Agnelli: “Buona Notte”missonaria di Piero Ramello

L‘istituto salesiano Agnelli di Torino riporta una testimonianza di Piero Ramello in cui viene descritta la situazione in Pakistan partendo dai lati positivi come l’accoglienza semplice e generosa fino a giungere infine ai lati più negativi come il tasso basso di alfabetizzazione e i problemi politici e terroristici.

Di seguito l’articolo.

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I Salesiani in Pakistan sono arrivati poco più di vent’anni faIl pioniere è stato don Pietro Zago. Attualmente abbiamo due presenze.

A Quetta vi sono due confratelli, una scuola con circa cinquecento allievi e convitto.

A Lahore siamo tre confratelli. Abbiamo scuola, centro di formazione professionale, convitto e aspirantato per un totale di oltre quattrocento ragazzi.

Del Pakistan ammiro soprattutto tre cose: la religiosità diffusa, la popolazione estremamente giovane e la sua capacità di offrire un’accoglienza semplice e generosa.

Sarà, forse, che l’Asia meridionale ha una lunga tradizione di interiorità e di vita spirituale, il fatto è che qui ogni cosa porta a riferirsi a Dio. Anche i giovani con cui vivo pregano spesso e volentieri; quando pregano, sono molto concentrati. Ciò mi fa un gran bene. Riguardo ai giovani, poi, c’è da dire che sono veramente numerosi. Più della metà degli abitanti del Pakistan sono sotto i 19 anni. Per strada si vedono bambini, ragazzi e giovani dappertutto. Tutti sono molto gentili e accoglienti.

Il Pakistan non è un paese tranquillo. Ci sono alcuni nodi problematici, come l’instabilità politica, il terrorismo, la povertà, le tensioni interne e un tasso di alfabetizzazione del 49,9%. Rimane irrisolta la questione Kashmir: India e Pakistan si odiano da quando sono nati. Un altro nodo è la tensione settaria tra sciiti e sunniti. Inoltre, il vicino Afghanistan crea problemi di profughi e infiltrazioni terroristiche. In Pakistan la religione islamica è praticata dal 96,5% della popolazione. I cristiani sono l’1,5%, per metà cattolici e metà protestanti.

Quanto a fatiche e a difficoltà, per me la maggiore è la barriera linguistica. Il mio livello di Urdu è ancora a livello pre-infantile. In ogni caso, i ragazzi tra di loro parlano in punjabi. A scuola i ragazzi studiano urdu e inglese dalle elementari. Pochissimi, però, sono in grado di sostenere una conversazione anche semplice in inglese, e non parlo solo dei ragazzi delle classi inferiori. Come insegnante di Fisica, sinceramente non ho grandi soddisfazioni, a parte il calore del rapporto umano con i ragazzi. In classe ho l’insegnante di sostegno (non per i ragazzi, ma per me!) che traduce in urdu. Trovo che la scuola pakistana, per come la conosco, dia troppa importanza all’aspetto mnemonico (basta sfogliare i libri di testo) trascurando le competenze. Il livello di apprendimento è molto basso sorattutto perché la frequenza non è assidua. Un giorno capita di avere in classe ventiquattro allievi; il giorno dopo, magari, soltanto nove. Ogni tanto spunta qualche nuovo allievo e, purtroppo, qualcun altro abbandona la scuola.

Una delle lezioni che sto apprendendo dal Pakistan è la disponibilità al cambiamento e alla precarietà. Imparo che i programmi possono essere modificati all’ultimo momento, magari senza un minimo preavviso, che basta un’interruzione della corrente elettrica (non infrequente) per dover reinventare sull’istante un’attività, che la qualità dei rapporti con le Autorità è legata alle disposizioni di animo (mutevoli) di una singola persona. Al riguardo, ultimamente la precarietà è vissuta anche nei confronti della possibilità, per i missionari, di rimanere in Pakistan. Pure in passato l’attesa per il visto di ingresso era lunga, ma il rinnovo annuale veniva concesso senza grosse difficoltà. Ultimamente il rinnovo del visto per i missionari comincia ad essere rifiutato o, per lo meno, come nel mio caso, arriva con molto ritardo ed ha la durata di sette mesi.

