CFP Fossano: Insieme per Cnosfeed

Il Centro di Formazione Professionale di Fossano augura a tutti una Buona Santa Pasqua e lo fa attraverso un originale video che coinvolge i formatori del Centro e un’immagine con tutti gli allievi. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dal sito dell’opera.

Don Bosco amava i giovani. Per loro ha dato tutta la sua vita. A lui i formatori del Centro di Fossano si ispirano nel loro lavoro di educazione dei giovani.

Ed eccoli qua, quindi, in piena forma, che si mettono in gioco per augurare a tutti una Buona Pasqua, in modo piuttosto originale, con lo stile tipico dei Salesiani Don Bosco.

Ora tocca a voi…. mandateci un breve video in cui cantate un verso o una strofa della canzone di don Bosco che noi tutti amiamo e sarà pubblicato nelle storie di Instagram su Cnosfeed!!!
Così ci sentiremo tutti più vicini, con don Bosco che sempre protegge tutti noi!

Non ci credi? Zoomma l’immagine e… vedrai!

Buona Pasqua a tutti!

#andrátuttobene

#lontanimavicini

Don Bosco Agnelli: incontro con l’autrice Benedetta Tobagi

Nella giornata di ieri, martedì 7 aprile, alcune classi del triennio dell’Istituto Salesiano dell’Agnelli hanno partecipato a un dibattito con la scrittrice e conduttrice radiofonica Benedetta Tobagi, per parlare del suo libro “Piazza Fontana. Il processo impossibile“, edito da Einaudi editore.

Le classi hanno letto il libro e si sono preparate all’incontro grazie ai lavori proposti dai docenti di Lettere. L’autrice ha potuto incontrare i ragazzi online attraverso Google Meet, applicazione della Google Suite for Education di cui la scuola si serve da inizio anno. Questa grossa “stanza virtuale” ha permesso alla Tobagi di ascoltare le domande dei ragazzi per poi fornire loro delle risposte esaustive su periodo storico purtroppo appena accennato dai libri di testo.

Il sito della casa editrice Einaudi presenta così il libro “Piazza Fontana. Il processo impossibile”:

«In un racconto serrato e documentatissimo, Benedetta Tobagi indaga la strage di piazza Fontana (12 dicembre 1969) a partire dal primo processo sull’attentato, un processo-labirinto celebrato tra Milano, Roma e infine Catanzaro nell’arco di quasi vent’anni. Prima di essere affossato da assoluzioni generalizzate, esso porta alla luce una sconcertante trama di depistaggi e accerta le pesanti responsabilità dei terroristi neri e di alcuni ufficiali dei servizi segreti fino a trasformarsi in un processo simbolico allo Stato: una ricostruzione che si arricchisce e trova sostanziali conferme nei decenni successivi».

CFP Vigliano Biellese: esperimenti di didattica online

Nella giornata di ieri, 7 aprile 2020, il quotidiano online News Biella dedica un’articolo al Centro di Formazione Professionale di Vigliano in merito alle attività messe in atto attraverso lo smart working e la didattica a distanza. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato, il quale riporta alcuni interventi di Stefano Ceffa, Formatore e Responsabile Marketing e Comunicazione del centro di Vigliano.

L’Istituto Salesiano di Vigliano sta utilizzando lo smart working come una grande occasione per rinnovare la didattica e le relazioni con i ragazzi.

Ai tempi del coronavirus, l’Istituto Salesiano Professionale Cnos Fap di Vigliano Biellese sta sfruttando la chiusura delle scuole come un opportunità per sperimentare gli strumenti offerti dalla tecnologia come la didattica a distanza on line.

“Questa vicenda – dice Stefano Ceffa, insegnante e responsabile marketing e comunicazione del Cnos Fap – ci sta portando a comprendere che lo smart working è una grandissima opportunità in termini di innovazione, ed è, lo dico da pedagogista, la più grande occasione che abbiamo per rinnovare non solo la didattica, ma anche il modo di relazionarci con i ragazzi. Incominciando ad utilizzare i medesimi strumenti riusciamo ad avvicinare le generazioni, e facciamo capire ai ragazzi che quella specie di demonio che sono i social, i telefonini, in realtà sono la più grande occasione di oggi per innovare la nostra società ed economia. E’ di straordinaria attualità che le imprese approfittino di questo momento per ridisegnarsi”.

Al Cnos Fap la didattica a distanza on line non è soltanto scambio di materiale a distanza.

