Avvio anno Pastorale 2019-2020

Puoi essere Santo. #lidovesei

Questa la proposta pastorale salesiana per l’anno 2019/2020. Tema che nasce dalla Strenna 2019 del Rettor Maggiore:

“Perché la mia gioia sia in voi (Gv 15,11). La santità anche per te”.

Nel testo della Strenna don Ángel Fernández Artime si è ispirato all’Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate. In essa il Papa indica la Santità come “autentica fioritura dell’umano” e come chiamata che il Signore rivolge a tutti.

Per preparare al meglio quindi tutte le attività in procinto di essere avviate, mettiamo a disposizione una serie di materiali utili su più fronti:

  • Il nuovo logo del tema pastorale 2019-2020;
  • Il Calendario in formato poster ed in formato libretto;
  • I materiali extra dei Sussidi Nazionali.

Logo anno pastorale

Calendario delle attività Ispettoriali

Sussidi Nazionali

Campo della Parola 2019 – Chatillon (biennio)

Come di consuetudine si è svolto il Campo della Parola nella settimana dal 21 luglio al 27 luglio presso la casa salesiana di Chatillon. Quest’anno però, per la prima volta, è stato dedicato interamente ai giovani che hanno finito prima o seconda superiore; mentre invece i giovani delle medie hanno vissuto la loro esperienza nella casa di Pracharbon.

Sono stati accolti una quarantina di giovani provenienti da tutto il Piemonte (e oltre!), volenterosi di approfondire la loro relazione con Dio attraverso l’ascolto diretto della Sua Parola, il confronto tra i coetanei, le catechesi, le testimonianze e la preghiera.  Il tutto accompagnato da grandi giochi ed un clima di allegria tipico della congregazione salesiana!

Ecco qui tutte le foto delle giornate:

Strenna 2020 – “Buoni cristiani e onesti cittadini”: per essere all’altezza delle sfide di un mondo che cambia

Riportiamo dal sito dei Salesiani Don Boscosdb.org – il lancio ufficiale della Strenna 2020 che ha compiuto il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime:

“Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”
(Mt 6,10)

“Buoni cristiani e onesti cittadini”

Nota: Mentre presentavo il commento alla Strenna 2019 a Torino Valdocco alla Famiglia Salesiana, alcuni già chiedevano la bozza della Strenna 2020, in modo da poterla avere per l’inizio dell’anno educativo pastorale in alcune parti del mondo.

Faccio questo con gioia ma insistendo che qui si delinea solamente uno schema, una bozza con i punti essenziali che svilupperò quando preparerò una riflessione ponderata, interiorizzata, tranquilla e, per quanto possibile, profonda e comprensibile allo stesso tempo.

Mi piacerebbe che la Strenna continuasse ad aiutarci ad avere un filo conduttore nella guida pastorale del nuovo anno in ogni parte del mondo. Vi benedico tutti.

Dopo l’incontro della Consulta mondiale della Famiglia Salesiana del mese di maggio a Torino, ho pensato di proporre per la Strenna del 2020 un tema che, sotto forma di un binomio, incarni l’essenza della nostra educazione salesiana. L’abbiamo ricevuto dallo stesso Don Bosco: aiutare i nostri ragazzi, ragazze e giovani a essere «buoni cristiani e onesti cittadini». Dobbiamo approfondire sempre più la nostra identità di evangelizzatori ed educatori della fede.

Ecco le parole del X successore di Don Bosco per introdurre il tema:

C’è una crescente fragilità, e talvolta incapacità, nell’essere apostoli e missionari dei giovani. E allo stesso tempo c’è il rischio di non educare i nostri giovani a un forte senso di cittadinanza, giustizia sociale e valori evangelici che portino a interiorizzare, come programma di vita, il servizio agli altri, l’impegno nella vita pubblica, l’onestà personale e l’“allergia” a tutti i tipi di corruzione, la sensibilità verso il mondo della migrazione, verso il creato e la “casa comune” che ci è stata donata, nell’impegno per la tutela degli indifesi, di quanti non hanno parola, e che vengono scartatati.

