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AM: primo incontro del Percorso Nel Cuore del Mondo

Domenica 16 ottobre si è svolto, presso l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Torino, il primo incontro del “Percorso nel cuore del mondo” 2022/2023. La giornata ha visto riunirsi tanti ragazzi, provenienti da ambienti salesiani e non solo, con il desiderio di conoscere meglio il mondo per poter agire come “buoni cristiani e onesti cittadini” nel tempo presente.

I ragazzi sono stati accolti dalla nuova equipe composta da don Marco Cazzato, Suor Carmela Busia e Don Matteo Vignola, Arianna Colombino, Elena Menguzzo e Giulia Meucci. Hanno partecipato all’incontro anche i giovani partiti la scorsa estate per le esperienze missionarie in Lituania, Albania e Romania.

Questi ultimi, dopo alcuni giochi introduttivi e di conoscenza, hanno portato la loro testimonianza sulla missione riflettendo in particolare sulle tematiche della fede, del gruppo e delle relazioni.

Raccontare l’esperienza vissuta è stato come restituire, anche se solo in minima parte, il Bene immenso che abbiamo ricevuto in missione, nella speranza che sempre più giovani scelgano di partire e lasciarsi cambiare la vita dall’incontro con l’Altro e con il volto di Dio nell’altro.

Giulia

Nella seconda parte dell’incontro, è stato presentato ai nuovi ragazzi il percorso nella sua totalità attraverso dieci parole chiave, un cammino che si propone di essere, non soltanto un percorso formativo ricco di contenuti, ma anche e soprattutto un cammino comune fatto di condivisione, confronto, riflessione e crescita.

A conclusione di questa bellissima giornata, trascorsa in un clima di familiarità e allegria, ci sono state la cena condivisa e un momento di veglia. La veglia è stata accompagnata dal brano di Mc 1, 14-20 e dall’immagine della rete, perché anche noi possiamo imparare a seguire Gesù rimanendo autentici e affidando a Lui la nostra storia così come è. Don Matteo Vignola ha concluso poi l’incontro con la buonanotte, lasciando ai ragazzi l’impegno di vedere il bello che c’è nel mondo e di avere fiducia nel bene che possiamo e siamo chiamti a fare.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.

 

Buonanotte Missionaria Ottobre 2022 – Cosimo Cossu

La Buonanotte Missionaria: un’esperienza concreta in terra di missione per riflettere!

Per questo mese di ottobre, l’esperienza di Cosimo Cossu, coadiutore salesiano missionario per 20 anni in Ecuador, dove ha potuto condividere gli ultimi tre anni della vita di suor Maria Troncatti, poi destinato per 26 anni come guida delle catacombe a Roma e ora a Torino con la comunità generalizia. Un esempio prezioso di slancio missionario vissuto con ardore dove lo Spirito conduce.

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Un caro saluto a ciascuno,

sono Cosimo Cossu, salesiano coadiutore. Ho 83 anni e da giovane ho studiato presso i salesiani di Cumiana. Affascinato dalla vita salesiana, dopo il noviziato a Monte Oliveto, ho fatto la mia prima professione religiosa nella basilica di Maria Ausiliatrice nel 1959. Sentivo fortemente di ricevere un dono non meritato, perché venivo da un paesino sperduto dalla Sardegna a studiare in Piemonte e questa era già una grazia superiore a tutte le mie aspettative.

Durante gli anni di magistero, matura in me il pensiero della vocazione missionaria. Nel novembre 1962 sono partito da Genova per l’Equador dove per 20 anni ho prestato il mio servizio come buon salesiano (o almeno ci provavo), assistente, insegnante di materie tecniche… Tuttavia, dopo tre anni di insegnamento, dissi all’allora ispettore sardo dell’Equador, don Aurelio Pischedda: “mi avete fatto venire qui per fare l’insegnante, cosa che potevo fare anche in Italia.. io voglio andare nella foresta, con i veri missionari”. Lui mi rispose: “Volentieri!” Destinazione Sucua, in piena foresta. Se uno avesse voluto andarci a cavallo o a piedi, da Cuenca, dove ero, ci sarebbero voluti 8 giorni, ma da qualche anno, forse 6 o 7, c’era un ponte aereo che collegava le nostre missioni nella selva con le comunità delle Ande.

