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Serata Go con Valdocco – Community Lab

Martedì 1 dicembre l’Oratorio di Valdocco ha partecipato alla prima tappa del “Community Lab”, a guidare la serata è stato don Jimmy Muhaturukundo, che racconto così l’appuntamento:

“Io ho fatto la bozza, voi stenderete i colori”: l’Oratorio Valdocco e Gò per sognare il futuro

L’Oratorio di Valdocco sogna il futuro, il proprio futuro: con i giovani e per i giovani!

Dal sogno di un giovane prete è nata la felicità di milioni di ragazzi nel mondo e qui a Valdocco, primo oratorio di don Bosco, si sente ancora il grido “facciamo consistere la Santità nello stare sempre allegri”. Una san(t)a allegria che parla di gioia, voglia di spendersi (consumarsi) per gli altri, sguardo al Cielo e piedi ben saldi per terra. Questo Sogno è iniziato più di 150 anni fa, con don Bosco e … continua ogni giorno!

Martedì 1 dicembre l’Oratorio di Valdocco ha partecipato alla prima tappa del “Community Lab”, un percorso “laboratoriale” di quattro appuntamenti fatto insieme a giovani professionisti di Impresa Sociale. Salesiani, educatori, e giovani (universitari e non) che hanno a cuore l’oratorio si sono connessi ieri sera per il primo appuntamento su Meet per continuare l’opera di don Bosco. L’incontro, come nella migliore tradizione salesiana, riecheggiando le origini dell’Oratorio di Valdocco si è aperto con l’affidamento a Maria, prima del quale don Jimmy ha proposto ai partecipanti una pagina che quanto a sogni e a futuro è carismaticamente evocativa: Don Bosco che descrive ai suoi ascoltatori increduli, come l’avesse davanti, l’Oratorio che ancora non c’è! “Io abbozzo, voi stenderete i colori”. Questa la frase profetica del santo di Valdocco scelta come chiave, come motivo ispiratore del percorso.

Il lavoro e poi proseguito in un momento di conoscenza iniziale, nel quale dopo aver rotto il ghiaccio e creato un po’ di quel clima di famiglia tipicamente nostro  (dietro uno schermo non è uguale, vero, ma, ci si prova) gli amici di Gò ci hanno proposto un piccolo “esercizio per tornare alle radici”: ciascun partecipante è stato invitato a riassumere in una parola la propria esperienza “all’Oratorio di Valdocco. Ne è uscita una bella fotografia, anzi un bel mosaico, fatto di tante pietre preziose: famiglia, incontro, accanto, chiamata, braccia aperte, don Bosco, storia, orizzonte, amicizia, fede, cammino, condivisione, missione. E queste sono solo alcune. In Oratorio c’è posto e spazio per tutti, per chi ha piacere di giocare a pallone con gli amici, chi ha bisogno di fare i compiti, per chi desidera far del bene alla propria anima e agli altri. Per chi desidera partecipare alle molte iniziative proposte. Ma perché tutto questo avvenga è necessaria la generosità di tante persone, soprattutto giovani, pronti a spendersi per i più piccoli e specialmente i più poveri, mettendo a loro disposizione tempo e doti personali. La condivisione nata all’interno di Community Lab ha testimoniato ancora una volta che, Grazie a Dio ragazzi e giovani che accolgano la proposta educativa di don Bosco e si mettano in gioco, a Valdocco non mancano! Per loro e con loro l’Oratorio è in continua evoluzione; non sono i muri che attraggono i molti bambini ma la contagiosa allegria delle relazioni che si intrecciano nella casa salesiana.

Anche chi ci guida in questo progetto è stato subito contagiato dal sano entusiasmo e dalla voglia di camminare insieme con la consapevolezza che questi incontri porteranno a delle sfide concrete. Questo però non ci spaventa, anzi, mette in moto energie nuove: perché l’animatore salesiano è uno che non ha paura di tirarsi su le maniche né di sporcarsi le mani: come dice Papa Francesco “la giovinezza non è passività …no ai giovani da divano!”. Sembra di risentire don Bosco dire, “ci riposeremmo in Paradiso”.