“Noi usiamo le piattaforme come classroom, – dichiara Ceffa – un applicativo che fa parte della suite di Google, che ci consente di caricare materiali, documenti, compiti ed assegnare lezioni, però la didattica on line, per come noi la concepiamo, non è solo questa. Noi sfruttiamo tutti gli strumenti che abbiamo per tenere aperti i canali di interazione con i nostri allievi. Ad esempio, utilizzando Google Meet, realizziamo videolezioni in presenza: i ragazzi sono invitati a partecipare e, tutti i giorni, più volte al giorno, ci vediamo in diretta e abbiamo la possibilità di fare lezione, ma anche di mantenere connessi i nostri bisogni di relazione, per non perdere il contatto con il mondo e per evitare che la scuola diventi inutile”.

Con questi strumenti innovativi l’istituto di Vigliano intende tenere uniti l’elemento formativo e quello pedagogico, come spiega Ceffa:

“La formazione, come l’abbiamo impostata, deve continuare, ma è connessa al lato pedagogico. In questo momento di grande turbamento, i nostri ragazzi rischiano di essere lasciati soli, di perdere contatto con il mondo degli adulti. Costruendo una relazione continua con i nostri giovani allievi cerchiamo di evitare di toglierli quel rapporto con il mondo degli adulti che ti porta a conoscere, a comprendere, a vivere dentro la realtà. E’ quindi importante che i ragazzi, attraverso le videolezioni, possano avere davanti un maestro, una donna, un uomo, che condivida i loro turbamenti, e non lasci soltanto alla famiglia il compito di tenere un alto il morale”.

Il risultato della didattica on line sono lezioni di qualità.

“Da qualche settimana lavoro da casa, – racconta Ceffa – riempiendo la mia giornata di attività didattica di qualità, che è molto di più delle otto ore di lavoro. Sono abituato ad avere sempre 20 ragazzi davanti, in questo periodo mi capita di averne 1-2, lezioni in cui c’è un recupero dell’individualità e dell’efficacia della formazione, e in cui, in un momento di distanza, restituiamo valore antropologico all’individuo”.

Al Cnos Fap sono fiduciosi che i propri allievi concludano l’anno scolastico.

“Noi siamo un istituto professionale, – precisa Stefano Ceffa – ed il nostro sistema di formazione prevede un fase pratica, che dovrà essere necessariamente recuperata: non possiamo pensare di recuperarla a distanza. Gli insegnanti devono ragionare nel senso di portare i nostri allievi alle competenze che ci aspettiamo da loro, e che devono acquisire per proseguire l’anno scolastico . Questo richiede fatica da parte degli insegnanti e disponibilità da parte degli allievi, ma è solo in questi momenti di difficoltà che si sperimentano cose nuove. Io sono fiducioso perché vedo i miei ragazzi dall’altra parte del monitor tutti i giorni, e vedo in loro disponibilità. Io sono quindi convinto che quest’anno scolastico non sarà perso perché non siamo persi noi”.

Vivere in un mondo digitalizzato. Un invito a coltivare uno sguardo profondo

Pubblichiamo l’editoriale di don Rossano Sala sul prossimo numero di Note di Pastorale Giovanile.

Sono connesso dunque esisto!

È sempre più una realtà che il mondo giovanile viva immerso nella nuova atmosfera offerta dalla connessione alla rete virtuale: la vita reale tende a coincidere con l’interazione senza interruzione con la rete, creando non semplicemente un doppione della vita “in carne e ossa”, ma un suo perfezionamento o una sua mutazione. Attraverso i personal media in qualunque momento si può essere contemporanei con tutti gli eventi che avvengono nel mondo (pensiamo, ad esempio, alle potenzialità di “Twitter” che ci rende partecipi in tempo reale degli eventi che accadono). Il concetto stesso di vita diviene socializzato in un modo nuovo, in una forma deterritorializzata in cui lo spazio e il tempo assumono forme differenti rispetto all’esistenza passata.
In questo nuovo mondo ciò che viene a mancare radicalmente, dal punto di vista educativo, è la possibilità dell’assistenza nel senso classico del termine: per definizione i personal media sono individuali e prevedono un uso “asociale” e non accompagnato, perché l’educatore non può essere presente e non può quindi “assistere”. Se invece il personal media è utilizzato per relazionarsi ad altri – come di solito avviene –, attraverso un social network, allora in questo nuovo areopago è possibile che un singolo educatore o un’istituzione di pastorale giovanile sia presente, ma certamente in una maniera molto differente rispetto al passato: egli è presente, ma in forma leggera e amicale, paritaria e non gerarchica. È il giovane che decide con chi essere collegato e con chi relazionarsi: la privacy garantita dal personal media esclude di principio la presenza di un educatore e lascia il soggetto in situazione di sostanziale solitudine autoreferenziale nella gestione della propria relazione con le offerte della rete.
Il vero fulcro della decisione e dell’azione è il soggetto individuale ritenuto in genere responsabile e capace di decidere al meglio delle sue amicizie, delle sue frequentazioni e soprattutto delle sue azioni in rete. Sappiamo però, dai dati emergenti e soprattutto dall’esperienza educativa, che non è sempre così: gli adolescenti e i giovani appaiono troppe volte vittime sottomesse di questi strumenti più che gestori responsabili della loro “libertà virtuale”. Solo per fare un esempio, la diffusione a macchia d’olio della pornografia, del sexting e del gioco d’azzardo via internet sono piaghe del mondo giovanile – e non solo – che non si possono sottovalutare, ma emergono come segni di un autismo esistenziale e una relazione oggettivante che deve far riflettere seriamente la società nel suo insieme, nel momento in cui si vorrebbe proporre come società educante.