Non è merito mio se a Sucua, con un internato di Shuar di 150 ragazzi e 170 ragazze interne ebbi la grazia di vivere per tre anni indimenticabili con la beata Maria Troncatti.

Nelle missioni, per portare avanti un internato così consistente, i ragazzi e le ragazze frequentavano la scuola la mattina e, dal lunedì al venerdì, lavoravano nella selva da dove, con molta facilità (nella foresta la natura è veramente benevola con chi la sa coltivare), si riusciva ad avere l’alimento necessario per il buon funzionamento delle nostre missioni.

Il sabato e la domenica erano giornate molto particolari. Ore sul fiume con i ragazzi piene di giochi (sarebbe un po’ come portare oggi i nostri allo stadio). Al pomeriggio, tutti insieme, ragazzi e ragazzi, si guardava le famose “filmine don Bosco”, col Vangelo della domenica e le storie di avventura che l’EDC di Madrid ci faceva avere. Nella cappella, tutti insieme, salesiani, FMA, ragazzi e ragazze, si faceva le prove di canto, si cantavano i vespri, poi la benedizione eucaristica e la famosa buonanotte che non mancava mai. Come potete vedere, una vita molto semplice, dal nostro punto di vista, ma per un ragazzo o una ragazza Shuar, che non aveva mai visto la luce elettrica (avevamo un generatore), vivere in comunità con tanti amici e amiche, imparare a coltivare la terra, senza bruciare gli alberi, era una cosa fuori dal comune. Lì imparavano inoltre l’allevamento del bestiame, una fonte di guadagno a bassissimo costo per loro.

Tutto questo sfociava, dopo 4 o 5 anni di internato nel matrimonio, durante il quale, nelle possibilità, si offrivano ai futuri sposi due vitelline e un vitello per iniziare una vita matrimoniale. Nello stesso tempo le ragazze avevano imparato a cucinare, a lavare, a cucire, ad avere cura di sé stesse e anche della futura famiglia. Questo avveniva in tutte le nostre missioni. Ogni missione aveva dai 200 ai 400 ettari di foresta con 100-200-250 capi di bestiame. Questa era la fonte di ricchezza che permetteva di comprare ai ragazzi e alle ragazze vestiti, scarpe, quaderni, libri, sapone e via discorrendo.

La cosa bella che ho potuto vivere è la possibilità di stare in una comunità di 5 confratelli (spagnoli, slovacchi, italiani) e convivere molto da vicino con la comunità delle FMA. Praticamente eravamo una sola grande famiglia. Il mio rapporto con suor Maria Troncatti, da subito, non è stato solo fraterno, ma filiale. Lei era la nostra “nonnina” (abuelita). Ed io per lei ero il “mio Cosmito” (mio Cosimino).

Forse sarò un po’ lungo, ma questo ve lo devo raccontare: Sucua aveva sì e no 300 coloni bianchi, che vivevano all’interno del paesino, mentre gli Shuar erano disseminati nella foresta. Un grande problema si creò quando gli Shuar iniziarono ad abbattere la foresta per seminare prato. I bianchi, ansiosi di guadagni illeciti, iniziarono a speculare sui terreni riuscendo a comprare ettari di pascoli e foresta in cambio anche solo di un fucile.

Padre Juan Shutka, rendendosi conto di questa situazione, riuscì a ottenere dal presidente della repubblica la firma di un decreto ministeriale nel quale si proibiva agli Shuar di vendere terreno ai bianchi. Restava invece la possibilità di venderselo fra di loro. Era la fine della cuccagna! Soluzione per i bianchi? UCCIDERE I PRETI!

