Una casa di Don Bosco di cui si sente la mancanza! Così i ragazzi di San Benigno salutano e ricevono gli attestati

Giovedì 15 Febbraio 2018 si è svolta la tradizionale Consegna degli attestati dei corsi che si sono conclusi con l’anno formativo 2016/2017 presso il Cnosfap San Benigno Canavese (TO).

15 corsi, 274 persone che sono “tornate a casa” per ritirare l’attestato che certifica il loro impegno e la loro crescita. La maggior parte dei corsi ha visto come protagonisti adolescenti in obbligo di istruzione che hanno ottenuto la qualifica professionale come addetti alla ristorazione, meccanici, elettricisti e operatori del benessere. Un altra fetta riguardava adulti in fase di riqualificazione professionale (Tecnici di Cucina, Operatore Socio Sanitario e Meccatronici). Infine i corsi per stranieri con status di rifugiati (addetti alla panificazione e alla lavorazione meccanica).

 

Ha aperto la serata il Direttore di Centro, Carlo Vallero, che ha sottolineato quanto sia “bello vedere tanti salutarsi e abbracciarsi con gioia: sintomo di un buon percorso presso la nostra struttura“.

Ha poi anche ricordato la possibilità di un aiuto nell’inserimento lavorativo grazie alla maggior strutturazione dei Servizi al Lavoro (SAL), un servizio interno al Cnosfap di San Benigno che mette in contatto i giovani e le aziende

 

La parola è poi passata al nuovo Direttore dell’Opera Salesiana, Don Riccardo Frigerio, che nel salutare i presenti ha fatto espresso riferimento al fatto che loro sono il biglietto da visita di Don Bosco nel mondo e devono esserne fieri. La porta di casa è sempre aperta“: un invito a mantenere un legame con la scuola dove hanno vissuto intensamente questi anni!

Era presente anche Gianna Pentenero, assessore regionale, per consegnare i tanto meritati attestati, ma non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche per motivi legati alle prossime elezioni nazionali.

La frase più bella che molti hanno ripetuto è stata: “sento la mancanza di questo luogo”. Questa frase dice di tutto l’impegno che i formatori mettono nel creare un luogo educativo, formativo e familiare, dove nessuno sia ultimo ma tutti siano importanti: una casa di don Bosco!

Weekend di esercizi spirituali al Colle. Com’è andata?

Il 15 e 16 Febbraio 2o18 si sono tenuti, presso il Colle don Bosco e alcune tappe limitrofe (a Buttigliera e Cascina Moglia), gli Esercizi Spirituali per i ragazzi e le ragazzi che frequentano il biennio delle scuole superiori.

Con “un freddo da Lapponia”, come lo ha definito il delegato di Animazione Vocazionale, don Fabiano Gheller, il quale ha accompagnato i ragazzi in questo fine settimana, qui si sono immersi in un clima di famiglia, di condivisione e di introspezione salesianamente allegra!

Ecco alcune testimonianze fotografiche dell’esperienza:

Il gruppo delle ragazze del Biennio

Il gruppo dei ragazzi del Biennio

>>> Settimana Comunitaria in arrivo!

Si ricorda che è in arrivo a Valdocco un’altra occasione concreta per confrontarsi tra coetanei e salesiani: la Settimana Comunitaria per i giovani (ragazzi) del triennio delle scuole superiori. Si terrà a Valdocco da domenica 25 febbraio a venerdì 2 marzo. Come sempre, sono garantiti i tempi di studio.

Per chi non fosse ancora iscritto, inviare i propri nominativi a don Fabiano Gheller entro mercoledì 21 febbraio.

Partecipa anche TU! Riunione presinodale dei giovani 19 – 24 marzo 2018

La Riunione presinodale che si svolgerà a Roma dal 19 al 24 marzo 2018 ha l’obiettivo di dare la possibilità ai giovani di presentare ai Padri Sinodali, che si riuniranno in Assemblea nell’ottobre 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, un documento in cui esprimono il loro punto di vista sulla realtà, le loro idee, il loro sentire, le loro proposte. Vi parteciperanno 315 ragazzi e ragazze in rappresentanza dei giovani dei 5 Continenti. 

Si vogliono però coinvolgere il più possibile i giovani di tutto il mondo. Attraverso i social network anche coloro che non parteciperanno fisicamente alla Riunione presinodale, potranno unirsi a quanti si incontreranno a Roma. Tutti sono invitati a partecipare al racconto collettivo e a far sentire la propria voce, affinché i frutti della Riunione presinodale siano il più possibile espressione dell’intero mondo giovanile.

