Ritrovo partiti 2023 a Valdocco

Domenica 3 settembre 2023 si è svolto, presso la Comunità Proposta della Pastorale Giovanile a Valdocco, il ritrovo dei gruppi che hanno fatto un’esperienza missionaria questa estate, rispettivamente a Makuyu in Kenya e Palabek in Uganda.

L’incontro è stata un’occasione per ritrovarsi, dopo una settimana dal ritorno, e condividere la bellezza dell’esperienza vissuta.

Dopo un breve momento di accoglienza, abbiamo vissuto la celebrazione eucaristica per ringraziare del dono della chiamata ricevuta da ciascuno a vivere questa esperienza in missione e per chiedere la Grazia necessaria a percorrere il cammino nella vita quotidiana.

Successivamente , i gruppi hanno avuto modo di riflettere sul valore profondo che la missione ha avuto e sul desiderio di cambiamento che ne è nato, ascoltando la testimonianza di tutti per condividere il bene ricevuto.

“Sono stato dono, mi sono donato alle persone che ho incontrato ma anche la missione stessa, è stata dono”

-Animatore a Palabek (Uganda)

 

“In questa esperienza ho visto tanti esempi di umiltà che mi hanno fatto riflettere”

-Animatore a Makuyu (Kenya)

 

“La missione mi ha consegnato dei nuovi occhiali con cui vedere me stesso e vedere il mondo che mi sta intorno anche grazie ai miei compagni di viaggio”

-Animatore a Makuyu (Kenya)

 

Mandato missionario 2023: il 24 settembre a Torino-Valdocco

Domenica 24 Settembre verrà consegnata la croce missionaria ai 24 salesiani coinvolti nella 154esima spedizione missionaria salesiana per mano del Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime.

La spedizione missionaria avverrà all’interno della celebrazione eucaristica, presieduta dal Rettor Maggiore a Valdocco, presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino alle 12:30.

I membri della 154° Spedizione Missionaria Salesiana, nello specifico sono:

  • Shivraj BHURIYA, dall’India (Ispettoria di Mumbai – INB) alla Slovenia (SLO);
  • Thomas NGUYEN QUANG QUI, dal Vietnam (VIE) alla Gran Bretagna (GBR);
  • Dominic NGUYEN QUOC OAT, dal Vietnam (VIE) alla Gran Bretagna (GBR);
  • Jean Bernard Junior Gerald GUIELLE FOUETRO, dalla Repubblica del Congo (Ispettoria Africa Congo Congo – ACC) alla Germania (GER);
  • Blaise MULUMBA NTAMBWE, dalla Repubblica Democratica del Congo (Ispettoria Africa Centrale – AFC) alla Germania (GER);
  • don Michael CEBULSKI, dalla Polonia (Ispettoria di Cracovia – PLS) alla Lituania (Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta – ICP)
  • il sig. Kerwin VALEROSO, dalle Filippine (Ispettoria delle Filippine Nord – FIN) alla Circoscrizione Nord Africa (CNA);
  • il sig. Joseph NGO DUC THUAN, dal Vietnam (VIE) alla Circoscrizione Nord Africa (CNA);
  • don Domenico PATERNÒ, dall’Italia (Ispettoria Sicula – ISI) alla Circoscrizione Nord Africa (CNA);
  • David BROON, dall’India (Ispettoria di Tiruchy – INT) all’Albania (Ispettoria dell’Italia Meridionale – IME);
  • Elisée TUUNGANE NZIBI, dalla Repubblica Democratica del Congo (Ispettoria Africa Centrale – AFC) all’Albania (Ispettoria dell’Italia Meridionale – IME);
  • don George KUJUR, dall’India (Ispettoria di Dimapur – IND) al Nepal (Ispettoria di India-Calcutta – INC);
  • Soosai ARPUTHARAJ, dall’India (Ispettoria di Chennai – INM) alla Romania (Ispettoria dell’Italia Nord Est – INE);
  • John the Baptist NGUYEN VIET DUC, dal Vietnam (VIE) alla Romania (Ispettoria dell’Italia Nord Est – INE);
  • il sig. Mario Alberto JIMÉNEZ FLORES, dal Messico (Ispettoria di Guadalajara – MEG) alla Delegazione del Sudan del Sud (DSS);
  • Sarathkumar RAJA, dall’India (Ispettoria di Chennai – INM) allo Sri Lanka (LKC);
  • Lyonnel Richie Éric BOUANGA (dalla Repubblica del Congo (Ispettoria Africa Congo Congo – ACC) alla Visitatoria di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone (PGS);
  • Joshua TARERÉ, dalla Papua Nuova Guinea (PGS) alla Delegazione del Sudan del Sud (DSS);
  • Nomenjanahary François MINO, dal Madagascar (MDG) alla Visitatoria di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone (PGS);
  • Jean KASONGO MWAPE, dalla Repubblica Democratica del Congo (Ispettoria Africa Centrale – AFC) al Brasile (Ispettoria di Brasile-Porto Alegre – BPA);
  • Khyliait WANTEILANG, dall’India (Ispettoria di Shillong – INS), al Brasile (Ispettoria di Brasile-Porto Alegre – BPA);
  • don Joseph PHAM VAN THONG, dal Vietnam (VIE) al Sudafrica (Visitatoria dell’Africa Meridionale – AFM);
  • don Miguel Rafael Coelho GIME, dall’Angola (ANG) al Mozambico (MOZ);
  • Klimer Xavier SANCHEZ, dall’Ecuador (ECU) al Mozambico (MOZ).

