L’esperienza degli esercizi spirituali MGS al Colle Don Bosco
Gli esercizi spirituali sono l’incontro tra due desideri: quello dell’uomo di incontrare Dio e quello di Dio di incontrare l’uomo.
“Dammi da bere“
é questa la Parola di Dio che Don Roberto Dal Molin (Presidente Cnos) ha messo al centro attraverso tre testi del Vangelo di Giovanni, per far riflettere i ragazzi universitari e giovani lavoratori, che l’11-12-13 marzo si sono incontrati al Colle Don Bosco per rivivere l’esperienza degli esercizi spirituali.
Questa volta è proprio Gesù che prende l’iniziativa e si mette alla ricerca dell’uomo per condurlo sul giusto cammino: nell’incontro con la Samaritana, è Lui che rompe gli schemi, accogliendo la donna a prescindere dal suo ruolo sociale, perché Dio non condanna, ma apre una porta; non ricatta, ma chiede per dare. L’acqua richiesta è la metafora della rivelazione: non toglie la donna dai suoi doveri quotidiani, ma rinnova e cambia la sua vita. Da quel momento diventa missionaria lei stessa, sorgente che zampilla e testimonia.
Il secondo incontro, di Gesù con l’amico Lazzaro, diventa prefigurazione della risurrezione del Signore. “Chiunque crede in me non morirà in eterno”: Egli non è venuto per liberare l’uomo dalla morte biologica, ma per darle un altro significato. Si arrabbia e infuria contro la potenza oscura della morte, vista come rivelazione del male, quando in realtà è un passaggio per la manifestazione della gloria di Dio.
Infine, attraverso la figura di Tommaso, l’uomo sperimenta che bisogna credere per vedere, non vedere per credere. Gesù ancora una volta accompagna l’uomo, non soddisfacendo le sue richieste, ma aiutandolo a fidarsi, perché possa un giorno gridare come l’apostolo: “Mio Signore e mio Dio!”, apice della vita del credente.
L’augurio è quello di fare verità attraverso la preghiera, che diventa una vera e propria relazione con il Signore, grazie ad alcuni elementi da affidare ogni giorno:
L’acqua da chiedere; l’anfora delle preoccupazioni da lasciare per fare ordine; la pietra che blocca da eliminare; la piaga da riconoscere e curare, per amare noi stessi; la parola da ricordare per fare spazio all’agire di Dio nella nostra vita.
Attraverso il silenzio, la condivisione, il gioco e la preghiera condivisa, i ragazzi hanno sperimentato il sentirsi parte di una comunità che è la Chiesa, in cui Gesù è presente.
Due giorni intensi, vissuti nella profondità e nell’allegria. Ogni giovane presente ha accettato la sfida di rallentare il proprio ritmo quotidiano e di prendersi del tempo per stare faccia a faccia con il Signore e con se stesso. Una vera boccata d’aria fresca.
Don Alberto Goia
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