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Harambee 2018 – dal 28 al 30 settembre a Valdocco

Dal 28 al 30 settembre si terrà a Valdocco il tradizionale appuntamento “missionario” dell’Harambèe.

Tema dell’incontro saranno le parole dell’Angelo ai pastori e a tutta l’umanità

“Vi annuncio una gioia grande” (Lc 2,10),

insieme con l’accorato invito di Papa Francesco nella EVANGELII GAUDIUM

“Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!”

 

 

Programma:

  • Venerdì 28 settembre

    • ore 20:00 | Accoglienza e cena al sacco
    • ore 21:30 | Lectio biblica e fontane di luce
  • Sabato 29 settembre

    • ore 09:00 | Itinerario dei primi oratori a Torino, luoghi del primo annuncio
    • ore 13:00 | Pranzo
    • ore 15:30 | “Identità del primo annuncio e specifico salesiano” – don Stefano Mazzer SdB
    • ore 16:15 | Riflessione personale e lavoro di gruppo
    • ore 19:30 | Cena e animazione
    • ore 21:30 | Veglia di preghiera itinerante in Valdocco
    • ore 23:00 | Buonanotte
  • Domenica 30 settembre

    • ore 08:30 | Accoglienza in teatro
    • ore 09:00 | “Carità e primo annuncio con i migranti” – Agostino e Cinzia Sella
    • ore 10:30 | Presentazione dei Missionari partenti
    • ore 12:00 | Celebrazione eucaristica e mandato missionario
    • ore 13:30 | Pranzo

“Scelte politiche sbagliate, uso scellerato delle risorse naturali”: La crisi umanitaria del Venezuela

Un intenso programma a Valdocco (Torino) dei vescovi salesiani Jonny Eduardo Reyes e Pablo Gonzalez, invitati da Missioni Don Bosco il 18 e 19 settembre per dare testimonianza sulla drammatica situazione del Venezuela. Dopo il loro incontro con il Papa nella visita ad limina apostolorum, insieme con i confratelli della Conferenza episcopale venezuelana, hanno partecipato a due momenti pubblici: il primo, martedì a Maria Ausiliatrice per una celebrazione eucaristica, il secondo, mercoledì in Sala Sangalli per il convegno “RINVOLUZIONEVENEZUELA”.
La loro presenza ha dato un’occasione non trascurabile di visibilità anche alla piccola ma crescente comunità di Venezuelani emigrati negli ultimi anni in Piemonte a seguito dell’esodo, del quale peraltro si registrano solo pochi riscontri nei nostri media nazionali.

La crisi umanitaria del Venezuela «non è il frutto del caso o del destino avverso». E’ piuttosto il risultato di scelte politiche sbagliate e di un uso scellerato delle risorse naturali: «era una nazione ricca con prospettive di grande futuro, ma è stata impoverita fino all’estremo e adesso vive una situazione di miseria che peggiora di giorno in giorno e questo governo continua a negare tutto».

Queste le parole di monsignor Jonny Eduardo Reyes, vescovo di Puerto Ayacucho (Amazzonia), durente il suo intervento alla conferenza dal titoloRinvoluzione Venezuela, dal sogno bolivariano all’incubo della crisi”organizzata da Missioni don Bosco Valdocco onlus, a Torino.

Rivivi la diretta Facebook dell’evento

Rinvoluzione Venezuela: dal sogno bolivariano all’incubo della crisi

Mercoledì 19 settembre a #Valdoccohttps://news.missionidonbosco.org/rinvoluzione-venezuela-dal-sogno-bolivariano-allincubo-della-crisi

Publiée par Missioni Don Bosco ONLUS sur Mercredi 19 septembre 2018

La denuncia viene da monsignor Jonny Eduardo Reyes, vescovo di Puerto Ayacucho (Amazzonia), intervenuto ieri alla conferenza dal titolo Rinvoluzione Venezuela, dal sogno bolivariano all’incubo della crisi, organizzata da Missioni don Bosco Valdocco onlus, a Torino. Con monsignor Reyes, di ritorno da una visita apostolica dal Papa, anche mons. Pablo Gonzalez, vescovo di Guasdalito, che ha parlato della ferita profonda inflitta alla società venezuelana, costretta a vivere una quotidianità fatta di stenti, economia informale e laddove è possibile di emigrazione.