Ci impegniamo, in questo mese di settembre, a sostenere con la preghiera la preparazione dei missionari.

Esperienze Missionarie 2023: il racconto di Palabek, Uganda

Un desiderio, una chiamata, la partenza: destinazione Palabek, Uganda.

Un anno di percorso, intitolato “Nel cuore del mondo”, per sensibilizzare su diversi temi che gravitano attorno al concetto di Missione.

Dicembre 2022 la fatidica scelta di voler dedicare l’intero mese di Agosto ai più poveri in un posto molto lontano da casa.

Febbraio 2023 una chiamata al telefono: i responsabili comunicano personalmente la destinazione scelta e il gruppo con cui partire. Sì, perché non si sceglie dove andare e con chi andare, ma ci si affida completamente. Il resto sarà Lui a farlo.

Così è stato: destinazione Uganda, campo profughi di Palabek. 7 ragazzi tra i 20 e i 30 anni e 2 accompagnatori Salesiani.

La data della partenza sembra distante, ma la quotidianità frenetica in men che non si dica ti catapulta a quella calda domenica del 30 luglio. Finalmente si parte e il desiderio di calpestare la famosa “terra rossa” diventa incontenibile.

Partenza da Malpensa, scalo al Cairo e arrivo ad Entebbe, sud Uganda. Quello che ci attende è un lungo viaggio verso Nord di circa 800 km che però si snellisce grazie alle tante tappe: Namugongo e le case Salesiane di Bombo e di Gulu. Dopo circa 4 giorni si arriva a Palabek.

All’orizzonte nessun campo recintato, nessun addensamento di persone in poco spazio. Tutto il contrario di quello che si pensa e si immagina quando si parla di un campo profughi.

Gli occhi meravigliati vedono un posto enorme di circa 400 km quadrati immersi in una vegetazione verde e rigogliosa.

9 zone che assomigliano a dei piccoli villaggi.

Distese di capanne collegate tra loro da strade rosse e polverose. E tra l’erba alta e fitta si iniziano a scorgere bambini, ragazzi e ragazze, donne e uomini.

Sono loro, gli 80.000 abitanti di Palabek.

L’accoglienza è grande, la comunità Salesiana ci fa sentire subito a casa. Iniziamo a conoscere meglio i missionari che, dal 2017, vivono con i profughi.