Mi domando: se non riusciamo a educare a questi valori, cosa stiamo ottenendo? E quale evangelizzazione nel nome di Gesù stiamo portando avanti?

Pertanto, questo impegno educativo è oggi espressione della parola di Gesù:

«Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra».

Questa è e continuerà ad essere la vera “politica del Padre nostro” di Don Bosco.

Sussidi Nazionali 2019/2020 – Contenuti Extra

I Sussidi Nazionali 2019/2020 si completano con una seria di materiali scaricabili online, degli strumenti aggiuntivi per affrontare al meglio le tematiche proposte. In particolare per i Fanciulli, i Preadolescenti e gli Adolescenti.

I contenuti extra saranno raggiungibili dai due siti nazionali dei salesiani:

Puoi essere santo #lìdovesei. È questo il tema della proposta pastorale salesiana per l’anno 2019/2020 che si traduce in sussidi divisi per fasce di età: fanciulli, preadolescenti, adolescenti e giovani. Si tratta di tracce lasciate all’intraprendenza di formatori e animatori da adattare al proprio ambiente educativo.

Il tema Puoi essere santo #lìdovesei nasce dalla Strenna 2019 del Rettor Maggiore “Perché la mia gioia sia in voi (Gv 15,11). La santità anche per te” . Nel testo della Strenna don Ángel Fernández Artime si è ispirato all’Esortazione Apostolica Gaudete et exsultate. In essa il Papa indica la santità come “autentica fioritura dell’umano” e come chiamata che il Signore rivolge a tutti: il riferimento biblico è quello delle Beatitudini dell’evangelista Matteo. Il Sinodo ha invitato a guardare particolarmente alla “giovinezza dei santi” (n° 114 Instrumentum Laboris): “Tutti i santi sono passati attraverso l’età giovanile e sarebbe utile ai giovani di oggi mostrare in che modo i Santi hanno vissuto il tempo della loro giovinezza”.

Se tutti sono chiamati alla santità, ciascuno la realizza nel tempo senza omologazioni ma con una risposta personale e inedita, frutto di una vita cristiana non anonima.

Scarica qui i contenuti extra:

Giornate di inizio anno – Ispettoria ICP

Pubblichiamo qui di seguito i dettagli del programma riguardante le giornate di inizio anno educativo-pastorali, delll’Ispettoria ICP, che si svolgeranno nelle giornate di venerdì 30 agosto e sabato 31 agosto 2019, presso la struttura di Valdocco. 

Consigli delle Cep

Venerdì 30 agosto 2019 – Valdocco

  • Ore 15,00: Accoglienza,
  • Ore 15.15: “Il coinvolgimento dei giovani nelle nostre Comunità Educative Pastorali alla luce della Pastorale giovanile Salesiana e del Sinodo sui giovani”. Don Fabio Attard, Consigliere mondiale per la Pastorale giovanile
  • Ore 16.00: dibattito e confronto,
  • Ore 16,30: pausa,
  • Ore 17.00: lavoro nei singoli Consigli delle CEP,
  • Ore 18,30: Rientro in Assemblea e presentazione di alcuni appuntamenti e linee di cammino,
  • Ore 19,00: Vespri (Chiesa di san Francesco),
  • Ore 19,30: Cena con i Consigli delle CEP.

Assemblea dei Confratelli

Sabato 31 agosto 2019 – Valdocco

  • Ore 09.00: Lectio divina introduttiva e preghiera,
  • Ore 09.30: “Le domande\provocazioni dei giovani alla Chiesa e alla Vitaconsacrata” (don Fabio Attard),
  • Ore 10.30: dibattito,
  • Ore 11.00: Pausa,
  • Ore 11,30: Intervento dell’Ispettore,
  • Ore 12.30: pranzo.

Calendari Ispettoriali 2019-2020

Online tutti gli appuntamenti 2019/2020 dei vari settori della Pastorale Giovanile, sincronizzabili attraverso il calendario di Google Calendar.