Continuare a pensare nell’era digitale

La rete allora, potremmo dire, non solo tendenzialmente ci rende più stupidi – in quanto indebolisce e riduce la capacità di lettura profonda della realtà e ci toglie quello spirito critico che ha bisogno di concentrazione e distanza riflessiva per essere vigile e reattivo – ma ci offre opportunità inedite e non filtrate di scadere in alcuni comportamenti che rischiano di non solo di essere moralmente inqualificabili, ma di diventare patologici sotto ogni punto di vista, disgregando un tessuto sociale, culturale e morale condiviso che sempre fa da piattaforma ad una civiltà umana degna di questo nome.
Per i giovani questo non può che aumentare la fatica nello sforzo di diventare adulti, accordando la propria esistenza con le esigenze di verità, di bontà, di bellezza, di giustizia e di santità che risiedono nel loro cuore e che rischiano di essere sempre più schiacciate:

Alla fine, quello che è davvero importante non è tanto il processo del divenire quanto ciò che diventiamo. Negli anni Cinquanta Martin Heidegger osservò: “La rivoluzione della tecnica che ci sta travolgendo nell’era atomica potrebbe riuscire ad avvincere, a stregare, a incantare, ad accecare l’uomo così che un giorno il pensiero calcolante sarebbe l’unico ad avere ancora valore”. La nostra capacità di impegnarci nel “pensiero meditante”, che Heidegger vedeva come la vera essenza dell’umanità, potrebbe soccombere a un troppo rapido progresso. L’avanzata tumultuosa della tecnologia rischierebbe di sommergere quei raffinati pensieri, emozioni, e percezioni che nascono soltanto dalla contemplazione e dalla riflessione[1].

Un indebolimento e una maggiore fragilizzazione dell’umano sono delle conseguenze inevitabili al fatto che siamo sommersi da un’enorme quantità di materiale comunicativo, che non abbiamo il tempo di valutare, ma che siamo costretti ad assumere in forma bulimicamente irriflessa. Il sovraffollamento della carta stampata, delle centinaia di canali televisivi e di connessioni continue segnano certamente una vera e propria aggressione mediatica organizzata da cui difendersi e prendere distanza critica. Capacità che, senza ombra di dubbio, nessun adolescente e nessun giovane possiede per natura propria e nemmeno per grazia infusa. Ciò che fino a questo momento risulta essere assodato è che «siamo di fronte a una crisi di proporzioni epocali: si sta verificando una sorta di sfaldamento dello statuto antropologico tradizionale dell’individuo»[2].

Centro don Bosco Alessandria: pacchi viveri alle famiglie bisognose

Il portale di informazione di Alessandria e Provincia Radio Gold dedica un articolo al Centro don Bosco di Alessandria per l’attività di volontariato che sta svolgendo in questo periodo di emergenza sanitaria. Si riporta di seguito l’artico pubblicato domenica 5 Aprile 2020.

ALESSANDRIA – Il Centro don Bosco, in corso Acqui 398 al quartiere Cristo di Alessandria, è molto attivo in questo periodo di emergenza sanitaria da coronavirus. La Parrocchia, i sacerdoti e i volontari si sono infatti subito messi a disposizione – come del resto accade sempre – di chi ha più bisogno. Ogni due lunedì, in collaborazione con la San Vincenzo, vengono distribuiti pacchi viveri a chi è in difficoltà.

A oggi sono circa 60 le famiglie che vengono da noi“, spiega don Gianfranco Avallone.

“I volontari sono a disposizione per chi ha bisogno di commissioni a domicilio in farmacia oppure con la spesa. Cerchiamo per quello che possiamo di aiutare le famiglie“. Il sacerdote ha spiegato come, “nella settimana che porta alla Santa Pasqua bisognerà pregare tutti insieme nella speranza che questa emergenza possa finire al più presto. Iniziamo questa settimana pensando e ricordando l’amore di Gesù. La solidarietà verso il prossimo diventa impegno costante in questo momento così drammatico”.

