cardinale, ma soprattutto quante volte si ha la possibilità di parlare, domandare e confrontarsi con lui?

Fresco di nomina da Cardinale, Patriarca dei Latini di Gerusalemme, Sua Beatitudine Pierbattista Pizzaballa. È lui l’ospite tanto atteso ed è da lui che ci si aspettano delle risposte: un parere o un giudizio, poco importa.

Quello che emerge fin da subito è la sua estrema capacità di sintesi, di concretezza. Semplicemente di chiarezza.

Circa un’ora di domande. Temi svariati: dalla sua storia vocazionale al tema forse più caldo per l’attualità mondiale, la guerra in Israele.

Da cosa significhi davvero amare al suo rapporto con il Santo Padre. Risposte brevi e concise, ma che ti lasciano qualcosa.

Padre Pierbattista vive ormai da circa 35 anni a Gerusalemme e alla domanda “Con quale coraggio nei prossimi giorni ritornerà in Israele?” lui risponde con una semplicità estrema, ma con la voce rotta dalla commozione “Perché io voglio bene alla mia gente”.

Brividi sulla pelle che svaniscono con un caloroso applauso spontaneo da parte del pubblico.

Ecco, lui vuole bene alla sua gente. Vite martoriate dall’odio e dalla violenza che da troppo tempo si respira in quella terra dove tutto è nato. Per loro lui darebbe la vita, questo è certo. E non
importa se cristiani, ebrei o mussulmani. Sono sempre persone: uomini e donne che hanno un nome, un volto, una storia.

Si parla più volte di perdono, della capacità di perdonare. Per lui amare è perdonare. Purtroppo però, non basta per ottenere la pace. Servono anche giustizia e verità.

Si parla di dialogo. Dialogare non inteso come dibattito di idee o dire polemica, ma come rispetto, riverenza e perdono tra popoli culturalmente e religiosamente tanto diversi.

Da quel 7 Ottobre 2023, il dialogo è venuto a mancare, si è sempre di più affievolito. Ora, per sperare un futuro migliore, è necessario riaccenderlo.

Proprio perché le risposte sono esaustive, le domande non vengono a mancare. Quello che manca è il tempo.

Sarà anche stata una bella opportunità di dialogo e di confronto, ma ancor di più è stato un dono. Padre Pierbattista sicuramente ci ha lasciato tanto. Ci ha donato la speranza di vedere un giorno una Terra Santa non martoriata dal dolore e dalla violenza.

In attesa di quel giorno, vogliamo sentirci vicini con la preghiera a quelle persone che ogni mattina si sentono l’arca di Noè dopo il diluvio.

Non il diluvio universale, ma il “Diluvio Al-Aqsa”.

E non la grande barca di legno, ma la speranza di un Dio buono e misericordioso che nonostante tutto continua a tenerci a galla.

Barriera Oggi: workshop “Generazioni in dialogo” per il Salone OFF

In arrivo martedì 14 maggio 2024 presso la Biblioteca Civica “Primo Levi” (via Ruggero Leoncavallo, 17 – Torino) il workshop “Generazioni in dialogo“, parte del progetto “Barriera Oggi. Il quartiere diventa comunità” finanziato da Impresa Sociale Con i Bambini.

L’iniziativa, organizzata dalla Comunità Educante Generazioni in Barriera” e inserita all’interno del programma del Salone OFF, vedrà la partecipazione del docente e autore Matteo Saudino e introdurrà la call to action dedicata ai giovani interessati a diventare Attivatori di Comunità.

Il workshop

Un dialogo a più voci sul concetto di comunità, partecipazione e impegno, il docente e autore Matteo Saudino, i membri della Comunità Educante “Generazioni In Barriera” e i partecipanti si confronteranno su come costruire relazioni costruttive in un’ottica di comunità e coinvolgere le diverse generazioni che abitano il territorio.

Call to action

Durante il workshop verrà presentata la call to action per giovani dai 18 ai 25 anni disposti a mettersi in gioco, formarsi e dare forma ad un nuovo protagonismo per il quartiere, come Attivatori di Comunità.

Prenotazione consigliata.

Per informazioni e iscrizioni: francesca.maurizio@31gennaio.net.

Buonanotte Missionaria Maggio 2024 PARTE 2 – don Brandon Figueroa

La Buonanotte Missionaria: un’esperienza concreta in terra di missione per riflettere!