Per informazioni sul come sincronizzare le agende clicca sul bottone qui sotto!

Saranno inoltre disponibili da quest’anno anche le agende del calendario Salesiani Italia 2019/2020.

Don Bosco Casale: festa dei centri estivi 2019 nella Diocesi di Casale Monferrato

Giovedì 4 luglio 2019, presso il Sacro Monte di Varallo Sesia, si è tenuta la tradizionale festa dei centri estivi della Diocesi di Casale Monferrato. Il tema scelto per la giornata è stato “Portatori di promesse, in cammino con Maria”, in continuità con la riflessione proposta dal Papa durante la GMG di Panama.

Una vera “festa-pellegrinaggio”con il cammino per raggiungere il santuario mariano in compagnia del Vescovo di Casale Monferrato Gianni Sacchi, un’occasione di incontri e di condivisione con un migliaio di bambini, ragazzi e giovani provenienti dalle diverse realtà di oratorio della Diocesi.

Presso l’Istituto Alberghiero G. Pastore, i diversi gruppi hanno animato il cortile cimentandosi nelle prove più svariate: giochi di abilità, musica, attività espressive e artistiche, balli, inni e grandi festeggiamenti per l’assegnazione dei premi alle squadre vincitrici. Il Vescovo Gianni ha poi salutato affettuosamente tutti i presenti, felice della numerosa e gioiosa partecipazione dei tanti centri estivi.

Dopo il pranzo, la giornata è proseguita con un allegro corteo tra le strade del centro cittadino fino a giungere in pellegrinaggio al Sacro Monte, con un momento di preghiera e affidamento alla Madonna.

«Solo facendo silenzio in noi possiamo ascoltare la voce del Signore e comprendere la sua chiamata. Dio ci invita a partecipare al suo progetto di felicità»

ha spiegato il Vescovo ai giovani in ascolto durante la preghiera.

Ancora il Vescovo Sacchi:

«Se rispondo alla chiamata trovo la felicità vera, come ha fatto Maria a suo tempo. Noi siamo capaci di dire “sì” come ha fatto lei?»

A conclusione del momento riflessivo, sono state recitate dieci Ave Maria dai bambini e dai rappresentanti degli oratori, con il volo in cielo di palloncini colorati, come segno dell’affidamento a Maria.

Dopo il saluto finale, si è passati alla visita del Sacro Monte per poi dirigersi verso il percorso di discesa e di rientro, con tutti i bambini e i ragazzi ricolmi della gioia dell’incontro e della festa vissuta insieme durante la giornata.

GIOVANI, PERIFERIE: il circolo vizioso che moltiplica il disagio

Si riporta l’interessante ricerca condotta da Mauro Zangola, economista esperto nel mercato del lavoro, in merito alla situazione dei giovani e del disagio sociale nella città di Torino.

I quartieri «fragili» concentrano più disagi nello stesso territorio; e in cui sono maggiori le difficoltà di vita e di lavoro per fasce diverse della popolazione. Mauro Zangola (economista e esperto nel mercato del lavoro) ha elaborato per la diocesi di Torino una ricerca complessa e ricca di dati per portare in evidenza alcuni elementi del disagio, giovanile e non solo, nella città di Torino. L’incrocio dei «numeri» sui giovani con quelli del disagio economico delle famiglie, dell’invecchiamento della popolazione, della scolarità permette di costruire un quadro inedito della frastagliata realtà torinese.

Il metodo di raccolta delle informazioni seguito da Zangola parte da due indicatori principali:

  • 94 aree statistiche in cui l’Istat ha suddiviso il territorio della Città;
  • 23 quartieri «storici» in cui Torino era articolata, negli anni ’70 e ’80 (al tempo dei Coordinamento dei Comitati spontanei di Quartiere).

Attraverso queste due «griglie» Torino rivela una quantità di dettagli che le analisi condotte sull’intero territorio comunale non possono cogliere con la stessa precisione.