Nonostante la precarietà della situazione, il sostegno dei miei confratelli e, in particolare, dei ragazzi, mi spingono a dare il meglio. Nella nostra scuola e nel convitto abbiamo dei ragazzi d’oro. Tra gli exallievi, poi, vi è Akash Bashir, un giovane che nel 2015, mentre era in servizio d’ordine presso la parrocchia del nostro quartiere, non ha esitato a sacrificare la propria vita per impedire ad un attentatore di entrare in chiesa per compiere una strage.

Conto sulla preghiera di tutti voi. Anch’io prego per la mia ex ispettoria.

Un abbraccio.

Piero Ramello.

AM: Terzo e quarto incontro del Percorso Missionario

Domenica 19 dicembre si è svolto, presso la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice di piazza Maria Ausiliatrice a Torino, il terzo incontro del “Percorso nel Cuore del Mondo” 2021/2022.

Il tema dell’incontro è stato la Dottrina Sociale della Chiesa, e questa riscoperta della concretezza sociale della Chiesa è stata guidata dalle parole di don Riccardo Frigerio, direttore della Casa salesiana di San Benigno. Il viaggio attraverso i concetti di Primato della persona, Bene comune, Solidarietà e Sussidiarietà, quattro pilastri della Dottrina sociale della Chiesa, è proseguito con la condivisione delle idee tra i ragazzi. La possibilità di un confronto diretto con don Riccardo ha permesso di approfondire (o, per alcuni, scoprire) un ramo dell’azione sociale Chiesa non molto conosciuto.
Dopo la cena condivisa, il gruppo ha avuto la possibilità di visitare la mostra “Matteo 25, Restiamo Umani”, al museo Casa Don Bosco, a Valdocco. Le immagini di migranti, dipinte su grandi tavole di legno, hanno fatto breccia nell’indifferenza generale, riportando alla luce i volti e gli sguardi di uomini e donne che, non essendo nati nella parte “fortunata” del mondo, sognano un futuro diverso e possibile per se stessi e per le loro famiglie.

Il cammino è continuato domenica 23 gennaio con il quarto incontro, dal titolo “La spiritualità missionaria salesiana”

Nella prima parte dell’incontro il gruppo ha riflettuto sul concetto stesso di spiritualità: un dono soffiato dall’unico Spirito ma diverso per ciascuno, incanalato dalla Chiesa in forme diverse. Dal generale si è poi passati al particolare: il carisma salesiano, raccontato da Dio ad un don Bosco ancora bambino in un sogno; un sogno che si è allargato sempre di più, fino alla spedizione dei primi salesiani missionari nel 1875 e, due anni dopo, delle prime FMA verso l’America latina e che arriva fino ad oggi.
Dopo il pranzo e un momento di gioco, il museo Casa Don Bosco ha aperto le porte ad un itinerario guidato da don Enrico Lupano che, attraverso i luoghi e gli oggetti della quotidianità di don Bosco e dei Salesiani ha mostrato nel concreto cosa voglia dire essere animati da una spiritualità giovanile missionaria salesiana. Partire in missione, ma anche vivere con un certo stile la missione quotidiana, vuol dire sapersi affidare, senza pretendere di capire tutto subito, ma vuol dire anche avere il coraggio di mettersi in gioco con le proprie capacità.
Durante questo incontro si sono svolti anche degli importanti momenti di confronto, che aprono la strada alle partenze della prossima estate.