La popolazione venezuelana è letteralmente alla fame. Fa eccezione quel 15% che gode dei privilegi economici e delle protezioni politiche, e che sostiene senza riserve il governo in carica avendo anche il dominio degli organi di informazione. Due Venezuela, uno dei quali completamente al di fuori della realtà e insensibile alla sofferenza di milioni di persone. La manipolazione dell’opinione pubblica arriva al punto di negare l’esodo di massa (un decimo del 30 milioni di abitanti del Venezuela) verso i Paesi confinanti e da lì – chi può – verso nord America ed Europa.

«Il mercato nero – ha detto Gonzalez – la speculazione e il proliferare di attività economiche illegali sono diventate oggi la principale attività di chi è rimasto in Venezuela e per sopravvivere non può fare altro».

«Lo stipendio di un operaio equivale a circa un euro e 50 al mese, mentre una bottiglia d’acqua costa l’equivalente di 5 centesimi di euro; gli alimenti vengono rivenduti sul mercato nero e gli effetti sono simili a quelli di una guerra».

«La svalutazione della moneta e l’inflazione rendono carta straccia il bolivar, che ad oggi vale 0,014 euro».

Pur rimanendo strettamente sul terreno dell’azione pastorale, i vescovi venezuelani hanno dato conto di quel che vedono e delle iniziative solidali che hanno intrapreso con le loro comunità. Progetti che mirano al soccorso immediato di chi chiede aiuto alimentare (sono nate le “ollas solidales”, le pentole della fraternità: le parrocchie riescono una volta alla settimana a distribuire un pasto caldo) e all’informazione a chi è avviato all’emigrazione dal Paese. Monsignor Gonzalez e monsignor Reyes sono infatti letteralmente “vescovi di frontiera”: Colombia e Brasile sono a un passo dalle loro diocesi. L’uno, a Guasdalito, è affacciato verso le alture andine; l’altro, a Puerto Ayacucho, si trova nell’area di transito verso il cuore dell’Amazzonia. Le frontiere sono poco controllate dal governo di Caracas e in compenso soggette a un pericoloso miscuglio di corruzione delle guardie, di influenza del narcotraffico, di infiltrazioni della guerriglia e di attività di mercato nero. E poi c’è l’impatto devastante sulle piccole comunità di confine, che devono assorbire in poche settimane l’arrivo di un numero esuberante di profughi senza risorse, fra i quali si nascondono profittatori e provocatori. Per questo esiste anche una cooperazione fra diocesi venezuelane e diocesi colombiane e brasiliane.

Durante la celebrazione eucaristica, nell’omelia, monsignor Reyes ha tratto spunto dal vangelo per rimarcare la necessità di “camminare con gli occhi e con le orecchie aperti, per essere sensibili al bisogno degli altri”.  Per questa ragione, la Chiesa venezuelana deve essere “vicina alla gente, noi vescovi dobbiamo essere vicini al popolo”, come ha chiesto anche papa Francesco nell’incontro in Vaticano. Quel che si può fare oggi, con le risorse limitate e i con i freni imposti all’azione sociale, è “consolare” la gente, quella che rimane e quella in fuga.

“In certi casi non possiamo fare nulla, la situazione scappa dalle nostre mani. Possiamo solo ‘metterci nelle scarpe degli altri’ e provare a condividere il dolore”.

Reyes ha anche messo in luce le responsabilità internazionali: «va smontata l’ipocrisia internazionale sul Venezuela – ha denunciato – perché il petrolio, l’oro e i minerali nel Paese ci sono, stanno ancora lì, non sono spariti. Ma ci sono nazioni disposte a comprarli a bassissimo costo. Bisogna smascherare il gioco politico internazionale che continua a dare sostegno al regime dittatoriale di Maduro».
Le due superpotenze che sostengono e finanziano Maduro sono  Russia e Cina: con quest’ultima il presidente pare aver stretto nelle ultime settimane diversi accordi economici.