Programmazione dirette per il Triduo Santo 2020

Si comunica che, in occasione dell’ormai prossimo Triduo Santo, sarà possibile vivere i momenti di preparazione alla Santa Pasqua in diretta sulla pagina Facebook dell’Ispettoria salesiana del Piemonte e della Valle d’Aosta (@facebookicp) e su RETE 7, canale 12 del digitale terrestre.

Le funzioni saranno trasmesse dalla Basilica Maria Ausiliatrice di Torino.

Questo il programma:

  • Giovedì Santo

    Ore 18.30 – Messa in Cena Domini

  • Venerdì Santo

    Ore 18.30 – Adorazione della Croce

  • Sabato Santo

    Ore 21.00 – Veglia Pasquale

Per vivere al meglio la preparazione alla Pasqua:

Salesiani Agnelli: la scuola media festeggia il Dantedì

Mercoledì 25 Marzo si è celebrato per la prima volta il Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri.

Perché proprio il 25? Perché gli studiosi hanno individuato questa data come l’inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia.

Così gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado dell’Istituto Internazionale Edoardo Agnelli hanno messo in atto alcuni versi del celebre poeta italiano.

Quest’opera e il suo autore sono il simbolo della cultura e della lingua italiana e ricordarli insieme è un modo per unire ancora di più il Paese, soprattutto in questo momento difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo.

In questi giorni perciò sono state organizzate diverse iniziative e anche noi della scuola media abbiamo pensato di coinvolgere le classi seconde: i ragazzi hanno quindi rappresentato i loro versi danteschi preferiti, dando libero sfogo alla fantasia! Buona visione!

CFP Rebaudengo: #buongiornonostop

Il Centro di Formazione Professionale di Torino-Rebaudengo non rinuncia all’attività del BUONGIORNO per i propri allievi: tutti i giorni, dal 6 marzo scorso, il Centro manda  infatti un video del buongiorno ai ragazzi e alle famiglie pubblicandolo su tutte le classi Classroom, su Facebook e Instagram e sul proprio canale YouTube.

Tutti collaboriamo perché crediamo che lo strumento sia un ottimo modo per continuare a diffondere la parola di Dio e la nostra vicinanza agli allievi e alle famiglie.

(Roberto Romano – Referente Educativo CFP Rebaudengo)

L’iniziativa ha avuto un buon riscontro anche da parte di quelle famiglie che hanno scoperto in questo periodo la pratica del buongiorno, apprezzando così la valenza di tale strumento per i propri figli.

Di seguito, il “Buongiorno” e l’articolo pubblicato oggi (6 aprile 2020) dal sito dell’opera, a cura del Direttore del CFP del Rebaudengo, Fabrizio Berta.

Anche a Pasqua restiamo connessi alla formazione professionale salesiana

Un affettuoso saluto a Voi famiglie e a Voi ragazzi.

Abbiamo insieme vissuto con impegno, sacrificio e volontà le attività didattiche ed educative che sono state organizzate in questo periodo così particolare di emergenza che fin dal 21 febbraio ci obbliga a restare distanti.

Siamo alla vigilia di quelle che avrebbero dovuto essere le “Vacanze di Pasqua” e per permettere a voi ragazzi e ai formatori di mantenere alti l’entusiasmo e l’ottimismo che ci hanno guidati fino a qui e anche recuperare qualche energia il REBA si ferma dal 6 al 17 aprile.
Ma non abituatevi, sono solo 6 giorni di scuola in 2 settimane!

In questo tempo continuate a restare connessi a Classroom per poter conoscere le attività che i vostri formatori hanno preparato per queste due settimane: i vostri tutor, i vostri team dei formatori saranno disponibili alcuni giorni prima di Pasqua e il venerdì prima della ripresa se vorrete condividere i vostri progressi o vorrete richiedere alcuni approfondimenti.
E…preparatevi alle novità che troverete dal 20 aprile!

Più momenti di formazione on line, spazio ad esercitazioni e casi studio per le materie professionalizzanti, esercitazioni virtuali e elaborazione di project work per i corsi uscenti. Nuovi strumenti e nuove sfide per mettervi alla prova e dimostrare di essere giovani pronti ad intraprendere con passione una professione.
Insieme portiamo avanti l’anno formativo fino a quando questa emergenza non ci concederà di poterci ritrovare in Sede.

Restiamo connessi!

Fabrizio Berta