La Traccia di lavoro

La Traccia di lavoro sarà il punto di riferimento per i lavori della Riunione presinodale. Essa va letta alla luce del Documento Preparatorio e della Lettera del Papa ai giovani, con i quali è in continuità.

Nella Traccia di lavoro è possibile individuare buona parte delle premesse che hanno motivato il progetto “15# (hashtag) per raccontarsi”. “La Chiesa vuole mettersi in ascolto della voce, della sensibilità, della fede e anche dei dubbi e delle critiche dei giovani – dobbiamo ascoltare i giovani.” (Papa Francesco, Catechesi del 4 ottobre 2017).  Si cerca in questo modo di attuare al meglio l’obiettivo fissato nel punto 7 della Traccia di lavoro: “La pubblicazione di questa traccia contenente le domande che orienteranno i lavori della Riunione pre-sinodale vuole essere una forma di coinvolgimento di ciascun giovane e dei gruppi giovanili del mondo intero, affinché possano prepararsi per dare il loro contributo online durante la Riunione pre-sinodale”.

La Lettera d’invito

Alcuni giovani invitano gli altri giovani a partecipare all’evento. L’invito è rivolto a tutti: a chi appartiene in modo più o meno deciso alla Chiesa Cattolica, alle altre confessioni cristiane o ad altre religioni e a chi non crede in Dio. Il Sinodo riguarda tutti i giovani. Rispondendo all’invito, si prenderà parte al percorso che la Chiesa sta compiendo.

15 #hashtag per raccontarsi

#ChiSonoIo #diversità #futuro #VitaDigitale #interiorità #Gesù #credo #chiamato
#scelte #guida #Chiesa #protagonista #piazza #proposte #linguaggi

 

“Come possiamo far sentire la voce di tutti i giovani del mondo?

Come trasmettere le paure e le speranze, le ferite e i sogni di milioni di nostri coetanei?

Ogni frammento di vita, in ogni angolo del pianeta, ha diritto di entrare in quell’aula.

Aiutaci a portarlo attraverso la nostra voce:

#DilloAFrancesco. 

SOCIAL

 

 

Mai dire non ce la faccio! Nicole Orlando, campionessa paralimpica, al Don Bosco di Borgomanero

L’incontro ha inaugurato la Settimana dello Sport.

La Settimana dello Sport, al Collegio “Don Bosco” di Borgomanero, è stata inaugurata da un evento speciale: mercoledì 13 febbraio è venuta a incontrare gli studenti Nicole Orlando, campionessa sportiva, che ha fatto della sua disabilità, la sindrome di Down, una marcia in più di energia e di ottimismo d’animo.

Essere “diversi”, ha spiegato Nicole, rende più bello il mondo: «Un mondo di persone tutte uguali – ha detto – sarebbe orribile!».

Gli studenti della classe I Classico, con l’aiuto della IV Scienze Umane, hanno avuto l’onore di intervistare Nicole Orlando e Anna Miglietta, presidentessa della società ginnastica “La Marmora” (dove si allena Nicole), davanti a tutto il liceo.

L’intervento ha coinvolto tutti gli alunni di entrambe le classi. Infatti ognuno aveva un compito da svolgere: chi si occupava delle luci, chi dell’aspetto audio-video, delle foto.

Quattro sono stati gli intervistatori che, dopo una breve introduzione, hanno lasciato la parola al preside della scuola, il quale ha ringraziato le classi e i professori per aver lavorato a questo piccolo progetto e, ovviamente, ha ringraziato Nicole e Anna di essere venute.

Dopo la visione di alcuni video di presentazione degli intervistati è cominciata l’intervista.

“Nicole – è stato domandato – la tua diversità è stata un ostacolo nella tua carriera?

“Sicuramente a volte, ad alcuni allenamenti, mi butto giù credendo di non farcela – ha risposto – Poi, però, mi concentro e riesco in tutto.” Dopo questa risposta ha anche esclamato Mai dire non ce la faccio! e ciò ha suscitato un grande applauso, che ha fatto quasi commuovere Nicole. Quella frase è anche il titolo del suo libro, che ha scritto con Alessia Cruciani.