Per come è iniziato Community Lab, il percorso iniziato con Gò, si prospetta un entusiasmante ed interessante cammino in “direzione futuro”: un futuro in cui salesiani e giovani camminano insieme, senza paura di buttare lo sguardo oltre l’orizzonte, fino a … vedere l’invisibile! Vedere “l’oratorio di Domani”.

don Jimmy Muhaturukundo

Evento di apertura del progetto Labs to Learn

Per chiunque se lo fosse perso, ricordiamo l’evento di apertura del progetto ‘Labs to Learn‘ attraverso degli estratti dei momenti salienti della giornata. Le tematiche proposte durante l’evento di apertura diventeranno una base importante per la realizzazione del progetto.

“Labs to learn” è stato avviato il 12 ottobre. Riteniamo importante coinvolgere le diverse comunità interessate per raccontare le azioni progettuali ed evidenziare il tratto distintivo dei dispositivi che abbiamo immaginato per favorire l’apprendimento e l’inclusione sociale.
Nel contempo, desideriamo offrire una breve occasione di confronto e di riflessione sulla situazione giovanile, tra scuola, povertà educativa ed opportunità di crescita.

(Alessandro Brescia – Responsabile progetto)

Di seguito alcune pillole per rivivere i momenti salienti della giornata:

 

Valentina Bellis – Responsabile Azioni e Territori

Metodo di studio e Comunità.

“Un progetto sfidante! Sfidante perché in questo momento in cui abbiamo iniziato a lavorare sul metodo di studio e sulla comunità ci rendiamo conto di come questo modello debba essere implementato.”

Alessandro Brescia – Responsabile di progetto

Monitoraggio e valutazione.

“Un progetto molto articolato che si svilupperà su tre anni e che richiederà quindi un monitoraggio molto puntuale; perché l’ambizione del progetto è anche quella di misurare la bontà e l’efficacia delle azioni messe in campo.”

Rosita De Luigi – Docente universitaria presso UNIMC

Monitoraggio.

“L’università di Macerata diventa partner di questo progetto per seguire e per tracciare la filiera delle riflessioni educative-pedagogiche che saranno messe in campo e le prassi che riusciremo a sviluppare.”

Francesco profumo – Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo

Guardare oltre.

“Il futuro significa guardare alle nuove generazioni e quindi pensare a progetti educativi che ci consentano nel corso degli anni di formare i ragazzi verso quelle che saranno le sfide del futuro.”

Lorenzo Benussi – Chief Innovation Officer Fondazione per la scuola

Don Leonardo Mancini – Ispettore Salesiani Piemonte e Valle d’Aosta

Riconessioni.

“Un progetto molto articolato che si svilupperà su tre anni e che richiederà quindi un monitoraggio molto puntuale; perché l’ambizione del progetto è anche quella di misurare la bontà e l’efficacia delle azioni messe in campo.”

 

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Pubblichiamo l’articolo di Marina Lomunno, uscito su Avvenire, sull’apertura online del museo Casa Don Bosco di Valdocco, inaugurato il 14 ottobre ma momentaneamente chiuso al pubblico per l’emergenza sanitaria.

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«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo».

Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco.

«Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo».

Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverlaperché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione».

«Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire». Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.

Il primo incontro di “E se la fede avesse ragione” 2020/2021: LA SUPERBIA

Nella serata di ieri, giovedì 15 ottobre, è ripreso il cammino “E se la fede avesse ragione?” per l’anno 2020-2021, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice: sei incontri rivolti ai giovani per un percorso autentico di fede, organizzati in collaborazione con la Pastorale Giovanile Diocesana. In particolare, in questa nuova edizione, gli incontri sono incentrati sul tema “I Vizi Capitali: la bellezza della virtù e la bruttezza del peccato”. Per il primo incontro, la parola è andata a don Andrea Bozzolo, docente salesiano di Teologia Dogmatica.