In soli sei anni hanno costruito per i giovani una scuola professionale “Vocational training center” (VTC) e per la popolazione locale 17 cappelle dove potersi riunire la domenica per celebrare la Santa Messa.

Ogni giorno portano gioia e allegria e con il carisma di don Bosco permettono a tanti giovani di avere una valida motivazione per vivere, di aspirare ad un futuro migliore e di avere dei sogni che magari un giorno possano diventare realtà.

Sulle magliette dei ragazzi del VTC si legge “Rebuldings lives”. Questo fanno i Salesiani: ricostruiscono vite. Vite distrutte dall’odio e dalla violenza della guerra che da troppi anni perseguita la popolazione del Sudan e del Sud Sudan.

Noi volontari invece siamo semplicemente chiamati a “stare”. Stare con gli animatori salesiani del posto e provare ad insegnare loro nuovi giochi o nuove modalità di animazione.

I ruoli si invertono e noi impariamo da loro. Semplicità e concretezza. Stare con i bambini e i ragazzi. Tendere loro una mano per fargli capire che, anche se il colore della pelle è diverso, siamo tutti figli di uno stesso Padre. Stare e vivere con loro.

I sorrisi e le risate non mancano, ma è proprio vero che quando si sta bene e ci si diverte il tempo passa più velocemente. Tre settimane piene a Palabek ricche di gioia e di insegnamenti.

Il momento del saluto vuole essere un arrivederci e non un addio. Magari non ci rivedremo su questa terra, ma una cosa è certa: se continuiamo a vivere come questi giorni ci rincontreremo tutti in Paradiso. Proprio come desiderava Don Bosco per i suoi ragazzi.

Ora, rientrati in Italia, inizia la vera sfida. La vera missione.

Concretizzare nella nostra società occidentale ciò che l’Africa ci ha lasciato impresso dentro al cuore non sarà facile. Ma proprio perché è una sfida non può che essere difficile.

Ci proveremo con l’aiuto di “papà God e mama Mary”, senza dimenticare che “in Don Bosco we share”.

Esperienze Missionarie 2023: il racconto di Makuyu, Kenya

30 luglio 2023, cinque giovani, due sacerdoti e una famiglia. Si parte al mattino presto, è ancora buio, destinazione: Makuyu, Kenya.

Quello che segue sono quattro settimane intense di missione, di servizio, ma soprattutto di condivisione e di grazia.

Due settimane di visite alle scuole materne della parrocchia, alle case salesiane e alle missioni presenti nella zona; tre giorni a Nairobi, per incontrare faccia a faccia la bellezza del creato, nel Safari al Nairobi Park, e l’estrema povertà, nella baraccopoli di Kibera, una delle più grandi dell’Africa, e forse del mondo; due giorni con gli animatori per preparare le attività da fare con i ragazzi, ma soprattutto per condividere la gioia di stare insieme; infine, due settimane di oratory camp in cui sperimentare la bellezza di tornare a casa stanchi e coperti di terra, ma con un sorriso sul volto che è davvero difficile fare andare via.

Abbiamo scoperto il volto di don Bosco in Africa, visitando le case salesiane di Nairobi: la casa ispettoriale, che ospita il più grande santuario di Maria Ausiliatrice dell’Africa; la casa di accoglienza per i ragazzi di strada, che aiuta i giovani a ricostruirsi un futuro onesto e dignitoso; e i centri di formazione professionale, che investono risorse per formare i giovani e aiutarli a spendersi al meglio nel mondo del lavoro, per migliorare come persone e migliorare il loro paese.

Abbiamo avuto la possibilità di incontrare una terra, una cultura, completamente diverse dalla nostra, che ci hanno chiesto di metterci in gioco, di uscire dalle nostre piccole o grandi comfort-zone e di metterci in cammino, come persone e come cristiani.