Allora i salesiani vivevano tutti in un unico palazzone di tre piani tutto in legno, con un’unica scala di accesso, mentre i ragazzi Shuar, insieme a me, loro assistente, eravamo in un’altra zona. Nel luglio del 1969, circa alle 2:30 del mattino, l’unica scala di accesso viene cosparsa di benzina. L’intento era chiaro: “Questa notte ti faccio vedere come si arrostiscono i preti”.

Una cosa che forse non sapete però della razza Shuar è che hanno la vescica piccola e che quindi, durante la notte, è un continuo viavai per andare in bagno. Questa è stata la salvezza dei miei confratelli. Uno dei ragazzi che tornava dal bagno si accorge del fuoco: “Cosmia, Cosmia – grida – Fuoco!! Fuoco!!”.

È stata una cosa così violenta che, per salvarsi, i confratelli si sono dovuti buttare da un’altezza di 4 metri. Non è morto nessuno, ma in 40 minuti tutto era bruciato. Pensate che il direttore, ancora vivente, mons. Pietro Gabrielli, per la furia delle fiamme, è dovuto fuggire in pigiama, lasciando addirittura i soldi perché non c’era il tempo per fare altro che fuggire.

Il paese di Sucua si è stretto intorno a noi, ragazzi e ragazze, suore… tutti atterriti a contemplare questo spettacolo crudele. Siamo rimasti senza parole, solo tante lacrime.

La mattina, alle 6, un centinaio di Shuar, armati fino ai denti, chiedono al padre Shutka: “A che ora iniziamo a uccidere i bianchi?”. Pensate: era per loro solo questione di ore. Per farli desistere c’è voluta tutta la sapienza che lo Spirito Santo ha potuto inculcare nel cuore di padre Shutka. L’odio era palpabile.

È in questo momento che suor Maria Troncatti torna in un’altra nostra missione, a Macas, dove aveva lavorato per anni e dove si trova il santuario mariano più antico di tutto l’oriente ecuadoriano. Suor Maria non si accorge che anche la direttrice di Macas era entrata fermandosi a poca distanza da lei e così riesce ad ascoltare la supplica di suor Maria alla Madonna: “se per pacificare i bianchi e gli Shuar, hai bisogno di una vittima, prendi me”.

Un mese dopo, deve andare agli esercizi a Quito. Aveva 86 anni e cercò di manifestare i suoi disagi alla direttrice dicendo che può fare gli esercizi anche in casa: le gambe non la reggono, la spesa eccessiva, la fatica,… La direttrice si servì di me per convincerla. Così lei, con due altre suore, finiscono per imbarcarsi su un aereo erroneamente sovraccarico. L’aereo decolla, ma non si alza più di 15 metri dalla pista. Non riesce a prendere quota. Per non sbattere con un’ala contro una palma, fa l’ultima manovra spericolata e si schianta al suolo. I sedili dei passeggeri sono sbalzati fuori e suor Maria Troncatti muore sul colpo. La vittima è stata accettata. Oggi la veneriamo sugli altari.

Dopo 20 anni di missione sono rientrato a Torino e l’ispettore, don Colombo, mi dice: “A Roma, alle catacombe, hanno urgente bisogno di guide spagnole. Vai a dare una mano per un po’, poi vediamo”. È così che sono rimasto 24 anni a San Callisto, la mia seconda missione. Lì ho potuto essere missionario per persone provenienti da tutto il mondo.

Cinque anni fa sono stato operato di maculopatia e l’allora ispettore della romana, don Leonardo Mancini, mi propose di andare alle Camerette di don Bosco a Roma. Quando i confratelli dalla Pisana chiesero il trasferimento al Sacro Cuore, dopo un anno in cui ero rimasto lì con la comunità della parrocchia, il rettor maggiore mi disse: “Tu sei dei nostri, ricordalo!”. Così oggi sono a Torino per via della ristrutturazione del Sacro Cuore e anche qui faccio la guida come posso. E la missione continua…

Un saluto e una preghiera per ognuno di voi da parte di Cosimo e ringrazio l’equipe di Animazione Missionaria ispettoriale di questa bellissima opportunità che mi dà per arrivare al cuore di ciascuno di voi della mia ispettoria di origine. Evviva don Bosco!