Anche per i prossimi incontri, l’appuntamento sarà sempre presso la Basilica dalle ore 21.00 alle 22.30.

Prossimo appuntamento: giovedì 12 novembre 2020 sul tema dell’Accidia, condotto da don Luca Ramello.

Servizio civile, è tempo di normalità

Il sistema del Servizio Civile Universale, dopo l’emergenza legata alla pandemia da Covid-19, è tornato alla sua normalità.

 Gli operatori volontari del servizio civile universale di Salesiani per il Sociale di Piemonte e Valle d’Aosta sono tornati in attività il 16 aprile sospese durante l’emergenza Coronavirus a partire dal 10 marzo. Il servizio è ripreso a partire dalle esigenze dei territori e della capacità delle varie sedi dei progetti di rimodulare i loro servizi.  “In questi mesi i progetti di servizio civile hanno rappresentato strumenti preziosi per garantire supporto quotidiano e assistenza alle comunità, in uno sforzo comune reso possibile grazie al contributo dell’intero sistema di servizio civile, che ha saputo reinterpretare il proprio ruolo e adattarsi a contesti nuovi e complessi”, conclude il Dipartimento, che il 31 luglio scorso ha anche aggiornato la Circolare sull’impiego degli operatori volontari SCU, tenuto conto della proroga dello stato di emergenza al 15 ottobre 2020. Finalmente anche la Formazione Generale è ripresa in presenza il 5 settembre scorso a Torino Valdocco dopo che nei mesi scorsi era stata attivata la modalità di formazione a distanza, garantendo agli operatori l’adeguato accompagnamento. I 103 operatori volontari, rispettando le norme di sicurezza per contrastare la diffusione Covd-19, hanno potuto riflettere su motivazioni, risorse e cambiamento rispetto alla loro esperienza di Servizio Civile attraverso la modalità del Teatro Sociale e di Comunità del Social and Community Theatre Centre dell’Università degli Studi di Torino (SCT Centre | UNITO).

CFP Valdocco: è tempo del “Gastronomo”

Il CFP di Valdocco annuncia la terza edizione del percorso di istruzione tecnica superiore “Gastronomo” che consente ai giovani diplomati di specializzarsi  nell’ambito professionale delle produzioni alimentari.
Si riporta di seguito l’articolo del direttore del CFP Marco Gallo.

A Valdocco è tempo di presentare la terza edizione del percorso di istruzione tecnica superiore “Gastronomo” della Fondazione Agroalimentare per il Piemonte. Un percorso di alta formazione che consente a giovani diplomati di crearsi una conoscenza ed una competenza professionale nell’affascinante mondo delle produzioni alimentari. Dalla rilevazione dei fabbisogni infatti risulta che il nostro sistema produttivo agroalimentare necessita di figure professionali altamente qualificate che possano aiutare le aziende nella trasformazione richiesta dal mercato e dalle nuove esigenze economiche.

Il percorso formativo del Gastronomo è stato compiutamente realizzato presso il Cnos-Fap Valdocco nel biennio 17-19 ed in fase di erogazione si ha attualmente il biennio 19-21. I dati occupazionali relativi al primo biennio sono confortanti infatti – nonostante l’emergenza Covid-19 – l’80% degli allievi ha trovato una occupazione coerente con gli studi effettuati.