Abbandonando la comodità abbiamo ritrovato l’essenziale; abbandonando (per quanto potevamo) la sicurezza che ci dà lo scandire il tempo abbiamo ritrovato un po’ di serenità che, forse, tra la fretta e l’efficienza delle nostre giornate si era un po’ persa; abbandonando le maschere abbiamo ritrovato le nostre identità, perché davanti agli occhi di un bambino africano non puoi che essere vero.

L’Africa ci è stata maestra e da ogni persona che abbiamo incontrato abbiamo imparato qualcosa.

Dalla comunità salesiana che ci ha ospitati, e da tutte le altre comunità religiose che abbiamo visitato abbiamo imparato l’accoglienza, quella vera, quella che ti fa sentire a casa anche se la tua casa è a più di 6000 chilometri.

Dagli animatori locali abbiamo imparato lo stare, non il pensare, il programmare, il progettare, ma il semplice stare con i ragazzi perché quella è la parte migliore.

Dai missionari, in particolare don Felice Molino, Giorgio Conte e suor Liliana, abbiamo imparato il coraggio e l’umiltà di lasciare tutto, rimboccarsi le maniche e fare quello che c’è da fare.

Dalle persone comuni che abbiamo avuto il privilegio di poter incontrare, a messa, nelle case, per la strada, abbiamo imparato la fede, la fede di un popolo che grida a pieni polmoni la bontà di Dio ogni volta che può.

Dai bambini, dai tantissimi bambini del Kenya, abbiamo imparato forse la cosa più importante: che il paradiso esiste.

Esiste nelle manine di terra rossa sui vestiti e nelle risate che riempiono l’aria, anche quella più pesante, anche quella di una baraccopoli; esiste nell’inventare un palloncino con un sacchetto di plastica o una macchinina con un flacone di detersivo e qualche tappo; esiste nella fiducia cieca verso chi è più grande e verso la Provvidenza di Dio, la più grande tra i grandi.

Cagliero 11 – “Per le persone che vivono ai margini” – Settembre 2023

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°177 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Settembre 2023.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché le persone che vivono ai margini della società, in condizioni di vita disumane, non siano dimenticate dalle istituzioni e non siano mai considerate scarti.

Per le persone che vivono ai margini.

Cari amici,

Saluti da Nairobi/Valdocco. Mi sento privilegiato e fortunato ad unirmi all’équipe del Settore per le Missioni della Congregazione, in cui collaboriamo con il Consigliere per le missioni don Alfred Maravilla, nel valorizzare la dimensione missionaria salesiana secondo il sogno e le idee di Don Bosco.

Mentre è in corso la preparazione della 154a spedizione missionaria, mi vengono in mente alcune raccomandazioni di Don Bosco alla prima spedizione missionaria:

“Abbi cura speciale degli ammalati, dei bambini, degli anziani e dei poveri, e otterrai la benedizione di Dio e la benevolenza delle persone”.

Queste parole rimangono attuali non solo per i missionari che si apprestano ad avventurarsi nel mondo della missione, ma per tutti noi figli di Don Bosco.

Auguro ai nuovi missionari le benedizioni di Dio mentre si trasferiscono nelle nuove terre di missione e auspico che molti altri salesiani ogni giorno siano toccati e spinti a rispondere alla chiamata missionaria.

Che Don Bosco continui a guidare ognuno di noi. Auguri a tutti i lettori del Cagliero 11.

Don Eric Mairura, SDB, Nuovo membro del Settore per le Missioni

Cagliero 11 – “Per la Giornata Mondiale della Gioventù” – Agosto 2023

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°176 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Agosto 2023.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Preghiamo perché la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona aiuti i giovani a mettersi in cammino, testimoniando il Vangelo con la propria vita.

Per la Giornata Mondiale della Gioventù.

Cari fratelli e sorelle,

che gioia poter vivere l’unione con Dio nella vita quotidiana permettendo a Cristo Risorto di agire, vivere e operare in noi e attraverso di noi, valorizzando così la nostra consacrazione battesimale, nello spirito di Don Bosco, nello stile salesiano!