Cosimo Cossu

Cagliero 11 – “Per una chiesa aperta a tutti” – Ottobre 2022

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°166 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Ottobre 2022 e l’ultimo numero di Bosco Food con consigli culinari da ogni angolo del mondo.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo per la Chiesa; sempre fedele e coraggiosa nella predicazione del Vangelo, la Chiesa sia una comunità di solidarietà, fraternità e accoglienza, sempre viva in un clima di sinodalità.

Per il dialogo e la comprensione nell’Ispettoria Salesiana e nella Chiesa in Cile.

Cari Amici,

Nel mese di luglio, nella regione del Cono Sud, si sono svolte diverse esperienze missionarie con adolescenti e giovani legati al Movimento Giovanile Salesiano. I vari gruppi giovanili e le diverse esperienze missionarie inserite nel progetto del Volontariato Missionario Salesiano sono un bel modo per presentare ai giovani il vero volto della Chiesa “in uscita”: una realtà ecclesiale aperta e accogliente, in cui si promuove la comunione e la partecipazione.
La prospettiva missionaria della Pastorale Giovanile contribuisce a una cultura della solidarietà e della testimonianza dell’amore di Dio per le persone più diverse, specialmente per i giovani più vulnerabili. Si tratta di assumere la dimensione missionaria della propria vita, che scaturisce dall’incontro con Gesù e si nutre dell’esperienza della Spiritualità Giovanile Salesiana. Tali esperienze missionarie sono terreno fertile per la maturazione e il discernimento vocazionale dei nostri giovani.

Don Sérgio Ramos de Souza, SDB Coordinatore Regionale per l’Animazione Missionaria, Regione Cono Sud

 

 

 

Ottobre Missionario: un’avventura coinvolgente

I giovani dell’Animazione Missionaria hanno sviluppato un sussidio che a partire dalle loro esperienze estive potesse aiutare altri giovani a sensibilizzarsi sui temi della mondialità e della solidarietà durante il Mese “Missionario” di ottobre.

Ogni settimana verrà proposta una scheda di attività e preghiere che partendo da un video di innesco aiuti i gruppi a riflettere sul senso del tempo, delle relazioni, sui doni personali e sul rapporto di amicizia e preghiera con Dio.

Tutto il materiale è disponibile ed accessibile nella pagina dedicata ed è fruibile anche in schede stampabili da offrire ai ragazzi.

Don Marco Cazzato, Incaricato di Animazione Missionaria, ha commentato così l’iniziativa:

“È importante che educatori, catechisti e salesiani possano fare innamorare i giovani di quello stesso sogno missionario che da sempre ha animato la congregazione. Il materiale prodotto desidera essere uno strumento concreto per realizzare questo desiderio nelle diverse case dell’Ispettoria. È bello che i protagonisti siano proprio quei giovani che già hanno avuto modo di sperimentare i frutti belli di una esperienza missionaria e così parlare ai loro coetanei o a ragazzi di poco più giovani per comunicare loro quanto il tempo dedicato agli ultimi sia tempo guadagnato per sé”

Ottobre Missionario: Una avventura coinvolgente

L’esperienza missionaria è il tempo prezioso in cui ognuno è chiamato a riscoprire l’altro, è un impasto di incontri e scoperte che ci interpellano e ci spronano ad un cambiamento nella direzione della disponibilità verso Dio e verso i fratelli, vicini e lontani.

Inaugurazione della Mostra Missionaria “7 NON RUBARE: la giusta mercede”

Arte e religione insieme protagoniste per la Mostra Missionaria dell’artista Massimiliano Ungarelli, che inaugura venerdì 30 settembre alle ore 18.00 presso il Teatro Grande Valdocco di Torino.