Gli studenti hanno poi chiesto ad Anna Miglietta di spiegare come ha conosciuto Nicole e di parlare della sua società. Ha raccontato che i genitori di Nicole l’hanno portata da lei quando aveva tre anni e che ha iniziato ad allenarla con i normodotati, fondando poi la società “La Marmora” a Biella nel 2006. Il loro rapporto è bellissimo, infatti Nicole ha aggiunto che per lei Anna è come se fosse la sua “terza nonna”.

Come ha spiegato Nicole in una delle domande poste dal pubblico alla fine dell’incontro, “Ogni gara a cui partecipo la dedico a mia nonna, perché è la figura più importante per me”.

Gli studenti hanno trovato in Nicole una vera e propria amica: Nicole, che con la sua felicità e la sua dolcezza è riuscita a commuovere e, allo stesso tempo, divertire tutto il pubblico.

Articolo a cura di Valentina Vecchi

C’è da non crederci: un musical sulla vita di Don Bosco all’Agnelli

Venerdì 2 marzo 2018, presso il salone delle feste dell’Istituto E. Agnelli di Torino, i ragazzi della parrocchia San Francesco di Sales di Torino presentano “C’è da non crederci” il musical sulla vita di Don Bosco.

La prenotazione è obbligatoria.

Per info e prenotazioni passare in portineria o telefonare allo 011-6198311.

I biglietti si potranno ritirare gratuitamente presso la segreteria.

M’interesso di te. Per proteggere i minori invisibili

Nel 2017 sono arrivati in Italia 13.418 minori stranieri non accompagnati (fonte: Min. Interno – settembre 2017). Una parte di questi, una volta identificati, diventano irreperibili quindi non sono più rintracciabili nelle strutture in cui sono stati accolti. Minori invisibili che vivono in precarie condizioni igieniche, con difficoltà a procurarsi cibo e vestiti e che trascorrono la notte in alloggi di fortuna. Sono passati dai 1.754 del 2012 ai 6.561 di fine 2016 e rappresentano un quarto dei minori accolti all’interno strutture di accoglienza. A queste cifre vanno aggiunti i msna che non vengono intercettati alla frontiera o nei luoghi di sbarco.

Si tratta di circa 5000 ragazzi invisibili che gravitano attorno alle stazioni centrali delle aree metropolitane italiane e che ogni giorno rischiano di essere coinvolti in attività criminali o in circuiti di sfruttamento sessuale.

Il progetto “M’interesso di te” è stato pensato per contenere questo fenomeno, ricostruendo un rapporto di fiducia con questi ragazzi, condividendo i loro bisogni e tentando di reinserirli nel circuito di accoglienza. Le attività, sostenute grazie al fondo beneficenza di Intesa San Paolo, si svolgono a Torino, Napoli e Catania nei quartieri limitrofi alle grandi stazioni. Una rete composta da educatori di strada, psicologi e volontari che garantiscono subito a ciascun ragazzo intercettato, sostegno e protezione. In una seconda fase, viene offerta loro la possibilità di seguire un corso di lingua italiana, di ricevere assistenza legale per l’iter di riconoscimento, di acquisire competenze professionali e inserirsi nel mondo del lavoro.

 

 

Salesiani per il sociale – Federazione SCS/CNOS è impegnata da diversi anni per dare risposte concrete al fenomeno migratorio, tutelando, in particolare, i minori stranieri non accompagnati.

Sono cinque le sedi che attualmente operano nella prima accoglienza di msna con un’utenza di circa 160 posti (mentre 18 sedi sono attive nella seconda accoglienza). Un appello all’umanità ribadito anche dal rettor maggiore dei salesiani Don Ángel Artime in occasione della sua ultima visita a Napoli:

«Davanti a quegli Stati che parlano di chiusura, noi famiglia salesiana possiamo rispondere scrivendo un’altra pagina di umanità profonda. Con le nostre opere possiamo dimostrare che c’è un altro modo di agire per esempio accogliendo questi giovani, che in cerca di maggiore dignità hanno lasciato la propria terra. Sono convinto che oggi Don Bosco farebbe lo stesso».

 

Quaresima 2018: 2°settimana

Ecco i materiali per l’animazione della seconda settimana di Avvento.

 

VIDEO

Ecco i video per accompagnarci in questo periodo quaresimale di commento al Vangelo del giorno.