Questa è la vocazione della Fraternità Contemplativa Maria di Nazareth, intuizione carismatica del nostro Fondatore, Mons. Nicolàs Cotugno, SDB.

E che gioia poterla vivere nella complementarità dei diversi stati di vita: sposi, famiglie, bambini, adolescenti, consacrate, sacerdoti e i nostri destinatari preferenziali, i giovani.

E quanto è bello poterlo realizzare in comunione con la Grande Famiglia Salesiana.

Che lo Spirito Santo continui ad incoraggiare il nostro cammino nella Chiesa!

Sig.ra Silvia Ourthe-Cabalé, Moderatrice della Fraternità Contemplativa Maria di Nazareth

Buonanotte Missionaria Agosto 2023 – Andrea Comino, salesiano coadiutore missionario

La Buonanotte Missionaria: un’esperienza concreta in terra di missione per riflettere!

In questo mese di agosto condivide con noi la sua esperienza missionaria Andrea Comino, salesiano da 61 anni e missionario da 47 fra Asia e Africa.

 

Carissimi confratelli e giovani in don Bosco,

mi chiamo Andrea Comino e sono un salesiano coadiutore missionario. Sono originario del Monregalese e sono perito elettronico, e poi insegnante, praticamente da quando l’elettronica era ancora un mistero per i più. Sono partito per la prima esperienza missionaria in Asia negli anni Settanta e poi sono stato destinato in Sudan per la costruzione di scuole professionali.

Di “miracoli” un missionario ne incontra più d’uno lungo la sua esperienza: a volte è la soluzione a un problema di sopravvivenza che giunge in extremis; a volte è il realizzarsi di quello che all’inizio appariva solamente un “sogno”. Per un uomo che ha 81 anni di vita, di cui 61 da salesiano coadiutore, 47 da missionario fra Asia e Africa, c’è stato certamente più di un momento in cui ciò che accadeva aveva il sapore dell’intervento provvidenziale di Dio Padre.

Uno dei miracoli che un missionario ha il dono di sperimentare è quello della progressiva comunione con il popolo a cui è destinato. Il primo scoglio è chiaramente la lingua.
La mia prima destinazione fuori dall’Italia (in particolare partivo dall’Istituto Agnelli di Torino dove ero entrato come docente nel 1961) furono le Filippine nel 1975. Lì, la popolazione, in barba alle occupazioni prima spagnola e poi statunitense, preferiva usare nei dialoghi correnti l’antico idioma locale, il tagalog invece dello spagnolo o dell’inglese. Si tratta di un idioma che ha una struttura lontana dalla nostra, essendo di ceppo austronesiano (Oceano Pacifico), diventato la base della lingua ufficiale del Paese con la Costituzione approvata nel 1973. Questo mi ha richiesto fin da subito uno grande sforzo di apertura e apprendimento, ma un lavoro necessario se si desidera entrare in relazione paritaria con le persone che si incontrano. È un miracolo che richiama la polilalia di Pentecoste, la capacità di parlare a ciascuno nella propria lingua dopo l’effusione dello Spirito Santo.

Nel 1992 sono stato destinato alla Cambogia, mentre il Paese stava faticosamente cercando un suo equilibrio dopo la sanguinosa guerra con il Vietnam e la follia dei Khmer Rossi capitanati dal folle Pol Pot. Anche qui siamo riusciti a integrarci molto bene nella cultura e, , come già in precedenza nelle Filippine, ci è stata chiesta la fondazione di diverse scuole professionali, poi cresciute fino a guadagnato un prestigio di rilievo nazionale come quella di Sihanoukville per i servizi turistici.

Fra il 1994 e il 1997 sono stato richiamato nelle Filippine per dare vita a una nuova scuola a San José, città frastagliata in 38 quartieri nell’isola di Mindoro.