 

Tra le novità della prossima edizione troviamo:

  • Il food delivery, a cui la ristorazione italiana si è approcciata poco alla volta, che continua a crescere e che va analizzato a fronte del potere d’acquisto delle famiglie italiane. A questo proposito l’emergenza legata al COVID-19 ha evidenziato uno sviluppo importante della consegna (delivery) passando da una crescita del 5-7% l’anno sino ad un 20-25%. E ci sarà anche un importante incremento della consegna a domicilio (cucine aperte o dark kitchen). Questo incremento è dovuto al fatto che le restrizioni imposte dalla pandemia hanno portato all’avvicinamento della consegna dei pasti a persone che prima non ci avevano mai pensato, ampliando di fatto il mercato a disposizione.
  • L’e-commerce – anch’esso esploso durante la pandemia passando da comodità a necessità – come sistema alternativo di vendita per aziende medio piccole del territorio nazionale caratterizzate da notevole capacità e flessibilià. In costante crescita fin dalla sua nascita, l’e-commerce possiede dei trend particolarmente significativi: ad esempio nel primo trimestre 2020 si registra una crescita dei ricavi del 20%, del 16% del traffico digitale e del 4% della spesa per acquirente (l’importo medio per ogni visita). Nel mese di marzo, in particolare, la spesa per beni essenziali attraverso i canali digitali è cresciuta del 200%.
  • La digitalizzazione della filiera agroalimentare ed in particolare la tracciabilità alimentare, che spazia dal blockchain (43% del totale sul mercato italiano, +111% in un anno) al QR code (41%) oltre al Mobile app, al data danalytics, al Iot e al Cloud.
  • Il trasporto e la logistica dei prodotti deperibili e di conseguenza una crescente attenzione al packaging al fine di non intaccare la catena produttiva e di approvvigionamento (supply chain).
  • La sicurezza e la salubrità alimentare inserite in un contesto di rispetto dell’ambiente e della sostenibilità.

Per ulteriori dettagli su percorso che è in fase di presentazione potete consultare il sito della Fondazione a questo link.

 

Insediamento del nuovo Ispettore: benvenuto don Leonardo!

Sabato 29 agosto si è svolta la Santa Messa in occasione dell’insediamento del nuovo Ispettore per l’ispettoria del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania: don Leonardo Mancini.

La celebrazione, svoltasi presso la Basilica Maria Ausiliatrice alle ore 10.00, ha visto un grande numero di confratelli salesiani che, provenienti dai vari centri piemontesi e valdostani, sono giunti a dare sostengo e condividere questo momento di gioia per la comunità salesiana.

A celebrare la Messa, don Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere per la Regione Mediterranea.

A concelebrare, don Enrico Stasi, il quale ha voluto esprimere un sentito augurio al nuovo Ispettore e ai confratelli presenti:

Questo il mio augurio: camminate insieme al nuovo Ispettore per il bene dei giovani che ci sono affidati, il resto vi verrà dato. A te don Leonardo, carissimo fratello, dico le stesse parole che mi disse il Rettor Maggiore don Chávez quando mi convocò a Roma per affidarmi il compito di Ispettore: “Tu non hai nulla da preoccuparti, tu hai don Bosco e l’Auxiliadora”, così disse. Non temere don Leonardo. Don Bosco e l’Ausiliatrice ti proteggeranno sempre. L’ICP è sotto l’ombra delle loro ali. A voi cari confratelli, grazie, scusa e una preghiera per me.

Alcune parole del nuovo Ispettore, don Leonardo Mancini, durante l’insediamento:

Il primo ringraziamento doveroso è sempre al Signore che ci sorprende con le sue novità e ci chiede di volta in volta di riformularci, di ridisegnarci: lo ringrazio per la fiducia e per l’avventura nuova che chiede di farmi vivere.

Approfitto della presenza di Don Bosco che è qui vicino. Inizialmente mi veniva da dire: “Allora devo chiedergli la mente, il cuore, le mani…”. Poi ho detto: “No, questo glielo hanno chiesto già parecchie volte, quindi magari vuole sentire qualcos’altro”. Allora gli chiederei: il suo fazzoletto, perché io possa essere docile nella mani di Dio e nelle mani di Maria e possa essere docile ai richiami della storia, ai segni dei tempi, allo spirito; il suo borsellino, che è vuoto, lo sappiamo bene, ma proprio perché mi educhi alla provvidenza, ad essere più fiducioso alla provvidenza; la trasparenza del suo sguardo, perché mi renda persona capace di amare con limpidezza.