Video Commenti al Vangelo

 

Siete afflitti dal dilagare dell’iniquità nel mondo? Il messaggio per la Quaresima di Papa Francesco

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA QUARESIMA 2018

«Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti» (Mt 24,12)

Cari fratelli e sorelle,

ancora una volta ci viene incontro la Pasqua del Signore! Per prepararci ad essa la Provvidenza di Dio ci offre ogni anno la Quaresima, «segno sacramentale della nostra conversione»,[1] che annuncia e realizza la possibilità di tornare al Signore con tutto il cuore e con tutta la vita.

Anche quest’anno, con il presente messaggio, desidero aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e verità in questo tempo di grazia; e lo faccio lasciandomi ispirare da un’espressione di Gesù nel Vangelo di Matteo: «Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà» (24,12).

Questa frase si trova nel discorso che riguarda la fine dei tempi e che è ambientato a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, proprio dove avrà inizio la passione del Signore. Rispondendo a una domanda dei discepoli, Gesù annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi la comunità dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo.

I falsi profeti

Ascoltiamo questo brano e chiediamoci: quali forme assumono i falsi profeti?

Essi sono come “incantatori di serpenti”, ossia approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro. Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicità! Quanti uomini e donne vivono come incantati dall’illusione del denaro, che li rende in realtà schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi e cadono preda della solitudine!

Altri falsi profeti sono quei “ciarlatani” che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni “usa e getta”, di guadagni facili ma disonesti! Quanti ancora sono irretiti in una vita completamente virtuale, in cui i rapporti sembrano più semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di senso! Questi truffatori, che offrono cose senza valore, tolgono invece ciò che è più prezioso come la dignità, la libertà e la capacità di amare. E’ l’inganno della vanità, che ci porta a fare la figura dei pavoni… per cadere poi nel ridicolo; e dal ridicolo non si torna indietro. Non fa meraviglia: da sempre il demonio, che è «menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,44), presenta il male come bene e il falso come vero, per confondere il cuore dell’uomo. Ognuno di noi, perciò, è chiamato a discernere nel suo cuore ed esaminare se è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti. Occorre imparare a non fermarsi a livello immediato, superficiale, ma riconoscere ciò che lascia dentro di noi un’impronta buona e più duratura, perché viene da Dio e vale veramente per il nostro bene.

Un cuore freddo

Dante Alighieri, nella sua descrizione dell’inferno, immagina il diavolo seduto su un trono di ghiaccio;[2] egli abita nel gelo dell’amore soffocato. Chiediamoci allora: come si raffredda in noi la carità? Quali sono i segnali che ci indicano che in noi l’amore rischia di spegnersi?

Ciò che spegne la carità è anzitutto l’avidità per il denaro, «radice di tutti i mali» (1 Tm 6,10); ad essa segue il rifiuto di Dio e dunque di trovare consolazione in Lui, preferendo la nostra desolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti.[3] Tutto ciò si tramuta in violenza che si volge contro coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre “certezze”: il bambino non ancora nato, l’anziano malato, l’ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese.

Anche il creato è testimone silenzioso di questo raffreddamento della carità: la terra è avvelenata da rifiuti gettati per incuria e interesse; i mari, anch’essi inquinati, devono purtroppo ricoprire i resti di tanti naufraghi delle migrazioni forzate; i cieli – che nel disegno di Dio cantano la sua gloria – sono solcati da macchine che fanno piovere strumenti di morte.

L’amore si raffredda anche nelle nostre comunità: nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium ho cercato di descrivere i segni più evidenti di questa mancanza di amore. Essi sono: l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo l’ardore missionario.[4]

Cosa fare?

Se vediamo nel nostro intimo e attorno a noi i segnali appena descritti, ecco che la Chiesa, nostra madre e maestra, assieme alla medicina, a volte amara, della verità, ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno.

Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi,[5] per cercare finalmente la consolazione in Dio. Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita.

L’esercizio dell’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio. Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli Apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa. A questo proposito faccio mia l’esortazione di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunità di Gerusalemme: «Si tratta di cosa vantaggiosa per voi» (2 Cor 8,10). Questo vale in modo speciale nella Quaresima, durante la quale molti organismi raccolgono collette a favore di Chiese e popolazioni in difficoltà. Ma come vorrei che anche nei nostri rapporti quotidiani, davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, noi pensassimo che lì c’è un appello della divina Provvidenza: ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se Egli oggi si serve di me per aiutare un fratello, come domani non provvederà anche alle mie necessità, Lui che non si lascia vincere in generosità?[6]

Il digiuno, infine, toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita. Da una parte, ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame.