«Io vedo alcuni possibili scenari per il futuro – ha concluso monsignor Reyes – Oltre alla rassegnazione del popolo, molti dicono che questo governo arriverà ad autodistruggersi; altri ancora che sarà necessario un intervento militare esterno; il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin aveva posto quattro condizioni al governo, ma sono state tutte disattese. Quello che doveva essere un dialogo tra Chiesa cattolica e governo in realtà è saltato, non c’è mai stato».

 

 

 

Prime professioni religiose a Valdocco

Durante il pomeriggio dell’8 settembre, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice e nelle mani di don Francesco Cereda, Vicario del Rettor Maggiore, i dieci novizi salesiani di Pinerolo Monte Oliveto hanno fatto la loro prima professione religiosa.

I loro nomi e le ispettorie di appartenenza sono:

Matthew John Paul Alfino (MLT),
Raphael Axisa (MLT),
Stefano Brambilla (ILE),
Andrea Domenico Festa (ILE),
Giorgio Giuseppe Domenico Ramundo (ICP),
Michele Maria Reolon (INE),
Elia Rubin (INE),
Christoph Salinger (AUS),
Tomaz Stojc (SLO),
Iosif Tulbure (INE).

Motivo di particolare gioia per l’Ispettoria del Piemonte e Valle d’Aosta, è l’ingresso tra i confratelli di Giorgio Ramundo che prima dell’anno trascorso in noviziato, tra gli altri impegni svolti, aveva supportato con il suo lavoro la Pastorale Giovanile Ispettoriale.

 

Prime professioni a Valdocco

Publiée par Salesiani Piemonte, Valle d'Aosta e Lituania sur Samedi 8 septembre 2018

 

 

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Il CFP di Valdocco: un cantiere nel cuore della Salesianità

Lunedì 3 settembre: questa la data per l’inizio del nuovo anno formativo a Valdocco. Una giornata che si apre con l’incontro di tutto il personale presso la casa salesiana di Avigliana, per cominciare col giusto input e lo sguardo a don Bosco.

Verranno poi i collegi dei formatori, gli staff di direzione e i vari team di corso per programmare l’attività educativa e formativa. In realtà il Valdocco non si è fermato durante la pausa estiva perché impegnato nel cantiere della nuova cucina: muratori, elettricisti, installatori, idraulici ed imbianchini si sono succeduti durante i mesi di luglio e agosto e in questi giorni stanno ultimando i lavori di ristrutturazione che porteranno il Cfp ad annoverare tra i propri laboratori, a fianco del collaudato locale di panetteria-pasticceria, una rinnovata cucina ed una nuova sala bar. I primi ragazzi si affacceranno a Valdocco la prima settimana di settembre, chi per i recuperi delle unità formative con qualche debito e chi per l’attività di ristorazione legata alla Fiera Nazionale del Peperone a Carmagnola: un impegno che si rinnova per il quarto anno consecutivo e che vede i nostri ragazzi cimentarsi nella preparazione di tre cene.

Il 12 settembre si apriranno le porte ai nuovi allievi di prima dei corsi dell’obbligo di istruzione e formazione: 126 nuovi iscritti ai triennali di grafica, elettro, trasformazione agroalimentare e ristorazione. Seguiranno a ruota, tra il 13 e il 14 settembre, i ragazzi più “anziani” delle seconde classi dei triennali e degli ultimi anni dei percorsi di qualifica. Ultimi a partire, ad inizio ottobre, i ragazzi del quarto anno duale del “Tecnico grafico”, i giovani del percorso biennale del Prelavorativo e i ragazzi del percorso ITS post diploma “Tecnico Superiore della valorizzazione delle produzioni agroalimentari – Gastronomo”.

Un totale di circa 340 allievi – tanto per iniziare – in attesa degli esiti del Bando “Mercato del Lavoro”, per il quale ci siamo proposti con diversi percorsi su tutte le categorie di utenza, dai disoccupati con licenza media inferiore ai diplomati, dai giovani a rischio agli immigrati.