Nonostante la dispensa fosse vuota o ci fosse poco cibo, Don Bosco, che per i suoi ragazzi ha dato la vita, faceva in modo di colmare quel vuoto per non fargli mai mancare nulla. Dobbiamo cercare anche noi di colmare quei vuoti rendendoli ricchi, andando ad agire in quello spiraglio che i cuori, anche più chiusi, lasciano per poter entrare. – Luca

 

 

Tutto pronto per il quarto incontro del Percorso Missionario

Domenica 23 gennaio si terrà a presso la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice (piazza Maria Ausiliatrice 35) a Torino il quarto incontro del “Percorso nel cuore del mondo” 2021/2022.

Il tema dell’incontro è La spiritualità missionaria salesiana: un viaggio nel carisma salesiano, dal sogno dei nove anni alle prime spedizioni missionarie di Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice e ancora oltre, fino a scoprire (o riscoprire) che è lo stesso carisma ad animare anche i sogni missionari di oggi. Ci aiuterà nel cammino don Enrico Lupano, attraverso la visita al Museo Casa Don Bosco. 

 

Quello che proviamo a fare deve essere proprio sullo stile e carisma di Don Bosco che con gioia e creatività va a cercare le anime per educarle, per portarle a Gesù e questa è la salvezza.

(Dall’incontro sullo stesso tema dello scorso anno) 

Animazione Missionaria – Un capodanno alternativo presso il rifugio Massi di Oulx

Per concludere il vecchio anno ed iniziare al meglio il 2022, l’Animazione Missionaria ha proposto ai giovani di vivere la festa in maniera alternativa, facendo tesoro delle attività portate avanti dal Rifugio Massi di Oulx in merito all’accoglienza dei migranti. Di seguito l’esperienza vissuta dal gruppo di giovani che ha aderito, a cura di Sara Scrivo.

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Capodanno ad Oulx

Quest’anno, con il percorso di animazione missionaria “Nel cuore del mondo” abbiamo trascorso un Capodanno alternativo presso il rifugio Massi di Oulx che si occupa dell’accoglienza dei migranti appartenenti alla rotta balcanica e a quella africana. Si tratta di singoli e famiglie che tentano di attraversare il confine con la Francia e che spesso vengono respinti dalla gendarmerie francese. Ad Oulx, d’inverno, la temperatura scende anche di diversi gradi sotto lo zero e questo rende gli attraversamenti notturni sulle piste da sci o in alta montagna estremamente pericolosi. Di conseguenza, per i migranti, il rifugio Massi è, di fatto, l’unica possibilità per ottenere un pasto caldo ed evitare di dormire all’addiaccio.

Don Chiampo, parroco di Bussoleno e responsabile del rifugio, ci ha accolti presentandoci la struttura e le modalità di accoglienza dei migranti e ci ha ricordato l’importanza di restituire loro la dignità e di riconoscerli come persone evitando qualsiasi forma di pietismo. Inoltre, egli ha evidenziato come il concetto di “migrante” sia un concetto in continua evoluzione. Anche a livello etimologico è possibile individuare tale trasformazione: un tempo, infatti, si utilizzavano i termini “immigrato” ed “emigrato”, mentre attualmente si utilizza in maniera più generica il termine “migrante”. Anche questo cambiamento semantico è significativo perché va a sottolineare quanto l’azione del “migrare” sia diventata ormai una condizione costante, tanto da mettere da parte gli aspetti del “da dove” o del “verso dove” espressi dai due prefissi. In passato, inoltre, i migranti erano, quasi esclusivamente, migranti economici in cerca di nuove opportunità; al giorno d’oggi, invece, la maggior parte sono rifugiati politici o migranti forzati che fuggono da zone di guerra o da situazioni in cui i diritti umani non vengono rispettati. In futuro e, purtroppo, in un futuro non troppo lontano, conosceremo meglio anche la figura del migrante ambientale.