Vorrei che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa Cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne di buona volontà, aperti all’ascolto di Dio. Se come noi siete afflitti dal dilagare dell’iniquità nel mondo, se vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di comune umanità, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i fratelli!

Il fuoco della Pasqua

Invito soprattutto i membri della Chiesa a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima, sorretti dall’elemosina, dal digiuno e dalla preghiera. Se a volte la carità sembra spegnersi in tanti cuori, essa non lo è nel cuore di Dio! Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare.

Una occasione propizia sarà anche quest’anno l’iniziativa “24 ore per il Signore”, che invita a celebrare il Sacramento della Riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica. Nel 2018 essa si svolgerà venerdì 9 e sabato 10 marzo, ispirandosi alle parole del Salmo 130,4: «Presso di te è il perdono». In ogni diocesi, almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilità della preghiera di adorazione e della Confessione sacramentale.

Nella notte di Pasqua rivivremo il suggestivo rito dell’accensione del cero pasquale: attinta dal “fuoco nuovo”, la luce a poco a poco scaccerà il buio e rischiarerà l’assemblea liturgica. «La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito»,[7] affinché tutti possiamo rivivere l’esperienza dei discepoli di Emmaus: ascoltare la parola del Signore e nutrirci del Pane eucaristico consentirà al nostro cuore di tornare ad ardere di fede, speranza e carità.

Vi benedico di cuore e prego per voi. Non dimenticatevi di pregare per me.

Dal Vaticano, 1 novembre 2017

Solennità di Tutti i Santi


[1] Messale Romano, I Dom. di Quaresima, Orazione Colletta.

[2] «Lo ’mperador del doloroso regno / da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia» (Inferno XXXIV, 28-29).

[3] «E’ curioso, ma tante volte abbiamo paura della consolazione, di essere consolati. Anzi, ci sentiamo più sicuri nella tristezza e nella desolazione. Sapete perché? Perché nella tristezza ci sentiamo quasi protagonisti. Invece nella consolazione è lo Spirito Santo il protagonista» (Angelus, 7 dicembre 2014).

[4] Nn. 76-109.

[5] Cfr Benedetto XVI, Lett. Enc. Spe salvi, 33.

[6] Cfr Pio XII, Lett. Enc. Fidei donum, III.

[7] Messale Romano, Veglia Pasquale, Lucernario.

A S. Cassiano, il carnevale è dei bambini

Martedì 13 febbraio 2018, ultimo giorno di carnevale, si è svolta la festa all’oratorio di S. Cassiano con la partecipazione entusiasta di più di cento bambini e ragazzi. Sono stati tre giorni di apertura giornaliera dell’oratorio, dal mattino alle 7,30 fino alle 19 di sera, per le vacanze di carnevale, dando la possibilità di eseguire compiti e lezioni.

Ma non solo attività scolastiche: il “Torneo di calcio e pallavolo di Carnevale” e divertimenti vari, culminati nella grande festa al pomeriggio del martedì grasso , con maschere, musica e giochi di ogni genere, premiati con le tipiche “bugie” di S. Cassiano. La sfilata dei bambini e la premiazione delle maschere più belle, ha avuto poi il suo culmine con il “Rogo del Ciciu” : il fantoccio del carnevale , bruciato per castigo, perché ha impedito ai bambini di andare a scuola durante questi giorni…

Il giorno dopo, tutti in chiesa a ricevere le Sacre Ceneri e a iniziare la quaresima nel più oratoriano e migliore dei modi.

 

In cammino verso la Pasqua – 2018

“La Quaresima giunge a noi come tempo provvidenziale per cambiare rotta, per recuperare la capacità di reagire di fronte alla realtà del male che sempre ci sfida.”
Papa Francesco

Inizia la Quaresima. E la Parrocchia Maria Ausiliatrice propone un percorso fatto di piccoli pensieri, storielle quotidiane che potranno aiutare e stimolare a vivere con più intensità questi 40 giorni.

Un piccolo aiuto che vuole sostenere il cammino quaresimale verso la Pasqua. Per ogni giorno del cammino, quindi, una citazione biblica e una storiella o riflessione che aiuta a fermarsi e riflettere. La citazione biblica è la chiave che apre alla lettura del brano del Vangelo del giorno, perciò, per completare l’esperienza, si consiglia la lettura completa del brano sulla vangelo o sulla Bibbia.

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