Oramai giunta alla quarta edizione, l’esposizione intende offrire un percorso interattivo ed esperienziale che, a partire da uno dei 10 comandamenti, punta a evidenziare quei principi fondamentali che compongono e garantiscono la dignità della vita umana, tra i quali quello del lavoro e della possibilità di costruire un futuro. Per “giusta mercede”, riprendendo il titolo della mostra, si intende la possibilità di una realizzazione piena e gratificante della vita per sé e per gli altri nella valorizzazione dell’opera delle proprie mani.

L’itinerario si svolgerà all’interno degli spazi del Museo Casa don Bosco e della Tipografia Storica Salesiana. Questi luoghi sono la memoria vivente dell’operato di don Bosco che pensò ai centri di formazione professionale, oggi CNOS-FAP,  per dare ai ragazzi la possibilità di formarsi e qualificarsi, ottenendo un lavoro dignitoso.

Per partecipare all’inaugurazione: accreditandosi tramite email a museocasadonbosco@eventum.it

Animazione Missionaria ed Emarginazione e Disagio al Festival delle Migrazioni

Animazione Missionaria ed Emarginazione e Disagio parteciperanno alla quarta edizione del Festival delle Migrazioni, in programma a Torino dal 27 settembre al 2 ottobre. Il tema delle migrazioni, affrontato nelle sue possibili declinazioni, sarà al centro dei sei giorni tra dibattiti, proiezioni, incontri, spettacoli teatrali e concerti.

Ideato e organizzato da A.M.A. Factory, AlmaTeatro e Tedacà, si snoderà in luoghi diversi della città tra cui Valdocco, le sedi di Pastorale Migranti, l’ex Cimitero di San Pietro in Vincoli, la Scuola Holden, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e il Giardino Pellegrino a Borgo Dora.

Tra gli ospiti di questa edizione Cecilia Sala, Alex Zanotelli, Cecilia Strada, Baba Sissoko e Alberto Boubakar Malanchino. In collegamento, Tiziana Ferrario, Nico Piro, Asmae Dachan e Francesca Mannocchi.

 RETE 7 (canale 13 del d.t.), mediapartner del festival, darà voce ai protagonisti dell’evento all’interno del programma di interviste “Un caffè con…“, in onda ogni mattina alle 9.35 circa.

Valdocco si renderà protagonista dell’iniziativa mettendo a disposizione i propri spazi per i seguenti eventi:

Sala Sangalli

Martedì 27 settembre, ore 18.30
    • Tempo di Guerra“, un dialogo con Cecilia Sala, autrice e voce del podcast “Stories“, e Davide Demichelis, inviato e autore del programa televisivo “Radici“.
Sabato 1 ottobre, ore 16.30
    • Le resistenze, i conflitti e le migrazioni, un approfondimento sulla situazione politica di alcuni paesi per cercare di comprendere e raccontare una parte importante di flussi migratori.

Teatro Piccolo Valdocco

Venerdì 30 settembre, ore 10.00
    • Storie Fragili“, uno spettacolo di Yulita Ran sulla guerra e la fragilità del nostro mondo, realizzato con bambini ucraini e russi. Durante la presentazione spazio anche alla testimonianza di don Eligio Caprioglio, Direttore della Casa Salesiana di Chieri.
Venerdì 30 settembre, ore 21.00
    • A Come Srebrenica“, uno spettacolo di e con Roberta Biagiarelli che ricorda le vittime degli Interessi di Politica Internazionale.

Museo Casa Don Bosco

    • Mostra Missionaria “7 NON RUBARE: la giusta mercede”, nata dalla volontà dei ragazzi della Pastorale Giovanile Salesiana e dell’Incaricato dell’Animazione Missionaria don Marco Cazzato di realizzare un percorso aperto al pubblico che sia fonte di ispirazione e riflessione personale. La mostra intende offrire un percorso interattivo ed esperienziale che, a partire da uno dei 10 comandamenti, punta a evidenziare quei principi fondamentali che compongono e garantiscono la dignità della vita umana.

