Formazione Specifica del Servizio Civile Nazionale

Giovedì 7 Novembre  a Torino Valdocco in piazza Maria Ausiliatrice 32, si è tenuta la Formazione Specifica del Servizio Civile Nazionale, organizzata dalla Federazione SCS CNOSSalesiani per il Sociale del Piemonte e della Valle d’Aosta e rivolta ai ragazzi ​del progetto “Tu si che vali”,  il cui obiettivo generale è quello di ridurre e prevenire i fenomeni di bullismo e cyber-bullismo con percorsi educativi finalizzati al miglioramento dell’autostima  e allo sviluppo di un comportamento responsabile e cooperativo nel contesto scolastico.

Il modulo della Formazione Specifica, condotta dall’ ing. Gianluca Toso, aveva come tema quello dell’informazione sui rischi, che i volontari del Servizio Civile affrontano all’interno della sede di attuazione del progetto.
Il Servizio Civile è un’esperienza emozionante e formativa, poiché contribuisce alla creazione di una cittadinanza consapevole e allo sviluppo di una convivenza solidale pacifica e non violenta.
Chi sceglie di impegnarsi per dodici mesi nel Servizio Civile , sceglie di aggiungere un’esperienza qualificante al proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa, e assicurandosi, nel contempo, una piccola autonomia economica.

1868-2018 : 150° anniversario consacrazione Basilica Maria Ausiliatrice

Il 9 di giugno del 1868 don Bosco concludeva i lavori della Basilica di Santa Maria Ausiliatrice inaugurandola e consacrandola ufficialmente. Tra qualche mese saranno trascorsi 150 anni da quel giorno.
L’itinerario preparato per l’occasione, che per certi versi non è  strettamente legato a chi è “il devoto”, accompagnerà i fedeli, i giovani e la città di Torino a prendere parte ad un evento che non vuole essere esclusivamente religioso, ma anche civile. La Basilica di Maria Ausiliatrice è santuario della diocesi, è la Casa Madre dei Salesiani nonché un emergenza architettonica nella città di Torino.

In questi 150 anni sono molteplici i cambiamenti che ha subìto: ai tempi di don Bosco era molto più piccola, quasi la metà. Internamente ha subito molte variazioni: al posto del quadro dell’Ausiliatrice ora vi è la balaustra d’ingresso del presbiterio, mentre da un punto di vista cromatico l’arredo marmoreo ha sostituito il bianco candido delle mura; la seconda cupola non era presente mentre la prima era costituita da una volta di astri argentei.
Oltre alla struttura architettonica, rimasta immutata è anche la pala della ausiliatrice, la pala d’altare commissionata da don Giovanni Bosco a Tommaso Lorenzone.

La Basilica è passata dall’essere una chiesa dell’800 Torinese, nata in un contesto di povertà, ad essere rivisitata interamente nel 1934, in occasione della canonizzazione di san Giovanni Bosco, con uno stile molto magniloquente che volge lo sguardo allo stile delle Basiliche romane, ma anche allo stile liberty degli anni ’20 e ’30 della città di Torino.

Questa città che guardava alla Francia, ma si sentiva un po capofila delle città italiane.

Con la Basilica, è mutato anche il quartiere, dapprima periferico con problematiche dovute all’integrazione inter religiosa, e poi in seguito multietnico oltre ad essere a ridosso del centro storico di Torino.

Il rettore della Basilica, don Cristian Besso, si è espresso chiaramente:

Questo percorso non vuole essere una celebrazione prettamente di carattere storico, io penso che sopratutto ricomprendere come la fede è una fede mariana, spinge stimola provoca a un nuovo impegno di carità. E si potrebbe dire ancora meglio: quella carità che certamente è il chinarsi sugli ultimi, sui poveri, sui chi ha bisogno. Ma anche quella carità che è riconsegnare senso all’uomo e alla donna del nostro tempo.

Perché la scelta di un percorso? Quando si cerca di dare delle motivazioni e rinnovare la nostra parte più profonda, è impossibile farlo in un istante, è necessario pedagogicamente un cammino, “un allenamento” per gustare la celebrazione conclusiva.

 “mettersi in cammino per riscoprire motivazioni.”