Completa l’attività del Valdocco l’organico dello sportello dei Servizi al lavoro e alle Imprese; il lavoro relativo ai corsi per gli apprendisti e l’erogazione dei corsi di formazione continua individuale per gli occupati che sono pubblicati su http://torino.cnosfap.net/valdocco. In definitiva anche quest’anno mancheranno occasioni per annoiarci. Il mio personale augurio di buon anno formativo ai ragazzi, ai loro genitori ed educatori, ai formatori ed al personale amministrativo.

Articolo a cura di
Marco GALLO,
Direttore Cnos-Fap Torino Valdocco

 

 

Maggio 2019 – II edizione della Scuola per Delegati Ispettoriali per la Pastorale Giovanile Salesiana

Si pubblica la notizia di ANS – Agenzia Info Salesiana – relativa alla “II edizione della Scuola per Delegati Ispettoriali per la Pastorale Giovanile Salesiana”.

 

 

Notizia pubblicata su ANS

A tre anni dalla prima edizione, dal 6 al 18 maggio 2019 il Dicastero per la Pastorale Giovanile Salesiana torna a proporre una seconda edizione della Scuola per i Delegati per la Pastorale Giovanile rivolta a tutti quei Salesiani che sono stati nominati recentemente Delegati Ispettoriali per la Pastorale Giovanile Salesiana. Potranno partecipare anche quei Salesiani che si preparano ad assumere questa responsabilità in futuro.

Nella prima edizione, che si tenne a Roma nel maggio 2016, parteciparono circa 50 Salesiani provenienti da più di 40 Paesi diversi. Anche questa seconda edizione vuole essere espressione dell’internazionalità della Scuola. Le lingue ufficiali di lavoro saranno l’inglese, l’italiano e lo spagnolo. Sarà disponibile la traduzione simultanea, e i materiali saranno disponibili nelle tre lingue ufficiali.

La novità, tuttavia, è che la prossima edizione della Scuola si terrà al Colle Don Bosco e a Valdocco. Durante la prima settimana, quindi, i partecipanti saranno ospiti del Colle Don Bosco e seguiranno alcuni momenti direttamente nei luoghi Salesiani circostanti. La seconda e ultima settimana di lavoro, invece, si terrà a Valdocco. Anche qui, i partecipanti avranno modo di confrontarsi con la storia di Don Bosco e le risposte Salesiane alle sfide di oggi.

La Scuola si propone di promuovere una visione approfondita degli elementi fondamentali del patrimonio salesiano; fornire competenze adeguate e abilità chiave per l’animazione, la gestione e il coordinamento della pastorale giovanile ispettoriale; e, infine, favorire la crescita personale del Delegato, attraverso la riflessione sul proprio vissuto, l’interiorizzazione e la rielaborazione personale delle proprie motivazioni.

La metodologia dei lavori rifletterà la multidisciplinarietà della Scuola, alternando conferenze, tempi di confronto, dibattito, lavoro a gruppi, tempo per lo studio personale, momenti di cultura e spiritualità. L’organizzazione modulare prevedrà momenti dedicati a fare sintesi delle conoscenze teoriche, approfondimenti a partire dall’esperienza pratica e focus sul “saper fare” (know-how). Alcuni moduli, inoltre, saranno dedicati alla cura dello stile di vita e degli atteggiamenti personali del Delegato Ispettoriale per la Pastorale Giovanile Salesiana. Al termine di ogni giornata verrà proposto ad ogni partecipante di dedicare del tempo alla redazione di un “portfolio” personale.

Il numero di partecipanti è limitato, per garantire un efficace svolgimento della Scuola, secondo la metodologia sperimentata nella prima edizione. Occorre, pertanto, iscriversi il prima possibile per essere sicuri di potervi partecipare.

Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi ai contatti indicati nella locandina ufficiale: rcursi@sdb.org

Arte di Giò: meraviglia e successo di pubblico

Tre spettacoli e 2700 spettatori nell’arco di due giorni: sono questi i numeri che definiscono il grande successo dello spettacolo teatrale “L’arte di Giò”, che è stato presentato venerdì 19 e sabato 20 al Teatro Grande di Valdocco, in occasione della visita del Rettor Maggiore in Piemonte e dell’MGS Day.