Nel 1997 l’obbedienza mi ha portato in Nigeria, dove nei dieci anni precedenti si era costituita una feconda ramificazione della presenza salesiana negli stati di Anambra e di Ondo affidata alle ispettorie del Piemonte (Adriatica, Novarese e Subalpina). Anche in questo caso mi è stato chiesto di seguire la costruzione di alcune scuole professionali, ma la cosa più impegnativa è stata senza dubbio l’entrare nello specifico di una cultura tenendo conto dei difficili rapporti tra le diverse etnie presenti.

In Nigeria dovevo sostituire un confratello che si era ammalato, ma terminata questa supplenza non sono tornato a Manila. Fui chiamato a Khartoum, capitale del Sudan, paese a maggioranza islamica, per contribuire al passaggio dai comboniani ai salesiani di una scuola tecnica. Qui potei lavorare anche al fianco di mio fratello Giacomo, anche lui salesiano coadiutore partito missionario già da molti anni.

L’esperienza scolastica si intrecciò presto con le vicende belliche che interessavano il sud del Paese. Moltissimi giovani profughi raggiungevano Khartum per cercare sopravvivenza, mentre la scuola poteva accogliere solo il 10% delle domande di iscrizione. Si cercò allora di fondare una succursale scolastica, riuscendo, dopo varie vicissitudini a fondare una nuova presenza a al-Ubayyiḍ (El Obeid). Forse è troppo parlare di miracolo, ma sta di fatto che in sei mesi l’opera fu progettata e in un anno realizzata da maestranze affiatate. La presenza della Provvidenza fu fortissima.

Quest’esperienza fu utile a me e mio fratello per prepararci ad altre due sfide estreme: il territorio del Darfur, devastato dalla guerra, che doveva rinascere per dare un futuro ai più giovani e il Sud Sudan, resosi indipendente dal nord, che doveva ricostruirsi a partire dall’istruzione di base. In entrambi i casi la “formula” era la costruzione di scuole accoglienti per ragazzi e insegnanti. Anche in quel caso il “miracolo” poté compiersi grazie alla fiducia ormai conquistata fra i benefattori, che destinarono a progetti certo ambiziosi le loro offerte.

Dopo 21 anni trascorsi in Nord-Sudan (ad El.Obeid,600 Km. sud di Khartoum), l’Ispettore mi ha invitato a trasferirmi in Kenya. Dall’agosto 2022 fino ad oggi mi trovo in Kenya, precisamente a Karen, che dista una ventina di Km da Nairobi. Qui abbiamo una scuola professionale (chiamata “Boys Town”), per circa 400 ragazzi (200 sono interni). Offriamo corsi di: meccanica, elettrotecnica, meccanica d’auto, saldatura, falegnameria e sartoria (soprattutto per le ragazze). I corsi sono della durata di due anni e sei mesi di stage. Ovviamente terminati i corsi ci interessiamo per trovare un lavoro per ciascun allievo. I ragazzi “esterni” provengono in gran parte da famiglie povere per lo più agricole. I 200 ragazzi “interni” invece provengono da provincie distanti anche da 200 Km da Nairobi. Ciascuno paga una retta secondo le proprie possibilità e i laboratori, con la loro produzione, e i benefattori coprono il resto.

Il mio incarico peculiare in questa casa è quello di aggiornare i macchinari e di sostituire le attrezzature dei laboratori, ormai obsolete e spesso in cattive condizioni. La scuola non ha i fondi per questi lavori. Molto si sta facendo grazie al contributo dei benefattori e ad alcuni progetti avviate con qualche ONG (Organizzazione Non Governativa). Abbiamo già raggiunto dei risultati di eccellenza, ma molto resta ancora da fare.

Ringrazio il Signore per il dono della mia vita e della mia vocazione e prego affinché il Signore chiami ancora operai per la sua messe. Di lavoro ce n’è davvero tanto e tanti giovani aspettano di essere amati.

Vi auguro una buona notte.

Andrea da Boys-Town

Giornata Missionaria Salesiana 2023: gli sfollati climatici

Dal sito infoANS.