Il cammino ha inizio il mercoledì 6 dicembre 2017 con un concerto inaugurale, a cui avranno seguito una serie di iniziative presiedute da persone di rilievo. Il secondo concerto avrà luogo sabato 20 gennaio 2018 dove alcuni storici, esperti, racconteranno cosa accadde quel famoso 9 giugno 1868, e in questa occasione verrà inoltre presentato il restauro apportato al grande organo, che ha richiesto una spesa economica ed un impegno di restauro molto importante. L’organo è composto da 3000 canne, uno tra i più grandi e maestosi del nord Italia e ha una certa notorietà nel panorama organistico europeo.

La data di sabato 20 gennaio 2018 coincide con la conclusione delle “Giornate di spiritualità della Famiglia Salesiana”, un iniziativa che coinvolge tutto il mondo, per l’occasione sono attesi più di 300 fedeli.

A seguire, lunedì 29 gennaio 2018, la presentazione di uno studio: il libro “I sogni di Don Bosco”. L’opera raccoglie i contributi di venti studiosi, teologi e psicologi sul concetto di sogno. Don Bosco, com’è risaputo, fece numerosi sogni nella sua vita, visioni riguardanti il futuro della Chiesa. Due di queste sono rappresentate sul fondo della Basilica, e un’altro nella cappella delle Reliquie, luogo dove sarà presentato per la prima volta questo studio particolare.
Venerdì 9 marzo 2018 a seguito della Celebrazione Eucaristica , avrà luogo l’incontro presieduto dal card. Bassetti, il presidente dei vescovi italiani che parlerà della Chiesa, del cambiamento che Essa stessa ha fatto con l’indicazione di papa Francesco.

Venerdì 6 aprile 2018 la basilica ospiterà la Comunità nuovi Orizzonti, una realtà che si pone l’obiettivo di intervenire in tutti gli ambiti del disagio interiore, tramite solidarietà a sostegno di chi è in grave difficoltà, con una particolare attenzione alle tante problematiche che caratterizzano i ragazzi di strada e il mondo giovanile. Il messaggio della sua sua fondatrice, Chiara Amirante è molto profondo:

Portare la gioia a chi ha perso la speranza. Dischiudere nuovi orizzonti a chi vive situazioni di profondo disagio.

La presidentessa sarà accompagnata da un giovane sacerdote, don Davide Banzato, volto popolare, oltre che per la sua presenza sui vari social network, anche per la collaborazione con diverse trasmissioni radio-televisive: inviato a Sulla Via di Damasco in onda su Rai 2, ospite fisso su Rete 4 a La strada dei miracoli e molti altri.
A chiudere il periodo pasquale, sabato 7 aprile 2018 alle ore 21, un’eccellenza musicale del Piemonte: la Corale di Aosta. A seguire, sempre nel mese di aprile, il gruppo musicale “The Sun”, giovane band punk di successo internazionale. Francesco Lorenzi, autore e cantante della band, porta la sua testimonianza: dopo l’intenso periodo di conversione coinvolge la band alla scoperta di un nuovo modo di fare musica. Nascono così i The Sun, con i quali realizza due album (Spiriti del Sole e Luce) prodotti da Sony Music. Nel 2013, durante una tournée tra Italia, Portogallo, Palestina e Brasile, i The Sun si sono esibiti per papa Benedetto XVI e papa Francesco.

Il percorso terminerà sabato 9 giugno 2018 con un ultima Concelebrazione Solenne. Al termine di questo percorso non si può che non pensare al futuro. Quello della Basilica di Maria Ausiliatrice sarà trasformare questo luogo in un Santuario cittadino, un luogo in cui si può rispondere ai profondi interrogativi dell’umano, grazie all’incontro con l’Evangelo di Cristo.

Un santuario cittadino che sia aperto a tutti: non solo coloro che hanno la fede, e neppure coloro che semplicemente sono in ricerca, ma anche chi ha fatto l’esperienza dell’ateismo, della lontananza dalla chiesa io direi che il domani potrebbe essere un luogo davvero di multi relazioni, di capacità di incontro proprio con tutti, di simpatia a cuore aperto, dentro ad una tonalità educativa, perché questo è il nostro specifico come salesiani, noi incontriamo non semplicemente per incontro, ma per accompagnare come diceva don Bosco “per fare, insieme” a colui che incontriamo un percorso verso il senso della vita.