Ma oltre ai numeri c’è molto di più: la meraviglia vera di questo spettacolo è il lavoro svolto per realizzarlo dai giovani di Anima MGS. Per diversi mesi, infatti, guidati da quattro professionisti, i ragazzi hanno sperimentato le proprie abilità nel ballo, nella recitazione, nella costruzione di scenografie e nella grafica. I laboratori, realizzati grazie al contributo della Fondazione Agnelli, avevano come obiettivo quello di far sperimentare ad ogni giovane le proprie abilità e capacità artistiche.

Lo spettacolo “L’arte di Giò”, ideato dalla compagnia teatrale “I Retroscena”, è una sfida alla società odierna, che divide in compartimenti stagni la vita dei giovani e che vuole farli entrare in un sistema di regole, spesso senza tenere conto del valore della singola persona. La speranza portata da don Bosco ai giovani nell’800 è ancora attuale e rivive nelle parole e nei gesti di Giò: mettersi in gioco, con il sostegno degli adulti, può ricreare quell’alleanza educativa che oggi sembra invece frantumata, per valorizzare le capacità e i talenti di ognuno. Non è un cammino facile: è lo stesso Giò a ripeterlo durante lo spettacolo, ma la certezza è che vale pena spendere la propria vita per qualcosa di bello e di grande.

Al termine dello spettacolo, il Rettor Maggiore ha voluto lasciare il pensiero della buonanotte, dicendo ai giovani:

siate protagonisti della vostra vita, grazie a voi tutto il mondo può avere un futuro: i sogni sono possibili, bisogna soltanto crederci”.

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Don Angel abbraccia i giovani del MGS

Un sabato speciale quello vissuto da don Angel il 19 maggio a Valdocco.

Nel pomeriggio l’appuntamento è stato quello dedicato all’incontro con i giovani del Movimento Giovanile Salesiano. Un momento che ha fatto vibrare i cuori dei più di 500 partecipanti. In quel clima di gioia ed allegria che contraddistingue lo stile educativo di don Bosco i giovani si sono stretti intorno al Rettor Maggiore per dimostrargli il loro affetto e la loro riconoscenza, per raccontargli le esperienze importanti del loro cammino e per confrontarsi sui temi che reputano più carichi di significato per la vita: l’annuncio missionario del Vangelo verso i più poveri, lo stile di animazione e di educazione ereditato dal Santo Fondatore, la vita di fede e le scelte “vocazionali” della propria vita.

Il Rettor Maggiore ha stimolato i giovani sui diversi temi invitandoli a sognare in grande:

Animazione Missionaria

“Il Papa ci invita costantemente a vivere una Chiesa in uscita. Le nostre case salesiane, i gruppi giovanili che frequentano i nostri ambienti, devono avere come prima condizione un impegno concreto ad essere aperti a tutti. Con una testa “aperta” ed un cuore “aperto”. La diversità è un dono e l’accoglienza è una parola cristiana. Avere la sensibilità di comprendere questo è già avere la predisposizione per una Chiesa in uscita. Non c’è bisogno di attraversare il mondo per vivere tutto questo. Un cuore aperto all’accoglienza è il dono che dobbiamo custodire e far crescere. Io credo di più nel vostro cuore cari giovani che nel cuore dei politici e delle persone importanti.”

“I Siria, ad Aleppo, ho trovato una città distrutta al 70%, ma al tempo stesso una comunità che non si è arresa alla morte, che mi ha testimoniato una fede che ha costantemente alimentato la speranza: un giorno quella città tornerà ad essere bella. La casa salesiana è stata la casa della accoglienza e delle porte aperte per tutti, la casa dove centinaia di giovani dormivano e trovavano rifugio. Questo è l’esempio da seguire.”

Animazione dei Giovani

“Quello che è prezioso ai miei occhi è ciò che rimane della esperienza dell’animazione: la mia vita è bella e lo è ancora di più se colgo fino in fondo l’opportunità di condividere, di donare il mio tempo e la mia persona. Continuate a farlo e a prepararvi per viverlo fino in fondo.”