Se in generale lo studio di Zangola conferma gli argomenti di lettura delle «due città», contiene anche una indicazione «politica» precisa: conoscendo meglio le situazioni, è anche possibile elaborare interventi mirati, e andare a sostenere progetti che trovino rispondenze concrete nelle necessità della popolazione, in particolare dei giovani e delle famiglie.
Lo studio ha raccolto anche un «indice» della presenza delle istituzioni (Comune, Regione, Chiesa, Terzo settore) nei quartieri con il maggior disagio giovanile.

 

IL COMMENTO DI MONS. CESARE NOSIGLIA
Arcivescovo di Torino

L’inchiesta che ho sollecitato il dott. Zangola a realizzare era volta a conoscere meglio la situazione con dati oggettivi in modo da attivare insieme alle altre componenti istituzionali una strategia di coordinamento e promozione di percorsi unitari. Per la Chiesa di Torino conoscere e affrontare il disagio dei giovani è un fattore decisivo: a noi tocca di «uscire» a incontrare queste persone nei contesti dove vivono – contesti territoriali e urbani, ma anche culturali e psicologici. Il lavoro è la prima «soluzione»: e il contesto in cui il lavoro c’è o si crea è la questione politica centrale di questo nostro tempo, in questa nostra città. per questo i dati raccolti dal dott. Zangola sono molto interessanti, realistici e preoccupano non poco anche se l’impegno della città, della Regione, della Chiesa e del terzo settore non è secondario e nemmeno superficiale o di pura risposta alla emergenza.

Mi ha colpito molto constatare che nei luoghi della città dove più ampio ed esteso è il disagio sociale, le periferie appunto, altrettanto esteso e ancora più profondo è il disagio giovanile soprattutto per quanto attiene alla formazione al lavoro e a uno sbocco professionale appropriato. Questo fatto, insieme ai dati sull’invecchiamento generale della popolazione torinese, e alla «fuga» dei figli del ceto medio, completa il quadro non facile della vita della città. E aiuta a comprendere, a mio parere, l’opportunità e la necessità di intervenire con tutte le forze disponibili per combattere la povertà e l’impoverimento. Altrimenti quello scenario, più volte evocato, delle «due città», rischia di consolidarsi: ma nessuno di noi ha bisogno di una città di benestanti contrapposta alle «città» degli esclusi!

Nella direzione della città «riunita» va l’impegno della Chiesa: parrocchie, unità pastorali e diocesi, istituti religiosi, associazioni del terzo settore assicurano una capillare presenza sul territorio delle periferie con una serie di servizi religiosi ovviamente ma anche culturali e sociali. Penso ai 44 Centri di ascolto che accolgono decine di migliaia di persone al giorno, a una serie articolata di sportelli per il lavoro che offrono soprattutto informazioni. Anche il Centro di ascolto per imprenditori presso l’ufficio di pastorale del lavoro promuove un servizio concreto di orientamento e sostegno a imprenditori in difficoltà. Abbiamo poi la Migrantes che si occupa degli immigrati e rifugiati e attiva percorsi di inclusione sociale che comprendono il lavoro quando è possibile assicurare a queste persone il permesso di soggiorno. E infine la pastorale del lavoro con diversi laboratori che sui territori si rivolgono principalmente ai neet. La fondazione Operti poi che è collegata strettamente con la Diocesi promuove ogni anno centinaia di sostegni lavorativi mediante sia le borse lavoro che il microcredito. Anche la fondazione san Matteo sull’usura opera egregiamente a favore di persone che vivono situazioni di questo genere.

Occorre dunque promuovere un adeguato ed efficace coordinamento per condividere una Mappa dei servizi che curi anche la formazione degli operatori oltre che il rapporto con i giovani. Ci vuole insomma una progettualità condivisa per ottimizzare le risorse e le proposte. Si propone di attivare un Comitato permanente con la partecipazione di tutte le realtà che operano sul campo in questo ambito del lavoro dei giovani sul territorio.