 

 

 

“Porte Aperte” al Salone dell’Orientamento per gli studi superiori

Su pubblica la notizia apparsa sulla Gazzetta di Alba, martedì 14 novembre, relativa all’apertura del Salone dell’Orientamento promosso dagli istituti scolastici cittadini, in collaborazione con il Comune di Bra e la cooperativa Orso all’interno del progetto “Bra Orienta”. Il progetto comprende numerosi incontri collocati nei mesi di novembre e dicembre, e vuole essere un aiuto per gli studenti che il prossimo anno si iscriveranno a un indirizzo d’istruzione superiore.

Sabato 18 Novembre
Ore 11 
Appuntamento al Movimento in piazza Caduti di Nassirja con il Salone dell’Orientamento: una giornata in cui si potranno valutare nell’insieme tutte le opportunità formative che il territorio offre, a cui saranno presenti tutti gli istituti superiori e i centri di formazione professionale.

Martedì 28 Novembre 
Ore 8:30
Appuntamento con il Centro di formazione professionale dei Salesiani che presenterà i suoi corsi di qualifica
della durata di tre anni (operatore meccanico-costruzioni su Mu, operatore alla riparazione dei veicoli a
motore, operatore del benessere-acconciatura, operatore agroalimentare, operatore di impianti
termoidraulici).

Mercoledì 29 Novembre
Ore 8:30 
Appuntamento con l’Istituto Velso Mucci che spiegherà le sue proposte nei settori dei servizi
(enogastronomia, servizi di sala e vendita, accoglienza turistica), servizi commerciali e tecnologici (grafica e
comunicazione).

Giovedì 30 Novembre 
Ore 8:30
Appuntamento con il Liceo Giolitti-Gandino approfondirà i suoi indirizzi (classico, linguistico, scientifico,
scientifico opzione scienze applicate, oltre al nuovo indirizzo delle scienze umane).

Venerdì 1 Dicembre 
Ore 8:30 
Appuntamento con l’Istituto d’Istruzione Superiore Ernesto Guala che illustrerà i corsi dell’istituto tecnico settore economico, dell’istituto tecnico settore tecnologico e le attività dell’istituto professionale (industria e artigianato).

Il ciclo d’incontri “Porte Aperte” terminerà domenica 17 dicembre 2017 e sabato 13 gennaio 2018, in queste occasioni gli studenti avranno la possibilità di visitare i vari istituti, accompagnati dai loro familiari.

 

Accudire il Tempo libero e il tempo di crescita

Sono partite le attività previste dal Progetto“Tempo Libero, Tempo di Crescita”, realizzato a Pinerolo grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo nell’ambito dell’iniziativa KIT – MONTIAMO INSIEME IL TUO FUTURO. Il Progetto è realizzato dalla Parrocchia Spirito Santo di Pinerolo, soggetto capofila, con la partecipazione della Città di Pinerolo, Consorzio Interculturale Servizi Sociali – C.I.S.S., Istituto Comprensivo “Pinerolo III”, Biblioteca Interculturale ADLIS dell’Istituto Comprensivo e Il Sicomoro – Centro per la Famiglia. L’obiettivo dell’iniziativa “Tempo Libero, Tempo di Crescita” è prevenire la dispersione scolastica, promuovere la motivazione allo studio e alla partecipazione, contrastare le forme di disagio e, in generale, sviluppare sul territorio una cultura di attenzione alle istanze e alle problematiche dei giovani.

Il progetto prevede la sua realizzazione tra novembre 2017 e maggio 2018 negli ambienti della Parrocchia, sita in Via al Colletto 16, Pinerolo, con una serie di attività extrascolastiche, ludiche e ricreative con finalità educative, tutte a titolo gratuito, rivolte a target di età differenziati, integrate da interventi di supporto educativo e psicologico orientati alla prevenzione del disagio.

In particolare, si svolgeranno attività di accompagnamento allo studio per ragazzi/e delle scuole elementari e medie, attività ricreative, sportive e feste d’animazione, attività di promozione e conoscenza del territorio e della cittadinanza globale.