I migranti che passano per Oulx sono stati costretti a lasciar ogni cosa e a vendere tutto quello che possedevano nella speranza di trovare un posto migliore, un luogo sicuro dove poter crescere i propri figli. Tutti noi siamo rimasti molto colpiti dal coraggio e dalla determinazione di queste persone nel non avere un piano B e nel dover puntare tutto sul piano A. Noi, al contrario, siamo spesso così tanto insicuri nel formulare i nostri progetti da evitare di fare anche solo un passo senza prima avere garanzie di successo. Per loro invece il mettersi in viaggio non è un’opzione, una scelta tra le tante alternative; il più delle volte è una necessità dalla quale risulta impossibile tirarsi indietro.

Dopo aver ascoltato Don Chiampo, abbiamo dato una mano a pulire e riordinare i container e le stanze. Spostando i materassi abbiamo trovato alcuni oggetti che ci hanno fatto riflettere sul numero di persone passate in questo piccolo punto nevralgico e sulle loro storie: spazzolini, calzini, guanti, mascherine, omogeneizzati e appunti con percorsi, nomi di città, orari di treni e pullman diventano simboli concreti della sofferenza, delle paure e delle speranze di tutti i migranti che hanno trascorso anche solo una notte in questo luogo.

La sera abbiamo condiviso la cena chiacchierando con alcuni di loro e cercando di entrare un po’ nelle loro storie con quanta più delicatezza possibile. Qualcuno era contento di poter passare la serata con noi e di vivere qualche attimo di spensieratezza, altri ci chiedevano, più semplicemente, di condividere il loro silenzio. Come ha detto Don Chiampo, il “povero” è spesso una figura scomoda, una figura che ci infastidisce e ci richiede uno sforzo per uscire dal nostro egoismo, ma quando entriamo in contatto con la sua povertà contemporaneamente scopriamo anche quelle che sono le nostre povertà, ciò che nascondiamo alle altre persone e, spesso, anche a noi stessi. Solo mettendoci a servizio degli ultimi riusciamo davvero a riconoscerci come fortunati, a riordinare le priorità della nostra vita e ad incontrare in modo autentico Dio. Lo stesso Dio che continua a prendersi cura e ad accogliere le grida di questa umanità bella e fragile.

[Cristo Gesù, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò sé stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini. (Filippesi 2,6-7)]

Lo sguardo del “povero” allora, è uno sguardo profondo che ci smuove, ci interroga, che pretende un nostro intervento e che, un po’ come gli occhi dei protagonisti delle opere di Ungarelli (esposte a Valdocco), va a rimuovere quel velo di ipocrisia che ci accomuna un po’ tutti e che ci intrappola nell’inazione e nell’indifferenza e non ci permette di agire per la carità. Abbiamo dunque trascorso l’ultimo dell’anno mettendoci a servizio degli ultimi e cercando anche di riflettere sul modo in cui siamo abituati ad amare. Infatti, come ci ha ricordato Don Chiampo, ci sono motivazioni molto diverse che ci spingono ad amare:

“Ti amo perché mi ami,
ti amo perché ho bisogno di te
e ti amo perché voglio il tuo bene.
E tu che tipo di amore scegli?” (Don Chiampo).

È stato inoltre molto bello vedere che, nonostante fosse il 31 dicembre, i volontari erano tanti. La sera abbiamo festeggiato l’arrivo del nuovo anno insieme a due ragazzi volontari con i quali ci siamo sentiti immediatamente in sintonia. Condividere insieme quest’esperienza di servizio e riconoscerci come figli di Dio ci ha fatto sentire immediatamente fratelli, pronti a collaborare per il bene del prossimo.

Sara Scrivo

Tutto pronto per il terzo incontro del Percorso Missionario

Domenica 19 dicembre si terrà a presso la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice (piazza Maria Ausiliatrice 35) a Torino il terzo incontro del “Percorso nel cuore del mondo” 2021/2022.