Il secondo intervento di questo mese ci è donato da don Brandon Figueroa, salesiano di don Bosco, originario del Guatemala, in Italia per lo studio della teologia e destinato come missionario in Bulgaria.

“Ha fatto tutto Lei”

A cura di don Brandon Figueroa

Sono don Brandon Figueroa, salesiano di don Bosco, originario del Guatemala e attualmente sono diacono e svolgo il servizio di assistente della Comunità Proposta a Valdocco. Quando mi chiedono “come mai sei qui in Italia”, so già che la risposta “perché sono missionario in Bulgaria” creerà più dubbi di quelli che risolve, ma è proprio così.

Provo a spiegarmi meglio. Nel 2017 ho inviato la domanda missionaria, cioè ho dato la mia disponibilità al Rettor Maggiore per essere inviato dove la Congregazione avesse più bisogno. La risposta è arrivata due anni dopo. Destinazione: Bulgaria, dove si trova una casa salesiana che dipende dall’Ispettoria della Repubblica Ceca. Quest’Ispettoria manda i suoi giovani confratelli studenti a fare gli studi alla Crocetta a Torino; percorso che ho fatto dal 2020 al 2023. In questo modo si capisce meglio la mia lunga presentazione: sono un guatemalteco, missionario in Bulgaria (missione che appartiene alla Repubblica Ceca), che sta finendo gli studi di teologia a Torino.

Quando mi domandano informazioni circa la mia vocazione missionaria, confesso che è difficile trovare un solo avvenimento della mia vita che sia stato per me una completa svolta. Direi piuttosto che è stata una rilettura delle esperienze vissute che mi hanno fatto guardare la vita sotto un’ottica diversa, quella dell’amore ricevuto e della chiamata ad amare lì dove c’è più bisogno, dove l’amore sembra una lontana utopia, dove la presenza di Dio sembra essere oscurata dalla superficialità, dalla solitudine, da un benessere che isola. Qui potrei menzionare le diverse esperienze nelle missioni in Guatemala tra gli indigeni, esperienze di apostolato tra giovani della strada e tra i più poveri e, soprattutto, la delicata sensibilità che mi è stata inculcata nella mia famiglia ad avere uno sguardo più tenero verso le sofferenze altrui. C’è però un avvenimento che ha segnato significativamente il mio discernimento e che vorrei condividere in questo mese mariano.

Facevo il mio primo anno di tirocinio in Costa Rica dove facevo lezioni di religione e filosofia alle superiori. Nonostante la scuola fosse cattolica, tanti dei ragazzi si ritenevano atei o agnostici. Il mio atteggiamento davanti a questa sfida è stato sempre quello di condividere ciò che a me ha reso felice, senza voler convincere nessuno di qualcosa. Questo ha provocato tanta fiducia tra i ragazzi e una certa spontaneità e libertà nell’esporre le loro domande sulla fede, su Dio, sulla Chiesa, sulla dottrina. Da questa situazione sono noti i primi sogni di missione: “vorrei andare in quei luoghi dove la fede deve essere innanzitutto vissuta e poi spiegata; quei luoghi dove la fede non è più una cosa scontata e dove Dio sembra così lontano dalla vita quotidiana”. È iniziato così un discernimento più esplicito verso la vita missionaria. Il 13 maggio di quell’anno, mentre andavamo con un gruppo a fare un ritiro, il pullman su cui viaggiavamo ha fatto un incidente: ha perso il controllo dei freni scendendo da una collina e siamo finiti capovolti. Quando l’autista si è girato e mi ha detto: “i freni non rispondono più”, l’unica cosa che ho avuto il tempo di fare è stata girare la testa per dare uno sguardo ai ragazzi (una cinquantina) e dire “Maria Ausiliatrice!”. Pochi secondi dopo eravamo tutti tra cristalli rotti, zaini girati, cellulari dispersi, mentre tutto era avvolto in un profondo silenzio. Pian piano, tutti iniziano a muoversi e ad alzarsi. Alcune persone che avevano visto da fuori l’incidente sono venute velocemente ad aiutare. Il miracolo: tutti vivi e il più ferito aveva un piccolo taglio in una gamba. Le cose potevano andare molto peggio e sarebbe potuta diventare una vera tragedia. Io sono convinto che sia stata Maria Ausiliatrice abbia protetto, ancora una volta,  i suoi figli.