Un ampio ventaglio  di iniziative tese alla promozione del contrasto alla dispersione scolastica, attraverso offerte educative in orario extrascolastico rivolte a bambini e adolescenti da 6 a 14 anni e attraverso interventi volti a promuovere una maggiore responsabilità ed efficacia dei genitori e delle famiglie nella relazione educativa con bambini e ragazzi.

 

Il Cnos-Fap compie 40 anni!

Il rapporto tra formazione professionale e salesiani è saldo ormai da oltre 170 anni, quando Giovanni Bosco, nei cortili di Valdocco, applicava il suo sistema preventivo a ritmo di “cortile, scuola, chiesa e mestiere”.
Questa preziosa eredità viene raccolta dall’intera Congregazione e porta, il 30 giugno 1978, alla fondazione ufficiale dell’ente regionale Cnos-Fap – Centro nazionale opere salesiane – Formazione aggiornamento professionale. Un percorso di quarant’anni ad oggi instancabile con 15 centri solo sul territorio piemontese, il Cnos-Fap si conferma un punto di riferimento per le imprese che cercano personale qualificato e teso all’innovazione.

L’anno formativo appena iniziato si configura, pertanto, come un anno speciale, di celebrazione di questi 40 anni: la testimonianza che “l’intelligenza nelle mani” nell’era digitale è ancora la sfida vincente dei figli di don Bosco.

Si segnala, qui di seguito, l’articolo della giornalista Marina LOMUNNO, che ha puntualmente fotografato il Cnos-Fap e i suoi 40 anni, tra le pagine dell’edizione domenicale de La Voce e Il Tempo, il settimanale della diocesi di Torino:

Formazione professionale è ancora «cosa di cuore»

Da Valdocco a Rebaudengo, dall’Agnelli al Colle don Bosco e a Bra. E poi nelle altre diocesi del Piemonte per un totale di 15 Centri dove, oltre all’obbligo formativo, si erogano corsi post diploma e di riqualificazione per adulti con un’attenzione particolare alle nuove tecnologie e ai cambiamenti del mondo del lavoro: «l’intelligenza nelle mani» nell’era dei robot è ancora la sfida vincente dei figli di don Bosco