Il titolo dell’incontro è Buoni cristiani e onesti cittadini: grazie all’intervento di don Riccardo Frigerio i ragazzi scopriranno il tema della dottrina sociale della chiesa. Sarà una riflessione sulla centralità del bene comune nella politica che sogniamo e la consapevolezza che vita cristiana e vita sociale non sono separate

Noi ogni giorno ci impegniamo nell’idea di cambiare il futuro e quindi di cambiare la nostra vita sapendo comunque che l’avvenire e la storia sono guidati dal Signore. Io non devo dire di essere Cristiano, io devo comportarmi da cristiano. Io non devo dire di avere una Fede, io devo essere la testimonianza di questa fede 

(Dall’incontro sullo stesso tema dello scorso anno) 

Gli esercizi spirituali dei giovani MGS per essere “umili, forti e robusti”

Renditi umile forte e robusto”: è così che si sono aperti gli esercizi spirituali per i ragazzi universitari e giovani lavoratori svolti durante il weekend del 4-5 dicembre 2021, presso Villa Lascaris di Pianezza, con la prospettiva di entrare ancora più a fondo nel Sogno dei 9 anni di Don Bosco, approfondendo il tema pastorale dell’anno.

Con l’aiuto di Don Alberto Martelli, si sono alternati momenti di catechesi a intensi momenti di deserto e silenzio, per riflettere a fondo sui temi affrontati, rapportarli alla propria vita personale e confrontarsi con le Figlie di Maria Ausiliatrice ed i Salesiani che accompagnavano il gruppo.

Umile, forte e robusto come metafora di un albero.

Ecco il cuore dell’esperienza vissuta dalla cinquantina di giovani che vi hanno partecipato:

Umile, come le radici che crescono nel terreno: l’uomo viene dalla terra e per guardare in faccia la Verità, deve chinarsi e piegarsi, seminando su terra buona e dando valore al sacrificio e alla fatica, perchè Gesù per primo si  è spezzato per salvare gli uomini;

Forte, come tronco solido che regge tutta la pianta: è l’ora di decidersi, perchè non c’è più tempo. La vita è obbedire alla chiamata, decidere da che parte stare, seguendo la propria vocazione, la strada che Dio ha tracciato per ognuno di noi;

Robusto, come i rami dell’albero che si allungano verso il cielo: la parte più fragile esposta ai venti, alla pioggia, alla neve, con rischio costante di piegarsi e spezzarsi.

Così come sono gli uomini, deboli e preda delle tentazioni: c’è bisogno di fare le cose del Padre (così come ha affermato Gesù a Maria e Giuseppe quando l’hanno trovato nel tempio), perchè in fondo noi siamo quelli dell’Apocalisse, siamo chi ha scelto il discernimento, ha scelto il Signore.

Due i pilastri che hanno sorretto questi esercizi spirituali, sull’esempio di quanto vissuto da Don Bosco: la preghiera del rosario per chiedere l’intercessione della Madonna, che per prima si è irrobustita, si è fidata di suo Figlio e che è stata sotto la croce fino alla fine, e la comunione finale che a chiusura dei due giorni, ha permesso di ricordare gli impegni concreti che ognuno si è prefissato, per essere in tutto e per tutto discepoli del Signore, che per primo ha Amato gli uomini.

Attraverso la condivisione dei diversi momenti, da quelli di riflessione a quelli dei pasti, dal gioco alle risate insieme, i giovani hanno sperimentato che la fede è più forte se condivisa. É necessario fermarsi e decidere di stare, per far crescere la nostalgia della voce di Dio che, invece, il rumore della vita silenzia. L’augurio finale dell’esperienza, condiviso dai partecipanti, è stato quello di essere sempre umili, forti e robusti, perchè la vita è il dono più bello che Dio poteva fare all’uomo e bisogna viverla fino in fondo.

Il prossimo appuntamento degli esercizi spirituali  è previsto nei giorni dall’11 al 13 marzo al Colle don Bosco. Keep in touch.

Secondo incontro del Percorso Missionario

Sabato 20 e domenica 21 novembre si è svolto, presso la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice di piazza Maria Ausiliatrice a Torino, il secondo incontro del “Percorso nel Cuore del Mondo” 2021/2022. 