Tornato a casa e visualizzando mentalmente quali sarebbero potuti essere i vari scenari alternativi, davanti al tabernacolo, ho letto la prima lettura di quel giorno: San Paolo che decide di iniziare la sua missione tra i pagani. Lì mi sono domandato: “mi è data una seconda opportunità, come voglio viverla”? Da quel momento, nel confronto con la mia guida spirituale, ho deciso di inviare la domanda: “vorrei essere inviato là dove la mia vita può parlare  agli altri di Dio, dove non tutti vorrebbero andare, dove c’è una profonda sete di verità e di amore”. Il Signore mi ha risposto inviandomi in Bulgaria dove da trent’anni c’è una presenza salesiana che lavora principalmente con i rom, con i più poveri tra i poveri.

Le fatiche del missionario sono sempre le stesse: la fatica di entrare in una cultura sconosciuta, imparare la lingua, non riuscire a esprimere bene i sentimenti e le idee, diventare di nuovo un bambino che deve solo ascoltare per poter dopo parlare. Non mi soffermo qui a spiegare qual è la missione in Bulgaria, ma vorrei soffermarmi nella profondità e la bellezza nascosta nella chiamata missionaria. Se per la mia scelta vocazionale è stato importantissimo il poter riconoscere la Presenza di Dio nella mia vita, così anche per la vita missionaria. Non si tratta qui di pensare di essere “più bravo”, “più forte”, “più santo”, ma è proprio il contrario: è far vedere, a chi mi incontra, la grandezza di Dio nonostante il mio peccato, la mia debolezza e i miei limiti. Si tratta di condividere, così come sono, la bellezza che trovo nell’essere amato e guardato dal Signore con le persone che Lui mette sul mio cammino. In questo modo sono convinto di poter “dire” qualcosa di Dio, ma soprattutto è Dio che mi parla tramite tanti sguardi che trovo, tante storie, tante ferite, tante speranze, tanti silenzi…  Sono convinto che la missione sia imitare in qualche modo il modo di stare di Gesù davanti alla sofferenza dell’uomo: stare vicino, ascoltare, accompagnare nel silenzio e offrire una mano per poter rialzarsi. La missione non è più di questo. Questa azione, potrà venire declinata in mille modi, ma rimane sempre la stessa: imparare da Dio cosa significa incarnarsi nella realtà dell’uomo, di tutto l’uomo. Essere portatore di gioia e di speranza… senza voler censurare mai la sofferenza e la croce.

In tutto questo Maria compie un ruolo importantissimo: ci insegna ad ascoltare la Parola, a seguire la Parola e a portare la Parola. Quella Parola che si fece carne, quella Parola che ha voluto condividere la nostra carne e la nostra miseria, quella Parola che ci ha rialzato alla bellezza della vita eterna con la sua risurrezione… quella Parola che vuole diventare tutti i giorni parte della nostra carne. Nella mia storia, così come alle nozze di Cana, Maria mi ha fatto rivolgere lo sguardo a Gesù e chiedere a Lui la gioia del buon vino, del vino della letizia. Facendo così Lui stesso mi chiama a portare di quel vino a chi nella vita non trova il senso della speranza e della gioia.

don Brandon Figueroa

E se la fede avesse Ragione? – Sesto e ultimo incontro dedicato al tema “Adorato e Glorificato”

Giovedì 2 maggio si è tenuto il sesto e ultimo incontro di E se la fede avesse Ragione? nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco. Tema della serata “Adorato e Glorificato: il respiro della preghiera“.

Nell’affrontare il tema lo speaker del giorno, don Simone Sassi, ha toccato i seguenti argomenti:

  • La preghiera è una relazione personale
  • Scendere nel cuore
  • Dov’è il nostro cuore? Dove siamo?

Per rivivere i vari incontri, oltre al video, è disponibile un podcast dedicato dove vengono caricati tutti gli appuntamenti.

Incontro dei giovani con il Cardinale Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini

Il Card. Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, incontrerà i giovani in un appuntamento a loro dedicato che si terrà presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco il 5 maggio 2024.

Il programma della giornata prevede:

9.30 Santa Messa in Basilica Maria Ausiliatrice
10.30 Incontro con il Card. Pizzaballa (necessaria iscrizione)
12.00 Condivisione
13.00 Pranzo al sacco

Per partecipare all’incontro delle ore 10.30 è possibile registrarsi al link di seguito: