Buonanotte Missionaria Agosto 2023 – Andrea Comino, salesiano coadiutore missionario

La Buonanotte Missionaria: un’esperienza concreta in terra di missione per riflettere!

In questo mese di agosto condivide con noi la sua esperienza missionaria Andrea Comino, salesiano da 61 anni e missionario da 47 fra Asia e Africa.

 

Carissimi confratelli e giovani in don Bosco,

mi chiamo Andrea Comino e sono un salesiano coadiutore missionario. Sono originario del Monregalese e sono perito elettronico, e poi insegnante, praticamente da quando l’elettronica era ancora un mistero per i più. Sono partito per la prima esperienza missionaria in Asia negli anni Settanta e poi sono stato destinato in Sudan per la costruzione di scuole professionali.

Di “miracoli” un missionario ne incontra più d’uno lungo la sua esperienza: a volte è la soluzione a un problema di sopravvivenza che giunge in extremis; a volte è il realizzarsi di quello che all’inizio appariva solamente un “sogno”. Per un uomo che ha 81 anni di vita, di cui 61 da salesiano coadiutore, 47 da missionario fra Asia e Africa, c’è stato certamente più di un momento in cui ciò che accadeva aveva il sapore dell’intervento provvidenziale di Dio Padre.

Uno dei miracoli che un missionario ha il dono di sperimentare è quello della progressiva comunione con il popolo a cui è destinato. Il primo scoglio è chiaramente la lingua.
La mia prima destinazione fuori dall’Italia (in particolare partivo dall’Istituto Agnelli di Torino dove ero entrato come docente nel 1961) furono le Filippine nel 1975. Lì, la popolazione, in barba alle occupazioni prima spagnola e poi statunitense, preferiva usare nei dialoghi correnti l’antico idioma locale, il tagalog invece dello spagnolo o dell’inglese. Si tratta di un idioma che ha una struttura lontana dalla nostra, essendo di ceppo austronesiano (Oceano Pacifico), diventato la base della lingua ufficiale del Paese con la Costituzione approvata nel 1973. Questo mi ha richiesto fin da subito uno grande sforzo di apertura e apprendimento, ma un lavoro necessario se si desidera entrare in relazione paritaria con le persone che si incontrano. È un miracolo che richiama la polilalia di Pentecoste, la capacità di parlare a ciascuno nella propria lingua dopo l’effusione dello Spirito Santo.

Nel 1992 sono stato destinato alla Cambogia, mentre il Paese stava faticosamente cercando un suo equilibrio dopo la sanguinosa guerra con il Vietnam e la follia dei Khmer Rossi capitanati dal folle Pol Pot. Anche qui siamo riusciti a integrarci molto bene nella cultura e, , come già in precedenza nelle Filippine, ci è stata chiesta la fondazione di diverse scuole professionali, poi cresciute fino a guadagnato un prestigio di rilievo nazionale come quella di Sihanoukville per i servizi turistici.

Fra il 1994 e il 1997 sono stato richiamato nelle Filippine per dare vita a una nuova scuola a San José, città frastagliata in 38 quartieri nell’isola di Mindoro.

Nel 1997 l’obbedienza mi ha portato in Nigeria, dove nei dieci anni precedenti si era costituita una feconda ramificazione della presenza salesiana negli stati di Anambra e di Ondo affidata alle ispettorie del Piemonte (Adriatica, Novarese e Subalpina). Anche in questo caso mi è stato chiesto di seguire la costruzione di alcune scuole professionali, ma la cosa più impegnativa è stata senza dubbio l’entrare nello specifico di una cultura tenendo conto dei difficili rapporti tra le diverse etnie presenti.

In Nigeria dovevo sostituire un confratello che si era ammalato, ma terminata questa supplenza non sono tornato a Manila. Fui chiamato a Khartoum, capitale del Sudan, paese a maggioranza islamica, per contribuire al passaggio dai comboniani ai salesiani di una scuola tecnica. Qui potei lavorare anche al fianco di mio fratello Giacomo, anche lui salesiano coadiutore partito missionario già da molti anni.

L’esperienza scolastica si intrecciò presto con le vicende belliche che interessavano il sud del Paese. Moltissimi giovani profughi raggiungevano Khartum per cercare sopravvivenza, mentre la scuola poteva accogliere solo il 10% delle domande di iscrizione. Si cercò allora di fondare una succursale scolastica, riuscendo, dopo varie vicissitudini a fondare una nuova presenza a al-Ubayyiḍ (El Obeid). Forse è troppo parlare di miracolo, ma sta di fatto che in sei mesi l’opera fu progettata e in un anno realizzata da maestranze affiatate. La presenza della Provvidenza fu fortissima.

Quest’esperienza fu utile a me e mio fratello per prepararci ad altre due sfide estreme: il territorio del Darfur, devastato dalla guerra, che doveva rinascere per dare un futuro ai più giovani e il Sud Sudan, resosi indipendente dal nord, che doveva ricostruirsi a partire dall’istruzione di base. In entrambi i casi la “formula” era la costruzione di scuole accoglienti per ragazzi e insegnanti. Anche in quel caso il “miracolo” poté compiersi grazie alla fiducia ormai conquistata fra i benefattori, che destinarono a progetti certo ambiziosi le loro offerte.

Dopo 21 anni trascorsi in Nord-Sudan (ad El.Obeid,600 Km. sud di Khartoum), l’Ispettore mi ha invitato a trasferirmi in Kenya. Dall’agosto 2022 fino ad oggi mi trovo in Kenya, precisamente a Karen, che dista una ventina di Km da Nairobi. Qui abbiamo una scuola professionale (chiamata “Boys Town”), per circa 400 ragazzi (200 sono interni). Offriamo corsi di: meccanica, elettrotecnica, meccanica d’auto, saldatura, falegnameria e sartoria (soprattutto per le ragazze). I corsi sono della durata di due anni e sei mesi di stage. Ovviamente terminati i corsi ci interessiamo per trovare un lavoro per ciascun allievo. I ragazzi “esterni” provengono in gran parte da famiglie povere per lo più agricole. I 200 ragazzi “interni” invece provengono da provincie distanti anche da 200 Km da Nairobi. Ciascuno paga una retta secondo le proprie possibilità e i laboratori, con la loro produzione, e i benefattori coprono il resto.

Il mio incarico peculiare in questa casa è quello di aggiornare i macchinari e di sostituire le attrezzature dei laboratori, ormai obsolete e spesso in cattive condizioni. La scuola non ha i fondi per questi lavori. Molto si sta facendo grazie al contributo dei benefattori e ad alcuni progetti avviate con qualche ONG (Organizzazione Non Governativa). Abbiamo già raggiunto dei risultati di eccellenza, ma molto resta ancora da fare.

Ringrazio il Signore per il dono della mia vita e della mia vocazione e prego affinché il Signore chiami ancora operai per la sua messe. Di lavoro ce n’è davvero tanto e tanti giovani aspettano di essere amati.

Vi auguro una buona notte.

Andrea da Boys-Town

Giornata Missionaria Salesiana 2023: gli sfollati climatici

Dal sito infoANS.

***

Continuano le pillole di informazione e riflessione sulla Giornata Missionaria Salesiana 2023, offerte dal Settore Missioni attraverso l’ANS.

Oggi proponiamo il contributo della dott.sa Amaya Valcárcel, ricercatrice presso la Sezione Migranti e Rifugiati della Santa Sede.

Come dichiara Papa Francesco,

“siamo nel mezzo di un’emergenza”.

La crisi climatica continua a minacciare i diritti fondamentali delle persone e gli sfollamenti causati dai cambiamenti climatici sono in aumento.

La crisi climatica ha un volto molto umano. È già una realtà per moltissime persone vulnerabili in tutto il mondo.

La Chiesa Cattolica mostra una cura pastorale attenta per coloro che sono stati sfollati dalle loro case a causa degli effetti di questa crisi climatica.

La crisi climatica sta già provocando e aggravando gli spostamenti di persone a causa dei disastri naturali di breve e lungo termine.

Solo nel 2020, quasi 31 milioni di persone sono state sfollate a causa di disastri naturali, il numero più alto mai registrato.

Si stima che dal 2008 al 2018 oltre 253,7 milioni di persone siano state sfollate a causa di disastri naturali, con un numero di sfollati da tre a dieci volte superiore a quello dei conflitti armati in tutto il mondo, a seconda della regione in questione.

Entro il 2050, si stima che 250 milioni di persone saranno colpite da sfollamenti forzati e i gruppi più vulnerabili della società continueranno a soffrire di più.

La Chiesa Cattolica è preoccupata da queste sfide e dall’impatto della crisi climatica sulla dignità degli esseri umani. Insieme ai governi, alle altre confessioni cristiane, alle altre tradizioni di fede e alle persone di buona volontà, la Chiesa intende rispondere a queste sfide.

Il magistero della Chiesa Cattolica ha già preso in considerazione la condizione degli sfollati interni, insieme ad altre categorie di migranti, e ha prodotto riflessioni e istruzioni riguardanti la loro cura pastorale, riflesse in particolare nell’Enciclica Laudato Si’.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone – La Fedeltà

Si pubblica di seguito l’articolo dedicato al missionario Riccardo Racca, apparso su “La Fedeltà“.

***

Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone

Originario di Piasco, già allievo della scuola di formazione professionale di Fossano, ha attivato nella provincia di Cuneo un’ampia rete di collaborazioni

 

Un nuovo modo di essere missionari? I Cuneesi, sempre aperti all’innovazione, trasmettono questa attitudine anche a chi lascia la provincia per cercare altrove la sua vocazione. Che sia uno specialista che raggiunge le grandi città, un investitore che pensa alla grande, un viaggiatore che inventa un mestiere, il DNA contadino genera continuamente capacità di adattamento e ricerca di efficienza.

Così anche un salesiano nato a Piasco, e formato a Fossano, ha assunto dalla sua terra uno spirito “imprenditoriale” che torna molto utile nella sua missione in Africa: prima in Nigeria, poi in Ghana, adesso in Sierra Leone.

È Riccardo Racca, classe 1954, che incontriamo per un tuffo nel suo passato di ragazzino cresciuto fra il negozio di alimentari e rosticceria dei genitori e il cortile della parrocchia, passando per la scuola elementare e le marachelle con i compagni di gioco. Di tanto in tanto fa una esplorazione di questo suo retroterra per pescare soluzioni alle idee che nascono oggi a Bo, una cittadina immersa in un’area che definire agricola non si può ancora dal momento che produce al massimo cibo per la sopravvivenza delle famiglie che la abitano.

Mentre compie la missione da figlio di don Bosco, partecipando alla gestione della scuola professionale e dell’oratorio, va a visitare i giovani in cella senza processo e mancanti di qualsiasi accompagnamento educativo. Ogni tanto avviene un “miracolo”, come quello di un ragazzo privo di una gamba, che è riuscito a far curare ottenendo i permessi di uscita dal carcere, superando la ritrosia determinata dalla rassegnazione. Ora, scontata la pena, è libero di muoversi e di affrontare la vita prendendo in mano il suo destino.

Il di più dello sguardo penetrante del contadino ha portato fratel Riccardo Racca ad approfondire le possibilità di valorizzare una pianta utilizzata dalla popolazione locale per scopi alimentari. È la moringa, chiamata anche “albero del ravanello”, fino a 7 metri in altezza di generosa sfruttabilità. Le radici sono commestibili, le foglie sono gustose, i teneri baccelli possono entrare in un piatto di insalata, i semi regalano un olio usato anche per la cosmesi. Quel che è importante è che le sue proprietà possono essere una risposta ai bisogni alimentari di vaste comunità: le vitamine, le proteine, il calcio, gli antiossidanti che la moringa contiene sono additivi preziosi, anche attraverso l’essiccazione delle foglie che le rende durevoli, diventando condimento o basi di tisane.

Questa pianta è stata indicata come “super alimento” nel 2022 grazie anche all’attività promozionale che fratel Riccardo ha avviato da qualche anno. Ha messo a frutto i suoi ritorni periodici in Italia e in Europa per documentarsi, per considerare le possibilità di coltivazione estensiva in Sierra Leone, per prendere contatti con esperti e potenziali acquirenti della polvere di moringa.

Il sogno infatti è quello che i contadini di Bo, attualmente un gruppo di una ventina di famiglie raccolte in cooperativa sotto l’egida della missione, possa produrre e trattare il prodotto anche per l’esportazione: questo commercio diventerebbe così un primo passo verso la auto-sostenibilità della presenza salesiana. Da questa potrebbero aggiungersi risorse a quelle che già oggi numerosi benefattori affidano a Missioni Don Bosco per difendere i minori più fragili: domani si intravede il potenziamento della scuola professionale, dei servizi socio-educativi, della formazione dei nuovi salesiani per dare futuro alla congregazione in Sierra Leone.

Nei suoi ritorni periodici, Riccardo Racca ritrova a Piasco la sorella, che costituisce l’ancoraggio familiare e il sostegno spirituale un tempo dato anche dai genitori, a Fossano i nuovi membri dell’opera salesiana e i suoi compagni di studio divenuti professionisti. Trova lì le risorse per coltivare (è il caso di dirlo) il suo sogno che cammina – come faceva il Santo fondatore – con i piedi per terra. L’associazione piemontese degli ex allievi delle scuole salesiane ha sposato con entusiasmo questo progetto. Il “miracolo” sarà il primo container che invece di partire dall’Italia per portare aiuti si riempirà a Bo per esportare moringa in varie forme.

Saluto e benedizione di mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino, ai giovani partenti per un’esperienza missionaria

Alcuni giovani dei due gruppi di animazione missionaria salesiana della nostra ispettoria che si preparano a partire durante l’estate per l’Uganda e il Kenya hanno partecipato a un momento di preghiera e affidamento presieduto da mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino.

L’incontro, organizzato dal Centro Missionario della diocesi di Torino in collaborazione con i Missionari della Consolata, si è svolto nella serata di mercoledì 28 giugno 2023 nella parrocchia Beata Vergine delle Grazie a Torino. Vi hanno partecipato diversi giovani appartenenti a gruppi parrocchiali, congregazioni missionarie, enti e associazioni in partenza per un’esperienza missionaria nel corso dei prossimi mesi.

Dopo un momento di preghiera e riflessione guidato dai brani evangelici dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-53) e dell’apparizione di Gesù in Galilea dopo la risurrezione e dell’invio per la missione universale (Mt 28, 16-20), l’arcivescovo di Torino ha rivolto la sua parola ai presenti e ha benedetto i partenti.

Terminata la preghiera i partecipanti hanno potuto conoscersi meglio e condividere in fraternità e spontaneità le loro esperienze e le loro attese per la missione che li attende.

Cagliero 11 – “Per una vita eucaristica” – Luglio 2023

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°175 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Luglio 2023.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché i cattolici mettano al centro della vita la celebrazione dell’Eucaristia, che trasforma in profondità le relazioni umane e apre all’incontro con Dio e con i fratelli e sorelle.

Per una vita eucaristica.

Care amiche, cari amici,

Vi saluto da Valdocco, dove la nostra equipe del Settore per le Missioni sta concludendo un evento speciale. Per la prima volta abbiamo organizzato, diretti da don Reginaldo Cordeiro, un corso di formazione per 18 giovani missionari che sono giunti nelle loro nuove destinazioni già da alcuni mesi, un anno o due, ma che, a causa della pandemia COVID-19, non sono potuti venire in Italia a partecipare al corso regolare di Settembre.

Alla fine, il corso si è rivelato molto vantaggioso perché questi giovani confratelli provenienti da paesi africani e del Vietnam hanno già qualche esperienza missionaria, e sembra che il corso non sia stato per loro solo una questione teorica, ma piuttosto uno specchio della loro esperienza missionaria in corso.

Ancora una volta, abbiamo visto come gli ostacoli e le mancanze possono diventare grandi opportunità e benefici.

Don Pavel Ženíšek, SDB Membro del Settore per le Missioni

Buonanotte Missionaria Luglio 2023 – Marino Bois, salesiano coadiutore

La Buonanotte Missionaria: un’esperienza concreta in terra di missione per riflettere!

In questo mese di luglio condivide con noi la sua esperienza missionaria Marino Bois, salesiano coadiutore e missionario da 60 anni in alcuni paesi dell’Asia e dell’Africa.

***

Carissimi confratelli e giovani in Don Bosco,

mi chiamo Marino Bois, salesiano coadiutore originario della Valle d’Aosta e missionario da 60 anni in alcuni paesi dell’Asia e dell’Africa. Sto pensando che la mia vita è stata assai movimentata e concentrane il racconto in una pagina di buonanotte non è cosa facile.

Quando sono nato (1942) era in corso la seconda guerra mondiale e, nel primo dopoguerra, i miei genitori facevano miracoli per cercare di portare un poco di felicità alla grande famiglia di 9 figli.

Quando sono partito per la Corea, in Italia era l’era del boom (1963), L’operaio comune vendeva la moto e comprava l’automobile.

La Corea, allora sotto il regime militare, dopo il disastro della guerra tra Nord e Sud (1950-1953), faceva fatica a risollevarsi e trovare un posto nell’economia mondiale; ora è l’undicesima economia a livello mondiale.

L’obbedienza mi ha poi portato anche in Africa dove la situazione è ancora molto difficile e i missionari, malgrado la loro dedizione e la collaborazione della gente, possono sperare in un futuro migliore sorretti per lo più soltanto dalla loro grande fede. Nel 1990 fui inviato in Guinea (Conakry), ex colonia francese. Dopo 20 anni di comunismo e maoismo la nazione era arrivata al disastro assoluto. Quando il regime crollò, il nuovo Presidente, un musulmano, chiese al Papa di inviare nuovamente i missionari e di iniziare una scuola professionale. Io avevo dato la mia adesione per partecipazione al progetto Africa per due anni. Fui la persona giusta al momento giusto.

Alla partenza, avevo a disposizione 20mila dollari, dono dei benefattori coreani. La somma era piccola per l’ambizioso progetto di fondare una scuola professionale. Divenni “frate mendicante” e passai nelle principali scuole di meccanica del Piemonte chiedendo aiuto. Mi aprirono i magazzini delle cose che potevano essere utili in futuro e ho trovato molte cose che avevo in lista per il nuovo laboratorio. Finita questa prima fase, passai nei negozi di utensileria e macchine di seconda mano. Potei trovare il necessario per soddisfare la lista del materiale necessario. Nel frattempo la provvidenza aveva fatto gonfiare i 20 mila in modo che fu possibile acquistare tutto ciò che mi sembrava necessario.

Un ex allievo, che era anche stato mio insegnante, mi mise in contatto con un’azienda che vendeva barre di acciaio. Il proprietario ci aiutò moltissimo. Fu davvero un aiuto provvidenziale.

Mi rimaneva una settimana e avevo 3 containers da riempire. Chiamai in aiuto mio fratello Saverio. Mettendo insieme i sudori, riuscimmo a spedire tutto. I container arrivarono alla scuola in Kankan (800 km dalla capitale) in brevissimo tempo; i confratelli rimasero meravigliati.

In un mesetto riuscimmo a collegare le macchine e a farle lavorare. Così abbiamo potuto accogliere i primi 10 giovani e iniziare l’insegnamento. Venne il vescovo per la benedizione e l’inaugurazione. Ci fu grande festa nel villaggio. Gli abitanti erano quasi tutti musulmani ma erano felici che i missionari fossero tornati.

Tutto era ben ingranato quando il superiore per le missioni mi inviò una nuova obbedienza: il Sudan. Dopo più di un anno dalla richiesta, mi avevano dato il visto, e ora dovevo partire. Ero molto depresso. Andai dal direttore, una Santa persona. Vide la lettera e mi disse: “Questa è obbedienza, devi andare; la provvidenza penserà a noi“. E così accadde. 

Per il Sudan i superiori mi diedero maggiori risorse; gli acquisti e la spedizione  funzionarono bene. Fatto i banchi di lavoro e sistemato il laboratorio, andammo nel campo dei rifugiati. Non mi era mai capitato prima di vedere un posto così povero. Abbiamo trovato 20 giovani con un grande desiderio di imparare e cominciammo la scuola.

Venne il vescovo di Khartoum per l’inaugurazione. Sembrava un sogno. Passati due anni dal mio arrivo in Africa, secondo gli accordi, tornai alla mia missione in Corea. Affidammo l’opera in Sudan al confratello salesiano Giacomo Comino. Per un lungo periodo fu direttore e amministratore del centro di addestramento di Seoul. Si rivelò l’uomo ideale per far crescere l’opera in Sudan.

Dopo un periodo di tranquillità in Corea, mi chiesero di andare a vedere cosa facevano i confratelli in Cina: ci andai e rimasi per 17 anni.

Tornato in Corea non avevo più grandi responsabilità. Mi chiamarono in Sudan e in Kenya. Riprese così la mia collaborazione con i confratelli in Africa. Per 4 anni ho passato l’inverno a Elobehid.

Quando pensavo che la mia funzione a Elobehid fosse finita, passando per Khartoum, il direttore mi disse: “Delle macchine che hai comperato 30 anni fa solo poche funzionano ancora. Devi venire a farle funzionare tutte“. Durante altri 4 anni, io e un confratello Coreano abbiamo aggiustato molte macchine. Con l’aiuto degli ex allievi di Seoul abbiamo anche fatto arrivare altre macchine e computer. Abbiamo avuto la gioia di creare una buona relazione con i maestri e allievi. All’inizio di aprile siamo partiti per il Kenya promettendo che saremmo tornati in dicembre. Pochi giorni dopo il nostro arrivo in Kenya ci arrivò la notizia che a Khartoum era iniziata la guerra: i militari contro la milizia del dittatore dismesso. Tutte le scuole sono state chiuse e la nostra scuola è diventata campo di battaglia. I confratelli hanno dovuto abbandonare la casa. Se la guerra finisse presto desideriamo mantenere la promessa di tornare. Penso che ci sarà davvero tanto lavoro da fare.

In Africa comincia la speranza di uno sviluppo sostenibile. Purtroppo ci sono nazioni ancora vittime dei guerrafondai. Oh quanto gli africani desiderano e pregano per la pace. Uniamoci alla loro preghiera. 

Fratel Bois Marino, SDB

Missioni Don Bosco: lettera a Mapendo per la Giornata Mondiale del Bambino Africano

Si pubblica di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco per la Giornata Mondiale del Bambino Africano.

***

COMUNICATO STAMPA

13 giugno 2023

Lettera a Mapendo, bambino africano

di don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco

 

Ben trovate tutte, ben trovati tutti.

In vista della imminente Giornata del bambino africano indetta dall’Onu, il presidente di Missioni Don Bosco, don Daniel Antúnez esprime le sue considerazioni rivolgendo una lettera a Mapendo, un bambino dell’Africa che incontrò nel suo viaggio lo scorso anno nella Repubblica democratica del Congo.

Nel testo, don Antúnez ricorda il primo incontro:

All’inizio mi guardavi con curiosità, ma anche con paura – non ti nascondo che ero un po’ a disagio. A poco a poco, ti sei avvicinato, ci siamo avvicinati, e ci siamo riconosciuti: siamo uguali, non abbiamo differenze… mi sono sentito accettato, meno alieno alla tua realtà, meno straniero, più vicino: il tuo sorriso mi ha riempito l’anima”.

La lettera completa e alcune fotografie scattate in occasione del viaggio di don Antùnez in Congo R.D sono allegate a questo comunicato e  siamo a disposizione per qualsiasi approfondimento.

Riteniamo utile corredare l’informazione con alcuni dati statistici sull’azione salesiana in Africa e sui progetti in corso sostenuti da Missioni Don Bosco.

Grazie per la vostra attenzione.

Buona giornata.

Giornata Missionaria Salesiana 2023: Ecologia Ambientale

Dal sito InfoANS.

***

All’interno degli approfondimenti mensili per la Giornata Missionaria Salesiana 2023Cura del creato: la nostra missione”, il professor Luca Fiorani offre una prospettiva scientifica del cambiamento climatico, inserendola in un’ottica di ecologia integrale.

Il dato meteorologico e climatico più importante è la temperatura. Spesso i climatologi, per dare evidenza del riscaldamento globale, mostrano il grafico dell’anomalia della media annuale globale della temperatura superficiale o, brevemente, anomalia della temperatura globale.

Perché è così importante questo aumento di temperatura? In primo luogo, ricorda che stiamo parlando di aumento medio. Sui continenti, è quasi 2 °C, sugli oceani è meno di 1 °C, a causa della proprietà dell’acqua di assorbire molto calore a parità di aumento di temperatura. In secondo luogo, bisogna ricordare tutti gli effetti negativi diretti e indiretti dell’aumento di temperatura. Tra quelli diretti ricordiamo: desertificazione, inondazioni, sprofondamento di zone abitate… tra quelli indiretti: guerre, migrazioni, tensioni sociali

Che fare? Cadere in depressione? No. L’umanità si sta muovendo nella giusta direzione, cominciando dal Protocollo di Montreal del 1987 che ha messo al bando i clorofluorocarburi. Come forse ricorderai, negli anni ‘80 del secolo scorso gli scienziati avevano scoperto che quei gas provocavano il buco dell’ozono. Oggi, il buco si sta chiudendo. Nel 2015, è stato adottato l’Accordo di Parigi che prevede una riduzione delle emissioni di gas serra, in modo da non far aumentare la temperatura del pianeta più di 2 °C. Il 2 marzo 2022, l’Assemblea ONU per l’ambiente ha istituito un Comitato intergovernativo di negoziazione (INC) per elaborare entro il 2024 un trattato per la riduzione della plastica.

E tu? Puoi fare molto con gli stili di vita, le opzioni di consumo, la scelta dei governanti e le campagne di opinione. Per convincerti che le tue azioni sono importanti, ti racconto una storia (vera) scientifica. 2.5 miliardi di anni fa, l’ossigeno non era presente nell’atmosfera e la vita umana non sarebbe stata possibile. Poi, grazie al piccolo contributo di innumerevoli e (apparentemente) insignificanti organismi unicellulari – i cianobatteri – l’aria si è arricchita di ossigeno fino ad assumere la sua composizione attuale. Grandi tra uno e dieci milionesimi di metro, sono talmente semplici da non avere organelli e da riprodursi per mera scissione ma… contengono clorofilla e producono ossigeno grazie alla fotosintesi.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

Destinazioni missionarie che partiranno quest’anno dall’Italia

Anche quest’anno, sono numerose le iniziative missionarie che partiranno dalle Ispettorie italiane.

Questa mappa le raccoglie permettendoci di conoscerle e di accompagnare con la preghiera le case salesiane e i giovani coinvolti. Li affidiamo, in modo particolare, all’intercessione dei Santi Carlo Lwanga e 12 compagni martiri dell’Uganda di cui abbiamo celebrato la memoria il 3 giugno.