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Continuano le pillole di informazione e riflessione sulla Giornata Missionaria Salesiana 2023, offerte dal Settore Missioni attraverso l’ANS.

Oggi proponiamo il contributo della dott.sa Amaya Valcárcel, ricercatrice presso la Sezione Migranti e Rifugiati della Santa Sede.

Come dichiara Papa Francesco,

“siamo nel mezzo di un’emergenza”.

La crisi climatica continua a minacciare i diritti fondamentali delle persone e gli sfollamenti causati dai cambiamenti climatici sono in aumento.

La crisi climatica ha un volto molto umano. È già una realtà per moltissime persone vulnerabili in tutto il mondo.

La Chiesa Cattolica mostra una cura pastorale attenta per coloro che sono stati sfollati dalle loro case a causa degli effetti di questa crisi climatica.

La crisi climatica sta già provocando e aggravando gli spostamenti di persone a causa dei disastri naturali di breve e lungo termine.

Solo nel 2020, quasi 31 milioni di persone sono state sfollate a causa di disastri naturali, il numero più alto mai registrato.

Si stima che dal 2008 al 2018 oltre 253,7 milioni di persone siano state sfollate a causa di disastri naturali, con un numero di sfollati da tre a dieci volte superiore a quello dei conflitti armati in tutto il mondo, a seconda della regione in questione.

Entro il 2050, si stima che 250 milioni di persone saranno colpite da sfollamenti forzati e i gruppi più vulnerabili della società continueranno a soffrire di più.

La Chiesa Cattolica è preoccupata da queste sfide e dall’impatto della crisi climatica sulla dignità degli esseri umani. Insieme ai governi, alle altre confessioni cristiane, alle altre tradizioni di fede e alle persone di buona volontà, la Chiesa intende rispondere a queste sfide.

Il magistero della Chiesa Cattolica ha già preso in considerazione la condizione degli sfollati interni, insieme ad altre categorie di migranti, e ha prodotto riflessioni e istruzioni riguardanti la loro cura pastorale, riflesse in particolare nell’Enciclica Laudato Si’.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone – La Fedeltà

Si pubblica di seguito l’articolo dedicato al missionario Riccardo Racca, apparso su “La Fedeltà“.

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Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone

Originario di Piasco, già allievo della scuola di formazione professionale di Fossano, ha attivato nella provincia di Cuneo un’ampia rete di collaborazioni

 

Un nuovo modo di essere missionari? I Cuneesi, sempre aperti all’innovazione, trasmettono questa attitudine anche a chi lascia la provincia per cercare altrove la sua vocazione. Che sia uno specialista che raggiunge le grandi città, un investitore che pensa alla grande, un viaggiatore che inventa un mestiere, il DNA contadino genera continuamente capacità di adattamento e ricerca di efficienza.

Così anche un salesiano nato a Piasco, e formato a Fossano, ha assunto dalla sua terra uno spirito “imprenditoriale” che torna molto utile nella sua missione in Africa: prima in Nigeria, poi in Ghana, adesso in Sierra Leone.

È Riccardo Racca, classe 1954, che incontriamo per un tuffo nel suo passato di ragazzino cresciuto fra il negozio di alimentari e rosticceria dei genitori e il cortile della parrocchia, passando per la scuola elementare e le marachelle con i compagni di gioco. Di tanto in tanto fa una esplorazione di questo suo retroterra per pescare soluzioni alle idee che nascono oggi a Bo, una cittadina immersa in un’area che definire agricola non si può ancora dal momento che produce al massimo cibo per la sopravvivenza delle famiglie che la abitano.

Mentre compie la missione da figlio di don Bosco, partecipando alla gestione della scuola professionale e dell’oratorio, va a visitare i giovani in cella senza processo e mancanti di qualsiasi accompagnamento educativo. Ogni tanto avviene un “miracolo”, come quello di un ragazzo privo di una gamba, che è riuscito a far curare ottenendo i permessi di uscita dal carcere, superando la ritrosia determinata dalla rassegnazione. Ora, scontata la pena, è libero di muoversi e di affrontare la vita prendendo in mano il suo destino.