Vocazione e fede

Trovo bellissimo vedere un gruppo così numeroso di giovani che non hanno paura di ascoltare questa parola: Vocazione. Lo vedrete nella vostra vita che non potete aspettare che le cose più importanti vi siano servite su un piatto d’argento così come ci propongono i mass media. Le cose importanti hanno una strada diversa. Non dipendono dalla fortuna. Nessuno verrà a regalarvi il posto della felicità. Questo è una conquista ed un cammino personale. Non dovete vivere senza avere un progetto di vita, un sogno da realizzare, un ideale. Cosa desidero fare della mia vita e cosa ha sognato Dio per me? Quando il sogno di Dio viene ad abitare nel mio allora è sicuro che la mia vita sarà piena. Non vi dico che sia facile. Non vi dico che sarà senza sacrificio. Ma vi dico che sarete felici.

Stefano Mondin Carmela Busia Enrico Stasi Agenzia Info Salesiana – Ans Paola Casalis MGS Day … hugging don Angel, hugging don Bosco …

Publiée par MGS Piemonte, Valle d'Aosta e Lituania sur samedi 19 mai 2018

Guarda la PhotoGallery completa della visita del Rettor Maggiore:

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XII Concorso Nazionale Dei Centri di Formazione Professionale d’Italia – Settori grafica e serramentistica

Da Lunedì 7 Maggio a Venerdì 11 Maggio 2018 si svolgerà, nella sede locale del Cnos-Fap di Valdocco, il XII Concorso Nazionale Dei Centri di Formazione Professionale d’Italia – Settori grafica e serramentistica.  Il programma prevede per ciascun settore la realizzazione di un capolavoro che concorrerà per la vittoria finale.
I 20 ragazzi del settore grafico sono provenienti da dieci Centri di Formazione Professionale italiani e la loro prova si concluderà con la presentazione di quanto realizzato alla presenza della giuria.
Concorrenti Settore GRAFICA
Arese – Marega Nicholas & Pendolino Angela Maria
Ariccia – Dandini Daniel & Ferdinandi Matteo
Bergamo – Comiti Nicole & Mapelli Matteo
Bologna – Gurrieri Alice & Monti Laura
Este – Barollo Federico & Schivo Raffaele
Mestre – Cojocariu Giorgiana & Michelin Gabriele
Milano – Ramirez Lopez Dennys Oswaldo & Scaler Giulia
Roma Pio XI – Peyer Ginger Ashley & Serangelli Damiano
Torino Valdocco – Brisacani Alessandro & Scarpitti Lorenzo
Verona – Aldà Elisa & Prando Gaia
Per quanto concerne il Concorso Serramentistico, con 6 partecipanti provenienti da tre diversi Centri di Formazione Professionale, si concluderà nella giornata di giovedì. Venerdì 11 Maggio sono previste le premiazioni.
Concorrenti Settore SERRAMENTISTICO
Genova Villaggio del Ragazzo – Motta Andrea & Rossi Gabriele
Roma Gerini – Fabrizi Marco & Maksuti Andrea
Torino Valdocco – Aboelela Moustafa & Lazer Marku
Due ex-allievi del Centro di Formazione Professionale di Mestre sono stati incaricati dal Cnos-Fap Nazionale di realizzare le riprese e le gallerie fotografiche per l’intera durata della manifestazione.
Venerdì 11 Maggio 2018 è prevista la Cerimonia di Premiazione dei Vincitori presso il Palazzo della Regione (Sala Congressi) di Piazza Castello, 165, Torino. Qui di seguito il programma.

Cara scuola non ti lascio «Provaci ancora, Sam»

Si segnala e pubblica, ringraziando la testata ed il giornalista Paolo Foschini, un articolo apparso su “Corriere della Sera – Buone Notizie” del 10/04/2018 che racconta il progetto “Provaci ancora Sam”.