Tutte le iniziative sono a ingresso gratuito e prenotabili sul sito www.festivaldellemigrazioni.it, dove è consultabile il programma completo.

Il festival si conferma un invito collettivo a incontrarsi per riflettere sulle resistenze culturali, sulla convivenza, sul concetto di comunità e accoglienza, che vede in dialogo la popolazione italiana autoctona e i migranti, intesi come soggetti attivi del territorio e non oggetti da studiare o raccontare.

Di seguito alcune immagini dalla Conferenza Stampa di presentazione, tenutasi il 22 settembre presso San Pietro in Vincoli e che ha visto la partecipazione di Valentina Bellis, Incaricata Ispettoriale del settore Emarginazione e Disagio. Incaricato Animazione Missionaria

Percorso “Buoni cristiani e onesti cittadini” | Anno 1

Percorso per i giovani – “Buoni cristiani e onesti cittadini”

AM: don Marco Cazzato e suor Carmela Busia presentano il nuovo percorso partenti “Nel Cuore del Mondo”

Don Marco Cazzato e suor Carmela Busia, insieme ad alcuni giovani che hanno vissuto in prima persona l’esperienza missionaria, presentano il nuovo percorso partenti “Nel Cuore del Mondo“.

Sei incontri, ognuno con tematica diversa, per entrare nel cuore del mondo e spingere i ragazzi a mettersi in gioco, uscire dalle proprie certezze e aprire lo sguardo agli altri rinunciando al proprio egoismo.

Il percorso è rivolto ai ragazzi dai 20 ai 30 anni che sentono il desiderio di vivere un’esperienza in terra di missione. Questi primi incontri del cammino sono aperti a tutti gli interessati, la futura preparazione all’esperienza estiva in terra di missione è invece riservata a quanti scelgano di fare tutto il percorso, avendo all’orizzonte una scelta di impegno concreto nell’estate 2023.

Trovate tutte le informazioni sul percorso “Nel Cuore del Mondo” nella landing page dedicata:

AM – L’esperienza missionaria a Gur i Zi (Albania)

Si è conclusa l’esperienza missionaria dei ragazzi e delle ragazze che hanno risposto al Mandato Missionario 2022 recandosi presso la realtà salesiana di Gur i Zi in Albania, sotto la guida di Don Alberto Martelli: Luca Coraglia, Pietro Giraudo, Valentina Gondolo, Irene Milone, Paola Dorin, Elena Menguzzo e Sara Brugnati.

Di seguito il resoconto dell’esperienza direttamente con le parole dei partecipanti:

Non eravamo mai stati in Albania e abbiamo scoperto Gur i Zi per la prima volta guardando le immagini di Google maps perché nessuno sapeva che cosa aspettarsi. Adesso è un po’ come se fosse casa nostra!

Abbiamo iniziato a pensare ad un’esperienza missionaria lo scorso ottobre, quando ci siamo iscritti, ancora senza conoscerci tra noi, al percorso di Animazione Missionaria “Nel Cuore del Mondo”, proposto ogni anno dai Salesiani del Piemonte

Siamo 7 giovani, provenienti da oratori e parrocchie del Piemonte, con alle spalle alcuni anni di esperienza nell’animazione dei più piccoli. 

Il percorso di formazione che avevamo scelto ci dava l’opportunità di fare alcuni incontri di carattere spirituale e sociopolitico per conoscere il mondo, approfondire la realtà della missio ad gentes, verificare la nostra chiamata ad andare oltre i nostri luoghi di vita quotidiana, donare la nostra fede, in primo luogo per crescere noi e per dare una mano agli altri.

Ognuno si portava dietro le sue motivazioni e la sua storia e, così, ci siamo affidati completamente: non abbiamo scelto i compagni di viaggio, né la destinazione. Ci siamo fatti guidare dalla Provvidenza.

A maggio ci hanno proposto di partire per l’Albania con un sacerdote accompagnatore e abbiamo detto di sì, entusiasti e pronti a fare nuove esperienze. 