L’animazione in oratorio: intervista a Egidio Carlomagno

Attraverso l’animazione, vivi un’esperienza personale che ti fa crescere

Ecco di seguito l’intervista sul tema dell’animazione in oratorio realizzata a Egidio Carlomagno, Responsabile settore animando della Cooperativa E.T.

Tra gli argomenti trattati: l’estate in oratorio: l’attenzione alle normative in vigore; la nuova esperienza per gli animatori con i piccoli gruppi; la figura e la missione dell’animatore; l’educazione  e la formazione degli animatori volontari; l’animazione in questo periodo particolare; l’importanza della relazione in presenza; l’entusiasmo di ripartire; l’iniziativa di “Oratori senza frontiere” prevista per mercoledì 22 luglio 2020.

ORATORI SENZA FRONTIERE

mercoledì 22 luglio 2020 alle ore 10.30 in diretta streaming sui canali social della cooperativa sociale E.T @cooperativasocialeet, della Pastorale Giovanile @mgspiemontevalledaostaelituania e in diretta TV su Rete 7 (canale 12 del digitale terrestre)

L’impegno a scuola al tempo del lockdown: intervista a don Claudio Belfiore

Un ambiente familiare in cui salesiani, insegnanti, educatori, genitori, allievi sono rimasti uniti per un insegnamento serio e di qualità anche durante il lockdown, preparando al futuro 1160 ragazzi. Ecco di seguito l’intervista realizzata all’ombra dell’Ausiliatrice a don Claudio Belfiore, Direttore dell’Istituto Internazionale Salesiano Edoardo Agnelli.

Tra gli argomenti trattati: l’offerta formativa dell’Istituto Agnelli; come hanno vissuto i giovani la maturità di quest’anno al tempo del Covid-19: con grinta, gioia e impegno; il riconoscimento dell’impegno dei giovani nell’affrontare gli esami e il periodo dell’emergenza sanitaria; l’acquisizione di competenze e capacità nuove; la paura di ritornare al periodo del lockdown il quale ha mortificato soprattutto le relazioni con i giovani; la creazione di nuovi canali e nuovi modi nell’apprendimento e per mantenere il contatto con gli studenti e gli allievi; la didattica a distanza; la solidarietà emersa durante il periodo di chiusura; la fatica del disorientamento; la scuola pubblica statale e la scuola pubblica paritaria: un cammino insieme nel dovere e nel diritto all’istruzione; il prossimo passo da intraprendere per la scuola pubblica paritaria: la detraibilità fiscale della retta e il sostegno dei diversamente abili; un sogno per il 2020/2021: “Tutti a scuola, in presenza!”

“Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza”: l’ordinazione presbiterale di sabato 4 luglio

Sabato scorso, 4 luglio 2020, presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino Valdocco, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di Mons. Piero Delbosco (Vescovo di Cuneo e di Fossano), sono stati ordinati sacerdoti 3 giovani salesiani dell’Ispettoria del Piemonte e Valle d’Aosta:

  • Alessandro Basso

  • Dies Stylo Babu

  • Michael Pagani

“Siamo qui come Chiesa insieme per celebrare la bontà di Dio e per celebrare la sua grazia che ancora una volta ci benedice”.

“È un grande onore per me essere qui a presiedere questo momento di Chiesa in cui questi nostri tre amici riceveranno il secondo grado del sacramento dell’ordine, il presbiterato. Vi assicuro che sono ben cosciente che le 3 sedie su cui voi state sedendo adesso sono “le più scomode” che ci sono in tutta la chiesa. E noi sacerdoti lo sappiamo molto bene! E se vi tremano le gambe sappiate che è normale: stiamo vivendo un qualcosa che ci sorpassa. Se questo avviene e solo per grazia di Dio”.

(Mons. Piero Delbosco, Vescovo di Cuneo e di Fossano, durante l’ordinazione)