Si chiama così il progetto in corso a Torino contro la dispersione che a livello nazionale è ancora superiore al 13 per cento Il recupero di David, Simra e Mattia dimostra che la risposta è la «rete integrata» tra insegnanti, operatori sociali, Terzo settore.

David Oseye arriva in Italia dalla Nigeria quando è ancora piccolo con la mamma, una sorella e un fratellino. Il padre è rimasto là. Non è una infanzia facile. Bocciato due volte in prima media per i suoi atteggiamenti provocatori, entra finalmente in un progetto di tutela che si occupa di lui. Morale: nel 2015 ha preso la licenza media, poi ha fatto il biennio di qualifica professionale al Ciofs Mazzarello come operatore ai servizi di vendita, l’estate scorsa ha studiato per l’esame di passaggio al quarto anno dell’Istituto statale Bosso Monti: che ora sta frequentando con buon profitto.

Simra Noreen nasce e fa le elementari in Pakistan, in dicembre compirà 18 anni. Padre, madre, un fratello più grande, un altro fratello e una sorella più piccoli. Con loro arriva in Italia nel 2012, parte con le medie e la faccenda è durissima. La lingua, la cultura familiare che dire rigida è poco, eppure anche su quest’ultimo fronte le cose un po’ alla volta migliorano grazie al lavoro di integrazione con l’oratorio salesiano della Crocetta: però due bocciature arrivano lo stesso. Finché pure lei nel 2015 entra nel progetto di Tutela Integrata, e Simra ci si butta a capofitto. Morale: finisce la terza media, si inserisce al Centro professionale di trasformazione agroalimentare Virginia Agnelli, ottiene una borsa di studio e un percorso di accompagnamento da Fondazione per la Scuola e Rotary. Sta facendo il secondo anno, nel 2019 si diplomerà.

Anche Mattia Orlando ha avuto una storia (molto) difficile. Però anche lui nel 2015 riesce a finire le medie. E poi anche la scuola del Cnos Valdocco come operatore elettrico, ora fa il quarto anno all’istituto professionale Rebaudengo. Ma soprattutto non ha mai smesso di coltivare la sua passione per la ginnastica artistica, che lo ha portato tra i primi in Piemonte, né di occuparsi di suo fratello più piccolo. Sono queste alcune delle storie legate a «Provaci ancora, Sam!», un progetto integrato e interistituzionale volto a promuovere il successo scolastico e a contrastare la dispersione: un fenomeno che pur essendo in fase di miglioramento (tra 2006 e 2016 la percentuale nazionale di chi a 18 anni risulta avere solo la licenza media è passata dal 20,8 al 13,8 per cento) non ha ancora raggiunto l’obiettivo del 10 per cento fissato dall’Europa e soprattutto mostra ancora un grande divario tra nord e sud, dove la percentuale è comunque assai più alta. Per dare un altro riferimento: dei 556.598 tra ragazze e ragazzi che nel 2016 hanno finito le medie 34.286 sono usciti dal sistema scolastico.

Contro tutto questo l’idea di «Provaci ancora, Sam!» è stata quella di mettere insieme le forze dei Servizi educativi e sociali di Torino, Ufficio scolastico del Piemonte, Compagnia di San Paolo, Ufficio Pio e Fondazione per la Scuola più una rete organizzazioni locali, per sperimentare un nuovo modello di prevenzione. La chiave è in teoria semplice e consiste nell’utilizzare il «tessuto connettivo» di associazioni non a scopo di lucro, oratori, parrocchie e altre realtà simili affinché possano lavorare insieme con le scuole per dare a ciascun ragazzo quel che gli manca: a volte ripetizioni, a volte anche solo un luogo per studiare, a volte aiuto per problemi più gravi. Rafforzamento dell’autostima e delle proprie motivazioni, come principio generale. Ma anche potenziamento delle «competenze di cittadinanza», del concetto di «comunità educante», della collaborazione tra scuola, educatori, volontari. da una parte sul fronte delle elementari (in orario scolastico) e medie, dall’altra su quello delle superiori e delle scuole professionali. In entrambi i casi con il fine di completare il percorso. E farne un punto di partenza solido per la propria vita.

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