Il tema dell’incontro è stato l’economia a servizio dei popoli: un viaggio alla scoperta delle grandi dinamiche sociali, politiche ed economiche che muovono il mondo, di cui in realtà ciascuno fa parte. Alcuni laboratori – sui temi di alimentazione, sanità, educazione e clima – e le presentazioni della Evangelii Gaudium e della piattaforma della Laudato Sii hanno introdotto il tema nella giornata di sabato, completato poi domenica dell’intervento di Ivan Vitali (Ivan Vitali – SEC) sull’economia civile.  Dopo momenti di gioco e condivisione, sabato sera i ragazzi hanno vissuto la veglia di preghiera, conclusa con la “buonanotte” dell’ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, suor Emma. 

“I temi affrontati durante il weekend ci hanno aperto gli occhi su quelli che sono i grandi bisogni dell’umanità, che non sono così distanti da noi come siamo abituati a pensare: ognuno di noi può diventare parte attiva del cambiamento nel momento in cui, fidandosi, affida agli altri e a Dio ciò che ha a disposizione”

Il weekend è stato infine coronato dalla partecipazione alla Messa del mandato missionario ad gentes dei salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice che si preparano a partire come missionari in tutto il mondo, presieduta dal Rettor Maggiore dei salesiani don Angel Fernandez Artime e con la presenza della Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice madre Chiara Cazzuola. 

“La cosa più bella della celebrazione di questo mandato è che il sogno di don Bosco continua, e che ci sono delle persone che ci ricordano che vale la pena mettere tutta la propria vita completamente nelle mani del Signore. Non sono solo persone staccate da noi, ma sono i “nostri” missionari!”

 

 

Tutto pronto per il secondo incontro del Percorso Missionario

Il 20 e 21 novembre si terrà a presso la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice (piazza Maria Ausiliatrice 35) a Torino il secondo incontro del “Percorso nel cuore del mondo” 2021/2022.

Il tema dell’incontro sarà L’economia a servizio dei popoli che sarà affrontato con dei laboratori e con la testimonianza di un esperto d’eccezione: Ivan Vitali, che sarà ospite nella mattinata di domenica. Durante l’incontro non mancheranno anche momenti di gioco e di fraternità.

Inoltre, domenica ci sarà la possibilità per i ragazzi del percorso di partecipare alla messa nella Basilica di Maria Ausiliatrice del mandato missionario ad gentes: la celebrazione presieduta dal Rettor Maggiore e alla presenza della Madre Generale in cui i neo missionari e le neo missionarie salesiane riceveranno la croce missionaria.

 

 

La serata dedicata al film “The Oratory” (L’Oratorio) presso Teatro Valdocco

Giovedì 21 ottobre, i ragazzi di molte realtà salesiane del Piemonte si sono riuniti, insieme anche ad alcuni degli attori del film, per la prima proiezione di “The Oratory”: il film nato dalla volontà di raccontare in modo semplice come la Famiglia Salesiana in Nigeria, dopo quasi quarant’anni di presenza, continui ad essere segno e portatore dell’amore di Dio ai giovani più poveri, in modo particolare ai ragazzi di strada.

Il film si propone di offrire uno squarcio sulla realtà della vita salesiana in Nigeria, un paese segnato da difficoltà e contraddizioni profonde, dove i giovani, pur di sopravvivere, rimangono invischiati in realtà di degrado e criminalità.
(Arianna)

Don Cyril, dopo la visione, ha risposto alle domande delle persone presenti in sala, ha condiviso in cosa consiste oggi la missione in Nigeria (scuole, oratori e istituti professionali) e quanto questo film possa aiutare i ragazzi nigeriani che hanno partecipato come attori per dare loro una prospettiva per il futuro.