Un anno speciale quello che si apprestano a vivere i 15 centri di formazione professionale salesiana del Piemonte. Al termine dell’anno formativo in corso, l’associazione Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane – Formazione aggiornamento professionale) della nostra Regione compirà i 40 anni di fondazione, avvenuta il 30 giugno 1978. In realtà la formazione professionale «inventata» nei cortili di Valdocco, dove oggi c’è la sede dell’ente regionale, è nata 170 anni fa con il sistema preventivo di don Bosco: «cortile, scuola, chiesa e mestiere», pilastri del carisma del santo dei giovani sono ancora più che mai attuali nell’educazione di «buoni cristiani ed onesti cittadini» soprattutto per quanto concerne la formazione al lavoro in un periodo storico che ha molte somiglianze con la rivoluzione
industriale in atto ai tempi dei santi sociali. «Oggi» spiega Lucio Reghellin ingegnere, direttore generale Cnos-Fap Piemonte «cerchiamo di proseguire sul solco del nostro fondatore, grande precursore di cambiamenti sociali, cercando di tenere le antenne alzate sulle nuove esigenze del mondo del lavoro nell’era dell’industria 4.0 che, come è stato sottolineato al recente G7 avrà sempre più bisogno di formazione professionale. Del resto l’apertura alle esigenze delle imprese è il cuore della nostra formazione. Per questo diamo grande importanza anche all’aggiornamento dei formatori con stage all’estero e visite costanti alle imprese». C’è poi l’aspetto educativo che continua ad essere al centro del percorso offerto dal Cnos-Fap, sia che si tratti di una corso di grafi ca, meccanica, elettricista, informatica o ristorazione. La formazione salesiana – che ha punte di eccellenza non solo in Italia (i centri del Piemonte hanno un successo formativo dell’85%: chi si qualifica per il 65% trova lavoro e per il 20% prosegue gli studi) continua ad essere ricercata in tutti i 5 continenti in cui sono presenti i figli di don Bosco proprio perché al tornio o al controllo di un robot si impara a superare i propri limiti anche se alle spalle si ha una bocciatura o, se si è adulti, si è reduci da un licenziamento. «In Piemonte il primo nucleo della nostra associazione – prosegue Reghellin – era composto da nove Cfp (Centri di formazione professionale) con attività formativa per i giovani dopo la scuola media principalmente nei tre settori professionali: meccanica industriale, elettro/elettronica e grafica. Oggi con 15 sedi abbiamo diversificato la nostra proposta formativa ampliando i settori professionali anche in ambito artigianale e dei servizi: si va dalla carrozzeria alla termoidraulica, dai servizi alla persona agli operatori di cucina-sala bar. Negli anni abbiamo aperto la nostra offerta formativa, oltre che ai ragazzi in obbligo di istruzione (3600 nei 15 Cfp del Piemonte – il 15% stranieri) anche con l’attivazione di corsi di qualifica per adulti disoccupati, di aggiornamento per i lavoratori, di accompagnamento per le fasce più deboli». Di qui l’apertura nei Cfp Cnos degli sportelli lavoro che, oltre all’attività di collegamento con le imprese, offrono consulenze alle famiglie meno attrezzate culturalmente per l’orientamento e l’ascolto dei propri figli. «’L’educazione è cosa di cuore’ era convinto don Bosco» aggiunge Marco Gallo, direttore del Cfp di Valdocco «e questo è ancora lo stile con cui cerchiamo di insegnare un mestiere sia ai nativi digitali che agli adulti che si devono riqualificare per rientrare nel mondo del lavoro. Flessibilità, apertura al cambiamento, non fermarsi a ciò che si è appreso ma assimilare una mentalità che richiede aggiornamento continuo 170 anni fa come oggi è l’unico modo con cui cerchiamo di non essere colti impreparati dalla sfida della rivoluzione industriale 4.0. Attrezzature e macchinari all’avanguardia, collegamento continuo con le imprese e le istituzioni, dialogo con il territorio sono gli altri ingredienti fondamentali che fanno dei nostri allievi appetibili sul mercato del lavoro. Ma il nostro valore aggiunto è che nelle nostre aule, accanto all’innovazione, si viene accompagnati a prendere in mano la propria vita nel rispetto delle regole, della convivenza civile e del rispetto reciproco».

Intervista: 

Come per don Bosco la sfida è possibile

Don Pietro Mellano, salesiano, fossanese classe 1971, è da settembre il nuovo direttore nazionale del Cnos-fap. Già economo della Ispettoria salesiana del Piemonte e direttore generale dell’editrice salesiana Elledici (Italia Circoscrizione Piemonte) don Pietro ha iniziato il suo nuovo incarico con la concretezza tipica del suo fondatore che cercava di cogliere nel cambiamento spunti positivi a vantaggio dei giovani più in difficoltà.

Al G7 appena concluso a Torino si è parlato molto del ruolo centrale della formazione professionale come vi state attrezzando per la sfida dell’industria 4.0? Il nostro programma pastorale per l’anno formativo appena iniziato ha come slogan «#nessunoescluso». Con l ’ h a s h t a g vogliamo indicare che le nostre scuole professionali vogliono continuare ad accettare la sfida dell’innovazione ma con lo stile di don Bosco che cercava vie di riscatto per tutti, soprattutto per i giovani in difficoltà perché nessuno fosse escluso. La nostra formazione è inclusiva ha come obiettivo di dare a tutti un’opportunità di inserirsi nel mondo del lavoro imparando un mestiere anche se non nascondiamo le difficoltà di questo momento storico in cui, come è stato sottolineato al G7, l’industria 4.0 sta rivoluzionando il mondo del lavoro».