In conclusione. Credo che questa tema delle periferie meriti un supplemento di responsabilità da parte di tutte le componenti cittadine. Purtroppo assisto impotente a scelte che vanno in senso contrario come è successo recentemente con la scuola elementare Vidari del quartiere Mirafiori nord che ha deciso di chiudere la prima classe e pertanto in prospettiva di chiudere la scuola stessa. Malgrado la popolazione, i sindacati, la parrocchia e la Diocesi abbiano chiesto un ripensamento investendo i massimi livelli fino al Ministero, non si è ottenuto niente. La voce della gente non ha voce, contano le regole generali che si applicano indipendentemente dalla realtà territoriale e dalle concrete esigenze della gente che le abita.

L’estate all’oratorio, don Michele Falabretti (CEI): “È una scuola di vita”

Tempo di estate, tempo di esperienza estiva all’oratorio. Famiglia Cristiana ha intervistato don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Cei per la pastorale giovanile (Snpg) e membro della Direzione di Note di Pastorale Giovanile.

di Chiara Pelizzoni – Famiglia Cristiana

Gli ultimi dati confermano la partecipazione di circa due milioni di bambini agli oratori estivi. Un’esperienza, che per tradizione, spicca in Lombardia (più del per cento) ma è rappresentata in tutta Italia. Don Michele Falabretti, 51 anni, responsabile del Servizio Cei per la pastorale giovanile (Snpg) ci racconta l’ importanza di un percorso unico nel suo genere. “Tanto che, anche laddove non c’è un vero e proprio oratorio estivo le regioni e le diocesi si sono attrezzate per fare una proposta per la stagione calda”.

Quali sono i temi su cui si lavora?

Diversi in ogni parte del Paese. Il tema è un pretesto, è qualcosa che “viene messo prima” appunto, che aiuta a realizzare un’esperienza. Crea le condizioni per realizzare l’esperienza. C’è un grande lavoro di progettazione attorno ai temi dell’estate che dice della scoperta che, grazie ai pensieri, si costruisce la vita. Un esercizio un po’ carente durante l’anno, in cui si tende ad andare con inerzia, e molto più spiccato nel periodo caldo.

Che opportunità è l’oratorio?

È un’opportunità su diversi fronti. Per le famiglie, di avere uno spazio che non è commerciale. Ha costi ridicoli rispetto ad altre esperienze e non punta a guadagnare. Mentre ci sono realtà associative che fanno cose egregie a costi stratosferici. Ma non è solo il costo basso che lo rende un’opportunità non commerciale. Ma anche che all’oratorio corrisponde una tensione, un desiderio di un ambiente educativo. Garanzia per i genitori.

E poi?

È un’opportunità per i ragazzi. che vivono un’esperienza fortissima, strutturata, per nove mesi come la scuola. Il fatto che esistano i centri estivi in cui si sta insieme, ma in modo più destrutturato (senza campanella o registro) è una grande risorsa. Le due realtà coesistono. Esattamente come accade nella vita. E poterle vivere entrambe, per bimbi e preadolescenti, è davvero interessante.

Un’occasione anche per gli adolescenti?

La terza opportunità è per loro che fanno gli educatori: si responsabilizzano, si sento importanti per qualcuno; essere utili, poi, li spinge a essere meno narcisisti, meno concentrati su di loro. È un’esperienza che li mette a confronto col mondo e, in cui, imparano a fare. E in cui imparano la dedizione, la cura e il senso della gratuità. Un’esperienza molto formativa. Considerati tutto l’anno dei problemi, d’estate diventano una risorsa. Perché senza di loro il centro estivo non si fa. E questa è un’opportunità che nessun altro dà loro.

La preghiera che ruolo ha?
La preghiera c’è ed è quello che dovrebbe essere nella vita. È importante, a volte rapida e veloce, ma molto intensa. Se fatta bene un momento di riflessione e rilancio come nella vita. Noi non viviamo per pregare, ma dobbiamo imparare a pregare per vivere.

Cosa vorrebbe per l’oratorio estivo?

Che passasse dall’essere un mondo da favola a poter ispirare la realtà quotidiana. Perché l’oratorio è una grande scuola di vita che ha da insegnare a grandi e piccini.