Siamo arrivati a Gur i Zi il 1 di agosto e per tre settimane ci siamo messi a servizio della comunità, accolti da don Raffaele, don Erasmo e dalla gente con grande favore e grande disponibilità. Il nostro programma prevedeva due ingredienti principali. In primo luogo la conoscenza della realtà della chiesa albanese, della sua storia e del suo presente: vogliamo coltivare l’essere fratelli e sorelle, essere una sola comunità al di là dei KM che ci separano e delle culture e delle storie così differenti tra le nostre nazioni. Secondo ingrediente era metterci a disposizione, con quello che sappiamo fare, in modo particolare l’animazione, l’oratorio, per dare una mano, per aiutare a crescere, per condividere con i giovani albanesi l’esperienza della fede e del servizio. 

Per rendere concreto tutto questo, abbiamo proposto nella prima settimana dei momenti di formazione ai giovani animatori attingendo alla nostra esperienza e al carisma salesiano: “Essere buoni cristiani e onesti cittadini“. Abbiamo riflettuto sul senso di essere animatore, sull’importanza di fare affidamento sugli altri e sul servizio ai più piccoli; abbiamo fatto giochi e attività per vincere le nostre paure di entrare in relazione con gli altri e imparare a buttarci senza vergogna. Con i ragazzi, che sono sempre aumentati in numero e che hanno manifestato sin da subito grande entusiasmo e voglia di partecipare, abbiamo scoperto che prima di tutto dobbiamo partire dalla conoscenza di noi stessi, accettando i nostri pregi e difetti. 

 

 

Nostro grande timore era ovviamente la lingua e la diversità di cultura, ma, a parte molti episodi anche ridicoli di frasi spiegate a gesti, di traduttori costretti a fare gli straordinari e di parole imparate a memoria con un po’ di sforzo di pronuncia, abbiamo fatto esperienza di una grande accoglienza, che ci veniva incontro e apriva le porte anche senza conoscerci, prima che potessimo presentarci, così, sulla fiducia, spalancando il cuore e costringendoci a ricambiare.

Sono stati una trentina i ragazzi che hanno frequentato queste giornate di “corso animatori”, tra i 15 e i 19 anni: si sono messi a disposizione, si sono divertiti e hanno scelto di partecipare, anche se spesso impegnati col lavoro o con la famiglia, per il bello di trovarsi insieme e di fare del bene agli altri.

Nella seconda e terza settimana abbiamo fatto attività anche con i più piccoli, nel pomeriggio, proponendo giochi, balli, piccoli laboratori di teatro e di braccialetti. Un centinaio di bambini hanno accolto la proposta e hanno riempito cortili e saloni, mettendo alla prova noi e gli animatori del posto, facendoci mettere in pratica ciò che avevamo condiviso e facendoci sudare per farli giocare e stare insieme in modo cristiano e costruttivo, oltre che divertente.

Eravamo venuti a dare una mano, siamo tornati a casa pieni di doni che non ci aspettavamo. 

Siamo molto grati per l’accoglienza che ci è stata riservata da questa comunità e siamo fiduciosi che i ragazzi animatori possano continuare a dedicare il loro tempo, le loro energie e il loro entusiasmo ai più giovani. Nel nostro piccolo ci sentiamo ora un po’ albanesi anche noi e abbiamo fiducia che per Gur i Zi, come per il resto dei giovani di Albania, ci possa essere un grande futuro, nonostante le difficoltà che ancora segnano la vita di molti. 

Siamo arrivati un po’ titubanti, pieni di entusiasmo e con tante domande, ce ne siamo andati come chi lascia un pezzo di cuore perché si è sentito a casa propria.

Speriamo che l’esperienza possa essere ripetuta e trovare continuità, con altri gruppi come noi del Piemonte o con chi la Provvidenza manderà, e certo il legame creato in questi giorni durerà nei nostri cuori ancora a lungo.

Grazie Gur i Zi, grazie don Raffaele, grazie a tutti i ragazzi e alla comunità intera.