Come vi state attrezzando? Don Bosco nel 1852 Torino inventò il primo contratto di apprendistato per uno dei suoi giovani facendosi da garante presso il datore di lavoro. Oggi a distanza di 165 anni i dati ci dicono che i contratti di apprendistato introdotti dal Job act con il sistema duale di formazione professionale alternata tra scuola e lavoro sta funzionando tanto che questo tipo di contratti sono passati nel 2017 da 1400 a 14 mila. Gli sportelli lavoro attivi nei nostri centri di formazione professionale e in rete su tutto il territorio nazionale, dove si raccolgono le richieste da parte delle aziende di figure professionali cercando di favorire la domanda con l’offerta, spesso registrano difficoltà a trovare personale qualificato. Questo significa che la formazione professionale che si sta adeguando ai cambiamenti dell’automazione ha anche bisogno di un cambiamento culturale delle famiglie italiane: occorre accettare che i propri figli si spostino laddove c’è richiesta di lavoro che sarà sempre meno sotto casa e nella città di origine.

 

Piccoli bloggers crescono: direzione SKY

Oggi più che mai la scuola italiana è alla ricerca di percorsi educativo-didattici innovativi che abbiano il compito non solo di istruire ma soprattutto quello di formare le nuove generazioni, quindi il compito di sviluppare competenze. Ed ecco che l’Internet of Things e il Blog possono concretamente configurarsi come ambiente di apprendimento significativo.

Un buon esempio giunge dall’Istituto di Borgomanero che utilizza le nuove tecnologie con la creazione di laboratori di scrittura creativa sotto forma di blog di classe. Il punto di partenza è stata la competenza digitale degli allievi, cioè la loro capacità di muoversi nel mondo digitale, successivamente il lavoro sulla scrittura teso alla narrazione, alla descrizione, all’espressione di se stessi e al confronto con gli altri colleghi di classe.
I risultati ottenuti da queste esperienze evidenziano come la scuola, ambiente educativo per eccellenza, deve aiutare i giovani ad elaborare la cultura della promozione umana e della responsabilità.
Il laboratorio di Blog 2016/2017 di Borgomanero, a conclusione del percorso, è andato alla sede del network televisivo di SKY. Qui di seguito, il racconto dell’esperienza a cura dei Bloogle, questo il nome scelto dal gruppo di bloggers:

I Bloggers volano a Sky I Bloggers volano a Sky
Il sogno della televisione per noi si è avverato:  venerdì 29 Settembre il laboratorio di Blog 2016/2017 è andato alla sede di Sky!

Siamo partiti alle 8:30 del mattino. Dal piazzale del don Bosco abbiamo fatto a piedi un piccolo pezzo di strada per arrivare in stazione. Abbiamo preso il treno e alle 11:00 circa eravamo a Milano. Lì, dopo una divertente tratta in metro, abbiamo fatto una piccola visita alla basilica di sant’Ambrogio e la professoressa Cecilia Ponti ci ha raccontato la storia di sant’Ambrogio che ha sfidato il diavolo e gli ha conficcato le corna dentro una colonna e, ancora adesso, ci è rimasto il segno e, se si annusa, dentro i due buchi si può sentire puzza di zolfo. Siamo anche entrati per visitare le tombe dei martiri Gervaso e Protaso.
Abbiamo poi pranzato all’Università Cattolica di Milano e l’abbiamo trovata molto bella. Mentre mangiavamo vedevamo i laureati che passavano continuamente: noi urlavamo loro gli auguri anche se erano dei perfetti sconosciuti.
Siamo arrivati alla sede di Sky Academy alle 13:30 e siamo stati accolti da persone che ci hanno mostrato gli interni della sede e abbiamo visto: grandi sale con tantissime telecamere e luci. Una delle sale che ci hanno fatto vedere era immensa e abbiamo scoperto che era dedicata alla Serie B e conteneva 206 telecamere e una moltitudine di luci. Abbiamo visto come i giornalisti lavorano tutti i giorni e abbiamo osservato che è molto difficile e lungo girare anche solo un video di 5 minuti.
Dopo abbiamo ricevuto un tablet a testa e abbiamo dovuto fare un mini-test con domande abbastanza personali. In seguito, un video di Cattelan ci ha spiegato come avremmo dovuto lavorare: divisi in quattro gruppi, ciascuno aveva il proprio lavoro e compito.
Dico che non è stato molto facile realizzare questo progetto, poiché lo scopo era cooperare in sintonia tra i quattro gruppi per realizzare un vero telegiornale. Molto divertente era scegliere i costumi di scena per i conduttori, così che sembrassero dei veri giornalisti. Terminato il lavoro ci hanno dato una chiavetta-braccialetto con il logo di Sky Academy contenente il video fatto, il quale è stato anche proiettato e ci ha fatto molto divertire.
E’ stata una fantastica giornata, spero che venga riproposta anche l’anno prossimo.