La figura di Padre Michael deve essere di esempio per tutti, con la sua voglia di dare possibilità anche a chi sembra non ne possa avere, dare istruzione e attenzioni a chi è lasciato solo.
È stata una bella occasione per far vedere quanto possa essere attuale il sogno di don Bosco, che viene proposto in parallelo alla vicenda di Padre Michael, e cosa può voler dire cercare di cambiare qualcosa.
(Cecilia)

I Salesiani, oggi presenti in oltre 130 paesi del mondo, continuano a realizzare il sogno di don Bosco di trasformare i lupi in agnelli. E anche nella lontana Africa, sono nati oratori, scuole, corsi di formazione professionale, laboratori Mamma Margherita, case di accoglienza. A Lagos, in Nigeria, sono tanti i problemi di malavita, giustizia negata e spesso sono proprio i giovani i primi ad essere coinvolti. La presenza dei Salesiani è fiducia, speranza, futuro, là dove i bambini e i ragazzi non parlano piemontese, ma in perfetto inglese urlano al mondo la loro rabbia.

 

TRAMA DEL FILM

Una storia ispirata alla vita di San Giovanni Bosco, fondatore dei salesiani e incentrata sui problemi di giustizia sociale dei giovani nelle strade di Lagos, in Nigeria. I Salesiani oggi presenti in oltre 130 paesi del mondo continuino a realizzare il sogno di don Bosco di trasformare i lupi in agnelli. Questo film è un modo semplice di raccontare come la famiglia salesiana in Nigeria, dopo quasi quarant’anni di presenza, continui ad essere segno e portatore dell’amore di Dio ai giovani più poveri in modo particolare ai ragazzi di strada!

Rev. Fr. Michael Simmons, (Rich Lowe Ikenna) è un salesiano prete americano inviato da Torino, in Italia, in una parrocchia per le élite di Ikoyi, Lagos. All’arrivo, il giovane prete, mosso dalla carità pastorale per i giovani più poveri ed abbandonati, si interessa in particolare alle condizioni dei bambini di strada della vicina baraccopoli chiamato Makoko. Tuttavia, per raggiungere questi ragazzi dispersi dalla scuola e senza alcuna famiglia di riferimento, deve pestare i piedi ai suoi parrocchiani che non condividono la sua missione perché considerano una vergogna che il loro prete debba avere a che fare con questi ragazzi di bassa condizione sociale. Fr. Michael deve affrontare anche Shuga, il pericoloso boss di Makoko che ha intrappolato i ragazzi di strada in un sistema di servitù criminale. Traendo ispirazione da San Giovanni Bosco (1815 – 1888) e dai missionari salesiani, fr. Michael deve rischiare tutto, compresa la propria vita, fondare l’oratorio e trovare lo scopo della sua vita in uno strano e precario ambiente.

Primo incontro del Percorso Missionario

Domenica 17 ottobre è stato fatto il primo passo del “Percorso nel cuore del mondo” 2021/2022, che ha visto come protagonisti tanti giovani provenienti da oratori e scuole salesiane accomunati da un profondo desiderio di conoscenza del mondo che li circonda. La struttura delle Figlie di Maria Ausiliatrice ha aperto le porte anche al gruppo di ragazzi che ha concluso il Corso Partenti 2020/2021 con la missione nello scorso mese di agosto.

I ragazzi “partiti” nei mesi estivi – due gruppi missionari a Torre Annunziata e un gruppo in Lituania –  hanno approfondito i temi dell’esperienza di Fede, l’esperienza di Gruppo e incontro con l’Altro, testimoniando che la verità si rivela nella semplicità della vita spesa e condivisa.

Il primo incontro ha permesso al nuovo gruppo di conoscersi attraverso giochi, momenti di condivisione e confronto su sogni, aspettative e motivazioni che hanno spinto loro ad intraprendere un cammino missionario. Inoltre, è stata un’occasione per conoscere l’equipe, composta da don Marco Cazzato, don Theophilus Ehioghilen e suor Carmela Busia. La cena condivisa e la preghiera finale, insieme alla “buonanotte” di don Luca Barone, hanno concluso questa prima giornata all’insegna del desiderio condiviso di trovare la propria Missione.