Il di più dello sguardo penetrante del contadino ha portato fratel Riccardo Racca ad approfondire le possibilità di valorizzare una pianta utilizzata dalla popolazione locale per scopi alimentari. È la moringa, chiamata anche “albero del ravanello”, fino a 7 metri in altezza di generosa sfruttabilità. Le radici sono commestibili, le foglie sono gustose, i teneri baccelli possono entrare in un piatto di insalata, i semi regalano un olio usato anche per la cosmesi. Quel che è importante è che le sue proprietà possono essere una risposta ai bisogni alimentari di vaste comunità: le vitamine, le proteine, il calcio, gli antiossidanti che la moringa contiene sono additivi preziosi, anche attraverso l’essiccazione delle foglie che le rende durevoli, diventando condimento o basi di tisane.

Questa pianta è stata indicata come “super alimento” nel 2022 grazie anche all’attività promozionale che fratel Riccardo ha avviato da qualche anno. Ha messo a frutto i suoi ritorni periodici in Italia e in Europa per documentarsi, per considerare le possibilità di coltivazione estensiva in Sierra Leone, per prendere contatti con esperti e potenziali acquirenti della polvere di moringa.

Il sogno infatti è quello che i contadini di Bo, attualmente un gruppo di una ventina di famiglie raccolte in cooperativa sotto l’egida della missione, possa produrre e trattare il prodotto anche per l’esportazione: questo commercio diventerebbe così un primo passo verso la auto-sostenibilità della presenza salesiana. Da questa potrebbero aggiungersi risorse a quelle che già oggi numerosi benefattori affidano a Missioni Don Bosco per difendere i minori più fragili: domani si intravede il potenziamento della scuola professionale, dei servizi socio-educativi, della formazione dei nuovi salesiani per dare futuro alla congregazione in Sierra Leone.

Nei suoi ritorni periodici, Riccardo Racca ritrova a Piasco la sorella, che costituisce l’ancoraggio familiare e il sostegno spirituale un tempo dato anche dai genitori, a Fossano i nuovi membri dell’opera salesiana e i suoi compagni di studio divenuti professionisti. Trova lì le risorse per coltivare (è il caso di dirlo) il suo sogno che cammina – come faceva il Santo fondatore – con i piedi per terra. L’associazione piemontese degli ex allievi delle scuole salesiane ha sposato con entusiasmo questo progetto. Il “miracolo” sarà il primo container che invece di partire dall’Italia per portare aiuti si riempirà a Bo per esportare moringa in varie forme.

Saluto e benedizione di mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino, ai giovani partenti per un’esperienza missionaria

Alcuni giovani dei due gruppi di animazione missionaria salesiana della nostra ispettoria che si preparano a partire durante l’estate per l’Uganda e il Kenya hanno partecipato a un momento di preghiera e affidamento presieduto da mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino.

L’incontro, organizzato dal Centro Missionario della diocesi di Torino in collaborazione con i Missionari della Consolata, si è svolto nella serata di mercoledì 28 giugno 2023 nella parrocchia Beata Vergine delle Grazie a Torino. Vi hanno partecipato diversi giovani appartenenti a gruppi parrocchiali, congregazioni missionarie, enti e associazioni in partenza per un’esperienza missionaria nel corso dei prossimi mesi.

Dopo un momento di preghiera e riflessione guidato dai brani evangelici dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-53) e dell’apparizione di Gesù in Galilea dopo la risurrezione e dell’invio per la missione universale (Mt 28, 16-20), l’arcivescovo di Torino ha rivolto la sua parola ai presenti e ha benedetto i partenti.

Terminata la preghiera i partecipanti hanno potuto conoscersi meglio e condividere in fraternità e spontaneità le loro esperienze e le loro attese per la missione che li attende.