 

C’era una volta l’oratorio: un’indagine Ipsos condotta da Nando Pagnoncelli

Nando Pagnoncelli è l’autore di “Un Pomeriggio all’Oratorio – La prima indagine nazionale sui centri giovanili“, ricercatore sondaggista e presidente Ipsos Italia, l’azienda di ricerche di mercato che da più di 40 anni dà voce al pensiero di milioni di persone.

«Dai 6 ai 12 anni all’oratorio ho giocato, pregato, frequentato il catechismo e il cinema e ho iniziato a maturare molte delle passioni che mi hanno accompagnato da adulto. Intorno ai tredici-quattordici anni il curato ci faceva lezioni di buona politica, ci insegnava a osservare il quartiere, a farci carico dei problemi degli altri e ci educava alla partecipazione. Anche la scelta di optare per il servizio civile con gli anziani è maturata all’oratorio…»

I suoi ricordi giovanili sono associati a locali parrocchie che si animavano delle voci di centinaia di ragazzi per interminabili partite di calcetto, a povere pareti che si coloravano con cartelloni e poster e a spazi all’aperto – sempre troppo esigui quelli in centro città – che si riempivano delle grida e del tifo (sano, sanissimo) alle partite di calcio o pallavolo (non era così raro che i futuri campioni provenissero, come accadeva anche per la musica e il canto, dalle fila dei ragazzi dell’oratorio).

Il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della Conferenza episcopale italiana si è affidato a chi di mestiere dà voce ai fatti: tra il settembre 2013 e il marzo 2014 è stato fatto un Censimento degli oratori della regione Lombardia e un’indagine sulle opinioni in merito agli oratori dell’utenza lombarda attuale e potenziale e dall’ottobre 2015 all’aprile 2016 un questionario somministrato agli incaricati diocesani (221).
L’obiettivo era quello di verificare il numero di oratori presenti in ogni diocesi, alcune informazioni di tipo strutturale (giorni di apertura, attività svolte, presenza di coordinamento diocesano). 110 sono state le risposte (73% delle diocesi al nord, 37% al centro e 44% al sud) .

«Emerge una fotografia piena di luci, ma anche di ombre tuttavia le luci prevalgono, perché la realtà degli oratori italiani è positiva e risponde, con le sue attività diversificate, a quel vuoto di proposte rivolte alle giovani generazioni».

 

Corso di Formazione Generale del Servizio Civile: la comunicazione non verbale tra i giovani

Mercoledì 15 e Giovedì 16 novembre a Torino Valdocco, in via Maria Ausiliatrice 32,  si è svolto il corso di Formazione Generale del Servizio Civile Nazionale e organizzata dalla Federazione SCS CNOSSalesiani per il Sociale del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Il modulo formativo, “Corpo Spazio Relazioni”, diviso in due incontri, è stato condotto il mattino da Rosita DeLuigi ricercatore confermato di Pedagogia generale e sociale presso l’Università di Macerata, Dipartimento di Scienze della Formazione, dei Beni Culturali e del Turismo e docente di Pedagogia interculturale presso l’Università di Macerata; il pomeriggio la formazione è continuata sotto la guida di Rosanna Todisco, responsabile dellUfficio Servizio Civile. Organizzazione, Progettazione, Gestione bando di selezione, Tutoraggio, Formazione.
Il tema affrontato è stato quello della comunicazione non verbale, nello specifico quella affrontata dal volontario del Servizio Civile nel momento in cui si relaziona con altre persone durante il servizio che presta.
Il corso si è concentrato, in particolare, sulla comunicazione tra i più giovani, delineando questa dimensione relazionale  affrontandone  le problematiche: volgere l’attenzione verso se stessi, verso il prossimo e l’ambiente che ci circonda.
Si è sperimentato, in questo modo, l’uso di canali di comunicazione non verbale come strumenti fondamentali della relazione educativa.